venerdì 14 ottobre 2016

ISTRUZIONE CATTOLICA!

Come bisogna recitare il Padre Nostro 

a Messa?

La pratica di prendersi per mano al momento di recitare il Padre Nostro deriva dal mondo protestante. Il motivo è che i protestanti, non avendo la Presenza Reale di Cristo, ovvero non avendo una comunione reale e valida che li unisca tra loro e con Dio, considerano il gesto di prendersi per mano un momento di comunione nella preghiera comunitaria.

Noi nella Messa abbiamo due momenti importanti: la Consacrazione e la Comunione. È lì – nella Messa – che risiede la nostra unità, è lì che ci uniamo a Cristo e in Cristo mediante il sacerdozio comune dei fedeli; il prendersi per mano è ovviamente una distrazione da questo. Noi cattolici ci uniamo nella Comunione, non quando ci prendiamo per mano.

Nell'Istruzione Generale del Messale Romano non c'è nulla che indichi che la pratica di prendersi per mano vada effettuata. Nella Messa ogni gesto è regolato dalla Chiesa e dalle sue rubriche.

È per questo che abbiamo parti particolari della Messa in cui inginocchiamo, parti in cui ci alziamo, altre in cui ci sediamo ecc., e non c'è alcuna menzione nelle rubriche che parli del fatto che dobbiamo prenderci mano al momento di recitare il Padre Nostro.

Si deve quindi evitare questa pratica durante la celebrazione della Messa. Se qualcuno vuole farlo può (a mo' di eccezione) con qualcuno di assoluta fiducia, senza forzare nessuno, senza dar fastidio a nessuno e senza volere che questa pratica diventi una norma liturgica per tutti.

Bisogna tener conto del fatto che non tutti vogliono prendere la mano del vicino, e cercare di imporlo è qualcosa che va a detrimento della preghiera, della pietà e del raccoglimento.

Un'altra cosa molto diversa è la preghiera comunitaria al di fuori della Messa; quando si recita fuori dalla Messa non c'è alcuna opposizione se si prende la mano di qualcuno, perché è un gesto emotivo e simbolico.

Questo, come altri atteggiamenti, non è altro che l'esaltazione del sentimento. L'essere in comunione con qualcuno non consiste tanto nel prendere qualcuno per mano quando si recita il Padre Nostro, ma nel fatto di essere confessato, di essere in stato di grazia e soprattutto nell'essere preparato all'Eucaristia.

Se il gesto di prendersi la mano fosse necessario o importante o conveniente per tutta la Chiesa, i vescovi o le Conferenze Episcopali avrebbero inviato già da molto tempo una richiesta a Roma perché questa pratica venisse impiantata. Non lo hanno fatto, né credo che lo faranno mai.

Un'altra cosa che vedo molto quando si recita il Padre Nostro è che la gente alza le mani come fa il sacerdote. Nemmeno questo va bene, perché non spetta ai laici durante la Messa compiere gesti riservati al sacerdote o pronunciare le parole o le preghiere del sacerdote confondendo il sacerdozio comune con il sacerdozio ministeriale.

Solo i sacerdoti stendono le mani, e la cosa migliore è che i fedeli restino o preghino con le mani giunte perché la fede interiore è ciò che conta, è quello che Dio vede.

I gesti esterni nella Santa Messa da parte dei sacerdoti servono a far sì che i fedeli – in primo luogo – vedano che il sacerdote è l'uomo designato che intercede per loro.

Stendere le braccia nella preghiera era già abituale nella Chiesa delle origini, ma nel contesto di un circolo di preghiera, o nella preghiera in privato o in un altro incontro non liturgico.

I gesti nella Messa sono precisi sia nel sacerdote che per i fedeli; ciascuno fa i propri e i fedeli non devono copiare quelli dei sacerdoti. I gesti dei fedeli nella Messa sono le loro risposte, il loro canto, le loro posizioni.

Sia prendere la mano di qualcuno che alzare le mani recitando il Padre Nostro sono, nei fedeli, pratiche non liturgiche, che pur non essendo esplicitamente proibite nel Messale non corrispondono nemmeno a una sana liturgia.

I fedeli non devono ripetere né con parole né con azioni ciò che dice e fa il sacerdote la cui funzione è presiedere l'assemblea liturgica.

San Cipriano scriveva a suo tempo (IV-V secolo) che i cristiani si DISTINGUEVANO dai pagani (e dai farisei) perché quando pregavano non alzavano le mani ma, come il pubblicano penitente della parabola evangelica, stavano a capo chino e a mani giunte. Cosa direbbe oggi se dovesse descrivere la condizione dei cristiani moderni?...

