sabato 3 dicembre 2016

L’amata di Dio e degli angeli, la Consacrata a Dio, la santamente amata dai parenti


  • Mia Madre è l'abisso della purezza, della grazia, della carità, dell'ubbidienza, dell'umiltà, d'ogni altra virtù che è di Dio e che Dio infonde ai suoi santi. 127.5
  • Essendo venuto il tempo della Grazia, Dio si preparò la sua Vergine. Voi bene potete comprendere come non potesse risiedere Dio là dove Satana aveva messo un incancellabile segno. Perciò la Potenza operò per fare il suo futuro tabernacolo senza macchia. E da due giusti, in vecchiezza, e contro le regole comuni del procreare, fu concepita Quella su cui non è macchia veruna. (…. vedi Angeli) E il mondo, da quel momento, ebbe l’Adoratrice; e Dio, da quel momento, poté guardare un punto della terra senza averne disgusto. E nacque una creaturina: l’amata di Dio e degli angeli, la Consacrata a Dio, la santamente amata dai parenti.  (….) 136.6
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venerdì 2 dicembre 2016

IL VALORE straordinario del matrimonio * IL FUTURO DELL'UMANITA' PASSA ATTRAVERSO LA FAMIGLIA!

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DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI EPISCOPALI 
PER LA FAMIGLIA E PER LA VITA DELL’AMERICA LATINA
Sabato, 3 dicembre 2005

Cari Fratelli nell'Episcopato,
1. Sono lieto di ricevervi in occasione del Terzo Incontro dei Presidenti delle Commissioni Episcopali per la Famiglia e la Vita dell'America Latina. Desidero esprimere la mia gratitudine per le parole che mi ha rivolto il Signor Cardinale Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Sono testimone, insieme a tutta la Chiesa, della sollecitudine con cui Papa Giovanni Paolo II si è dedicato a questo tema tanto importante. Da parte mia, condivido questa stessa preoccupazione che determina in larga misura il futuro della Chiesa e dei popoli, poiché, come affermava il mio Predecessore nell'Esortazione Apostolica Familiaris consortio, "il futuro dell'umanità passa attraverso la famiglia! È, dunque, indispensabile ed urgente che ogni uomo di buona volontà si impegni a salvare e a promuovere i valori e le esigenze della famiglia. Un particolare sforzo a questo riguardo sento di dover chiedere ai figli della Chiesa. Essi, che nella loro fede conoscono pienamente il meraviglioso disegno di Dio, hanno una ragione in più per prendersi a cuore la realtà della famiglia in questo nostro tempo di prova e di grazia". E aggiungeva: "Spetta altresì ai cristiani il compito di annunciare con gioia e convinzione la "buona novella" sulla famiglia, la quale ha un assoluto bisogno di ascoltare sempre di nuovo e di comprendere sempre più a fondo le parole autentiche che le rivelano la sua identità, le sue risorse interiori, l'importanza della sua missione nella città degli uomini e in quella di Dio" (Conclusione). La suddetta Esortazione, la Lettera alle Famiglie Gratissimam sane e l'Enciclica Evangelium vitae costituiscono un luminoso trittico che deve ispirare il vostro compito di Pastori.

2. Desidero ringraziarvi in modo particolare per la vostra sollecitudine pastorale nell'intento di salvaguardare i valori fondamentali del matrimonio e della famiglia, minacciati dal fenomeno attuale della secolarizzazione che impedisce alla coscienza sociale di scoprire adeguatamente l'identità e la missione dell'istituzione familiare, e ultimamente dalla pressione di leggi ingiuste che ignorano i suoi diritti fondamentali.
Di fronte a questa situazione, osservo con piacere come cresce e si consolida l'opera delle Chiese particolari a favore di questa istituzione umana, che affonda le sue radici nel disegno amoroso di Dio e rappresenta il modello insostituibile per il bene comune dell'umanità. Sono moltissimi i focolari domestici che danno una risposta generosa al Signore, e inoltre abbondano le esperienze pastorali, segno di una nuova vitalità, nelle quali, attraverso una migliore preparazione al matrimonio, si rafforza l'identità della famiglia.

