mercoledì 24 agosto 2016

SAN BARTOLOMEO Apostolo

Natanaele apostolodi Betsaida, chiamato più spesso Bartolomeo. 

È sposato, sua moglie si chiama Anna, e ha figlie. 

Anziano e colto, è molto amico,di Filippo apostolo. 

Suo primo incontrò" con Gesù 1.050

Quando Gesù vorrà allontanare Giuda per poter portare in salvo Sintica e Giovanni di Endor, allontanerà per il periodo di tempo necessario anche altri tre apostoli con la motivazione di far loro passare le Encenie a casa 4.284. Bartolomeo è fra questi. Pensa che Gesù non sia contento di lui. 

Con Filippo si riunirà a Gesù ad Aczib dopo aver compreso la ragione dell'allontanamento 5.332

Durante la passata permanenza di quasi due mesi a casa, a Betsaida, Natanaele aveva ammaestrato Marziam, che stava da Porfirea 5.338.

(   http://slideplayer.it/slide/2852812/  )


AMDG et BVM

È morto mons. Girolamo Grillo, il vescovo della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia.


S.E.R. + GIROLAMO GRILLO VESCOVO DELLA MADONNINA DI CIVITAVECCHIA

È MORTO IERI 22 AGOSTO 2016, NEL GIORNO DI MARIA REGINA DELL'UNIVERSO.

Il monsignore aveva 86 anni e si trovava in Romania per un periodo di riposo.
Fu testimone del fenomeno della piccola statua che «piangeva lacrime di sangue».

REQUIEM ÆTERNAM dona ei, Dómine, et lux perpétua lúceat ei. Requiéscat in pace. Amen.

AVE MARIA PURISSIMA
 di Riccardo Caniato                                     23-08-2016


È morto mons. Girolamo Grillo, il vescovo della Madonnina delle lacrime di Civitavecchia. 

È successo ieri, nel giorno di Maria Regina. E in questo chi lo ha conosciuto potrà leggerci una carezza, quasi una firma del Cielo nel momento del distacco e del dolore, perché dice molto di lui e della vicenda in cui è stato coinvolto. A Civitavecchia, non tutti sanno, all’evento delle lacrimazioni fece seguito, negli anni 1995 e 1996, un ciclo di apparizioni della Vergine presso la famiglia Gregori, proprietaria della statua, su cui la Chiesa ancora indaga, ma avvalorate, come a breve vedremo dallo stesso ordinario diocesano... Orbene la Madonna  si è qui presentata nei titoli di «Regina della Chiesa» e di «Regina della Famiglia», e lo stesso vescovo Grillo, nel 2011, introduceva con queste parole il libro testimonianza dedicato ai misteriosi eventi verificatesi nella sua diocesi: «Sarà questo il mio testamento spirituale: un vero atto di amore alla celeste Regina che ha voluto coinvolgermi in una storia lunga e, per qualche verso drammatica».

Questa frase risalta anche nella quarta di copertina dello stesso memoriale, edito da Shalom, il cui titolo è La vera storia di un doloroso dramma d’amore e che riferisce la straordinaria esperienza dell’Autore, turbinosa e a tratti certamente dolorosa, iniziata il 2 febbraio 1995 nel giardino dei Gregori con le lacrimazioni di sangue della celebre statua della Madonna raffigurante la Regina della Pace.

Monsignor Grillo inizialmente si mostrò ostile all’evento, arrivando a ordinare al parroco della famiglia di distruggere il sacro manufatto, ma in seguito, dopo anche aver ordinato un esorcismo, accettò di custodire personalmente la bianca Madonnina finché, il 15 marzo successivo, la statua lacrimò per la quattordicesima volta direttamente nelle sue mani, causandogli un principio di infarto, ma soprattutto un profondo turbamento interiore.

Quell’evento fu lo spartiacque della sua esistenza, o meglio il ritorno all’origine, alla genuina devozione materna la quale, quando era bambino, pellegrinando in ginocchio, aveva ottenuto dalla Vergine di Portosalvo che gli salvasse un occhio ferito da un sasso e ormai dato per perso. Calabrese, di umili origini – nacque a Parghelia, in provincia di Vibo Valentia nel 1930 –, intelligente e portato negli studi, Girolamo si era in seguito affidato più alla ragione e alla prassi, rincuorato anche da una rapida carriera ecclesiastica che lo condusse diritto in Vaticano nella Segreteria di Stato sotto la direzione del cardinale Benelli, e poi vescovo a Cassano Jonio (1980), prima che della diocesi di Civitavecchia e Tarquinia (1983).

