venerdì 17 gennaio 2020

Ave Maria gratia plena


<<Ave Maria
gratia plena Dominus tecum
Benedicta tu in mulieribus
et Benedictus fructus ventris tui, Jesus.
[splendor Paternae claritatis et figura substantiae Eius].
Sancta Maria Mater Dei
ora pro nobis peccatoribus
[et irradia per Orbem terrarum
Lumen Gratiae
Amoris tuae flammae]
nunc et in hora mortis nostrae. Amen.>>

giovedì 16 gennaio 2020

PICCOLO ASSAGGIO


Il sacerdozio cattolico
Benedetto XVI

Di fronte alla persistente crisi che il sacerdozio attraversa
da molti anni, ho ritenuto necessario risalire
alle radici profonde della questione. Avevo intrapreso
un lavoro di riflessione teologica, ma l’età e una certa
stanchezza mi avevano costretto ad abbandonarlo. I
colloqui con il Cardinale Robert Sarah mi hanno dato
la forza di riprenderlo e di portarlo a termine.

Alle radici della grave situazione in cui versa oggi
il sacerdozio, si trova un difetto metodologico nell’accoglienza
della Scrittura come Parola di Dio.
L’abbandono dell’interpretazione cristologica
dell’Antico Testamento ha portato molti esegeti contemporanei
a una teologia senza il culto. Non hanno
compreso che Gesù, al posto di abolire il culto e l’adorazione
dovuti a Dio, li ha assunti e portati a compimento
nell’atto d’amore del suo sacrificio. Alcuni
sono giunti persino a rifiutare la necessità di un sacerdozio
autenticamente cultuale nella Nuova Alleanza.
Nella prima parte del mio saggio, ho voluto mettere
in luce la struttura esegetica fondamentale che consente
una corretta teologia del sacerdozio.


Nella seconda parte, applicando questa ermeneutica allo studio di tre testi, 
ho esplicitato le esigenze del
culto in spirito e verità. L’atto cultuale passa ormai
attraverso un’offerta della totalità della propria vita
nell’amore. Il sacerdozio di Gesù Cristo ci fa entrare
in una vita che consiste nel diventare uno con lui e
nel rinunciare a tutto ciò che appartiene solo a noi.

Per i sacerdoti questo è il fondamento della necessità
del celibato, come anche della preghiera liturgica, 
della meditazione della Parola di Dio e della rinuncia ai beni materiali.
Ringrazio il caro Cardinale Sarah per avermi dato
l’opportunità di assaporare nuovamente i testi della
Parola di Dio che hanno guidato i miei passi tutti i
giorni della mia vita.

1. Il formarsi del sacerdozio neotestamentario
nell’esegesi cristologico-pneumatologica
Il movimento che si era formato intorno a Gesù di
Nazaret – perlomeno nel periodo pre-pasquale – era
un movimento di laici. In questo somigliava al movimento 
dei farisei, motivo per cui i primi contrasti descritti nei Vangeli 
fanno riferimento essenzialmente al
movimento farisaico. Solo nell’ultima Pèsach [Pasqua]
di Gesù a Gerusalemme l’aristocrazia sacerdotale del
Tempio – i sadducei – si accorge di Gesù e del suo
movimento, fatto questo che conduce al processo,
alla condanna e all’esecuzione di Gesù. Il sacerdozio 


era ereditario: chi non proveniva da una famiglia di
sacerdoti non poteva neppure diventare sacerdote. Di
conseguenza, neppure i ministeri nella comunità che
andava costituendosi intorno a Gesù potevano appartenere 
all’ambito del sacerdozio veterotestamentario.

Gettiamo un rapido sguardo sulle strutture ministeriali 
essenziali della prima comunità di Gesù.

Apostolo
Nel mondo greco la parola «apostolo» rappresenta
un terminus technicus del linguaggio politico-istituzionale5
. Nel giudaismo precristiano la parola è utilizzata
nel suo collegare funzione profana d’inviato, responsabilità di 
fronte a Dio e significato religioso. 
Essa indica in questo contesto anche l’inviato incaricato e
autorizzato da Dio.

Episkopos
Nel greco profano indica funzioni alle quali sono
associati compiti di tipo tecnico e finanziario, ma comunque ha 
anche un contenuto religioso, in quanto sono perlopiù 
degli dèi a essere chiamati episkopos, vale a dire «patrono». 

«La Septuaginta utilizza il ter

5 Cfr. g. KIttel, F. geRhaRd (edd.), Theologisches Wörterbuch zum 
Neuen Testament, W. Kohlhammer, Stuttgart 1957-
1979 (ristampa anastatica dell’edizione del 1933), I, p. 406.

mine episkopos nel medesimo duplice modo in cui è
usato nella grecità pagana, come appellativo di Dio e
nel più generico significato profano di “sorvegliante”
in ambiti di vario tipo»   6.

