sabato 20 gennaio 2018

ASSISI


Assisi in un giorno: l’armonia di anima e corpo

Assisi in un giorno: l’armonia di anima e corpo

Assisi, terra di San Francesco, cuore spirituale dell’Umbria: arrivando in treno alla stazione di Santa Maria degli Angeli ti accoglie guardandoti dall’alto, come volesse ispirarti ad un’ascesa lenta e contemplativa. È abbastanza piccola da poter esser visitata in un giorno, ma non così tanto da concederci troppi tempi morti.
La prima tappa, scendendo dal bus che collega la stazione a piazzale dell’Unità (con partenza a tutte le ore a 15 e 45), non può che essere la Basilica di san Francesco, la cui costruzione venne avviata appena due anni dopo la morte del santo sulla collina che, secondo la tradizione, egli stesso aveva indicato per la sua sepoltura: il collis inferni, la collina dell’inferno, ove venivano seppellite le spoglie di chi aveva trasgredito la legge.  Una scelta che collima certamente con l’umiltà del poverello di Assisi.
Non si può certo dire, però, che la basilica sia povera e dimessa come l’uomo in nome del quale venne innalzata: la chiesa inferiore, ma soprattutto quella superiore, con gli affreschi di Giotto a illustrazione della vita di San Francesco, sono uno spettacolo per il quale occorre concedersi ben più di una visita frettolosa. Sulle pareti, una scena alla volta, l’arte medievale – dedicata a raccontare agli incolti e analfabeti vicende edificanti con un linguaggio accessibile – si offre agli occhi di noi moderni in tutta la sua chiarezza, con una storia che attraversa il tempo.
Appena fuori dalla Basilica di san Francesco, sul piazzale che si inerpica verso la parte alta della città, c’è una porticina laterale che non dovrebbe sfuggire a chi voglia concedersi un’esperienza difficilmente replicabile in un altro luogo di Assisi, sempre piena di turisti e pellegrini. Nella terra del santo che ammansiva i lupi e predicava agli uccelli ci inoltriamo nel Bosco di san Francesco, bene protetto dal FAI, in una passeggiata silenziosa tra opere d’arte umane, a partire dalla campana tibetana circondata dai simboli delle maggiori religioni mondiali in una prospettiva di pace e conciliazione, e meraviglie naturali: il sottobosco di felci, le pareti rocciose del monte Subasio dell’inconfondibile colore rossiccio a strapiombo sul sentiero, il letto del fiume le cui acque hanno scavato e levigato la pietra.
A circa metà percorso incontriamo il punto informazioni del FAI, attraverso il quale accediamo ad un’antica cappella del XIII secolo, la Chiesa di Santa Croce, destinata nelle sue ridotte dimensioni a piccole comunità della campagna circostante. Di qui, attraverso una porticina, possiamo proseguire lungo il corso del torrente Tescio per arrivare alla radura del Terzo Paradiso: un enorme simbolo dell’infinito con un terzo cerchio al suo centro, costruito con innumerevoli piante di ulivo. Un’opera d’arte all’interno della quale si può camminare, realizzata nel 2010 da Michelangelo Pistoletto che, attraverso questo segno, spiega la propria visione di una “terza via”, un modo per superare lo scollamento tra uomo e natura, restaurando l’armonia originaria in un nuovo equilibrio: non più il Primo Paradiso, quello naturale, concepito come l’Eden, né il Secondo Paradiso, quello artificiale, della tecnologia che invade il nostro habitat e lo annichilisce, ma il Terzo appunto in cui le due componenti si integrano. Saliamo allora sulla torre Annamaria, quel che resta di una torretta medievale che serviva a sorvegliare un opificio, per dare uno sguardo sulla radura e concederci una pausa. Il percorso per tornare indietro, infatti, sarà un po’ più impervio, dovendoci inerpicare lungo quel dolce colle che abbiamo appena disceso.
terzo-paradiso-assisi-in-un-giorno
Usciamo alla luce del sole, più brillante dopo aver affrontato la penombra del sottobosco, e possiamo inoltrarci verso il centro della nostra cittadina, di cui abbiamo finora lambito soltanto la punta più estrema. Raggiungiamo con calma Piazza del Comune, il cuore della vita della città, verso cui confluiscono con grande sapienza urbanistica le principali arterie che si diramano dalle porte ubicate lungo le antiche mura. Qui, con una certa sorpresa, ci troveremo di fronte a realtà storicamente molto diverse: chi potrebbe immaginare, infatti, che proprio sulla piazza principale di uno dei borghi più medievali d’Italia si lasci ammirare la monumentale facciata di un tempio romano, il tempio di Minerva, con le colonne del prostilo in perfetta continuità con un campanile cinquecentesco?
Si tratta di uno dei templi romani meglio conservati, nonostante le vicissitudini di cui è stato protagonista: prima trasformato in chiesa, poi degradato a luogo di botteghe e case, passato poi ad essere sede del Comune che lo destinò in parte a carcere, infine dedicato alla Vergine. Sul lato opposto della piazza vediamo, invece, l’attuale sede del Comune, l’antico Palazzetto dei Priori che offre alla vista un piccolo tesoro: un vicoletto sormontato da una splendida volta a botte affrescata, la cosiddetta volta pinta, realizzata intorno al ‘500 dal pennello di uno sconosciuto autore.
All’ora di pranzo avremo solo l’imbarazzo della scelta: l’Umbria è una terra ricca di sapori e Assisi pullula di ristoranti rinomati per chi voglia sedersi al caldo, magari in una giornata invernale particolarmente ridiga, o di norcinerie e punti ristoro dedicati spesso ad una specialità tipica: la torta al testo, un’alternativa al panino, il cui nome deriva dal particolare piatto di ghisa su cui viene cotta (testo, appunto), che può essere farcita in mille modi diversi. Se, invece, si vuole optare per un sostanzioso piatto di pasta, potremo assaggiare gli umbricelli o gli strangozzi alla norcina, pasta fresca condita con crema di latte e salsicce locali; gli amanti della carne troveranno la loro terra promessa, tra arrosti misti, tagliate e dosi abbondanti di tartufo e funghi.
Sazi e lievemente appesantiti facciamo quindi tappa in uno dei luoghi più suggestivi dell’intera città, il punto più panoramico da cui si può godere di un colpo d’occhio d’eccezione: direzione Rocca Maggiore, il fortilizio che da circa 800 anni domina Assisi come un gigante silenzioso.  Raggiungiamo il vicolo di San Lorenzo e saliamo la scalinata, con alle spalle la facciata della Chiesa di S. Rufino, fino ad arrivare alla strada che conduce direttamente ad affacciarci sulla vallata: abbracciamo con lo sguardo l’intera città, da un estremo all’altro, riconoscendo e salutando dall’alto i tetti e le facciate che ci facevano sentire tanto piccoli a guardarli di sotto in su.

