"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
domenica 28 marzo 2021
Un solo papa si dimise nel primo millennio del papato come Ratzinger: Benedetto VIII
27 marzo 2021
Dopo cinque anni abbiamo compreso un messaggio velato, ma inequivocabile, di papa Benedetto XVI.
Avevamo già scritto dei suoi strani, inspiegabili errori di latino nella Declaratio di “dimissioni” dell’11 febbraio 2013, QUI , con tanto di refuso nell’orario (ore 29.00). Errori poi corretti di fronte al mondo intero da illustri filologi, ma con Ratzinger che tre anni dopo dice di essere un ottimo latinista sul Corriere della Sera, QUI .
Incongruenze troppo gravi tanto che secondo vari studiosi, fra teologi, latinisti e giuristi QUI e QUI , si tratta di ERRORI NON CASUALI, ma fatti apposta per convogliare l’attenzione su dimissioni invalide, peraltro solo annunciate e mai ratificate QUI .
Tuttavia, se gli errori di latino lasciano ancora qualche margine di incertezza, l’errore in storia pare proprio di no.
Il 22 febbraio, lo scrivente, sfogliando “Ultime conversazioni” (Garzanti 2016) libro-intervista di Peter Seewald a Benedetto XVI, nota alcune righe.
Il giornalista chiede al Santo Padre: “Con lei, per la prima volta nella storia della Chiesa, un pontefice nel pieno ed effettivo esercizio delle sue funzioni si è dimesso dal suo “ufficio”. C’è stato un conflitto interiore per la decisione?”.
Benedetto risponde, sibillino: “Non è così semplice, naturalmente. Nessun papa si è dimesso per mille anni e anche nel primo millennio ciò ha costituito un’eccezione”.
Incuriositi dalla risposta, siamo andati a controllare nei testi di storia della Chiesa...
ERRORE GRAVISSIMO!
Infatti, negli ultimi “mille anni” (tornando indietro fino al 1016) ci sono stati ben sei papi che si sono dimessi (nel 1406, 1298, 1048, 1046, 1045, 1044) e “nel primo millennio” del papato (dal 33 fino al 1033) ce ne sono stati altri sei (negli anni 235, 304, 366, 537, 964 e 1008).
Quindi, l’affermazione di Ratzinger “Nessun papa si è dimesso per mille anni” non ha alcun senso. Almeno, se intendiamo “dimettersi” come “dimettersi dall’ufficio papale (munus)”, abbandonando legalmente il trono di Pietro.
Infatti, Benedetto si era invece deciso per un tipo tutto particolare di “dimissioni” e lo specifica subito a Seewald: “Non è così semplice, naturalmente”. Ovvero: nella natura delle cose, l’ufficio papale non è ”semplice”, cioè non è costituito da un elemento unico e inseparabile.
Nel 1983, Giovanni Paolo II presumibilmente insieme al card. Ratzinger (dato che era già da due anni prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e molto vicino a Wojtyla), specificarono che l’ufficio ecclesiastico del papa era costituito dal munus (incarico divino) che conteneva il ministerium (esercizio pratico). Prima, per dimettersi bastava dire: “rinuncio all’ufficio”. Dall’83 in poi, bisogna invece rinunciare al munus per far decadere, ovviamente, anche il ministerium.
E Ratzinger ha dichiarato di voler fare l'OPPOSTO: nella Declaratio di dimissioni dell’11 febbraio 2013, riccamente corredata di refusi ed errori di latino, annunciò che avrebbe rinunciato, addì 28 febbraio, a decorrere dalle ore 20.00, al ministerium, solo all’esercizio pratico del potere, (a fare il papa, quindi), ma non al munus (l’ufficio, appunto, non all’essere il papa), QUI . E peraltro, alle 20.00, non firmò né dichiarò nulla in proposito per ratificare il suo annuncio, QUI.
Che Ratzinger, oggi, resti ancora l’unico papa (“Il papa è uno solo” ripete da otto anni), ce lo spiega lui stesso con un dotto e preciso riferimento storico.
