venerdì 14 agosto 2020

San Massimiliano Maria KOLBE

LA DONNA VESTITA DI SOLE

E CON DUE ALI D'AQUILA: 

ossia FEDE E CARITA' ...

 Capitolo 10 - La donna, il bambino e il drago


OGNUNO PUO' DIVENTARE SANTO CON L'IMMACOLATA





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SK 3 - A Maria Kolbe, Leopoli

Roma, 21 XI 1912
Sia lodato Gesù Cristo!

Carissima Mamma!
La tua lettera l'ho ricevuta oggi (da noi, infatti, consegnano la corrispondenza soltanto il giovedì,
che è giorno di vacanza, e la domenica; tuttavia per caso avevo saputo che era arrivata fin da lunedì).
La situazione non è proprio così cattiva come avevo sentito e ti avevo scritto in precedenza.
Gli italiani hanno certamente ben altro da fare che molestare noi.

Dopo tutto, di solito noi andiamo in gruppo; perciò, se qualcuno avesse voglia di importunarci, dovrebbe pensarci bene, per non ricevere un'adeguata risposta da noi.
Sto scrivendo nell'aula comune di studio, la quale, nel tempo stabilito, è come una stanza privata,
ma, dato che oggi non c'è scuola, si fa più ricreazione e c'è un po' di tempo libero.
Siamo appena tornati dal passeggio, durante il quale non manca mai una visita al ss. Sacramento
e in chiese sempre diverse, poiché ce ne sono circa 300.
Oggi siamo stati in quella dedicata a s. Cecilia, poiché domani è la sua festa: vi si cantavano i vespri
solenni.
Mi ha impressionato molto il bel canto del coro di uomini e ragazzi (in confronto i nostri dovrebbero
nascondersi!) e la illuminazione di un centinaio di lampadari con dodici candele ciascuno.
Nella chiesa gremita erano presenti quasi solo chierici e sacerdoti delle più svariate parti del mondo
(ci sono a Roma, come ho sentito, circa 30.000 tra religiosi e suore).
La chiesa è l'antico palazzo di s. Cecilia, la casa però è stata un po' trasformata.
Da un lato abbiamo visto perfino la sua stanza da bagno.
Nella chiesa c'è anche il sarcofago con le sue reliquie: è qui che è stata martirizzata.
Tutto ciò suscita davvero una enorme impressione (oh! mi sto dilungando troppo).

Nella festa di s. Stanislao Kostka siamo stati nella sua stanza, trasformata ora in cappella.
Abbiamo visitato pure il famoso Colosseo, dove venivano martirizzati i cristiani.
L'intero suolo dell'anfiteatro è impregnato del sangue dei martiri; per questo un Pontefice, per evitarne
la profanazione, ordinò di ricoprirlo con quattro metri e mezzo di terra.
Riguardo a quella faccenda 1, parlerò oggi stesso con il p. Rettore [Domenico Tavani].
Il mio indirizzo è:
fr. Massimiliano, Collegio Serafico, via di s. Teodoro n. 41/F, Roma, Italia.
Mi raccomando alle tue preghiere (neppure io me ne scordo).

fr. Massimiliano

Nota 3.1 L'ingresso di Maria Kolbe in un istituto di Suore Francescane di Assisi.

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giovedì 13 agosto 2020

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Ottavo giorno della Novena per l'Assunzione

 

Ottavo giorno della Novena per l'Assunzione della Beata Vergine Maria

  

Preghiera per l'Assunzione della  B. V. Maria

    O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini,

noi crediamo nella tua assunzione in anima e corpo al cielo,

ove sei acclamata da tutti i cori degli angeli e da tutte le schiere dei santi.

   E noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore che ti ha esaltata sopra

tutte le creature e per offrirti l'anelito della nostra devozione e del nostro amore.

   Noi confidiamo che i tuoi occhi misericordiosi si abbassino sulle nostre miserie

e sulle nostre sofferenze; che le tue labbra sorridano alle nostre gioie

e alle nostre vittorie; che tu senta la voce di Gesù ripeterti per ciascuno di noi:

   Ecco tuo figlio.

   E noi ti invochiamo nostra madre e ti prendiamo, come Giovanni, per guida,

forza e consolazione della nostra vita mortale.

   Noi crediamo che nella gloria, dove regni vestita di sole e coronata di stelle,

sei la gioia e la letizia degli angeli e dei santi. 

