venerdì 21 luglio 2017

Per sostenere la vita spirituale


DAGLI SCRITTI...

Dai «Discorsi» di san Lorenzo da Brindisi, sacerdote.

Per sostenere la vita spirituale, che abbiamo in comune con gli angeli del cielo, creati come noi ad immagine e somiglianza di Dio, è certamente necessario il pane della grazia dello Spirito Santo e della carità di Dio. Ma la grazia e la carità senza la fede non valgono nulla, perché senza la fede è impossibile piacere a Dio. Né la fede può svilupparsi senza la predicazione della parola di Dio: «La fede dipende dalla predicazione, e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo» (Rm 10, 17). Pertanto la predicazione della parola di Dio è necessaria alla vita spirituale, come la semina al sostentamento della vita corporale.

Perciò Cristo dice: «Il seminatore uscì a seminare la sua semente» (Lc 8, 5). Il seminatore uscì come banditore della giustizia e proprio di essa leggiamo che un tempo si fece banditore Dio, come quando nel deserto diede a tutto il popolo, dal cielo, a viva voce la legge della giustizia. 
Altre volte fu un angelo del Signore a rimproverare, nel luogo dei piangenti, il popolo per la trasgressione della legge divina (cfr. Gdc 2, 4-5). Per questo tutti i figli d'Israele, udite le parole dell'angelo, pentiti di cuore piansero a dirotto con alte grida. 
Anche Mosé predicò a tutto il popolo la legge del Signore nelle steppe di Moab, come appare dal Deuteronomio. 
Finalmente a predicare la parola di Dio venne Cristo, Dio e uomo, che a tal fine inviò gli apostoli, come prima aveva inviato i profeti.

Perciò la predicazione è un compito apostolico, angelico, cristiano, divino. La parola di Dio è talmente ricca di ogni bene che è come un tesoro di tutti i beni. 
Da essa sgorgano la fede, la speranza e la carità. 
Da essa derivano tutte le virtù, tutti i doni dello Spirito Santo, tutte le beatitudini evangeliche, tutte le opere buone, tutti i meriti della vita, tutta la gloria del paradiso: «Accogliete con docilità la parola che è stata seminata in voi e che può salvare le vostre anime» (Gv 1, 21).

Infatti la parola del Signore è luce per l'intelletto e fuoco per la volontà, perché l'uomo possa conoscere e amare Dio. 
Per l'uomo interiore, che per mezzo della grazia vive dello Spirito di Dio, è pane ed acqua, ma pane più dolce del miele e acqua migliore del vino e del latte. 
Per l'anima è un tesoro spirituale di meriti, perciò viene chiamata oro e pietra assai preziosa. 
E' invece un maglio contro un cuore duramente ostinato nei vizi. 
E' una spada contro la carne, il mondo e il demonio per distruggere ogni peccato.
AMDG et BVM

San Lorenzo da Brindisi


Lorenzo, nato a Brindisi, in Puglia, entrò ancora adolescente nell'ordine dei Francescani Cappuccini, ove studiò a fondo filosofia e teologia e apprese perfettamente molte lingue antiche e moderne. 

Ordinato sacerdote, gli fu affidato il compito della predicazione, per cui peregrinò instancabilmente per quasi tutta l'Italia e varie altre regioni d'Europa. Dotato di grande prudenza e saggezza, fu preposto al governo di tutto l'ordine e spesso i sommi pontefici lo scelsero per portare a termine difficilissimi incarichi. 

Ottenne che i principi cristiani si alleassero contro le continue scorrerie dei Turchi. L'esercito cristiano, riunito in Ungheria, con alla testa Lorenzo che portava la croce ed esortava tutti, soldati e capitani, riportò un'importante vittoria. 

Fra così numerose e grandi imprese, coltivò le virtù religiose in modo eroico. Impiegava tutto il tempo libero nella preghiera, conciliando meravigliosamente la vita interiore con l'apostolato. Infine, inviato a Lisbona dal popolo napoletano per parlare al re di Spagna, come strenuo difensore della libertà e giustizia cristiana, morì, si può affermare, nel campo di battaglia, nel 1619. 

Lasciò molti scritti in difesa della fede cattolica contro gli eretici e per illustrare la sacra Scrittura. Leone XIII lo annoverò tra i santi e papa Giovanni XXIII lo proclamò dottore della Chiesa.

V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.