Quando dice a Seewald “nel primo millennio (del papato) ciò ha costituito un’eccezione”, ha ragione. Dal 33 al 1033, c’è stata davvero “un’eccezione” in tal senso: un papa che, oppresso da un antipapa, per qualche tempo dovette rinunciare a fare il papa, rinunciando cioè al ministerium, senza perdere il munus, ovvero restando il papa.
Noi avevamo pensato prima a papa Silverio, (480-537), ma il pontefice più significativo ci viene proposto dall’esperto latinista frà Alexis Bugnolo e – sorpresa - E' UN ALTRO BENEDETTO, l’VIII, nato Teofilatto dei conti di Tuscolo.
Nel 1012, quindi, come dice Ratzinger - non “1000 anni prima”, ma nel “primo millennio” della Chiesa, - secondo l’accortissimo uso delle sue parole nel riferimento temporale - Benedetto VIII di Tuscolo, appena eletto papa, fu spodestato dall’antipapa Gregorio VI e costretto a fuggire da Roma lasciando per alcuni mesi il ministerium nelle mani dell’avversario, finché l’imperatore Enrico II fece giustizia cacciando l’antipapa Gregorio. Benedetto VIII rimase SEMPRE il papa.
In sostanza, Benedetto XVI ci sta dicendo: nel 2013 io mi sono “dimesso” proprio come fece il papa Benedetto VIII, smettendo per un periodo di esercitare il potere pratico, a causa dell’antipapa.
Ma così come Benedetto VIII restò sempre papa, anche io lo sono ancora. Quindi, se oggi qualcun altro esercita il potere pratico al mio posto e si proclama papa, è un … ?
Ditelo voi.
Il Papa: Il vero teologo è colui che non cede alla tentazione di misurare con la propria intelligenza il mistero di Dio
Il Papa: "Il Signore ci aiuti a essere veri teologi, che possono annunciare il suo mistero perché toccati nella profondità del proprio cuore..."
Vedi anche:
VIDEO THE VATICAN
Il Papa celebra ad orientem con la Commissione Teologica (Cantuale Antonianum)
Il Papa: Umiltà, virtù dei teologi. La ragione «non si metta sopra Dio» (Cardinale)
Benedetto XVI ai teologi: Dio si lascia comprendere dai più umili (Zenit)
Il Papa: Il vero teologo è colui che non cede alla tentazione di misurare con la propria intelligenza il mistero di Dio (Apcom e Asca)
Il Papa: senza la fede la teologia e l'esegesi sono solo teorie (Izzo)
Il Papa: Un invito ad un esame di coscienza per chiedersi cosa è la teologia, che cosa siamo noi teologi, come fare bene teologia (Sir)
Benedetto XVI ai teologi: se non si ha l'umiltà di sentirsi piccoli non è possibile alcuna comprensione di Dio (Radio Vaticana)
SANTA MESSA CON I MEMBRI DELLA COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, 01.12.2009
Alle ore 7.30 di questa mattina, nella Cappella Paolina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI ha celebrato la Santa Messa con i Membri della Commissione Teologica Internazionale.
Riportiamo di seguito il testo dell’omelia che il Papa ha pronunciato nel corso della celebrazione eucaristica:
OMELIA DEL SANTO PADRE
Cari fratelli e sorelle,
le parole del Signore, che abbiamo ascoltato poc’anzi nel brano evangelico, sono un sfida per noi teologi, o forse, per meglio dire, un invito a un esame di coscienza: che cosa è la teologia? che cosa siamo noi teologi? come fare bene teologia?
Abbiamo sentito che il Signore loda il Padre perché ha nascosto il grande mistero del Figlio, il mistero trinitario, il mistero cristologico, davanti ai sapienti, ai dotti – essi non l’hanno conosciuto -, ma lo ha rivelato ai piccoli, ai nèpioi, a quelli che non sono dotti, che non hanno una grande cultura. A loro è stato rivelato questo grande mistero.