VITA E OPERE DI SAN CALLISTO

14 Ottobre - San Callisto I

02:10
Televallassina 
Callisto nasce verso il 155 da una famiglia di schiavi d'origine greca che abitava la zona di Trastevere a Roma; diventò cristiano all'inizio della sua vita d'adulto. Fu inizialmente al servizio di un alto funzionario dell'imperatore Lucio Elio Aurelio Commodo (Lucius Aelius Aurelius Commodus), nominato Carpofaro, anch'egli cristiano, che lo incaricò di amministrare i suoi beni. In relazione di affari con alcuni ebrei di Roma, fece cattive operazioni, si sconvolse, prese la fuga, fu finalmente recuperato e chiuso in una cella segreta. Il suo padrone, che lo stimava molto, lo fece rilasciare, pensando che sarebbe riuscito a recuperare il denaro perso. Era sul punto di realizzarsi quando penetrò in un giorno disabbat(sabato della settimana ebraica) nella sinagoga, perturbò l'ufficio che si celebrava e si fece mettere con severità alla porta dai partecipanti che lo consegnarono al prefetto Fusciano denunciandolo come cristiano.

Fu, quindi, condannato alle miniere di zolfo in Sardegna per avere disturbato una riunione ebrea e perché cristiano. Lavorò durante 3 anni all'estrazione del minerale in Sardegna e là fu a fianco di molti martiri cristiani, relegati come lui: dimostrò verso di loro una devozione ammirevole. Liberato e affrancato, verso il 190, passò alcuni anni ad Anzio.

Zefirino fin dalla sua elezione come papa, nel 199, lo chiamò al suo servizio come segretario personale e, nominandolo arcidiacono della città, lo rese responsabile della direzione del clero e della creazione del primo cimitero cristiano che fece scavare nel tufo sulla via Appia; oggi chiamato “Catacombe di San Callisto”.

Alla morte di Zefirino, nel 217, Callisto è eletto papa: lo rimase 5 anni 2 mesi e 10 giorni. Il suo breve pontificato fu tra i più difficili, segnato dall'opposizione di un sacerdote di Roma, Ippolito, brillante ma eccessivo. Callisto difese contro di lui e qualche altro la fede trinitaria e fece prevalere l'uso di assolvere tutti i peccati, anche quelli che i rigoristi, come Tertulliano, consideravano imperdonabili: l'idolatria, l'adulterio e l'omicidio. Riconobbe come valido il matrimonio tra schiavi e donne libere (non ammesso come legale dal diritto romano) ed accettò il nuovo matrimonio dei vedovi e la loro entrata eventuale nel clero.

Politica d'indulgenza generale che gli valse molte critiche: di fronte ai suoi oppositori, restò fermo e diede, senza stancarsi, l'immagine del buon pastore. Apprendendo che un cristiano era stato giustiziato, su ordine dell'imperatore Alessandro Severo, e gettato nel Tevere, Callisto si nascose sulle rive del fiume e con l'aiuto di alcuni pescatori e membri del clero, lo ritirò dalle acque, celebrando solennemente i suoi funerali nella sua catacombe di via Appia.

Muore il 14 ottobre 222 nel suo quartiere di Trastevere, vittima di una sommossa diretta contro i cristiani. Buttato dall'alto di una finestra in un pozzo, pieno di macerie, fu ritirato da un sacerdote una quindicina di giorni dopo e fu seppellito sulla Via Aurelia nel cimitero di Calepodio. Lasciava la chiesa in piena prosperità, organizzata corporativamente e dotata di una scuola di teologia. All'inizio del IV secolo, era dichiarato martire ed uno dei rari, all'epoca, ad avere una data anniversario che, secondo il Depositio Martirum (Callisti in viâ Aureliâ miliario III) e i martirologi seguenti, ricorre il 14 ottobre.

Nel 790 Pp Adriano I (772-795) fece traslare le sue reliquie a Santa Maria in Trastevere che, pare fosse stata costruita lì dove c'era un modesto oratorio consacrato a Maria che Callisto aveva fatto edificare nella sua casa: primo luogo di culto eretto alla memoria della Madre di Cristo nella Citta Eterna.

Papa Gregorio IV (827-843) ritrovò il suo corpo e quelli di Pp Cornelio e S. Calepodio sotto l'ingresso della basilica e li fece deporre sotto l'altare maggiore.

Significato del nome Callisto : « il più bello» (dal greco kalistos).

Fonte principale: paroisse saint calixte marseille (“RIV./gpm”)

ENIGMI? DUBBI? Ma chi può mai misurare la sua intelligenza e la sua arguzia?

