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sabato 10 agosto 2024

LA GLORIFICAZIONE DI MARIA "DIVINA" CON L'ASSUNZIONE AL CIELO IN ANIMA E CORPO




PIO XII
SERVO DEI SERVI DI DIO
A PERENNE MEMORIA

COSTITUZIONE APOSTOLICA

" MUNIFICENTISSIMUS DEUS " (1)

LA GLORIFICAZIONE DI MARIA
CON L'ASSUNZIONE AL CIELO
IN ANIMA E CORPO

 

Il munificentissimo Dio, che tutto può e le cui disposizioni di provvidenza sono fatte di sapienza e d'amore, nei suoi imperscrutabili disegni contempera nella vita dei popoli e in quella dei singoli uomini dolori e gioie, affinché per vie diverse e in diverse maniere tutto cooperi in bene per coloro che lo amano (cf. Rm 8, 28).

Il Nostro pontificato, come anche l'età presente, è assillato da tante cure, preoccupazioni e angosce, per le presenti gravissime calamità e l'aberrazione di molti dalla verità e dalla virtù; ma Ci è di grande conforto vedere che, mentre la fede cattolica si manifesta pubblicamente più attiva, si accende ogni giorno più la devozione verso la vergine Madre di Dio, e quasi dovunque è stimolo e auspicio di una vita migliore e più santa. Per cui, mentre la santissima Vergine compie amorosissimamente l'ufficio di madre verso i redenti dal sangue di Cristo, la mente e il cuore dei figli sono stimolati con maggiore impegno a una più amorosa contemplazione dei suoi privilegi.

Dio, infatti, che da tutta l'eternità guarda Maria vergine, con particolare pienissima compiacenza, «quando venne la pienezza del tempo» (Gal 4, 4), attuò il disegno della sua provvidenza in tal modo che risplendessero in perfetta armonia i privilegi e le prerogative che con somma liberalità ha riversato su di lei. Che se questa somma liberalità e piena armonia di grazie dalla chiesa furono sempre riconosciute e sempre meglio penetrate nel corso dei secoli, nel nostro tempo è stato posto senza dubbio in maggior luce il privilegio della corporea assunzione al cielo della vergine Madre di Dio Maria.

Questo privilegio risplendette di nuovo fulgore fin da quando il nostro predecessore Pio IX, d'immortale memoria, definì solennemente il dogma dell'immacolata concezione dell'augusta Madre di Dio. Questi due privilegi infatti sono strettamente connessi tra loro. Cristo con la sua morte ha vinto il peccato e la morte, e sull'uno e sull'altra riporta vittoria in virtù di Cristo chi è stato rigenerato soprannaturalmente col battesimo. Ma per legge generale Dio non vuole concedere ai giusti il pieno effetto di questa vittoria sulla morte se non quando sarà giunta la fine dei tempi. Perciò anche i corpi dei giusti dopo la morte si dissolvono, e soltanto nell'ultimo giorno si ricongiungeranno ciascuno con la propria anima gloriosa.

Ma da questa legge generale Dio volle esente la beata vergine Maria. Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo. 

Plebiscito unanime

Per questo, quando fu solennemente definito che la vergine Madre di Dio Maria fu immune della macchia ereditaria fin dalla sua concezione, i fedeli furono pervasi da una più viva speranza che quanto prima sarebbe stato definito dal supremo magistero della chiesa anche il dogma della corporea assunzione al cielo di Maria vergine.

Infatti...  https://www.vatican.va/content/pius-xii/it/apost_constitutions/documents/hf_p-xii_apc_19501101_munificentissimus-deus.html


AMDG et DVM

giovedì 6 agosto 2020

PRIMO GIORNO NOVENA ASSUNZIONE

News


Pubblicato il 06/08/2020

Primo giorno della Novena per l'Assunzione della Beata Vergine Maria

Preghiera per l'Assunzione della  B. V. Maria

    O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini,

noi crediamo nella tua assunzione in anima e corpo al cielo,

ove sei acclamata da tutti i cori degli angeli e da tutte le schiere dei santi.

   E noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore che ti ha esaltata sopra

tutte le creature e per offrirti l'anelito della nostra devozione e del nostro amore.

