domenica 9 febbraio 2020

I bambini della tratta

SABATO 08 FEBBRAIO 2020, 00:10, IN TERRIS

I bambini della tratta

Ventimilacinquecento vittime in due anni: un dramma silenzioso che si consuma sotto gli occhi dell'Occidente

MARCO GUERRA

Tratta
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fruttati nel lavoro, costretti a prostituirsi e mandati per le strade a chiedere elemosina da organizzazioni criminali più o meno strutturate. Sono queste le attività in cui sono impiegati gli schiavi invisibili, bambini e adolescenti, coinvolti nel mercato della tratta di essere umani. Dei 40 milioni di vittime di tratta nel mondo il 23% sono minori, stima l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine. Percentuali quasi identiche emergono anche negli ultimi rapporti sulla tratta prodotti dalla Commissione Europea, dalla Caritas e da Save the Children, che indicano che circa un quarto delle persone colpite dalla tratta sono bambini o adolescenti.

L'esercito di oppressi

Parliamo di un esercito di piccoli uomini e donne, esposti ad ogni tipo di abuso e praticamente indifesi, perché completamente inconsapevoli dei loro diritti e senza nessuno a cui chiedere aiuto. Nell’ultimo biennio messo sotto la lente dell’Ue (2015-2016) si sono registrate 20.500 vittime di tratta, il 56% dei casi è per sfruttamento sessuale, il 26% per quello lavorativo mentre le restanti forme di sfruttamento prevedono accattonaggio e perfino il prelievo di organi. Un quarto di questo esercito di oppressi ha meno di 18 anni. “Le vittime sono sfruttate nell'industria del sesso e dello spettacolo – si legge nel documento della Commissione Ue -, grazie al rapido sviluppo tecnologico e all'uso di Internet per i servizi pubblicitari e il reclutamento delle vittime. I modelli emergenti segnalati includono la pornografia, l'uso di webcam in diretta e l'abuso sessuale di minori a distanza”.

Il quadro europeo

Secondo gli organismi europei “gli indagati hanno potuto sfruttare i bambini accanto agli adulti vittime di attività legali come bordelli, quartieri a luci rosse, sex club, spesso con il sostegno dei dirigenti aziendali, poiché la prostituzione di minori può essere molto redditizia, in quanto i 'clienti' sono generalmente inclini a pagare di più per fare sesso con un bambino”. Anche l’Ue riconosce che ad aggravare la situazione è stata sicuramente la crisi migratoria nel Mediterraneo centrale: “Nella sua analisi dei rischi per il 2018, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera ha osservato che sebbene la tratta di esseri umani dalla Nigeria fornisca da decenni il mercato europeo del sesso, l'aumento del numero di donne nigeriane che arrivano in flussi migratori misti verso l'Italia (e, in misura minore, verso la Spagna) ha portato alla luce il fenomeno della tratta di esseri umani dalla Nigeria" . Inoltre gli Stati membri riferiscono circa le vittime della tratta di esseri umani trovate nei sistemi di richiesta di asilo e sui gruppi criminali organizzati che abusano delle procedure di asilo. Inoltre è stato accertato che i trafficanti chiedono alle vittime di domandare protezione internazionale nell'intento di regolarizzarne lo status.

I minori non accompagnati

In questo caos incontrollato, ci sono anche migliaia di minori non accompagnati che arrivano sulle coste italiane e spariscono nel nulla. Ogni mese il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, attraverso la Direzione generale dell’immigrazione e delle politiche dell’integrazione, presenta un report sui minori stranieri non accompagnati in Italia. Al 31 dicembre quelli presenti e censiti risultavano 6.054, quasi il 95% maschi, di cui 5.740 di età compresa tra i 15 e 17 anni, oltre a 270 bambini tra 7 e 14 anni e 44 sotto i 6 anni. Il report registra anche i minori arrivati da soli in territorio italiano, che si sono poi resi irreperibili alle autorità: a fine 2019 questi erano 5.383, scomparsi nel nulla nel corso degli anni.

I numeri di StC

Una fotografia aggiornata del fenomeno viene offerta da Save the Children, secondo cui in Italia le vittime di tratta accertate sono 1.660, con un numero in costante aumento di minorenni coinvolti. Un aumento riscontrato direttamente dai loro operatori, che nel 2018, in 5 regioni, hanno intercettato 2.210 vittime di tratta minori e neo-maggiorenni. Un numero cresciuto del 58% rispetto all’anno precedente. Ovviamente le direttrici della tratta dei minori non si snodano solo lungo l’Africa e il Mediterraneo. L’altro fronte caldo sono i Balcani e l’est Europa. Lo scorso fine gennaio le forze di polizia di otto Paesi dei Balcani hanno inferto un duro colpo a gruppi della criminalità organizzata che operano nella regione, arrestando 72 sospetti trafficanti di esseri umani e 167 trafficanti di migranti in un'operazione guidata dall'Interpol. Durante l'operazione, le autorità hanno identificato sette minori, sottoposti a sfruttamento sessuale, lavoro forzato e accattonaggio forzato.