Un libro pieno di dubbi



Il libro di Benedetto XVI, “Ultime conversazioni”, è stato celebrato su tutti i giornali ed è nella classifica dei libri più venduti, ma è stato veramente letto e capito?
Il primo enigma è il libro stesso. Il 14 febbraio 2013, tre giorni dopo l’annuncio del ritiro (che sarebbe scattato formalmente dal 28 febbraio), il papa annunciò solennemente: “Rimarrò nascosto al mondo”.
Invece, passati tre anni, esce addirittura un best-seller (oltretutto aveva affermato pure che dopo la trilogia su Gesù non ci sarebbero stati altri libri). Perché?
Com’è possibile che un uomo rigoroso, sempre lontano da qualunque protagonismo, di colpo rinneghi clamorosamente la sua decisione di star nascosto? Quali sono le vere ragioni del libro?
Possibile che un grande teologo, che ha centinaia di pubblicazioni, uno dei più grandi intellettuali del nostro tempo, dal carattere così timido, uno che è addirittura papa, a quasi 90 anni, venga meno all’impegno di stare nascosto perché sente il bisogno di raccontare aneddoti come il “marameo” della zia Theres o i membri della Commissione teologica che “sbevazzano” allegramente in Trastevere? Inverosimile.

DIETRO L’ASSURDO

Ci sono poi le affermazioni improbabili con le quali Benedetto sembra dirci (implicitamente): non posso rivelare come stanno veramente le cose.
Anzitutto sulla causa del suo ritiro. Già una volta, nel febbraio 2014, liquidò chi voleva sapere perché era rimasto “papa emerito”, vestito da papa, con una risposta surreale: “nel momento della rinuncia non c’erano a disposizione altri vestiti”.

È ovviamente assurdo pensare che sia rimasto papa emerito per motivi sartoriali (cioè perché in due settimane – dall’11 al 28 febbraio – non si poteva trovare una tonaca nera in Vaticano…).
Altrettanto assurdo è ammettere che si sia dimesso – come si legge nel libro – a causa del fuso orario. Racconta infatti che si era affaticato nel viaggio in Messico del 2012 e pensando che sarebbe stato troppo stressante partecipare alla Giornata Mondiale della gioventù di Rio de Janeiro del luglio 2013, si è dimesso da papa.
È una risposta ancora più incredibile di quella sull’abito e ancora una volta sullo stesso “tema sensibile” su cui – evidentemente – non può o non vuole parlare.
Infatti il papa sa benissimo che nella dottrina cattolica la rinuncia al papato può avvenire solo per motivi “gravissimi” (la perdita delle capacità mentali per malattia), altrimenti è una seria colpa morale: è evidente che il viaggio a Rio non è certo una ragione gravissima, come è evidente che Benedetto non è uomo che voglia incorrere con spensieratezza in una seria colpa morale.
Oltretutto la spiegazione addotta è del tutto inverosimile. Infatti a scelta fra il papato e la partecipazione alla Gmg, è razionale e morale rinunciare alla seconda, non certo al papato.

Anche perché Benedetto avrebbe comunque potuto partecipare alla Gmg in collegamento video da Roma in quanto, anche se fosse andato fisicamente, la gran parte dei giovani l’avrebbe visto solo sullo schermo.
Infine c’è un’ultima ragione che taglia la testa al toro. Ratzinger spiega che la Gmg di Rio doveva svolgersi nel 2014, ma “era stata anticipata di un anno per via dei mondiali di calcio”. Senza questo anticipo “avrei cercato di resistere fino al 2014”.
Qui siamo all’assurdo. Perché ad anticipare al 2013 la Gmg può essere stato solo il Vaticano: se proprio si voleva evitare la coincidenza con i Mondiali, si poteva benissimo posticipare la Gmg al 2015 (anziché anticiparla al 2013).
Insomma, c’erano mille modi per risolvere i problemi. L’unica scelta inammissibile era la rinuncia al papato per la Gmg. Soprattutto sapendo che il papa poteva benissimo arrivare al 2014 (lo dice lui stesso).

ALTRI ENIGMI

E poi perché una rinuncia così precipitosa? Perché dimettersi a febbraio quando la Gmg ci sarebbe stata a luglio?
Benedetto XVI ha addirittura lasciato a metà la sua enciclica più importante, quella sulla fede, e anche l’Anno della fede.
Chi conosce il suo abituale rigore ritiene che egli non è uomo da lasciare così a metà un’opera tanto attesa e tanto importante del suo ministero. Perché allora quella fuga precipitosa?

