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Parte seconda )
Non più solidarietà universale, ma contrapposizione generale.
La religione cristiana doveva rinunciare ad influire sulla società, basata sul presupposto che tale influsso non le spettasse più a seguito della scissione tra il Regno di Dio e quello dell'uomo.
Il determinismo protestante ha distrutto la virtù sociale del cristianesimo, e rimesso il criterio di tutte le relazioni fra gli uomini allo Stato, reso entità divina.
"Dove il Vangelo aveva distinto la religione dalla politica" conclude il Giordani, i riformatori le riunirono; dove il Vangelo aveva riunito la morale con la religione, le risepararono".
Quando allo Stato fu affidato il compito di curarsi delle questini etico-sociali, alla Chiesa fu negata la possibilità di influire nella sfera pubblica e in campo economico.
Quanto allo Stato fu negata l'origine cristiana, la Chiesa si trovò ad essere bandita dalla vita sociale. Secondo Padre Luigi D'Azeglio, fondatore della più antica rivista cristiana, Civiltà Cattolica nonchè fratello del più famoso Massimo D'Azeglio, "la persona umana ha bisogno della vita sociale, la quale non è per l'uomo qualcosa di aggiunto, ma un'esigenza della natura umana".
Afferma, tra l'altro, che gli effetti sociali della Riforma sono un "passo retrogrado nell'incivilimento europeo. Se l'unità cattolica del medio evo formò l'Europa, creò una vera e compatta società d'intelligenze e determinò un grado altissimo di perfezione sociale, fu proprio la Riforma che sciolse questa unità e rese impossibile la prima condizione dell'esser sociale"
Secondo la visione di Padre T. D'Azeglio "l'indipendenza dell'individuo,
il predominio dell'individualità, l'impero della volontà e la lotta delle forze individuali rappresentano il tratto caratteristico dell'epoca barbara, antitetica rispetto alla dimensione cristiana della società, la cui funzione consiste essenzialmente nell'accomunare persone e destini.
Ne consegue che chiunque introduce nella società un principio di individualismo, un predominio di volontà individuali, tenta di ricondurci alla barbarie, togliendo alla comunità una parte di ciò che era accomunato.
Questo fu l'esito infausto del protestantesimo e l'errore di chi invece di applicare i principi della società cristiana, pretese di riformarli, non potendo cosi ottenere risultato se non quello di sconvolgere l'Europa".
Fu proprio quella sbornia di indipendenza della ragione, dice Padre T.D'Azeglio, di cui era impregnata l'atmosfera che respiravano i protestanti, a determinare l'indipendenza religiosa dei Giansenisti (che diventano piccola Chiesa), la filosofica dei Volterriani (una congiura anticattolica), la politica dei Giacobini, (un aggregato di club discordi, dei quali quello che trionfa fa stragi immani fra il popolo) succedutesi l'una all'altra, come si succedono le conseguenze di un pricipio medesimo applicato successivamente a varie materie. "Il protestantesimo, aggiunge aggiunge Padre T. D'Azeglio ebbe successo qundo oramai le scienze stavano avendo successo e si credeva di esser capaci fi fabbricar da se, la politica a segno di governar da se, le arti a segno di assistere da se".
L'individualismo nazionale formò l'arte diplomatica ad inganno e prepotenza, l'individualismo religioso stabili la religione dello Stato, l'individualismo politico suggeri ad Hobbes quella idea di sovranità che trionfò in certi gabinetti, per cui al regnante è lecito il libito".
Da qui l'esaltazione del principio hobbesiano dell'homo homini lupus e la regressione ad una dimensione animale, in cui il fattore egoistico prevale sulla naturale attitudine al consorzio sociale.
Anche Aristotele, del resto, sosteneva che la pretesa di vivere in uno splendido isolamento, secondo una prospettiva assolutamente individualista, era caratteristica impossibile all'uomo. Per sperimentarla occorreva essere una bestia selvatica o un dio.