L'Italia

Nel nostro Paese le situazioni più gravi di sfruttamento minorile sono state rilevate in campi rom, baraccopoli e quartieri popolari delle periferie delle grandi città. Da campi nomadi di Roma provenivano infatti le decine di ragazzini rom, tra i 13 e i 17 anni, che si prostituivano alla Stazione Termini per poche decine di euro, uno girò di baby prostituzione che fu sgominato nel 2015. A Napoli, nei quartieri Gianturco, Forcella e Poggioreale (quest’ultimo a ridosso del Centro direzionale), i residenti protestano e denunciano la dilagante prostituzione minorile che avviene tra le strade della zona. Anche nella città partenopea molti dei minori coinvolti sono di etnia rom, ma non mancano i ragazzini provenienti da famiglie disagiate italiane. Le ragazze adolescenti, quasi maggiorenni, provengono invece soprattutto dalla Nigeria e dall’Europa dell’Est. Bambini in vendita anche a Bari, deve una recente inchiesta sul giro di prostituzione minorile, nei pressi dello stadio San Nicola, è partita da un reportage del programma televisiovo Le Iene. Sui vialoni della zona dello stadio è stato filmato uno spaventoso giro di prostituzione, con bambini di 8, 9 e 12 anni pronti a fare sesso a pagamento con clienti di almeno 50 anni.

Un primo passo

Per quanto riguarda lo sfruttamento in attività di accattonaggio è ancora rilevante la presenza di minori, soprattutto ragazzi e ragazze tra 14 e 17 anni, ma anche più giovani. Sono in prevalenza rom provenienti da famiglie estremamente povere, costretti a raggiungere un guadagno giornaliero che li obbliga a lavorare per molte ore. In questo ambito si passa da casi di vera e propria schiavitù e sfruttamento da parte di organizzazioni criminali, a situazioni in cui il minore contribuisce all’economia familiare. Per rafforzare la protezione di questi bambini non è sufficiente, come si chiede da più parti, un percorso agevolato per il permesso di soggiorno e la cittadinanza perché, il più delle volte, la posizione amministrativa di questi ragazzi e ragazze è già regolare in Italia. Ad ogni modo la repressione del fenomeno criminale è sicuramente il primo passo per salvare le vittime della tratta e avviare ad un percorso di recupero sociale.

venerdì 7 febbraio 2020

E' sorprendente

UN SACERDOTE, DOPO DIO, E' TUTTO.


Il SACERDOTE 
compie il Sacrificio Eucaristico in Persona di Gesù Cristo 
e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo. Lumen Gentium

Vive ed opera nel mondo, ma non appartiene al mondo.

È figlio di uomini, ma ha l'autorità di renderli figli di Dio.

È povero, ma ha il potere di comunicare ai fratelli ricchezze infinite.

È debole, ma rende forti i deboli col pane della vita.
È servitore,ma davanti a lui si inginocchiano gli Angeli.

È mortale, ma ha il compito di trasmettere l'immortalità.

Cammina sulla terra, ma i suoi occhi sono rivolti al cielo.

Collabora al benessere degli uomini, ma non li distoglie 
dalla meta finale che è il Paradiso.

Può fare cose che neppure Maria e gli Angeli possono compiere:
celebra la S. Messa e perdona i peccati.

Quando celebra ci sovrasta di qualche gradino, 
ma la sua azione tocca il cielo. 

Quando assolve rivela la potenza di Dio 
che perdona i peccati e ridona la vita.

Quando insegna propone la Parola di Gesù: 
« Io sono la Via, la Verità e la Vita ».

Quando prega per noi il Signore lo ascolta, perché lo ha costituito "Pontefice",  cioè ponte di collegamento fra Dio e i fratelli.

Quando lo accogliamo diventa l'amico più sincero e fedele. 

È l'uomo più amato e più incompreso; il più cercato e il più rifiutato.

È la persona più criticata, perché deve confermare con il suo esempio l'autenticità del messaggio. 

È il fratello universale,
il cui mandato è solo quello di servire, senza nulla pretendere.