   Noi confidiamo che i tuoi occhi misericordiosi si abbassino sulle nostre miserie

e sulle nostre sofferenze; che le tue labbra sorridano alle nostre gioie

e alle nostre vittorie; che tu senta la voce di Gesù ripeterti per ciascuno di noi:

   Ecco tuo figlio.

   E noi ti invochiamo nostra madre e ti prendiamo, come Giovanni, per guida,

forza e consolazione della nostra vita mortale.

   Noi crediamo che nella gloria, dove regni vestita di sole e coronata di stelle,

sei la gioia e la letizia degli angeli e dei santi. 

   E noi in questa terra, ove passiamo pellegrini, guardiamo verso di te,

nostra speranza; attiraci con la soavità della tua voce per mostrarci un giorno,

dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del tuo seno, o clemente,

o pia, o dolce Vergine Maria. (Pio XII)

   7 Ave, Salve, Magnificat

    Dai Quaderni di Maria Valtorta, 2 dicembre 1943

[ IMPORTANTE ]

   Dice Maria:
   «Non ti devi accasciare troppo pensando a quando poco mi amavi. Non sei la sola. Ma io sono la Mamma e capisco e perdono. Sono le lacune degli ancora imperfetti. Non amo di meno perché poco sono amata. Mi basta che almeno amiate il Figlio mio, e tu lo amavi molto quando ancora non mi amavi che poco. 
   Nella vita mia di Madre di Dio ti faccio osservare un fatto che sfugge a molti e che è un indice sicuro anche dei rapporti avvenire fra me ed i redenti dal mio Gesù. 
   Quando i pastori vennero alla grotta, non ebbero occhi ed espressioni di amore altro che per il mio Bambino. Io e Giuseppe eravamo per loro figure secondarie. Ai piedi della povera lettiera dove Egli dormiva, quando non mi dormiva in grembo, deposero i loro doni e le loro tenerezze. Né io me ne dolevo che a me non fosse data lode come alla pianta che aveva dato al mondo il Fiore del Cielo. Mi bastava che amassero la mia Creatura e la amassero tanto. Sarebbero stati in tanti ad odiarlo poi!
   Fra i presenti al rito sempre nuovo di una presentazione al Tempio, nessuno ebbe un pensiero per me. Guardavano il mio Tesoro e lo lodavano per la sua bellezza sovrumana. Ma alla sua Mamma non davano lode altro che umana. Soli i santi mi conobbero per quello che ero e Elisabetta, Simeone ed Anna videro in me la Madre del Salvatore, dandomi con questo loro riconoscimento la più sublime lode. I primi erano dei "buoni", questi tre dei "santi".
   Lo Spirito Santo opera nel cuore dei santi e dà loro luci di conoscimento soprannaturale. Lo Spirito Santo illumina i cuori dei santi per fare loro vedere me. Vedere me nella luce di Dio vuol dire amarmi in verità. il Figlio mio santissimo opera di suo per attirarvi al suo amore. Io vi amo e attendo pregando per voi.
   Sono la Vergine dell’attesa. Dai più teneri anni ho atteso l’Aspettato delle genti. Sono la Corredentrice che attende l’ora di morire ai piedi della Croce per darvi la Vita. Sono la Madre che attende il vostro vero amore, non il culto superficiale che si limita a molte parole. Pregare non vuol dire: dire molte preghiere. Vuol dire amare. Vuol dire far parlare il proprio cuore.
   Io sono la Silenziosa. Eva nuova, vi insegno il silenzio. Dal parlare entrò in Eva la Seduzione. Dal mio tacere entrò nel mondo la RedenzioneImparate da me la virtù del silenzio, perché nel silenzio esteriore parla il cuore a Dio e Dio al cuore. il mio silenzio non era silenzio inerte di anima morta. Era anzi operare attivissimo nello spirituale.
   Quando il mio Bambino mi fu nelle braccia, io, per Lui che non sapeva parlare perché era nulla più che un piccolino che sapeva unicamente vagire - il mio Figlio Dio, la Voce del Padre, la Parola del Padre essendosi, per amore, annichilito ad un infante vagente con voce d’agnellino - io per Lui ho detto l’offerta al Padre. il primo "Pater noster" l’ho detto io nella fredda grotta di Betlemme tenendo alzato fra le braccia il mio Agnello venuto al mondo per essere ucciso e per dar vita agli uccisi nell’anima. il "Fiat voluntas tua" l’ho detto, piangendo, io per la prima. E sai cosa vuol dire per la Mamma dire all’Eterno quelle parole?
   Ora, quando io vedo che per amore del mio Figlio una creatura compie la Volontà divina, che è soprattutto volontà d’amore, annullo il suo debito verso di me e aumento il mio amore per lei. Gesù poi me la porta. Lascio al mio Gesù la cura di farmi amare. Dove è Lui è anche lo Spirito di Dio. E dove è lo Spirito è Scienza e Luce. È quindi inevitabile che diveniate istruiti anche nell’amore per me.
   Quando poi giungete ad amarmi, in verità, allora io vengo. E la mia venuta è sempre gioia e salvezza.