Con queste parole il Signore descrive semplicemente un fatto della sua vita; un fatto che inizia già ai tempi della sua nascita, quando i Magi dell’Oriente chiedono ai competenti, agli scribi, agli esegeti il luogo della nascita del Salvatore, del Re d’Israele. Gli scribi lo sanno perché sono grandi specialisti; possono dire subito dove nasce il Messia: a Betlemme! Ma non si sentono invitati ad andare: per loro rimane una conoscenza accademica, che non tocca la loro vita; rimangono fuori. Possono dare informazioni, ma l’informazione non diventa formazione della propria vita.
Poi, durante tutta la vita pubblica del Signore troviamo la stessa cosa.
È inaccessibile per i dotti comprendere che questo uomo non dotto, galileo, possa essere realmente il Figlio di Dio. Rimane inaccettabile per loro che Dio, il grande, l’unico, il Dio del cielo e della terra, possa essere presente in questo uomo.
Sanno tutto, conoscono anche Isaia 53, tutte le grandi profezie, ma il mistero rimane nascosto. Viene invece rivelato ai piccoli, iniziando dalla Madonna fino ai pescatori del lago di Galilea. Essi conoscono, come pure il capitano romano sotto la croce conosce: questi è il Figlio di Dio.
I fatti essenziali della vita di Gesù non appartengono solo al passato, ma sono presenti, in modi diversi, in tutte le generazioni. E così anche nel nostro tempo, negli ultimi duecento anni, osserviamo la stessa cosa.
Ci sono grandi dotti, grandi specialisti, grandi teologi, maestri della fede, che ci hanno insegnato molte cose. Sono penetrati nei dettagli della Sacra Scrittura, della storia della salvezza, ma non hanno potuto vedere il mistero stesso, il vero nucleo: che Gesù era realmente Figlio di Dio, che il Dio trinitario entra nella nostra storia, in un determinato momento storico, in un uomo come noi. L’essenziale è rimasto nascosto! Si potrebbero facilmente citare grandi nomi della storia della teologia di questi duecento anni, dai quali abbiamo imparato molto, ma non è stato aperto agli occhi del loro cuore il mistero.
Invece, ci sono anche nel nostro tempo i piccoli che hanno conosciuto tale mistero. Pensiamo a santa Bernardette Soubirous; a santa Teresa di Lisieux, con la sua nuova lettura della Bibbia "non scientifica", ma che entra nel cuore della Sacra Scrittura; fino ai santi e beati del nostro tempo: santa Giuseppina Bakhita, la beata Teresa di Calcutta, san Damiano de Veuster. Potremmo elencarne tanti!
Ma da tutto ciò nasce la questione: perché è così?
È il cristianesimo la religione degli stolti, delle persone senza cultura, non formate? Si spegne la fede dove si risveglia la ragione? Come si spiega questo?
Forse dobbiamo ancora una volta guardare alla storia. Rimane vero quanto Gesù ha detto, quanto si può osservare in tutti i secoli. E tuttavia c’è una "specie" di piccoli che sono anche dotti. Sotto la croce sta la Madonna, l’umile ancella di Dio e la grande donna illuminata da Dio. E sta anche Giovanni, pescatore del lago di Galilea, ma è quel Giovanni che sarà chiamato giustamente dalla Chiesa "il teologo", perché realmente ha saputo vedere il mistero di Dio e annunciarlo: con l’occhio dell’aquila è entrato nella luce inaccessibile del mistero divino. Così, anche dopo la sua risurrezione, il Signore, sulla strada verso Damasco, tocca il cuore di Saulo, che è uno dei dotti che non vedono. Egli stesso, nella prima Lettera a Timoteo, si definisce "ignorante" in quel tempo, nonostante la sua scienza. Ma il Risorto lo tocca: diventa cieco e, al tempo stesso, diventa realmente vedente, comincia a vedere. Il grande dotto diviene un piccolo, e proprio per questo vede la stoltezza di Dio che è saggezza, sapienza più grande di tutte le saggezze umane.
