domenica 1 gennaio 2017

Cari fratelli e sorelle, buon anno a tutti!

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SOLENNITÀ DI MARIA SS.MA MADRE DI DIO
XLVI GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
BENEDETTO XVI
ANGELUS
Piazza San Pietro
Martedì, 1° gennaio 2013

  
Cari fratelli e sorelle,

buon anno a tutti! In questo primo giorno del 2013 vorrei far giungere ad ogni uomo e ogni donna del mondo la benedizione di Dio. Lo faccio con l’antica formula contenuta nella Sacra Scrittura: 
«Ti benedica il Signore e ti custodisca. 
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Nm 6,24-26).

Come la luce e il calore del sole sono una benedizione per la terra, così la luce di Dio lo è per l’umanità, quando Egli fa brillare su di essa il suo volto. 
E questo è avvenuto con la nascita di Gesù Cristo! Dio ha fatto risplendere per noi il suo volto: all’inizio in modo molto umile, nascosto – a Betlemme soltanto Maria e Giuseppe e alcuni pastori furono testimoni di questa rivelazione –; ma a poco a poco, come il sole che dall’alba giunge al mezzogiorno, la luce di Cristo è cresciuta e si è diffusa ovunque. 
Già nel breve tempo della sua vita terrena, Gesù di Nazaret ha fatto risplendere il volto di Dio sulla Terra Santa; e poi, mediante la Chiesa animata dal suo Spirito, ha esteso a tutte le genti il Vangelo della pace. «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini del suo compiacimento» (Lc 2,14). 
Questo è il canto degli angeli a Natale, ed è il canto dei cristiani sotto ogni cielo; un canto che dai cuori e dalle labbra passa nei gesti concreti, nelle azioni dell’amore che costruiscono dialogo, comprensione e riconciliazione.

Per questo, otto giorni dopo il Natale, quando la Chiesa, come la Vergine Madre Maria, mostra al mondo il neonato Gesù, Principe della Pace, celebriamo la Giornata Mondiale della Pace. Sì, quel Bambino, che è il Verbo di Dio fatto carne, è venuto a portare agli uomini una pace che il mondo non può dare (cfr Gv 14,27). La sua missione è abbattere il «muro dell’inimicizia» (cfr Ef 2,14). E quando, sulle rive del lago di Galilea, Egli proclama le sue «Beatitudini», tra queste vi è anche «beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Chi sono gli operatori di pace? Sono tutti coloro che, giorno per giorno, cercano di vincere il male con il bene, con la forza della verità, con le armi della preghiera e del perdono, con il lavoro onesto e ben fatto, con la ricerca scientifica al servizio della vita, con le opere di misericordia corporale e spirituale. Gli operatori di pace sono tanti, ma non fanno rumore. Come il lievito nella pasta, fanno crescere l’umanità secondo il disegno di Dio.

In questo primo Angelus del nuovo anno, chiediamo a Maria Santissima, Madre di Dio, che ci benedica, come la mamma benedice i suoi figli che devono partire per un viaggio. Un nuovo anno è come un viaggio: con la luce e la grazia di Dio, possa essere un cammino di pace per ogni uomo e ogni famiglia, per ogni Paese e per il mondo intero.
AMDG et BVM

venerdì 30 dicembre 2016

La mia Chiesa, prima che l’ora del mondo cessi, avrà il suo fulgido trionfo.


  • Ho sparso il mio Sangue nel Tempio, poiché ero già ferito da pietre e bastoni, per santificare nel Tempio di Gerusalemme il Tempio futuro, il cui cemento s’iniziava in quell’ora: la mia Chiesa e tutte le chiese, case di Dio, e i loro ministri.  14.9.43

  • Le eresie palesi hanno obliterato addirittura molte vene che, partendo dal mio Cuore, scendevano a nutrire l’organismo della Chiesa, Una, Cattolica, Romana, Universale e molta parte dell’organismo è divenuta un membro paralizzato, morto alla vita, destinato a portare cellule cancerose. 20.9.43

