lunedì 10 luglio 2023

TESTIMONIANZA

 



Lourdes, 3 luglio 1976. Primo sabato del mese.

La vostra testimonianza più necessaria.

«Siate sempre più docili nelle mie mani, figli prediletti.

La vostra vita sarà veramente solo mia, se in ogni momento mi offrirete la vostra interiore

docilità.

Quanti sono oggi i Sacerdoti che non ubbidiscono, che si ribellano, che non osservano più

alcuna disciplina.

La vostra interiore docilità vi porterà alla più completa disciplina alle norme ed alle direttive

della Chiesa.

Oggi hai sofferto nel vedere, in questo luogo a Me consacrato, quante sono le profanazioni,

quanti sono i dolori recati al mio Cuore di Mamma. Figli che vengono a Me con vestiti così

indecenti e riescono a passare persino ai piedi della mia venerata Immagine.

Partecipa al mio dolore e ripara per queste vere profanazioni che ogni giorno si compiono in

questo luogo a Me consacrato.

Purtroppo i maggiori responsabili sono i Sacerdoti. Vedi come loro stessi vestono in tutte le

maniere, talvolta in modi così strani da essere persino di scandalo agli stessi fedeli.

Eppure la vigente disciplina della Chiesa obbliga questi miei figli a vestire l'abito ecclesiastico.

Ma chi ancora osserva questa disciplina? Pochi e questi vengono per lo più considerati dei

retrogradi e dei sorpassati.

Questo dell'abito è solo un piccolo esempio, ma significativo di una triste realtà: oggi

l'indisciplina, la disubbidienza, l'insofferenza verso ogni norma dilaga fra i Sacerdoti, che

sono pur sempre i figli della mia materna predilezione.

Siate almeno voi, Sacerdoti consacrati al mio Cuore Immacolato, di esempio per la vostra

interiore docilità e per la vostra ubbidienza alla disciplina della Chiesa.

Questa oggi è la vostra testimonianza più urgente e più necessaria.

Solo così potrete diffondere attorno a voi l'esempio e il profumo di mio Figlio Gesù. Sarete

prescelti per il ritorno di tanti Sacerdoti all'obbligo di dare quel buon esempio, che è tra le

più importanti esigenze del vostro stesso ministero».

AMDG et D.V. MARIAE

martedì 4 luglio 2023

Il Cardinale Joseph Ratzinger visita la casa di Santa MARIA GORETTI

 

 

LA FOTO DI MARIA GORETTI

10/07/2017  La lunga ricerca del padre passionista Fortunato Ciomei e di Ugo de Angelis ha portato a una grande scoperta: ecco l'unica immagine di santa Maria Goretti

La straordinaria immagine di santa Maria Goretti, scattata nel 1902 pochi mesi prima della sua morte.
La straordinaria immagine di santa Maria Goretti, scattata nel 1902 pochi mesi prima della sua morte.

Quel volto nessuno finora lo avevamai visto. Com’era il viso di Maria Goretti, la piccola martire della purezza, proclamata santa da Pio XII nel 1950 e diventata simbolo del martirio di tante bambine e donne vittime di stupri finiti tragicamente?

     Il suo corpo riposa nel santuario della Madonna delle Grazie a Nettuno, custodito dai padri Passionisti. Ma oggi, 109 anni dopo la morte, alla vigilia della sua festa, che la Chiesa celebra il 6 luglio, è spuntata una fotografia, unica, inedita, che dà volto a quella bambina, finita nel vortice di una storia di poveracci, coloni che faticavano in campagne grame e venivano considerati i più miserabili abitanti dell’Agro Pontino, terre di agricoltura estensiva, fondi rurali con case fatiscenti, contesti di violenza e delitti spesse volte tra le mura domestiche.

L'allora cardinale Ratzinger con l'architetto de Angelis.
L'allora cardinale Ratzinger con l'architetto de Angelis.