Preghiamo
O Dio, che per le imprese più ardue, a gloria del tuo nome e per la salvezza delle anime hai dotato di spirito di sapienza e di fortezza il tuo confessore e dottore San Lorenzo, concedi a noi di conoscere con lo stesso spirito quanto dobbiamo fare, e di attuare per sua intercessione quanto abbiamo conosciuto. 
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
AMDG et BVM

Tutto dipende dalla scelta degli uomini

Ad ogni figlio

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15 luglio 2008

GESÙ dice:   Lasciati guidare da Me. Io vengo a cancellare tutti i tuoi difetti e le tue cattive inclinazioni. Quando il cammino è diritto, tu ti senti molto meglio.

Gli uomini cercano la complicazione per riuscire là dove, invece, il cammino si annuncia diritto. L’uomo ama raggirare l’obiettivo, prima di superarlo...

Io vi ho detto che solo Dio può guidarvi e condurvi là dove hanno fine tutte le cose di questo mondo, perché il cammino si blocca dove Dio ha posto la Sua barriera. Il pericolo è proprio lì, oltre la barriera, dalla parte opposta. Nessuno, pur riflettendo a lungo, potrà restare attaccato al mondo che fugge per annientarsi di fronte a quel Mondo Nuovo, che è già in preparazione. È inutile volerlo raddrizzare su questa base traballante che l’uomo ha sostituito con quella che Dio gli aveva dato, perché la maggioranza degli esseri umani Mi ha abbandonato, per seguire il Signore dei Piaceri Proibiti da Dio. La vostra libertà ha ottenuto il diritto di farlo.

Ma tutto sprofonda, tutto crolla e crollerà totalmente in quel momento cruciale per satana e i suoi accoliti, quando l’Ora di Gloria del Creatore Onnipotente suonerà. Satana si allontanerà dal Passaggio che Dio attraverserà per salvare tutti i Suoi figli che Gli spettano. E come avvenne al Tempo dell’inseguimento degli Egiziani di quel tempo, tutti, ivi compreso satana e i suoi accoliti, saranno annientati, soffocati dall’aria, o meglio, per mancanza d’aria. E, soprattutto, annientati da quell’armata di Santi che non li lascerà più avanzare, fino a quando la Regina incontestata dei Cieli e della Terra poggerà il Suo adorabile piede sulla testa del Perfido, per catturarlo e portarlo davanti al Padre.

Il Quale deciderà definitivamente della sua sorte, di fronte al Figlio che apporrà il Suo Divino Sigillo, e davanti allo Spirito Santo che lo condurrà in quel luogo da dove non avrebbe mai dovuto uscire, se gli uomini non  l’avessero scelto come avvenne il giorno in cui Barabba fu liberato al posto Mio. Tutto dipende dalla scelta degli uomini.

Ma è arrivata l’Ora, in cui Dio distruggerà il Male e tutto ciò che ha trascinato al suo seguito. Le opere di Satana non saranno più nemmeno un ricordo in quel Mondo Nuovo in cui i Cieli saranno lo specchio della Terra e la Terra lo specchio del Cielo.

«La Terra e il Cielo sono pieni della Tua Santa Gloria !»,  Signore, sia benedetto il Nome Tre volte Santo di Dio, l’ Eterno.

« Avvicinatevi a Me » - dirà allora il Signore. Io devo parlarvi! È iniziato il tempo per andare più lontano. Il Male sarà totalmente vinto, nel momento in cui la barriera del mondo attuale sarà lasciata dietro a voi.

Io Sono Colui che cammina in vostra compagnia, l’Unico Salvatore di tutti i mondi. Io li ho creati per essere eterni come il loro Creatore.

Voi avanzerete uniti e fiduciosi, perché il Signore non dimentica nessuno dei Suoi piccoli. Voi sarete i Miei figli e Io sarò vostro Padre al quale, nella bontà e nella gioia, obbedirete e, insieme, supereremo le insidie. Io non voglio che abbiate paura, non c’è alcun motivo di avere paura. Davanti a Dio, siate fiduciosi. 
Appena attraversata la barriera, non voltatevi più indietro, perché già si intravede la Nuova Terra, mentre sprofonda quella che fu per voi niente altro che una sosta. Non guardate più quell’oggetto che fu per Dio e per tutti i Suoi figli una tappa crudele, anche se questa Terra è stata la Purificatrice delle anime che si sono ribellate al Mio Amore.