http://www.valtortamaria.com/

AMDG et DVM

martedì 15 ottobre 2019

Quarto Mistero Glorioso: L'ASSUNZIONE DELLA SS.ma VERGINE MARIA

DE  - EN  - ES  - FR  - IT  - PT ]

SANTA MESSA NELLA SOLENNITÀ
DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Parrocchia di San Tommaso da Villanova, Castel Gandolfo
Sabato, 15 agosto 2009

Venerati fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle

L'odierna solennità corona il ciclo delle grandi celebrazioni liturgiche nelle quali siamo chiamati a contemplare il ruolo della Beata Vergine Maria nella Storia della salvezza. Infatti, l'Immacolata Concezione, l'Annunciazione, la Divina Maternità e l'Assunzione sono tappe fondamentali, intimamente connesse tra loro, con cui la Chiesa esalta e canta il glorioso destino della Madre di Dio, ma nelle quali possiamo leggere anche la nostra storia. Il mistero della concezione di Maria richiama la prima pagina della vicenda umana, indicandoci che, nel disegno divino della creazione, l’uomo avrebbe dovuto avere la purezza e la bellezza dell'Immacolata. Quel disegno compromesso, ma non distrutto dal peccato, attraverso l’Incarnazione del Figlio di Dio, annunciata e realizzata in Maria, è stato ricomposto e restituito alla libera accettazione dell'uomo nella fede. Nell’Assunzione di Maria, contempliamo, infine, ciò che siamo chiamati a raggiungere nella sequela di Cristo Signore e nell'obbedienza alla sua Parola, al termine del nostro cammino sulla terra.

La tappa ultima del pellegrinaggio terreno della Madre di Dio ci invita a guardare al modo in cui Ella ha percorso il suo cammino verso la meta dell’eternità gloriosa.

Nel brano del Vangelo appena proclamato, san Luca racconta che Maria, dopo l’annuncio dell’Angelo, “si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa” per fare visita ad Elisabetta (Lc 1, 39). L’evangelista, dicendo questo, vuole sottolineare che per Maria seguire la propria vocazione, nella docilità allo Spirito di Dio, che ha operato in Lei l’incarnazione del Verbo, significa percorrere una nuova strada ed intraprendere subito un cammino fuori della propria casa, lasciandosi condurre solamente da Dio. Sant’Ambrogio, commentando la “fretta” di Maria, afferma: “la grazia dello Spirito Santo non comporta lentezze” (Expos. Evang. sec. Lucam, II, 19: PL 15,1560). La vita della Madonna è condotta da un Altro - “Ecco la serva del Signore: avvenga in me secondo la tua parola” (Lc 1,38) - è modellata dallo Spirito Santo, è segnata da eventi ed incontri, come quello con Elisabetta, ma soprattutto dalla particolarissima relazione con il suo figlio Gesù. E’ un cammino nel quale Maria, serbando e meditando nel cuore gli avvenimenti della propria esistenza, scorge in essi in modo sempre più profondo il misterioso disegno di Dio Padre, per la salvezza del mondo.