La prospettiva umanista aveva puntato prometeicamente sulla seconda opzione, ma fu poi la storia ad incaricarsi di dimostrate quanto quella scommessa fosse tragicamente folle (follia nazista e comunista del 20° secolo).
E cosi non potendo essere dei, gli uomini de-socializzati si sono ritrovati a vivere tra loro come bestie selvatiche. Questa è la drammatica fotografia della società post-moderna.
Quella che Giovanni Paolo II definiva "una società spesso smarrita nell'agnosticismo e nell'individualismo, e che soffre le amare conseguenze dell'egoismo e della violenza".
Nello specifico, afferma lo psicologo Rob Weatherill nel suo Cultural Collapse," la cultura della società post-moderna è la cultura dell'autodifesa dell'uno contro l'altro: dopo la perdita del senso della comunità e il crollo della dimensione pubblica, limitiamo i nostri orizzonti all'attenzione per la sopravvivenza nostra e dei nostri figli.
Ci proteggiamo e ci guardiamo dall'altro.
Ne risentono soprattutto le nostre relazioni interpersonali e professionali; mentre prima si poneva gli accenti sugli obblighi, oggi non si parla che dei "diritti".
Le relazioni sociali sono diventate sempre più legalistiche. Non possiamo più fare affidamento sulla benevolenza dell'altro".
Melanie Philips giornalista conservatrice inglese criticava aspramente la politica dei "diritti umani" di Tony Blair, dove lei vedeva una delle maggiori minacce alla presenza del cristainesimo in Europa.
Secondo la giornalista, "la dottrina dei diritti umani avrebbe promosso un laicismo aggressivo che distaccandosi espressamente dai valori giudaico-cristiani, si è affannato a promuovere valori cosiddetti universali in cui trionfa alla fine, il particolare e promuovendo diritti in assenza di doveri, i diritti umani si sono ridotti a mero strumento per rispondere alle esigenze reclamate da singoli gruppi, e per promuovere cosi, una forma estrema di individualismo, che trova il suo apice nella "me society" ed in una religione fai da te".
Il risultato drammatico, secondo la Phlips è "che il conseguente caos morale, spirituale e sociale e lo squallore che caratterizza oggi la società europea, ma in particolare britannica, lascia uno spazio amplissimo di movimento all'avanzata della cultura islamica radicale".
L'individualismo egoistico (matrimonio omo e adozione, procreazione eterologa con distruzione di embrioni non utili, le mamme-nonne, l'eutanasia, la diagnosi pre-impianto che è quello che facevano i nazisti: la selezione della razza, ecc.ecc) che è un tratto caratteristico della "me society", sta oggi all'origine della pretesa di rendere diritti i desideri, le aspirazioni, i capricci di ogni singolo componente di quella società.
Tutto ciò porterà inevitabilmente al declino della comunità, la quale si ridurrà a mera aggregazione di individui che hanno smarrito il senso di appartenenza diventando una fonte inesauribile di perenne conflittualità, in cui le persone invece di cooperare entrano in competizione diventando rivali, riducendosi a entità ostili impegnate in una lotta per sottomettersi a vicenda.
E' da questa distorta visione antropologica che è nato il culto della privacy. Il diritto a ritirarsi nell'autoisolamento nasce, infatti dal cosiddetto diritto di essere lasciati soli.
Purtroppo anche noi in Italia siamo stati contagiati dalla cultura anglosassone e la "privacy" (come tante altre parole inglesizzanti che sono entrate nel nostro gergo) oramai è parola di dominio pubblico, ricorre in tutti i documenti.
Lo spazio sociale dell'agorà, della discussione in piazza diffuso nei Paesi latini, ha ceduto il posto al supermarket, all'hobby individuale, al gardening, la cura del proprio giardino. La comunità, anche da noi si è lentamente trasformata in un arcipelago di isole del tutto incomunicanti tra loro, dando vita a quel processo sociologico che va sotto il nome di desocializzazione.
Un altro frutto avvelenato del protestantesimo è rappresentato da quel fenomeno che va sotto il nome di relativismo etico che non riconosce niente come definitivo e lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie (come afferma Papa Benedetto XVI).
