San Vincenzo Ferreri
San Vincenzo Ferreri
sacerdote (1350-1419)
La memoria liturgica si celebra il 5 aprile, ma all’Ordine domenicano è stato concesso di posticiparla al 5 maggio, poiché quest’ultima data non cadendo in Quaresima consente alla Famiglia Domenicana di celebrare tale ricorrenza con maggiore enfasi.
San Vincenzo Ferreri nacque a Valencia nel 1378. ordinato sacerdote nel 1378, quando scoppiò lo scisma d’Occidente con le due sedi pontificie di Roma e di Avignone, egli, in buona fede, si schierò con il papa illegittimo; ma fu sempre comunque pieno di zelo, predicando in varie nazioni, affinché si ristabilisse l’unità della chiesa.
Il santo parlava in madrelingua castigliana, ma tutti lo comprendevano nella propria.
Fu un grande predicatore e una guida spirituale molto pratica. Una volta venne da lui a chiedere consiglio una donna sposata: “ Padre, ditemi come devo fare con mio marito, sempre violento appena apro bocca …”. San Vincenzo le diede una boccetta piena di acqua, dicendole: “ E’ un’acqua preziosa questa; appena tuo marito accenna ad infuriarsi, bevetene un buon sorso e tenetela in bocca finché non si sia calmato …”.
La vita del sacerdote domenicano spagnolo S. Vincenzo Ferreri è legata al mondo angelico. Egli stesso, a livello iconografico, viene assai spesso rappresentato come un angelo vestito da domenicano, con le ali dietro le spalle e una tromba in mano. Questo perché un giorno durante una predica in cui commentava il passo dell’Apocalisse “ Poi vidi un altro angelo che volando in mezzo al cielo recava un vangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, razza, lingua e popolo. Egli gridava a gran voce: Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio” ( Ap. 14, 6-7) affermò di esser lui l’angelo di cui parlava il libro sacro ed esortò i suoi uditori a dare gloria all’Altissimo perché il Suo Giudizio non era un avvenimento poi tanto lontano. Fra Vincenzo era un uomo e non un angelo ma sentì quel giorno di esserlo perché sentì improvvisamente data a sé una funzione che Dio dà ad alcuni angeli, in genere appartenenti al coro degli arcangeli, quella di annunciare grandi eventi.
Personalmente devoto agli Angeli custodi, suo e delle persone che incontrava egli non perdeva occasione di magnificare dinnanzi ai fedeli la missione benefica loro affidata e di invitare caldamente a corrispondervi con gratitudine e docilità; e raccomandava caldamente la recita dell’invocazione Angelo di Dio, affermando che chi si lascia guidare dal suo angelo custode non smarrisce la propria strada. Dio volle esortarlo un giorno ad aver devozione anche agli Angeli custodi delle città e delle nazioni. S. Vincenzo era un predicatore itinerante ed aveva ricevuto inconsapevoli aiuti nelle suo peregrinare da questi Angeli.
Le cronache narrano che stando un giorno per entrare a piedi insieme a un gruppo di fedeli nella città di Barcellona per ammaestrarne gli abitanti si fermò improvvisamente davanti alla porta della città detta allora Puerta del Orbs o Puerta Els e guardando in alto disse in dialetto catalano: Angel de Déu ¿Qué fas aquí? Che fai qui Angelo di Dio?
Dopo un po’, come se avesse ricevuto una risposta soddisfacente, era entrato in Barcellona attraverso la Porta. A chi gli chiedeva che cosa avesse visto e con chi avesse parlato raccontò di aver visto un grande Angelo con una spada nella mano destra e una corona regale nella mano sinistra che aveva affermato, sempre in dialetto catalano, di esser l’ Angelo protettore di Barcellona per ordine dell’Altissimo che gli avrebbe dato aiuto. Dobbiamo credere che da allora S. Vincenzo non entrò più in nessuna città europea senza salutarne prima l’Angelo protettore.
Gli abitanti di Barcellona, saputa la visione di S. Vincenzo, ribattezzarono subito Puerta del Orbs Puerta del Angel. Nel 1466 fu costruita presso di essa una cappella contenente una statua dell’Angelo di Barcellona. Oggi non esistono né la Porta né la cappella. Il professore Antonio
Adinolfi nella sua relazione sull’iconografia angelica al meeting sugli angeli del 2010 a Campagna (Sa), parla di tre xilografie che raffigurano la visione di S. Vincenzo che sono state riportate su tre cartoline con annullo filatelico nel 1966 in occasione dell’ XI esposizione filatelica e numismatica di SAINTS-HOSTAFRANCS (che è un nuovo quartiere di Barcellona) per ricordare il V centenario della costruzione della cappella. In esse l’Angelo vi appare maestoso. In due di esse dalla bocca di S. Vincenzo esce scritta la domanda che fece all’angelo, dalla bocca dell’Angelo la sua risposta.