   E noi in questa terra, ove passiamo pellegrini, guardiamo verso di te,

nostra speranza; attiraci con la soavità della tua voce per mostrarci un giorno,

dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del tuo Seno, o clemente,

o pia, o dolce Vergine Maria. (Pio XII)

   7 Ave, Salve, Magnificat


Dai 'Quaderni',  2 agosto 1944

 

   Mentre faccio, dopo il ringraziamento della S. Comunione, le mie preghiere quotidiane, mi sento quella scossa, dirò così, quella sensazione speciale che provo quando Gesù mi vuole benedire con una sua grazia.
   Non riuscirò mai a spiegare bene questo fenomeno. È come un avvertimento che riceva tutto il mio io. Va all'anima, ma anche la materia lo sente. L'anima con una pace e una gioia subitanea e soprannaturale, che ancora non sa avere un nome ma che c'è; e il corpo con una specie di brivido che è nello stesso tempo calore e sensazione di benessere. Poi mi viene una specie di sonnolenza fisica, per cui desidero raccogliermi nel silenzio e nella solitudine e abbandonarmi sui guanciali come per sonno. Ma in realtà la mente e le facoltà spirituali sono più deste che mai e vedono e odono e godono vivendo intensamente. Si diminuiscono soltanto le forze fisiche come per languore o svenimento. Ma è una grande gioia!…
   Stamane sono sprofondata, e la vedo mentre scrivo, in cumuli di neve paradisiaca, come fossi su nevai sterminati e candidissimi contro l'azzurro più terso. La neve è data da falangi senza numero di angeli: perle vive trasvolanti sullo zaffiro del cielo. Angeli, angeli, angeli: luce e armonia. Luci rispetto alle quali sono opache e sporchi le perle più candide e i diamanti più tersi, armonie rispetto alle quali è discordante strepito il canto più perfetto e dolce della Terra.
   Cerchi festanti di luce nivea, cerchi intorno alla ancora più candida e splendida luce della beatissima Madre di Dio. Una luce così sfolgorante che vedo il volto di Maria e le sue mani come fossero dei soli irradianti raggi che sono quasi insostenibili all'occhio, così che il suo amato volto e le care mani congiunte in preghiera mi sono visibili a fatica dietro al velo di luce che da essi si irradia e che li circonda di un alone, di un impalpabile schermo di gloriosa luminosità. Ma pure, socchiudendo gli occhi dell'anima davanti a tanto fulgore, percepisco il sorriso beato di Maria, il suo dolce sguardo, umile e casto, amoroso tanto, degli occhi volti verso il basso, verso la povera Terra e la povera Maria che sono io, semivelati dalle ciglia. Uno sguardo di vergine umile e pudica, felice della sua festa ma non orgogliosa d'essa. Par che ripeta col suo atto il "Magnificat"1 che, se è riconoscimento dei doni di Dio a Lei, è soprattutto lode a Dio.
   Non vedo altro fuorché gli angeli festanti e la Mamma e Regina ritta sul suo splendido sostegno (luce, null'altro che luce che sale a fasciarla di luce) bellissima nel suo abito di perle rese stoffa, rese luce che è più forte di quella che la fascia, e nel suo viso, nelle sue mani che superano ogni luminosità tanto sono fulgenti.
   Che raggiare quello della Madre nostra! Ne ho l'anima fatta candida e fresca come fossi, come ho detto in principio, su sterminati nevai e non vedessi che immacolata neve contro un cielo terso e sotto un sole schietto.
 Oh! Paradiso!…

   Ore l2. Capo 44° (se leggo bene) di Ezechiele.


   Dice Gesù:


   «L'Inviolata giubilante in Cielo, l'Arca chiusa in cui nulla e nessuno poté metter mano perché là dove è entrato Dio non è lecito entri uomo, o ciò che è annesso all'uomo colpevole in Adamo, tu l'hai vista. Per Lei la fine della vita fu Vita gloriosa e immediata, perché chi aveva portato il Vivente non poteva conoscere morte, e chi non fu profanata da umanità non poteva conoscere profanazione di sepolcro. Ma la grande Regina, che rapisce nella gioia dell'estasi gli angeli, ti dà un altro insegnamento.


   "Il principe stesso si metterà a sedere davanti ad essa per mangiare il suo pane davanti al Signore", è detto2.
   Nessuno, per grande che sia, può venire nel mio cospetto se non riconosce in Maria, Porta chiusa da cui solo Dio è entrato, la Madre del Salvatore, la Madre-Vergine, la Madre divina.
   Io l'ho accumunata alla mia sorte di Vivente in Cielo per dirvi quale sia la sua gloria. Unicamente inferiore a Dio Ella è, perché da Lui creata. 

Ma la sua maternità e il suo dolore di Corredentrice la fanno eccelsa su ogni creatura. Porta di Dio, da Essa sgorga fede, speranza, carità; da Essa temperanza, giustizia, fortezza, prudenza; da Essa Grazia e grazie; da Essa salute, da Essa vi viene il Dio fatto Carne.