Il virus del relativismo è stato inoculato nella civiltà occidentale proprio attraverso il principio protestante della Sola Scriptura .
L'interpretazione biblica protestante, avulsa dalla Tradizione e dall'isegnamento apostolico, è soggetta al pericolo dell'interpretazione individuale, cioè al "libero esame" (come infatti è avvenuto) che ha polverizzato l'unità della fede nell'innumerevole molteplicità di opinioni personali (solamente in America vi sono circa 6.000 sette che hanno avuto origine dalle confessioni protestanti).
Se l'interpretazione autentica è lasciata alla mia opinione personale, nessun altro può contestarmi, e la mia opinione vale quanto quella di chiunque altro. Il relativismo etico risponde a quell'affermazione dogmatica che all'origine non esiste nessuna verità oggettiva. I protestanti reagiscono con orrore all'idea di una Verità assoluta.
Da ciò si diffonde l'idea che solo l'uomo capace di negare l'esistenza di una verità oggettiva possa essere ritenuto aperto di mente, moderno, illuminato, tollerante.
Chi resta invece , ancorato all'idea antiquata di una verità assoluta viene bollato come un retrogrado, un povero e retrivo bigotto imprigionato nel bieco oscurantismo religioso e deve essere contrastato con tutti i mezzi. In tal maniera però, il relativismo mostra il suo volto totalitario a causa della sua stessa debolezza, come è stato fatto osservare da molti.
Nonostante tutto il relativismo nella società post-moderna è tuttora vincente e attraverso una sua emanazione: "il politicamente corretto", è divenuto assai inquietante.
Si tratta di un fenomeno molto curioso: il politicamente corretto volendo rappresentare il massimo della tolleranza, della comprensione, del rispetto, si rivela in realtà uno strumento di feroce intolleranza nei confronti di chi osi sfidare o contrastare il dogma dei valori politicamente corretti.
Lo scrittore e giornalista Peter Hitchens descrive il pensiero politicamente corretto "come il più intollerante sistema di pensiero tra quelli dominanti nell'Europa dall'epoca della Riforma.
Negli ultimi anni questo tipo di pensiero si è dimostrato un'arma spietata ed efficace di quella cultura anticristiana che ha come fine quello di cancellare definitivamente in Europa ogni traccia di religione cristiana".
Altro frutto avvelenato, forse quello più micidiale, è quello della Massoneria, definita da molti: "figlia della Riforma".
E' interessante notare che furono gli stessi massoni nel 1917 a proclamare con orgoglio la propria discendenza dal protestantesimo.
Fu un anno particolare perchè coincise con il quttrocentesimo centenario della Riforma (1517) e il bicentenario della fondazione della massoneria moderna (1717). Tanto è vero che i fondatori della Massoneria inglese furono il pastore anglicano JohnTheophilus Desaguilers (1683-1744) e il pastore presbiteriano James Anderson (1684-1739). Nata in seno al protestantesimo, la Massoneria ha sempre intrattenuto ottime relazioni con la chiesa anglicana.
All'interno di questa chiesa, il fatto di affiliarsi alla Massoneria è stata sempre la chiave per far carriera. Solamente negli ultimi venti anni, secondo una recente inchiesta, il numero dei massoni anglicani è diminuito.
Le note basilari che legano massoneria e protestantesimo possono essere sintetizzate da una struttura non gerarchica, ma sostanzialmente democratica, dalla libertà di pensiero, dal primato della coscienza, dalla netta separazione tra sfera religiosa e pubblica, dalla riduzione all'essenziale della base dottrinale, dalla centralità della Bibbia, sebbene nella tradizione massonica ha rivestito solamente un rituale (giuramento sulla Bibbia).
Lo studioso francese Arnaud De Lassus nel suo "Connessaince elementaire du protestantisme" aggiunge che al principio protestante che non esistono verità assolute universali, fa corrispondere quello massonico per cui "non esistono verità universali".