Potremmo continuare a leggere tutta la storia in questo modo. Solo un’osservazione ancora. Questi dotti sapienti, sofòi e sinetòi, nella prima lettura, appaiono in un altro modo. Qui sofia e sínesis sono doni dello Spirito Santo che riposano sul Messia, su Cristo. Che cosa significa? Emerge che c’è un duplice uso della ragione e un duplice modo di essere sapienti o piccoli.
C’è un modo di usare la ragione che è autonomo, che si pone sopra Dio, in tutta la gamma delle scienze, cominciando da quelle naturali, dove un metodo adatto per la ricerca della materia viene universalizzato: in questo metodo Dio non entra, quindi Dio non c’è.
E così, infine, anche in teologia: si pesca nelle acque della Sacra Scrittura con una rete che permette di prendere solo pesci di una certa misura e quanto va oltre questa misura non entra nella rete e quindi non può esistere.
Così il grande mistero di Gesù, del Figlio fattosi uomo, si riduce a un Gesù storico: una figura tragica, un fantasma senza carne e ossa, un uomo che è rimasto nel sepolcro, si è corrotto ed è realmente un morto. Il metodo sa "captare" certi pesci, ma esclude il grande mistero, perché l’uomo si fa egli stesso la misura: ha questa superbia, che nello stesso tempo è una grande stoltezza perché assolutizza certi metodi non adatti alle realtà grandi; entra in questo spirito accademico che abbiamo visto negli scribi, i quali rispondono ai Re magi: non mi tocca; rimango chiuso nella mia esistenza, che non viene toccata. È la specializzazione che vede tutti i dettagli, ma non vede più la totalità.
E c’è l’altro modo di usare la ragione, di essere sapienti, quello dell’uomo che riconosce chi è; riconosce la propria misura e la grandezza di Dio, aprendosi nell’umiltà alla novità dell’agire di Dio. Così, proprio accettando la propria piccolezza, facendosi piccolo come realmente è, arriva alla verità. In questo modo, anche la ragione può esprimere tutte le sue possibilità, non viene spenta, ma si allarga, diviene più grande. Si tratta di un’altra sofìa e sìnesis, che non esclude dal mistero, ma è proprio comunione con il Signore nel quale riposano sapienza e saggezza, e la loro verità.
In questo momento vogliamo pregare perché il Signore ci dia la vera umiltà. Ci dia la grazia di essere piccoli per poter essere realmente saggi; ci illumini, ci faccia vedere il suo mistero della gioia dello Spirito Santo, ci aiuti a essere veri teologi, che possono annunciare il suo mistero perché toccati nella profondità del proprio cuore, della propria esistenza. Amen.
© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana
SIGNORE, riversa sul mondo intero i tesori della TUA INFINITA MISERICORDIA.
GLI AMICI DELLA CROCE GLORIOSA
<<GESÙ di NAZARETH ha trionfato dalla MORTE IL SUO REGNO è ETERNO EGLI VIENE per vincere il mondo e il tempo - Pietà mio DIO, per quelli che Ti bestemmiano, perdona loro, essi non sanno quello che fanno. - Pietà mio DIO, per lo scandalo del mondo, liberali dallo spirito di Satana. - Pietà mio DIO, per quelli che fuggono da TE, dà loro il gusto della Santa EUCARESTIA. - Pietà mio DIO, per quelli che verranno a pentirsi ai piedi della CROCE GLORIOSA, che essi vi trovino la PACE e la GIOIA in DIO nostro SALVATORE. - Pietà mio DIO, affinché venga il TUO REGNO. Ma salvali, è encora tempo... perché il tempo è vicino, ed ecco che IO VENGO. AMEN VIENI, SIGNORE GESÙ Dite una decina di corona (1 Pater, 10 Ave) - SIGNORE, riversa sul mondo intero i tesori della TUA INFINITA MISERICORDIA.>> |
Gesù promette che oghi focolare che dirà questa preghiera con grande fiducia ogni giorno, sarà protetto dà ogni cataclisma, e che Egli verserà nei cuori la SUA MISERICORDIA. (Promessa fatta da Gesù stesso a Madalena il 28 Marzo 1975 a Dozulé (Francia).