Nel Museo della Cattedrale di Barcellona – precisa il prof. Adinolfi – c’è un retablo quattrocentesco di Jaime Huguet in cui si vede l’angelo custode di Barcellona insieme non a S. Vincenzo Ferreri ma al sacerdote francescano italiano S. Bernardino da Siena. Come mai? Il prof. Adinolfi lo spiega col fatto che S. Bernardino conobbe da giovane S. Vincenzo quando questo predicava in Piemonte.
Lo andò ad ascoltare ad Alessandria. Il Ferreri vedendolo tra la folla dei suoi uditori disse con accento profetico: “Io torno ad evangelizzare la Francia e la Spagna perché c’è tra voi un frate Minore ( N.B. Bernardino non era ancora frate) che predicherà per tutta l’Italia la parola di Dio come non si è mai sentito”. Canonizzato nel 1450, Bernardino fu raffigurato da Jaime Huguet pochi anni dopo insieme all’Angelo di Barcellona.
Bernardino ha la stesso atteggiamento con cui sarà raffigurato Vincenzo Ferreri canonizzato dopo Bernardino: libro sacro aperto nella mano sinistra, braccio destro alzato e indice della mano destra che indica il cielo.
L’Angelo di Barcellona di Huguet ha una tunica candida con una sottile stola incrociata sul petto ed è coperto da un elegantissimo mantello sui cui bordi, che gli scendono dai polsi, sono ricamate verticalmente figure di santi. Nella mano destra ha la spada ma nella sinistra ha uno scudo crociato e non una corona come aveva nell’apparizione a S. Vincenzo. E’, nello stesso tempo, un angelo sacerdote e un angelo-guerriero. Il Ferreri morì a Vannes in Francia nel 1419, egli è il protettore dei predicatori e dei costruttori e lo si invoca contro l’epilessia, contro i fulmini e i terremoti.
don Marcello Stanzione
TIMETE DEUM ET DATE ILLI HONOREM
“L’Angelo dell’Apocalisse”
Modo di predicare
“Nelle prediche e nelle esortazioni usa un linguaggio semplice e una conversazione familiare per spiegare i doveri particolari. Insisti sugli esempi quanto più puoi, perché qualsiasi peccatore che ha commesso un determinato peccato si senta scosso come se tu predicassi per lui solo.
Parla in modo tale che le parole non sembrino provenire da un animo superbo ed indignato, ma piuttosto da sentimenti di carità e di pietà paterna. Comportati come un padre che si duole dei figli traviati, o che soffre per una loro grave infermità. Procedi come chi cerca di tirar fuori e liberare da una fossa profonda coloro che vi si trovano e curali come una madre. Trattali insomma come uno che gode del loro progresso e spera di portarli alla gloria del paradiso.
Tale atteggiamento suole essere proficuo agli ascoltatori, mentre un discorso generico sulle virtù e sui vizi tocca poco gli ascoltatori.
Così pure nelle confessioni, sia che tu conforti con dolcezza i pusillanimi, sia che incuta terrore agli incalliti nel male, mostra sempre sentimenti di carità perché il peccatore capisca che le tue parole derivano da un sincero amore.
Le parole caritatevoli e dolci siano sempre preferite a quelle che pungono.
Tu, dunque, che desideri essere utile alle anime del prossimo, per prima cosa ricorri a Dio con tutto il cuore e chiedi a lui con semplicità questa grazia, che si degni di infondere in te quella carità, che è la perfezione delle virtù, e per mezzo della quale tu possa compiere ciò che desideri.”
Dal trattato « Sulla vita spirituale » di san Vincenzo Ferrer, sacerdote (Cap. 13; ed. GargantaForcada, pp. 513-514)
O Dio, che hai suscitato nella Chiesa san Vincenzo Ferreri come predicatore infaticabile del Vangelo, per richiamare gli uomini all’attesa vigilante del giudizio, concedi anche a noi di prepararci alla venuta del Signore, per contemplarlo nella gloria del suo regno. Per il nostro Signore.
Opere e scritti
De moderno schismate, trattato teologico-canonico, che mira a dimostrare la legittimità di Clemente VII; De vita spirituali, trattato di spiritualità, probabilmente il più diffuso al termine del Medioevo; Sermones, dicorsi suddivisi secondo i tempi liturgici e del calendario.
Fra gli scritti: De supponitionibus dialecticis; Quaestio solemnis de unitate universalis; Tractatus novus et valde compendiosus contra perfidiam iudaeorum; Tractatus consolatorius in tentationibus circa fidem; Liber de sacrificio Missae; Ordinaçions y establisements pera la Confraria de la preçiosa Sanch de J. C., anomenada dels disciplinants.
Fra gli opuscoli: De suppositionibus terminorum; De unitate universalis; De moderno Ecclesiae schismate.
AVE MARIA!