giovedì 27 febbraio 2025

APPARIZIONI A LA SALETTE - 1846

 Apparizioni di La Salette – Signora, perché piangi?

Il pomeriggio del 19 settembre del 1846, due pastorelli videro una Signora di splendente bellezza. Non nascondeva le sue lacrime. Cosa le provocava?

«Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio dolore» (Lam 1,12). Le toccanti parole di Geremia, piamente attribuite alla Madre Addolorata ai piedi della Croce, possono anche rappresentare l’epiteto più perfetto della Vergine di La Salette.

Nelle Alpi francesi, Maria Santissima è apparsa come “Mater Lacrimosa”. Sembrava che la spada di dolore Le trapassasse nuovamente l’anima

Sulle Alpi francesi, Maria Santissima Si degnò di apparire nelle dolorose vesti di Mater Lacrimosa a due candidi pastorelli provenienti da un villaggio vicino a Grenoble. Il suo maestoso sembiante non nascondeva le abbondanti lacrime che Le scendevano fino all’altezza delle ginocchia, sfaldandosi in scintille di luce. Sembrava addirittura che la spada di dolore che era stata conficcata nell’anima della Regina dei Martiri durante la Passione le trafiggesse di nuovo il petto mentre contemplava l’indifferenza di innumerevoli figli, manifestata nell’aperta violazione della Legge di Dio, e il terribile castigo che sarebbe sopravvenuto sul mondo peccatore. «Chi non piangerebbe al vedere la Madre di Cristo in tanto supplizio?», canta lo Stabat Mater.

Sarebbe un’aberrazione nell’ordine della natura che un figlio rimanesse indifferente all’appello angoscioso di una buona madre. Anche lo Spirito Santo ci ammonisce a non rimanere impassibili dinanzi al gemito materno (cfr. Sir 7, 28). Ma trattandosi della Madre delle madri, quale deve essere il nostro atteggiamento? «Sarebbe comprensibile veder piangere una madre, e una tale Madre, senza impiegare tutti i mezzi immaginabili per consolarLa, per trasformare il Suo dolore in gioia?»,1 conclude Mélanie, la piccola veggente.

Vista panoramica delle Alpi francesi

Consolare l’Ambasciatrice Celeste! Sarà stato questo l’atteggiamento dell’umanità smarrita di fronte agli appelli contenuti nel messaggio e nei segreti da Lei trasmessi?

Sopra il “paradiso”, appare la Santissima Vergine

Nella soleggiata mattina del 19 settembre del 1846, la quattordicenne Mélanie Calvat e l’undicenne Maximin Giraud stavano conducendo il bestiame ai pascoli montani di La Salette. Non potevano immaginare che Dio li avrebbe scelti, nonostante fossero semplici pastorelli, per essere portavoce della Regina dei Profeti davanti agli uomini!

Curiosamente, i due si erano conosciuti il giorno prima dell’apparizione, quando un uomo del luogo aveva ottenuto dal padre di Maximin l’autorizzazione affinché il ragazzo sostituisse uno dei suoi dipendenti malati. Data la sua completa ignoranza rispetto a questo mestiere, gli fu indicato di seguire una pastorella esperta del luogo.

Il ragazzino fece presto amicizia con l’innocente Mélanie e, dopo aver accudito gli animali, chiese di giocare. Lo svago scelto fu quello di costruire un cosiddetto “paradiso”, che consisteva in una casetta di pietre ricoperta di fiori. Suonava l’Angelus mentre i due ammucchiavano ciottoli e raccoglievano piante campestri multicolori per poi, dopo un pasto frugale, dare inizio all’opera. Essa era formata da un piano terra riservato a loro due e da un piano superiore inondato di fiorellini, composizioni e rami, che era propriamente il “paradiso”. Questa costruzione puerile richiese molto tempo di lavoro, dopo il quale si addormentarono sull’erba.

