sabato 19 agosto 2017

P.S.1 e Preghiamo


Fratelli carissimi e sorelle carissime,

alla Lettera aperta di qualche settimana fa desidero aggiungere e dire che:
il male che vedete e vediamo nel mondo è solo una piccola parte di ciò che è realmente nel mondo.
Chi detiene il potere dell'informazione... 
e qui è inclusa anche quella parte di Chiesa inadempiente...
se ne guarda bene dal mostrarvi tutto ciò che è di male nel mondo.
Sapete carissimi perché non vi mostrano la realtà? Non ve la mostrano perché conoscono bene il risultato delle vostre reazioni.

Se voi sapeste come stanno realmente le cose vi ribellereste in massa seduta stante e loro perderebbero il loro potere e la loro credibilità.
E' il loro potere che è in gioco... e loro non vogliono perderlo.
Non vogliono rinunciare al più piccolo privilegio
anche se vedono uomini e donne... vecchi e bambini... supplicare aiuto per un pezzo di pane.

Non sono più dei figli di Dio... sono figli di satana e con satana governano il mondo.
Se così non fosse... il mondo sarebbe nella gioia e nell'abbondanza... e nella pace.
E invece carissimi... sta per finire anche quel briciolo di pace effimera che appena appena aleggia in qualche Paese del Mondo.
Il Cielo ci invita a pregare e abbassare il nostro tasso di superbia e ammettere che il nostro comportamento sbagliato... ci ha resi schiavi delle seduzioni del demonio che ancora continua a farci credere... 
che l'uomo non ha bisogno di Dio
M.10.X.02  
Ave Maria!
"Sis mecum semper 
et omnia quae faciam protege et sanctifica"

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AVE MARIA!

"Viva Gesù e Maria!"


San Giovanni Eudes: Apostolo del Cuore di Gesù e Maria



Appoggiandosi basi teologiche e stretti vincoli mistici con Cristo e Maria, fu all'avanguardia della devozione ai loro due amabili Cuori come a uno solo, in unità di spirito, di sentimento e di affezione



Parigi ha vissuto giorni di apogeo durante il regno di Luigi XIV. Convergeva a quel tempo in Francia, in un'ininterrotta sfilata il cui palco principale era il Palazzo di Versailles, ogni sorta di manifestazioni del potere francese nel campo delle arti, delle scienze, delle lettere e delle conquiste militari, componendo una pagina notevole negli annali di questa nazione.

Tuttavia, a fianco di tanti trionfi avanzava silenziosamente una grave crisi religiosa, capace di deviare gli spiriti dal compimento dei precetti cristiani e di attirarli verso ideali sempre più distanti da quelli predicati dal Divino Redentore. Era la diminuzione di fervore che, nel secolo seguente, avrebbe finito per determinare i tragici episodi della Rivoluzione Francese.


San Francesco di sales-San Vincenzo de Paoli-Cardinale Pietro de Bérulle.jpg
Nella splendida "Ville Lumière", non tutti si mostravano
indifferenti a questa realtà
Il Cardinale Pietro de Bérulle, di Philippe de Champaigne; 
San Francesco di Sales - Santa Grotta di Manresa (Spagna);
San Vincenzo de' Paoli - Chiesa di SanVincenzo, Cracovia (Polonia)


In seno alla sfarzosa Ville Lumière, dove tutto era charme, splendore e raffinatezza, non tutti si mostravano indifferenti a questa realtà più profonda. Mossi dalla grazia, molti e influenti uomini di valore, ai quali toccava un ruolo decisivo nello svolgersi dei fatti dell'epoca, si accorsero della gravità del momento e si dedicarono con ardore alla lotta per un elevato obiettivo: porre Dio al centro di quella società, come il vero Signore delle anime.

Affratellati da questi desideri, essi formarono, sotto l'impulso di un sacerdote di nome Pietro de Bérulle, un folto gruppo di ecclesiastici provenienti da varie regioni del paese, impegnati tutti a progredire nelle vie della santità. L'elenco dei membri di questa cerchia è lungo, ma possiamo enumerare qui alcuni dei suoi esponenti: San Francesco di Sales, San Vincenzo de' Paoli, Carlo di Condren, Giangiacomo Olier e colui che è celebrato dalla Chiesa il 19 agosto: San Giovanni Eudes.

