domenica 6 ottobre 2019

Figlioli


144° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,33 circa del 25 giugno 2017 vestita di marrone e ha detto:

"Figlioli,
vi ricordo che voi sapete giudicare i vostri fratelli e non vi accorgete delle cose che fate voi. Non guardate i problemi degli altri, ma guardate i vostri. Io vi ricordo ancora una volta che la vostra salvezza è la preghiera e nella preghiera risolverete tutti i problemi in questi giorni bui che vi ho annunziato già diversi anni fa.


«La preghiera è la vostra salvezza»."

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COMMENTO DEL TEOLOGO



145° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,38 circa del 27 agosto 2017 vestita di azzurro e ha detto:

"Figlioli,
in questo periodo ricomincia la vita dopo il riposo. Mi raccomando ritornate alla vostra vita normale con più forza, più amore per il vostro prossimo.
Ricordatevi che satana in  questo periodo si dà molto da fare. Noi cerchiamo di tutto per liberarvi da lui, ma non è facile, perché lui vi lusinga con le sue bugie e falsità.


«La preghiera è pace»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



146° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,39 circa del 29 ottobre 2017 vestita di marrone e ha detto:

"Figlioli,
pregate per i vostri cari defunti, perché molti di loro ancora non hanno visto la luce di Dio. Pregate anche per voi in questi momenti tristi che voi vedete che succedono tante cose brutte. Parlate con i vostri figli, non lasciate che si mettano dalla mattina alla sera con la tecnologia.


«La preghiera è parlare con Dio»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



147° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,36 circa del 31 dicembre 2017 vestita di bianco col Bambino e ha detto:

"Figlioli,
rispettate e amate le vostre famiglie, perché, ricordatevi, che già due persone fanno famiglia e poi la famiglia cresce e quindi, i figli, ricordatevi che sono dono di Dio. Voi famiglie che siete le più fortunate aiutate le famiglie della porta accanto che molte volte mancano di tutto e non possono mandare avanti i propri figli e vivono nella miseria. Aiutatevi l'uno con l'altro.


«La preghiera è altruismo»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



148° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,36 circa del 25 febbraio 2018 vestita di marrone e ha detto:

"Figlioli,
in questo periodo di Quaresima fate silenzio. Anche le vostre preghiere verso il Signore siano in silenzio. Con i vostri cuori potete dire tante cose che Lui capisce, e ricordatevi che il silenzio è la migliore parola che ci possa essere. E questo ve lo dico sempre, anche in altri giorni. Non importa che voi diciate a tutti che pregate, pregate e pregate. Pregate in silenzio.


«La preghiera è silenzio»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



149° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,45 circa del 29 aprile 2018 vestita di azzurro e ha detto:

"Figlioli,
quando vi fate il segno della croce, pensate bene a quello che fate, perché lo fate troppo velocemente e sembra che vi vergognate di farlo. Ricordatevi quello che ha patito Gesù sulla croce per voi. Vi chiedo ancora di amarvi senza riserve.


«La preghiera è risveglio»."

COMMENTO DEL TEOLOGO





150° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,52 circa del 24 giugno 2018 vestita di azzurro e ha detto:

"Figlioli,
in questi giorni di vacanza, non dimenticate la preghiera, perché per voi tutti è molto importante. Vi chiedo di non pregare tutto il giorno, ma di dire una preghiera sentita con tutto il cuore, perché quello di pregare continuamente tutto il giorno è diventata un'abitudine. Vi chiedo in questi giorni di svago, giustamente presi, di rispettare le vostre vite. Rispettate voi genitori i vostri figli e voi figli rispettate i genitori.


«La preghiera è salute»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



151° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,38 circa del 26 agosto 2018 vestita di marrone e ha detto:

"Figlioli,
voi date colpa al Padre di tutte le cose che succedono in Italia, ma non è colpa Sua: è colpa dell'uomo che uccide l'altro uomo. Vi prego di pregare per la vostra Italia, già ve l'ho detto altre tre volte, perché ora è veramente arrivato il bisogno di pregare per voi, per i vostri figli e i nipoti.


«La preghiera è pentimento»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



152° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,44 circa del 28 ottobre 2018 vestita di marrone e ha detto:

"Figlioli,
sapete che noi vi amiamo, imparate ad amarci anche voi. In questo momento di difficoltà per tutti, vi siamo vicini come sempre. Chi ha iniziato a pregare e a far pregare gli altri, non deve lasciare o stancarsi.
Bisogna andare avanti. Pregate per i vostri cari defunti.


«La preghiera è un dono»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



153° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,20 circa del 30 dicembre 2018 vestita di bianco con Gesù Bambino in braccio e ha detto:

"Figlioli,in questi giorni di festa, vi sentite più buoni. Date gli auguri a tutti, però le feste finiscono e la bontà uguale, invece deve continuare. Continuate ad abbracciare il vicino e salutare i vicini e ricordatevi che il Signore Dio vi ha lasciato liberi di fare il bene e il male, però il male ve lo ritrovate addosso. Noi vi amiamo.


«La preghiera è famiglia»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



154° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,38 circa del 24 febbraio 2019 vestita di marrone e ha detto:

"Figlioli,ricordatevi bene che la natura si sta ribellando all'uomo, perché l'uomo non rispetta la natura e quindi per questo pregate, perché ancora non siamo a nulla! Pregate per i vostri Pastori che ne hanno bisogno. Vi voglio bene e pregate per la vostra salute perché io vi aiuterò in tutto quello che chiedete.


«La preghiera è salvezza»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



155° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,40 circa del 28 aprile 2019 vestita di azzurro e ha detto:

"Figlioli,
satana è ancora libero di fare del male, tanto male a tutti. Vi capiterà spesso di pregare e non ricordare le parole della preghiera. E' lui che lo fa di proposito, ma voi continuate ugualmente anche se non ricordate, perché quella preghiera è valida agli occhi di Dio. State attenti a quello che fate e dite.


«La preghiera è vittoria»."

COMMENTO DEL TEOLOGO



156° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,37 circa del 30 giugno 2019 vestita di azzurro e ha detto:

"Figlioli,state ben attenti a quello che dite e che fate, perché lui è sempre dietro ognuno di voi. Non dimenticate di portare con voi sempre qualcosa di benedetto, perché al demonio da fastidio. Ricordate che Io in questo luogo sarò sempre presente, i miei messaggi pure. Non crucciatevi per questo.


«La preghiera è fiducia»."

COMMENTO DEL TEOLOGO






157° MESSAGGIO DELLA MADONNA
La Madonna è apparsa alle ore 17,40 circa del 25 agosto 2019 vestita di azzurro e ha detto:

"Figlioli,benedico questa casa e i suoi abitanti. Ricordatevi e chiedete le piccole cose, perché poi si avverano veramente e voi ne sarete felici.
Mio Figlio vi ama, anche se a volte le vostre vite non vi soddisfano, perché volete le porte aperte, ma Lui, vi aiuterà a passare proprio dalle strette e non vi abbandonerà mai, e voi, quando avete passato le porte, lo ringrazierete con le vostre preghiere
.


