lunedì 5 dicembre 2022

PER LA FESTA o Solennità di NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE

 

12 DICEMBRE

 

BEATA VERGINE MARIA di GUADALUPE

Beata Maria Vergine di Guadalupe in Messico, il cui materno aiuto il popolo dei fedeli implora umilmente numeroso sul colle Tepeyac vicino a Città del Messico, dove ella apparve, salutandola con fiducia come stella dell’evangelizzazione dei popoli e sostegno degli indigeni e dei poveri. (Martirologio Romano)

 

Preghiera alla Vergine di Guadalupe

Vergine Immacolata di Guadalupe, Madre di Gesù e Madre nostra, vincitrice del peccato e nemica del Demonio, Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico all'umile e generoso contadino Giandiego. Sul suo mantello imprimesti la Tua dolce Immagine come segno della Tua presenza in mezzo al popolo e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere e addolcito le sue sofferenze. Maria, Madre amabilissima, noi oggi ci offriamo a te e consacriamo per sempre al tuo Cuore Immacolato tutto quanto ci resta di questa vita, il nostro corpo con le sue miserie, la nostra anima con le sue debolezze, il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri, le preghiere, le sofferenze, l'agonia. O Madre dolcissima, ricordati sempre dei tuoi figli. Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza, dal turbamento e dall'angoscia, dovessimo qualche volta dimenticarci di te, allora, Madre pietosa, per l'amore che porti a Gesù, ti chiediamo di proteggerci come figli tuoi e di non abbandonarci fino a quando non saremo giunti al porto sicuro, per gioire con Te, con tutti i Santi, nella visione beatifica del Padre. Amen. 

Salve Regina 

 

Madonna di Guadalupe, prega per noi

 

 

Novena alla Vergine di Guadalupe

 

Nostra Signore di Guadalupe, secondo il tuo messaggio in Messico, io ti venero come “ la Vergine Madre del vero Dio per quelli cui vivono, il Creatore di tutto il mondo, del cielo e della terra.” Nello spirito io mi inginocchio davanti alla tua santa immagine che tu miracolosamente hai impresso sopra il mantello di San Diego, e con fede innumerevole di pellegrini che visitano il tuo santuario io ti imploro questa grazia…

Ricordati, O immacolata vergine, le parole che hai detto al tuo devoto fedele, “Io sono per te Madre di misericordia e per tutta la gente che mi ama e che ha fiducia in me ed invoca il mio aiuto. Io ascolto i loro lamenti e, conforto tutti i loro dolori e le loro sofferenze”.

Io ti imploro di essere una madre misericordiosa per me, perché io ti amo sinceramente, ho fiducia in te ed invoco il tuo aiuto. Io ti supplico, Nostra Signora di Guadalupe, di accogliere la mia richiesta, se questa è conforme alla volontà del Signore, fa che possa essere testimone del tuo amore, della tua compassione, del tuo aiuto e della tua protezione. Non mi abbandonare nelle mie necessità.

Nostra Signora di Guadalupe prega per noi. 

Ave Maria (3 volte) 

Preghiera 
Signore di potenza e misericordia, Tu hai benedetto gli indiani d’America a Tepeyac con la presenza della Vergine Maria a Guadalupe. Possano le Sue preghiere aiutare tutti gli uomini e tutte le donne ad accettarsi uno con l’altro come fratelli e sorelle. Attraverso la Tua giustizia presente nei nostri cuori possa la Tua pace regnare nel mondo. Noi ti chiediamo questo, attraverso nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio, che vive e regna con Te e con il tuo Santo Spirito, unico Dio, nei secoli dei secoli. Amen. 

 

 

 

Preghiera alla Madonna di Guadalupe

(Da uno scritto di p. Enzo Scaduti) 

 

Ti chiedo a nome di tutti i miei fratelli del mondo, 
di benedirci e proteggerci. 
Dacci una prova del tuo amore e bontà 
e ricevi le nostre preghiere e orazioni. 

Oh Purissima Vergine di Guadalupe! 
Ottieni da tuo figlio il perdono dei miei errori, 
benedizione per il mio lavoro. 
Rimedi per le mie infermità e necessità, 
e tutto ciò che credi conveniente chiedere per la mia famiglia. 

Oh Santa Madre di Dio, 
non deludere le suppliche che t’indirizziamo nelle nostre necessità.

 

 

 

Preghiera alla B.V. di Guadalupe

pronunciata il 23 gennaio 1999 da Giovanni Paolo II
nell'omelia della S.Messa per la conclusione del Sinodo dei Vescovi per l'America

 

O Madre! Tu conosci le vie che seguirono i primi evangelizzatori del Nuovo Mondo, dalle isole Guanahani e La Española alle foreste dell'Amazzonia e alle vette andine, giungendo fino alla terra del Fuoco nel Sud e ai grandi laghi e alle montagne del Nord. Accompagna la Chiesa che svolge la sua opera nelle nazioni americane affinché sia sempre evangelizzatrice e rinnovi il suo spirito missionario. Incoraggia tutti coloro che dedicano la propria vita alla causa di Gesù e alla diffusione del suo Regno.

O dolce Signora del Tepeyac, Madre di Guadalupe! Ti presentiamo questa moltitudine incalcolabile di fedeli che pregano Dio in America. Tu che sei entrata nel loro cuore, visita e conforta i focolari domestici, le parrocchie e le Diocesi di tutto il Continente. Fa' sì che le famiglie cristiane educhino in modo esemplare i propri figli nella fede della Chiesa e nell'amore del Vangelo, affinché siano un vivaio di vocazioni apostoliche. Volgi oggi il tuo sguardo verso i giovani e incoraggiali a camminare con Gesù Cristo.

O Signora e Madre d'America! Conferma la fede dei nostri fratelli e sorelle laici, affinché in tutti i campi della vita sociale, professionale, culturale e politica agiscano conformemente alla verità e alla legge nuova che Gesù ha portato all'umanità. Guarda propizia all'angustia di quanti soffrono per la fame, la solitudine, l'emarginazione o l'ignoranza. Facci riconoscere in essi i tuoi figli prediletti e infondici l'impeto della carità per aiutarli nei loro bisogni.

