sabato 5 maggio 2018

I naufraghi di questo tempo


E Io vi dico: “Vieni e seguimi!”
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5 maggio 2005 - Ascensione
GESÙ: Per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni come un giorno. 
Quando il Conclave ha eletto il Papa Giovanni Paolo II, il Tempo ci conduceva già verso la Fine dei Tempi. Con Lui, Io volevo impregnare il Mio Popolo di una gioia che doveva assomigliare a un ricordo. Si attraversa meglio una pioggia torrenziale con degli abiti caldi e impermeabili, che non sprovvisti di tutto ciò che è necessario. Questo ricordo-riparo è ilPapa, 264°, Sua Santità Giovanni Paolo II.
Egli è per voi l’Entrata Messianica a Gerusalemme, la Gioia del Raduno:
“Essi condussero l'asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano:
Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli! Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betània.” (San Marco 11, 7-11)
Questo Santo Grande Papa, come il vostro Signore alla svolta della Sua vita terrena, fece entrare nel Tempio (la Mia Chiesa), con grida di gioia, con acclamazioni imponenti, quella folla in delirio, che lo seguiva.
La seconda visione che dovete tenere a mente è questa:
“…e dopo aver guardato tutto intorno…” 
Il Papa Giovanni Paolo II, come il suo Signore, prima di raggiungere la Dimora di Dio, ha guardato tutto intorno a sé. Ha previsto molte cose per il suo successore ed ha visto intorno a sé questa Chiesa che non ha ancora ritrovato il suo Equilibrio, ma egli deve lasciare questo compito enorme al suo successore perché,
“… essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici diretto a Betania.”
Sua Santità Giovanni Paolo II doveva1andarsene per raggiungere gli Apostoli del Signore, nella Casa della Pace, la Gerusalemme Celeste, con tutti quelli che lo amavano e che lo attendevano, principalmente la Sua Santa Madre MARIA e il Suo Dio d’Amore, che lo hanno aiutato ad aprire, nella gioia del Raduno, le Porte della Chiesa.
“Aprite le porte al Signore ! Lasciate passare il Redentore !“
È la Gioia del Raduno di tutta quella folla in delirio, davanti a colui che rappresenta GESÙ in Terra. Il Giorno delle Palmesi conclude alla morte di Giovanni Paolo II, e poi ecco il Tempo della Via Crucis. Ecco il Signore che consola ancora quella folla urlante che non è più nella gioia. In mezzo ad essa, si ritrova il Piccolo Resto ancora imperfetto, nella paura, nel dolore, nella delusione.
“Figlie di Gerusalemme, non piangete su di Me.”
“Piangete su voi stesse e sui vostri figli! Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: ”Beate le sterili e i grembi che non hanno generato, e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!” e ai colli: “Copriteci!” Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?” (Luca 23, 29-31)
Alla morte di Giovanni Paolo II, ecco il Popolo di Dio nella pena e nel dolore, nell’incertezza di questo nuovo Conclave. Ecco l’Elezione del nuovo Papa, Benedetto XVI.
Sì, perché piangete ? Popolo incredulo, abbiate Fede! Questo Papa che Io vi dono, è il Papa di questo Tempo, più che mai incerto, che cambia fino a modificare le stagioni, squilibrando gli elementi e la struttura della Terra. Qua e là, voi vedete la carestia che avanza come una donna in lutto che lascia a terra i cadaveri dei suoi figli e del suo sposo; e altrove, vedete l’immagine indistinta di una folla disillusa, che approfitta fino allo spreco dei beni che la terra feconda può ancora produrre.
Ma ecco che arriva la Mandria delle Vacche Magre. Qual é quel popolo che si ribella per i suoi diritti usurpati? Dove sono i Capi che non hanno saputo fare che promesse perché ogni speranza è stata loro tolta? Non hanno da offrire che parole e mani vuote, perché hanno attinto nient’altro che vento nei grandi forzieri dei Paesi che continuano ad inginocchiarsi davanti al Vitello d’Oro, senza neanche pensare al Creatore di tutto l’Universo, Creatore della vostra Terra che voi avete impoverito e prosciugato come le mammelle di quelle Vacche Magre, che non sanno più dove trovare l’erba e l’acqua necessarie, e che avanzano verso di voi facendo scoprire la vostra stessa immagine: voi non sapete dove dirigervi, dove andare, dove trovare ciò che era e che non è più, quel pane quotidiano che Solo Dio può donarvi.
Voi non avete più pronunciato queste parole della Mia Preghiera: “Padre, dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Quale speranza potete avere voi, senza Dio? Senza il vostro Creatore che vi ha creati a Sua Immagine e che ha sotterrato nella vostra terra il necessario per tutti i vostri bisogni, e per ognuno di voi. E non Mi avete mai ringraziato come si deve fare nei confronti del proprio Creatore. E non avete condiviso equamente con i vostri fratelli.
La Terra sprofonda. Allora vedrete, al posto dei beni che Io ho sotterrato nelle vostre terre, delle colate di fango che trascinano la vegetazione, le abitazioni e i loro abitanti, vedrete dei terremoti devastanti che seppelliranno nelle profondità del suolo le ricchezze che avevate a portata di mano. Vedrete l’Acqua diventare più rara del carburante per voi necessario per addolcire i freddi degli inverni e per cuocere i vostri alimenti. Ed ecco che tutto si esaurisce.
Quando avrete bisogno del sole, il sole si nasconderà, e quando avrete bisogno di fresco, il sole sarà sempre più caldo. Allora direte: Eravamo nella spensieratezza ed eccoci nella disperazione, senza poterne scoprire la causa. Perché Io vilascio ciechi: e non c’è più cieco di colui che non vuole vedere. E voi persisterete nel vostro disprezzo di Dio che vi ha dato più che ai Naufraghi del Deserto, i quali mangiavano la Manna che pioveva dal cielo, e bevevano l’acqua della Roccia. 
Mosé non ha potuto vedere che da lontano la Terra Promessa. Non commettete l’errore di mettere in dubbio ciò che Io vi sto dicendo ora in queste righe, perché Io posso liberarvi solo se voi credete in Me, nella Mia Onnipotenza e nella Mia Misericordia Infinita.
Io sono il vostro Dio Vivente, Creatore del Cielo e della Terra, del Mondo visibile e invisibile. Le Potenze del Cielo e della Terra, Io le trattengo tutte con la Mia Mano. Non siate più increduli, non lasciate che le Potenze del Cielo si scuotano come potete già vedere l’inizio della destabilizzazione della Terra. Che aspettate per tornare a Me ? Non vi resta che POCO tempo, ed Io vi dico: Vieni e seguiMi.
Allora, Io vi chiedo di unirvi al MIO Papa Benedetto XVI e di aver fiducia in lui. PREGATE per lui, Io pregherò per voi tutti. Perché Io lo informo della gravità di questo Tempoed egli conosce il rimedio, il solo capace di salvarvi dal Male attuale che ricopre il Mondo.
Ascoltatelo. Unitevi a lui nella preghiera a Dio,
nella Santa Eucaristia e nel Pentimento Mondiale,
che si trova nell’Amore della Mia Croce.
Amen.