«La preghiera è luce».


AVE MARIA PURISSIMA!

O speranza mia fin dalla mia giovinezza...

Le Confessioni - Libro sesto
A TRENT'ANNI


Primi passi verso la fede

Monica a Milano
1. 1. O speranza mia fin dalla mia giovinezza 1, dov'eri per me, dove ti eri ritratto 2? Non eri stato tu a crearmi, a farmi diverso dai quadrupedi e più sapiente dei volatili del cielo? Ma io camminavo fra le tenebre e su terreno sdrucciolevole 3; ti cercavo fuori di me e non ti trovavo, perché tu sei il Dio del mio cuore 4. Ormai avevo raggiunto il fondo del mare 5: come non perdere fiducia, non disperare di scoprire più il vero? Già mi aveva raggiunto mia madre, che, forte della sua pietà, m'inseguì per terra e per mare, traendo sicurezza da te in ogni pericolo. Così anche nei fortunali marini confortava gli stessi marinai, da cui abitualmente chi attraversa per la prima volta gli abissi riceve conforto nella sua paura, promettendo loro un arrivo sicuro alla meta, poiché tu glielo avevi promesso in una visione 6. Mi trovò in grave pericolo. Non speravo più di scoprire la verità. Tuttavia, quando la informai che, pur senza essere cattolico cristiano, non ero più manicheo, non sobbalzò di gioia come alla notizia di un avvenimento imprevisto: da tempo era tranquilla per questa parte della mia sventura, ove mi considerava come un morto, ma un morto da risuscitare con le sue lacrime versate innanzi a te e che ti presentava sopra il feretro del suo pensiero affinché tu dicessi a questo figlio della vedova: "Giovane, dico a te, alzati", ed egli tornasse a vivere e cominciasse a parlare, e tu lo restituissi a sua madre 7. Nessuna esultanza scomposta commosse dunque il suo cuore alla notizia che quanto ti chiedeva ogni giorno, fra le lacrime, di compiere, si era compiuto: se non avevo ancora colto la verità, ero però stato ormai tolto dalla menzogna. Fermamente sicura, anzi, che avresti concesso anche il resto, poiché tutto le avevi promesso, mi rispose con assoluta pacatezza e il cuore pieno di fiducia: "Credo in Cristo che prima di migrare da questo mondo ti avrò veduto cattolico convinto". Questa la risposta che diede a me; ma a te, fonte di misericordie, diede più intense preghiere e lacrime, affinché affrettassi il tuo aiuto 8 e illuminassi le mie tenebre 9. Con maggior fervore correva anche in chiesa, ove pendeva dalle labbra di Ambrogio, fonte di acqua zampillante per la vita eterna 10. Amava quell'uomo come un angelo di Dio 11 da quando aveva saputo che per suo merito ero arrivato frattanto a ondeggiare almeno nel dubbio, a questo varco obbligato e più pericoloso, come sono gli attacchi che i medici chiamano critici, del mio transito, per lei sicuro, dalla malattia alla salute.

Ubbidienza e devozione di Monica verso Ambrogio
2. 2. Un giorno mia madre, secondo un'abitudine che aveva in Africa, si recò a portare sulle tombe dei santi una farinata, del pane e del vino. Respinta dal custode, appena seppe che c'era un divieto del vescovo, lo accettò con tale devozione e ubbidienza, da stupire me stesso al vedere la facilità con cui condannava la propria consuetudine anziché discutere la proibizione del vescovo. Il suo spirito non era soffocato dall'ebrietà né spinto dall'amore del vino a odiare il vero, mentre i più fra i maschi e le femmine all'udire il ritornello della sobrietà vengono assaliti dalla nausea che prende gli ubriachi davanti a un bicchiere d'acqua. Quando portava lei il canestro con le vivande rituali da distribuire agli intervenuti dopo averle assaggiate, poneva davanti solo un calicetto di vino diluito secondo le esigenze del suo palato piuttosto sobrio e per riguardo verso gli altri; e se erano molte le sepolture dei defunti che così si volevano onorare, portava intorno quell'unico, piccolo calice da deporre su ogni tomba, e in quello condivideva a piccoli sorsi con i fedeli presenti un vino non solo molto annacquato, ma anche molto tiepido. Alle tombe infatti si recava per devozione, non per diletto. Perciò, una volta informata che il predicatore illustre, l'antesignano della devozione aveva proibito di eseguire quelle cerimonie anche sobriamente, per non dare ai beoni alcuna occasione d'ingurgitare vino e per la grande somiglianza di quella sorta di parentali con le pratiche superstiziose dei pagani, se ne astenne ben volentieri. In luogo di un canestro pieno di frutti terreni imparò a portare alle tombe dei martiri un cuore pieno di affetti più puri. Così dava ai poveri quanto poteva, anche se a celebrarsi era la comunione del corpo del Signore: perché i martiri s'immolarono e furono coronati a imitazione della passione di lui. Eppure credo, Signore Dio mio, ed è in proposito la mia intima convinzione davanti ai tuoi occhi 12, che probabilmente mia madre non si sarebbe arresa con tanta facilità a troncare le sue usanze, se la proibizione fosse venuta da una persona che non avesse amato come Ambrogio; e Ambrogio lo amava soprattutto a cagione della mia salvezza. Lui poi amava mia madre a cagione della sua vita religiosissima, per cui fra le opere buone 13 con tanto fervore spirituale 14 frequentava la chiesa. Spesso, incontrandomi, non si tratteneva dal tesserne l'elogio e dal felicitarsi con me, che avevo una tal madre. Ignorava quale figlio aveva lei, dubbioso di tutto ciò e convinto dell'impossibilità di trovare la via della vita 15.