Vergine Santa di Guadalupe, Regina della Pace! Salva le nazioni e i popoli del Continente. Fa' sì che tutti, governanti e cittadini, imparino a vivere nell'autentica libertà agendo secondo le esigenze della giustizia e il rispetto dei diritti umani, affinché la pace si consolidi definitivamente.

A te, Signora di Guadalupe, Madre di Gesù e Madre nostra, tutto l'affetto, l'onore, la gloria e la lode costante dei tuoi figli e delle tue figlie d'America!

 

 

Oh Vergine Immacolata, Madre del vero Dio e Madre della Chiesa! Tu,che da questo luogo manifesti la tua clemenza e la tua compassione verso tutti coloro che chiedono la tua protezione, ascolta la preghiera che con filiale fiducia ti rivolgiamo e presentala davanti al tuo Figlio Gesù, unico nostro Redentore. 

 

Madre di Misericordia, Maestra del sacrificio nascosto e silenzioso, a te, che ci vieni incontro, noi peccatori consacriamo in questo giorno tutto il nostro essere e tutto il nostro amore.

Ti consacriamo anche la nostra vita, il nostro lavoro, le nostre gioie, le nostre infermità ed i nostri dolori.

 

Concedi la pace, la giustizia e la prosperità ai nostri popoli, poichè tutto quello che abbiamo e che siamo lo affidiamo alle tue cure, Signora e Madre nostra.

 

Vogliamo essere completamente tuoi e percorrere con te il cammino di una piena fedeltà a Gesù Cristo nella sua Chiesa: tienici sempre amorevolmente per mano.

 

Vergine di Guadalupe, Madre delle Americhe, ti preghiamo per tutti i vescovi, affinché guidino i fedeli per i sentieri di una intensa vita cristiana, di amore e di umile servizio a Dio e alle anime.

 

guarda quanto è grande la messe, ed intercedi presso il Signore perchè infonda fame di santità in tutto il popolo di Dio e conceda abbondanti vocazioni di sacerdoti e di religiosi, forti nella fede e zelanti dispensatori dei misteri di Dio.

 

Concedi ai nostri focolari la grazia di amare e di rispettare la vita che comincia, con lo stesso amore con il quale tu concepisti nel tuo seno la vita del Figlio di Dio.

 

Vergine Santa Maria, Madre del Bell'Amore, proteggi le nostre famiglie, affinchè restino sempre unite e benedici l'educazione dei nostri figli.

 

Speranza nostra, guardaci con pietà, insegnaci ad andare continuamente a Gesù e, se cadiamo, aiutaci a risollevarci, a tornare a Lui, per mezzo della confessione delle nostre colpe e dei nostri peccati nel Sacramento della Penitenza, che dà tranquillità all'anima.

 

Ti supplichiamo di concederci un amore molto grande per tutti i santi Sacramenti, che sono come i segni che tuo Figlio ci ha lasciato sulla terra.

 

Così, Madre Santissima, con la pace di Dio nella coscienza, con i nostri cuori liberi dalla malizia e dall'odio, potremo portare a tutti la vera gioia e la vera pace, che ci vengono da tuo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, che con Dio Padre e lo Spirito Santo vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

 

 

Coroncina alla Madonna di Guadalupe (testo)

 

Si usa una normale corona del Rosario. 

Si inizia con:

Credo, Pater, 3 Ave Maria e Gloria 


Sui grani grossi del Rosario si recita: 

<<Maria, Nostra Signora di Guadalupe, 

schiaccia la testa a satana e salva il tuo popolo.>>

 

Sui grani piccoli del Rosario si recita: 

<<Maria, Nostra Signora di Guadalupe, 

raduna i tuoi figli sotto il tuo manto di stelle.>>

 

Alla fine:

 

Maria, noi confidiamo nelle parole che pronunciasti:

"Lasciatemi agire sul vostro cuore
sono la Vergine di Guadalupe che attraverso il figlio mio Juan Diego
ho mostrato la mia immagine al mondo.
Io proteggerò e salverò il mondo da satana in persona
che umiliato scomparirà nel più profondo dell’inferno.
Io vi porterò alla vittoria finale e con la mia Santa Immagine
arriverò in tutto il mondo."



Nostra Signora di Guadalupe, prega per noi.




 

IL SOGNO DEL POVERELLO di Assisi (Dalla "Vita di san Francesco d'Assisi" di SAN BONAVENTURA DA BAGNOREGIO)

FERVORE Dl CARITA'' E DESIDERIO Dl MARTIRIO 

 

 ***

1172 7. Ma l'ardore della carità lo spingeva al martirio; sicché ancora una terza volta tentò di partire verso i paesi infedeli, per diffondere, con l'effusione del proprio sangue, la fede nella Trinità. 

 A tredici anni dalla sua conversione, partì verso le regioni della Siria, affrontando coraggiosamente molti pericoli, alfine di potersi presentare al cospetto del Soldano di Babilonia. 

 Fra i cristiani e i saraceni era in corso una guerra implacabile: i due eserciti si trovavano accampati vicinissimi, I'uno di fronte all'altro, separati da una striscia di terra, che non si poteva attraversare senza pericolo di morte . 

 Il Soldano aveva emanato un editto crudele: chiunque portasse la testa di un cristiano, avrebbe ricevuto il compenso di un bisante d'oro. 

Ma Francesco, I'intrepido soldato di Cristo, animato dalla speranza di poter realizzare presto il suo sogno, decise di tentare l'impresa, non atterrito dalla paura della morte, ma, anzi, desideroso di affrontarla. Confortandosi nel Signore, pregava fiducioso e ripeteva cantando quella parola del profeta: Infatti anche se dovessi camminare in mezzo all'ombra di morte, non temerò alcun male, perché tu sei con me.

1173 8. Partì, dunque, prendendo con sé un compagno, che si chiamava Illuminato ed era davvero illuminato e virtuoso. 

 Appena si furono avviati, incontrarono due pecorelle, il Santo si rallegrò e disse al compagno: “ Abbi fiducia nel Signore, fratello, perché si sta realizzando in noi quella parola del Vangelo: -- Ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi--”. 

 Avanzarono ancora e si imbatterono nelle sentinelle saracene, che, slanciandosi come lupi contro le pecore, catturarono i servi di Dio e, minacciandoli di morte, crudelmente e sprezzantemente li maltrattarono, li coprirono d'ingiurie e di percosse e li incatenarono. 