  • La mia Chiesa, prima che l’ora del mondo cessi, avrà il suo fulgido trionfo. Nulla è diverso nella vita del Corpo Mistico di quanto fu nella vita del Cristo. Vi sarà l’osanna della vigilia della Passione, l’osanna quando i popoli, presi dal fascino della Divinità, piegheranno il ginocchio davanti al Signore. Poi verrà la Passione della mia Chiesa militante e infine la gloria della Risurrezione eterna in Cielo.
    O beatitudine di quel giorno in cui saranno finite per sempre le insidie, le vendette, le lotte di questa terra, di Satana, della carne! La mia Chiesa sarà allora composta di veri cristiani. Allora, nel penultimo giorno. Pochi come all’inizio, ma santi come all’inizio. Finirà in santità come in santità cominciò. Fuori resteranno i mentitori, i traditori, gli idolatri. Quelli che all’ultima giornata imiteranno Giuda e venderanno la loro anima a Satana nuocendo al Corpo mistico di Cristo. In essi la Bestia avrà i suoi luogotenenti per la sua ultima guerra.
  • Guai a chi in Gerusalemme, negli ultimi tempi, si renderà colpevole di tale peccato. Guai a coloro che in essa sfrutteranno la loro veste per utile umano. Guai a chi lascerà perire i fratelli e trascurerà di fare della Parola che ho loro affidato pane per le anime affamate di Dio. Guai. Fra chi rinnegherà apertamente Iddio e chi lo rinnegherà con le opere, Io non farò differenza. E in verità vi dico, con dolore di Fondatore eccelso, che all’ultima ora, i tre quarti della mia Chiesa mi rinnegheranno e li dovrò recidere dal tronco come rami morti e corrotti da lebbra immonda.
    Ma voi che rimanete in Me, udite la promessa del Cristo. Attendetemi con fedeltà e amore ed Io verrò a voi con tutti i miei doni. Col dono dei doni: Me stesso. Verrò a redimere e a curare. Verrò a illuminare le tenebre, a vincerle a fugarle. Verrò a insegnare agli uomini ad amare e adorare il Dio eterno, il Signore Altissimo, il Cristo santo, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Verrò a portarvi, non la pace di questo mondo, eterno distruttore della Pace ma la Pace del Regno che non muore. 29.10.43
AMDG et BVM

mercoledì 28 dicembre 2016

Quest'oggi, fratelli carissimi, noi celebriamo il natale di quei bambini che il testo del Vangelo ci dice essere stati uccisi dal crudelissimo re Erode.


Sermone di sant'Agostino VescovoSermone 10 sui Santi
Quest'oggi, fratelli carissimi, noi celebriamo il natale di quei bambini che il testo del Vangelo ci dice essere stati uccisi dal crudelissimo re Erode. E perciò con somma gioia esulti la terra madre feconda di questi celesti soldati e di tali prodigi. Certo, l'empio tiranno non avrebbe potuto giovare tanto a questi fanciulli col suo affetto quanto giovò loro coll'odio. Perché, come manifesta la sacra solennità di questo giorno, quanto più grande fu l'iniquità contro i beati fanciulli, tanto più copiosa discese su di essi la grazia e la benedizione.



Beata te, o Betlemme, terra di Giuda, che soffristi la crudeltà del re Erode nella strage dei tuoi fanciulli: ché nello stesso tempo meritasti di offrire a Dio una bianca moltitudine di pacifica infanzia. Giustamente pertanto celebriamo il natale di quelli che il mondo, facendoli nascere all'eterna vita, rese più felici di quello che facessero le loro madri generandoli alla terra. Perché furono trovati degni della vita eterna, prima ancora d'aver fatto uso della vita presente.


La morte preziosa di altri Martiri merita lode per la confessione, quella di questi è gloriosa per l'immolazione; poiché ai primordi d'una vita incipiente, la morte che mise fine alla vita presente, valse loro subito d'entrare in possesso della gloria. Essi che l'empietà di Erode strappò ancora lattanti dal seno delle madri, sono a buon diritto chiamati fiori dei Martiri, perché, sbocciati in mezzo al freddo dell'incredulità, la brina della persecuzione li seccò come prime tenere gemme della Chiesa.


***

Lettura del santo Vangelo secondo MatteoMatt 2:13-18
In quell'occasione: Un Angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: Levati, prendi il Bambino e sua Madre, e fuggi in Egitto, e fermati là finché io t'avviserò. Eccetera.

Omelia di san Girolamo Prete
Libro 1 Commento al capo 2 di Matteo e nella Glossa ord.
Quando prese il Bambino e la sua Madre per andare in Egitto, lo prese di notte e nelle tenebre: perché lasciò nella notte dell'ignoranza gl'increduli dai quali egli s'allontanò. Quando invece ritorna nella Giudea, nel Vangelo non si parla né di notte né di tenebre: perché alla fine del mondo i Giudei, ricevendo la fede figurata in Cristo che ritorna dall'Egitto, saranno nella luce.