Io SONO Colui che, da sempre, vi ha cercati e che vi ha conquistati solo a questo prezzo: la Sofferenza del Figlio Mio e la vostra. Dio obbedisce, come ognuno di voi deve obbedire, a ciò che È la Santa Parola di Dio, nello Spirito Creatore e Santificatore, che è Dio Stesso. È la Santa Legge di Dio, stabilita da Dio, seguita da Dio per mantenere l’Equilibrio di tutto l’Universo che è la Creazione di Dio.

A quella barriera, voi vi fermerete, perché gli Angeli vi aspettano.

JNSR:  Signore, potremo  noi continuare dopo quella sosta? Grazie, Signore!

GESÙ:  Scrivi. Nella nebbia in cui si troveranno le anime che non vorranno superare con Me quella barriera per non tornare più indietro, esse assisteranno alla fine dell’esistenza di tutto ciò che fu la vostra vita, e la vita del pianeta Terra. Saranno tutti annientati, come lo furono gli Egiziani di quel tempo lontano. Tuttavia, il piccolo numero che potrà sopravvivere a quel disastro, saranno i Testimoni del Passato. Io li farò parlare della loro disobbedienza e dell’orrore che avranno vissuto come testimoni dell’orrore e di tutte le sue conseguenze.

Poi, voi sarete lasciati in attesa degli eventi che seguiranno. Allora, sarà l’Elevazione e l’Incontro nei Cieli con coloro che vi aspettano da lungo tempo, con la Divina Presenza in mezzo a voi.

Sarete allora nel Mio Tempo e per sempre riuniti, quelli del Cielo con quelli della Terra. Tutti riconoscibili, perché solo l’Amore renderà ogni cosa visibile.

Beati quelli che Mi avranno atteso fiduciosi, credenti, perché Dio non ha che una Parola. Essa è viva e vera, piena d’Amore e fedele.

Con il tuo Santo Angelo Fedele
il tuo meraviglioso GESÙ Cristo
Salvatore del Mondo. Amen.



JNSR spiega i seguenti punti come il Signore la ispira:

JNSR:  quando Dio poserà la sua barriera, sarà messa per separarvi dal pericolo che resterà dietro a voi. In quel momento, nessuno potrà più vivere nel Mondo Antico che fu già accettato in tutta libertà, secondo il Piano di Dio, da tutti i suoi figli chiamati a vivere con Lui.

Tutto l’antico affonderà totalmente nel momento cruciale per Satana e i suoi accoliti, quando suonerà l’Ora di Gloria del Creatore Onnipotente.

Quando GESÙ passerà con tutti i Suoi figli salvati, la barriera impedirà a Satana e al suo oscuro corteo di perseguirli. Così come accadde, in un altro tempo, quando Dio fece passare il Suo Popolo dall’altra parte del Mar rosso che si rinchiuse sul nemico.

Una armata di Santi accompagnerà la Regina incontestata dei cieli e della Terra, Santa Maria, Madre di Dio, per catturare il Nemico di Dio e degli uomini. Ella lo metterà in ginocchio, faccia a terra.

Poi, ella poserà il Suo adorabile piede sulla testa di Satana per catturarlo e condurlo davanti al Padre Onnipotente che Solo deciderà della sua sorte, davanti al Figlio che approverà e lo Spirito Santo che lo condurrà nel solo luogo che non avrebbe mai dovuto lasciare, l’Inferno.

Il Popolo di Dio approverà, ricordandosi di ciò che gli antichi fecero al Figlio di Dio quel giorno in cui scelsero Barabba perché fosse liberato al posto dell’Innocente.

Poiché Satana è uno spirito e poiché Dio Solo può annientarlo, il Padrone della Storia lo farà prigioniero per mille anni, come ce lo conferma San Giovanni.

AMDG et BVM

giovedì 20 luglio 2017

S. GIROLAMO EMILIANI, Padre degli orfani - Vagabondo di Dio -

meglio: Pellegrino della Carità
La Scala Santa ai piedi della cappella, edificata per volere di San Girolamo. Al culmine, l'Eremo dove il Santo si ritirava in preghiera.