SI FECERITIS QUAE EGO PRAECIPIO VOBIS."
"VOUS ETES MES AMIS
SI VOUS FAÎTES CE QUE JE VOUS COMMANDE."
SE FARETE QUELLO CHE IO VI COMANDO"
A Dozulé una prova materiale dell'attendibilità
Su indicazioni peraltro molto precise di Nostro Signore è stata scavata una modestissima "vasca di Purificazione" : "Venitevi tutti in processione e non temete di favarvi in quest'acqua polverosa"... "Il vostro spirito sarà purificato". Ora, in quest'acqua stagnante, la polvere non si deposita mai sul fonda, come se la sua pesantezza non avesse sull'acqua alcun effetto mentre, se si preleva un po' della stessa acqua e la si versa in un recipiente, la polvere si deposità normalmente sul fondo e l'acqua ridiviene perfettamente limpida.
Risulta fin troppo chiaro che la venuta fiduciosa dei Pellegrini a Dozulé deve essere preceduta da una buona e completa confessione sacramentale e che chiunque reciti la Preghiera quotidiana dettata da Cristo deve mantenersi in una perfetta limpidezza spirituale.
Libri per sapere di più su Dozulé :
- Abbé L'Horset, Parroco di Dozulé : "DOZULE, racconto inedito del primo testimone" edizioni "SEGNO"
- Padre MANCEAUX (MSM) :
"Il Ritorno Glorioso del Figlio dell'Uomo" (69 FFrs + affrancatura = 85 FFrs) e
- "Dozulé, Messaggio di Cristo" le 49 Apparizioni in
un opuscolo di 60 pagine (11 lingue) (20 FFrs + affrancatura = 25 FFrs)
presso LES AMIS DE LA CROIX GLORIEUSE, 171, rue de l'Université 75007 - PARIGI (Francia)
- "Testimoni della Croce", messaggi ricevuti da "JNSR" in 4 volumi, di cui (Edizioni "SEGNO") :
Vol. I : "Messaggi di Vita"
Vol. II : "Inno alla Mia Chiesa"
Vol III : "Ecco Mia Madre, fate tutto cio che vi dirà"
Vol. IV : "Vivez avec Moi, les Merveilles de la Nouvelle Création du Père" da dove sono tratti gli estratti siguien.
Per ogni corrispondenza :
("Les Amis de la Croix Glorieuse" )
171, rue de l'Université - 75007 PARIS (FRANCIA)
Permanenza : del Martedi al Venerdi giù da 14 a 17 ora
Assegno postale : 21228 53-E Paris (FFR)
Tel. : 33 (0)1 47 53 06 23
MESSAGGI DI GESU' A DOZULE' 49 anni or sono: 28 marzo 1972
MESSAGGI DEL CHRISTO A DOZULE
"Per la terza volta, Maddalena, vi chiedo di ESSERE MIO APOSTOLO
adempiendo l’incarico che vi ho domandato.
Non temete, sarete odiota per causa mia.
Ma, in seguito, nasceranno dei figli di luce in questa città." (1)
49a Apparizione, il 6 ottobre 1978
Maddalena Aumont Sarta, nata il 27 ottobre 1924 Sposata il 14 Agosto 1948, cinque banbini et sei piccoli nipotini. | "Non abbiate paura, "O Maddalena che una sorte felice ha fatto sposa! Annunciate le meraviglie di Colui che vi ha chiamata dalle tenebre alla Sua ammirabile luce." 27 dicembre 1972. 7a Apparizione, 1a di Jésus | "Senza lo Spirito Santo l’uomo non è nulla, non può nulla. Bisogna pregare con amore poiché senza lo Spirito di Dio siamo nulla. Egli veglia su di noi continuamente. Ditelo a tutti." Maddalena Aumont, 1970.