Finalmente, dopo averli malmenati in mille modi e calpestati, per disposizione della divina provvidenza, li portarono dal Sultano, come l'uomo di Dio voleva. Quel principe incominciò a indagare da chi, e a quale scopo e a quale titolo erano stati inviati e in che modo erano giunti fin là. Francesco, il servo di Dio, con cuore intrepido rispose che egli era stato inviato non da uomini, ma da Dio altissimo, per mostrare a lui e al suo popolo la via della salvezza e annunciare il Vangelo della verità. 

E predicò al Soldano il Dio uno e trino e il Salvatore di tutti, Gesù Cristo, con tanto coraggio, con tanta forza e tanto fervore di spirito, da far vedere luminosamente che si stava realizzando con piena verità la promessa del Vangelo: Io vi darò un linguaggio e una sapienza a cui nessuno dei vostri avversari potrà resistere o contraddire.


1174 Anche il Soldano, infatti, vedendo l'ammirevole fervore di spirito e la virtù dell'uomo di Dio, lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare presso di lui. 

Ma il servo di Cristo, illuminato da un oracolo del cielo, gli disse: “ Se, tu col tuo popolo,.vuoi convertirti a Cristo, io resterò molto volentieri con voi. Se, invece, esiti ad abbandonare la legge di Maometto per la fede di Cristo, dà ordine di accendere un fuoco il più grande possibile: Io, con i tuoi sacerdoti, entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa ”. 

Ma il Soldano, a lui: “ Non credo che qualcuno dei miei sacerdoti abbia voglia di esporsi al fuoco o di affrontare la tortura per difendere la sua fede ”. (Egli si era visto, infatti, scomparire immediatamente sotto gli occhi, uno dei suoi sacerdoti, famoso e d'età avanzata, appena udite le parole della sfida). E il Santo a lui: “ Se mi vuoi promettere, a nome tuo e a nome del tuo popolo, che passerete alla religione di Cristo, qualora io esca illeso dal fuoco, entrerò nel fuoco da solo. Se verrò bruciato, ciò venga imputato ai miei peccati; se, invece, la potenza divina mi farà uscire sano e salvo, riconoscerete Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio, come il vero Dio e signore, salvatore di tutti. 

 Ma il Soldano gli rispose che non osava accettare questa sfida, per timore di una sedizione popolare. Tuttavia gli offrì molti doni preziosi; ma l'uomo di Dio, avido non di cose mondane ma della salvezza delle anime, li disprezzò tutti come fango. 

 Vedendo quanto perfettamente il Santo disprezzasse le cose del mondo, il Soldano ne fu ammirato e concepì verso di lui devozione ancora maggiore. E, benché non volesse passare alla fede cristiana, o forse non osasse, pure pregò devotamente il servo di Cristo di accettare quei doni per distribuirli ai cristiani poveri e alle chiese, a salvezza delI'anima sua. Ma il Santo, poiché voleva restare libero dal peso del denaro e poiché non vedeva nell'animo del Soldano la radice della vera pietà, non volle assolutamente accondiscendere.  

1175 9. Vedendo, inoltre, che non faceva progressi nella conversione di quella gente e che non poteva realizzare il suo sogno, preammonito da una rivelazione divina, ritornò nei paesi cristiani. 

 E così, per disposizione della bontà divina e per i meriti e la virtù del Santo, avvenne, misericordiosamente e mirabilmente, che l'amico di Cristo cercasse con tutte le forze di morire per Lui e non potesse assolutamente riuscirvi. 

E in tal modo, da una parte non gli mancò il merito del martirio desiderato e, dall'altra, egli venne risparmiato per essere più tardi insignito di un privilegio straordinario. Quel fuoco divino, che gli bruciava nel cuore, diventava intanto più ardente e perfetto, perché in seguito riverberasse più luminoso nella sua carne. 

 O uomo veramente beato, che non viene straziato dal ferro del tiranno, eppure non viene privato della gloria di assomigliare all'Agnello immolato! 

 O uomo, io dico, veramente e pienamente beato, che “ non perdette la vita sotto la spada del persecutore, eppure non perdette la palma del martirio! ”. 

https://www.assisiofm.it/uploads/218-Leggenda%20maggiore.pdf


AMDG et DVM

domenica 4 dicembre 2022

Benedetto xvi in Brasile

... INCONTRO CON I SACERDOTI,
I RELIGIOSI, LE RELIGIOSE, I SEMINARISTI E I DIACONI
DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Basilica del Santuario dell’Aparecida
Sabato, 12 maggio 20
07


Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato,
Amati religiosi e voi tutti che, stimolati dalla voce di Gesù Cristo, lo avete
seguito per amore,
Carissimi seminaristi, che vi state preparando per il ministero sacerdotale,
Cari rappresentanti dei Movimenti ecclesiali e tutti voi laici che portate la forza
del Vangelo nel mondo del lavoro e della cultura, in seno alle famiglie,
così come nelle vostre parrocc
hie!


1. Come gli Apostoli, insieme a Maria, «salirono alla stanza superiore»
e lì, «uniti dallo stesso sentimento, si dedicavano assiduamente alla
preghiera» (cfr At 1,13-14), così anche noi quest’oggi ci siamo
radunati qui nel Santuario di Nostra Signora della Concezione Aparecida, che in questa
ora è per noi «la stanza superiore» dove Maria, Madre del Signore,
si trova in mezzo a noi. Oggi è Lei che guida la nostra meditazione; è
Lei che ci insegna a pregare. È Lei che ci addita il modo di aprire le nostre
menti ed i nostri cuori alla potenza dello Spirito Santo, che viene per essere trasmesso
al mondo intero.

Abbiamo appena recitato il Rosario. Attraverso i suoi cicli meditativi, il divino
Consolatore vuole introdurci nella conoscenza del Cristo che sgorga dalla fonte limpida
del testo evangelico. Dal canto suo, la Chiesa del terzo millennio si propone di
offrire ai cristiani la capacità di «conoscere ó secondo le parole di
San Paolo ó il mistero di Dio, cioè Cristo, nel quale sono nascosti tutti
i tesori della sapienza e della scienza» (Col 2,2-3). Maria Santissima,
la Vergine pura e senza macchia, è per noi scuola di fede destinata a guidarci
e a darci forza sul sentiero che porta incontro al Creatore del Cielo e della Terra.
Il Papa è venuto ad Aparecida con viva gioia per dirvi innanzitutto: «Rimanete
alla scuola di Maria». Ispiratevi ai suoi insegnamenti, cercate di accogliere
e di conservare nel cuore le luci che Lei, per mandato divino, vi invia dall’alto.