Nel "Figaro" del 30 maggio 1974 scrive: "il protestantesimo è estraneo ad ogni dogma fisso, ad ogni morale immutabile e soprattutto ad ogni regola definitiva". De Lassus cita Michel Baroin, Gran Maestro dell'Oriente di Francia che nel 4 febbraio ebbe a dire: "ci guarderemo dal dimenticare che la massoneria è fin dalle origini nemica di ogni assoluto e che proclama che la verità non è mai acquisita.
Tutto è relativo, ogni fine è transitorio, ogni potere è contestabile".
Al principio protestante secondo cui "la coscienza è legge a se stessa, De Lassus fa corrispondere il principio massonico per cui "l'uomo è il proprio punto di riferimento". L'individuo è sprofondato in una drammatica dimensione di solitudine, per cui ha tentato di trovare in se stesso una dimensione trascendente.
La tentazione di sostituirsi a Dio.
Da questa stessa radice (la Riforma) è scaturito anche l'altro grande sistema inumano perchè irrealizzabile chiamato socialismo, ambedue venuti fuori da una identica mentalità, ambedue applicati allo stesso tipo di società malata.
Non è un caso che proprio Carl Marx il 15 aprile del 1841 all'università di Jena nella sua tesi di laurea cita espressamente il verso del poeta Eschilo in cui il titano Prometeo, dopo il sacrilego furto del fuoco (degli dei), afferma: "Io odio tutti gli dei". "La confessione di Prometeo", commenta Marx, "è la confessione della filosofia, il suo verdetto contro tutti gli dei celesti e terrestri che non riconoscono l'autocoscienza umana come la deità suprema".
Tutti sappiamo quale sia stata la "grande forza creatrice" dell'ideologia marxista e quali siano stati gli effetti devastanti che ha lasciato nella storia dell'umanità.
Ogniqualvolta l'uomo ha preteso di sostituirsi a Dio ha lasciato dietro di se soltanto rovine e cenere.
Questa però, è una lezione che l'uomo si ostina a non voler imparare ! Infine tra le maggiori conseguenze della Riforma vi è il fenomeno, già citato, del Capitalismo.
Il "capitalismo" scaturi anche esso, direttamente in tutte le sue manifestazioni dall'isolamento dell'anima.
Fu tale fenomeno che permise una concorrenza sfrenata, assicurò alla raffinata astuzia e all'ingegno superiore un successo senza pericoli, sciolse da ogni freno la cupidigia.
Il capitalismo fini per spazzare via tutti i vincoli collettivi grazie a cui gli uomini si mantenevano in una stabilità economica.
Max Weber fa nascere il capitalismo in Gran Bretagna, dove in effetti nacque la rivoluzione industriale con tutte le storture suddette, ma non è vero che la Gran Bretagna ebbe la primogenitura di questo risveglio economico. I
nfatti non il capitalismo, ma la cosiddetta "economia di mercato" ebbe origine molto prima, nel medioevo nelle filande lombarde , in Olanda, nelle banche fiorentine, dove non si crearono quelle contrapposizioni, poi sfociate nelle ideologie del 19° secolo, sol perchè la società di allora era pienamente comunitaria, veramente cattolica, non individualista.
Lo scrittore protestante L.F.Wood bollava l'alleanza tra protestantesimo e capitalismo come un vero e proprio disastro, poichè "il rigoroso individualismo del protestantesimo concorse ad emancipare lo spirito religioso, ma anche, per una disgraziata perversione, ad aprire la strada ad una corsa sfrenata di individualismi sprezzanti e di nazionalismi spietati".
Sempre per il capitalismo nelle più attive nazioni protestanti, sorse un regime grazie al quale pochi ridussero nelle loro mani la terra e i mezzi di produzione spogliandone gradatamente i più, i quali, cosi espropriati, poterono vivere di elemosina data dai proprietari, che a dire il vero erano scevri di ogni premura per la vita umana.