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AMDG et DVM

“Ringraziamo Dio: l’ora della vittoria è suonata!”

SAN PIO V

AVETE CAPITO? / (Dopo lo tsunami)


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                                                  17 gennaio 2005

GESÙ: Figlia Mia, non allontanarti da Me. Io ho bisogno di te, della tua sensibilità e delle tue lacrime. Scrivi per Me quello che gli uomini devono conoscere per questo Tempo.

Figli Miei, Dio vi ama. Non analizzate col vostro solo discernimento, ciò che accade sotto i vostri occhi. Io sono qui per farvi comprendere che la vita è preziosa, che Dio Solo può donarla, così come può riprenderla, per condurvi verso un’altra Vita, più meravigliosa, che deve essere meritata. Abbiate sempre nella vostra memoria la Mia Santa Resurrezione.

Gli scolari di Dio non hanno ancora capito il Mio insegnamento. Allora, Dio Padre manda Me per ripetervi l’essenziale:

Dio è Amore, Dio vi ama. Non giudicate Dio. Tutti i Suoi atti si compiono nella Sua grande Misericordia. Non rifiutate ciò che è ancora incomprensibile per voi, perché tutto vi sarà svelato più tardi. Tenete a mente questo: Dio ha accettato il sublime Sacrificio del Figlio Suo Unigenito per salvare la moltitudine delle Sue creature. Tutto si è compiuto nella Sua Infinita Misericordia.
Gloria a Dio nei secoli dei secoli. Amen.

Se Io vi dico: «dietro a questa montagna che vi sembra inaccessibile si trova la Dimora di Dio, venite e seguiteMi», non è questa Mia richiesta che vi fa più paura, ma è la montagna. Voi la vedete difficile nella sua ascensione, terribile per la sua altezza, sentite già la fatica e Mi rispondete: «non è il caso di provarci, non ci riuscirò mai».

Se provo a chiedervelo in questo altro modo: “Io sono la Montagna, Io sono la Via, vieni e seguiMi, andiamo verso la Dimora di Dio”, allora la montagna non vi spaventerà più perché lo sono l’Amore e l’Amore non sa che amare. Allora Mi seguirete senza paura e senza apprensione.

Quando i Miei Apostoli Mi fecero questa domanda: “Com’è il Padre?”, la Mia sola risposta fu questa: “Chi vede Me, vede il Padre”. A voi tutti, oggi Io rispondo: “Beati quelli che credono senza avere mai visto il Figlio, Immagine Vivente del Padre”.