Com’è bello stare qui riuniti nel nome di Cristo, nella fede, nella fraternità,
nella gioia, nella pace e «nella preghiera con Maria, la Madre di
Gesù» (At 1,14). Come è bello, carissimi Presbiteri, Diaconi,
Consacrati e Consacrate, Seminaristi e Famiglie cristiane, essere qui nel Santuario
Nazionale di Nostra Signora della Concezione Aparecida, che è Dimora di Dio,
Casa di Maria e Casa dei Fratelli, e che in questi giorni si trasforma anche in Sede
della V Conferenza Episcopale Latinoamericana e dei Caraibi. Come è bello
essere qui in questa Basilica Mariana verso la quale, in questo tempo, convergono
gli sguardi e le speranze del mondo cristiano, in modo speciale dell’America Latina
e dei Caraibi!

2. Sono felice di essere qui con voi, in mezzo a voi! Il Papa vi ama! Il Papa vi
saluta affettuosamente! Prega per voi! E implora dal Signore le più preziose
benedizioni sui Movimenti, sulle Associazioni e sulle nuove realtà ecclesiali,
espressione viva della perenne giovinezza della Chiesa! Siate veramente benedetti!
Da qui rivolgo il mio saluto veramente affettuoso a voi, Famiglie, qui radunate in
rappresentanza di tutte le carissime Famiglie cristiane presenti nel mondo intero.
Mi rallegro in modo specialissimo con voi e vi do il mio abbraccio di pace.

Ringrazio per l’accoglienza e per l’ospitalità del Popolo brasiliano. Da quanto
sono arrivato sono stato ricevuto con molto affetto! Le varie manifestazioni di apprezzamento
ed i saluti dimostrano quanto voi vogliate bene, stimiate e rispettiate il Successore
dell’apostolo Pietro. Il mio Predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II ha menzionato
diverse volte la vostra simpatia e lo spirito di accoglienza fraterna. Egli aveva
pienamente ragione!


3. Saluto i cari sacerdoti qui presenti, mentre penso e prego per tutti i sacerdoti
sparsi in tutto il mondo, in modo particolare in America Latina e nei Caraibi, tra
questi anchesacerdoti Fidei donum. Quante sfide, quante situazioni difficili
affrontate, quanta generosità, quanta abnegazione, sacrifici e rinunce! La
fedeltà nell’esercizio del ministero e nella vita di preghiera, la ricerca
della santità, la donazione totale a Dio nel servizio ai fratelli e alle sorelle,
spendendo le vostre vite ed energie, promovendo la giustizia, la fraternità,
la solidarietà e la condivisione ó tutto ciò parla fortemente al mio
cuore di Pastore. La testimonianza di un sacerdozio vissuto bene nobilita la Chiesa,
suscita ammirazione nei fedeli, è fonte di benedizioni per la Comunità,
è la migliore promozione vocazionale, il più autentico invito perché
anche altri giovani rispondano positivamente agli appelli del Signore. È la
vera collaborazione in vista della costruzione del Regno di Dio!

Vi ringrazio sinceramente e vi esorto a continuare a vivere in maniera degna la vocazione
che avete ricevuto. Che il fervore missionario, la passione per un’evangelizzazione
sempre più aggiornata, lo spirito apostolico autentico e lo zelo per le anime
siano sempre presenti nelle vostre vite! Il mio affetto, le mie preghiere e i miei
ringraziamenti vanno anche ai sacerdoti anziani ed infermi. La vostra conformazione
al Cristo Sofferente e Risorto costituisce l’apostolato più fecondo! Molte
grazie!


4. Carissimi Diaconi e Seminaristi, anche a voi che occupate un luogo speciale nel
cuore del Papa, un saluto molto fraterno e cordiale. La giovialità, l’entusiasmo,
l’idealismo, l’incoraggiamento per affrontare con audacia le nuove sfide rinnovano
la disponibilità del Popolo di Dio, rendono i fedeli più dinamici e
portano la Comunità a crescere, a progredire, ad essere più fiduciosa,
gioiosa ed ottimista. Ringrazio per la testimonianza che offrite, collaborando con
i vostri Vescovi nelle attività pastorali delle diocesi. Abbiate sempre di
fronte agli occhi la figura di Gesù, il Buon Pastore, che «non è
venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di
molti» (Mt 20,28). Siate come i primi diaconi della Chiesa: uomini di buona
reputazione, colmi dello Spirito Santo, di saggezza e di fede (cfr At 6,3-5).
E voi, Seminaristi, rendete grazie a Dio per la chiamata che Lui vi rivolge. Ricordatevi
che il Seminario è la «culla della vostra vocazione e la palestra della
prima esperienza di comunione» (Direttorio per il Ministero e la Vita dei
Presbiteri, n. 32). Prego perché siate, con l’aiuto di Dio, sacerdoti
santi, fedeli e felici di servire la Chiesa!


5. Rivolgo ora il mio sguardo e la mia attenzione a voi, amatissimi Consacrati e
Consacrate, qui riuniti nel Santuario della Madre, Regina e Patrona del Popolo Brasiliano,
ed anche sparsi in tutte le parti del mondo.

Voi, religiosi e religiose, siete un’offerta, un regalo, un dono divino che la Chiesa
ha ricevuto dal suo Signore. Rendo grazie a Dio per la vostra vita e per la testimonianza
che date al mondo di un amore fedele a Dio ed ai fratelli. Questo amore senza riserve,
totale, definitivo, incondizionato ed appassionato si manifesta nel silenzio, nella
contemplazione, nella preghiera e nelle attività più diversificate
che svolgete, nelle vostre famiglie religiose, a favore dell’umanità e principalmente
dei più poveri ed abbandonati. Tutto questo suscita nel cuore dei giovani
il desiderio di seguire più da vicino e radicalmente Cristo Signore ed offrire
la vita per rendere testimonianza agli uomini e donne del nostro tempo del fatto
che Dio è Amore e che vale la pena lasciarsi conquistare e affascinare per
dedicarsi esclusivamente a Lui (cfr Esort. ap. Vita consecrata, 15).