|
Avvertimento : Ressource ha trasmesso i messaggi integrali della signora Maddalena Aumont. Maddalena attende, e noi con lei, il giudizio della Santa Madre Chiesa universale, unica "Sposa di Cristo". E’ a lei sola che Gesù ha dato le chiavi della sua Parola. Ressource ha elaborato un progetto di costruzione della Croce Gloriosa, della quale ha dimostrato la fattibilità. Soltanto le autorità civili e religiose competenti decideranno della sua costruzione così come della costruzione del Santuario della Riconciliazione, ciascuna per quanto di sua competenza. Questa è la sola strada verso la Riconciliazione delle Chiese e dei popoli.
| Il 16.10.1978, elezione del Papa. Fine 78, il Papa riceve i messaggi diDozule dal Padre Jean ricevuto in udienza privata. |
Tavola delle apparizioni e dei messaggi a Maddalena Aumont di Dozulé in Normandia.
Prologo - 1a visita di Gesù.
"Da questo 12 aprile 1970, per me, è la resurrezione." "...Une presenza che non era di questo mondo."
1a Apparizione, 28 marzo 1972, Haute Butte - 2a visita di Gésù :
"Farete conoscere questa Croce e la porterete."
2a Apparizione 8 novembre 1972, Haute Butte : - 3a visita di Gésù
"E' tempo di salvare tutti quei peccatori che non amano Gesù."
3a Apparizione 7 dicembre 1972, Haute Butte - 4a visita di Gésù
"Dite al sacerdote di fare innalzare in questo luogo la Croce Gloriosa e, ai suoi piedi, un Santuario."
4a Apparizione,19 dicembre 1972, Haute Butte - 5a visita di Gésù
"Vedrete questa Croce ancora tre volte."
5a Apparizione, 20 dicembre 1972, Haute Butte - 6a visita di Gésù
"Dite al sacerdote che la Croce Gloriosa, innalzata in questo luogo, sia paragonabile a Gerusalemme."
6a Apparizione, 21 dicembre 1972, Haute Butte - 7a visita di Gésù
"Trovate tre persone e recitate insieme il rosario per l’elevazione della Croce Gloriosa,
qui, al limite del territorio di Dozulé."
7a Apparizione, 27 dicembre 1972, - 8a visita di Gésù
Maddalena ha addobbato di fiori per un matrimonio
"Non abbiate paura, Io sono Gesù di Nazareth, il Figlio dell’Uomo Risuscitato."
8a Apparizione, 12 giugno 1973, cappella di San Giuseppe - 9a visita di Gésù
"Far innalzare la Croce Gloriosa e il Santuario della Riconciliazione."
9a Apparizione, 6 luglio 1973, cappella di San Giuseppe - 10a visita di Gésù
"La serva del Signore avrà parlato una lingua che le è sconosciuta."
10a Apparizione, 7 settembre 1973, cappella di San Giuseppe - 11a visita di Gésù
"Rallegratevi, rallegratevi incessantemente nel Signore, come la serva del Signore qui presente sovrabbonda di gioia nella luce che scopre."
11a Apparizione, 5 ottobre 1973, cappella di San Giuseppe - 12a visita di Gésù
"Pietà mio Dio" "La Croce Gloriosa deve essere paragonabile alla città di Gerusalemme per la sua dimensione verticale (738 metri). Deve essere di una grande luminosità."
12a Apparizione, 2 novembre 1973, cappella di San Giuseppe - 13a visita di Gésù
"Dozulé è ormaggio una città benedetta e sacra."
13a Apparizione, 4 gennaio 1974, cappella di San Giuseppe - 14a visita di Gésù
"Perchè avete paura? Perchè dubitate? Io sono qui!"
14a Apparizione, 1er marzo 1974, cappella di San Giuseppe - 15a visita di Gésù 15a Apparizione, 5 aprile 1974, cappella di San Giuseppe - 16a visita di Gésù 16a Apparizione, 3 maggio 1974, cappella di San Giuseppe Vi visito per la 17a volta. | |
17a Apparizione, 31 maggio 1974, cappella di San Giuseppe
"Sono Michele l’arcangelo" "Sono Gesù di Nazareth, il Figlio dell’Uomo Risuscitato dai morti." "Chiedete un cero. Deponetelo acceso. Che tutti quelli che verranno in questa cappella vi imitino."