3. Il vostro dovere di Pastori consiste nel presentare in tutta la sua ricchezza il valore straordinario del matrimonio che, in quanto istituzione naturale, è "patrimonio dell'umanità". D'altro canto, la sua elevazione all'altissima dignità di sacramento deve essere vista con gratitudine e stupore, come ho espresso di recente affermando che "la sacramentalità che il matrimonio assume in Cristo significa dunque che il dono della creazione è stato elevato a grazia di redenzione. La grazia di Cristo non si aggiunge dal di fuori alla natura dell'uomo, non le fa violenza, ma la libera e la restaura, proprio nell'innalzarla al di là dei suoi propri confini" (Discorso all'Apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma su famiglia e comunità cristiana, 6 giugno 2005).

4. L'amore e il dono totale di sé dei coniugi, con le loro note peculiari di esclusività, fedeltà, durata nel tempo e apertura alla vita, è alla base di questa comunità di vita e di amore che è il matrimonio (cfr Gaudium et spes, n. 48). Oggi occorre annunciare con rinnovato entusiasmo che il Vangelo della famiglia è un cammino di realizzazione umana e spirituale, con la certezza che il Signore è sempre presente con la sua grazia. Questo annuncio è spesso deformato da false concezioni del matrimonio e della famiglia che non rispettano il progetto originario di Dio. In tal senso, si è giunti a proporre nuove forme di matrimonio, alcune sconosciute nelle culture dei popoli, nelle quali si altera la sua natura specifica.
Anche nell'ambito della vita stanno sorgendo nuove impostazioni che mettono in discussione questo diritto fondamentale. Di conseguenza, si agevola l'eliminazione dell'embrione o il suo uso arbitrario in nome del progresso della scienza che, non riconoscendo i propri limiti e non accettando tutti i principi morali che permettono di tutelare la dignità della persona, diviene una minaccia per l'essere umano stesso, che viene ridotto a un oggetto o a un mero strumento. Quando si giunge a simili livelli, la stessa società ne risente e si scuotono le sue fondamenta con ogni sorta di rischio.

5. In America Latina, come in ogni altro luogo, i figli hanno il diritto di nascere e di crescere in seno a una famiglia fondata sul matrimonio, dove i genitori siano i primi educatori della fede per i figli, e questi possano raggiungere la loro piena maturità umana e spirituale. Realmente i figli sono la ricchezza più grande e il bene più prezioso della famiglia. Per questo è necessario aiutare tutte le persone a prendere coscienza del male intrinseco del crimine dell'aborto che, attentando contro la vita umana al suo inizio, è anche un'aggressione contro la società stessa. Perciò i politici e i legislatori, come servitori del bene comune, hanno il dovere di difendere il diritto fondamentale alla vita, frutto dell'amore di Dio.

6. È indubbio che per l'azione pastorale, in un campo così delicato e complesso, in cui intervengono diverse discipline e si affrontano questioni fondamentali, è necessaria un'attenta preparazione degli Agenti pastorali nelle Diocesi. Pertanto i sacerdoti, come collaboratori immediati dei Vescovi, devono poter ricevere una salda preparazione in questo campo, che permetta loro di affrontare con competenza e convinzione la problematica che si presenta nella loro attività pastorale. Per quanto riguarda i laici, soprattutto quelli che dedicano le proprie energie a questo servizio delle famiglie, essi hanno bisogno a loro volta di una valida e profonda formazione che li aiuti a testimoniare la grandezza e il valore permanente del matrimonio nella società attuale.