Girolamo nacque a Venezia dalla nobile famiglia Emiliani. Intraprese la carriera militare fin dall'adolescenza, e, in seguito fu preposto, in tempi difficilissimi per la repubblica, alla difesa di Castelnuovo, presso Quero, sui monti di Treviso. I nemici, impadronitisi della fortezza, lo rinchiusero in una orribile prigione, dalla quale fu liberato per intervento della beatissima Vergine. 
A Venezia si dedicò interamente alle opere di pietà. Aveva particolare compassione degli orfani abbandonati della città e li accolse in una casa da lui affittata, nutrendoli a sue spese e dando loro un'educazione cristiana. 
In quel tempo erano approdati a Venezia il beato Gaetano e Pietro Carafa, che divenne poi Paolo IV, i quali approvarono l'iniziativa di Girolamo e lo condussero all'ospedale degli incurabili perché educasse gli orfani e insieme assistesse i malati. 
In seguito, su loro consiglio, egli partì per il vicino continente ed eresse orfanotrofi ed altri pii istituti prima a Brescia, poi a Bergamo e a Como. Fermatosi finalmente a Somasca, umile villaggio nel territorio di Bergamo, fondò la residenza di una nuova congregazione che prese il nome da questo luogo e fu poi approvata da Pio V. 
Colpito dal contagio, diede la sua vita per i fratelli a cinquantasei anni, nel 1537.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
*

S. GIROLAMO EMILIANI 
(1486-1537)



Laterale alla cappella c’è la Sala della Fonte con una sorgente d’acqua, che secondo la tradizione è un miracolo del santo, che toccando la roccia ha fatto scaturire acqua viva per gli orfanelli in un periodo di siccità.


Questo padre degli orfani, popolarmente chiamato Girolamo Miani, nacque a Venezia nel 1486, da antica e nobile famiglia militare e senatoria. Fin da giovane ricevette l'educazione propria dei patrizi destinati a continuare le tradizioni degli antenati. Girolamo, di temperamento ardente, iniziò la carriera delle armi al tempo della lega di Cambrai (1508), stipulata ai danni della Repubblica di Venezia tra il Papa Giulio II, l'imperatore di Germania Massimiliano I, il re di Francia Luigi XII e il re di Spagna Ferdinando il Cattolico. All'inizio del 1511 fu nominato '"provveditore" della guerra a Castelnuovo Friuli (Belluno), ma i suoi sogni di gloria furono frustrati dagli eserciti tedesco-francesi guidati dal generale Chabannes de la Palisse, i quali lo costrinsero a capitolare.

         La prigionia dell'Emiliani si protrasse per un mese, durante la quale ebbe modo di ripensare ai gravi disordini commessi sotto le armi, e ai buoni insegnamenti ricevuti dalla madre, la nobildonna Eleonora Morosini. Un giorno, mentre pentito proponeva di condurre una vita migliore, gli apparve la Madonna circondata da angeli, la quale gli porse una grossa chiave dicendogli: "Prendi, apri: sei libero". Le catene gli caddero misteriosamente dalle mani. Egli si recò allora a Treviso e nella chiesa di Santa Maria Grande, dopo aver ringraziato la sua benefattrice, depose i ceppi e la chiave insieme con un "ex-voto" recante la descrizione della sua prodigiosa liberazione. Dopo d'allora gli fiorì abitualmente sul labbro l'invocazione: "Dolcissimo Gesù, non vogliate essermi giudice, ma salvatore".

         Ricuperato il Friuli dalla Repubblica Veneta, Girolamo fu riconfermato nell'antico ufficio di "provveditore" di Castelnuovo sul Piave (1516-19). Durante quel soggiorno egli ebbe modo di approfondire i motivi del suo mutamento, e nella meditazione e nella preghiera prepararsi a divenire, pur rimanendo laico, l'istruttore dell'orfanotrofio come entità a sé stante.
        L'idea gli fu suggerita dal crescente numero di poveri figli, rimasti orfani in conseguenza delle guerre, delle carestie e delle pestilenze. Quando ritornò a Venezia, i suoi confratelli, Luca e Marco, prima di morire, gli affidarono l'educazione dei loro figli, tant'era grande la stima che avevano di lui. 
        Nel 1524 Girolamo cominciò a raccogliere presso la chiesa di San Basilio, insieme con i suoi nipoti, i primi orfanelli, che avviò alla lavorazione della lana, l'arte propria della sua famiglia. I veneziani più volte contemplarono, commossi, approdare alla loro città navicelle provenienti dalle isolette di Burano, Torcello, Palestrina, cariche di orfani raccolti dall'Emiliani e da lui chiamati col tenero nome di "figliuoli". Durante la peste che quell'anno afflisse la Repubblica il Santo fu instancabile. Mentre di giorno curava i malati, di notte si recava in traccia dei cadaveri per dare loro onorevole sepoltura.