Affinché si adempisse ciò il che è stato detto dal Signore per mezzo del Profeta: «Dall'Egitto chiamai il Figlio mio» (Os. 11,1). Quelli che negano la verità dei libri Ebraici, dicano dove si legga questo nella versione dei Settanta. Ma siccome non lo trovano, noi diciamo loro che ciò è scritto nel profeta Osea, come l'attestano gli esemplari che abbiamo recentemente pubblicati.


Allora si adempì quel che era stato detto da Geremia profeta: «Una voce si udì in Rama, pianto e grande lamento, Rachele che piange i suoi figli» (Jer. 31,16). Da Rachele nacque Beniamino, nella cui tribù non si trova Betlemme. Si domanda perciò come mai Rachele piange, quasi suoi, i figli di Giuda, cioè di Betlemme. Rispondiamo brevemente, perché ella fu sepolta vicino a Betlemme in Efrata; e che la sua sepoltura le fece dare il nome di madre (di Betlemme); oppure perché Giuda e Beniamino erano due tribù limitrofe, ed Erode aveva comandato di uccidere non solo i bambini in Betlemme, ma anche in tutti i suoi confini.


Preghiamo
O Dio, il cui annunzio oggi gli Innocenti Martiri hanno divulgato non parlando ma morendo: mortifica in noi tutte le cattive tendenze; affinché la tua fede, che professa la nostra lingua, anche la vita l'esprima colla sua condotta.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.


AMDG et BVM

"Sappi, figlia mia, ...

 

COMPASSIONE DI GESU' A NOSTRO RIGUARDO


Era il giorno dei Santi Innocenti: Geltrude bramava di presentarsi fervorosamente a ricevere la SS. Comunione, ma provava una grande difficoltà per le numerose distrazioni che l'assalivano. Avendo chiesto il divino aiuto, ebbe da Gesù questa misericordiosa risposta: «Sappi, figlia mia, che se un'anima, provata dalle tentazioni, si rifugia in me, è quella colomba, scelta fra mille, della quale parlo nella scrittura "Una est colomba mea, tamquam electa ex millibus, qui in uno oculorum suorum transvulnerat Cor meum divinum" ; Ella è questa sposa più amata di cui un solo sguardo ferisce il mio cuore, e se fossi impotente a soccorrerla, l'anima mia ne proverebbe un dolore così profondo, che tutte le gioie del Cielo non basterebbero ad addolcirlo. Nella mia Umanità congiunta alla Divinità, i miei diletti trovano un avvocato compassionevole per le loro rinascenti miserie »


« Ma Signor mio » - riprese Geltrude - « come mai il tuo Corpo immacolato, che non conobbe nessun disordine, potrà inclinarti ad aver compassione delle nostre svariatissime miserie? ».


Rispose Gesù: « Potrai convincertene per poco che tu rifletta alla parola dell'Apostolo:
« Debuit per omnia fratribus assimilari, ut misericors fleret (Eb. II, 17). Dovette assomigliare ai suoi fratelli per diventare misericordioso». Poi aggiunse: «Te lo ripeto: lo sguardo unico con cui la mia diletta mi rapisce il cuore, è quella confidenza tranquilla e sicura che la porta a riconoscere che posso e voglio aiutarla fedelmente in ogni cosa. Tale fiducia incondizionata fa violenza alla mia tenerezza ed io divento impotente a resisterle »


« Io vedo bene » - rispose Geltrude - che l'abbandono confidente ti rapisce il cuore, ma come fare a ottenere un dono così perfetto? E che sarà mai di coloro che non l'hanno? ».
- Rispose il Signore: - « La mia grazia non viene meno a nessuno; tutti possono vincere la pusillanimità, meditando dei passi della S. Scrittura che ispirano confidenza. Qual'è l'uomo che non possa, se pur vuole, richiamare, almeno sulle labbra, le parole di confidenza e di abbandono di cui sono infiorati i libri santi, come per esempio, quest'espressione di Giobbe: « Etsi in profundum inferni demersus fuero, inde me liberabis » e quest'altra « Etiamsi occideris me, in te sperabo » « Quand'anche fossi inghiottito in fondo degli abissi, Tu me ne ritrarresti, o Signore! Quand'anche Tu mi uccidessi, io in Te spererei? » (Giob. XIII, 15).


Capitolo VII


Gaetano Masciullo - Articoli e studi: Breve storia dei colori liturgici

Gaetano Masciullo - Articoli e studi: Breve storia dei colori liturgici: Fonte: http://radiospada.org/2015/03/breve-storia-dei-colori-liturgici/ Sappiamo bene che la liturgia della Messa è parte integrante de...