Ma il giorno 15 marzo 1995 ribaltò la prospettiva, segnando indelebilmente il prima e il dopo nella vita di questo sacerdote, che poco alla volta, incalzato dal Mistero, iniziò a riscoprire il senso dell’affidamento, il valore dell’adeguare la propria libertà al piano di Dio: «Mi trovo – confidò – alla scoperta cocente della mia incapacità fondamentale, della mia presunzione di poter agire con le mie sole doti intellettuali e morali. Non posso nascondere di aver intrapreso il mio cammino a cavallo, ma, dopo un lungo galoppo, ho scoperto che il mio incedere, sotto molti punti di vista brillante, nascondeva una grande fragilità».

La sua cavalcata, di fronte a una statua di gesso che piange e a una bambina, Jessica Gregori, allora di soli 6 anni, che gli porta a casa i messaggi della Vergine, si conclude con una caduta, come per san Paolo: «Io cercavo la verità con raziocinio e l’ho avuta con una bastonata in testa». Che ha messo il seme per una nuova conversione, più autentica, per un ripartire, per «quella vera risposta e quel vero impegno, giunti soltanto in secondo tempo».

Non tornò mai indietro, ma non fu un percorso semplice. Ogni volta che succedeva qualcosa il vescovo Grillo – parlo per conoscenza personale – per suo istinto si ritraeva. Schivo, fragile, come lui stesso si definiva, e al tempo stesso di carattere coriaceo tentò a lungo di sfuggire dal servire il disegno divino che si manifestava via via davanti a lui con contorni sorprendenti: lacrimazioni ed essudazioni di due identiche statue della Vergine, apparizioni di angeli che precedono come a Fatima le visite della Madonna, 93 messaggi della stessa, manifestazioni demoniache accompagnate, fortunatamente, da ben più numerose grazie e guarigioni straordinarie... Di ogni tipologia di questi fatti straordinari mons. Grillo fu chiamato a testimone. Se chiedeva un segno il Cielo glielo accordava; se non lo chiedeva, anzi vi rifuggiva, il buon Dio glielo mandava ugualmente…

Rimando al volume La Madonna di Civitavecchia di padre Flavio Ubodi, intermediario del vescovo con la famiglia Gregori, che entra nel merito di numerosi avvenimenti soprannaturali a sostegno di una mariofania ancora in corso che, come ha commentato con profondità Antonio Socci nel suo recente volume La profezia finale, si verifica nella metropolitania di Roma, nel cuore stesso della Chiesa.

Nelle sue apparizioni la Madonna chiede sempre l’apporto degli uomini – «Ho bisogno di voi!», dice – per realizzare i suoi disegni. Chiede e non ordina perché ogni chiamata di Dio non lede mai la libertà dei suoi figli. A Civitavecchia poi, come a Guadalupe, a Ghiaie di Bonate, a Montichiari e in molti altri luoghi delle sue venute, si è rivolta accorata ai vescovi, perché riconoscessero l’urgenza e la grazia di questa sua presenza, facendo conoscere a tutti i suoi messaggi... A differenza di altri suoi fratelli nell’episcopato, mons. Grillo alla fine ha dato seguito a queste implorazioni materne. Tardivamente, forse, e non con la fermezza dovuta, secondo la sua indole – nei messaggi la Vergine si riferisce a lui affettuosamente come «il mio piccolo vescovo» –, ma vi ha dato seguito.

Prima di lasciare il governo della diocesi ha compiuto due gesti altamente significativi, elevando a Santuario mariano la parrocchia Sant’Agostino di Pantano, che dal giugno 1995 custodisce la Statua che ha lacrimato sangue, e celebrando una Messa nella casa dei Gregori accordando loro, per iscritto, piena libertà di testimonianza. Da ultimo, con la pubblicazione del suo diario ha spiegato per quali ragioni, anche di natura soprannaturale, si sia convinto della veridicità delle apparizioni.

L’atto di fede comporta sempre la croce, che non risparmiò neppure mons. Grillo. Siamo in un’epoca egocentrica e razionalista che nega il Divino. I cristiani sono ridotti in minoranza e quanti si appoggiano sulle proprie forze anziché nelle robuste braccia del Padre celeste finiscono a loro volta per annacquare la fede, lasciarsi prendere dal timore e potranno – chissà – arrivare a negare l’azione di Dio nella loro vita o a vergognarsi di esporre la statua della Madonna in un luogo pubblico... Il «piccolo Vescovo» di Civitavecchia dovette continuamente confrontarsi con questo stato di cose. Soffrì moltissimo per l’incomprensione che si spinse al dileggio di diversi fratelli nell’episcopato, fra cui alcuni che godevano ieri come oggi di alta visibilità nella Chiesa. 