Quando Mélanie si svegliò, volle subito verificare che il gregge fosse in ordine e, rassicurata che fosse al sicuro, si girò verso la piccola costruzione. In quel momento la vide risplendere di luce e riuscì appena ad esclamare: «Maximin, vedi anche tu? Oh, mio Dio!»

Era diventata il piedistallo scelto dalla Sovrana del Cielo per trasmettere le sue comunicazioni celesti. Il pomeriggio era già avanzato e contemporaneamente la Chiesa celebrava, secondo il calendario liturgico dell’epoca, i primi vespri della festa della Madonna Addolorata.

Bontà e bellezza supreme

La bella Signora delle Alpi apparve seduta con la testa tra le mani, in un atteggiamento intriso di soprannaturale. Mélanie La descrive così: «Possedeva uno sguardo dolce e penetrante; i suoi occhi sembravano conversare con i miei, ma questo dialogo nasceva da un profondo e vivo sentimento d’amore per quella sconvolgente bellezza che mi affascinava. La dolcezza del suo sguardo, la sua aria di inspiegabile bontà, mi facevano comprendere e sentire che attirava a Sé e voleva donarSi; era un’espressione d’amore che non si può esprimere con il linguaggio umano e nemmeno con le lettere dell’alfabeto».

Era dispiaciuta per l’aperta violazione della Legge di Dio e per il terribile castigo che avrebbe colpito il mondo peccatore e incallito nei suoi peccati

Il suo abito bianco-argentato era ornato da un grembiule color giallo-oro; tuttavia, come descrive la veggente, «non aveva nulla di materiale: era composto di luce e gloria». La corona regale, fatta di rose celesti, spargeva raggi dorati. Intorno al collo, attaccato a una catenina, pendeva il simbolo della Redenzione: una croce dorata con Nostro Signore splendente su di essa, che a volte pareva morto; altre volte Si manifestava con la testa sollevata e gli occhi aperti, e persino con la voglia di parlare. Accanto al crocifisso c’erano due strumenti della Passione: un martello e una tenaglia. Aveva anche una catenina più lunga composta da raggi scintillanti di gloria e molte altre rose disegnate che Le ornavano il vestito.

«Venite, figlioli, non abbiate paura. Sono qui per annunciarvi una grande notizia», furono le parole iniziali con cui la Santissima Vergine introdusse il suo discorso profetico, mentre iniziava a versare copiose lacrime.

Dolore per i peccati dell’umanità

«Se il mio popolo non vuole sottomettersi, Mi vedo costretta a lasciare libera la mano di mio Figlio. È così grave e pesante che non riesco più a trattenerla». Con questo lamento, la Madonna rivelava la necessità delle sue costanti suppliche per placare la collera divina, ma Si rammaricava perché gli uomini le consideravano con totale indifferenza: «Da quanto tempo soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, Mi vedo nella necessità di pregarLo costantemente. E a voi non importa. Per quanto preghiate, per quanto facciate, non potrete mai ricompensarMi per le pene che ho assunto per voi». E denunciava come causa dell’indignazione divina la violazione del precetto domenicale e i peccati di blasfemia in cui il popolo si lasciava andare con superficialità.


Statua di Nostra Signora di La Salette

«Se il raccolto va perso, è unicamente per colpa vostra». Infatti, in quegli anni le patate si guastarono e il grano si sbriciolò dopo il raccolto, causando danni immensi ai contadini. Ma anche dopo questo severo segnale di rimprovero della Provvidenza, non ci fu un cambio di vita. Per questo, nuovi e più grandi castighi avrebbero colpito la popolazione negli anni successivi, indicando il cammino della contrizione: «Ci sarà una grande carestia. Prima che arrivi, i bambini sotto i sette anni avranno un tremito e moriranno tra le braccia di coloro che li portano in braccio; gli altri faranno penitenza con la fame. Le noci andranno a male, l’uva marcirà».

Queste previsioni, rivolte soprattutto ai contadini dell’epoca, si avverarono con precisione da quel momento in poi, dalla perdita del grano, delle noci e dei vigneti, fino alla morte di migliaia di bambini. Nell’insieme, queste calamità furono un segno del potere di Maria sugli eventi, segno che invitava i suoi figli a credere nelle predizioni di portata universale che Ella avrebbe cominciato a fare.