Quello che d'altro canto avvenne all'unità d'Italia quando le elite massoniche e giacobine simpatizzanti del protestantesimo, espropriarono i beni della Chiesa, soppressero 24.000 opere pie che sfamavano la povera gente, riunendo in poche mani grandi fortune, col risultato però che iniziò, per la prima volta, la grande emigrazione italiana (9/10 milioni di persone indigenti) nelle Americhe e in Australia.
Il Capitalismo, nel ventesimo secolo, poi si è molto perfezionato per merito degli Stati che hanno messo dei paletti al suo agire. Quando questi paletti furono rimossi, al tempo di Clinton, la finanza mondiale ha compiuto il disastro in cui oggi ci dibattiamo.
Per il mondo girano i famosi "derivati" (non sono altro che carta straccia), che sono quantificati per sei/otto volte il Pil mondiale. Quando scoppierà la "bolla" dei derivati,(ma speriamo che non scoppi...) c'è il rischio che possa crollare l'intera economia mondiale.
Quale può essere la soluzione a questa grave situazione in cui versa l'umanità ?
Quali strumenti usare per invertire la tendenza ?
A questo proposito appare particolarmente interessante la soluzione che il filosofo scozzese Alasdair MacIntyre delinea nel suo bel libro After Virtue (1981).
Convinto assertore di un'etica solidarista e comunitaria, giunse a rivalutare appieno la Tradizione, proponendo , in alternativa al fallimento del relativismo nichilista, ilrecupero del grande patrimonio del passato a cominciare da due giganti del pensiero umano: Aristotele e S.Tommaso.
La visione dell'individuo artefice del proprio destino, in realtà, lascia senza adeguata risposta i quesiti più profondi dell'animo umano. Infatti, è soltanto attraverso l'apertura al mistero di Dio, puro Amore, che può colmarsi la sete di verità e di felicità del cuore umano.
E solo la prospettiva dell'eternità riesce a conferire valore autentico alla realtà, alla Storia e soprattutto al mistero della fragilità umana, della sofferenza e della morte.
Senza questa prospettiva l'uomo è destinato a smarrirsi.
A questo proposito MacIntyre contrappone la visione individualista post-moderna all'etica aristotelica-cristiana e attraverso un interessante parallelo storico, paragona l'attuale società, in cui domina un esasperato soggettivismo ed una visione totalmente relativistica dell'etica, a quella che ha visto il tramonto dell''impero romano.
Dove fu la geniale intuizione di S.Benedetto, alla luce dell'originale apporto del monachesimo cristiano, a recuperare l'etica delle virtù praticata nella polis aristotelica, mentre fu proprio l'epoca moderna a mutare radicalmente la Weltanschauung (concezione del mondo) benedettina, introducendo la visione individualista di uomini separati e soggetti astratti. Visione totalmente opposta ad una dimensione comunitaria e sull'unità di valori universlmente condivisi.
La pretesa di rendere l'uomo artefice del proprio destino, padrone di sè e del mondo, ha finito per distruggere la società.
L'individuo è sprofondato in una drammatica dimensione di solitudine, e ha tentato disperatamente di trovare in sè stesso una dimensione trascendente.
La tentazione di sostituirsi a Dio ! che, del resto, è antica quanto l'uomo.
Personalmente non mi illudo che questa inversione di tendenza di cui parla MacIntyre possa accadere, perchè oramai la nostra società è destrutturata, è frammentata, è troppo oltre, non è più sufficente un'azione umana.
La sola nostra speranza è che Lui stesso intervenga in qualche modo a salvarci. Solamente facendo riaccadere quell'Evento, che ha la capacità di dare a tutto un significato, possiamo ricostruire una società più umana.
Chiudo facendo mia quella grandissima sentenza, a cui si deve attribuire valore di legge aterna scritta da Ivo di Chartres al Pontefice Pasquale II: "Quando regno e sacerdozio procedono concordi, procede bene il governo del mondo, fiorisce e fruttifica la Chiesa.