Membro eminente della scuola francese di spiritualità

Era nella residenza di Madame Barbara Acarie che si realizzavano gli incontri del gruppo. Degna rappresentante delle migliori tradizioni e qualità della nobiltà parigina, ella apriva le porte della sua dimora ogni settimana per ricevere i chierici, vari membri dell'aristocrazia e laici, desiderosi di un maggiore approfondimento su temi cattolici, soprattutto teologici, come pure di una consegna più profonda alla preghiera e alla meditazione.

In quest'ambiente caratterizzato dall'ardore religioso si formò un corpo selezionato, oggi noto come la scuola francese di spiritualità. Curiosamente, molti di quelli che vi partecipavano, appartenevano a diverse congregazioni religiose e possedevano una formazione eterogenea. Le differenze, però, erano superate dalla carità di tutti e costituivano, anche, un fattore di arricchimento.

Padre Giovanni Eudes era un sacerdote venuto dalla Normandia, ancora negli anni della giovinezza, per integrare la Congregazione dell'Oratorio, poco prima fondata da Bérulle. Fervente predicatore di missioni popolari, egli si distingueva in quella cerchia anche per la sua parola facile e penetrante, per la sua conoscenza dottrinale profonda e per tratti mistici che lo univano con vincoli stretti a Cristo e a sua Madre Santissima.

Le moltitudini da lui convertite testimoniavano il calore della sua predicazione. E quando parlava al selezionato gruppo del Palazzetto Acarie, ripeteva con la stessa forza persuasiva ammonimenti come questo: "Tutto quanto ha relazione con la divinità di Gesù, con la sua santa umanità, con gli stati e misteri della sua vita meravigliosa, nel tempo e nell'eternità, si riveste di un carattere di grandezza e di dignità infinita, che supera la nostra comprensione umanamente limitata […]. Il Giudizio Universale che il Figlio di Dio pronuncerà alla fine dei tempi non avrà altro fine che quello di tributare, mediante la tremenda giustizia di Nostro Signore, un supremo omaggio a tutti i suoi misteri, proclamando, davanti a tutta l'umanità, quanto questa abbia fatto oppure omesso nella meditazione e nell'amore dei misteri di Cristo, nel corso di tutti i secoli e in tutti i luoghi dell'universo".1

Scelto per il servizio della Chiesa

Nato il 14 novembre 1601 nel villaggio di Ri, vicino ad Argentan, in Normandia, Giovanni Eudes fu una risposta della Provvidenza alle suppliche dei suoi genitori. Sopraffatti dalla prospettiva di non avere figli, fecero un pellegrinaggio a un santuario mariano per implorare questa grazia e consacrarono in anticipo alla Madonna il frutto della loro unione. Dopo poco tempo nasceva loro il bambino, che si affrettarono a condurre al fonte battesimale.
Predicazione di San Giovanni Eudes.jpg
 I risultati della sua predicazione
potevano essere misurati
dall’affluenza del pubblico


Predicazione di San Giovanni Eudes –
Cattedrale di San Giuseppe, San Jose
(Stati Uniti)
La famiglia poté verificare, subito negli anni dell'infanzia, come l'offerta fosse stata di fatto accettata: si capiva a prima vista la vocazione religiosa del bambino. 

Ancora piccolo non risparmiava sforzi per comunicarsi con assiduità, contrariando la tendenza giansenista allora regnante, come egli stesso attesta: "Stando in una parrocchia dove pochissime persone si comunicavano al di là della Pasqua, ho cominciato verso i 12 anni a conoscere Dio, per una grazia speciale della sua divina bontà, e a comunicarmi tutti i mesi, dopo aver fatto una Confessione generale. Fu nella festa di Pentecoste che Lui mi ha concesso la grazia di fare la Prima Comunione. [...] Poco tempo dopo, Egli mi ha dato anche la grazia di consacrarGli il mio corpo col voto di castità".2

Iscritto da suo padre al collegio gesuita di Caen, si rivelò un alunno di rare qualità – "il devoto Eudes",3 come amavano chiamarlo. Studiò poi teologia con massimo profitto all'università della stessa città della Normandia. A 19 anni sentì dentro di sé la chiamata alla vita ecclesiastica, e ricevette dal Vescovo diocesano la tonsura e gli ordini minori.