Il Sacerdote è il vertice  di tutte le grandezze
S. Agostino 

Nessuno è più grande di questo povero, piccolo uomo che celebra i Sacramenti.
Monsabré

Se incontrassi simultaneamente un Angelo e un Sacerdote, saluterei prima il Sacerdote, perché egli è un altro Cristo.
S. Francesco

Il Sacerdote non si appartiene perché è tutto e solo di Dio e dei fratelli.
Fulton Sheen

Lasciate per vent'anni una parrocchia senza prete e vi si adoreranno le bestie.
S. Giovanni Vianney, il Curato dArs

Quando celebro la S. Messa sono sospeso sulla croce con Gesù.
San Padre Pio

Tu Signore, sei con me, mi hai scelto, mi hai chiesto di rimanere nel Tuo Amore.
Papa Giovanni Paolo II

Il più grande dono che Dio possa fare a una famiglia è un figlio Sacerdote.
San Giovanni Bosco

È SORPRENDENTE...
IL SACERDOTE, DOPO DIO, E' TUTTO.

È dono e mistero; è umiltà e grandezza; è perdono e Grazia! 
È luogo d'incontro fra il Cielo e la Terra.


È meraviglioso. Nel Sacerdote, Gesù si fa vicino e cammina con noi.

Chi tornava da Ars, 
dopo averne visto l'umile Parroco, San Giovanni Maria Vianney, 
esclamava con stupore: «Abbiamo visto Dio in un uomo».
Per questo, ogni Sacerdote deve pregare così: 
«Signore, fa che coloro che vedono me, riconoscano Te !».
Quando penso...    a quello che i sacerdoti fanno per noi, scrive Enrico Medi, 
ho la certezza che qualunque ricompensa sia inadeguata.
Enrico Medi 

Se è santo, lo ignoriamo; se è mediocre, lo disprezziamo.
Se è generoso, lo sfruttiamo; se è "interessato", lo critichiamo.
Se siamo nel bisogno, lo assilliamo; se vengono meno le necessità, 
lo dimentichiamo. 
E solo quando ci sarà sottratto comprenderemo quanto ci fosse indispensabile e caro.

E' SORPRENDENTE... IL SACERDOTE, DOPO DIO, E' TUTTO.

E' Dono e Mistero; è umiltà e grandezza, è perdono e Grazia.
E' luogo d'incontro fra il Cielo e la Terra.

Il nostro GRAZIE più vero consiste nel pregare per li Sacerdoti di Dio 
nel sostenerli con la nostra amicizia.

di Don Novello Pederzini -  Bologna



Sua Santità PAPA BENEDETTO XVI: "E' STATO DIO A CHIEDERMI DI LASCIARE"


20 Agosto 2013

[...]   Nel suo ultimo Angelus da pontefice, il 24 febbraio 2013, prendendo spunto dal Vangelo di quella domenica, sulla Trasfigurazione, disse:  «Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. 
Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se DIO MI CHIEDE QUESTO è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa».
Le espressioni usate da Benedetto furono davvero insolite: «in questo momento della mia vita il Signore mi chiama a “salire sul monte”… DIO MI CHIEDE QUESTO». Sono frasi che tuttora colpiscono e fanno riflettere soprattutto perché Joseph Ratzinger è sempre stato un uomo di poche parole, che calibra molto attentamente ciò che dice e usa i termini religiosi con il consapevole rigore del grande teologo. Dunque, mi dissi, come può aver usato per caso quelle espressioni? Come poteva affermare così perentoriamente «Dio mi chiede questo» se si fosse trattato solo di una sua decisione personale derivante da sue valutazioni? 
Oltretutto in quel momento era il pontefice regnante e quello era il discorso attentamente preparato con cui voleva spiegare al popolo cristiano la sua rinuncia. Mi pareva impossibile che avesse alluso per caso, per due volte consecutive, a  UN'ESPLICITA CHIAMATA DI DIO al ritiro come motivazione della sua scelta. Io avevo dunque ipotizzato di prendere alla lettera quello che il Papa aveva detto. Ritenevo che, in qualche modo misterioso, Dio avesse veramente illuminato il pontefice su quella decisione (magari confermando una possibilità già seriamente considerata da Benedetto).
Ebbene, in queste ore è emerso qualcosa che porta proprio in questa direzione. Infatti l’agenzia Zenit, che si occupa dei fatti della Chiesa ed è molto accreditata, riferisce ciò che ha saputo confidenzialmente dalle rarissime persone che, nelle ultime ore, hanno potuto far visita al papa emerito che ha deciso di stare «nascosto al mondo». «Qualcuno» scrive l’agenzia Zenit (nel servizio firmato da Salvatore Cernuzio) «ha avuto il privilegio di sentire dalle labbra del Papa emerito le motivazioni di questa scelta». Così avrebbe detto Benedetto ad uno degli ospiti di questi rari incontri... “ME L'HA DETTO DIO”, è stata la risposta del Pontefice emerito alla domanda sul perché abbia rinunciato al Soglio di Pietro.[...]