La vita religiosa in Brasile è stata sempre significativa ed ha avuto un ruolo
importante nell’opera dell’evangelizzazione, sin dagli inizi della colonizzazione.
Soltanto ieri, ho avuto il grande piacere di presiedere la Concelebrazione Eucaristica
nella quale è stato canonizzato Sant’Antonio di Sant’Anna Galvão, presbitero
e religioso francescano, primo Santo nato in Brasile. Accanto a lui, un’altra ammirevole
testimonianza di persona consacrata è Santa Paulina, fondatrice delle Piccole
Suore dell’Immacolata Concezione. Avrei molti altri esempi da citare. Che essi, tutti
insieme, vi servano di stimolo per vivere una consacrazione totale. Dio vi benedica!


6. Oggi, alla vigilia dell’apertura della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano
e dei Caraibi, che avrò il piacere di presiedere, sento il desiderio di dire
a tutti voi com’è importante il senso della nostra appartenenza alla Chiesa,
che porta i cristiani a crescere ed a maturare come fratelli, figli dello stesso
Dio e Padre. Carissimi uomini e donne dell’America Latina, so che avete una grande
sete di Dio. So che seguite quel Gesù, che disse: «Nessuno viene al
Padre, se non per mezzo di me» (Gv 14,6). Il Papa vuole perciò
dire a tutti voi: La Chiesa è la nostra Casa! Questa è la nostra
Casa! Nella Chiesa cattolica troviamo tutto ciò che è buono, tutto
ciò che è motivo di sicurezza e di sollievo! Colui che accetta Cristo,
«Cammino, Verità e Vita» nella sua totalità, si assicura
la pace e la felicità, in questa vita e nell’altra! Per questo, il Papa è
venuto qui per pregare e confessare con voi tutti: Vale la pena essere fedeli,
vale la pena perseverare nell
a propria fede! La coerenza nella fede richiede,
però, anche una solida formazione dottrinale e spirituale, contribuendo così
alla costruzione di una società più giusta, più umana e cristiana.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, anche nella sua versione più ridotta,
pubblicata sotto il titolo di Compendio, sarà di aiuto per avere chiare nozioni
circa la nostra fede. Chiediamo fin d’ora che la venuta dello Spirito Santo sia per
tutti quanti come una nuova Pentecoste, affinché illumini con la luce che
scende dall’Alto i nostri cuori e la nostra fede.


7. È con grande speranza che mi rivolgo a voi tutti che vi trovate all’interno
di questa maestosa Basilica, o che hanno partecipato al Santo Rosario stando all’esterno,
per invitarvi a diventare profondamente missionari e a portare la Buona Novella del
Vangelo a tutti i punti cardinali dell’America Latina e del mondo.

Chiediamo alla Madre di Dio, Nostra Signora della Concezione Aparecida, che protegga
la vita di tutti i cristiani. Lei, che è la Stella dell’Evangelizzazione,
guidi i nostri passi sul cammino verso il Regno celeste:

«Madre nostra, proteggi la famiglia brasiliana e latinoamericana!

Custodisci sotto il tuo mantello protettore i figli di questa amata Patria che ci
accoglie,

Tu che sei l’Avvocata presso il tuo Figlio Gesù, da’ al Popolo Brasiliano
pace costante e
 prosperità completa,

Infondi nei nostri fratelli di tutta la geografia latinoamericana un vero ardore
missionario, propagatore 
di fede e di speranza,

Fa’ che il tuo grido risuonato a Fatima per la conversione dei peccatori diventi
realtà e trasformi la vit
a della nostra società,

e Tu che, dal Santuario di Guadalupe, intercedi per il popolo del Continente della
Speranza, benedici le sue t
erre ed i suoi focolari,

Amen».



Il Breviario: nobilissima funzione!

 

Esame sull’obbligo dell’Ufficio Divino

25 Marzo 2012Spiritualita

qui a lato: Beato Mariano de la Mata Aparicio (1905-1983)

 

 

Mons. Agostino Gonon
Vescovo di Moulins

Verso le vette della Santità Sacerdotale

* * *

Esame sull'obbligo dell'Ufficio Divino

 

* * *

 

Vi adoro, Gesù, quale supremo religioso del Padre e cantore della sua gloria. In seno all'adorabile Trinità, o Verbo eterno, siete il meraviglioso cantico che forma l'estasi delle divine Persone: splendor gloriae.

Durante i giorni della vostra vita mortale, o Verbo incarnato, avete modulato con tutta la vostra esistenza l'inno d'adorazione e d'amore, interrotto dalla caduta del primo uomo.

Il vostro canto allietava i cieli: Filius meus dilectus in quo mihi bene complacui (Mat. 3, 17). E avete voluto che gli accenti di quell'inno, eco pur esso del vostro cantico eterno, avessero risonanze perenni attraverso il tempo e lo spazio, attutendo l'aspro grido della rivolta e dell'odio del peccato, avvolgendo la creazione tutta in un mormorio armonioso e soave all'orecchio del suo divino Autore.

Ecco l'Ufficio, ecco il mio breviario che mi sono impegnato sub gravi a recitare quotidianamente, fin dal giorno puro e radioso del mio suddiaconato.

Quale stima nutro per tale dovere e come lo adempio?

 

1. – STIMA DEL DOVERE

Rifletto che recitando il breviario compio una funzione nobilissima?
E' la Chiesa che prega con le mie labbra, e Voi, Gesù, tributate i vostri omaggi al Padre con il mio cuore: Domine, in unione illius divinae intentionis qua Ipse in terris laudes Deo persolvisti, has Ubi horas persolvo.

Questi pensieri creando in me una convinzione profonda, mi faranno evitare il pericolo di considerare l'Ufficio come un'occupazione gravosa che si subisce e si tratta con leggerezza, o con impazienza o con disprezzo.

Com'è infelice l'espressione che si coglie sulle labbra di qualche sacerdote; «Sbarazzarsi del breviario»!

Penso che la meditazione e la recita del breviario sono il sole dei miei esercizi di pietà, mentre assicurano all'anima mia la necessaria respirazione e l'aiuto a disporsi continuamente alla devota celebrazione della S. Messa e al conveniente ringraziamento? Hymno dicto exierunt (Mat, 26, 30).