          Girolamo, che i veneziani dopo la conversione avevano preso a chiamare la "savia testa", nel 1527 promosse con l'aiuto dei patrizi e popolani la fondazione di un ospedale per derelitti. In quel tempo a Venezia riapparve San Gaetano da Thiene, accompagnato da Giampietro Carafa, futuro papa Paolo IV e altri dodici religiosi che formavano la nascente Congregazione dei Teatini. Provenivano da Roma dove a stento erano riusciti a sfuggire al terribile sacco dei Lanzichenecchi, permesso da Carlo V a vendetta della politica francofila di Clemente VII. Era risaputo che egli aveva lavorato assai per estendere a Vicenza e a Verona i famosi Oratori del Divino Amore per l'assistenza ai malati, e che a Venezia aveva fondato alla Giudecca (1522) la Compagnia e l'Ospedale degl'Incurabili o luetici, vera palestra di anime generose. L'Emiliani non tardò a scegliersi come confessore l'austero Carafa, e a mettersi sulle orme di San Gaetano, con il quale strinse la più sincera amicizia, benché di temperamento opposto al suo. A contatto dell'Oratorio del Divino Amore che accoglieva nel suo grembo uomini di spiccata virtù, Girolamo fece passi da gigante sulla via della santità.
        Nel 1528 diversi gentiluomini e sacerdoti di varie città d'Italia, affascinati dalle virtù del santo e dal suo amore per l'infanzia abbandonata, lo seguirono nella vita comune e povera. 
             - A Pavia crea una nuova fondazione e a Brescia un capitolo della nascente Compagnia: bisogna riesaminare il funzionamento della vita nelle istituzioni, unificare i criteri, stabilire in concreto le condizioni che devono possedere gli aspiranti e il loro processo di formazione, concordare e fissare le basi della vita comune:
« Non sanno che si sono offerti a Cristo, che stanno nella sua casa e mangiano del suo pane e si fanno chiamare Servi dei Poveri di Cristo? Come dunque vogliono compiere ciò che hanno promesso, senza carità né umiltà di cuore, senza sopportare il prossimo, senza cercare la salvezza del peccatore e pregare per lui, senza mortificazione…senza obbedienza e senza rispetto delle buone usanze stabilite? »
Così egli stesso compendia nell'ultima sua lettera il cammino ascetico che devono percorrere i Servi dei Poveri.  -

Per dedicarsi completamente alla sua missione egli ripartì fra i nipoti i suoi beni, dopo aver dato loro conto, con atto notarile, della sua amministrazione familiare. Poi si trasferì (1531) con i suoi orfanelli nell'ospedale degli Incurabili. 
Mons. Matteo Gilberti, sagace vescovo riformatore di Verona, lo invitò a fondare nella sua diocesi un orfanotrofio (1532) e Sant'Angela Merici, fondatrice della Compagnia delle Dimesse di Sant'Orsola, lo aiutò ad aprire a Brescia l'orfanotrofio della "Misericordia". 
A Bergamo, chiamatevi dal vescovo Luigi Lippomano, istituì pure una casa per le convertite, e svolse un intenso apostolato catechetico facendo sfilare per le vie della città i suoi orfani biancovestiti, e salmodianti dietro a un grande crocifisso, e inviando i più grandicelli a recitare ai contadini il catechismo che avevano imparato a memoria.
         
        Il primo nucleo della Compagnia dei servi poveri Girolamo lo costituì a Somasca (Bergamo) con l'aiuto della famiglia degli Ondei nel 1533. L'anno successivo aprì un orfanotrofio a Milano con la cooperazione del duca Francesco II Sforza e fondò l'opera delle convertite. Altri orfanotrofi egli istituì a Como, a Pavia, a Merone, a Calolzio, a Vercurago, a Valle San Martino, bramoso di estendere l'assistenza al maggior numero possibile di derelitti. 

Sempre attivo, sagace, ottimo amministratore, S. Girolamo Emiliani fu un tipico esempio di riformatore cattolico. Il vicario generale di Bergamo così lo descrisse nel 1537: "Pareva che avesse il Paradiso in mano, per la sicurezza sua; faceva diverse esortazioni ai suoi, e sempre con la faccia così allegra e ridente, che innamorava, e inebriava dell'amor di Dio chiunque lo mirava".