L'ammirevole figura di Ambrogio
3. 3. Non t'invocavo ancora con gemiti affinché venissi in mio aiuto. Il mio spirito era piuttosto attratto dalla ricerca e mai sazio di discussioni. Lo stesso Ambrogio era per me un uomo qualsiasi, fortunato secondo il giudizio mondano perché riverito dalle massime autorità; l'unica sua pena mi sembrava fosse il celibato che praticava. Delle speranze invece che coltivava, delle lotte che sosteneva contro le tentazioni della sua stessa grandezza, delle consolazioni che trovava nell'avversità, delle gioie che assaporava nel ruminare il tuo pane entro la bocca nascosta del suo cuore, di tutto ciò non potevo avere né idea né esperienza. Dal canto suo ignorava anch'egli le mie tempeste e la fossa ove rischiavo di cadere. Non mi era infatti possibile interrogarlo su ciò che volevo e come volevo. Caterve di gente indaffarata, che soccorreva nell'angustia, si frapponevano tra me e le sue orecchie, tra me e la sua bocca. I pochi istanti in cui non era occupato con costoro, li impiegava a ristorare il corpo con l'alimento indispensabile, o l'anima con la lettura. Nel leggere, i suoi occhi correvano sulle pagine e la mente ne penetrava il concetto, mentre la voce e la lingua riposavano. Sovente, entrando, poiché a nessuno era vietato l'ingresso e non si usava preannunziargli l'arrivo di chicchessia, lo vedemmo leggere tacito, e mai diversamente. Ci sedevamo in un lungo silenzio: e chi avrebbe osato turbare una concentrazione così intensa? Poi ci allontanavamo, supponendo che aveva piacere di non essere distratto durante il poco tempo che trovava per ricreare il proprio spirito libero dagli affari tumultuosi degli altri. Può darsi che evitasse di leggere ad alta voce per non essere costretto da un uditore curioso e attento a spiegare qualche passaggio eventualmente oscuro dell'autore che leggeva, o a discutere qualche questione troppo complessa: impiegando il tempo a quel modo avrebbe potuto scorrere un numero di volumi inferiore ai suoi desideri. Ma anche la preoccupazione di risparmiare la voce, che gli cadeva con estrema facilità, poteva costituire un motivo più che legittimo per eseguire una lettura mentale. Ad ogni modo, qualunque fosse la sua intenzione nel comportarsi così, non poteva non essere buona in un uomo come quello.

L'uomo immagine di Dio secondo la fede cattolica
3. 4. Certo è che non mi era assolutamente possibile interrogare quel tuo santo oracolo, ossia il suo cuore, su quanto mi premeva, bensì soltanto su cose presto ascoltate. Invece le tempeste della mia anima esigevano di trovarlo disponibile a lungo, per riversarsi su di lui; ma invano. Ogni domenica lo ascoltavo mentre spiegava rettamente la parola della verità 16 in mezzo al popolo, confermandomi sempre più nell'idea che tutti i nodi stretti dalle astute calunnie dei miei seduttori a danno dei libri divini potevano sciogliersi. La scoperta poi da me fatta, che i tuoi figli spirituali, rigenerati per tua grazia dalla maternità della Chiesa cattolica, non intendevano le parole ov'è detto che l'uomo fu da te fatto a tua immagine 17 nel senso di crederti e pensarti rinchiuso nella forma di un corpo umano, per quanto non riuscissi a scorgere neppure debolmente e in un enigma 18 come fosse una sostanza spirituale, mi fece arrossire gioiosamente di aver latrato per tanti anni non già contro la fede cattolica, bensì contro fantasmi creati da immaginazioni carnali. Temerario ed empio ero stato, perché avevo asserito, accusando, cose che avrei dovuto asserire indagando. Tu, altissimo 19 e vicinissimo, remotissimo e presentissimo, non fornito di membra più grandi e più piccole, ma esistente per intero in ogni luogo e in nessuno, facesti però l'uomo a tua immagine senza possedere affatto questa nostra forma corporale; ed ecco l'uomo esistere in un dato luogo dalla testa ai piedi.

Scoperta dell'unica Chiesa

4. 5. Ignorando in quale modo l'uomo fosse tua immagine, avrei dovuto, bussando 20, controllare in quale modo bisognava credervi, non, burlando, contrastare, quasi che vi si credesse come io mi immaginavo. Tanto più acuto era dunque nel mio intimo l'assillo di conoscere cosa dovevo ritenere per certo, quanto più mi vergognavo di essermi lasciato illudere e ingannare così a lungo da una promessa di certezza, e di aver proclamato per certo un grande numero di dottrine incerte, come un fanciullo impetuoso nei suoi errori. La fallacia di quelle dottrine mi apparve più tardi; fin d'allora però ebbi la certezza della loro incertezza, benché un tempo le avessi tenute per certe, quando sferravo alla cieca attacchi e accuse contro la tua Chiesa cattolica, ignaro che insegna la verità, ma non insegna le dottrine di cui l'accusavo gravemente. Di qui la mia confusione, la mia conversione e la mia gioia, Dio mio, perché la tua unica Chiesa, corpo del tuo unico Figlio 21, nel cui grembo mi fu inoculato, infante, il nome di Cristo, non si compiaceva di futilità infantili, e il suo insegnamento sicuro non ti confinava, creatore di tutte le cose, in uno spazio fisico, sia pure altissimo ed ampio, ma tuttavia limitato in ogni direzione dal profilo delle membra umane.

sabato 5 ottobre 2019

Nella famiglia Kowalski la fede costituiva l’elemento essenziale della vita: Dio era sempre al primo posto e ogni giorno la preghiera si univa armoniosamente al lavoro.



Suor Faustina, terzogenita di dieci figli, nacque il 25 agosto 1905 da una povera famiglia di contadini, che abitava nel villaggio di Glogowiec in Polonia. Nel battesimo, ricevuto nella Chiesa parrocchiale di Swinice Warckie, presso Lódz, le venne posto il nome di Elena.

La famiglia Kowalski viveva di un piccolo podere agricolo e dell’attività di falegname del padre Stanislao, un uomo religioso, molto laborioso ma nello stesso tempo severo, il quale dimostrava un forte senso di responsabilità nell’adempimento dei suoi doveri professionali e familiari ed esigeva lo stesso dai figli, richiamandoli anche nelle loro più piccole trasgressioni.

La madre, Marianna Babel, era invece una persona sensibile, affettuosa, tollerante, laboriosa e tenace; insegnava alla piccola Elena e ai suoi fratelli le verità della fede e gli stessi principi di condotta cristiana professati dal padre. Vivendo in questo ambiente i bambini crescevano con un profondo senso della disciplina e dell’obbedienza maturando una grande stima per le cose sante. Inoltre fin da piccoli essi venivano educati alla laboriosità, al senso di responsabilità ed alla collaborazione familiare.

Nella famiglia Kowalski la fede costituiva l’elemento essenziale della vita: Dio era sempre al primo posto e ogni giorno la preghiera si univa armoniosamente al lavoro. Infatti il padre stesso, fin dal primo mattino, cantava il tradizionale inno dell’alba: Kiedy ranne wstajq zorze e le Piccole Ore della Beata Vergine Maria; mentre durante la Quaresima tutti insieme cantavano Amari Lamenti e osservavano scrupolosamente il digiuno e l’astinenza. Anche se la famiglia viveva poveramente del duro lavoro, tuttavia riusciva a trovare sia il denaro per comprare i libri religiosi sia il tempo per la lettura fatta in comune. Sono state proprio queste letture a far nascere la disposizione alla vita religiosa nell’animo della piccola Elena che fin dall’infanzia voleva vivere per Dio come i protagonisti di questi libri. Ella ne ricordava bene il contenuto e lo raccontava ai suoi coetanei durante il pascolo del bestiame o mentre giocavano insieme.

