giovedì 13 aprile 2017

Messaggio speciale! "Sacerdoti, Vescovi, svegliatevi!

Messaggio pubblico della Madonna del Pino
Avola, domenica 29 settembre 2002, ore 12
"Cari figli,
Io Maria Immacolata oggi vengo a voi per darvi un messaggio speciale!
Le mie sentinelle dormono, chi suonerà la tromba per salvare l'umanità?
I Miei piccoli strumenti, sparsi per le vie del mondo, per mezzo di Me stanno cercando di farlo!
Non sono ascoltati e sono perseguitati!
La Gerarchia (ecclesiastica) tace, nell'immenso cumulo di messaggi rimasti lettera morta!
Svegliatevi sentinelle di Dio!
Siete in tempo per suonare la tromba e così potrete salvare tante anime!
Quanti prodigi, miracoli, strepitose guarigioni, messaggi d'amore, di richiamo, di ammonimento sono stati dati al mondo!
E voi rispondete ancora No!!!
E' qui l'ira del Padre, che vi grida forte dicendo: "Sacerdoti, Vescovi, svegliatevi!
Se non vi svegliate, chi salverà il Mio popolo? Solo voi!

Perché a voi è stata donata la Chiesa!
Ascoltate questa unica voce autorevole, che vi proviene dal Cielo, trasmessa da questo piccolo strumento!
Sacerdoti, Vescovi, voi siete gli eredi dell'Eterno Padre!
Andate verso di lui con le braccia tese al cielo.
E' questo il segno dell'accoglienza della Sua infinita grazia!
Andategli incontro con cuore leggero e spalancato per ricevere lo Spirito vivente, che deve rimanere dentro di voi!
Non dimenticate che siete a Me consacrati!
Non dimenticate la vostra missione, che vi ho affidato e vi ho fatto portatori di Spirito, del Mio Corpo vivente, della Mia luce, del Mio santo Amore!"

Maria:
Grazie che siete venuti, Dio Mi permette di parlarvi ancora l'ultima domenica di ottobre e di benedirvi tutti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"!
AVE MARIA!

mercoledì 12 aprile 2017

PRENDETE...




"Prendete, prendete quest’opera e ‘non sigillatela’, ma leggetela e fatela leggere"
Gesù (cap 652, volume 10), a proposito del
"Evangelo come mi è stato rivelato"
di Maria Valtorta



Domenica 21 Aprile 2013, 

IV Domenica di Pasqua - Anno C

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 10,27-30.

Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano.
Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio.
Io e il Padre siamo una cosa sola».
Traduzione liturgica della Bibbia



Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta : Volume 8 Capitolo 537 pagina 316.
1Stare fermi non è possibile nella mattinata fredda e ventosa. Sulla cima del Moria il vento che viene in direzione nord-est si abbatte frizzante, facendo svolazzare le vesti e arrossando i volti e gli occhi. Eppure vi è della gente che è salita al Tempio per le preghiere. Mancano invece assolutamente i rabbi coi rispettivi gruppi degli allievi. E il portico pare più vasto, e soprattutto più dignitoso, privato della congrega vociante e pomposa che l’occupa di solito.
E deve essere una cosa molto strana vederlo così vuoto, perché tutti se ne stupiscono come di cosa nuova. E Pietro se ne insospettisce anche. Ma Tommaso, che sembra ancor più robusto, avvolto come è in un largo e pesante mantello, dice: «Si saranno chiusi in qualche stanza per paura di perdere la voce. Li rimpiangi?», e ride.
«Io no! Mai più li vedessi! Ma non vorrei che fosse...», e guarda l’Iscariota che non parla, ma che afferra l’occhiata di Pietro e dice: «Veramente hanno promesso di non dare altra noia, fuorché nel caso che il Maestro li... scandalizzi. Certo che saranno vigilanti, ma posto che qui non si pecca, né si offende, essi stanno assenti».
«Meglio così. E Dio ti benedica, ragazzo, se ci sei riuscito a farli ragionare».
È presto ancora. Poca gente è nel Tempio. Dico «poca», e questo pare, data la vastità di esso, che per apparire pieno abbisogna di masse di popolo. Due o trecento persone neppur si vedono in quel complesso di cortili, portici, atri, corridoi...
Gesù, unico Maestro nel vasto portico dei Pagani, va in su e in giù, parlando con i suoi e con i discepoli che ha trovato già nel recinto del Tempio. Risponde alle loro obbiezioni o domande, chiarisce punti che essi non hanno saputo chiarire a se stessi e ad altri.
Vengono due gentili, lo guardano, vanno via senza dire nulla. Passano degli addetti al Tempio, lo guardano, ma non dicono nulla neppur loro. Qualche fedele si accosta, saluta, ascolta. Ma sono pochi ancora.
«Restiamo qui ancora?», domanda Bartolomeo.
«Fa freddo e non c’è nessuno. Però fa piacere essere qui così in pace. Maestro, oggi sei proprio nella Casa del Padre tuo. E da padrone», dice sorridendo Giacomo d’Alfeo. E soggiunge: «Così doveva essere il Tempio quando erano Nehemia ed i re saggi e pii».
2«Io direi di andare. Di là ci spiano...», dice Pietro.
«Chi? Farisei?».
«No. Quelli che sono passati prima ed altri. Andiamo via, Maestro...».
«Attendo dei malati. Mi hanno visto entrare in città, la voce certo si è sparsa. Nelle ore più calde verranno. Restiamo almeno sino ad un terzo da sesta», risponde Gesù. E riprende a camminare avanti e indietro per non rimanere fermo in quell’aria cruda.
Infatti dopo un poco, quando il sole cerca di mitigare gli effetti del tramontano, viene una donna con una bambina malata e chiede la guarigione. Gesù l’accontenta. La donna depone il suo obolo ai piedi di Gesù dicendo: «Questo per altri bambini che soffrono». L’Iscariota raccoglie le monete.
Più tardi, su una barellina, portano un uomo anziano, malato nelle gambe. E Gesù lo risana.
3Terzo viene un gruppo di persone e pregano Gesù di uscire fuor dalle mura del Tempio per cacciare il demonio da una fanciulla, i cui gridi laceranti si sentono fin lì dentro. E Gesù si avvia dietro questi, uscendo nella strada che conduce in città.
Della gente, fra la quale sono degli stranieri, si è stretta* intorno a quelli che tengono la giovinetta, che spuma e si divincola stravolgendo gli occhi. Parolacce di ogni sorta escono dalle sue labbra, e tanto più escono più Gesù si avvicina a lei, così come cresce il suo dibattersi. A fatica la tengono quattro uomini giovani e robusti. E, con gli improperi, prorompono gridi di riconoscimento al Cristo e suppliche affannose dello spirito che la tiene per non essere cacciato, e anche delle verità, ripetute con monotonia: «Via! Non mi fate vedere questo maledetto! Va’ via! Via! Causa della nostra rovina. Lo so chi Tu sei. Tu sei... Tu sei il Cristo. Tu sei... Non ti ha unto altro olio che quello di lassù. La potenza del Cielo ti copre e ti difende. Ti odio! Maledetto! Non mi cacciare. Perché cacci noi e non ci vuoi, mentre tieni vicino una legione di demoni in un solo? Non lo sai che tutto l’inferno è in uno? Sì che lo sai... Lasciami qui, almeno sino all’ora di...».
La parola si arresta delle volte come strozzata, altre volte cambia, o si ferma prima, o si prolunga fra gridi disumani come quando urla: «Lasciami entrare almeno in lui. Non mi mandare là nell’Abisso! Perché ci odii, o Gesù, Figlio di Dio? Non ti basta ciò che sei? Perché vuoi comandare anche su noi? Non vogliamo comando, noi! Perché sei venuto a perseguitarci, se noi ti abbiamo rinnegato? Va’ via! Non ci versare addosso i fuochi del Cielo! I tuoi occhi! Quando saranno spenti noi rideremo... Ah! No! Neanche allora... Tu ci vinci! Ci vinci! Sii maledetto Te e il Padre che ti ha mandato, e quello che da voi viene ed è voi... Aaaah! ».
L’ultimo grido è addirittura spaventoso, di creatura scannata nella quale lentamente entri il ferro omicida, ed è originato dal fatto che Gesù, dopo aver troncato molte volte, per comando mentale, le parole dell’ossessa, pone fine ad esse toccando con un dito la fronte della giovinetta. E il grido termina in una convulsione orrenda, sinché, con un fragore che ha della risata e del grido di un animale da incubo, il demonio la lascia urlando: «Ma non vado lontano... Ah! Ah! Ah!», seguito subito dallo schianto secco come di un fulmine, nonostante che il cielo sia tersissimo.
4Molti scappano terrorizzati. Altri si affollano ancor più ad osservare la giovinetta che si è calmata di colpo, accasciandosi fra le braccia di chi la teneva. Sta così pochi attimi e poi apre gli occhi, sorride, si vede fra la gente senza velo sul volto e sul capo e reclina il viso, per nasconderselo, sul braccio che alza al volto.
Chi è con lei vorrebbe che ella ringraziasse il Maestro. Ma Egli dice: «Lasciatela nel suo pudore. La sua anima mi ringrazia già. Riconducetela a casa, dalla madre. È il posto suo di fanciulla...», e volge le spalle alla gente rientrando nel Tempio, al posto di prima.
«Hai visto, Signore, che molti giudei ci erano venuti alle spalle? Ne ho riconosciuti alcuni... Eccoli là! Sono quelli che ci spiavano prima. Guarda come disputano fra loro...», dice Pietro.
«Staranno stabilendo in chi di loro è entrato il diavolo. C’è anche Nahum, il fiduciario di Anna. È tipo adatto...», dice Tommaso.
«Sì. E tu non hai visto, perché avevi le spalle voltate. Ma il fuoco si è aperto proprio sul suo capo», dice Andrea quasi battendo i denti. «Io gli ero vicino e ho avuto una paura!...».
«Veramente erano tutti uniti, loro. Però io ho visto il fuoco aprirsi su di noi e ho creduto di morire... Anzi ho tremato per il Maestro. Pareva proprio sospeso sul suo capo», dice Matteo.
«Ma no. Io invece l’ho visto uscire dalla fanciulla e scoppiare sul muro del Tempio», ribatte Levi, il pastore discepolo.
«Non discutete fra voi. Il fuoco non indicò né questo né quello. Fu solo il segno che il demonio era fuggito», dice Gesù.
«Ma ha detto che non andava lontano!...», obbietta Andrea.
«Parole di demonio... Non vanno ascoltate. Lodiamo piuttosto l’Altissimo per questi tre figli di Abramo guariti nel corpo a nell’anima».
5Intanto molti giudei, sbucati da questa e quella parte ‑ ma non fanno parte dei loro gruppi né un fariseo, né uno scriba, né un sacerdote ‑ si avvicinano e circondano Gesù, e uno si fa avanti dicendo: «Grandi cose Tu hai fatto in questo giorno! Opere veramente da profeta, e gran profeta. E gli spiriti degli abissi hanno detto di Te cose grandi. Ma le loro parole non possono essere accettate se non le conferma la tua parola. Noi sbigottiamo per quelle parole. Ma anche temiamo un grande inganno, poiché è noto che Belzebù è spirito di menzogna. Non vorremmo ingannarci né essere ingannati. Dicci dunque chi sei, con la tua bocca di verità e giustizia».
«E non ve l’ho detto molte volte chi Io sono? Sono quasi tre anni che ve lo dico, e prima di Me ve lo disse Giovanni al Giordano e la Voce di Dio dai Cieli».
«È vero. Ma noi non c’eravamo le altre volte. Noi... Tu che sei giusto devi capire il nostro affanno. Noi vorremmo credere in Te come Messia. Ma troppe volte ormai il popolo di Dio fu ingannato da falsi Cristi. Consola il nostro cuore, che spera e che attende, con una sicura parola, e noi ti adoreremo».
Gesù li guarda severamente. I suoi occhi sembrano perforare le carni e mettere a nudo i cuori. Poi dice: «In verità molte volte gli uomini sanno dire menzogne meglio di Satana. No. Voi non mi adorerete. Mai. Qualunque cosa Io vi dica. E, anche giungeste a farlo, chi adorereste voi?».
«Chi? Mail nostro Messia! ».