Poté contare, tuttavia, sull’appoggio certo e mai venuto meno di Giovanni Paolo II il quale, come si riscontra con dovizia di particolari nei libri di mons. Grillo e di padre Ubodi, volle venerare più volte la Madonnina delle lacrime; firmò di suo pugno un documento in cui si afferma che l’Atto di Affidamento alla Madonna dell’8 ottobre del 2000 è stato fatto in ascolto degli avvenimenti di Civitavecchia; e stabilì con la famiglia Gregori, tramite anche il suo segretario mons. Emery Kabongo, un rapporto di cui si hanno tracce ufficiali fino al suo ultimo ricovero al Gemelli.

Alla morte di Giovanni Paolo II mons. Grillo si sentì inizialmente smarrito. In quei giorni la statua della Madonna in casa dei Gregori ha pianto copiosamente lacrime umane. Esiste un video - di cui il sottoscritto è testimone - in cui il vescovo assiste al fenomeno in ginocchio chiedendo perdono alla Vergine di non aver fatto tutto ciò che Lei gli aveva chiesto. Questo suo scritto mi pare renda bene l’idea di un lungo travaglio interiore: «C’è una voce nella mia vita che continuamente risuona, con un’incessante domanda: “Perché non hai pregato, come avresti dovuto pregare? Tu avresti dovuto pregare per quelli che pregano e per quanti non pregano, e invece non l’hai fatto”. Ti chiedo perdono, pertanto, o Signore, perché non sempre la preghiera è stata per me sorgente di luce nel mio apostolato, per la conversione dei peccatori, per le anime più perfette nella via di Dio».

Di tanto in tanto mi chiamava al telefono: «Sono mons. Grillo», diceva, «Riccardo, difendi sempre la Madonnina». Non domandava, implorava. Le ultime due volte ho provato a rispondere a questo appello con la bellissima intervista che Fabio Gregori mi ha concesso, e che ora chiude il volume di padre Ubodi, e conl’intervista allo stesso padre Flavio pubblicata sulla Nuova Bussola Quotidiana.

Ho incontrato mons. Grillo l’ultima volta, nel febbraio dello scorso anno davanti alla chiesetta di Pantano, al termine di una mattinata che aveva speso a confessare i pellegrini. Vi veniva spesso da Roma, dove da emerito risiedeva presso la Basilica di Santa Maria Maggiore. L’ho trovato sereno, pacificato e con uno sguardo santo e buono, fatto certo di aver ben servito la sua Regina. In un articolo del 2003 a Lei si rimetteva totalmente, esprimendo tanto amore filiale e desideroso di incontrare un giorno il suo sorriso. Con riferimento personale alla vicenda che gli era stata data di vivere, chiudeva il suo tributo, affidandosi a una poesia di santa Teresa di Lisieux: «Vorrei cantare Madre, perché / t’amo, / e perché il dolce tuo nome mi fa / trasalire il cuore…». Più sotto: «Perché una creatura possa darsi tutta alla sua mamma / bisogna che questa pianga con lei, / divida i suoi dolori. / Regina del mio cuore, / quanto piangesti quaggiù per attirarmi a te!».

P.S. Mons. Girolamo Grillo è morto ieri mattina, 22 agosto, festività della Beata Vergine Maria Regina, alle ore 8 e 30, durante le sue ferie estive in Romania. Da diversi anni amava raggiungere per l’estate la Casa San Giuseppe di Oderheiul Secuiesc. Il vescovo aveva dato anche il suo sostegno a quest’opera  di aiuto ai bambini disagiati fondate dalle Suore del Cuore Immacolato di Maria che lui aveva potuto apprezzare proprio negli anni di ministero nella diocesi di Civitavecchia e Tarquinia.

 AMDG et BVM

martedì 23 agosto 2016

Questa è una mela....

«Questa è una mela. Chi non è d’accordo, può andar via»
Chi non è d’accordo… se ne deve annà!