Seguendo poi Gesù da Betlemme all’esilio in Egitto, nella vita nascosta e in quella pubblica, fino ai piedi della Croce, Maria vive la sua costante ascesa verso Dio nello spirito del Magnificat, aderendo pienamente, anche nel momento dell’oscurità e della sofferenza, al progetto d’amore di Dio e alimentando nel cuore l’abbandono totale nelle mani del Signore, così da essere paradigma per la fede della Chiesa (cfr Lumen gentium, 64-65)
Tutta la vita è un’ascensione, tutta la vita è meditazione, obbedienza, fiducia e speranza, anche nelle oscurità; e tutta la vita è questa “sacra fretta”, che sa che Dio è sempre la priorità e nient’altro deve creare fretta nella nostra esistenza.

E, finalmente, l’Assunzione ci ricorda che la vita di Maria, come quella di ogni cristiano, è un cammino alla sequela, la sequela di Gesù, un cammino che ha una meta ben precisa, un futuro già tracciato: la vittoria definitiva sul peccato e sulla morte e la comunione piena con Dio, perché – come dice Paolo nella Lettera agli Efesini - il Padre “ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli in Cristo Gesù” (Ef 2,6). Ciò vuol dire che con il Battesimo siamo fondamentalmente già risuscitati e sediamo nei cieli in Cristo Gesù, ma dobbiamo corporalmente raggiungere quanto già cominciato e realizzato nel Battesimo. In noi l’unione con Cristo, la risurrezione, è incompiuta, ma per la Vergine Maria essa è compiuta, nonostante il cammino che anche la Madonna ha dovuto fare. Ella è entrata nella pienezza dell’unione con Dio, con il suo Figlio, e ci attira e ci accompagna nel nostro cammino.

In Maria assunta in cielo contempliamo, allora, Colei che, per singolare privilegio, è resa partecipe con l’anima e con il corpo della definitiva vittoria di Cristo sulla morte. “Compiuto il corso della vita terrena – dice il Concilio Vaticano II - fu assunta alla gloria celeste in corpo e anima, ed esaltata dal Signore come Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata al Figlio suo, Signore dei signori (cfr Ap 19,16) e vincitore del peccato e della morte” (Lumen gentium, 59). Nella Vergine Assunta in cielo contempliamo il coronamento della sua fede, di quel cammino di fede che Ella indica alla Chiesa e a ciascuno di noi: Colei che in ogni momento ha accolto la Parola di Dio, è assunta in cielo, cioè è accolta Lei stessa dal Figlio, in quella “dimora” che ci ha preparato con la sua morte e risurrezione (cfr Gv 14,2-3).

La vita dell’uomo sulla terra – come ci ha ricordato la prima lettura – è un cammino che si svolge, costantemente, nella tensione della lotta tra il drago e la donna, tra il bene e il male, E’ questa la situazione della storia umana: è come un viaggio in un mare spesso burrascoso; Maria è la stella, che ci guida verso il Figlio suo Gesù, sole sorto sopra le tenebre della storia” (cfr Spe salvi, 49) e ci dona la speranza di cui abbiamo bisogno: la speranza che possiamo vincere, che Dio ha vinto e che, con il Battesimo, siamo entrati in questa vittoria. Non soccombiamo definitivamente: Dio ci aiuta, ci guida. Questa è la speranza: questa presenza del Signore in noi, che diventa visibile in Maria assunta in cielo. “In Lei (…) - leggeremo tra poco nel Prefazio di questa Solennità – hai fatto risplendere per il tuo popolo pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza”.

Con San Bernardo, mistico cantore della Vergine Santa, così la invochiamo: “Ti preghiamo, o benedetta, per la grazia che tu trovasti, per quelle prerogative che tu meritasti, per la Misericordia che tu partoristi, fa’ che colui che per te s’è degnato di farsi partecipe della nostra miseria ed infermità, grazie alla tua preghiera, ci faccia partecipi delle sue grazie, della sua beatitudine ed eterna gloria, Gesù Cristo, Figlio tuo, Signore nostro, il quale è sopra tutte le cose, Dio benedetto nei secoli dei secoli. Amen” (Sermo 2 de Adventu, 5: PL 183, 43).

AVE MARIA PURISSIMA!