Venite e credete che Dio vi ama. Non giudicate mai la Parola di Dio e ancora meno i Suoi atti. Dio è la Misericordia Infinita.

Siate sempre l’agnello docile che segue il Buon Pastore. Sappiate che prima di sentire il suo lamento causato dalla fatica, lo prendo sulle Mie spalle e condividiamo così la dolcezza del nostro comune calore.

Quando un cuore si ferma, il medico fa l’impossibile per rimetterlo in moto e usa l’elettrochoc. Io sono questa corrente potente che viene oggi a svegliarvi. Svegliatevi! Pentitevi! Diventate migliori. Rigettate il vostro egoismo. Diventate come il vostro Padre dei Cieli: perfetti e generosi. Diventate come il vostro GESÙ d’Amore, Dolce ed Umile di Cuore. Imitate la Mia Santissima Madre in Preghiera e in Adorazione davanti al Padre di ogni Bontà. Ella implora la Sua Santa Grazia per tutti i figli della Terra, affinché neppure uno si perda, ma ritorni al Suo Divin Figlio GESÙ, nel quale Dio Padre ha rimesso tutto il Suo Potere d’Amore e di Compassione.

JNSR: “Signore, ti prego, permettimi questa domanda. Perché questo sisma, questo maremoto con così tanti morti, con così tante sofferenze? Questa sciagura è giunta come un ladro senza pietà. Centinaia di migliaia gli scomparsi, migliaia di orfani. La Terra è stata toccata già tante volte! Perché questa enormità all’improvviso!
Tutte queste isole già così povere! Era necessario tutto questo?”

GESÙ: Questa catastrofe, già annunciata a Dozulé, ha toccato la massa intera degli uomini e delle donne di tutti i paesi della Terra. Questo immenso slancio di solidarietà è qui, davanti ai vostri occhi, per ricordarvi che la povertà esiste e che essa ha gettato il GRIDO che era necessario che voi sentiste per reagire. Questo grido Vi perseguiterà, e sarà il Silenzio dei cuori poveri, impotenti di fronte al Potere e al Denaro, per combattere ciò che resta ancora in voi e che nasca in ogni cuore l’Amore di Dio che salva e del prossimo nel quale Io vivo, poiché Dio rivelerà a ciascuno questo grande Mistero.

Dio è il Salvatore del Mondo, non abbiate paura.

Io rispondo, figlia Mia, alla tua domanda: “Sì, era necessario”. L’uomo non si conosce ancora. Occorre che egli si scopra. Egli è figlio di Dio e voi siete tutti fratelli nello stesso Padre. Ma anch’Io vi pongo questa domanda: “Avete capito? Con questa sola catastrofe!”

GESÙ, Salvatore del Mondo.
Io vi benedico.
Benedico ognuno di voi.
Amen.

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VIGILANZA e ORAZIONE


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"Chi si scandalizza nell'apprendere che Dio può far tante grazie fin da questo esilio, tengo per certo che sia senza umiltà e senza amore del prossimo".
(Santa Teresa d'Avila)

LA MISSIONE DEI LAICI NELLA CHIESA / La questione di Dio... oggi / La Questione delle Questioni

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DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI 
AI PARTECIPANTI ALLA XXIV ASSEMBLEA PLENARIA
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI
Sala del Concistoro
Venerdì
 21 maggio 2010 
  
Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
Cari fratelli e sorelle!

E’ con gioia che accolgo voi tutti, Membri e Consultori, partecipanti alla XXIV Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici. Rivolgo un cordiale saluto al Presidente, Cardinale Stanisław Ryłko, ringraziandolo per le cortesi parole che mi ha rivolto, al Segretario, Mons. Josef Clemens, e a tutti i presenti. La composizione stessa del vostro Dicastero, dove, accanto ai Pastori, lavora una maggioranza di fedeli laici provenienti dal mondo intero e dalle più differenti situazioni ed esperienze, offre un’immagine significativa della comunità organica che è la Chiesa, in cui il sacerdozio comune, proprio dei fedeli battezzati, e il sacerdozio ordinato affondano le radici nell’unico sacerdozio di Cristo, secondo modalità essenzialmente diverse, ma ordinate l’una all’altra. Giunti ormai quasi al termine dell’Anno Sacerdotale, ci sentiamo ancora di più testimoni grati della sorprendente e generosa donazione e dedizione di tanti uomini “conquistati” da Cristo e configurati a Lui nel sacerdozio ordinato. Giorno dopo giorno, essi accompagnano il cammino dei christifideles laici, proclamando la Parola di Dio, comunicando il suo perdono e la riconciliazione con Lui, richiamando alla preghiera e offrendo come alimento il Corpo e il Sangue del Signore. È da questo mistero di comunione che i fedeli laici traggono l’energia profonda per essere testimoni di Cristo in tutta la concretezza e lo spessore della loro vita, in tutte le loro attività e ambienti.