La discesa ci porta verso la conclusione del nostro itinerario, che dovrà prevedere però un’ulteriore sosta: non si può visitare Assisi in un giorno senza avere il tempo di assaggiarne i dolci in una delle pasticcerie del corso principale, le cui vetrine sono un chiaro invito ai peccati di gola. Rocciata di assisi, cannolini croccanti, tozzetti…c’è da fare scorta!vetrina-di-pasticceria-assisi-in-un-giorno
Il periodo migliore per visitare Assisi è sicuramente l’inverno: la città si riempie di luminarie, la piazza sotto la basilica ospita un immenso albero di Natale ed è possibile visitare il tradizionale mercatino “La magia del Natale ad Assisi”, attivo dal 2011 con tanto di villaggio natalizio, trenino di Babbo Natale e animazione per i bambini. Non è neanche troppo difficile capitare in una giornata abbastanza fredda da vedere spuntare qualche timido fiocco di neve a ingentilire il paesaggio. Infine d’inverno, considerando l’orario piuttosto precoce del tramonto, potrete godere dello spettacolo della Basilica illuminata.


asilica-di-san-francesco-illuminata-assisi-in-un-giorno
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Molte cose ancora devono compiersi

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

ApriteMi il cuore perché possa regnare in esso e condurre la vostra vita 
come il timoniere la nave.