La sua vocazione, tuttavia, stava per fiorire. Fu a contatto con i membri dell'appena fondato Oratorio di Bérulle che Giovanni Eudes si sentì interpellato dalla grazia a fare un passo decisivo: venire a far parte di quella nuova famiglia spirituale, dedita a onorare il mistero del sacerdozio di Gesù Cristo. Impressionato dall'esempio di vita dei chierici che la integravano, egli si presentò alle porte del convento per chiedere l'ammissione e "la sua richiesta fu favorevolmente accolta dal superiore della comunità di Caen, padre Achille de Harlay-Sancy, che scrisse immediatamente a padre Bérulle".4

Vocazione missionaria

Con passo risoluto questo giovane di 22 anni entrò nella Congregazione dell'Oratorio, da dove veniva inviato poco dopo al noviziato di Parigi. La sua ordinazione sacerdotale si sarebbe tenuta appena due anni più tardi; tuttavia, già nel mese successivo egli avrebbe realizzato la prima missione.

Ascoltiamolo narrare le ragioni che lo portarono ad abbracciare da subito questa causa, che sarebbe stata quella di tutta la sua vita: 

"Deplorevole fino alle lacrime di sangue è vedere che, tra il così grande numero di uomini che popolano la Terra, che sono stati battezzati e, di conseguenza, ammessi alla condizione di figli di Dio, membri di Gesù Cristo e templi vivi dello Spirito Santo, pertanto obbligati a condurre una vita conforme a queste divine qualità, molto più numerosi sono quelli che vivono come animali, come pagani e persino come demoni; quasi non esiste chi si comporti come un vero cristiano".5

I periodi trascorsi nell'affascinante capitale contrastavano con l'arduo esercizio del ministero nelle regioni in cui la popolazione cattolica viveva abbandonata. Per questo, San Giovanni Eudes esclamava con giusta indignazione: "Che fanno a Parigi così tanti dottori e laureati, mentre le anime muoiono a migliaia per mancanza di chi tenda loro la mano per toglierle dalla perdizione e preservarle dal fuoco eterno? Di certo, mi creda, io andrei a Parigi a gridare alla Sorbona e nelle altre facoltà: 'Al fuoco! Al fuoco! Il fuoco dell'inferno incendia tutto l'universo! Venite, signori dottori, venite, signori laureati, venite, signori sacerdoti, venite tutti, signori ecclesiastici, venite ad aiutare a spegnerlo!'".6

Vetrata della Chiesa di San Pietro.jpg
Tutte le creature esistenti nella
Terra sperimentano gli effetti della
bontà di questo Cuore


Vetrata della Chiesa di San Pietro,
Dourdain (Francia)
I risultati della sua predicazione potevano essere misurati dall'affluenza del pubblico, che non raramente accorreva numeroso nelle piazze delle cattedrali. I numeri corrispondevano non solamente a chi assisteva, ma anche a quello dei Sacramenti amministrati: "Fa spezzare il cuore dalla pietà vedere un gran numero di questa povera gente venuta da tre o quattro luoghi, nonostante le cattive strade, a chiedere, tra le lacrime, di essere ascoltata in Confessione, e che rimane da sei a otto giorni senza poter essere esaudita, dormendo la notte sotto i portici e nei mercati, con qualsiasi tempo".7

Si calcola che nelle lunghe decadi dedicate a questa forma specifica di apostolato, San Giovanni Eudes organizzò circa 110 missioni, che duravano normalmente vari mesi e comprendevano vasti territori. Neppure il re Luigi XIV e la regina Anna d'Austria mancarono di essere beneficiati dai suoi insegnamenti, poiché il Santo realizzò un'affollata predicazione a Versailles, nella quale recriminò con termini severi la cattiva condotta dei sovrani. Riconoscendosi meritevoli di quelle parole, entrambi cominciarono a dedicargli un'alta stima e a favorirlo ogni volta che se ne presentava l'occasione.

Aurora della devozione al Sacro Cuore di Gesù

In questo contesto di feconda attività pastorale, San Giovanni Eudes verificò i danni fatti dall'eresia giansenista, allora in piena espansione. Gli adepti di questa corrente nefasta, che fingevano di possedere un'elevata spiritualità, portavano le persone a dubitare della misericordia di Dio, nell'errato presupposto di essere esclusi dal numero degli eletti. Così, numerosi cattolici abbandonavano la pratica della Fede, perché disperavano della salvezza.