Il libro è pieno di contraddizioni e incongruenze di questo tipo. Clamorosa per esempio la sua risposta sullo Ior, dove Benedetto si assume la responsabilità personale di tutte le scelte.
Qualcuno ha sostenuto che così avrebbe rivendicato anche la rimozione di Ettore Gotti Tedeschi. In realtà Benedetto non fa il suo nome e sembra riferirsi confusamente ad altre vicende.
In ogni caso è impreciso e soprattutto sappiamo che il suo segretario, mons. Georg Gaenswein, aveva rivelato, il 22 ottobre 2013, al “Messaggero”, che Benedetto XVI era all’oscuro della cacciata del presidente dello Ior: “Benedetto XVI che aveva chiamato Gotti allo Ior per portare avanti la politica della trasparenza restò sorpreso, molto sorpreso per l’atto di sfiducia al professore”.
Ci sono altri punti interrogativi.

I DUE PAPI

I giornali hanno insistito sugli elogi di Benedetto a Francesco. Ma hanno dimenticato di riferire che quelle riportate nel libro sono interviste realizzate nei primi mesi di pontificato di Bergoglio (luglio e dicembre 2013, e febbraio 2014), quando il papa argentino aveva firmato l’enciclica sulla fede, di fatto, già scritta da Benedetto. Io stesso – nei primi mesi – guardavo positivamente a papa Bergoglio.
Del resto ci sono anche punture critiche (“se un papa ricevesse solo gli applausi dovrebbe chiedersi se non stia facendo qualcosa di sbagliato”).
E poi, come Pollicino, Benedetto XVI sembra disseminare il libro di segnali che aumentano il mistero della sua attuale situazione di papa emerito e sulla compresenza di due papi.
Dove per esempio, dice che la sua “non è una fuga, ma un altro modo di restare fedele al mio ministero”. Dove spiega che egli continua ad essere papa “in un senso interiore” e dove addirittura ipotizza di essere l’ultimo papa (“tutto può essere”).

Cenni che alimentano il mistero. E che vanno nella direzione dell’esplosiva conferenza di mons. Gaenswein del 21 maggio, dove spiegò che “egli non ha abbandonato l’ufficio di Pietro”.
Ma allora cosa è successo in Vaticano?

*PEDRO EL ROMANO


PEDRO, EL ROMANO
 26-8-2016

Padre mío, heme aquí que he cumplido Tu Santa Voluntad, en esta hora, 11.30 p.m., de este viernes, 26 de agosto; entrando en comunión espiritual con El Santo Padre Benedicto XVI, vicario de Tu Iglesia en la tierra, en este encuentro espiritual de nuestras almas bien dispuestas a Tu Voluntad para Gloria tuya.

Le he hecho llegar Tus Santa palabras que por un tiempo quedaron selladas en mi corazón dándolas a conocer solamente a Tu sacerdote ungido Juan de Dios y al padre Joseph M., sacerdote escogido de Tu corazón. Palabras tituladas Benedicto XVI, Mi Vicario, y Juan de Dios, Mi sacerdote ungido, dictadas a mi corazón el día 14 de junio del 2016. 

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Sierva dócil y humilde, pronta en cumplir Mis deseos, disponiendo vuestra alma para hacer en todo tiempo Mi Santa y Divina Voluntad.

Así lo he deseado Yo: que vuestras almas se encuentren y entréis en fusión espiritual con Mi Santo Vicario, Benedicto XVI, hoy en esta noche de este viernes, estando en Adoración y Contemplación Eucarística, habiendo terminado el rezo del Santo Rosario, en compañía de Mi Benedicto XVI.

Temerosa estaba vuestra alma de este encuentro espiritual, sintiéndoos la más indigna para hacer este anuncio a Mi Vicario en la tierra.

Conocí el deseo de vuestro corazón, de entrar en una preparación para este encuentro, y hoy en esta noche os sorprendí haciéndoos saber que era este el momento y la hora para unir vuestras almas en Mi Voluntad, porque para Dios el alma está preparada cuando se reconoce nada ante Mí, Su Dios, cuando reconoce su indignidad y su pequeñez, cuando en la nada se dispone a Mí, anhelando solamente una cosa, servirme y hacer Mi Santa y Divina Voluntad.

Encontré Yo, vuestro Dios, vuestra alma bien dispuesta, anhelando servirme y tener este encuentro con Benedicto XVI, Mi Vicario; y en presencia de la Santísima Trinidad y de María Santísima, Yo, vuestro Dios, fusiono vuestras almas según Mi Voluntad, y preparo y permito así todo encuentro espiritual entre vosotros, para el cumplimiento de Mis deseos.