   Questa è la storia di un’ipotesi e di una ricerca accanita che da cinque anni un architetto cocciuto, storico e consulente della Congregazione per la dottrina della fede, insegue con ogni sua forza. Si chiama Ugo de Angelis e studia quelle campagne e quegli insediamenti di famiglie poverissime che verso la fine dell’800 coltivavano la terra a mezzadria. Ma è anche la storia di una vittoria per un anziano sacerdote passionista che ha dedicato tutta la vita allo studio dell’ambiente di santa Maria Goretti. Ha 102 anni, si chiama padre Fortunato Ciomei e molti anni fa aveva creduto di aver individuato il volto della santa in un’altra fotografia. Ma si sbagliava.

     Eppure fu lui a indirizzare de Angelis sulla pista giusta. Adesso che la ricerca è finita, e il viso di Maria Goretti emerge tra i grigi di un’immagine fermata sulla lastra, de Angelis sorride e racconta una partita a scacchi tra carte, planimetrie, analisi somatiche, incartamenti di processi giudiziari e canonici. Sono molti i personaggi in questa storia, tra i quali Joseph Ratzinger, che nel 2004, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, compie un viaggio sui luoghi della memoria del martirio di santa Maria Goretti, accompagnato proprio da Ugo de Angelis: «Gli parlai della foto che mancava, delle ipotesi di Ciomei, della possibilità che qualcuno quella foto l’avesse davvero».

L'ambulanza con cui Maria Goretti fu portata via dopo l'aggressione.
L'ambulanza con cui Maria Goretti fu portata via dopo l'aggressione.

     Ratzinger sale le scale di quella casa nelle Ferriere di Conca, antico possedimento pontificio, trasformato verso la fine dell’800 dai conti Gori Mazzoleni in una fabbrica di carta paglia, visita il luogo dove Alessandro Serenelli tentò di violentare e poi uccise Maria Goretti. Ricorda: «Fu un giorno di fatica e di dolore per tutti». Qualche settimana dopo de Angelis riceve una lettera di Ratzinger: «Ho potuto ricavare utili informazioni e notizie per me fino allora sconosciute. Che il Signore la ripaghi dei suoi sforzi».

     L’architetto raddoppia gli sforzi e l’anno dopo trova la foto. Rivela: «Fu padre Ciomei a indicarmi gli eredi dei conti Gori Mazzoleni. Io andai dalle figlie del conte che mi aprirono l’album di famiglia». E c’era quella foto: un gruppo di bambini sull’aia, una ragazzina un po’ più alta, una signora vestita di nero, l’altra di grigio. Ma la foto è un enigma che va svelato. Monsignor Alejandro Cifres, capo dell’archivio della Congregazione per la dottrina della fede, mette a disposizione i faldoni del processo canonico, che si rivelano una minieradi testimonianze.

Le spoglie mortali della Santa nel Santuario della Madonna delle Grazie di Nettuno
Le spoglie mortali della Santa nel Santuario della Madonna delle Grazie di Nettuno

     Ma per prima cosa bisogna collocare la foto. Quella di de Angelis èuna galoppata tra aerofotografie del tempo del Duce e diari di medici dell’Agro Pontino. Incrocia date, ricostruisce storie di famiglie, dà un nome agli altri volti con un pizzico di fortuna. E intraprende con il passionista centenario una fitta corrispondenza. Padre Ciomei gli rivela che il conte Gori Mazzoleni aveva comperato una macchina fotografica e amava immortalare scene di vita contadina. De Angelis confronta volti, cerca testimonianze. Negli incartamenti delle indagini dei Regi Carabinieri c’è molto: descrizioni accurate, interrogatori.