Crisi nella Chiesa, nel clero e nella vita religiosa

Come Madre del Corpo Mistico di Cristo, la Madonna riversa su di lui i tesori del suo amore e del suo zelo, affinché compia la sua missione di guida dei popoli verso la salvezza conquistata dal Sangue redentore. Ora, il suo Cuore materno, paragonabile a un tabernacolo dove la luce non si è mai spenta o a un tempio dove non è mai entrato il disordine, soffre l’indicibile nel vedere la Santa Chiesa sprofondare in una crisi senza precedenti nella Storia. Sigillata dalla promessa di immortalità, splendente nell’anima dei giusti e gloriosa nella Gerusalemme Celeste, la dura realtà della sua eclissi nella società umana strappa dalla Verginale Signora gemiti di afflizione.

Rivolgendosi a Maximin, Maria Santissima volle rivelargli un segreto. Previde per il XIX secolo l’avanzata del male in tutti i Paesi, in proporzioni mai viste prima, e l’inizio di una grande persecuzione della Chiesa, in cui i buoni avrebbero espiato con le loro sofferenze il male che avevano fatto o che non avevano combattuto con la dovuta fermezza. Alla fine di tante lotte, si sarebbe affermata sulla terra l’unica Religione: quella del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

La Vergine previde l’avanzata del male in tutti i paesi, in proporzioni mai viste prima, e l’inizio di una grande persecuzione della Chiesa

La bambina, che non aveva udito le parole pronunciate al suo compagno, cominciò a ricevere anche lei una rivelazione: «Mélanie, quello che voglio dirti ora non sarà sempre un segreto; potrai pubblicarlo nel 1858». E la Madonna proseguì allora delineando il quadro di decadenza della Chiesa visibile nella persona dei suoi presbiteri e religiosi. Questo gregge eletto, chiamato a impugnare la fiaccola del fervore tra i fedeli, avrebbe in gran parte tradito la sua missione e sarebbe stato responsabile della decadenza di tutta la società.

Ecco alcune parole della Madonna: «Infelici i sacerdoti e le persone consacrate a Dio, che con la loro infedeltà e la loro cattiva vita, crocifiggono nuovamente mio Figlio! I peccati delle persone consacrate a Dio gridano al Cielo e chiedono vendetta, ed ecco che la vendetta sta alle loro porte, perché non si trova più nessuno che implori misericordia e perdono per il popolo; non ci sono più anime generose, non ci sono più persone degne di offrire la Vittima Immacolata all’Eterno in favore del mondo».

Sempre in tono molto serio, Ella indicò la trascuratezza della preghiera e della penitenza da parte di coloro che governano la Chiesa e come si permetterà al demonio di stabilire divisioni in tutte le società e in tutte le famiglie. Dio abbandonerà gli uomini a se stessi e questi perderanno gradualmente la fede, inclusi i religiosi.

Di conseguenza, il crollo si estenderà dalla sfera spirituale a quella temporale: «La totalità dei governanti civili avrà gli stessi obiettivi: abolire e far scomparire ogni principio religioso per lasciare spazio al materialismo, all’ateismo, allo spiritismo e a ogni specie di vizi», finché il mondo finirà immerso in un terribile caos, nel quale «si vedranno solo omicidi, odio, invidie, menzogne e discordie, senza alcun amore né per la patria né per la famiglia».

Venuta dei castighi e chiamata degli apostoli degli ultimi tempi

Alcune delle profezie indicavano i rispettivi anni e riguardavano proprio il XIX secolo. Tuttavia, a poco a poco la Vergine di La Salette smise di inserirle in una cronologia e cominciò ad annunciare eventi più lontani da quel periodo storico, collegati a quelli precedenti e da Lei presentati come loro logica conseguenza. Per questa ragione, il messaggio completo è oggi, senza dubbio, provvidenzialmente attuale.

