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lunedì 23 agosto 2021

BENEDETTO XVI : SAN MASSIMILIANO MARIA KOLBE …AVE MARIA! FURONO LE SUE ULTIME PAROLE !!

 


Massimiliano Maria Kolbe nasce nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entra nell’ordine dei francescani e, mentre l’Europa si avvia a un secondo conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia. Ammalato di tubercolosi, Kolbe dà vita al «Cavaliere dell’Immacolata», periodico che raggiunge in una decina d’anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 è deportato ad Auschwitz. Qui è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio Kolbe offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria». Sono le sue ultime parole, è il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo ha chiamato «patrono del nostro difficile secolo». La sua figura si pone al crocevia dei problemi emergenti del nostro tempo: la fame, la pace tra i popoli, la riconciliazione, il bisogno di dare senso alla vita e alla morte.

Papa Benedetto XVI – dall’Udienza Generale del 13 agosto 2008:

“A san Massimiliano Kolbe vengono attribuite le seguenti parole che egli avrebbe pronunciato nel pieno furore della persecuzione nazista: “L’odio non è una forza creativa: lo è solo l’amore”. E dell’amore fu eroica prova la generosa offerta che egli fece di sé in cambio di un suo compagno di prigionia, offerta culminata nella morte nel bunker della fame, il 14 agosto del 1941.”

“Ave Maria!”: fu l’ultima invocazione sulle labbra di san Massimiliano Maria Kolbe mentre porgeva il braccio a colui che lo uccideva con un’iniezione di acido fenico. È commovente costatare come il ricorso umile e fiducioso alla Madonna sia sempre sorgente di coraggio e di serenità. Mentre ci prepariamo a celebrare la solennità dell’Assunzione, che è una delle ricorrenze mariane più care alla tradizione cristiana, rinnoviamo il nostro affidamento a Colei che dal Cielo veglia con amore materno su di noi in ogni momento. Questo in effetti noi diciamo nella familiare preghiera dell’Ave Maria, chiedendoLe di pregare per noi “adesso e nell’ora della nostra morte”.

venerdì 14 agosto 2020

San Massimiliano Maria KOLBE

LA DONNA VESTITA DI SOLE

E CON DUE ALI D'AQUILA: 

ossia FEDE E CARITA' ...

 Capitolo 10 - La donna, il bambino e il drago


OGNUNO PUO' DIVENTARE SANTO CON L'IMMACOLATA





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SK 3 - A Maria Kolbe, Leopoli

Roma, 21 XI 1912
Sia lodato Gesù Cristo!

Carissima Mamma!
La tua lettera l'ho ricevuta oggi (da noi, infatti, consegnano la corrispondenza soltanto il giovedì,
che è giorno di vacanza, e la domenica; tuttavia per caso avevo saputo che era arrivata fin da lunedì).
La situazione non è proprio così cattiva come avevo sentito e ti avevo scritto in precedenza.
Gli italiani hanno certamente ben altro da fare che molestare noi.

Dopo tutto, di solito noi andiamo in gruppo; perciò, se qualcuno avesse voglia di importunarci, dovrebbe pensarci bene, per non ricevere un'adeguata risposta da noi.
Sto scrivendo nell'aula comune di studio, la quale, nel tempo stabilito, è come una stanza privata,
ma, dato che oggi non c'è scuola, si fa più ricreazione e c'è un po' di tempo libero.
Siamo appena tornati dal passeggio, durante il quale non manca mai una visita al ss. Sacramento
e in chiese sempre diverse, poiché ce ne sono circa 300.
Oggi siamo stati in quella dedicata a s. Cecilia, poiché domani è la sua festa: vi si cantavano i vespri
solenni.
Mi ha impressionato molto il bel canto del coro di uomini e ragazzi (in confronto i nostri dovrebbero
nascondersi!) e la illuminazione di un centinaio di lampadari con dodici candele ciascuno.
Nella chiesa gremita erano presenti quasi solo chierici e sacerdoti delle più svariate parti del mondo
(ci sono a Roma, come ho sentito, circa 30.000 tra religiosi e suore).
La chiesa è l'antico palazzo di s. Cecilia, la casa però è stata un po' trasformata.
Da un lato abbiamo visto perfino la sua stanza da bagno.
Nella chiesa c'è anche il sarcofago con le sue reliquie: è qui che è stata martirizzata.
Tutto ciò suscita davvero una enorme impressione (oh! mi sto dilungando troppo).

Nella festa di s. Stanislao Kostka siamo stati nella sua stanza, trasformata ora in cappella.
Abbiamo visitato pure il famoso Colosseo, dove venivano martirizzati i cristiani.
L'intero suolo dell'anfiteatro è impregnato del sangue dei martiri; per questo un Pontefice, per evitarne
la profanazione, ordinò di ricoprirlo con quattro metri e mezzo di terra.
Riguardo a quella faccenda 1, parlerò oggi stesso con il p. Rettore [Domenico Tavani].
Il mio indirizzo è:
fr. Massimiliano, Collegio Serafico, via di s. Teodoro n. 41/F, Roma, Italia.
Mi raccomando alle tue preghiere (neppure io me ne scordo).

fr. Massimiliano

Nota 3.1 L'ingresso di Maria Kolbe in un istituto di Suore Francescane di Assisi.

Shalom blog - Quel giorno ad Auschwitz padre Massimiliano Kolbe mi ...