Presbyteros
Mentre tra i cristiani di origine pagana, per indicare
i ministri, prevale il termine episkopos, la parola presbyteros 
è caratteristica dell’ambito giudeo-cristiano.
La tradizione ebraica del «più anziano» inteso come
una sorta di organo costituzionale, a Gerusalemme
con tutta evidenza andò presto sviluppandosi in una
prima forma ministeriale cristiana. A partire da qui,
nella Chiesa composta da giudei e pagani, andò sviluppandosi 
quella triplice forma ministeriale di episcopi, presbiteri e 
diaconi, che alla fine del I secolo si
rinviene – già chiaramente sviluppata – in Ignazio di
Antiochia. Essa sino a oggi esprime validamente, dal
punto di vista linguistico e ontologico, la struttura ministeriale 
della Chiesa di Gesù Cristo.
Da quanto sinora detto dobbiamo trarre una prima
conclusione. Il carattere laicale del primo movimento
di Gesù e il carattere dei primi ministeri inteso non in
senso cultuale-sacerdotale non si basa affatto necessariamente 
su una scelta anti-cultuale e anti-giudaica, ma è invece 
conseguenza della particolare situazio

6 Ibidem, II, p. 610.

ne del sacerdozio veterotestamentario, per la quale
il sacerdozio è legato alla tribù di Aronne-Levi. Negli altri due 
«movimenti laicali» del tempo di Gesù, il rapporto con il 
sacerdozio è concepito diversamente:
i farisei sembrano avere fondamentalmente vissuto in
sintonia con la gerarchia del Tempio – a prescindere
dalla disputa sulla risurrezione del corpo. Presso gli
esseni, il movimento di Qumràn, la situazione è più
complessa. In ogni caso, in una parte del movimento di Qumràn 
era marcato il contrasto con il Tempio erodiano e il sacerdozio 
a esso corrispondente, ma
non per negare il sacerdozio, quanto invece proprio
per ricostituirlo nella sua forma pura e corretta. Anche nel 
movimento di Gesù non si tratta affatto di
«desacralizzazione», «de-legalizzazione» e rifiuto di
sacerdozio e gerarchia. Di certo, però, viene ripresa la
critica dei profeti al culto ed è messa in sorprendente
unità con la tradizione del sacerdozio e del culto che
dobbiamo tentare di comprendere. Nel mio libro Introduzione 
allo spirito della liturgia7 ho esposto la linea critica dei profeti 
riguardo al culto ripresa da Stefano e
che san Paolo collega con la nuova tradizione cultuale
dell’Ultima cena di Gesù. Gesù stesso aveva ripreso e
approvato la critica dei profeti al culto, soprattutto in
rapporto alla disputa sulla giusta interpretazione dello
Shabbat (cfr. Mt 12,7).