7. Cari Fratelli, come ben sapete, è vicino il V Incontro Mondiale delle Famiglie, a Valencia, in Spagna, che avrà come tema: La trasmissione della fede nella famiglia. A tale proposito, desidero porgere il mio cordiale saluto all'Arcivescovo di quella città, Monsignor Agustín García-Gasco, che partecipa a questo Incontro e che, con il Pontificio Consiglio per la Famiglia, si occupa del difficile compito della sua preparazione. Vi incoraggio tutti affinché numerose delegazioni delle Conferenze Episcopali, Diocesi e Movimenti dell'America Latina, possano partecipare a questo importante evento ecclesiale. Da parte mia, sostengo risolutamente la celebrazione di questo incontro e lo pongo sotto l'amorevole protezione della Santa Famiglia.
A voi, cari Pastori, e a tutte le famiglie dell'America Latina, imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica.

© Copyright 2005 - Libreria Editrice Vaticana

AMDG et BVM

La Vergine fu di Dio, di Dio solo


  • Mia Madre fu la Fanciulla del Tempio dai tre ai quindici anni e affrettò la venuta del Cristo con la forza del suo amare. Vergine avanti il suo concepimento, vergine nelle oscurità d’un seno, vergine nei suoi vagiti, vergine nei suoi primi passi, la Vergine fu di Dio, di Dio solo e proclamò il suo diritto, superiore al decreto della Legge d’Israele, ottenendo dallo sposo a Lei datole da Dio di rimanere inviolata dopo le nozze. 
    Giuseppe di Nazareth era un giusto. Solo a lui poteva essere dato il Giglio di Dio e solo lui lo ebbe. E, angelo nell’anima e nella carne, egli amò come amano gli angeli di Dio. L’abisso di questo forte amore, che ebbe tutte le tenerezze coniugali senza sorpassare la barriera di celeste fuoco oltre la quale era l’Arca del Signore, sarà compreso solo da pochi sulla terra. E’ la testimonianza di ciò che può un giusto, sol che voglia. (…)  
    Ancora era Maria nella sua casa, in attesa dell'unione con lo sposo, quando Gabriele, l’angelo dei divini annunzi tornò sulla terra e chiese alla Vergine d’essere Madre. Già aveva promesso al Sacerdote Zaccaria il Precursore e non era stato creduto. Ma la Vergine credette che ciò potesse essere per volere di Dio e, sublime nella sua ignoranza, chiese solo: “Come ciò può avvenire? “  (…) - Vedi pag. 21 - Ora il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo attendono la tua ubbidienza per compiere la promessa. Già è il Precursore del Cristo nel seno di Elisabetta, tua cugina, e se tu consenti, lo Spirito Santo scenderà su te e santo sarà Colui che da te nascerà e porterà il suo vero Nome di Figlio di Dio. 136.6  vedi pag.21
  • "Ecco l’Ancella del Signore. Si faccia di me secondo la sua parola”. E lo Spirito di Dio scese sulla sua Sposa e nel primo abbraccio le impartì le sue luci, che sopraperfezionarono le virtù di silenzio, umiltà, prudenza, e carità di cui Ella era piena, ed Ella fu tutt’una con la Sapienza, e non più fu scindibile dalla Carità, e l’Ubbidiente e Casta si perse nell’oceano dell’Ubbidienza che Io sono, e conobbe la gioia d'essere Madre senza conoscere il turbamento d'essere sfiorata. 136.6
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Lettera di fuoco di papa Giovanni Paolo II

giovedì 1 dicembre 2016

Mangiatene amici, perché nutrirsi della sua dolcezza è nutrirsi del miele di Dio.