     Ora spiega:«Non è stato facile». Ma Ugo de Angelis non dice che senza la sua esperienza di studioso quella fotografia non avrebbe “parlato”. Maria Goretti quel giorno, che de Angelis data a pochi mesi dalla morte nell’inverno del 1902, era spensierata e felice. Fa notare de Angelis: «È più alta degli altri bambini perché sta in piedi su un secchio». L’autopsia dirà che era alta 1 metro e 38 centimetri. Aveva12 anni. Prima di morire perdonò il suo aggressore e alla mamma disse: «Voglio che venga un giorno con me in paradiso».

https://www.famigliacristiana.it/articolo/maria_050711115051.aspx

AMDG et D.V.MARIAE

Così parlò Papa Giovanni Paolo II° sul Concilio Vaticano II° e i fedeli laici

 ...STUDIATE IL CONCILIO

ANGELUS

Domenica, 26 novembre 2000
Solennità di Cristo Re dell'Universo

 

Cari fedeli laici!

1. Prima di concludere questa celebrazione giubilare, ho voluto consegnarvi nuovamente, nella persona di alcuni vostri rappresentanti, i Documenti del Concilio Vaticano II. Il mio pensiero torna in questo momento a quello storico e provvidenziale evento ecclesiale. Trentacinque anni or sono, proprio di questi giorni, vennero approvati alcuni documenti, tra i quali il Decreto sull'apostolato dei laici Apostolicam actuositatem. Il 7 dicembre, insieme ad altri testi, veniva approvata la Costituzione pastorale Gaudium et spes, sulla Chiesa nel mondo contemporaneo. Il giorno dopo l'Assemblea conciliare promulgava definitivamente l'insieme dei suoi documenti.

Come allora, anche oggi ho voluto simbolicamente riaffidare il vasto patrimonio conciliare specialmente a voi, cari fedeli laici, apostoli del terzo millennio, ricordando che proprio ai laici - governanti, uomini di pensiero e di scienza, artisti, donne, lavoratori, giovani, poveri, malati - il Concilio consegnò il suo messaggio conclusivo destinato all'intera umanità.

In questo passaggio epocale, la lezione del Vaticano Secondo appare più che mai attuale: le condizioni odierne, infatti, richiedono che il vostro impegno apostolico di laici sia ancora più intenso e più esteso. Studiate il Concilio, approfonditelo, assimilatene lo spirito e gli orientamenti: troverete in esso luce e forza per testimoniare il Vangelo in ogni campo dell'umana esistenza.

Doy mi bienvenida a los peregrinos de lengua española que participáis en el Jubileo del apostolado de los laicos. Que esta peregrinación jubilar sea un estímulo para proseguir en el camino de la esperanza, construyendo el futuro desde vuestra específica vocación cristiana. Firmemente enraizados en Cristo y sostenidos por las enseñanzas siempre actuales del Concilio Vaticano II, testimoniad el Evangelio a los hombres de nuestro tiempo.

A feliz coincidência da Festa de Cristo-Rei com o vosso Jubileu lembre a todos vós, queridos peregrinos de língua portuguesa, que a vossa vocação de filhos de Deus, no meio do mundo, exige que não procureis apenas a santidade pessoal, mas que possais ir pelos caminhos da terra, para convertê-los em atalhos que, através dos obstáculos, levem as almas ao Senhor. Foi para isso que nós, os cristãos, fomos chamados, essa é a nossa tarefa apostólica e a preocupação que deve consumir a nossa alma, conseguir que o reino de Cristo se torne realidade, que não haja mais ódios nem crueldades, que estendamos pela terra o bálsamo forte e pacífico do amor.

venerdì 30 giugno 2023

Amore per gli animali...

 

Amore per gli animali: il messaggio di Madre Teresa di Calcutta

 

Amore per gli animali: il messaggio di Madre Teresa di Calcutta

 

Amore nei confronti degli animali. Chi vive con un animale da compagnia sa di cosa parliamo. È un sentimento che non si può spiegare a parole e che purtroppo alcune persone non riescono nemmeno a capire. I nostri piccoli amici rallegrano le nostre giornate giorno dopo giorno, attraverso un amore incondizionato nei confronti dei loro padroni, senza mai aspettarsi qualcosa in cambio.

Anche Madre Teresa di Calcutta percepiva questo amore nei confronti degli animali e inviò un bellissimo messaggio a tutta l’ umanità. Da parte di I Miei Animali facciamo eco a queste parole di amore e di difesa dei diritti degli animali.