En vuestra nada os encontráis reunidos en el fiel cumplimiento de Mis deseos, haciéndole llegar, en lectura, Mis Santas Palabras, para que Mi Vicario tome contacto espiritual con Mi ungido, Juan de Dios; porque el tiempo y la hora ya está muy cerca en donde Yo, Sumo y Eterno Sacerdote, recojo las llaves de la Iglesia a la muerte de Benedicto XVI, Mi Vicario, para Yo mismo, Eterno Dios, de Mi misma Mano, Poder y Autoridad, darle las llaves a Mi Sacerdote ungido Juan de Dios, quien guiará a la única y verdadera Iglesia, el resto Fiel que habrá dejado Benedicto XVI.

Pedro, primer papa de Mi Santa iglesia, fue elegido por la misma Mano de Dios Altísimo en el Hijo y no por hombres; pues ahora será de igual manera. PEDRO ROMANO ya ha sido elegido por Mi Mano, con Unción Divina y no de hombres, pues al igual que Pedro, el primer papa, supo por la acción Divina y unción del Espíritu Santo, reconocer Mi Divinidad como el Enviado de Dios Altísimo, el Hijo de Dios, el Salvador y Mesías, así es en Mi ungido y elegido Juan de Dios.

La Santísima Trinidad hemos elegido, en el Padre Altísimo y Supremo, habiendo elegido como representante de la Iglesia a Benedicto XVI, y en la donación del Hijo que se entrega por las almas, en Juan de Dios, y en la unción de los siete dones a Mi sacerdote Joseph M., para ser pilares de la Iglesia en este tiempo.

He hablado Yo, vuestro Dios, a través de vuestro corazón en este encuentro espiritual con Benedicto XVI, y ahora quedan selladas Mis Santas Palabras y Mi Voluntad en estos tres siervos Míos, Benedicto XVI, Juan de Dios, muy pronto Pedro Romano, y Mi predilecto Joseph M.

Mi Poder y Mi Autoridad actuará en ellos; la Santísima Trinidad actúa para que se lleve a cabo lo que ya ha sido determinado por el mismo Cielo para Mi Iglesia, que pronto dejará de ser terrenal, pues Mi Iglesia pasará a ser espiritual, como ya lo es para algunos que ya se encuentran en el desierto, reunidos sólo en espíritu, ahora aun gobernada por Benedicto XVI, en su remanente Fiel.

Todos vosotros que lleváis el ritual de la Santa misa, revelada y elaborada por Mi ungido Juan de Dios, quien a su tiempo y bajo Mi orden llevará el nombre de Pedro Romano, cuando la Gloria del Olivo me entregue, en el final de su carrera, las llaves de Mi Iglesia, que se le fue confiada por un tiempo determinado, sois Mi Verdadera Iglesia.

Os digo que así como el anticristo de estos tiempos ya está en el mundo, y se encuentra oculto entre vosotros, porque aún no le ha llegado su hora, Yo os digo que Pedro Romano ya está entre vosotros, desconocido aún para el mundo, pero ya le llega el día y la hora de ejercer su ministerio petrino, para Gloria y Triunfo de Mi Resto Fiel.

Al remanente Fiel de Mi Iglesia os pido de orar para que llegue pronto el día y la hora en que todo esto, que os he anunciado, llegue a su cumplimiento. Serán días de grandes tribulaciones y de grandes pruebas; para eso debéis retiraos del mundo, de sus distracciones y vanidades, que os impiden prepararos espiritualmente para estos grandes y terribles acontecimientos.

Solamente las almas que vivan ya, desde ahora, en recogimiento y oración podrán soportar, con gozo y paz, todo cuanto vendrá para esta humanidad que se apartó de Mí.

No corráis más por las cosas del mundo, huid de ellas, id tras los bienes eternos que serán la recompensa de los justos, de los que buscaron de corazón vivir cada día en Mi Santa Voluntad.

Sostener a Mi Vicario, Benedicto XVI, ofrecedle vuestro amor y donación, como él mismo se ha ofrecido por vosotros, su rebaño Fiel. Al final es sólo el amor y la caridad lo que queda entre vosotros.

Orad por Mi ungido Juan de Dios, quien pronto pastoreará a Mi Rebaño en medio de grandes tribulaciones y persecuciones, sostenido en compañía de mi predilecto Joseph M., mis dos pilares.

Orad, ayunad y haced penitencia por Mis dos testigos, quienes predican con valentía la verdad y no temen a la muerte, por ser Mis Verdaderos testigos en la tierra, pues muchos son mis amigos que han roto su alianza conmigo, Su Maestro.

La Corte Celestial os custodia de día y de noche; resguardados estáis todos vosotros, Mi resto Fiel, dentro de Mis Santas Llagas que adoráis, dándome alivio a todos Mis dolores y agonías, porque sufro en Mi Cuerpo Místico.

Abrazad con mayor ánimo y fuerza la cruz, en ella ganareis todas las batallas, en ella alcanzareis la vida eterna, en ella ganareis Conmigo muchas almas para Mi Reino.