Se invece la concordia viene meno, non soltanto non crescono le piccole cose, ma anche le grandi volgono miseramente in rovina"
Che fa il paio con l'altra dal Vangelo di S.Giovanni: "senza di me non potete fare nulla" e gli ultimi secoli ce lo hanno dimostrato ampiamente !
F.V.
Foto : La profanazione nella Cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca del 21 febbraio 2012 ad opera dell'ormai famoso gruppo rock Pussy Riot.
Tutta la paccottiglia progressista mondiale s’è scatenata attorno delle profanatrici, definite "artiste" e difese dai mass media "senza se e senza ma" !
Le Pussy Riot, inutile dirlo, hanno incassato la solidarietà di mezzo mondo.
Nessuno ha osato parlare di profanazione, di offesa a Dio o del ferimento del sentimento religioso dei fedeli...
Nessuna voce si è levata a difesa della sacralità del Tempio, offeso, e dei fedeli umiliati dal gesto dissacratorio !
L'infallibile Amnesty International assieme ai giornalisti, ai parlamentari e ai musicisti di " levatura internazionale " si sono mobilitati a favore delle squallide profanatrici.
Il mondo laicista sta facendo questa campagna anti Russia perché la Russia, tra le altre cose, ha messo un grosso paletto alle manifestazioni e alla propaganda delle lobby gay ...
Per fortuna in questo compatto coro pare che non ci siano state anche le efebiche e stonate voci del progressismo cattolico ...
Noi cattolici sappiamo bene cosa significa essere vittime della potentissima organizzazione mediatica mondiale : teniamo sempre a mente le varie "stazioni" della "via Crucis" del regnante Pontefice più volte fatto cadere mentre recava la pesante Croce ...
Ritornando alla schifosa profanazione della Cattedrale, pericolosa anche per il "contagio" che può ingenerare soprattutto nelle suggestionabili, deboli menti adolescenziali, dobbiamo purtroppo notare che coloro che ci dovrebbero " rappresentare" nell'Unione Europea hanno emesso , come ci dovevamo aspettare, la loro "sentenza inappellabile" sulla recente , blanda condanna decisa dal Tribunale di Khamovnitcheski delle profanatrici della Cattedrale di Mosca :
" Bruxelles, 17 ago. (TMNews) - Il capo della diplomazia dell'Unione Europea, Catherine Ashton, ha condannato la sentenza inflitta in Russia alle tre giovani componenti del gruppo punk rock Pussy Riot, a suo giudizio "sproporzionata".
"Sono profondamente delusa dal verdetto del tribunale di Khamovnitcheski in Russia nei confronti di Nadezhda Tolokonnikova, Marja Alekhina ed Ekaterina Samoutsevitch, membri del gruppo punk Pussy Riot.
Questa sentenza è sproprozionata", ha detto Ashton in un comunicato.
Ecco come gli allineati "mezzi d'informazione" hanno presentato la profanazione della Cattedrale di Mosca : "Le ragazze che fanno parte del gruppo sono state condannate a due anni di carcere per teppismo per aver cantato a febbraio una 'preghiera punk' contro Vladimir Putin nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca
". La Chiesa Ortodossa Russa, coerente ai santi principi evangelici, a ( sacrosanta) sentenza avvenuta giustamente invoca "misericordia" per le tre giovani sperando che esse non compiano più sacrilegi del genere.E' questa la grandezza del Cristianesimo che volgendo lo sguardo a Colui che è stato trafitto per la nostra salvezza sa perdonare per portare, attraverso la conversione del cuore, nella retta via i peccatori.Ma il mondo, occidentale, riesce a comprendere che a Mosca è avvenuto un orrendo sacrileggio contro Dio e contro la religiosità di milioni di fedeli ?Sappiamo già la risposta : NO !
Per ora la gogna mediatica internazionale è toccata alla grande Nazione Russa.
I Cristiani ( di tutte le confessioni ) sono stati avvertiti ...
A.C.
P.S.
Del tutto condivisibile l'Articolo ( suggerito da un lettore di MiL ) " Ma le Pussy Riot non sono eroine" che si può leggere cliccando QUI.