7 J. RatzIngeR, Introduzione allo spirito della liturgia, San
Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2001.

Consideriamo innanzitutto il rapporto di Gesù col Tempio...
continua


mercoledì 15 gennaio 2020

A proposito di donne

Risultati immagini per santa egiziaca


 3 “A proposito di donne” dice Pietro che, forse perché è seduto presso Gesù, è talmente in sollucchero che è buono buono. “E’ un poco di giorni, e anzi da quando hai parlato a Betania la prima volta dopo il ritorno in Giudea, che una donna, tutta velata, ci segue sempre. Non so come faccia a sapere le nostre intenzioni. So che, o in fondo alle ultime file di popolo che ascolta se Tu parli, o dietro al popolo che ti segue se cammini, o anche dietro a noi se andiamo ad annunciarti per le campagne, c’è quasi sempre. A Betania la prima volta mi ha sussurrato dietro al velo: ‘Quell’uomo che dici parlerà è proprio Gesù di Nazaret?’. Le ho risposto di sì, e la sera era dietro il tronco di un albero per udirti. Poi l’avevo persa di vista. Ma ora, qui a Gerusalemme, l’ho già vista due o tre volte. Oggi le ho chiesto: ‘Hai bisogno di Lui? Sei malata? Vuoi l’obolo?’ Ha risposto sempre di no col capo, perché non parla mai con nessuno.”
   “A me ha detto un giorno: ‘Dove abita Gesù?’ e le ho detto: ‘Al Get Semnì’ ” dice Giovanni.
   “Bravo stolto! Non dovevi. Dovevi dirle: ‘Scopriti. Fatti conoscere e te lo dirò’ ” dice l’Iscariota iracondo.
   “Ma quando mai chiediamo queste cose?!” esclama Giovanni semplice e innocente.
   “Gli altri si vedono. Questa sta tutta velata. O è una spia o è una lebbrosa. Non deve seguirci e sapere. Se è spia è per fare del male. Forse è pagata dal Sinedrio per questo...”
   “Ah! usa questi sistemi il Sinedrio?” chiede Pietro. “Ne sei sicuro?”
   “Sicurissimo. Sono stato del Tempio e so.”
   “Bella roba! A questa si adatta come un cappuccio la ragione detta dal Maestro poco fa...” commenta Pietro.
   “Quale ragione?” Giuda è già rosso di stizza.
   “Quella che anche fra i sacerdoti ci sono dei pagani.”
   “Che c’entra questo col pagare una spia?”
   “C’entra, c’entra! E’ già dentro anzi! Perché pagano? Per abbattere il Messia e trionfare loro. Dunque si mettono sull’altare loro con le loro sudicie anime sotto le vesti monde” risponde, con il suo buon giudizio popolano Pietro.
   “Bene, insomma” abbrevia Giuda. “Quella donna è un pericolo per noi o per la folla. Per la folla se è lebbrosa, per noi se spia.”
   “Cioè: per Lui, se mai” ribatte Pietro.
   “Ma cadendo Lui si cade anche noi...”
   “Ah! Ah!” ride Pietro e termina: “E se si cade, l’idolo va in pezzi e ci si rimette tempo, stima e forse la pelle, e allora, ah! ah!... e allora è meglio cercare che non cada o... scansarsi in tempo, vero? Io, invece, guarda. Lo abbraccio più stretto. Se cade, abbattuto dai traditori di Dio, voglio cadere con Lui” e Pietro abbraccia stretto, con le sue corte braccia, Gesù.
   “Non credevo di aver fatto tanto male, Maestro” dice tutto triste Giovanni che è di fronte a Gesù. “Picchiami, maltrattami, ma salvati. Guai se fossi io la causa del tuo morire!... Oh! non me ne darei pace. Sento che il volto mi si scaverebbe per il continuo pianto e se ne brucerebbe la vista. Che ho fatto mai! Ha ragione Giuda: sono uno stolto!”
   “No, Giovanni. Non lo sei e hai fatto bene. Lasciatela venire. Sempre. E rispettate il suo velo. Può essere messo a difesa di una lotta fra il peccato e la sete di redimersi. Sapete voi che ferite si incidono su un essere quando questa lotta avviene? Sapete che pianto e che rossore? Tu hai detto, Giovanni, caro figlio dal cuore di fanciullo buono, che il tuo volto si scaverebbe per il continuo pianto se mi fossi causa di  male. Ma sappi che, quando una coscienza  ridestata incomincia a rodere una carne, che fu peccato, per distruggerla e trionfare con lo spirito, essa deve per forza consumare tutto quanto fu attrazione della carne, e la creatura invecchia, appassisce sotto la vampa di questo fuoco trivellatore. Solo dopo, a redenzione completa, si ricompone una seconda, santa e più perfetta bellezza, perché è il bello dell’anima che affiora dallo sguardo, dal sorriso, dalla voce, dall’onesta alterezza della fronte sulla quale è sceso e splende come diadema il perdono di Dio.”
   “Allora non ho fatto male?...”
   “No. E male non ha fatto Pietro. Lasciatela fare.

Scrigno e Sorgente d'ogni Bene


573+Ave Maria! Sis mecum semper, protege et sanctifica omnia quae faciam et Amen.
…115) Sintetizzando,  mi contento di dirti, col Beato Alano, che il Santo Rosario è una sorgente e uno scrigno d'ogni sorta di beni.
1) P Peccatoribus praestat poenitentiam *I peccatori ottengono il perdono;
2) S Sitientibus stillat satietatem *le anime assetate sono saziate;
3) A Alligatis adducit absolutionem *coloro che sono legati vedono infrante le loro catene;
4) L Lugentibus largitur laetitiam *coloro che piangono trovano gioia;
5) T Tentatis tradit tranquillitatem *coloro che sono tentati trovano pace;
6) E Egenis expellit egestatem *i bisognosi ricevono aiuto;
7) R Religiosis reddit reformationem *i religiosi sono riformati;
8) I Ignorantibus inducit intelligentiam *gli ignoranti sono istruiti;
9) V Vivis vincit vastitatem * i vivi vincono il declino spirituale;
10) M Mortuis mittit misericordiam per modum suffragii.* i morti hanno le loro pene alleviate per via dei suffragi.  
  «Voglio — disse un giorno la Vergine al beato Alano — che i devoti del mio Rosario abbiano la grazia e la benedizione di mio Figlio in vita, in morte e dopo la morte. Voglio che siano liberi da ogni sorta di schiavitù e che siano dei re, che abbiano la corona sulla testa, lo scettro in mano e la gloria eterna». Amen. (Da “Il segreto ammirabile del Santo Rosario”  di San Luigi Maria Grignion de Montfort).
AVE MARIA PURISSIMA!

martedì 14 gennaio 2020

Ognuno ha il suo metodo per giungere al suo porto.// Quale è il mio Nome?