Il clima religioso della famiglia favoriva in lei il formarsi di una viva e personale unione con Dio, che si è rivelata molto presto, fin dall’età di sette anni, come ella stessa scrisse nel Diario: « O Gesù nascosto, in Te c’è tutta la mia forza. Fin dai più teneri anni Gesù nel Santissimo Sacramento mi ha attirata a Sé. All’età di sette anni, mentre ero ai vespri e Gesù era esposto nell’ostensorio fu allora che mi venne trasmesso per la prima volta l’amore di Dio che riempì il mio piccolo cuore, ed il Signore mi fece comprendere le cose divine... Tutta la forza della mia anima proviene dal Santissimo Sacramento ».

A nove anni, come si usava allora, fece la sua prima confessione e si accostò alla Santa Comunione. Tornando dalla chiesa sentiva vivamente la presenza del Divino Ospite nella sua anima. « Perché non vai insieme alle tue amiche? - le domandò la vicina di casa -. Io vado con il Signore Gesù », rispose seriamente. La sua amica in quel giorno era felice perché aveva un bel vestito, mentre Elena era contenta perché aveva ricevuto Gesù. Istruita sui doveri religiosi, non soltanto cercava di adempirli da sola, ma desiderava anche che gli altri li adempissero. Il suo primo impegno era la Santa Messa domenicale. Quando non aveva un vestito decoroso per andare in chiesa, si rifugiava nell’orto con il libro delle preghiere, unendosi spiritualmente al sacerdote e ai fedeli che partecipavano alla Santa Messa; non rispondeva neppure alle chiamate della madre e solo dopo la celebrazione dell’Eucaristia andava da lei e baciandole la mano diceva: « Mammina, non ti arrabbiare, Gesù si sarebbe rattristato più di te se non mi fossi raccolta in preghiera ». Tra i suoi fratelli si distingueva non soltanto per la devozione e l’amore per la preghiera, ma anche per la laboriosità, l’obbe-dienza e la serena accettazione della povertà. Grazie ad un profondo senso di responsabilità aiutava molto volentieri i genitori rinunciando anche ai giochi; voleva essere obbediente ed evitare di dar loro dei dispiaceri. Fin da bambina era molto sensibile alle privazioni ed alla miseria della gente e cercava in ogni modo di aiutarla. Un giorno, per esempio, vestita da mendicante, si mise a girare per le case e, recitando preghiere, chiedeva l’elemosina per i poveri. Un’altra volta invece organizzò una lotteria, e i soldi raccolti li diede al parroco, destinandoli ai bisognosi. Frequentò la scuola di Swinice aperta nel 1917 solo per tre anni. La cominciò all’età di 12 anni e sebbene fosse una brava scolara, dovette rinunciare agli studi per far posto ai bambini più piccoli. Elena lasciò la casa natale quando aveva 16 anni portando con sé il tesoro della fede, l’amore per la preghiera, i sani principi della morale cristiana, nonché le virtù della laboriosità, dell’obbedienza e un forte senso di responsabilità. Prima andò ad Aleksandrów, vicino a Lódz dove lavorò come domestica dalla Signora Leokadia Bryszewska, proprietaria di un panificio. In quel periodo ebbe la misteriosa visione del « chiarore ». Dopo tale evento tornò a casa per chiedere il permesso di entrare in un convento. I genitori, pur essendo persone molto religiose, non volevano perdere la figlia migliore e giustificarono il rifiuto del permesso con la mancanza di denaro per la dote.
Ma Elena non si perse d’animo e decise di tornare a lavorare come domestica a Lódz. Prima trovò lavoro presso le Terziarie Francescane e dopo, presso Marcjanna Sadowska, proprietaria di un negozio di alimentari, la quale le affidò il compito di occuparsi della casa e dei bambini. « Era una persona allegra e alla mano - ricordava la sua padrona -. La sera quando si sedeva sullo sgabello, era subito circondata dai miei tre figli. Le volevano bene perché raccontava loro le fiabe... Quando dovevo partire non ero mai preoccupata, perché lei sapeva fare tutto meglio di me... Era gentile, educata, laboriosa. Non posso dire niente di male di lei perché era fin troppo buona. Così buona che mi mancano le parole di esprimermi ».
Suor Faustina KowalskaMancandole il consenso dei genitori, Elena cercava di soffocare la voce della chiamata di Dio che - come scrive nel Diario -sentiva nella sua anima fin dall’età di sette anni. Un giorno andò con la sorella maggiore e con un’amica a una festa. Durante il ballo vide Cristo martoriato, il quale le diceva con rimprovero: «Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai?». Sconvolta da questa visione lasciò la compagnia ed entrò nella chiesa più vicina, la cattedrale di Lódz. Prostrata davanti al Santissimo Sacramento chiese a Gesù cosa dovesse fare. Gesù le disse: «Parti immediatamente per Varsavia; là entrerai in convento». Informò la sorella della sua decisione, le chiese di salutare i genitori e partì per la capitale. Non conoscendo la città la prima cosa che fece fu di entrare nella chiesa di San Giacomo, nel quartiere di Ochota. Dal parroco ricevette l’indirizzo di una famiglia, presso la quale avrebbe potuto fermarsi finché non fosse stata accolta in un convento. « In quel tempo - annotò nel Diario - cominciai a cercare un convento, ma a qualsiasi porta ove bussai, incontrai un netto rifiuto. Il dolore attanagliava il mio cuore e dissi a Gesù: «Aiutami. Non lasciarmi sola»». Finalmente bussò alla porta della casa della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia che si trova a Varsavia in via Zytnia. Dopo un breve colloquio, la superiora della casa, Madre Michaela Moraczewska, le suggerì di chiedere al Padrone della casa se l’avrebbe accolta. Elena comprese che doveva andare nella cappella a interpellare il Signore, e in risposta alla sua domanda sentì: «Ti accolgo; sei nel mio cuore». Quando riferì tali parole alla superi ora, questa le disse: «Se ti ha accettata il Signore, t’accetterò anch’io». Prima però di entrare Elena lavorò ancora per un anno come domestica presso Aldona Lipszyc a Ostrówek, per guadagnarsi una modesta dote. Il l°agosto 1925 Elena varcava la soglia della clausura nella casa della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia. Nel suo Diario confessa: « Mi sentivo infinitamente felice; mi pareva di essere entrata nella vita del paradiso. Dal mio cuore erompeva, unica, la preghiera della gratitudine ». Dopo alcune settimane sentì una forte tentazione di trasferirsi in un altro convento dove avrebbe potuto trovare più tempo per la preghiera. Allora Gesù, mostrandole il suo volto ferito e addolorato, le disse: «Tu mi causerai un simile dolore, se uscirai da questo ordine. È qui che t’ho chiamata e non altrove e ho preparato per te molte grazie».