18a Apparizione, 5 luglio 1974, cappella di San Giuseppe.
"Gesù appare ma rimane silenzioso."
19 luglio 1974 : "Scoperta dell'acqua nel bacino."
19a Apparizione, 3 agosto 1974, nel giardino verso la Haute Butte
"Venite tutti in processione e non temete di lavarvi. Quest’acqua non è una sorgente.
E’ un’acqua che esce dalla terra."
20a Apparizione, 6 settembre 1974, cappella di San Giuseppe
"Non lamentatevi."
21a Apparizione, 1° novembre 1974, chiesa di Dozulé
"Dopo quei giorni di sconforto, allora apparirà nel cielo il Figlio dell’Uomo stesso."
22a Apparizione, 14 febbraio 1975, cappella di San Giuseppe
"Il Signore mi è apparso ... Non mi ha detto nulla."
23a Apparizione, 21 febbraio 1975, cappella di San Giuseppe
"Dite al sacerdote che é nel nome di Dio e tramite Lui che avete profetizzato."
24a Apparizione, 28 febbraio 1975, cappella di San Giuseppe.
"Questa generazione è la più ipocrita e la più malvagia."
25a Apparizione, 7 marzo 1975, cappella di San Giuseppe
"Questa città ... benedetta e sacra sarà protetta..." "Siate umile ma non accettate alcun aiuto per voi stessa."
26a Apparizione, 14 marzo 1975, cappella di San Giuseppe.
"Perseverate, Maddalena, nella preghiera, nel digiuno e nell’astinenza."
27a Apparizione, 21 marzo 1975, cappella di San Giuseppe.
"Cominciate domani una novena."
28a Apparizione, 28 marzo 1975, à l'église de Dozulé
"E’ dalla la Croce Gloriosa, che è il segno del Figlio dell’Uomo, che il mondo sarà salvato."
29a Apparizione, 11 aprile 1975, cappella di San Giuseppe
"Dite al sacerdote: "Io desidero che il mondo intero conosca il messaggio.""
30a Apparizione, 2 maggio 1975, cappella di San Giuseppe
"Un rinnovamento perpetuo."
31a Apparizione, 30 maggio 1975, cappella di San Giuseppe
"Coloro che verranno a pentirsi ai piedi della Croce Gloriosa, Li risusciterò nello Spirito di Mio Padre."
32a Apparizione, 27 giugno 1975, cappella di San Giuseppe
"Dite alla religiosa che abbia la gentilezza di venire qui venerdì."
33a Apparizione, 4 luglio 1975, cappella di San Giuseppe
"Questa lettera è indirizzata al capo della Chiesa..." "...Voi capi delle Chiese, in verità vi dico,
è da questa Croce innalzata sul mondo che le nazioni saranno salvate..."
34a Apparizione, 19 settembre 1975, cappella di San Giuseppe
"Voi sacerdoti e religiose incaricati del messaggio, non lasciate che l’umanità corra alla sua perdizione."
35a Apparizione, 5 dicembre 1975, cappella di San Giuseppe
"...In questa vita Satana non avrà più alcun potere su di essi."
36a Apparizione, 25 dicembre 1975, Noël, cappella di San Giuseppe
"Una novena." "1° giorno."
"L’umanità non troverà la pace finché non conoscerà il Mio messaggio e non lo metterà in pratica."
37a Apparizione, 26 dicembre 1975, cappella di San Giuseppe
"2° giorno." "Moltiplicherò di grazie l’anima dei sacerdoti e delle religiose,
poiché è per essa che deve essere conosciuto il Mio messaggio."
38a Apparizione, 27 dicembre 1975, cappella di San Giuseppe
"3° giorno."
"Terrò presso il Mio Cuore le anime pie e fedeli, esse Mi hanno confortato sul cammino del calvario."