Il più grande teologo di tutti i tempi, il "doctor angelicus", San Tommaso d’Aquino, all’inizio delle lezioni mostrava ai suoi allievi una mela dicendo: «Questa è una mela. Chi non è d’accordo, può andar via». Il “Doctor Communis” voleva far capire che non è il pensiero a determinare l’essere, ma è l’essere che determina il pensiero. La superbia infatti fa ritenere che il nostro pensare sia il fondamento dell’essere, mentre invece l’umiltà ci porta ad osservare e argomentare l’essere delle cose, soprattutto in quelle divine.

L’essere determina il pensiero, non viceversa. Chi non è d’accordo, può andar via.

La Chiesa cattolica è la Chiesa di Cristo. Chi non è d’accordo, può andar via.

La Chiesa è gerarchica per divina costituzione. Chi non è d’accordo, può andar via.

La Chiesa non è una ONG filantropica, ma il Corpo mistico di Cristo. Chi non è d’accordo, può andar via.

La missione della Chiesa non è adattare il Vangelo alla mentalità corrente, ma convertire le mentalità di tutte le epoche al Vangelo. Chi non è d’accordo, può andar via.

La missione della Chiesa non è rendere la vita di quaggiù più facile, ma strappare anime al Diavolo affinché possano avere la vita di lassù. Chi non è d’accordo, può andar via.

L’inferno esiste e non è vuoto. Chi non è d’accordo, può andar via.

La sodomia e l’aborto sono peccati che gridano vendetta al Cielo. Chi non è d’accordo, può andar via.

Il matrimonio è indissolubile. Chi non è d’accordo, può andar via.

Chi ha una relazione coniugale con un/a divorziato/a, commette adulterio. Chi non è d’accordo, può andar via.

Il sesso al di fuori del matrimonio è peccaminoso. Chi non è d’accordo, può andar via.

La contraccezione non è mai moralmente lecita. Chi non è d’accordo, può andar via.

Il marxismo è intrinsecamente perverso. Chi non è d’accordo, può andar via.

Non si può dare a Cesare ciò che è Dio. Chi non è d’accordo, può andar via.

Senza pentimento, non c’è remissione dei peccati. Chi non è d’accordo, può andar via.

Solamente i peccatori pentiti e riconciliati possono cibarsi dell’Eucarestia. Chi non è d’accordo, può andar via.

Solo gli uomini – meglio se celibi – possono essere consacrati sacerdoti. Chi non è d’accordo, può andar via.

La Carità procede dalla Verità. Chi non è d’accordo, può andar via.

Non esiste il dialogo fra le religioni, ma con le persone di altre religioni. Chi non è d’accordo, può andar via.

I sacramenti sono per gli uomini, ma non sono degli uomini. Chi non è d’accordo, può andar via.

Il cristiano è in questo mondo, ma non è di questo mondo. Chi non è d’accordo, può andar via.

Per essere discepoli di Gesù, bisogna accettare la Croce. Chi non è d’accordo, può andar via.

Il fine non giustifica i mezzi. Non si può commettere il male neppure a fin di bene. Chi non è d’accordo, può andar via.

La coscienza – rettamente formata – obbedisce alle leggi di Dio, non si mette a legiferare secondo desideri e capricci dell’individuo.

I sacerdoti hanno la missione di convertire i peccatori, non di integrarli. Chi non è d’accordo, può andar via.

Nessuno dei Dieci Comandamenti può essere soggetto a “referendum abrogativo”. Chi non è d’accordo, può andar via.

Il papa e i vescovi sono custodi del depositum fidei, non padroni: non possono aggiungere o togliere neppure una virgola di ciò che hanno ricevuto e che devono trasmettere. Chi non è d’accordo, può andar via.

Passeranno il cielo e la terra, falsi profeti e cattivi maestri, ma non passeranno le parole del Signore. Chi non è d’accordo, può andar via.

Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre. Chi non è d’accordo, può andar via.


La Madonna è tornata visibile a Rimini

Ci ha pensato un sacerdote percorrendo, tra i visitatori i padiglioni del Meeting