Verranno tempi, disse la Madonna, in cui «le montagne e tutta la terra tremeranno di stupore, perché i disordini e i crimini degli uomini trafiggono la volta del Cielo»; il mondo sarà castigato con ogni genere di pestilenze, conflitti, catastrofi naturali e i malvagi si riuniranno per governarlo, mentre la generalità degli uomini, dimenticandosi di Dio, «penserà unicamente a divertirsi». In questo contesto convulso, la Chiesa vivrà giorni di prove ancora più terribili. «I luoghi santi sono corrotti», disse Maria Santissima, e persino «Roma perderà la sua fede»…

«Rivolgo un appello urgente alla terra. Chiamo i miei figli, i miei veri devoti, coloro che vivono secondo il mio spirito»

In mezzo alla desolazione generalizzata, Ella fece un appello ai suoi figli eletti di quell’epoca, affinché predicassero la verità in tutto l’orbe: «Rivolgo un appello urgente alla terra. Chiamo a raccolta i veri discepoli del Dio vivente e regnante nei Cieli. […] Chiamo i miei figli, miei veri devoti, […] quelli che, per così dire, porto nelle mie braccia; quelli che vivono del mio spirito. Infine, convoco gli Apostoli degli ultimi tempi […]. Andate e mostratevi come miei figli prediletti. Io sto con voi e in voi, perché la vostra fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di sventura». E, dopo aver profetizzato uno scontro definitivo tra le forze della luce e quelle delle tenebre, in cui San Michele Arcangelo sarebbe uscito vincitore, dettò una regola di vita per i suddetti apostoli.

Rappresentazione dell’apparizione della Santissima Vergine ai bambini – Santuario di Nostra Signora di La Salette, La Salette-Fallavaux (Francia)

Proferiti questi ammonimenti di grande impatto, la Santissima Vergine Si rivolse ai bambini. Volle informarsi sulle preghiere quotidiane di entrambi e sullo stato del grano nella regione, che già cominciava a corrompersi. Le sue ultime parole furono un incoraggiamento a Mélanie e Maximin a diffondere il messaggio: «Dunque, figlioli miei, trasmettete questo messaggio a tutto il mio popolo». In seguito, si allontanò di qualche passo, si soffermò a guardare ciascuno di loro e cominciò ad alzarSi, scomparendo gradualmente nella luce intensa che La circondava.

Non disprezziamo le sue parole!

In tal modo la Signora attraeva i due bambini che essi avrebbero volentieri abbandonato tutto per godere della sua compagnia. Ma la loro missione di diffondere la profezia era appena iniziata e avrebbe implicato per loro durante tutta la vita le più dure calunnie, persecuzioni e un incomprensibile isolamento.

«Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?» (Gv 6, 60), fu quello che dissero diversi discepoli di Gesù a Cafarnao, di fronte alla rivelazione del sacrosanto mistero dell’Eucaristia. A rischio di incorrere nello stesso rifiuto, chiediamo a Nostra Signora di La Salette la grazia di essere annoverati tra coloro che La accettano, La consolano e La accompagnano nei giorni della Passione della Santa Chiesa, attendendo con totale fedeltà la sua gloriosa risurrezione! ◊

Note


1 I commenti di Mélanie Calvat e Maximin Giraud qui riportati tra virgolette, così come le descrizioni dell’apparizione e le parole letterali della Madonna, sono stati tratti dai resoconti ufficiali fatti dai pastorelli, trascritti nella famosa tesi di dottorato su La Salette del sacerdote Michel Corteville: CORTEVILLE, Michel. La Grande Nouvelle des bergers de La Salette. Le plus grand amour, les plus fortes expressions. Tesi di dottorato in Teologia spirituale. Pontificia Studiorum Universitas a Sancto Thoma Aquinate in Urbe. Roma, 2000, p. 204; 230-241.