20.01.05


Eletti, amici cari, venite a Me pieni di viva speranza, attendete che si compiano le Mie Promesse, vedrete le Meraviglie del Mio Amore. Il travaglio della vita offritelo a Me ogni giorno, Io, Io, Dio, cambio la fatica in Gioia. Amici, Io sono Dio Che ama immensamente le Sue creature, confidate in Me non solo quando siete nella gioia e tutto va bene, ma anche quando siete nella pena e tutto va male, chi confida in Me ha molto, chi non confida non può essere aiutato. ApriteMi il cuore perché possa regnare in esso e condurre la vostra vita come il timoniere la nave. Molte cose ancora devono compiersi, saranno forti ed incisive per il mondo incredulo, ma per voi ci sarà la Gioia del cuore, la Pace, la speranza viva, perché vedrete vicina la conclusione del tempo del dolore. Amici, in Me troverete Tutto, siate Miei.


Sposa amata, vedi come il tempo corre rapido, ad un giorno succede un altro giorno, c’è qualcosa che ti faccio mancare? Forse che non senti la Mia Presenza Viva e Palpitante accanto a te? Hai mai dovuto dire: “Signore, Signore, dove sei, mi sento sola”?

Mi dici: “Signore adorato, come è Meraviglioso il Tuo Cuore e colmo d’Amore, io Ti chiamo in continuazione, Tu sempre mi rispondi, provvedi a tutte le mie necessità e mi offri ogni bene spirituale ed anche materiale; possa il mondo capire presto la Grandezza del Tuo Amore; possa cadere ogni uomo ai Tuoi Piedi per adorarTi e ringraziarTi. Questo desidera ardentemente il mio cuore, Amore Infinito”.

Se il mondo si decidesse per Me presto e non lasciasse scorrere via questo prezioso tempo invano, molti fatti dolorosi ed incisivi sarebbero cancellati e la marea fangosa della malizia scomparirebbe, questo succederebbe, dolce Mia colomba, ma vedi che il mondo ha intenzione di cambiare?

Mi dici con grande tristezza: “Vedo ovunque crescere l’onda del male, investire ogni ambiente, invadere tutto, come se gli uomini non capissero più il significato di esso e confondessero il male col Bene, il Bene col male. Mio Gesù adorato, se il Tuo Intervento non è immediato anche i buoni si perderanno nell’onda del male, non indugiare, Dolce Dio, affretta i tempi. Come può resistere a lungo un buono tra tanti maliziosi, quale esempio viene dato ai piccoli? So, per esperienza, che in un cesto di mele basta una sola marcia per far marcire anche le altre; nella società del benessere le mele marce sono molte, la massima parte, come resistere? L’onda impetuosa del male trascina via ogni cosa”. 

Amata sposa, Mi parli con molta preoccupazione, perché il male cresce intorno come un’onda limacciosa che trascina via ogni cosa. Questo vedi, perché questo è, pensi che Io, Io, Dio, tutto questo non lo veda? Pensi che Mi sia dimenticato delle Mie amate creature? Non sono, Io, il Re dell’Universo che nutre anche i passeri del campo e fa loro trovare il semino che li sfama? Avviene qualcosa sulla terra, nel luogo, anche più nascosto, che Io non veda, non conosca? DiMMi, piccola Mia sposa.

Mi dici: “Adorato Dio, tutto vedi, tutto conosci, avviene solo ciò che vuoi o permetti”.

Amata sposa, poni il tuo capo sul Mio Cuore ed ascolta le Mie Parole: vedo che anche i forti avvertimenti non sono stati colti, dopo il primo momento di stupore, tutto torna all’indifferenza, questo accade perché i cuori sono chiusi e di pietra. Sento il grido di dolore dei giusti che Mi appartengono: essi chiedono un Mio Intervento rapido, come tu hai fatto. Ora ascolta bene ciò che ti dico: posso anche intervenire immediatamente, spazzare via i maliziosi, toglierli in un attimo dalla terra, questo potrei fare subito, ma essi, immersi nel fango dei più gravi peccati, che fine farebbero? Quante anime si salverebbero e quante andrebbero perdute? Ti dico, sposa amata, che tutte si perderebbero, tutte, perché non sono pronte alla Mia Chiamata. Questo avverrebbe se intervenissi
subito; vorresti, tu, amata, vorresti che si perdessero tutte queste anime?