Riconosco di possedere nel breviario un mezzo eccellente per santificare ogni mia giornata?
La sua divisione, septies in die laudem dixi tibi corrisponde esattamente alle antiche sette divisioni diurne e notturne del tempo, implorando su ognuna di esse grazie e ausilii di celestiali influssi.

— So trovarvi un ammirabile e corroborante nutrimento per la mente e per il cuore, gustando i sentimenti ispirati dei salmi, penetrandomi degli splendidi insegnamenti contenuti nelle pagine tolte dalla sacra Scrittura, edificandomi colla narrazione delle vite dei Santi, attingendo direzione morale dagli anni e dagli oremus? I loro autori erano anime eminenti in santità, in dottrina, perfettamente idonee a informare altri ex animo. Il breviario recitato a dovere fornisce soggetti di meditazione, letture della Sacra Scrittura, letture spirituali, lezioni di teologia, e anche di sacra eloquenza nelle omelie dei Padri.

— Il breviario infine porgerà un sostegno alla disciplina interna e anche esterna della mia vita, se nella recita saprò attenermi ad una saggia distribuzione delle sue parti. —

Non merito in proposito il vostro rimprovero un po' amaro: Si scires donum Dei? (Ioan 4. 10).

(altro…)


https://web.archive.org/web/20090106040048/http://www.csa.osa.org.br/santo/paroquia/pe_mariano_beatificado.html

AMDG et DVM



L'importanza della prima ordinazione diaconale

 

Mons. Agostino Gonon

Vescovo di Moulins

Verso le vette della Santità Sacerdotale

* * *

RITIRO DEL MESE DI DICEMBRE

IL SACERDOTE E IL DIACONATO

***

Considerate ergo, Fratres, viros vobis boni testimonii septem, plenos Spiritu Sancto et sapientia.

(Act. 6, 3). Ecco le parole che iniziano la prima ordinazione dei Diaconi, narrata dagli Atti degli Apostoli. Esse rivelano la importanza del passo che stava per compiere la Chiesa nascente; richiamano l’attenzione sul valore del nuovo Ordine che si voleva istituire, per il fatto che ammettevano soltanto uomini meravigliosamente favoriti di buona testimonianza, di pienezza di Spirito Santo, di abbondante Sapienza. Solo un dono regale può giustificare simili esigenze e il Diaconato è davvero tale: Diaconus quasi propinquus ordini sacerdotali aliquid participat de ejus officio 65). Quest’affermazione di S. Tommaso ci mostra nel Diacono qualche cosa del sacerdote, ci si avvicina alla vetta luminosa. Non ancora il sacerdozio, ma una parte notevole del suo ministero viene conferita agli eletti.

Quasi eco di quel preludio antico, la cerimonia del nostro Diaconato incominciò con un rito fino allora inusitato per noi, e che dovette incuterci sacro timore, se l’animo nostro era compreso, come avrebbe dovuto esserlo, del sentimento del nostro nulla, della cognizione della nostra miseria. Ricordiamo!

L’Arcidiacono, nel presentarci al Pontefice consacrante lo pregò di ordinarci.

Gli fu risposto: — Scis illos dignos esse?

Egli riprese: — Quantum humana fragilitas nosse sinit, et scio, et testificor, ipsos dignos esse ad hujus onus offici.

E non paventammo, benché il Vescovo, continuando l’inchiesta, lanciasse agli astanti l’intimazione: Si quis habet aliquid contra illos… exeat et dicat.

Nessuno si mosse, neppure la nostra coscienza, dominata com’era dalla fede nell’Amore che ci aveva chiamati: Non vos me elegistis, sed ego elegi vos! (Ioan. 15. 16). Ma allora dovette avvivarsi in noi il bisogno di essere grandi, di nobili sensi, per ricevere degnamente la grazia preziosissima che stava per esserci conferita; si dovette raffermare in noi la volontà d’adottare un metodo di vita che favorisse tutta la possibile fecondità.

Siccome non v’è dubbio riguardo alla natura sacramentale del Diaconato 66) perché fu l’inizio del Sacramento dell’Ordine sacro, così è certo che esso ha infuso nelle nostre anime una grazia abbondante, concessa per tutta la vita in una volta sola, con possibilità d’essere accresciuta in seguito con gli atti che ne dovevano promanare; una grazia permanente, che ci comunicava il diritto assoluto a grazie attuali, le quali dovevano aiutarci a compiere con frutto le funzioni proprie del Diacono.

Facciamo rivivere tanta grazia riconoscendone ancor meglio l’alto valore alla luce della fede. Meditiamo quindi la dignità e gli uffici del Diacono.

1. – DIGNITÀ

Nell’istruzione e nel prefazio con cui incomincia il rito solenne del conferimento del Diaconato, quest’Ordine è assimilato al Levitico e additato come un privilegio singolare; Adeo ut grandi quodam privilegio haereditatis, et tribus Domini esse mereretur et dici. I Leviti erano separati dal popolo di Dio, resi superiori ai loro fratelli con prerogative immense.

I misteriosi disegni della Provvidenza distinguono in tal modo quanti essa destina a una più larga partecipazione all’opera della santificazione delle anime, ai benefici che irradiano dai due grandi misteri dell’Incarnazione e della Redenzione, ossia all’opera di Cristo.

Bisognava anzitutto venisse il Cristo adorabile, Verbum caro factum est et habitavit in nobis, (Ioan. 1, 14,) e poi si perpetuasse nel tempo e nello spazio fino alla fine dei secoli. Nell’uno e nell’altro mistero il concorso della SS. Vergine fu intimo e profondo. Ella compì la sua mirabile funzione di Mater Christi a Bethlehem, e nel Cenacolo il giorno della Pentecoste, assistendo agli inizi della Chiesa docente, benedicendo lo zelo degli Apostoli, acceso dal soffio rinnovatore dello Spirito Santo. Essa cominciò la sua missione di Madre delle anime: Ecce Mater tua (Ioan. 19, 26).

A questi due ministeri che le conferivano una dignità eccelsa, Ella fu preparata da tutta l’eternità; ma in modo manifesto e più immediato nel tempo con il suo ritiro di preghiera e di meditazione nel Tempio, e con il mistero complesso che in lei si compì il giorno dell’Annunciazione.