Alla Congregazione alla quale Cristo chiamò Elena Kowalska appartenevano le cosiddette « Case della Misericordia » il cui scopo era la cura e l’educazione delle ragazze e delle donne bisognose di un profondo rinnovamento spirituale. Le Suore che svolgevano le funzioni di educatrici costituivano il cosiddetto primo coro. Al secondo coro appartenevano le suore che svolgevano i lavori (le mansioni) ausiliari. Ma ogni suora, indipendentemente dal tipo di lavoro a lei affidato, partecipava attivamente all’opera di salvare per l’eternità le anime che sembravano perdute. Elena fu accettata come suora del secondo coro, cioè fra le suore coadiutrici.

A Varsavia Elena trascorse i primi mesi della vita religiosa chiamati postulandato. In seguito si recò nella casa della Congregazione a Cracovia per compiere il noviziato. Durante la cerimonia della vestizione ricevette il nome di Suor Maria Faustina. Finito il noviziato emise i primi voti di castità, povertà ed obbe-dienza che rinnovò per 5 anni consecutivi fino alla professione perpetua emessa il 1° maggio 1933 a Cracovia. « Sono in Lui ed Egli in me - annotò in quell’occasione nel Diario. Nel momento in cui il Vescovo mi ha messo l’anello, Iddio è penetrato in tutto il mio essere... Dopo i voti perpetui la mia intima unione con Dio è tanto forte, quanto non è stata mai in precedenza. Sento che amo Dio e sento che Egli ama me. La mia anima dopo aver gustato Iddio, non saprebbe vivere senza di Lui».

Suor Faustina, come professa, visse in diverse case della Congregazione, più a lungo a Cracovia, poi a Plock, quindi a Wilno, adempiendo principalmente le mansioni di cuoca, giardiniera e portinaia. Esteriormente nulla tradiva la straordinaria ricchezza della sua vita mistica. Con zelo eseguiva i doveri che le venivano affidati, osservando fedelmente e scrupolosamente le regole della comunità: così le suore ricordavano Suor Faustina alcuni anni dopo la sua morte. Ella, pur conducendo uno stile di vita semplice, spontaneo ed allegro, tuttavia si distingueva per una intensa vita contemplativa. Nei rapporti con il prossimo manifestava sensibilità e benevolenza, evidenziando continuamente il suo grande amore per ogni persona. Soltanto il Diario ha svelato la profondità della sua vita spirituale nota solo ai confessori ed in parte alle superiore. Da un’attenta lettura di questi appunti si può comprendere quanto misticamente profonda fosse l’unione della sua anima con Dio e quanto Dio fosse presente nella sua anima, come pure le lotte e le difficoltà incontrate nel cammino verso la perfezione cristiana. «Gesù mio, - ha rivelato nel Diario - Tu sai che fin dai miei primissimi anni ho desiderato diventare una grande santa, cioè ho desiderato amarTi con un amore tanto grande, quale finora nessun’anima ha avuto verso di Te».

Il Signore premiava generosamente il suo impegno spirituale concedendole il dono della contemplazione e della profonda conoscenza del mistero della Misericordia Divina. Gesù la onorava con grazie straordinarie come le visioni, le rivelazioni, le stimmate nascoste, l’unione mistica con Dio, il dono del discernimento dei cuori e della profezia, ecc. Ella, arricchita da queste grazie, ha scritto: « Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono elargito alla mia anima la rendono perfetta, ma l’unione intima del mio spirito con Dio. Questi doni sono soltanto un ornamento dell’anima, ma non ne costituiscono la sostanza né la perfezione. La mia santità e perfezione consistono in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio ».

Nella vita spirituale di Suor Faustina Gesù ha scolpito due tratti caratteristici per i quali si distingueva quale apostola della Divina Misericordia: l’illimitata fiducia, la totale dedizione a Dio e l’attivo amore verso il prossimo che giungeva fino all’eroismo.

« Figlia mia, - le disse Gesù - se per tuo mezzo esigo dagli uomini il culto della mia misericordia, tu devi essere la prima a distinguerti per la fiducia nella mia misericordia. Esigo da te atti di misericordia, che debbono derivare dall’amore verso di me. Devi mostrare sempre e dovunque la misericordia verso il prossimo: non puoi esimerti da questo, né rifiutarti né giustificarti».

Suor Faustina era cosciente dell’azione di Dio nella sua anima e generosamente collaborava con la sua grazia. « O mio Gesù, - pregava - ognuno dei tuoi santi rispecchia in sé una delle tue virtù; io desidero rispecchiare il tuo Cuore compassionevole e pieno di misericordia... La tua misericordia, o Gesù, sia impressa nel mio cuore e nella mia anima come un sigillo, e ciò sarà il mio segno distintivo in questa e nell’altra vita».

La via dell’unione con Dio passa sempre attraverso la croce. La sofferenza purifica l’anima rendendola capace della più intensa partecipazione alla vita divina e all’opera redentrice di Gesù Cristo. Suor Faustina cercava di impararlo fin da bambina decidendo: « Nelle sofferenze conservare la serenità e l’equilibrio. Nei momenti difficili rifugiarsi nelle Piaghe di Gesù... Nelle prove procurerò di vedere l’amorevole mano di Dio ». Ha capito che «tanto più il nostro amore diventa puro, tanto meno il fuoco delle sofferenze avrà da distruggere in noi e la sofferenza per noi cesserà di essere sofferenza: diventerà per noi una delizia. Con la grazia di Dio ora ho ottenuto questa disposizione del cuore, - annotava - cioè non sono mai tanto felice, come quando soffro per Gesù che amo con ogni palpito del cuore».

L’austerità della vita e i digiuni estenuanti ai quali si sottoponeva ancora prima di entrare nella Congregazione avevano indebolito il suo organismo e già durante il postulandato fu mandata a Skolimów, vicino a Varsavia, per curarsi. Dopo l’anno di noviziato ebbe le prime dolorose esperienze mistiche della « notte oscura dell’anima » e le sofferenze spirituali legate alla realizzazione della missione ricevuta da Gesù Cristo. Il Giovedì Santo del 1934 si offrì come vittima di espiazione per i peccatori e ciò le comportò, in seguito, una serie di varie sofferenze per la salvezza delle anime. « Ho bisogno delle tue sofferenze per la salvezza delle anime », le ha insegnato Gesù. « Sappi, figlia mia, che il tuo quotidiano, silenzioso martirio nella totale sottomissione alla mia volontà, conduce molte anime in paradiso, e quando ti sembra che la sofferenza oltrepassi le tue forze, guarda le mie piaghe... La meditazione sulla mia passione ti aiuta a sollevarti al di sopra di tutto ».