Perché amare gli animali? Le parole di Madre Teresa di Calcutta

“Perché ti danno tutto, senza chiedere niente. Perchè contro il potere dell’uomo con le armi sono indifesi.

Perché sono eterni bambini, perché non sanno cos’è l’odio ne la guerra. Perchè non conoscono il denaro e si consolano solamente con un posto dove rifugiarsi dal freddo. Perché si fanno capire senza proferire parola, perché il loro sguardo è puro come la loro anima.

Perché non conoscono né l’invidia né il rancore, perché il perdono è ancora naturale in loro. Perchè vivono senza avere una lussuosa dimora. Perché non comprano l’amore, semplicemente lo aspettano e perché sono nostri compagni, eterni amici che niente potrà separare. Perché sono vivi.

Per questo e altre mille cose meritano il nostro amore. Se impariamo ad amarli come meritano saremmo molto vicini a Dio.”

Queste sono le magnifiche e mai più vere parole di Madre Teresa di Calcutta.

Il rispetto nei confronti degli animali

labrador

 

Come disse Madre Teresa di Calcutta, gli animali sono nostri amici incondizionatamente, che ci danno tutto senza chiedere nulla, però soprattutto dobbiamo tenere a mente che sono esseri viventi, che bisogna amare, di cui bisogna prendersi cura e soprattutto che vanno rispettati.

 

Chi ha un animale da compagnia nella propria famiglia sa bene l’ importanza del suo ruolo, giacché sono appunto membri della famiglia. È sempre esistita una relazione molto stretta tra umani ed animali, soprattutto con cani e gatti. Durante i secoli si sono succeduti diverse figure importanti sempre accompagnate da un cane, un gatto o qualche altro animale caratteristico.

Sono inoltre stati svolti diversi studi che hanno dimostrato come gli animali possono influenzare positivamente il nostro stato di salute e addirittura curare alcune malattie. Per questa ragione, e per tante altre, dobbiamo sempre rispettare gli animali e in nessun caso maltrattarli o abbandonarli al loro destino.

Un animale da compagnia non è un giocattolo, ma al contrario un essere vivente con sentimenti ed emozioni, un amico fedele che non ci tradirà mai e poi mai, quindi per quale malsana ragione dovremmo tradirli noi?

Insegnate a vostro figlio il rispetto nei confronti degli animali

beagle-bambino

 

L’essere dei buoni genitori implica un gran numero di cose, tra cui e soprattutto l’insegnamento di principi sani e corretti, come il saper trattare correttamente i loro animali da compagnia. In questo modo eviterete che in futuro vostro figlio maltratti o abbandoni degli animali.

Ricordate che per vostro figlio voi siete il modello da seguire, in fase di crescita i bambini copiano i vostri comportamenti, la vostra forma di parlare e i vostri atteggiamenti. È anche per questo che bisogna approfittare di questa fase per insegnare ai bambini che bisogna rispettare gli animali. Questo implica che bisogna nutrirli, giocare con loro, portarli in strada e in nessun caso picchiarli.

 

La migliore maniera di educare i vostri bambini verso questi valori è adottare un animale da compagnia, non importa il tipo di animale. È invece di fondamentale importanza che venga loro insegnato che gli animali non si comprano, ma al contrario si adottano, così che non li associno ad oggetti, ma ad esseri viventi.

Potete anche spiegare loro che ci sono molti animali abbandonati in rifugi provvisori, in attesa di una famiglia che li adotti e li integri nel nucleo familiare. In questo modo i vostri figli diventeranno adulti responsabili, educati verso valori corretti, verso il rispetto degli animali e saranno anche più umani e rispetteranno maggiormente l’ambiente.

E ricordate che, come recitano le sagge parole del Mahatma Gandhi, ” un paese, una civilizzazione, si può giudicare dal modo in cui tratta i suoi animali”.

https://imieianimali.it/bozza-amore-gli-animali-messaggio-madre-teresa-calcutta/