Il decreto della sua Concezione Immacolata costituì la preparazione eterna; la preparazione nel Tempio si ebbe con lo studio delle sacre Lettere in cui Ella apprese anticipatamente la storia di Colui che doveva poi essere suo Figlio! Con S. Paolo, ma con più ragione, avrebbe potuto esclamare: Non enim indicavi me scire aliquid inter vos, nisi Jesum Christum (1 Cor. 2, 2). Ma in che consistette la preparazione nel giorno dell’Annunciazione? L’Angelo ce lo rivela come qualche cosa di meraviglioso: Et respondens angelus dixit ei: Spiritus Sanctus superveniet in te, et virtus Altissimi obumbrabit Ubi. Ideoque et quod nascetur ex te sanctum vocabitur Filius Dei (Luc. 1, 35-36).

Maria per poter divenire Madre del Figlio di Dio, Gesù, e dei figli di Dio, i cristiani, ricevette nuova effusione dello Spirito Santo, benché già lo possedesse in tutta pienezza nell’anima sua idealmente pura. Il celeste Messaggero infatti non le dice: veniet, ma superveniet insinuando così un accrescimento di grazia incommensurabile.

Quindi fu investita di una forza sovrumana, della virtù stessa dell’Altissimo. Non doveva Ella concorrere ad un’opera infinitamente superiore alla creazione del mondo? Essere collaboratrice di Dio per la generazione del Verbo nella natura umana, è, senza confronto, dignità più grande che non esserlo, come Adamo, per la generazione dell’umanità intera.

Oh, inaccessibile sublimità di misteri che ci presentano Maria in un nembo di luce, più alta che le creature dotate di ragione e delle stesse creature angeliche: Regina angelorum!

Generationem ejus quis enarrabit?… (Isai. 53, 8). Ma queste linee rapidamente abbozzate descrivono la storia della Vergine Santa o la nostra?

Oh, sì, come Lei avemmo la nostra preparazione eterna nel decreto misericordioso che ci contrassegnò del luminoso segno della vocazione: In caritate perpetua dilexi te, ideo attraxi te… (Jerem. 31, 3). Electus ex minibus! (Cant. 5, 10).

Come Lei avemmo la preparazione al Tempio nella nostra vita raccolta fra le mura del Seminario, dove imparammo a conoscere meglio Gesù iniziandoci alle scienze sacre.

Come Lei infine ci deliziammo di quel Natale che fu il giorno del nostro sacerdozio; ma prima, come Lei ancora, esultammo della nostra Annunciazione nel giorno del Diaconato.

Nel giorno del mistico nostro Natale ricevemmo il potere di generare il Figlio dì Dio e i figli di Dio. Dopo d’allora, ogni mattino, proni all’altare su cui lo facciamo discendere con le parole della consacrazione, alle quali Egli obbedisce irresistibilmente, non possiamo ripetere a Gesù: Filius meus es tu, ego hodie genui te? (Ps. 2, 7). Ogni giorno, prodigandoci generosi in un apostolato fatto più intenso per nostro volere: Ego autem libentissime impendan: et superimpendar ipse pro animabus vestris (2 Cor. 12, 5), non moltiplichiamo forse il numero di coloro cui possiamo dire con intima gioia e un’immensa gratitudine verso Dio: Per Evangelium ego vos genui? (1 Cor 4, 5).

No, non v’è opera che uguagli la nostra; essa è superiore allo stesso Fiat lux che produsse soltanto cose temporali, mentre noi produciamo cose eterne… et fructus vester maneat! (Ioan. 15, 16).

Prima d’essere investiti del potere di consacrare e di santificare, come Maria ricevemmo una sovrabbondanza dello Spirito Santo e della forza che ne è la manifestazione: Accipe Spiritum Sanctum ad robur, ci fu detto dal Vescovo consacrante nel momento in cui imprimeva in noi il carattere sacro del Diaconato. E continuava: Emitte in eos, quaesumus, Domine, Spiritum Sanctum, quo in opus minuterii tui fideliter exsequendi, septiformis gratiae tuae munere roborentur. Abundet in eis totius forma virtutis. E’ commovente e stupenda l’armonia coll’annunzio angelico: Spiritus sanctus superveniet… Virtus Altissimi obumbrabit… (Luc. 1, 35). L’Annunciazione prepara il Natale, il Diaconato prepara il Presbiterato: le due aurore preparano meriggi di meravigliosa luminosità.

Oh, la grandezza nostra! Quando lasciammo il Tempio, rivestiti delle nostre bianche dalmatiche, gli angeli potevano leggere sulla nostra fronte: Amictus lumine sicut vestimento (Ps. 103, 2); con un accento suggestivo dovette ripercuotersi l’eco della parola del Maestro: Ut filii lucis sitis (Ioan. 12, 36).

Lo siamo stati finora? Lo spirito del Diaconato trasporta in alto: Video coelos apertos et Filium hominis stantem a dextris Dei (Act. 7, 55). Viviamo a simili altezze? Noi apparteniamo all’Ordine dei Leviti, alla porzione eletta delle anime, alla famiglia di Stefano presentato dagli Atti plenum fide et Spiritu Sancto, alla stirpe di quel Lorenzo di cui è scritto: Bonum opus operatus est. Non dimentichiamo che tanta nobiltà ci impone obblighi immensi. Se abbiamo a rimpiangere qualche deviazione dalla via che ci deve far salire sempre più alto, o una diminuzione di luce; per risalire sulle vette e avvivare il focolare di luci inestinguibili, attingiamo vigore nuovo dalla grazia già ricevuta, la quale permane in noi come un capitale inesausto, fino all’eternità.

2. – UFFICI

Diaconum oportet ministrare ad altare, baptizare et praedicare 67).
Ecco la parte di ministero sacerdotale che ci fu allora commessa. Benchè limitata in parte nel suo esercizio, ci imponeva nondimeno e subito, virtù eminenti, sulle quali il Vescovo consacrante insisteva. Rileggiamo queste linee così suggestive del Pontificale: Levi quippe interpretatur additus, sive assumptus. Et vos, filii dilectissimi… estote assumpti a carnalibus desideriis, a terrenis concupiscentiis, quae militant adversus animam; estote nitidi, mundi, puri, casti, sicut decet ministros Christi et dispensatores mysteriorum Dei. Leggiamo ancora: Quia comministri et cooperatores estis corporis et sanguinis Domini, estote ab omni illecebra carnis alieni.