Il tema di questa vostra Assemblea: “Testimoni di Cristo nella comunità politica”, riveste una particolare importanza. Certamente, non rientra nella missione della Chiesa la formazione tecnica dei politici. Ci sono, infatti, a questo scopo varie istituzioni. E’ sua missione, però, “dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l’ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime… utilizzando tutti e solo quei mezzi che sono conformi al Vangelo e al bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni” (Gaudium et spes, 76). 

La Chiesa si concentra particolarmente nell’educare i discepoli di Cristo, affinché siano sempre più testimoni della sua Presenza, ovunque. Spetta ai fedeli laici mostrare concretamente nella vita personale e familiare, nella vita sociale, culturale e politica, che la fede permette di leggere in modo nuovo e profondo la realtà e di trasformarla; che la speranza cristiana allarga l’orizzonte limitato dell’uomo e lo proietta verso la vera altezza del suo essere, verso Dio; che la carità nella verità è la forza più efficace in grado di cambiare il mondo; che il Vangelo è garanzia di libertà e messaggio di liberazione; che i principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa - quali la dignità della persona umana, la sussidiarietà e la solidarietà - sono di grande attualità e valore per la promozione di nuove vie di sviluppo al servizio di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. 
Compete ancora ai fedeli laici partecipare attivamente alla vita politica, in modo sempre coerente con gli insegnamenti della Chiesa, condividendo ragioni ben fondate e grandi ideali nella dialettica democratica e nella ricerca di un largo consenso con tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita e della libertà, la custodia della verità e del bene della famiglia, la solidarietà con i bisognosi e la ricerca necessaria del bene comune. I cristiani non cercano l’egemonia politica o culturale, ma, ovunque si impegnano, sono mossi dalla certezza che Cristo è la pietra angolare di ogni costruzione umana (cfr Congr. per la Dottrina della Fede, Nota Dottrinale su alcune questioni relative all’impegno e al comportamento dei cattolici nella vita politica, 24 nov. 2002).

Riprendendo l’espressione dei miei Predecessori, posso anch’io affermare che la politica è un ambito molto importante dell’esercizio della carità. Essa richiama i cristiani a un forte impegno per la cittadinanza, per la costruzione di una vita buona nelle nazioni, come pure ad una presenza efficace nelle sedi e nei programmi della comunità internazionale. C’è bisogno di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica. Questa esigenza dev’essere ben presente negli itinerari educativi delle comunità ecclesiali e richiede nuove forme di accompagnamento e di sostegno da parte dei Pastori. L’appartenenza dei cristiani alle associazioni dei fedeli, ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità, può essere una buona scuola per questi discepoli e testimoni, sostenuti dalla ricchezza carismatica, comunitaria, educativa e missionaria propria di queste realtà.

Si tratta di una sfida esigente. I tempi che stiamo vivendo ci pongono davanti a grandi e complessi problemi, e la questione sociale è diventata, allo stesso tempo, questione antropologica. Sono crollati i paradigmi ideologici che pretendevano, in un passato recente, di essere risposta “scientifica” a tale questione. Il diffondersi di un confuso relativismo culturale e di un individualismo utilitaristico ed edonista indebolisce la democrazia e favorisce il dominio dei poteri forti. Bisogna recuperare e rinvigorire un’autentica sapienza politica; essere esigenti in ciò che riguarda la propria competenza; servirsi criticamente delle indagini delle scienze umane; affrontare la realtà in tutti i suoi aspetti, andando oltre ogni riduzionismo ideologico o pretesa utopica; mostrarsi aperti ad ogni vero dialogo e collaborazione, tenendo presente che la politica è anche una complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi, ma senza mai dimenticare che il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di trasformazione. È necessaria una vera “rivoluzione dell’amore”. Le nuove generazioni hanno davanti a sé grandi esigenze e sfide nella loro vita personale e sociale. Il vostro Dicastero le segue con particolare cura, soprattutto attraverso le Giornate Mondiali della Gioventù, che da 25 anni producono ricchi frutti apostolici tra i giovani. Tra questi vi è anche quello dell’impegno sociale e politico, un impegno fondato non su ideologie o interessi di parte, ma sulla scelta di servire l’uomo e il bene comune, alla luce del Vangelo.

Cari amici, mentre invoco dal Signore abbondanti frutti per i lavori di questa vostra Assemblea e per la vostra attività quotidiana, affido ciascuno di voi, le vostre famiglie e comunità all’intercessione della Beata Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione, e di cuore vi imparto la Benedizione Apostolica.