39a Apparizione, 28 dicembre 1975, cappella di San Giuseppe
"4° giorno.""Verserò i raggi della Mia grazia, quando conosceranno il Mio messaggio,
ai pagani e a tutti quelli che non Mi conoscono ancora."
40a Apparizione, 29 dicembre 1975, cappella di San Giuseppe
"5° giorno." "Attirerò all’unità della Chiesa l’anima degli eretici e degli apostati."
41a Apparizione, 30 dicembre 1975, cappella di San Giuseppe
"6° giorno." "Riceverò nella dimora del Mio Cuore i bambini e le anime umili
ffinché conservino un'affetto speciale al Padre Nostro dei cieli."
42a Apparizione, 31 dicembre 1975, cappella di San Giuseppe
"7° giorno." "Andate a dire al magistrato di questa città...
che Dio lo incarica di rendere alla Chiesa la terra di cui deve diventare proprietaria."
43a Apparizione, 1er gennaio 1976, cappella di San Giuseppe
"8° giorno." "Darò sollievo alle anime del Purgatorio. Il Mio Sangue spegnerà le loro scottature."
44a Apparizione, 2 gennaio 1976, cappella di San Giuseppe
"9° giorno." "Riscalderò i cuori più induriti, le anime ghiacciate, quelle che feriscono più profondamente il Mio Cuore."
44 bis, 10 dicembre 1976, cappella di San Giuseppe, a Gérard 44 ter, diametro della .Croce - 42 m 44 quarto, 7 marzo 1977, allée A. Daudet, n° 10 : Manus Domini... 44 quinto, 19 marzo 1977, allée A. Daudet, n° 4 : Sancto ducta flamine... |
45a Apparizione, 1er luglio 1977, cappella di San Giuseppe
"Egli dona la Sua grazia a tutti coloro che L’ascoltano e proclama beati coloro che fanno conoscere il Suo messaggio e lo mettono in pratica."1
46a Apparizione, 2 dicembre 1977, cappella di San Giuseppe
"Volete avere la bontà di consegnare i vostri manoscritti al sacerdote designato dall’uomo."
47a Apparizione, 3 febbraio 1978, cappella di San Giuseppe
"Satana vi seduce." "Voi, Maddalena, che siete il solo segno visibile per il Mio messagio, non cadrete più nell’errore."
48a Apparizione, 7 luglio 1978, cappella di San Giuseppe
"E' su questa montagna benedetta e sacra, luogo che Egli ha scelto, che si rinnovera ogni cosa."
49a Apparizione, 6 ottobre 1978, cappella di San Giuseppe
"Per la terza volta, Maddalena, vi chiedo di essere Mio Apostolo adempiendo l'incarico che vi ho domandato. Non temete, sarete odiata per causa Mia. Ma in seguito nasceranno dei figli di luce."
49a bis, al primo inizio del anno 1979 : "E’ tempo di dirlo a vostro marito." Sogno.
50a Apparizione, 6 agosto 1982, à l'église paroissiale.
"...Michele l’arcangelo: ...Gesù dona la Sua grazia a tutti quelli che fanno conoscere il Suo messagio."2
1 Canone 759: "I laici, in virtù del Battesimo e della Confermazione, sono, con la parola e con l'esempio della loro vita cristiana testimoni del messaggio evangelico. Possono anche essere chiamati a cooperare con il vescovo e con i sacerdoti nell'esercizio del ministero della parola." Codice di Diritto canonico promulgato da Giovanni Paolo II, il 25 gennaio 1983.
2 Il primo sacerdote autorizzato a predicare fu Sant'Agostino nel 4° secolo a Ippona (Algeria: Annaba).
Il primo diacono autorizzato a predicare fu, dopo san Efrem di Siria nel 4° secolo, san Francesco d'Assisi, nel 13° secolo.
E' il Concilio Vaticano II "Apostolicam actuositatem" che, per decreto del 18 novembre 1965 permise ai laici "un apostolato più intenso e più esteso"
Paolo VI e i vescovi del Concilio Vaticano II.