«Sareste da tanto? Chi è per voi il Messia? Rispondete, perché Io sappia ciò che valete».
«Il Messia? Ma il Messia è colui che per mandato di Dio riunirà lo sparso Israele e ne farà un popolo trionfale, sotto il cui potere sarà il mondo. E che? Tu non lo sai ciò che è il Messia?».
«Lo so come voi non lo sapete. Per voi dunque è un uomo che, superando Davide e Salomone e Giuda Maccabeo, farà di Israele la Nazione regina del mondo?».
«Questo è. Dio lo ha promesso. Ogni vendetta, ogni gloria, ogni rivendicazione, verrà dal promesso Messia».
«È detto: “Non adorerai altro che il Signore Iddio tuo”. Perché allora voi mi adorereste, se in Me soltanto poteste vedere l’Uomo‑Messia?».
«E che altro dobbiamo vedere in Te?».
«Che? E con questi sentimenti mi venite ad interrogare? Razza di vipere subdole e velenose! E sacrileghe anche. Perché, se in Me voi non poteste vedere altro che il Messia umano e mi adoraste, sareste idolatri. Solo a Dio va data adorazione. Ed in verità vi dico una volta ancora che Colui che vi parla è da più del Messia che voi vi fingete con missione e mansioni e poteri quali voi, privi di spirito e sapienza, vi immaginate. Il Messia non viene a dare al suo popolo un regno quale voi vi credete, non viene ad esercitare vendette su altri potenti. Il suo Regno non è di questo mondo e il suo potere supera ogni potere limitato del mondo».
6«Tu ci mortifichi, Maestro. Se sei Maestro e noi siamo ignoranti, perché non ci vuoi istruire?».
«Sono tre anni che lo faccio, e voi siete sempre più nelle tenebre perché respingete la Luce».
«È vero. Forse è vero. Ma ciò che fu per il passato può non più essere nell’avvenire. E che? Tu che hai pietà dei pubblicani e delle meretrici e che assolvi i peccatori, vuoi essere senza pietà con noi, solo perché siamo di dura cervice e stentiamo a comprendere chi Tu sei?».
«Non è che stentiate. È che non volete capire. Essere ebeti non sarebbe una colpa. Dio ha tante luci che potrebbe fare luce nell’intelletto più ottuso ma pieno di buona volontà. In voi questa manca. Anzi avete volontà opposta. Per questo non comprendete chi Io sono».
«Sarà come Tu dici. Tu vedi come siamo umili. Ma te ne preghiamo nel nome di Dio. Rispondi alle nostre domande. Non ci tenere più oltre sospesi. Fino a quando il nostro animo deve rimanere incerto? Se sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
«Ve l’ho detto. Nelle case, nelle piazze, per le vie, per i paesi, sui monti, lungo i fiumi, in faccia al mare, di fronte ai deserti, nel Tempio, nelle sinagoghe, sui mercati ve l’ho detto, e voi non credete. Non c’è posto di Israele che non abbia sentito la mia voce. Persino i luoghi che portano abusivamente il nome di Israele da secoli, ma che sono separati dal Tempio, persino i luoghi che hanno dato il nome a questa nostra Terra, ma che da dominanti sono divenuti soggetti, e mai però si liberarono completamente dai loro errori per venire alla Verità, persino la Siro‑Fenicia, dai rabbi sfuggita come terra di peccato, hanno sentito la mia voce e conosciuto il mio essere. Ve l’ho detto, e alle mie parole non credete. Ho fatto, e alle mie azioni non avete posto mente con spirito buono. Lo aveste fatto, con l’intenzione retta di sincerarvi su di Me, sareste giunti alla fede in Me, perché le opere che Io faccio nel nome del Padre mio testimoniano di Me. Quelli di buona volontà, che sono venuti al mio seguito perché mi hanno riconosciuto Pastore, hanno creduto alle mie parole e alla testimonianza che dànno le mie opere. E che? Credete forse che ciò che Io faccio non abbia un fine di vostra utilità? Di utilità per le creature tutte? Disingannatevi. E non vogliate pensare che l’utile è dato dalla salute del singolo, riacquistata per il mio potere, o dalla liberazione dall’ossessione o dal peccato di questo o quello. Questa è un’utilità circoscritta all’individuo. Troppo poca cosa rispetto alla potenza che viene sprigionata, e dalla fonte soprannaturale, più che soprannaturale, divina, che la sprigiona, per essere l’unica utilità. Vi è l’utilità collettiva delle opere che Io faccio. L’utilità di levare ogni dubbio agli incerti, di convincere i contrari oltre che di rinforzare sempre più la fede dei credenti. Per questa utilità collettiva, a favore di tutti gli uomini presenti e futuri, perché le mie opere testimonieranno di Me presso i futuri e li convinceranno di Me, il Padre mio mi dà potere di fare ciò che faccio. Nulla è fatto senza un fine buono nelle opere di Dio. Ricordatevelo sempre. Meditate questa verità».
7Gesù ha un momento di arresto. Fissa lo sguardo su un giudeo che sta a capo chino a dice poi:
«Tu che stai così pensando, tu dalla veste color d’uliva matura, ti chiedi se ha fine buono anche Satana. Non essere stolto per essere a Me contrario e cercare l’errore nelle mie parole. Ti rispondo che Satana non è opera di Dio, ma della libera volontà dell’angelo ribelle. Dio lo aveva fatto suo ministro glorioso, e perciò lo aveva creato a fine buono. Ecco, ora tu, parlando col tuo io, dici: “Allora Dio è stolto, perché aveva donato la gloria ad un futuro ribelle e affidato i suoi voleri ad un disubbidiente”. Ti rispondo: “Dio non è stolto ma perfetto nelle sue azioni e pensieri. È il Perfettissimo. Le creature sono imperfette, anche le più perfette. Sempre un punto di inferiorità è in esse rispetto a Dio. Ma Dio, che le ama, ha concesso alle creature la libertà di arbitrio, perché attraverso ad essa la creatura si completi nelle virtù e si faccia perciò più simile al Dio e Padre suo”. E ancora ti dico, o derisore e astuto cercatore del peccato nelle mie parole, che dal Male, che si è volontariamente formato, Dio trae ancora un fine buono: quello di servire a far possessori gli uomini di una gloria meritata. Le vittorie sul Male sono la corona degli eletti. Se il Male non potesse suscitare una conseguenza buona per i volonterosi di volontà buona, Dio lo avrebbe distrutto. Perché nulla di quanto è nel Creato deve essere totalmente privo di incentivo o di conseguenza buoni.
Non rispondi? Ti è duro dover proclamare che ti ho letto in cuore e che ho vinto le illazioni ingiuste del tuo pensiero tortuoso? Non ti forzerò a farlo. Al cospetto di tanti ti lascio nella tua superbia. Non reclamo che tu mi proclami vittorioso. Ma quando sarai solo con questi, simili a te, e con quelli che vi hanno mandato, allora confessa pure che Gesù di Nazaret ha letto i pensieri della tua mente e ti ha strangolato le obbiezioni nella strozza con la sola arma della sua parola di verità.
Ma abbandoniamo questa interruzione personale e torniamo ai molti che mi ascoltano. Se anche uno solo di tanti, per le mie parole, convertisse il suo spirito alla Luce, sarebbe ricompensata la mia fatica di parlare a delle pietre, anzi a dei sepolcri pieni di vipere.
8Dicevo che quelli che mi amano mi hanno riconosciuto Pastore per le mie parole e le mie opere. Ma voi non credete, non potete credere, perché non siete delle mie pecorelle.
Cosa siete voi? Ve lo chiedo. Chiedetevelo nell’interno del cuore. Non siete stolti. Potete conoscervi per ciò che siete. Basta che ascoltiate la voce della vostra anima, che non è tranquilla di continuare a offendere il Figlio di Colui che l’ha creata. Voi, pur conoscendo ciò che siete, non lo direte. Non siete né umili né sinceri. Ma Io ve lo dico ciò che siete. Siete in parte lupi, in parte capretti selvatici. Ma nessuno di voi, nonostante la pelle di agnello che portate per fingervi agnelli, è vero agnello. Sotto il vello morbido e bianco avete tutti i colori feroci, le corna pontute e le zanne e gli artigli del caprone o della belva, e volete rimanere tali perché vi compiacete di esser tali, e sognate ferocia e ribellione. Perciò non mi potete amare e non potete seguirmi e comprendermi.
Se entrate nel gregge è per nuocere, per dare dolore o portare disordine. Le mie pecore hanno paura di voi. Se fossero come voi siete, vi dovrebbero odiare. Ma essi non sanno odiare. Sono gli agnelli del Principe di pace, del Maestro di amore, del Pastore misericordioso. E non sanno odiare. Non vi odieranno mai, come Io non vi odierò mai. Lascio a voi l’odio, che è il malvagio frutto della concupiscenza triplice con l’io scatenato nell’animale uomo, che vive dimentico di essere anche spirito, oltre che carne. Io mi tengo ciò che è mio: l’amore. E questo comunico ai miei agnelli, e offro anche a voi per farvi buoni. Se vi faceste buoni, allora mi capireste e diverreste del mio gregge, simili agli altri che sono in esso. Ci ameremmo. Io e le mie pecore ci amiamo. Esse mi ascoltano, riconoscono la mia voce.
Voi non capite ciò che è in verità conoscere la mia voce. È non avere dubbi sulla sua Origine e distinguerla fra mille altre voci di falsi profeti come vera voce venuta dal Cielo. Ora e sempre, anche fra quelli che si credono, e in parte lo sono, seguaci della Sapienza, vi saranno molti che non sapranno distinguere la mia voce da altre voci che parleranno di Dio, più o meno con giustizia, ma che saranno tutte voci inferiori alla mia...».
9«Dici sempre che presto te ne vai e poi vuoi dire che sempre parlerai? Se te ne sarai andato non parlerai più», obbietta un giudeo con il tono sprezzante col quale parlerebbe ad un menomato mentale.
Gesù risponde ancora, col suo tono paziente e accorato, che ha avuto soltanto un suono severo quando ha parlato in principio ai giudei, e dopo, quando ha risposto alle interne obbiezioni di quel giudeo:
«Io parlerò sempre, perché il mondo non diventi tutto idolatra. E parlerò ai miei, eletti a ripetervi le mie parole. Lo Spirito di Dio parlerà, ed essi capiranno ciò che anche i sapienti non sapranno capire. Perché gli studiosi studieranno la parola, la frase, il modo, il luogo, il come, lo strumento attraverso i quali la Parola parla, mentre i miei eletti non si perderanno in questi studi inutili, ma ascolteranno, persi nell’amore, e capiranno poiché sarà l’Amore quello che parlerà. Essi distingueranno le ornate pagine dei dotti o le bugiarde pagine dei falsi profeti, dei rabbi di ipocrisia che insegnano dottrine inquinate o insegnano ciò che essi non praticano, dalle parole semplici, vere, profonde che da Me verranno. Ma il mondo li odierà per questo, perché il mondo odia Me‑Luce e odia i figli della Luce, il tenebroso mondo che ama le tenebre propizie al suo peccare.