Fermamente convinto del contrario, egli si mise subito in campo per invertire questo quadro. La sua opera missionaria aveva il chiaro proposito di approssimare all'amore divino le anime pentite e di infondere loro la certezza di non essere mai abbandonate da Dio, anche se piene di gravi colpe. Fedele a un richiamo interiore che lo spingeva a predicare questa bontà, il santo sacerdote non tardò a mettere in relazione la carità infinita di Cristo con il suo Cuore umano-divino, organo nel quale abita tutta la pienezza della divinità.

Infatti, "San Giovanni Eudes è il primo teologo che ha trattato dell'oggetto proprio della devozione al Cuore di Gesù", afferma Lebrun.8 Traboccante di entusiasmo, proclama il nostro Santo: "Il Cuore augusto di Gesù è una Fornace d'Amore che sparge il suo fuoco e le sue fiamme dappertutto, in Cielo, sulla Terra e in tutto l'universo. [...] Tutte le creature esistenti sulla Terra, anche quelle insensibili, inanimate e irrazionali, sperimentano gli incredibili effetti della bontà di questo magnifico Cuore".9

E per fissare nella mente dei fedeli questa dottrina, egli compose una Messa e un Ufficio in onore del Sacro Cuore di Gesù, i cui testi mostrano ancor oggi l'unzione, la pietà e la purezza di dottrina dell'autore. Grazie a San Giovanni Eudes, il Divino Cuore fu onorato ufficialmente per la prima volta nella Storia della Chiesa, valendogli il titolo di "autore del culto liturgico ai Sacri Cuori di Gesù e Maria",10 concesso da Leone XIII, e quello di "padre, dottore e apostolo"11 di questo stesso culto, conferito da San Pio X nel beatificarlo. Quando avvennero le rivelazioni a Santa Margherita Maria Alacoque a Paray- le-Monial, nel 1675, c'era già un popolo preparato a corrispondere al suo appello d'amore.

Il Cuore di Gesù e Maria

A un passo così audace, presto seguirono duri rimproveri da parte di quelli che non volevano riconoscere in questo culto il soffio dello Spirito Santo. Senza titubare, il Santo diede loro una risposta sagace: "Se questa devozione è contestata per la novità, io risponderò che la novità è molto perniciosa in materia di fede, ma molto buona nelle cose di misericordia".12

Ritratto del Santo messo a disposizione.jpg

"Il nostro proposito è stato sempre
quello di contemplare e onorare questi
due amabili Cuori come uno stesso
Cuore"Ritratto del Santo messo a disposizione
dagli eudisti nella loro pagina web

Convinto che questa nuova devozione avesse la sua origine in un disegno provvidenziale, San Giovanni Eudes mostrò, con argomenti teologici, che il Cuore di Gesù e quello di Maria non presentano differenze tra loro, ma costituiscono, per l'unione esistente tra loro, un solo e stesso Cuore. "Non abbiamo mai avuto, tuttavia, l'intenzione di separare due cose che Dio ha unito così strettamente, come appunto il Cuore augustissimo del Figlio di Dio e quello della sua Beata Madre: al contrario, il nostro proposito è stato sempre, dai primordi della nostra congregazione, di contemplare e onorare questi due amabili Cuori come uno stesso Cuore, in unità di spirito, di sentimento e di affezione, come è manifestamente espresso nel saluto che facciamo tutti i giorni al Divino Cuore di Gesù e Maria, e nella preghiera e in varie parti dell'Ufficio e della Messa che celebriamo nella festa del Sacro Cuore di Maria Vergine".13

Due nuove congregazioni per la Chiesa

I suoi 78 anni di vita furono una costante lezione di perseveranza, senza sosta nella lotta contro i nemici della Chiesa avidi di strappare le pecore dal gregge di Cristo; una donazione di sé fino all'ultimo respiro, per il bene delle anime. Un segnale che questa consegna era un'offerta gradita a Dio, fu la missione realizzata all'età di 70 anni, nella quale godette di energie sovrumane: "Dio mi ha dato tanta forza in questa missione, che ho predicato quasi tutti i giorni, per dodici settimane, a un'enorme assemblea riunita nella cattedrale, con lo stesso vigore che possedevo all'età di 30 anni. È per questo che ho preso la decisione di impiegare in questo lavoro il resto della mia vita".14

La più grande di tutte le lotte fu la sua uscita dall'Oratorio – al quale era legato da profondi vincoli di affetto –, per fondare due nuove famiglie religiose per la Santa Chiesa: la Congregazione di Gesù e Maria, nel 1643, volta alla formazione del clero e a perpetuare le missioni parrocchiali e il Rifugio della Madonna della Carità, nel 1651, destinato a soccorrere donne in situazione di rischio.
Dio gli aveva riservato anche questa corona: stabilire una discendenza spirituale impegnata a glorificarLo secondo il carisma che aveva orientato la sua esistenza. 