COR SACRATISSIMUM JESU miserere nobis
COR SANCTISSIMUM MARIAE ora pro nobis

Stop al “Percorso sinodale” tedesco


Stop al “Percorso sinodale” tedesco. La conferenza stampa di Acies Ordinata


(Ester Ledda) Al termine della manifestazione Acies Ordinata svoltasi a Monaco di Baviera il 18 gennaio si è tenuta una conferenza stampa, con gli interventi di alcune personalità cattoliche conosciute a livello mondiale per la difesa della Chiesa di sempre.
Michael J. Matt, direttore del quotidiano americano The Remnant, dopo aver ricordato le proprie origini tedesche, ha affermato che la Conferenza episcopale tedesca, con l’indizione del “cammino sinodale”, ha la pretesa di «poter auto-determinare la dottrina e istituire la propria Chiesa nazionale, una sorta di nazionalismo elitario in completo contrasto con il volto della Chiesa Cattolica universale, con una sola fede, un unico sistema sacramentale e un’unica disciplina in tutto il mondo»
Ne è una prova l’insistente proposta di ordinare donne al sacerdozio, nonostante sia contrario alla legge di Dio. «Perché i Vescovi Tedeschi non riescono a comprendere – domanda il giornalista americano – che la Chiesa non ha l’autorità di infrangere la legge di Dio?». Per questo i fedeli non possono lasciare che il “progetto” dei vescovi tedeschi abbia successo, poiché «l’ultima cosa di cui il mondo ha bisogno oggi è una maggiore ribellione in seno alla Chiesa Cattolica che abbiamo vista essere stata distrutta negli ultimi cinquant’anni».
Alexander Tschugguel, il giovane che ha gettato nel Tevere gli idoli della Pachamama, ha infatti rammentato che i veri “ideologi” del sinodo straordinario sull’Amazzonia – col pieno appoggio di p.Francesco – sono stati i vescovi (e i teologi) tedeschi. Lo prova il fatto che mons. Franz-Josef Bode, vice-presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha dichiarato che ciò che è stato deciso per l’Amazzonia dovrebbe essere applicato anche in Germania. «L’avvio del percorso sinodale – ha aggiunto il giovane – significherà probabilmente che questo processo avanzerà molto rapidamente in Germania. La Chiesa tedesca sta qui cercando di assumere una sorta di ruolo pionieristico». La Chiesa ha sempre affrontato crisi nel corso della sua storia bimillenaria e anche questa volta sarà riuscirà a superarla. 
«Spetta a noi decidere ora – ha concluso – quante strade sbagliate la Chiesa debba lasciare, quante ancora debbano essere distrutte prima di poter ritrovare la via per tornare alla verità, alla dottrina e alla tradizione».
La giornalista francese  Jaenne Smits  ha difeso il giusto ruolo della donna nella Chiesa. L’uomo e la donna hanno pari dignità, ma non uguali compiti. I vescovi tedeschi stanno infatti minimizzando «il ruolo chiave tradizionale delle donne per farle agire come uomini». Inoltre, ordinare al sacerdozio senza tenere conto del sesso biologico, è un altro cedimento all’ideologia egualitarista del gender. «Sembra che il percorso sinodale tedesco voglia, con uno stratagemma, convogliare la Chiesa in una trappola», ha accusato la giornalista francese. «Come donna, giornalista – sono stata, nel passato, direttore e redattore-capo di diverse riviste e giornali – e, da Cattolica, posso solo dire quanto patetico trovi questo approccio egualitario. È patetico ed è persino pericoloso per la mia fede e per la Chiesa che amo, perché è disposto a sconvolgere l’intera economia della Redenzione, la verità e la bellezza dei rispettivi ruoli di nostro Signore Gesù, Figlio di Dio e la più perfetta di tutte le creature umane, la sua Vergine Madre».
Nel suo intervento Antonio Ureta, membro dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà e autore del celeberrimo Il cambio di paradigma di p Francesco, ha elencato cinque imposture del “percorso sinodale” voluto dalla Conferenza episcopale tedesca. La prima è un’impostura teologica, in quanto i cambiamenti proposti sull’autorità della Chiesa, sul sacramento dell’Ordine e sulla morale sessuale vengono difesi con l’eretica tesi che ciò che chiede la “comunità” viene dallo Spirito, suggerendo «che la Rivelazione divina è espressa e si evolve attraverso le vicissitudini umane». La seconda è un’impostura ecclesiogica, poiché «la “sinodalità” è solo un’etichetta fraudolenta per ottenere una democratizzazione radicale della Chiesa». La terza è un’impostura sociologica. Infatti il Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZDK) – vero organizzatore del “percosso sinodale” – non è affatto un corpo rappresentativo dei fedeli cattolici, giacché i suoi membri non sono affatto i comuni frequentatori della Messa domenicale, ma «ciò che viene denominato “Räte und Verbandskatholizismus”, e cioè una sorta di nomenklatura composta da apparatchik di organizzazioni attivistiche di orientamento progressista». La quarta è un’impostura metodologica. Il “cammino sinodale” tedesco, riguardo gli abusi sessuali commessi da membri del clero, si avvale del fazioso rapporto MHG, secondo cui la responsabile è la “vecchia” Chiesa, con la sua struttura di potere, la sua teologia degli assoluti morali, il suo celibato sacerdotale e la sua condanna dell’omosessualità. I vescovi tedeschi e la ZDK hanno volutamente ignorato «altri studi che indicano nel lassismo morale e nel crollo della teologia morale i principali colpevoli». L’ultima impostura è quella umana. Da cinquant’anni la Conferenza episcopale «cerca d’infiltrare nella Chiesa cattolica le eresie promosse dai leader della teologia neo-modernista tedesca. Invece di assumersi la responsabilità di queste eresie con piena trasparenza, i vescovi tedeschi si nascondono dietro i laici e, col pretesto della “sinodalità”, vogliono che siano i laici ad assumersi la piena responsabilità della rottura con la verità di Cristo operata dalla nuova chiesa scismatica che stanno costruendo sulle orme di Lutero», ha concluso il prof. Ureta.
John-Henry Westen, direttore del portale americano LifeSiteNews, ha lanciato una pesante – e motivata – accusa al cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco-Frisinga e presidente della Conferenza episcopale tedesca. «Cardinale Marx, secondo le parole di San Paolo (cfr. At 20, 29-30; 2Cor 11, 13), le sue mani grondano sangue… I suoi falsi insegnamenti su aborto, adulterio e atti omosessuali hanno pervertito un’intera generazione di giovani Cattolici… Lei vuole integrarsi nell’élite di questo mondo… Come osa benedire atti che danneggiano le persone nei loro corpi e nelle loro anime? … Lei è un falso profeta come quelli da cui ci ha messo in guardia San Pietro, il primo Papa (cfr. 2Pt 2, 1-2) … Si penta della sua malvagità o l’aspetta il fuoco dell’inferno…».
Roberto de Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, storico della Chiesa e scrittore, ha lanciato un appello ai cattolici tedeschi affinché si oppongano alla Kirchensteuer, la tassa sulle religioni e principale fonte di finanziamento della Conferenza episcopale tedesca. «È inammissibile – ha affermato il prof. de Mattei – che l’unica possibilità di sottrarsi a questo prelievo forzato sia una dichiarazione obbligata di abbandono della Chiesa (Kirchenaustritt) a cui segue automaticamente una scomunica de facto». Fermo restando «il dovere di aiutare materialmente la Chiesa», ma dalla «la tradizione della Chiesa non ha mai considerato la violazione di questo dovere come un delitto punibile in sé». È scandaloso che i divorziati-risposati che pagano la Kirchensteuer siano ammessi ai sacramenti, mentre ai cattolici che rifiutano il pagamento di questa tassa vengano scomunicati di fatto – contraddicendo il Codice di Diritto Canonico – negando loro anche i funerali. «Il criterio di appartenenza alla Chiesa cattolica si fonda sulla fede che ogni cattolico riceve con il battesimo e non può essere ridotto al pagamento di una tassa», ha spiegato. «Solo un’istituzione profondamente secolarizzata può stabilire un’equazione tra l’appartenenza alla Chiesa e il pagamento di una quota del proprio reddito». «Per questo, il rifiuto di finanziare la Conferenza Episcopale tedesca – ha concluso il prof. de Mattei – non significa voltare le spalle alla Chiesa e tantomeno abbandonare la fede cattolica, ma anzi difenderla. È il bene, non solo della Chiesa in Germania, ma della Chiesa universale, che ci spinge a rivolgere un appello ai cattolici tedeschi: cessate di pagare la Kirchensteuer!».
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