Tutto si compendia nella purezza, che nel diacono deve essere illibatissima. Sappiamo poi che questa virtù è progressiva, poichè essa parte bensì dall’esenzione del vizio proibito dal sesto comandamento ed esenzione tale e così delicata, che, in più della castità ordinaria, anche perfetta, esige angelica verginità; ma va ben oltre. La purezza infatti non è soltanto una virtù negativa che esclude il male, ma anche una virtù positiva che produce il bene.

Dio è purezza infinita. Il puro si riveste di Lui progressivamente: Qui sanctus est sanctificetur adhuc (Apoc. 22, 71). Questo deciso progresso verso il bene è richiesto al ministro dell’altare che, secondo l’Apostolo, non solo dev’essere segregatus a peccatoribus, ma inoltre, excelsior coelis factus (Hebr. 7, 26).

Ecco il magnifico stadio su cui noi diaconi abbiamo fatto qualche passo, invitati a non mai retrocedere, bensì a percorrerlo senza mai fermarci.

a) Mundamini qui fertis vasa Domini (Isai, 52, 11); ci era consentito di elevare al cielo il calice dell’oblazione dopo aver mescolato al vino le gocce d’acqua, santificata dalla benedizione del sacerdote.

Questa particolarità ci permette di scorgere un’armonia nuova fra il Diacono e la Vergine Santissima.

Il suo sangue verginale fornì gli elementi necessari alla formazione del Sangue di Gesù; una parte di Lei è diventata Gesù. Perciò quanto fu santa Maria!

Il vino del calice offerto dal Diacono, fornisce gli elementi del Sangue di Gesù chiamato dalle parole della Consacrazione: le gocce d’acqua depostevi simboleggiano l’unione della Chiesa con Cristo, ossia le anime ch’Egli unisce a Sé mediante il suo amore redentore e che integrano il suo essere morale, come parte di Lui stesso: Qui autem adhaeret Domino, unus spiritus est (1 Cor. 6, 17). Ora, il ministro rappresenta il popolo; il Diacono rappresenta quindi coloro che devono divenire una cosa sola con Gesù. Come bisogna essere santi per divenire idonei a tanto ministero!

b) Dopo il ministero dell’imitare, il ministero del Battesimo.

Giovanni il Precursore lo compiva nel deserto, ma nello scorgere Gesù esclama: Quia vidi Spiritum descendentem quasi columbam de coelo, et mansit super eum… hic est qui baptizat in Spiritu Sancto (Ioan. 1, 32). S. Agostino commentando questo passo così si esprime: «Quegli solo battezza sul quale è discesa la colomba e di cui fu detto: E’ colui che battezza nello Spirito Santo. Lui battezza se Pietro battezza; Lui battezza quando Paolo battezza; Lui battezza se Giuda battezza. E tutti coloro che sono battezzati ricevono una grazia che è simile ed eguale in tutto, perché Egli solo battezza» 68).

Anche con questa seconda funzione il Diacono è identificato a Cristo, ed ha un argomento nuovo e profondo dell’obbligo che lo astringe ad essere santo. Altrimenti come obbedirebbe alla raccomandazione di S. Pietro, che enuncia una legge, la quale non ammette eccezioni? Si quis ministrai, tanquam ex tirtute, quam administrat Deus, ut in omnibus honorificetur Deus per Jesum Christum (1 Petr. 4, 11).

c) Infine il ministero della predicazione.

Primo araldo della parola di Dio fu Maria: mundo effudit Jesum! Col suo consenso a divenir Madre del Verbo Incarnato, Ella apporta la «Parola» gradita al Padre, perciò onnipotente sopra di Lui e. deliziosa per le anime, e vincitrice della loro ignoranza, come delle loro viltà: Verbo, mea spiritus et vita sunt (Ioan. 6, 64). La Vergine benedetta non avrebbe potuto essere canale di questa «Parola» se prima non le si fosse sottomessa docile, se non fosse stata santa. Solo quand’ebbe detto: Fiat mihi secundum verbum tuum (Luc. 1, 38), (l’Angelo non era che il tramite del Verbo di Dio), Verbum caro factum est!… (Ioan. 1, 14). Il Diacono, messaggero del Verbo, sull’esempio di Maria deve essere santo. Invero, bisogna ricordare che la predicazione fa vivere Cristo in noi. Ascoltiamo S. Ambrogio: «V’è una sola parola fra quanti insegnano; uno s’esprime con accenti che sembrano tolti al linguaggio degli Angeli; altri predicano la giustizia o la castità, o la prudenza o la pietà o altra virtù. Ma in questa moltitudine di parole risuona una sola parola: il Verbo di Dio, della pienezza del quale tutti riceviamo, il Verbo, nostro Maestro, nostro solo Maestro, alla scuola del quale tutti siamo condiscepoli; e nel quale tutti siamo ricondotti all’unità. Esteriormente un suono di parole colpisce l’orecchio; nell’interno l’unico Maestro è Cristo» 69).

Tosi perché diaconi, eravamo obbligati a una virtù trascendente a motivo delle funzioni che

tuttavia non potevamo esercitare in pieno. Che nella virtù cui siamo obbligati restiamo, ora che i poteri, limitati nel Diacono, liberi nel sacerdote!

In realtà, ah, quale divario fra ciò che dovremmo essere e ciò che siamo!

Nonostante le deficienze dolorose che si possono constatare, ricordiamo che, dal giorno del nostro Diaconato, siamo dello Spirito Santo. Sappiamo per fede ch’Egli è sanctus… et munificans; corroboriamo la nostra fede con la fiducia, e rinnoviamo a Dio la preghiera che il Vescovo gli porgeva per noi nell’atto di consacrarci:

Domine sancte, Pater fidei, spei et gratiae, et profectuum remunerator qui in coelestibus et terrenis angelorum ministeriis ubique disvositis per omnia elementa voluntatis tuae diffundis

effectum, hos quoque famulos tuos spirituali dignare illustrare affectu; ut tuis obsequiis expediti, sanctis altaribus tuis ministri puri accrescant. — II Signore ci ascolti ed esaudisca!

Spiritum sanctum ad robur…

Siamo forti, e progrediamo continuamente in virtù e santità.

https://www.haerentanimo.org/il-sacerdote-e-il-diaconato/#more-227


AMDG et DVM