Negli ultimi anni della sua vita si intensificarono le sofferenze interiori della « notte passiva dello spirito » e le sofferenze fisiche: si aggravò la tubercolosi attaccando i polmoni e l’apparato digerente. Per questo Suor Faustina dovette ricoverarsi due volte per qualche mese nell’ospedale di Pradnik a Cracovia, dove ricevette il sacramento degli infermi.

Da quell’ospedale, nell’agosto del 1938, scriveva alla superiora generale Madre Michaela Moraczewska: «Carissima Madre, mi pare che questo sia il nostro ultimo colloquio sulla terra. Mi sento molto debole e scrivo con la mano tremante. Soffro ai limiti della sopportazione. Gesù non ci fa soffrire oltre le nostre forze. Se il dolore è grande, la grazia divina è immensa. Mi abbandono totalmente a Dio e alla Sua santa volontà. Sento sempre più intensa la nostalgia di Dio. La morte non mi fa paura, la mia anima è inondata da una grande calma ».


Con questa lettera ringraziava per tutto il bene che aveva ricevuto nella Congregazione dal momento dell’ingresso, si scusava per tutte le infedeltà alla regola e chiedeva la benedizione per l’ora della morte. Alla fine scriveva: «Arrivederci, Carissima Madre, ci vedremo in ciclo ai piedi del Trono Divino».

Qualche giorno prima della morte Suor Faustina tornò nel convento di Lagiewniki a Cracovia. Prima di uscire dall’ospedale, il dott. A. Silberg le chiese l’immaginetta di Santa Teresa di Gesù Bambino che stava sul suo comodino e che lui voleva appendere vicino al letto di suo figlio. E quando l’infermiera espresse la sua preoccupazione per il pericolo di contagio, il medico la tranquillizzò dicendo: «I santi non contagiano».
Nell’ospedale le fece visita don Michele Sopocko, suo direttore spirituale di Wilno assegnatele da Dio per la realizzazione della missione della Misericordia. In quell’occasione Suor Faustina gli comunicò il giorno della propria morte. «Sembrava un essere divino - ha scritto di lei in seguito don Michele. - Allora non ho avuto più alcun dubbio che quello che era scritto nel suo Diario riguardo la Santa Comunione concessale dall’Angelo, fosse vero ».

Nel convento, come richiedeva la regola, Suor Faustina invitò nella sua cella le consorelle per salutarle, per ringraziarle per tutti i favori ottenuti e per chiedere scusa per le eventuali trasgressioni commesse. Con il suo comportamento, la sua serenità, la sua pazienza, la sottomissione amorosa alla volontà di Dio, fu edificante per tutte. Alla Superiora, Suor Irene Krzyzanowska, disse di non preoccuparsi per il culto della Misericordia Divina; personalmente desiderava che si adempisse solo la volontà di Dio al riguardo. Oltre a ciò aggiunse ancora: « Gesù vuole esaltarmi e la Congregazione per merito della mia persona potrà trarre molti benefici ». Si percepiva la sua intensa unione con Dio e una « quiete interiore - ricordava la superiora -che qualche volta non volevo turbare con le parole ».

Il 5 ottobre 1938 venne a visitarla P. Giuseppe Andrasz, S.I., e Suor Faustina si confessò per l’ultima volta. La sera tardi, vicino al suo letto, si radunarono le consorelle che insieme al cappellano recitarono le preghiere per i moribondi. Suor Faustina partecipava alle loro preghiere, consapevole di essere giunta agli ultimi momenti della sua vita terrestre. Alle 22.45 si avviava silenziosamente verso la casa del Padre per cantare eternamente l’inno alla Misericordia Divina.

Consumata nel corpo e misticamente unita a Dio, morì in concetto di santità all’età di 33 anni, dopo 13 anni di vita religiosa. Nel Diario ha scritto: « Non mi dimenticherò di te, povera terra, sebbene senta che m’immergerò immediatamente tutta in Dio, come in un oceano di felicità, ma ciò non mi potrà impedire di tornare sulla terra a dare coraggio alle anime ed esortarle alla fiducia nella divina misericordia. Anzi, quell’immersione in Dio mi darà una possibilità d’azione illimitata ».

Il funerale ebbe luogo il 7 ottobre, il giorno della festa della Madonna del Rosario e primo venerdì del mese. Dei suoi parenti non venne nessuno perché Suor Faustina, considerando il costo del viaggio, aveva chiesto di non informarli. Dopo la Santa Messa, nel corteo funebre presieduto dai sacerdoti, le suore e le educande portarono a spalla la bara nel cimitero del convento e lì, dopo la cerimonia di commiato, venne deposta nella tomba. Durante la seconda guerra mondiale si è diffusa velocemente nel mondo la devozione alla Misericordia Divina. A seguito di questo don Sopocko ha ritenuto opportuno rivelare chi era la sua promotrice, la cui fama di santità cresceva di anno in anno. Così si sono realizzate le sue parole profetiche scritte nel Diario: « Avverto bene che la mia missione non finirà con la mia morte, ma incomincerà ». Prima della sua morte, poche persone erano a conoscenza della sua profonda vita mistica e della missione che doveva compiere; oggi il messaggio della Misericordia a lei rivelato da Gesù è noto in tutti i continenti e si diffonde rapidamente tra il clero e tra i fedeli.

Al Santuario della Misericordia Divina di Lagiewniki a Cracovia, dove si trova l’immagine di Gesù Misericordioso, fonte di grazia e di salvezza, e dove dal 1966 riposano i resti mortali di Suor Faustina, giungono pellegrini da tutta la Polonia e da molti paesi del mondo per chiedere l’intercessione dell’umile Apo-stola della Misericordia Divina. Le numerose testimonianze di riconoscenza per le grazie e i benefici concessi, costituiscono la prova dell’efficacia della sua mediazione.