 O Madre mia! Per il Pontefice e per l'ultimo dei credenti sei tu la santa Pisside in cui l'Eucarestia attende di essere data a chi crede. Tutte le grazie passano attraverso il tuo Corpo inviolato, attraverso il tuo Cuore immacolato. E misteri e verità, e sacramenti e doni, vengono conosciuti con vera sapienza e gustati con conoscenza e frutto solo da quelli che sanno chiederli a te, davanti a te. Tu schermo fra il Sole e le anime e fra le anime e Dio, per cui la Divinità può esser contemplata dall'uomo e l'umanità esser presentata al Perfetto. Tu, Madre che hai dato Dio all'uomo e dai l'uomo a Dio, istruendolo col tuo sorriso e col tuo amore.
   Mio piccolo Giovanni, vieni sempre a Me passando per Maria. È il segreto dei santi. E la Porta chiusa, che non si aprì né s'aprirà mai per violenza umana, la Porta santa per cui solo Dio può passare, si apre al tocco di amore di un figlio di Dio. Si apre benigna. Quanto più umile e semplice è quello spirito che a Lei si volge, e tanto più Ella si apre e vi accoglie. Vi accoglie per insegnarvi la Sapienza e l'Amore tenendovi fra le sue braccia di Madre.
   Vai, Giovanni, alla tua Maestra che ti ama.


   Questo, poi, per un'altra categoria di persone che non sanno essere dei "piccoli Giovanni" né voci di Cristo.

   "I leviti3 che si allontanarono da Me nello smarrimento dei figli di Israele… saranno custodi e portieri della casa… Invece i sacerdoti e i leviti figli di Sadoc… si accosteranno a Me e staranno alla mia presenza… La loro eredità sono Io".
   Non succede solo per i sacerdoti nel senso letterale della parola. Prendiamolo in significato più vasto: credenti, o cristiani, se più piace.
 Colui che crede serve Dio. Col Battesimo e la Confermazione vi siete impegnati a ciò. Con la fedeltà alle cerimonie volete dire a Dio, a voi, e al mondo, che volete servire Dio. Siete dunque, senza consacrazione, dei piccoli sacerdoti del vostro Dio. Dovreste esserlo perché Io vi chiamo tutti intorno a Me per amarmi e servirmi in questa vita e nella futura.
   Ma che avviene, dunque, allora? Perché vediamo dall'alto dei Cieli troppi leviti che nello smarrimento del mondo si allontanano da Me dietro a idoli che, se sono vergogna a ogni uomo che la Grazia ha fatto figlio di Dio, sono vergogna somma e profanazione per un consacrato? Perché vi sono altre religioni e altre cerimonie che non sono le mie per costoro? Perché hanno fatto dell'egoismo, del senso, del denaro, dell'ambizione le loro religioni? Perché servono la menzogna non avendo che una veste e non un'anima sacerdotale?
   

E perché Io devo eleggere fra i figli di Sadoc coloro che sostituiscono le voci divenute mute e le lucerne spente? Per pietà del mondo. Sì. Per pietà.
   Ma guai a coloro che devo respingere al ruolo di custodi della mia Casa, non più di custodi! In ogni secolo vi furono gli eletti a sostituirli. Venuti da ogni professione e rango sociali. Portati dal turbine d'amore, salirono ben alti a purificarsi nel Fuoco e ad istruirsi con le voci della Fiamma divina. Hanno guardato un attimo Dio: con sincera, buona volontà di vederlo. E la visione li ha consacrati al suo servizio.
   Ed ecco che Io dico: "Essi staranno per la loro fedeltà alla mia presenza, i loro doni mi saranno graditi, Io li istruirò nella Verità, Io sarò la loro eredità".
   Oh! venite, o miei benedetti! Venite, voi a cui è stata rivelata la Verità non per opera di uomo ma per volere di Dio a premio del vostro amore fedele, voi a cui si può dire come dissi a Simone4: "Beati voi, perché non la carne né il sangue, ma il Padre mio che è nei Cieli vi ha dato di conoscere la Sapienza e conoscere il Cristo". Statemi sul cuore. Esso è pieno di ammaestramenti per voi e di amore infinito.»
   Gesù aggiunge: «Ho voluto farti un commento atto alle festività di oggi: S. Maria degli Angeli e S. A. M.5 de Liguori.»
           


   Magnificat, che è riportato in Luca 1, 46-55.

   2 è detto in Ezechiele 44, 3. Accanto ad Ore 12 la scrittrice annota: Capo 44° (se leggo bene) di Ezechiele. Infatti la 

scrittrice spesso sbagliava a leggere i numeri romani, come erano quelli dei capitoli nella Bibbia che lei usava.

            
   3 I leviti… è citazione da Ezechiele 44, 10-28

.
            
   4 come dissi a Simone, in Matteo 16, 17.
  

          
   5 S.A.M. de Liguori sta per Sant'Alfonso Maria de Liguori, fondatore dei Redentoristi, dottore della Chiesa (1696-

1787).