Le mie pecore conoscono e conosceranno Me e mi seguiranno sempre, anche sulle vie di sangue e di dolore che Io percorrerò per il primo ed essi percorreranno dopo di Me. Le vie che conducono alla Sapienza le anime. Le vie che il sangue e il pianto dei perseguitati, perché insegnano la giustizia, fanno luminose perché spicchino nella caligine dei fumi del mondo e di Satana, a siano come scie di stelle per condurre chi cerca la Via, la Verità, la Vita, e non trova chi ad esse li conduca. Perché di questo hanno bisogno le anime: di chi le conduca alla Vita, alla Verità, alla Via giusta.
Dio è pietoso verso le anime che cercano e non trovano, non per loro colpa, ma per infingardia dei pastori idoli. Dio è pietoso verso le anime che, lasciate a se stesse, si smarriscono e vengono accolte da ministri di Lucifero, pronti ad accogliere gli smarriti per farne proseliti delle loro dottrine. Dio è pietoso per quelli che cadono nell’inganno soltanto perché i rabbi di Dio, i cosiddetti rabbi di Dio, si sono disinteressati di essi. Dio è pietoso a tutti questi che vanno incontro allo sconforto, alle caligini, alla morte per colpa dei falsi maestri, che di maestri non hanno che la veste e l’orgoglio di essere detti tali. E per queste povere anime, come ha mandato i profeti per il suo popolo, come ha mandato Me per tutto il mondo, così dopo, dopo di Me, manderà i servi della Parola, della Verità e dell’Amore, a ripetere le parole mie. Perché sono le mie parole quelle che danno la Vita. Cosicché le mie pecorelle di ora e di poi avranno la Vita che Io do loro attraverso la mia Parola che è Vita eterna per chi l’accoglie, e non periranno mai e nessuno le potrà strappare dalle mie mani».
10«Noi non abbiamo mai respinto le parole dei veri profeti. Abbiamo sempre rispettato Giovanni che è stato l’ultimo profeta», risponde con ira un giudeo, e i suoi compagni gli fanno eco.
«È morto in tempo per non venirvi inviso ed essere perseguitato anche da voi. Se egli fosse ancora fra i vivi, il “non è lecito” detto per un incesto carnale lo direbbe anche a voi, che fate un adulterio spirituale fornicando con Satana contro Dio. E voi lo uccidereste come avete in animo di uccidere Me».
I giudei tumultuano irosi, pronti già a colpire, stanchi di doversi fingere miti. Ma Gesù non se ne preoccupa. Alza la voce per dominare il tumulto e grida:
«E mi avete chiesto chi Io sono, o ipocriti? Dicevate di voler sapere per essere sicuri? Ed ora dite che Giovanni fu l’ultimo profeta? E due volte vi condannate per peccato di menzogna. Una perché dite di non avere mai respinto le parole dei veri profeti, l’altra perché, dicendo che Giovanni è l’ultimo profeta e che voi credete ai veri profeti, escludete che Io sia anche profeta, almeno profeta, e profeta vero. Bocche di menzogna! Cuori d’inganno! Sì, in verità in verità Io, qui nella casa del Padre mio, proclamo che Io sono più che Profeta. Io ho quello che il Padre mio mi ha donato. Quello che il Padre mio mi ha donato è più prezioso di tutto e di tutti, perché è cosa sulla quale il volere e il potere degli uomini non può mettere le mani rapaci. Io ho quello che Dio mi ha donato e che, pur essendo in Me, è sempre in Dio, e nessuno può rapirlo dalle mani del Padre mio né a Me, perché è l’uguale Natura Divina. Io e il Padre siamo Uno».
«Ah! Orrore! Bestemmia! Anatema!!». L’urlio dei giudei rimbomba nel Tempio, e ancora una volta le pietre, usate dai cambiavalute e dai venditori di bestiame per tenere in sesto i loro recinti, sono fornitura per quelli che cercano armi atte a colpire.
Ma Gesù si aderge con le braccia incrociate sul petto. È salito sopra un sedile di pietra per essere anche più alto e visibile, e di là li domina coi raggi dei suoi occhi di zaffiro. Domina e dardeggia. È così maestoso che li paralizza. In luogo di lanciare le pietre, le gettano o le tengono in mano, ma senza avere più l’audacia di lanciarle contro di Lui. Anche le urla si calmano in uno sbigottimento strano. È proprio Dio che balena nel Cristo. E quando Dio balena così, l’uomo anche più protervo si fa piccolo e spaurito. Penso quale mistero è nascosto nell’aver potuto i giudei essere tanto feroci nel Venerdì Santo. Quale nell’assenza di questo potere di dominazione nel Cristo in quel giorno. Veramente era l’ora delle Tenebre, l’ora di Satana, ed essi soli regnavano... La Divinità, la Paternità di Dio aveva abbandonato il suo Cristo, ed Egli era nulla più che la Vittima...
11Gesù sta così qualche minuto. Poi riprende a parlare a questa turba venduta e vile, che ha perso ogni prepotenza soltanto per aver visto un baleno divino:
«Ebbene? Che volete fare? Mi avete chiesto chi ero. Ve l’ho detto. Siete divenuti furenti. Vi ho ricordato quanto ho fatto, vi ho fatto vedere e ricordare molte opere buone provenienti dal Padre mio e compiute col potere che mi viene dal Padre mio. Per quale di queste opere mi lapidate? Per aver insegnato la giustizia? Per aver portato agli uomini la Buona Novella? Per essere venuto ad invitarvi al Regno di Dio? Per avere guarito i vostri malati, reso la vista ai vostri ciechi, dato moto ai paralitici, parola ai muti, liberato gli ossessi, risuscitato i morti, beneficato i poveri, perdonato ai peccatori, amato tutti, anche quelli che mi odiano: voi e quelli che vi mandano? Per quale dunque di queste opere voi mi volete lapidare?».
«Non è per le opere buone che hai fatto che ti lapidiamo, ma per la tua bestemmia, perché Tu, essendo uomo, ti fai Dio».
«Non è scritto* nella vostra Legge: “Io dissi: voi siete dèi e figli dell’Altissimo”? Ora, se “dèi” nominò Dio coloro ai quali parlò, dando un mandato: quello di vivere in modo che la somiglianza e l’immagine di Dio, che è nell’uomo, appaia manifesta e l’uomo non sia né demone né bruto; se “dèi” sono detti gli uomini nella Scrittura, tutta ispirata da Dio, e perciò la Scrittura non può essere modificata né annullata secondo il piacere e l’interesse dell’uomo; perché voi dite a Me che Io bestemmio, Io che il Padre ha consacrato ed inviato nel mondo, perché dico: “Sono Figlio di Dio”? Se Io non facessi le opere del Padre mio, avreste ragione di non credere a Me. Ma Io le faccio. E voi non volete credere a Me. Credete allora almeno a queste opere, affinché sappiate e riconosciate che il Padre è in Me e che Io sono nel Padre».
12La bufera degli urli e delle violenze rincomincia più forte di prima. Da uno dei terrazzi del Tempio, sul quale certo erano in ascolto e nascosti sacerdoti, scribi e farisei, gracchiano molte voci: «Ma impadronitevi di questo bestemmiatore. Ormai la sua colpa è pubblica. Tutti abbiamo sentito. A morte il bestemmiatore che si proclama Dio! Dategli lo stesso castigo che al figlio di Salumit di Dabri. Sia portato fuori dalla città e lapidato! È nel nostro diritto! È detto**: “Il bestemmiatore sia messo a morte”».
Gli incitamenti dei capi acuiscono l’ira dei giudei. I quali tentano di impadronirsi di Gesù e di darlo legato in mano dei magistrati del Tempio, che stanno accorrendo seguiti dalle guardie del Tempio.
Ma più svelti di loro sono ancora una volta i legionari che, vigilando dall’Antonia, hanno seguito il tumulto e che escono fuori dalla caserma, venendo verso il luogo dove si urla. E non portano rispetto a nessuno. Le aste delle lance manovrano a dovere sulle teste e le schiene. E si eccitano a vicenda con frizzi e insulti a lavorare sui giudei: «A cuccia, cani! Fate largo! Picchia sodo su quel tignoso, Licinio. Via! La paura vi fa puzzare più che mai! Ma che mangiate, corvacci, per essere così fetenti? Dici bene, Basso. Si purificano ma puzzano. Guarda là quel nasuto! Al muro! Al muro, che ne prendiamo i nomi! E voi, gufi, scendete di lassù. Tanto vi conosciamo. Un buon rapporto avrà da stendere il Centurione per il Preside. No! Quello lascialo. È un apostolo del Rabbi. Non vedi che ha aspetto d’uomo e non di sciacallo? Guarda! Guarda come fuggono per quella parte! E lasciali andare! Per averli persuasi bisognerebbe infilarli tutti sulle aste! Allora soltanto li avremmo domati! Fosse domani! Ah! ma tu sei preso e non scappi. Ti ho visto, sai? La prima pietra è stata la tua. Ne risponderai di aver colpito un soldato di Roma... Anche questo. Ci ha maledetti imprecando alle insegne. Ah! Sì? Proprio? Vieni, che te le faremo amare nelle nostre carceri...».
E così, caricando e schernendo, acciuffando alcuni, mettendo in fuga altri, i legionari sgombrano il vasto cortile. Ma è soltanto quando i giudei vedono arrestare realmente due di loro, che si svelano per quel che sono: vili, vili, vili. O fuggono schiamazzando come un branco di polli che veda calare lo sparviero, o si gettano ai piedi dei militi per supplicare pietà con un servilismo e una adulazione rivoltanti.
Un graduato, ai polpacci del quale si attacca un vecchio grinzoso, uno dei più accaniti contro Gesù, chiamandolo “magnanimo e giusto”, se ne libera con una vigorosa scossa, che manda il giudeo a ruzzolare tre passi indietro, a grida: «Va’ via, vecchia volpe tignosa». E rivolto ad un compagno, mostrando il polpaccio, dice: «Hanno unghie di volpe e bava di serpe. Guarda qui! Per Giove Massimo! Ora vado subito alle Terme a cancellare i segni di quel vecchio bavoso!», e realmente se ne va, stizzito, col suo polpaccio rigato di sgraffi.
Ho perduto affatto di vista Gesù. Non potrei dire dove è andato, per quale porta è uscito. Ho visto soltanto per qualche tempo emergere e scomparire nella confusione i volti dei due figli di Alfeo e di Tommaso, lottanti per farsi strada, e quelli di alcuni discepoli pastori intenti allo stesso lavoro. Poi anche essi mi sono spariti e non è rimasto che l’ultimo starnazzio dei perfidi giudei, intenti a correre qua a là per sottrarsi alla cattura e al riconoscimento da parte dei legionari, per i quali ho l’impressione che fosse una festa poter menar sodo sugli ebrei, e ripagarsi di tutto l’odio di cui si sanno gratificati.
Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta ©Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/