Ay de aquellos hermanos vuestros que rechazan todo dolor y sufrimiento, toda cruz; les llegará la hora en que buscareis haber sido crucificados Conmigo, por amor, en la Cruz de Redención, pues pesada, dolorosa y temible será el peso de la Cruz que recibiréis vosotros, los que rechazasteis la Cruz, para ser purificados y alcanzar salvación. Dichosos todos vosotros los que, día a día, caminaron Conmigo llevando la Cruz de cada día, grande será vuestro gozo, aún en medio de las tribulaciones.

Aprended de vuestros hermanos, los santos que vivieron día a día en el gozo de la Cruz, que les alcanzó el gozo eterno, la corona de la victoria y la resurrección.

Grandes milagros obrará el Cielo a la llegada de Benedicto XVI a la Casa Paterna, quien por su sangre derramada, por martirio y amor a la Iglesia, seguirá intercediendo por vosotros, Mi Resto Fiel, la Verdadera Iglesia, que habrá quedado en la mayor tribulación a su partida.

Orad por él, para que pronto entregue las llaves de la Iglesia en el fin y fiel cumplimiento de su Misión como papa y Vicario de Mi Iglesia.

Os bendigo, a vosotros, Mis almas dóciles y humildes, vosotros que buscáis a diario Mi Voluntad para alcanzar la Santidad, a vosotros os aseguro la Victoria en esta batalla final. Mi paz este con vosotros.

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Bendito mi Dios y mi Señor, somos tuyos, para ti vivimos y por ti morimos. Abrazando Tu Santa cruz, precio de nuestra Salvación. 


AMEN, AMEN, AMEN


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ESTA ES MI SANTA VOLUNTAD 

 6-10-2016 

Después del gozo que ha experimentado vuestra alma en esta Santa Misa, os llamo Yo, Dios Altísimo, a servirme y ser Mi instrumento y Mi mensajera, en este mensaje que os doy para Mis dos siervos, Juan de Dios y Joseph. Yo, Dios Altísimo, dispongo para Mi Resto Fiel, que ya ha sido preparado en estos meses desde que Mi ungido, Juan de Dios, dio inicio a la Santa Misa espiritual, con oraciones propias en el ritual de consagración, que Yo mismo le inspiré, para preparar y purificar los corazones y las mentes de Mi Resto Fiel, que hasta ahora llevó el ritual de consagración, y ya no será más. 
Todo tiene un porque y un para qué. 
Todo tiene un tiempo. 

Ahora, este es ya el momento, en que todo Mi resto Fiel dé inicio a la Santa Misa que Mi siervo y predilecto Josep hace llegar cada día, de viva voz, a muchas almas, LA SANTA CELEBRACION DEL SANTO SACRIFICIO DEL ALTAR. 
Dejarán ya el ritual de inicio, revelado a Mi Ungido, Juan de Dios, que sirvió de preparación en su primera etapa para la Iglesia Remanente, y la han llevado a crecer espiritualmente, aumentando su Fe. 
Es la hora ya de que, a una sola voz universal, todo el Resto Fiel se una en el ritual de siempre, la liturgia pura y sagrada, digna para el Santo Sacrificio del Calvario. 
EL RITO ANTIGUO, LA SANTA MISA EN LATIN. 
Así, Benedicto XVI, Mi Vicario, aun por pocos días, 
Juan de Dios, próximo Pastor Universal de Mi Iglesia, 
y Joseph, Mi predilecto, 
entren en una fusión total de almas, un solo espíritu, una misma Fe, un solo Señor, un solo Sacrificio Santo y Puro, agradable a Mis ojos. 
Un mismo espíritu, guiado y sostenido por la Trinidad Santa, y a ellos se unirá todo el Resto Fiel, el Remanente obediente y dócil, que es ya la Iglesia peregrina en el desierto, en sus inicios de renovación y trasformación, porque esta Iglesia ha sido fiel a Mis mandatos Divinos y a Mi Voluntad. 
Este Domingo, día de Gloria, iniciará todo el Remanente, el Resto Fiel, a segur la Santa Misa, que os pido en comunión con Joseph y Juan de Dios unidos a Benedicto XVI. 
Esta será como una consagración de Mis tres predilectos a su rebaño, al resto Fiel, que ya congregan en un mismo Espíritu. 
Este domingo vestíos de penitencia por los que no han abandonado la Iglesia infiel, la que Me ofende y se prostituye, y también vosotros, Mis Elegidos, vestíos de fiesta para entrar en Mi presencia Santa, cada uno desde sus pequeños y humildes Altares, en donde acostumbráis a hacer vuestra oración y Santa Misa. 
El cielo sellará esta acción y marcará un fin y un principio en Mi Iglesia, el resto Fiel. Cuanto me agrado con vuestra obediencia, cuando sois dóciles y humildes a Mi Santa Voluntad, aun cuando, a veces, no la comprendéis y caéis en el error, engañados por el enemigo, pero sois prontos para levantaros de nuevo. 
Les basta Mi Gracia. 
Benedicto XVI espera ya está fusión de alma con él, el pastor con sus ovejas y así en sucesión. 
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Padre mío, en esta Santa Misa me has llenado de un gozo inmenso, has hecho una bendición de Tus Santa manos sobre las mías para poder escribir este mensaje, que es un sello para Tu Iglesia Verdadera. Me has conducido a ofrecer mi nada, mi vida, aun llena de tantas miserias, y esta y cada Santa Comunión por el resto de mis días en esta tierra, ofrecértela por Tus Tres siervos y ungidos, EL PAPA BENEDICTO XVI, JUAN DE DIOS Y JOSEPH. Y en ellos todos tus sacerdotes, que tú bien sabes llevo guardados en mi corazón. Poca cosa soy, pero aquí estoy, Padre mío, para servirte y solo buscar hacer, día a día, Tu Santa y divina Voluntad. AMEN, AMEN, AMEN, 5.20 pm. 