https://rivistacattolica.it/apparizioni-di-la-salette-signora-perche-piangi/ 

AMDG et D.V.MARIAE

venerdì 21 febbraio 2025

12 ANNI FA: le sue ultime parole di saluto.

 

sabato 2 marzo 2013

28 FEBBRAIO 2013, ORE 20: SI CONCLUDE IL LUMINOSO PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI



Si è  "concluso" alle ore 20 del 28 febbraio 2013 il ministero ( non il Pontificato ) di Papa Benedetto XVI. 
Questo atto segna anche la chiusura di questo blog dedicato al luminoso Magistero del Santo Padre. 
Da questo momento questo spazio virtuale non verrà più aggiornato. 

Restano attivi tutti gli altri blog. 
Raffaella

giovedì 28 febbraio 2013

L'ultimo saluto di Benedetto XVI: Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità





TRASFERIMENTO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL PALAZZO APOSTOLICO DI CASTEL GANDOLFO E SALUTO AI FEDELI DELLA DIOCESI DI ALBANO , 28.02.2013

Poco dopo le ore 17 di questo pomeriggio, ultimo giorno del Suo Pontificato, il Santo Padre Benedetto XVI, lasciato il Palazzo Apostolico, è partito in elicottero dall’eliporto vaticano alla volta di Castel Gandolfo, dove è giunto dopo 15 minuti di volo.
Alle 17.38 il Papa si è affacciato dalla Loggia centrale del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo ed ha rivolto ai fedeli della diocesi di Albano, che gremivano la piazza antistante, le sue ultime parole di saluto. Ne pubblichiamo di seguito la trascrizione:

PAROLE DEL SANTO PADRE

<< Grazie!
Grazie a voi!

Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. 
Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi imparto adesso con tutto il cuore la mia Benedizione.
Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte! Grazie a voi tutti!  >>

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana
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AMDG et D.V. MARIAE

domenica 16 febbraio 2025

IL NEMICO E' PARTICOLARMENTE ATTENTO ALL'ITALIA


 https://www.youtube.com/watch?v=fLFKr5qp1JY

et

https://www.youtube.com/watch?v=ZzrGDi-KMXM




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iIL VOLTO DI SANTA TERESA


Il volto di Teresa 

 Dettagli Pubblicato: 28 Settembre 2015 
 Visite: 13171 di P. Angelo Lanfranchi ocd Santa Teresa 

 Il punto d’avvio della ricca e complessa iconografia teresiana è il ritratto dipinto a Siviglia nel 1576 da fra Giovanni della Miseria (Giovanni Narducci) su ordine del Padre Graciàn, allora Provinciale della Riforma. Santa Teresa vi è rappresentata a mezzo busto, di tre quarti, le mani giunte in preghiera, rivolta verso una colomba; un cartiglio circonda la testa leggermente aureolata e porta il testo latino: Misericordias Domini in aeternum cantabo (Sal 88,2; cfr. Lettera del 19 novembre 1581). L’aureola e il cartiglio risalgono all’epoca della beatificazione della Madre, mentre la colomba è stata probabilmente dipinta subito dopo la sua morte (infatti, già nel 1588 ritroviamo la stessa composizione in una stampa che s’ispira al ritratto di Siviglia). 

 Teresa stessa narra di una visione che ebbe un giorno, scorgendo sulla sua testa «una colomba molto diversa dalle nostre, senza penne e con le ali come a scaglie di madreperla, che davano grande splendore. Era più grande delle colombe ordinarie, e mi sembrava di udirne il frullo delle ali» (Vita 38,10). Tuttavia la grazia mistica sopra descritta non basta – da sola – a giustificarne la presenza in questo primo quadro della Santa. Tale aggiunta rivela invece una notevole audacia, poiché è la prima volta che la colomba dello Spirito Santo – generalmente evocata in tutte le circostanze in cui Egli agisce o ispira (essa è dunque l’attributo degli Evangelisti, dei Padri, in particolare S. Gregorio Magno, e dei Dottori) – viene messa in relazione con una donna, con l’intento dichiarato di attribuire al suo insegnamento un valore magisteriale pari a quello dei Dottori della Chiesa universale. 