Ieri, mentre sui giornali impazzava il caso della statua della Madonna scomparsa dallo stand dell'editriceShalom, c'è chi ha pensato bene di ridare alla Vergine la visibilità che le compete. Così abbiamo visto aggirarsi nei padiglioni del Meeting un visitatore che portava dentro lo zaino, visibile a tutti, una grande statua della Madonna.
[...]
Un gesto in polemica con quello che è successo allo stand Shalom dove la statua della Madonna è stata coperta? «No, nessuna polemica, Maria è regina della pace».
Riportiamo il commento di un lettore: A proposito di Meeting, ci sono contestazioni interne, forse dovute a giochini di potere, fatto sta che il ramo riminese di CL che poi è quello che lo ha sempre organizzato, è stato scavalcato da quello milanese e di fatto esautorato, il clima è superpoliticizzato, unidirezionale, verso il NOM. Se sei cattolico e basta senza sfumature, solo cattolico, magari pure di quelli perseguitati in MO, non ti fanno non solo parlare, ma neanche entrare, la Madonna è stata velata e spostata, spifferi dicono per farsi pubblicità, altri per evitarle di vedere la vergogna che è diventato il movimento di Giussani, PC, aperto a tutti fuorché alla fede cristiana, possibilmente cattolica. Se così fosse, tornino pure a Milano e se la cantino e suonino da loro. Il calo di presenze quest'anno è impressionante, abbondano i grembiuli, forse per la vicinanza della riapertura delle scuole.

lunedì 22 agosto 2016

Stampiamoci nella mente e nel cuore le parole della Mamma Celeste perché l'anima nostra sia ricolma del Suo Magnificat per l'eternità


14 giugno 1980. 
Festa del Cuore Immacolato di Maria.

Un fiume di acque

«Figli prediletti, oggi è la vostra festa, perché è la festa del Cuore Immacolato della vostra
Mamma Celeste, a cui vi siete consacrati.

Passatela nel raccoglimento, nella preghiera, nel silenzio, nella fiducia.

Ormai ho impresso il mio segno sulla fronte di ciascuno di voi. Il mio Avversario non può più
nulla contro coloro che sono stati segnati dalla Mamma Celeste.

La stella dell'Abisso perseguiterà i miei figli, perciò essi saranno chiamati a sofferenze
sempre più grandi; molti dovranno offrire anche la propria vita. Sarà con il loro sacrificio di amore e di dolore che Io potrò ottenere la mia più grande vittoria.

Sono la Donna vestita di sole. Sono nell'intimo della Trinità Divina.

Finché non sarò riconosciuta là dove mi ha voluto la Santissima Trinità, Io non potrò
esercitare pienamente il mio potere, nella materna opera di corredenzione e di universale mediazione di grazie. Per questo, mentre la battaglia tra Me e il mio Avversario entrava nella sua fase decisiva, egli ha tentato con ogni mezzo di oscurare la missione della vostra Mamma Celeste.

Il Dragone rosso, per riuscire a dominare la terra, si è messo a perseguitare anzitutto la
Donna vestita di sole. E dalla sua bocca il serpente ha gettato dietro alla Donna un fiume di acque, per sommergerla e farla trascinare via.

Che cos'è questo fiume di acque se non l'insieme di quelle nuove teorie teologiche, con cui si è tentato di far discendere la vostra Madre Celeste dal luogo ove l'ha posta la Trinità Santissima? Si è così potuto arrivare ad oscurarmi nell'anima, nella vita e nella pietà di tanti miei figli; si è persino giunti a negare parte di quei privilegi con cui sono stata adornata dal mio Signore.

Per sfuggire a questo grande fiume di acque, furono date alla Donna le "ali della grande aquila" e così Ella ha potuto trovare il suo posto nel deserto.

Che cos'è il deserto se non un luogo nascosto, silenzioso, appartato ed arido?

Il luogo nascosto, silenzioso, inaridito da tante lotte e da tante ferite, in cui la Donna trova
ora il suo posto, è l'anima e il cuore dei miei figli prediletti e di tutti coloro che si sono
consacrati al mio Cuore Immacolato.

Compio i più grandi prodigi nel deserto in cui mi trovo. Li compio nel silenzio, nel
nascondimento per trasformare l'anima e la vita di quei miei figli che si sono completamente a Me affidati.

Così ogni giorno faccio fiorire il loro deserto nel mio giardino, dove Io posso ancora esercitare pienamente la mia Opera e dove la Santissima Trinità può ricevere gloria perfetta.

Figli, lasciatevi trasformare dalla mia potente azione di Madre, mediatrice di grazie e
corredentrice. Non temete, perché, nel deserto del vostro cuore, Io mi sono rifugiata e ho posto la mia abituale dimora.

Vivete nella gioia e nella fiducia, poiché siete stati da Me segnati col sigillo e siete entrati a
far parte della mia proprietà.

Oggi accolgo i vostri piccoli cuori nel Cuore immenso, Immacolato e Addolorato della vostra Mamma Celeste, che vi guarda con compiacenza e vi benedice col Papa, il mio primo figlio prediletto, che tanta luce dona a tutta la Chiesa»