Mi dici: “No, no, Signore adorato, vorrei che tutti si salvassero e potessero entrare nella Tua Festa Nuziale”.

Ecco perché ancora non sono intervenuto in modo molto incisivo, lascio il tempo e chiedo ai Miei eletti, alle Mie spose, ancora qualche sacrificio per ottenere un flusso continuo di Grazie salvifiche. Amata, vedo la stanchezza e la pena dei giusti della terra che, come Noè, come Lot, devono vivere tra ribelli ogni giorno. Vedo ogni cosa, scruto ogni angolo del loro cuore, vedo il dolore, la sofferenza di resistere all’urto dell’onda del male. Ora diMMi, piccola sposa, pensi che essi resistano per la loro forza oppure perché Io li aiuto? Li aiuto con Potenza?

Mi dici: “Adorato Signore, ho compreso ciò che vuoi dirmi. Tu aiuti il giusto, non lo lasci travolgere dall’onda; egli non resiste per le sue forze, ma con la Tua Forza. Se Tu, adorato Dio lo sostieni, che timore egli deve avere? Può resistere quanto Tu vuoi che resista”.

Bene hai detto, ispirata da Me. Se voglio che uno resista a lungo e col suo sacrificio salvi gli altri, che preoccupazione c’è da avere? Forse che Noè non durò a lungo tra le beffe dei ribelli? Forse che Lot non dovette subire gli insulti dei corrotti? Pensi che Noè resistette con la sua forza? Non fui forse Io, Io, Dio, a sostenerlo? Col suo grande sacrificio, riuscì ad ottenere Grazie per molte anime che si salvarono, perì il corpo travolto dalle acque, ma l’anima non si perse. Quanto dovette penare Lot, uomo giusto tra tanti corrotti; chi lo sostenne, non fui sempre Io? Pensi che durarono poco le tribolazioni di questi giusti? Passarono anni ed anni, mentre cresceva l’onda del male e della ribellione. Anche in quel caso attesi, attesi per Amore, sempre per Amore; volevo che le anime si salvassero. Amata, quello che accadde allora si ripeterà, in modo diverso. Se il mondo non si convertirà in tempo, se non coglieranno tutti questo momento di Grazia speciale, ti dico, sposa amata, dolce Mia colomba, ti dico che tutti periranno, tutti, sposa amata, dal primo all’ultimo come avvenne al tempo di Noè, al tempo di Lot. Hai ben compreso le Mie Parole? Porta al mondo il Mio Messaggio, nessuno viva come se niente fosse, come se nulla dovesse accadere; ognuno divenga riflessivo e capisca la gravità della situazione. Mia sposa, certo le Mie Parole ti hanno turbato nel profondo, resta nel Mio Cuore, Roveto Ardentissimo d’Amore, troverai Ristoro alla tua fatica e Pace.

Mi dici: “Adorato Signore, penso a questa Umanità così numerosa, al tempo di Noè erano pochi, anche al tempo di Lot erano in numero ridotto, ma ora si tratta di miliardi di individui! Possa ogni ribelle capire in tempo e salvarsi e nessuno si perda!”

Amata, ognuno sta facendo la sua scelta, avrà ciò che vuole. Riposa in Me, godi le Delizie del Mio Amore. Ti amo.
                                                                                    Vi amo.

                                                                                                Gesù

PERMETTETE A CRISTO DI PARLARE ALL'UOMO!



NON ABBIATE PAURA
e
PREGATE PER ME


L'Angelus più carismatico


Tutta la dolcezza e l'umanità di 
Giovanni Paolo I

venerdì 19 gennaio 2018

Editoriale di "Radicati nella fede"


IL METODO DI DIO: LA CHIESA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XI n° 1 - Gennaio 2018

Devo seguire chi il cristianesimo lo fa, e non solo ne parla.

 Un Tradizionalismo individualista è un puro non-senso.