 Il medesimo concetto è ribadito dagli altri simboli che, sin dall’inizio, vengono associati alla Santa: il libro e la penna, lo scrittoio-cattedra, il berretto dottorale. Teresa è spesso rappresentata mentre scrive, in un atteggiamento estatico d’ascolto, rivolta verso un raggio luminoso che scende verso di lei. In una tela del sec. XVII (Pastrana) Teresa parla dal pulpito, mentre un pubblico eminente di rappresentanti dei vari Ordini l’ascolta con deferenza, mentre un cartiglio recita: Ab ipsis edocta docens (Teresa istruisce, con la sua dottrina mistica, coloro stessi che l’hanno istruita). 

 Fin dal 1607, Anna di Gesù aveva concepito il progetto di realizzare una Vita di Santa Teresa in immagini. Le 25 tavole apparvero ad Anversa nel 1613 ad opera degli incisori A. Collaert e C. Galle e influenzarono non poco l’iconografia teresiana nei Paesi Bassi (il monastero delle Carmelitane Scalze di Bruxelles conserva una serie di grandi quadri a olio fortemente ispirati da tali incisioni), ma anche in Spagna e in Italia. Vari temi vi trovarono la loro formulazione essenziale pressoché definitiva. Ne ricordiamo alcuni, legati alle esperienze mistiche della Santa. Anzitutto la “trasverberazione”: evento sopravvenuto allorché Teresa era priore nel monastero dell’Incarnazione. Nella raffigurazione, Teresa si trova inginocchiata in una cappella; ritto dinanzi a lei, un Cherubino le immerge nel cuore una freccia dalla punta infiammata: «Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, cacciandomelo dentro fino alle viscere, che poi mi sembrava strappar fuori quando ritirava il dardo, lasciandomi avvolta in una fornace di amore» (Vita 29,13). Gian Lorenzo Bernini ne ha offerta una celebre versione nella grande scultura realizzata per la chiesa di S. Maria della Vittoria, a Roma. 

 Vi è poi la grazia del “matrimonio spirituale”: Cristo consegna a Teresa un chiodo della croce, quale pegno di alleanza sponsale. «Mi porse la destra e mi disse: “Guarda questo chiodo: è segno che da oggi in poi tu sarai mia sposa. Finora questa grazia non l’avevi meritata, ma d’ora innanzi tu avrai cura del mio onore non solo perché sono tuo Dio, tuo Re e tuo Creatore, ma anche perché tu sei mia vera sposa. Il mio onore è tuo, e il tuo è mio» (Relazioni Spirituali n. 35). Infine l’apparizione della Vergine e S. Giuseppe, che rivestono Teresa di un abito splendente (in genere simboleggiato dal mantello bianco delle monache carmelitane) e di una preziosa collana (Vita 33,14). La visione venne a confermare e rassicurare Teresa nelle molteplici traversie che dovette sopportare per la fondazione del monastero di S. Giuseppe, culla della riforma teresiana. Santa Teresa-001 

 A questi importanti soggetti di origine e carattere “storici”, possiamo aggiungere la rappresentazione più simbolica di Teresa che ricopre col suo mantello i suoi figli e le sue figlie del Carmelo, in una composizione che richiama l’iconografia della Vergine Maria “madre di misericordia”. Teresa è veramente Madre. L’immagine della S. teresa custodita nel convento dei Carmelitani Scalzi di Treviso valorizza il simbolo del libro che richiama insieme la produzione letteraria e il magistero di Teresa. Il volume è aperto all’ultima pagina, quasi dando per scontato che il contenuto sia stato letto e assimilato. E il testo latino recita: «Audi fili mi disciplinam patris tui et ne dimittas legem matris tuae». Si tratta di una citazione del libro dei Proverbi: «Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di tua madre» (1,8). Nel caso di Teresa è un consiglio da tenere in seria considerazione

AMDG et D.V. MARIAE