  • Seguite l’esempio della Maestra mia (...) e di tutti coloro che vogliono formarsi nella Grazia e nella Sapienza.
  • Seguite la sua parola. E’ la mia fatta più dolce. Nulla vi è da aggiungere ad essa perché è la parola della Madre della Sapienza. 157.8
  • La nuova Eva è stata concepita dal Pensiero ai piedi del paradisiaco pomo, perché del suo riso e del suo pianto fugasse il serpente e disintossicasse l’atossicato  frutto.
    Lei si è fatta albero dal frutto redentore. Mangiatene amici, perché nutrirsi della sua dolcezza  è nutrirsi del miele di Dio. 207.10
  • Si rigenerano le anime  presso la Generatrice senza macchia, presso quella che è tanto Vita d'aver ottenuto di avere dato al mondo il Cristo che è la Vita. (….)
    Porto di Pace, che il raggio soave della viva Stella Maria, chiama al quel seno d’Amore per amore, muto ed attivo del Figlio suo. 237.8
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mercoledì 30 novembre 2016

ATTI di ANDREA



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Lettura - Sintesi
L’Apostolo Andrea nacque a Betsaida, borgo della Galilea, ed era fratello di Pietro e discepolo di Giovanni Battista: avendo sentito dire da questo del Cristo: «Ecco l'Agnello di Dio» (Gv 1,36) egli seguì Gesù e gli condusse pure suo fratello. Più tardi mentre pescava col fratello nel mare di Galilea, chiamati tutti e due prima di tutti gli altri apostoli dal Cristo Signore che passava, con quelle parole; «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori d'uomini» (Mt 4,19), subito, senza frapporre indugi, abbandonate le reti, lo seguirono. Dopo la sua passione e risurrezione, Andrea andò a predicare la fede di Cristo nella provincia toccatagli, la Scizia d'Europa, poi percorse l'Epiro e la Tracia; e colla predicazione e i miracoli convertì a Cristo innumerevoli persone. Quindi giunto a Patrasso, città dell'Acaia, condusse moltissimi alla verità del Vangelo, riprese coraggiosamente il proconsole Egea, che resisteva alla predicazione del Vangelo, perché mentre voleva essere riconosciuto giudice dei suoi simili, si lasciava ingannare dai demoni a tal punto da misconoscere Cristo Dio giudice di tutti.



Allora Egea irritato: «Finiscila, gli disse, di vantare il Cristo, che propositi simili non gl'impedirono d'essere crocifisso dai Giudei». Ma siccome Andrea continuava a predicare intrepidamente che Cristo s'era offerto da se stesso alla croce per la salvezza del genere umano, egli l'interruppe con un discorso empio, esortandolo infine a provvedere alla sua salute sacrificando agli dèi. Allora Andrea: «Per me c'è un solo vero Dio onnipotente, al quale io sacrifico sull'altare ogni giorno, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l'Agnello senza macchia; e dopo che tutto il popolo dei credenti s'è cibato della sua carne, l'Agnello ch'è stato immolato, rimane sempre intero e vivo». Perciò Egea acceso d'ira lo fece gettare in prigione: donde il popolo avrebbe facilmente liberato Andrea, se questi non avesse calmata la moltitudine, supplicandola istantemente di non impedirgli di arrivare alla desideratissima corona del martirio.



Poco dopo essendo stato condotto davanti al tribunale, Egea non potendolo più soffrire perché esaltava il mistero della croce e gli rimproverava ancora la sua empietà, comandò che lo si mettesse in croce per fargli imitare la morte di Cristo. Andrea, giunto al luogo del martirio, al vedere la croce cominciò ad esclamare da lontano: «O buona croce, resa gloriosa dalle membra del Signore, lungamente desiderata, ardentemente amata, continuamente cercata e finalmente preparata all'animo mio bramoso, ritirami dagli uomini e rendimi al mio maestro; affinché per te mi riceva colui che per te m'ha redento». Egli fu dunque appeso alla croce: sulla quale restò appeso vivo due giorni, non cessando mai di predicare la fede di Cristo, andandosene poi a lui, la cui morte aveva bramato d'imitare. I preti e i diaconi dell'Acaia, che scrissero la sua passione, atte- stano d'aver udito e visto tutte queste cose così come sono state raccontate. Le sue ossa furono trasportate prima a Costantinopoli sotto l'imperatore Costante, e poi ad Amalfi. Il suo capo, portato a Roma sotto il Pontificato di Pio II, fu collocato nella basilica di san Pietro.

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