 Spieghiamoci subito riguardo al termine “tradizionalista”: lo usiamo qui per farci capire dai più, ma questo termine non ci piace. Vorremmo semplicemente dire “un Cattolicesimo”, ma usiamo volutamente il termine “un tradizionalismo” perché è quello usato contro di noi per definirci nel nostro attaccamento alla Tradizione della Chiesa. Se allora questo termine ci individua nella nostra accanita salvaguardia di ciò che la Chiesa ha fatto, e non solo detto, nel passato, questo ci piace.

 Ma dicevamo, un tradizionalismo individualista è un puro non senso, perché il metodo di Dio si chiama Chiesa.

 Qual è il pericolo più grande che corre oggi una parte dei fedeli legati al mondo della Tradizione? Quello di rinchiudersi in una osservanza individualista della vita cristiana.

 La causa di questa tendenza è ben chiara: dovendosi “difendere” da una chiesa ufficiale che sembra disprezzare il proprio passato, che non concede veri spazi di vita alla Tradizione, che anzi osteggia duramente la presenza di comunità tradizionali, il fedele tradizionale perde quella fiducia nella chiesa stessa e tende a rinchiudersi nei propri bastioni. È quello che succede a un figlio sempre trattato duramente, in modo ingiustificato, dal padre, che finisce col trovarsi solo ad affrontare la sua dura esistenza.

 Umanamente si può capire questa reazione, ma resta inaccettabile e va prontamente corretta. Anzi, va colta quale essa è: la più grande tentazione che il demonio possa mettere sulla nostra strada. Ad ogni situazione della vita personale e ad ogni stagione della storia della Chiesa, corrisponde una tentazione; e quella che dobbiamo vincere oggi con le armi di Dio, è quella di far meno della Chiesa stessa.

 La chiesa “ufficiale” ti “bastona”? ebbene tu continui ad amare la Chiesa che è tua madre, da cui hai ricevuto tutto. Ti bastona di più, e tu la ami di più.

 Ma anche questo resta una posizione puramente personale, che rischia di fermarsi ad un individualismo devoto, se non diventa metodo. Ma non può diventare metodo, se non riconosci che la Chiesa è il metodo di Dio. Non è la Chiesa che ha bisogno del tuo amore, ma sei tu che hai assolutamente necessità della Chiesa e hai bisogno di amarla.
 La Chiesa è istituita da Gesù Cristo, che mette insieme i suoi discepoli in una comunità visibile, e ne fa la sua presenza nel mondo, il prolungamento della sua presenza nella storia. Come dice P. Calmel, “La Chiesa è inseparabilmente sia mediatrice di salvezza per la sua predicazione, i suoi insegnamenti, la sua gerarchia, sia dimora sacra ove Dio abita grazie alla carità che brucia sempre nel cuore della Chiesa e grazie alla presenza eucaristica del Signore Gesù che nutre questa carità”.

 Come non si può diventare cristiani senza la Chiesa, così non si resta cristiani senza la Chiesa. E la Chiesa è una società visibile che ha i doni della grazia di Dio.

 Questo che è vero sempre, perché Dio ha scelto questo modo, questo metodo, per raggiungerci e afferrarci nel tempo, diventa drammaticamente urgente nei tempi di necessità quale il nostro.
 Quando la confusione si fa tanta, quando molte anime vengono ingannate e si perdono, occorre seguire ancora di più il metodo di Dio: la Chiesa. Occorre cioè vivere la comunità della Chiesa, dentro una trama di rapporti con i fratelli nella fede; occorre che questa comunità sia guidata dall'autorità, che garantisce il legame con la Tradizione, cioè con la verità del Vangelo. Occorre non fare da sé.

 Occorre non fare da sé, ma “seguire”. Nell'esperienza concreta cosa vorrebbe dire amare la Chiesa, se non ci fosse questo “seguire”? Cosa vorrebbe dire salvare la Tradizione, se non ci fosse questo seguire?

 E su questo non bisogna complicare troppo: riconosci dove il Signore ti ha colpito con la sua grazia, e lì inizia a seguire. Questo seguire eviterà in te inutili amarezze che distruggono la carità; questo seguire ti darà quella pace sostanziale che non ti farà mettere in questione il dono della grazia.