         Fiducioso in Dio e ottimista degli uomini, Girolamo come San Francesco d'Assisi trovò la perfetta letizia nell'annientamento di sé stesso. Un giorno un suo avversario lo insulto villanamente a Venezia sulla piazza San Marco, minacciandolo di strappargli la barba pelo per pelo. Il Santo gli rispose con calma: "Se Dio vuole così, io sono pronto: fa' pure". Poi aggiunse: "Povero te se avessi osato fare questo qualche anno fa". Evidentemente l'uomo vecchio era stato da lui vinto a costo di dure penitenze. Per punire, come diceva, l'asinaccio del suo corpo, lavorava da mattina a sera a organizzare nei suoi orfanotrofi scuole per sarti, calzolai e falegnami lasciandone ai sacerdoti la direzione spirituale. Quando si recava a visitarli, benché spossato, non accettava mai la cavalcatura che i contadini riconoscenti gli offrivano. Quando risiedeva a Somasca dormiva sopra il duro sasso di un eremo ridotto rozzamente a forma di letto. Per non sembrare scortese, quando andava in cerca di orfani da educare, accettava a malincuore inviti a pranzo. 
       Una volta a Salò (Brescia) nel bel mezzo del convitto non poté trattenere le lacrime. Si ritirò allora nell'angolo più remoto della casa per gemere e sospirare: "Ingrato, ingrato, il Signore ha patito per te fame e sete, e tu godi senza vergogna cibi tanto delicati?".      
      Un'altra volta a Peschiera, un commensale, avendo visto che l'Emiliani non si serviva delle pietanze, gli disse scherzosamente: "Attento messer Girolamo che le indigestioni di pane sono cattive!". "E' vero - gli rispose il Santo senza scomporsi - sono troppo ingordo". E per quella volta non volle più mangiare neanche pane.

          Altra caratteristica del Santo fu il suo completo abbandono alla divina Provvidenza. Sono numerosi i miracoli che egli adoperò per non lasciare mancare ai suoi orfani il cibo necessario. Alcuni dei pani, da lui moltiplicati, si conservarono per oltre 25 anni senza guastarsi, e si mostrarono prodigiosi per ogni malattia. Molte volte accade che medicando un infermo, questi a contatto delle sue mani acquistò istantaneamente la salute. Per allontanare da sé qualsiasi sospetto di potere taumaturgico, si procurò una bottiglia d'acqua e, mostrandola a tutti, attribuiva ad essa le prodigiose guarigioni che otteneva invece con le sue preghiere.

          All'inizio del 1537 Giampietro Carafa fu elevato da Paolo III alla dignità cardinalizia. Giunto a Roma, si affrettò a scrivere al suo antico discepolo per invitarlo a recarsi nella Città Eterna con alcuni religiosi per raccogliervi tanti orfani. Il santo radunò invece i suoi confratelli e così parlò loro: "Ecco io sono chiamato contemporaneamente a Roma e al cielo, ma il viaggio al cielo impedirà quello a Roma: sia fatto però di me secondo il beneplacito divino". Morì infatti l'8-2-1537 in seguito a una fiera pestilenza contratta nell'assistere i suoi orfani colpiti dal morbo. Prima di mettersi a letto aveva voluto disegnare sulla parete della cameretta una grande croce su cui fissare lo sguardo nel decorso della malattia.

         Girolamo Emiliani fu beatificato il 22-9-1747 da Benedetto XIV, canonizzato il 16-7-1767 da Clemente XIII e proclamato patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata da Pio XI nel 1928. Le sue reliquie sono venerate nella chiesa parrocchiale di Somasca. I suoi seguaci furono approvati da S. Pio V nel 1586 con il nome di Chierici Regolari Somaschi.

Preghiamo
O Dio, padre delle misericordie , per i meriti e l'intercessione del beato Girolamo, che volesti fosse un sostegno e un padre per gli orfani: concedi, che noi custodiamo fedelmente lo spirito di adozione, onde ci nominiamo e siamo tuoi figli.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
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Sac. Guido Pettinati SSP,
I Santi canonizzati del giorno, vol. 2, Udine: ed. Segno, 1991, pp. 133-138.
http://www.edizionisegno.it/

AMDG et BVM

mercoledì 19 luglio 2017

Ave Maria! - di SCHUBERT -


Ave Maria, gratia plena,
Maria, gratia plena,
Maria, gratia plena.
Ave, Ave, Dominus,
Dominus tecum.


Benedicta tu in mulieribus,
et benedictus,
et benedictus fructus ventris,
ventris tui, Jesus.
Ave Maria!


AVE MARIA
GRATIA PLENA
DOMINUS TECUM
BENEDICTA TU IN MULIERIBUS
ET BENEDICTUS FRUCTUS VENTRIS TUI
JESUS
SANCTA MARIA
MATER DEI
ORA PRO NOBIS PECCATORIBUS
NUNC ET IN HORA MORTIS NOSTRAE.
AMEN