VIRGO POTENS

CORPO SANGUE LUCE


Se non mangerete il Suo Corpo
e non berrete il
Suo Sangue
non avrete in voi
la Sua luce

anticristo


Consigliamo leggere prima le indicazioni che troviamo nel link: http://gerardoms.blogspot.it/2013/10/lopera-dellanticristo-prodigi.html

Avola, 27 Agosto 2000, ore 12   Madonna:   "Ora vi chiedo come una Mamma, non seguite ciò che è successo, è un bramito dell'anticristo, della sua radice, dell'antico linguaggio. Diversi uomini sono stati ingannati dalle sue malvagie parole"


Mammanelli 27 Febbraio 2002, ore 11    Madonna: "Questa condizione causerà furti e terrore sulle strade, mentre le persone cercheranno di sopravvivere! Anche questa condizione porterà le basi per l'accettazione dell'anticristo perché via di nuova stabilità, il prezzo del suo regno consisterà nell'adorarlo per avere lavoro"


Avola, 24 Dicembre 2002, ore 11   Madonna:   "Guarda queste visioni. Tu stai vedendo la venuta dell'anticristo. L'anticristoè nato in Egitto il 1970, figlio di una suora e di un vescovo, la sua azione è in atto"


31 Marzo 2006    Signore Gesù:   "In quei giorni terribili in cui dovrete rifugiarvi per la persecuzione dell'anticristo, che sono le forze del male, Io chiamerò i figli eletti, darò a loro la manna dal Cielo per portarla ai fratelli e sorelle per mantenerli in vita. Molti di questi figli eletti saranno i nuovi martiri della Chiesa"


29 Ottobre 2006    Madonna:   "Roma tu pagherai i tuoi peccati. L'Italia sede del Vicario di Cristo sarà umiliata perché il materialismo voluto da te sarà sempre più aggressivo. Roma, sarai in preda del peccato e perderai la tua fede e diventerai la sede dell’anticristo. Dio vuole l'unità di tutti gli uomini senza differenza di razza e colore"


Mammanelli, 31 Agosto 2007    Papa Giovanni Paolo II:   "Fui anche io un sacerdote, voi dovete essere quelli dell'ultima ora, tanta ferocia perché dinnanzi a voi saranno in presenza delle orde dell'anticristo, simili a quell'uomo vestito di lino che è tanto santo da stare al fianco del Signore"


7 Novembre 2007    Signore Gesù:   "Tabernacoli, restate sempre sul sentiero stretto e diritto, conducete a Me la Mia gente, Io ricompenserò i vostri sforzi, è necessario mostrare alla gente come prepararsi alle aggressioni di questa epoca malvagia, preparatevi adesso, fate rispettare il Santo Vangelo in modo che vi può aiutare, più pregate per ricevere aiuto dagli Angeli, più vi avvicinate a loro, più essi potranno guidarvi durante il Regno dell'anticristo"


Avola, 10 Maggio 2009, ore 08   Signore Gesù:   "La battaglia di Armageddon tra le forze del bene e le forze del male. Proprio quando l'anticristo e le sue forze sembrano destinate a vincere Io interverrò e darò inizio alla loro caduta. Vi dico che egli assurgerà per un periodo al potere ma non durerà a lungo. La prova del male deve essere abbreviata per salvare i Miei eletti"


Avola, 25 Marzo 2010   San Michele Arcangelo:   "Tra poco infurierà la lotta, non solo, vi sarà una grande guerra con le armi nucleari ma anche una guerra religiosa, la guerra contro l’anticristo. I vostri giornali, anche quelli cattolici, saranno ceduti e consegnati ai nemici di Dio, che cercano di distruggere la Chiesa. Voi avanzate nel giorni dell'Apocalisse e tutto ciò che è scritto sarà realizzato. satana ha il controllo di molte alte autorità nella Mia Chiesa, quella di Dio, e nella città santa di Roma"


Avola, 11 Aprile 2010    Madonna:   "Ora ti dico: avverti il clero, perché essi stanno preparando la strada per l'arrivo di colui che sarà il più grande del male, il rappresentante di tutto ciò che il principe delle tenebre può portare al mondo. Mi riferisco all’anticristo, egli porterà alla rovina completa l’umanità ed egli in questi tempi vive in mezzo a voi"


Avola, 17 Gennaio 2011   Madonna:   "Tutto questo preparerà il vostro Paese al controllo dell'anticristo, che arriverà presto al potere. La Chiesa sotterranea non è molto lontana.
(… …) Molta gente morirà a causa della persecuzione, alcuni verranno perseguitati per la religione di Cristo, altri saranno perseguitati per vecchi rancori personali. A causa del peccato sempre più in crescita nel mondo vi saranno delle lotte infinite, conflitti spirituali aumenteranno quando l'anticristo entrerà in scena"


Avola, 29 Maggio 2011   Madonna:   "Tutti vogliono la pace ed applaudiranno la falsa pace, come oggi hanno applaudito l'unità del tuo Paese, mentre il popolo è diviso in tanti gruppi e i loro cuori sono pieni di odio. Tutto questo è rappresentato dall'anticristo. Ogni sua fase verrà in porto con la scusa di proteggervi, ma in realtà, è il suo mezzo per ottenere il vostro controllo e quello del mondo"


Avola, 25 Dicembre 2011   San Michele Arcangelo:   "Vi dico, in Egitto è nato al mondo il falso profeta chiamato anticristo. Egli è nato da una donna religiosa dei testimoni di Geova e suo padre è un vescovo"