  ......
9  Ognuno ha il suo metodo per giungere al suo porto. Ogni vento è buono purché si sappia usare la vela. 

Voi sentite soffiare il vento e dalla sua corrente potete regolarvi e dirigere la manovra. 

Ma non potete dire da dove esso viene né chiamare quello che vi occorre. 

Anche lo Spirito chiama e viene chiamato e passa. 
Ma solo chi è attento lo può seguire. 

Conosce la voce del padre il figlio, conosce la voce dello Spirito lo spirito da Lui generato.”

  - “Come può avvenire questo?”

 - “Tu maestro in Israele me lo chiedi? Tu ignori queste cose? 


Si parla e si testifica di ciò che sappiamo e abbiamo visto. 

Or dunque Io parlo e testifico di ciò che so. 

Come potrai mai accettare le cose non viste se non accetti la testimonianza che Io ti porto? 

Come potrai credere allo Spirito se non credi all’incarnata Parola? 

Io sono disceso per risalire e meco trarre coloro che sono quaggiù. 

Uno solo è disceso dal Cielo: il Figlio dell’uomo. 
E uno solo salirà col potere di aprire il Cielo: Io, Figlio dell’uomo. 

Ricorda Mosè. Egli alzò un serpente nel deserto per guarire i morbi d’Israele. 


Quando Io sarò innalzato, coloro che la febbre della colpa fa ciechi, sordi, muti, folli, lebbrosi, malati, saranno guariti e chiunque crederà in Me avrà vita eterna. 


Anche coloro che in Me avranno creduto, avranno questa beata vita. 

Non chinare la fronte, Nicodemo. 
Io sono venuto a salvare, non a perdere. 
Dio non ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo perché chi è nel mondo sia condannato, ma perché il mondo sia salvo per mezzo di Lui. 

Nel mondo Io ho trovato tutte le colpe, tutte le eresie, tutte le idolatrie. 


Ma può la rondine che vola ratta sulla polvere sporcarsene la piuma? No. Porta solo per le tristi vie della terra una virgola d’azzurro, un odore di cielo, getta un richiamo per scuotere gli uomini e far loro alzare lo sguardo dal fango e seguire il suo volo che al cielo ritorna. Così Io. Vengo per portarvi meco. Venite!... 


Chi crede nel Figlio Unigenito non è giudicato. E’ già salvo, perché questo Figlio perora al Padre e dice ‘Costui mi amò’. 

Ma chi non crede è inutile faccia opere sante. E’ già giudicato perché non ha creduto nel nome del Figlio Unico di Dio. 

10 Quale è il mio Nome, Nicodemo?
   -“Gesù.”
   -“No. Salvatore. Io sono la Salvazione. 
Chi non Mi crede, rifiuta la sua salute ed è giudicato dalla Giustizia eterna. 
E il giudizio è questo: ‘La Luce ti era stata mandata, a te e al mondo, per esservi di salvezza, e tu e gli uomini avete preferito le tenebre alla Luce perché preferivate le opere malvagie, che ormai erano la consuetudine vostra, alle opere buone che Egli vi additava da seguire per essere santi’. 

Voi avete odiato la Luce perché i malfattori amano le tenebre per i loro delitti, e avete sfuggito la Luce perché non vi illuminasse nelle vostre piaghe nascoste. 
Non per te, Nicodemo. Ma la verità è questa. 

E la punizione sarà in rapporto alla condanna, nel singolo e nella collettività. 


Riguardo a coloro che mi amano e mettono in pratica la verità che insegno, nascendo perciò nello spirito per una seconda volta, che è la più vera, ecco Io dico che essi non temono la Luce, ma anzi ad essa si accostano, perché la loro luce aumenta quella da cui furono illuminati, reciproca gloria che fa beato Dio nei suoi figli e i figli nel Padre. 


No, che i figli della Luce non temono d’essere illuminati. 

Ma anzi col cuore e con le opere dicono: ‘Non io; Egli il Padre, Egli il Figlio, Egli lo Spirito hanno compiuto in me il Bene. Ad essi gloria in eterno’
E dal Cielo risponde l’eterno canto dei Tre che si amano nella loro perfetta Unità: ‘A te benedizione in eterno, figlio vero del nostro volere’
Giovanni, ricorda queste parole per quando sarà l’ora di scriverle. Nicodemo, sei persuaso?”
  - “Maestro... sì.


AVE MARIA PURISSIMA!