Fonte:
www.divinamisericordia.it

AMDG et DVM

Litanie in onore di san Francesco d'Assisi

LITANIE IN ONORE DI S. FRANCESCO D'ASSISI
Patriarca dell'Ordine Serafico a cura di don Antonino Marino
Imprimatur
S E.Rev.ma Mons. Lorenzo Loppa
Vescovo di Anagni-Alatri
8 maggio 2003


Kyrie eleyson
Christe eleyson
Kyrie eleyson
Christe audi nos
Christe exaudi nos
Padre del Cielo, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio Redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, che sei un solo Dio abbi pietà di noi
S. Maria, Regina gloriosa degli Angeli prega per noi
S. Maria, Signora più nobile dei Serafini prega per noi
S. Maria, Donna esaltata più dei Cherubini prega per noi (La recita è a cori alterni) prega per noi
S. Francesco, il cui nome è libero, non schiavo prega per noi
S. Francesco, figlio di Pietro di Bernardone e di Giovanna detta Pica prega per noi
S. Francesco, la cui madre fu sospinta al parto dall'Alto prega per noi
S. Francesco, generato nella stalletta di casa ad Assisi prega per noi
S. Francesco, il cui Natale fu simile a quello del Redentore prega per noi
S. Francesco, indicato al mondo da un misterioso pellegrino prega per noi
S. Francesco, alla cui nascita fu predetta la tua futura santità prega per noi
S. Francesco, predetto come uno dei migliori del mondo prega per noi
S. Francesco, battezzato Giovanni: Dio fa grazia prega per noi
S. Francesco, cresciuto col fratello Angelo, mercante di stoffe prega per noi
S. Francesco, detto giovane prodigo e re dei conviti prega per noi
S. Francesco, guerriero armato che scendi in battaglia prega per noi
S. Francesco, sconfitto e sconvolto da una febbre prega per noi
S. Francesco, a vent'anni prigioniero e in catene in cella prega per noi
S. Francesco, cui il Signore diede di cominciare a convertirsi da una vita disordinata all'ordine della grazia prega per noi
S. Francesco, cui l'Altissimo rivelò di vivere secondo il Vangelo prega per noi
S. Francesco, che eri come un cavallo o un mulo, privo di senno prega per noi
S. Francesco, che andavi errando prima di essere umiliato prega per noi
S. Francesco, liberato con riscatto ed assistito dai tuoi prega per noi
S. Francesco, che hai imparato l'obbedienza dalle cose patite prega per noi
S. Francesco, che chiedi a Dio fede diritta, speranza certa e carità perfetta prega per noi
S. Francesco, che chiedi a Dio senno e conoscenza prega per noi
S. Francesco, che chiedi: io faccia il tuo santo e verace comandamento prega per noi
S. Francesco, cui era amaro vedere i lebbrosi prega per noi
S. Francesco, condotto da Dio verso gli appestati prega per noi
S. Francesco, cui l'amarezza fu cambiata in dolcezza prega per noi
S. Francesco, il cui bacio al lebbroso sfiorò il volto di Cristo prega per noi
S. Francesco, cui il Crocifisso dice: va e ripara la mia casa prega per noi
S. Francesco, che ricostruisci la chiesa del Signore prega per noi
S. Francesco, che ti proclami araldo del gran Re prega per noi
S. Francesco, rinchiuso in ceppi da tuo padre prega per noi
S. Francesco, liberato dalle mani della madre prega per noi
S. Francesco, come un passero scampato al laccio prega per noi
S. Francesco, che rendi a tuo padre le tue vesti e ogni avere prega per noi
S. Francesco, che libero invochi: Padre nostro che sei nei cieli prega per noi
S. Francesco, nudo, rinasci a vita nuova prega per noi
S. Francesco, generato dallo Spirito di Dio prega per noi
S. Francesco, ricoperto del manto del vescovo Guido prega per noi
S. Francesco, reso spettacolo del mondo, accolto dalla Chiesa prega per noi
S. Francesco, istruito sulla via di Dio dai figli di S. Benedetto prega per noi
S. Francesco, ti consacri eremita, con cintura di cuoio prega per noi
S. Francesco, riparatore di brecce e di rovine prega per noi
S. Francesco che riedifichi l'eredità devastata prega per noi
S. Francesco, ispirato dalla vocazione degli apostoli ad agire prega per noi
S. Francesco, che ti vesti di sacco, scalzo, rasato con una corda ai fianchi prega per noi
S. Francesco, che inizi a predicare con cuore semplice e magnifico prega per noi
S. Francesco, il cui desiderio di vita è appagato prega per noi
S. Francesco, che può giovarti di più, il padrone o il servo? prega per noi
S. Francesco, tu lasci il servo per il Padrone prega per noi
S. Francesco, tu chiedi: Signore, cosa vuoi che io faccia? prega per noi
S. Francesco, il cui cuore effonde liete parole prega per noi
S. Francesco, che canti al Re il tuo poema prega per noi
S. Francesco, la cui lingua è stilo di scriba veloce prega per noi
S. Francesco, scelto tra i figli dell'uomo prega per noi
S. Francesco, nelle tue labbra è diffusa la grazia prega per noi
S. Francesco, ti ha benedetto Dio per sempre prega per noi
S. Francesco, prode che cingi la spada al tuo fianco prega per noi
S. Francesco, fortissimo cavaliere di Cristo, cui arride la sorte prega per noi
S. Francesco, che avanzi per la verità, la mitezza e la giustizia prega per noi
S. Francesco, la cui destra ti mostra prodigi prega per noi
S. Francesco, le cui frecce sono acute prega per noi
S. Francesco, le cui frecce colpiscono al cuore prega per noi
S. Francesco, sotto di te cadono i popoli prega per noi
S. Francesco, Dio ti ha dato un trono che dura per sempre prega per noi
S. Francesco, è scettro giusto lo scettro del tuo Regno prega per noi
S. Francesco, che ami la giustizia e l'empietà detesti prega per noi
S. Francesco, Dio, il tuo Dio ti ha consacrato prega per noi
S. Fnancesco, unto con olio di letizia tra i tuoi eguali prega per noi
S. Francesco, figlie di re tra le tue predilette prega per noi
S. Prancesco, ascolta, figlio; guarda, porgi l'orecchio prega per noi
S. Francesco, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre prega per noi
S. Francesco, al Re è piaciuta la tua bellezza prega per noi
S. Francesco, Dio è il tuo Signore: prostrati a Lui prega per noi
S. Francesco, i più ricchi del popolo cercano il tuo volto prega per noi
S. Francesco, la figlia del Re è presentata in preziosi ricami prega per noi
S. Francesco, con Lei le vergini compagne a te sono condotte prega per noi
S. Francesco, che guidi con gioia ed esultanza prega per noi
S. Francesco, che entri insieme ai tuoi figli nel palazzo del Re prega per noi
S. Francesco, ai tuoi padri succederanno i tuoi figli prega per noi
S. Francesco, i tuoi figli tra i capi di tutta la terra prega per noi
S. Francesco, i tuoi figli faranno ricordare il tuo nome per tutte le generazioni prega per noi
S. Francesco, i popoli ti loderanno in eterno prega per noi
S. Francesco, i cui primi soci sono Bernardo, Pietro ed Egidio prega per noi
S. Francesco, che accogli fino a dodici uomini penitenti prega per noi