 All'inizio di un nuovo anno l'invito più urgente è quello di seguire.

 Ma chi devo seguire? Devo seguire chi non “gioca” con la tradizione, quasi fosse un passatempo spirituale; devo seguire chi dà la vita dentro una stabilità che opera, devo seguire chi il cristianesimo lo fa, e non solo ne parla.

 Preghiamo che nessuno si perda dentro una personale superbia che si crogiola amaramente nella propria solitudine, perché il metodo è la Chiesa.
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Io vengo a tenderti la Mia Mano

Francia, ascolta la Mia Voce
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24 gennaio 2007 – San Francesco di Sales

GESÙ:   Cercherai di stare a galla per andare a cercare il Mio Popolo, sostenendogli la testa fuori dall'acqua. Mi ricorderò di te, Francia, Paese che fu la Mia Gioia per avere sostenuto il Mio Popolo in quello che fu il suo esilio durante lo sterminio di Miei figli, che subivano l'orribile condanna che non poteva venire se non dal Nemico di Dio e degli uomini.

Per un pugno di volontari che rischiavano così la loro vita, Francia, Io voglio a mia volta provarti che il tuo Dio, GESÙ Cristo, nella Santa Volontà del Padre Onnipotente, ti vuole rendere onore. Io apro il Mio Sacro Cuore per dimostrarti la sua profondità d'Amore. In onore dei tuoi grandi Santi che ti hanno amata, che furono e che sono la Mia Gioia nella Mia Eternità, Io vengo a tenderti la Mia Mano.

Va e fai uscire il Mio Popolo e digli che Io andrò a cercarlo perfino nel fondo delle viscere della Terra per farlo uscire da dove l'odio del Mondo lo ha fatto precipitare. Perché spetta solo a Dio giudicare ogni Nazione, secondo le sue colpe e le sue azioni.

E il vostro Giudizio è vicino !

Popoli e Nazioni che vivete nella collera e nell'odio, Io ho il dovere di avvertirvi. Sono Io il vostro Dio Unico e Vero. Io vengo a giudicarvi in Nome del Padre Mio che Mi ha dato ogni Potere, in Cielo come sulla Terra; e il Mio Nome è GESÙ Cristo, vostro Salvatore, YHShWH, e per il quale tutto è stato fatto.

E Io vi dico: spetta solo a Dio punire quando è necessario, come pure benedire. Perché Io sono il Dio Unico di Giustizia e di Pace. Io sono l'Eterno.

Aiutate il Mio Popolo!


Non renderti immeritevole agli occhi dei tuoi profeti, Israele! Cammina dietro di loro. In loro ricordo, ricopriti del tuo velo per seguirli al fine di uscire dalla tua tomba. Lascia che le cose riprendano il loro posto. Tu no, tu non hai niente a che fare con quella tempesta che si eleverà dietro di te.

Seguite i miei passi. Non temere, non guardare indietro. I tuoi figli ti seguiranno perché sono nella Mia Luce, che Io non nasconderò fino all'uscita dell'ultimo, come avvenne per i figli della schiavitù, guidati da Mosé fino alla Terra Promessa.

Io andrei fino all'estremità della Terra per salvare gli ultimi se,
nel Mio Santo Nome, tu Me lo chiedessi.

Io sono un Dio di Benedizioni. Vengo a donare la Pace tramite il Popolo che il Padre Mio ha scelto per dare al Mondo il Figlio dell'Uomo. Io spezzerò ogni arma che verrà a colpire nella schiena i Miei figli che Mi seguiranno, e renderò inerte la mano che la tiene. Coloro che si ergeranno contro di Me, Io li annienterò, perché farò sorgere una nube che non lascerà vedere la luce, né del giorno, né della notte; cadranno nella loro stessa trappola trascinandoli verso l'abisso senza fondo.

Io sono la Vita che non muore.
Il Mio Nome è il Nome del Figlio di Dio
vostro Salvatore, disceso dal Cielo di Gloria,
Y H Sh W H,
il Dio di Isacco, di Giacobbe e di Mosé,
il Dio Universale
GESÙ Cristo, Salvatore del Mondo.

AMDG et DVM