Oggi, trascorsi più di tre secoli dalla morte di San Giovanni Eudes, i suoi figli e le sue figlie fanno echeggiare, attraverso meritorie opere di evangelizzazione in giro per il mondo, un grido che lui ripeteva in ogni momento e che riassume l'ideale che animò questo gigante della Fede: "Viva Gesù e Maria!".15


1 SAN GIOVANNI EUDES. Obras. Vida y reino de Jesús en las almas cristianas. Bogotá: San Juan Eudes, 1956, p.181-182.
2 GEORGES, CJM, Émile. Saint Jean Eudes. Paris: Lethielleux, 1925, p.7.
3 Idem, p.9.
4 Idem, p.12.
5 AMOURIAUX, CJM, Jean- Michel; MILCENT, CJM, Paul. Saint Jean Eudes, par ses écrits. Paris: Médiaspaul, 2001, p.81.
6 Idem, p.83.
7 Idem, p.84.
8 LEBRUN, CJM, Charles. La spiritualité de Saint Jean Eudes. Versailles: Liberius, 1933, p.44.
9 AMOURIAUX; MILCENT, op. cit., p.148.
10 LEONE XIII. Decreto dell'eroismo delle virtù di San Giovanni Eudes, dell' 8/1/1903.
11 SAN PIO X. Lettera apostolica di beatificazione di San Giovanni Eudes, dell' 11/4/1909.
12 AMOURIAUX; MILCENT, op. cit., p.151.
13 Idem, p.150.
14 Idem, p.93.
15 Idem, p.108.

Suor Carmela Werner Ferreira, EP
2015/08/11

AMDG et BVM

Nuova evangelizzazione: solo slogan?


Come al tempo di San Giovanni Eudes, ancor oggi si sente la necessità che i presbiteri diano testimonianza della misericordia infinita di Dio con una vita interamente "conquistata" da Cristo.

Ricorre oggi la memoria liturgica di San Giovanni Eudes, apostolo infaticabile della devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, vissuto in Francia nel secolo XVII, un secolo segnato da contrapposti fenomeni religiosi e anche da gravi problemi politici. E' il tempo della guerra dei Trent'anni, che ha devastato non solo gran parte del Centro Europa ma anche le anime.

La crisi della riforma era stata condizionata da una insufficiente formazione dei sacerdoti

Mentre si andava diffondendo il disprezzo per la fede cristiana da parte di alcune correnti di pensiero allora dominanti, lo Spirito Santo suscitava un rinnovamento spirituale pieno di fervore, con personalità di alto rilievo
 Gustavo Kralj
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"San Giovanni Eudes" - Navata
principale della Basilica di
San Pietro
come il de Bérulle, San Vincenzo de Paoli, San Luigi M. Grignion da Montfort e San Giovanni Eudes. Questa grande "scuola francese" di santità ebbe tra i suoi frutti anche san Giovanni Maria Vianney. Per un misterioso disegno della Provvidenza, il mio venerato predecessore Pio XI proclamò santi insieme, il 31 maggio 1925, Giovanni Eudes e il Curato d'Ars, offrendo alla Chiesa e al mondo intero due straordinari esempi di santità sacerdotale.

Nel contesto dell'Anno Sacerdotale, mi è caro soffermarmi a sottolineare lo zelo apostolico di san Giovanni Eudes, particolarmente rivolto alla formazione del clero diocesano. I santi sono la vera interpretazione della Sacra Scrittura. I santi hanno verificato, nell'esperienza della vita, la verità del Vangelo; così ci introducono alla conoscenza e alla comprensione del Vangelo.