Avola, 26 Febbraio 2012   Signore Gesù:   "La chiesa in quei giorni odierà Maria e cercherà di distruggerla. E' cominciato il tempo dell'anticristo. L'anticristo non è satana e nemmeno un qualsiasi uomo, l'anticristo è la chiesa del mondo, la società che si è allontanata da Dio e dal Mio Vangelo, è la controgiochista di coloro che si sono serviti del mondo e non vogliono saperne della Croce e della sua grazia. In verità vi dico con dolore che all'ultima ora, trequarti della Mia Chiesa Mi rinnegherà, li dovrò togliere dal tronco come rami morti e cattiva lebbra immonda".
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In questa pagina risaltano due frasi in due messaggi riferiti ad un anticristo e in apparenza ambigui, il primo lo descrive: "Figlio di una suora e di un vescovo", e l'altro: "Egli è nato da una donna religiosa dei testimoni di Geova e suo padre è un vescovo". 
Apparente confusione o completa veridicità o altro ancora? Paradigma, metafora, simbolo.
Ci può aiutare quello che dice sulle apparizioni in genere il mariologo e autore di molti testi, l'abate René Laurentin: 

"Se una persona dell'aldilà comunica, il veggente capta la comunicazione secondo le sue risorse e ne parla secondo il suo linguaggio limitato. Le apparizioni non hanno quindi la funzione di consegnarci l'assoluto, ma una limitata comunicazione. A questo riguardo le parole del veggente non sono la Sacra Scrittura, né trasmettono la Parola di Dio. Un veggente fornisce un'eco filtrata, limitata e condizionata delle comunicazioni di Dio, ma senza beneficiare della garanzia dei redattori ispirati che hanno scritto la Bibbia." - Fonte: Veggenti: ponti tra due realtà -


H  O  M  E

Comunione nelle mani? ... No!!!

    
    Comunione nelle mani?     ...No!!!


Già durante gli anni del Concilio Vaticano II, la Comunione nelle mani era una pratica che NON era approvata dalla stragrande maggioranza dei Vescovi, e fu così che a tal proposito, Papa Paolo VI volle un'inchiesta  mondiale all'interno dell'Episcopato, la quale si svolse nel marzo del 1969 e fu inclusa anche la seguente domanda:
"Si deve accogliere il desiderio che, oltre al modo tradizionale, si permetta pure il rito di ricevere la Sacra Comunione nella mano?"
Furono interpellati 2136 Vescovi che risposero così:
1233   NO  (Non placet),
567   SI  (Placet),
315   approvarono con riserva  (Placet iuxta modum),
21   furono i voti non validi.
Il documento finale dice: "Secondo i risultati è molto chiaro che la maggioranza dei vescovi crede che la disciplina presente non debba essere cambiata e nel caso opposto il cambiamento sarebbe oltraggioso per i sentimenti e per la cultura di questi vescovi e molti fedeli."
Il 19 luglio 1989 la Conferenza Episcopale Italiana votò (con un solo voto in più del minimo indispensabile) l'introduzione della deprecabile prassi della "Comunione sulla mano", in deroga a quanto stabilisce il Messale Romano (che ancor oggi non la prevede) e ad imitazione di altre conferenze episcopali.
L'Istruzione della CEI non dice nulla su come evitare la caduta dei frammenti, né spiega precisamente quali sarebbero le ragioni di convenienza, e non lo spiegano nemmeno i vari passi dei Padri della Chiesa (citati nella sua nota 24; senza contare il fatto che il più recente è del V secolo). A questo punto ci chiediamo cosa vorrebbe intendere l'Istruzione quando conferma che la prassi tradizionale della Comunione "alla bocca" sarebbe «del tutto conveniente»...
Lo stesso Concilio Vaticano II non si pronunciò riguardo alla Comunione nelle mani e che fu dopo un periodo d’abusi liturgici, che Papa Giovanni Paolo II chiese perdono con la lettera “Dominicae Cenae” del 24 Febbraio 1980.
Papa Benedetto XVI ha riconsiderato l'indulto della Comunione sulla mano, revocandolo nelle Messe papali a partire dalla Messa della Notte di Natale 2010.

In conclusione, è bene ricordare che per ricevere la santa Comunione:
a) L'unico modo è previsto dal Messale di Paolo VI e che si deve ricevere la Comunione sulla bocca.
b) La possibilità alternativa di ricevere sulle mani è regolata da un INDULTO che può essere messo in vigore in alcuni luoghi (e ritirato) da alcuni vescovi (e non da altri).
Altri interessanti approfondimenti su:
   http://www.edisluxmundi.com/comunion/?page_id=50/

   http://www.cantualeantonianum.com/2010/12/il-papa-riconsidera-lindulto-della.html#ixzz21W0zjVK6 

   http://neocatecumenali.blogspot.it/p/comunione-sulla-mano-no.html



Su questo argomento, il Signor Giuseppe Auricchia ha riferito messaggi molto chiari ed eloquenti, eccone alcune parti:
Avola, 2 Giugno 2002: "Vi avverto che Io e il Padre siamo molto scontenti per la Comunione nelle mani! Solo voi che avete le mani consacrate, dovete amministrare questo Sacramento, che è il Corpo e il Sangue di Cristo Dio".

Avola, 5 Giugno 2008, ore 18:30: "Andate in chiesa con la consapevolezza di volere ricevere sulla lingua e non sulle vostre mani il Salvatore Redentore, Gesù Eucaristia. Tutto il Divino Gesù viene attraverso il sacerdote che viene santificato attraverso la liturgia Cristiana della Santa Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, il rito che trasforma santificando un’ostia di pane in Corpo Santo, dove voi mangiate e metabolizzate la Santità di Dio.    ...    Quando si partecipa al convito nuovamente col Mio Gesù per ricevere sulla lingua, nella bocca, il Suo Santissimo e Divino Corpo".

Avola, sabato 16 Luglio 2011 "Sacerdote del Mio santo Sacerdozio, tu solo puoi offrirMi ai Miei figli che Mi cercano qui in terra, poiché tu solo hai ricevuto questo dono inestimabile del divino Sacerdozio. Non nelle mani altrui, ...tu Mi depositerai sulla lingua di chi Mi riceve e non nelle mani sporche che non sono consacrate. 


Sull'argomento anche le pagine tematiche :   Eucaristia   ed   Santo Sacrificio

H  O  M  E