S. Francesco, visto in sogno da Papa Innocenzo terzo al Laterano come un pilastro prega per noi
S. Francesco, approvato a voce dal Vicario di Gesù Cristo prega per noi
S. Francesco, a colloquio divino coi santi Domenico e Angelo sull'Aventino prega per noi
S. Francesco, dotato di profezia e di preghiera prega per noi
S. Francesco, dotato del carisma della visione e della sapienza prega per noi
S. Francesco, che predichi: l'Amore non è amato prega per noi
S. Francesco, che resti saldo nella purezza avvolto nudo tra le spine del roseto prega per noi
S. Francesco, ricco di altissima povertà, folle per Cristo prega per noi
S. Francesco, che conversi con gli angeli del Signore prega per noi
S. Francesco, che chiedi di essere calpestato da frate Bernardo prega per noi
S. Francesco, che ti ritiri in preghiera nel cavo delle rocce prega per noi
S. Francesco, che fai Quaresima con due pani su un'isola prega per noi
S. Francesco, che ti glori se non nella Croce di Gesù Cristo prega per noi
S. Francesco, che ti reputi grande peccatore e discepolo del Signore prega per noi
S. Francesco, umile, cui tutto il mondo viene dietro prega per noi
S. Francesco, che distribuisci gli uffici con grandissima carità prega per noi
S. Francesco, che nella preghiera sprigioni fiamme d'amore prega per noi
S. Francesco, pellegrino a San Giacomo di Compostela prega per noi
S. Francesco, predicatore e martire di desiderio prega per noi
S. Francesco, dei cui figli cinque furono martiri in Marocco prega per noi
S. Francesco, che con un soffio sospingi frate Masseo per aria prega per noi
S. Francesco, povero con Cristo sulla croce, con Cristo sepolto prega per noi
S. Francesco, povero con Cristo risorto, con Cristo salito al cielo prega per noi
S. Francesco, cui appaiono in orazione i santi Pietro e Paolo prega per noi
S. Francesco, che tagli i capelli a sorella Chiara d'Assisi prega per noi
S. Francesco, che instauri in S. Damiano vita povera e felice prega per noi
S. Francesco, che consigli il lavoro come una grazia prega per noi
S. Francesco, che condividi la mensa con santa Chiara prega per noi
S. Francesco, la cui umile mensa sprigiona un fuoco divino prega per noi
S. Francesco, eletto da Dio per la salute del mondo prega per noi
S. Francesco, visto a colloquio con Cristo e la Vergine Maria prega per noi
S. Francesco, che tieni il capitolo delle stuoie con oltre cinquemila frati prega per noi
S. Francesco, i cui figli come campo ed esercito dei cavalieri di Dio prega per noi
S. Francesco, che hai rubato al mondo un gregge bello e devoto prega per noi
S. Francesco, padre di tutti i frati e generale ministro prega per noi
S. Francesco, che inizi i frati all'obbedienza verso la santa madre Chiesa prega per noi
S. Francesco, i cui frati vennero sfamati dalle città intorno Assisi prega per noi
S. Francesco, che edifichi San Domenico con la tua fede nella Provvidenza prega per noi
S. Francesco, che insegni a perdonare per amore di Dio prega per noi
S. Francesco, che ti ritieni minore di tutti gli uomini prega per noi
S. Francesco, che mitighi le penitenze corporali dei frati prega per noi
S. Francesco, per cui a Rieti la vigna devastata abbondò di vino prega per noi
S. Francesco, che appronti i nidi alle tortore selvatiche prega per noi
S. Francesco, anima santissima che ci ottieni il perdono d'Assisi prega per noi
S. Francesco, che hai predicato agli uccelli attenti sui rami prega per noi
S. Francesco, semplice e piccolo per la perfetta letizia prega per noi
S. Francesco, che liberi Arezzo dai demoni della discordia prega per noi
S. Francesco, che conduci ammansito il lupo di Gubbio prega per noi
S. Francesco, che annunci il Vangelo al Sultano d'Egitto prega per noi
S. Francesco, che richiami con dolcezza i tre ladroni cacciati prega per noi
S. Francesco, dal cui volto traspare il candore della vita prega per noi
S. Francesco, che a Greccio fai rivivere il Natale del Signore prega per noi
S. Francesco, che indichi a tutti la regola del Vangelo prega per noi
S. Francesco, in cerca dell'amato Signore sul sasso della Verna prega per noi
S. Francesco, assistito da un falcone per le ore di preghiera prega per noi
S. Francesco, cui appare luminoso un serafino alato prega per noi
S. Francesco, segnato a sangue dalle piaghe del Crocifisso prega per noi
S. Francesco, reso cieco da lacrime copiose prega per noi
S. Francesco, che inneggi a Dio con un cantico nuovo prega per noi
S. Francesco, che annunci e porti pace e bene a tutti prega per noi
S. Francesco, che gioisci nel dolore per un futuro di bene prega per noi
S. Francesco, acclamato nuovo evangelista prega per noi
S. Francesco, specchio del mondo tutto serafico in ardore prega per noi
S. Francesco, la cui regola è approvata da Onorio terzo prega per noi
S. Francesco, chiamato "il mio santo" da frate Antonio prega per noi
S. Francesco, che hai vinto il principe di questo mondo con l'Amore prega per noi
S. Francesco, nudo, adagiato sulla nuda terra, con la sinistra sul costato prega per noi
S. Francesco, servo cinto si fianchi, con la lampada accesa prega per noi
S. Francesco, obbediente fino alla morte alla Porziuncola prega per noi
S. Francesco, il cui spirito era intento a quella gloria prega per noi
S. Francesco, il cui costato era rosso come rosa a primavera prega per noi
S. Francesco, che porti nel tuo cuore il segreto del Re prega per noi
S. Francesco, la cui anima sale al cielo come stella prega per noi
S. Francesco, alla cui morte volarono in canto le allodole sul tetto prega per noi
S. Francesco, canonizzato ad Assisi da Gregorio nono prega per noi
S. Francesco, il cui sepolcro è sul colle del paradiso prega per noi
S. Francesco, le cui reliquie onorano la Chiesa prega per noi
S. Francesco, patrono d'Italia, dei mercanti e della natura prega per noi
S. Francesco, la cui discendenza è nella luce della Donna prega per noi
S. Francesco, la cui vita è beata nel Padre prega per noi
S. Francesco, il cui corpo segnato è dal Figlio prega per noi
S. Francesco, il cui spirito si libra nello Spirito Santo prega per noi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo ascoltaci, Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi.

Prega per noi S. Francesco d'Assisi 
Affinché siam fatti degni delle promesse di Cristo..

PREGHIAMO

Ti lodiamo o Dio Padre nostro con lo stesso cantico del tuo servo san Francesco d'Assisi, che hai donato alla tua Chiesa come uomo nuovo e restauratore della vita ispirata alla perfetta letizia del vangelo del tuo Figlio Gesù Cristo e Nostro Signore che vive e regna con Te, nell'unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

Roma, 29 marzo 2003

AMDG et DVM