Il Concilio di Trento, nel 1563, aveva emanato norme per l'erezione dei seminari diocesani e per la formazione dei sacerdoti, in quanto il Concilio era ben consapevole che tutta la crisi della riforma era anche condizionata da un'insufficiente formazione dei sacerdoti, i quali non erano preparati al sacerdozio in modo giusto, intellettualmente e spiritualmente, nel cuore e nell'anima.

Questo nel 1563; ma poiché l'applicazione e la realizzazione delle norme tardavano sia in Germania, sia in Francia, san Giovanni Eudes vide le conseguenze di questa mancanza. Mosso dalla lucida consapevolezza del grave bisogno di aiuto spirituale in cui versavano le anime proprio, a causa anche dell'inadeguatezza di gran parte del clero, il santo, che era un parroco, istituì una Congregazione dedita in maniera specifica alla formazione dei sacerdoti.

Ogni presbitero deve esser apostolo del Cuore di Cristo e di Maria

Nella città universitaria di Caen fondò il suo primo seminario, esperienza quanto mai apprezzata, che ben presto si allargò ad altre diocesi. Il cammino di santità, da lui percorso e proposto ai suoi discepoli, aveva come fondamento una solida fiducia nell'amore che Dio ha rivelato all'umanità nel Cuore sacerdotale di Cristo e nel Cuore materno di Maria. In quel tempo di crudeltà, di perdita di interiorità, egli si rivolse al cuore, per proferire una parola dei Salmi molto ben interpretata da Sant'Agostino.

Voleva richiamare le persone, gli uomini e soprattutto i futuri sacerdoti al cuore, mostrando il cuore sacerdotale di Cristo e il cuore materno di Maria. Di questo amore del cuore di Cristo e di Maria ogni sacerdote deve essere testimone e apostolo.
E qui arriviamo al nostro tempo. Anche oggi si avverte la necessità che i sacerdoti testimonino l'infinita
 L'Osservatore Romano
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Udienza generale del 19 agosto scorso, a Castel Gandolfo, dove
il Papa Benedetto XVI ha commentato, nel contesto del Anno
Sacerdotale, la festa di San Giovanni Eudes.

misericordia di Dio con una vita tutta "conquistata" dal Cristo, ed apprendano ciò fin dagli anni della loro preparazione nei seminari.
Punto di partenza per un'autentica riforma della vita

Dopo il Sinodo del 1990, Papa Giovanni Paolo II ha emanato l'Esortazione apostolica Pastores dabo vobis nella quale riprende e aggiorna le norme del Concilio di Trento e sottolinea soprattutto la necessaria continuità tra il momento iniziale e quello permanente della formazione; ciò per noi è un vero punto di partenza per un'autentica riforma della vita e dell'apostolato dei sacerdoti, ed è anche il punto nodale affinché la "nuova evangelizzazione" non sia semplicemente solo uno slogan attraente, ma si traduca in realtà.

Le fondamenta poste nella formazione seminaristica, costituiscono quell'insostituibile "humus spirituale" nel quale "imparare Cristo", lasciandosi progressivamente configurare a Lui, unico Sommo Sacerdote e Buon Pastore. Il tempo del Seminario va visto pertanto come l'attualizzazione del momento in cui il Signore Gesù, dopo aver chiamato gli apostoli e prima di mandarli a predicare, chiede loro di stare con Lui (cfr. Mc 3,14).

Quando san Marco racconta la vocazione dei dodici apostoli, ci dice che Gesù aveva un duplice scopo: il primo era che stessero con Lui, il secondo che fossero mandati a predicare. Ma andando sempre con Lui, realmente annunciano Cristo e portano la realtà del Vangelo al mondo.

Durante questo Anno Sacerdotale vi invito a pregare, cari fratelli e sorelle, per i sacerdoti e per quanti si preparano a ricevere il dono straordinario del Sacerdozio ministeriale. 
A tutti rivolgo, e così concludo, l'esortazione di San Giovanni Eudes, che dice così ai sacerdoti: "Donatevi a Gesù, per entrare nell'immensità del suo grande Cuore, che contiene il Cuore della sua Santa Madre e di tutti i santi, per perdervi in questo abisso di amore, di carità, di misericordia, di umiltà, di purezza, di pazienza, di sottomissione e di santità" (Coeur admirable, III, 2).
In questo senso cantiamo adesso insieme il Padre Nostro in latino.
(Udienza Generale a Castel Gandolfo, 19/8/2009)

Fons Lucis et Gratiae
miserere nobis