giovedì 13 ottobre 2016

LA LISTA DEI PREMIATI DEL PIANO KALERGI!

IL PIANO KALERGI

LA LISTA DEI PREMIATI DEL PIANO KALERGI DAL 1950
TUTTA BRAVA GENTE , BASTA SCORRERE LA LISTA PER VEDERLO DA VOI
2016 – Papa F.
2015 – Martin Schulz
2014 – Herman Van Rompuy
2013 – Dalia Grybauskaitė
2012 – Wolfgang Schäuble
2011 – Jean-Claude Trichet
2010 – Donald Tusk
2009 – Andrea Riccardi e la Comunità di Sant’Egidio
2008 – Angela Merkel
2007 – Javier Solana Madariaga
2006 – Jean-Claude Juncker
2005 – Carlo Azeglio Ciampi
2004 – Pat Cox a papa Giovanni Paolo II.
2003 – Valéry Giscard d’Estaing
2002 – l’Euro
2001 – György Konrád
2000 – Bill Clinton
1999 – Tony Blair
1998 – Bronisław Geremek
1997 – Roman Herzog
1996 – Regina Beatrice dei Paesi Bassi
1995 – Franz Vranitzky
1994 – Gro Harlem Brundtland
1993 – Felipe González Márquez
1992 – Jacques Delors
1991 – Václav Havel
1990 – Gyula Horn
1989 – Frère Roger Schutz, Taizé
1988 – François Mitterrand ed Helmut Kohl
1987 – Henry Kissinger
1986 – il popolo del Lussemburgo
1984 – Karl Carstens
1982 – Re Juan Carlos I di Spagna
1981 – Simone Veil
1979 – Emilio Colombo
1978 – Konstantinos Karamanlis.
1977 – Walter Scheel
1976 – Leo Tindemans
1973 – Salvador de Madariaga
1972 – Roy Jenkins
1970 – François Seydoux de Clausonne
1969 – Commissione delle Comunità europee
1967 – Joseph Luns
1966 – Jens Otto Krag
1964 – Antonio Segni
1963 – Edward Richard George Heath
1961 – Walter Hallstein
1960 – Joseph Bech
1959 – George Marshall
1958 – Robert Schuman
1957 – Paul-Henri Spaak
1956 – Sir Winston Churchill
1954 – Konrad Adenauer
1953 – Jean Monnet
1952 – Alcide de Gasperi
1951 – Hendrik Brugmans
1950 – Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi

IL PIANO KALERGI

Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi era un conte austriaco considerato pioniere dell’integrazione europea. Nato a Tokio nel 1894 e morto nel 1972. Nel 1923 scrive il suo primo libro, che guarda caso si chiama “Pan-Europa“. Lo manda a tutte le persone più influenti e allega ad ogni copia un modulo di adesione. Oggi lo chiameremmo spam. Così nasce il Movimento Pan-Europeo. Che non era mica il circolo del bridge: dentro c’era gente come Albert Einstein, Thomas Mann e Sigmund Freud.
Kalergi voleva una grande nazione europea che venerasse Napoleone, Mazzini, Victor Hugo, Kant, Nietzsche, gente così insomma… Ma era unelitista, seguace di quella teoria secondo cui le masse sono confuse, allo sbando, incapaci di darsi una direzione, e in questo caos hanno buon gioco le minoranze potenti e ben organizzate. La stessa teoria di cui sono convinti personaggi come Mario Monti (ricorderete che fu a capo dellaCommissione Trilaterale, il cui primo studio era quel “Crisis of Democracy” che sosteneva, appunto, che le masse devono restare in apnea), le cui convinzioni si traducono in presidenti del consiglio e governi che cambiano senza elezioni e in frasi come “al riparo dal processo elettorale” (se vuoi sapere cosa significa, leggi il post). Quindi Kalergi non poteva che ambire auna società che sostituisse la democrazia con una aristocrazia illuminata.
Obiettivo centrato, direi! Del resto, chi poteva finanziare il suo movimento se non un banchiere, Max Warburg, che gli era stato presentato dal barone Ludwig Nathaniel Freiherr von Rothschild? E, ironia della sorte, i Kalergi erano greci! Per la precisione, di Creta. Ma sentite questa: un antenato del nostro conte, nel 300, firmò un trattato per la sottomissione di Creta al dominio veneziano. Si comincia bene! Per questo Monti un giorno dirà che “la Grecia è il più grande successo dell’euro“: perché, da un’isola, sono passati a sottomettere uno Stato intero.
A dire il vero, Kalergi voleva anche una pan-America, una pan-Eurasia (con dentro la Russia), una unione pan-asiatica che comprendesse Cina e Giappone e dominasse sul Pacifico, e voleva perfino una pan-ideologia (un misto tra capitalismo e comunismo che, se volete, si è realizzato nei parlamenti nazionali con quell’illusione del bipolarismo già perseguita con ilPiano di Rinascita Democratica e concretizzatasi con il Pd renziano) e un’unica pan-lingua, l’inglese, da parlarsi in tutta Europa accanto agli idiomi nazionali. Riuscì peraltro a convincere molti leader politici dell’epoca, gente del calibro di Konrad Adenauer, Robert Schuman (cui non a caso è intestato un building del Parlamento Europeo), Alcide De Gasperi, Winston Churchill. Non ebbe molta fortuna con Benito Mussolini né con un tale di nome Adolf Hitler, che lo guardava con ribrezzo e considerava il suo piano un piano massonico.
fu Kalergi a lanciare l’idea degli Stati Uniti d’Europa: Altiero Spinelli venne molto dopo. Fu Kalergi, nel 1955, a proporre l’Inno alla Gioia di Beethoven (dalla nona sinfonia) come inno ufficiale dell’Unione Europea, che in seguito venne adottato. Fu Kalergi, aiutato da Robert Schuman, ministro degli esteri francese, ad assegnare la gestione della produzione di acciaio, ferro e carbone ad una sovranità sovranazionale, sotto la direzione dei primi euroburocrati non eletti da nessuno: i famosi commissari europei.  Fu Kalergi a mandare i primi memorandum ai governi di Italia, Francia, Germania e Regno Unito, negli anni ’60, perché adottassero una unione monetaria. E per non farsi mancare niente, nel libro “Practical Idealism” il conte traccia anche l’idea di Europa che aveva in mente dal punto di vista demografico. E dice:“L’uomo del futuro sarà di razza mista. Le razze e le classi di oggi gradualmente scompariranno” e ci sarà un’unica “razza euroasiatico-negroide, simile in apparenza agli antichi egizi”, che sostituirà i popoli con gli individui. Questo, nelle intenzioni del conte, avrebbe dovuto portare a una maggiore governabilità delle masse, sempre secondo i principi dell’elitismo di cui sopra (la democrazia non esiste poiché il popolo non ha le capacità di autogovernarsi e nel momento in cui si organizza esso porta automaticamente un’élite a prendere il potere).
Si può dire che il Piano Kalergi ha avuto successo praticamente in tutto. O perlomeno i suoi discepoli stanno procedendo a grande velocità verso la sua finalizzazione (Draghi che chiede l’unione bancaria e nuove cessioni di sovranità; la Boldrini che chiede l’accelerazione degli Stati Uniti d’Europa, Mattarella che discute di cessione della sovranità fiscale), ma cosa ne è delle teorie del conte sulla questione razziale?
Abbiamo degli indizi. Quindici anni fa uno studio dell’Onu introduce il concetto di “immigrazione di rimpiazzo” che porta al centro del dibattito la necessità di sostituire (letteralmente) buona parte della popolazione europea con migranti, al fine – si dice – di compensare il calo delle nascite e garantire il sistema pensionistico. Massimo D’Alemainvoca 30 milioni di immigrati. Il sottosegretario Sandro Gozi  rilancia con 40 milioni.Laura Boldrini dice che lo stile di vita dei migranti presto sarà il nostro. Nel frattempo,Angela Merkel apre le frontiere e mette al lavoro i siriani, la Repubblica Cecaassume 5 mila rifugiati