mercoledì 24 giugno 2015

Verdad, delicadeza, ternura y agrado.

*La verdad puede compararse con una piedra preciosa.
Si la lanzamos contra
el rostro de alguien, puede herir,
pero si la envolvemos en un delicado papel
y la ofrecemos
con ternura
ciertamente serà aceptada con agrado!!!

LA PAROLA!

*Las palabras
son la manifestaciòn
de nuestro mundo interior,
al cuidar de nuestro lenguaje
purificamos
nuestro mundo interior.

Meditiamo la santa Messa

Meditiamo la santa Messa


Dice Maria:


Dice Maria:

«Se la mia presenza aveva santificato il Battista, non aveva levato ad Elisabetta la condanna venuta da Eva.
"Tu darai dei figli con dolore " aveva detto l'Eterno. Io sola, senza macchia e che non avevo avuto coniugio umano, fui esente dal generare con dolore. La tristezza e il dolore sono i frutti della colpa. Io, che ero l'Incolpevole, dovetti conoscere anche il dolore e la tristezza, perché ero la Corredentrice. Ma non conobbi lo strazio del generare. No. Non conobbi questo strazio.

Ma credimi, o figlia, che non vi fu né vi sarà mai strazio di puerperio simile al mio di Martire di una Maternità spirituale che si è compita sul più duro letto, quello della mia croce, ai piedi del patibolo del Figlio che mi moriva. 
E quale la madre che si trovi costretta a generare in tal modo? A mescolare lo strazio delle viscere, che si lacerano per i rantoli della sua Creatura morente, a quello delle viscere che si convellono per dover superare l'orrore di dover dire: "Vi amo. Venite a me che vi son Madre "agli uccisori del Figlio nato dal più sublime amore che abbia mai visto il Cielo, dall'amore di un Dio con una vergine, dal bacio di Fuoco, dall'abbraccio di Luce che si fecero Carne, e di un seno di donna fecero il Tabernacolo di Dio?

" Quanto dolore per esser madre! "dice Elisabetta. Tanto! Ma un nulla rispetto al mio.
"Lasciami mettere le mani sul tuo seno". Oh! se nel vostro soffrire mi chiedeste sempre questo!
Io sono l'eterna Portatrice di Gesù. Egli è nel seno mio, come tu lo hai visto lo scorso anno, come Ostia nell'ostensorio. (23 giugno 1943, ne “I quaderni del 1943”) 

Chi viene a me, Lui trova. Chi a me si appoggia, Lui tocca. Chi a me si volge, con Lui parla. Io sono la sua veste. Egli è l'anima mia. Più, più ancora unito, ora, di quanto non fosse nei nove mesi che mi cresceva in seno, il Figlio mio è unito alla sua Mamma. E si assopisce ogni dolore, e fiorisce ogni speranza, e fluisce ogni grazia a chi viene a me e mi posa il suo capo sul seno.

Io prego per voi. Ricordatevelo. La beatitudine d'esser nel Cielo, vivente nel raggio di Dio, non mi smemora dei miei figli che soffrono sulla terra. Ed io prego. Tutto il Cielo prega. Poiché il Cielo ama. Il Cielo è carità che vive. E la carità ha pietà di voi. Ma, non ci fossi che io, vi sarebbe già sufficiente preghiera per i bisogni di chi spera in Dio. Poiché io non cesso di pregare per voi tutti, santi e malvagi, per dare ai santi la gioia, per dare ai malvagi il pentimento che salva.

Venite, venite, o figli del mio dolore. Vi attendo ai piedi della Croce per darvi grazia».

AVE MARIA PURISSIMA!


Con Maria Maddalena anche noi dobbiamo fare tre cose: asciugare, baciare, profumare i santi piedi del Signore. ...


CON  S. MARIA MADDALENA

Nella festa di S. Maria Maddalena, la grande amante di Cristo apparve a Geltrude durante i primi Vespri ador­na di rose d'oro e splendente di tante gemme quanti furo­no i suoi peccati. Ritta alla destra del Figlio di Dio, diffondeva su tutta la Corte celeste il meraviglioso splendore della sua gloria, e il Salvatore Gesù, prodigandole familiari carezze, le diceva tenerissime parole. Geltrude comprese che i fiori d'oro rappresentavano la divina clemenza che aveva rimessi i peccati di S. Maria Maddalena, le gemme preziose simboleggiavano la penitenza con cui ella, aiutata dalla di­vina grazia, aveva cancellato tutte le sue colpe.

Durante il Mattutino Geltrude applicò la sua divozione alle parole ed ai neumi che erano cantati in onore di S. Maria Maddalena, e la pregò d'intercedere per lei e per le per­sone che le erano state raccomandate. La Santa penitente s'avanzò, si prostrò ai piedi del Signore, li baciò con amore e li offerse, in virtù dei suoi meriti, a tutti coloro che desi­deravano avvicinarsi ad essi con sincera penitenza. 
Gel­trude venne a baciare teneramente quei sacratissimi piedi, dicendo: « Ecco, o amatissimo Gesù, che ti offro le pene di tutte le persone che mi sono affidate e in loro compagnia, lavo i tuoi santissimi piedi ». Rispose il Signore: « Con ra­gione mi hai lavato i piedi in nome loro, adesso di' a co­loro per i quali tu preghi che me li asciughino coi loro capelli, che li bacino e li profumino con preziosi aromi ». 

Gel­trude comprese che quelle persone dovevano fare tre cose:

per asciugare i piedi di Gesù era necessario che si esami­nassero accuratamente se nei dolori da loro sofferti, nulla vi fosse di opposto a Dio, o che impedisse la loro unione col Signore; in caso affermativo dovevano proporre di vincere ogni ostacolo, a prezzo di qualsiasi sacrificio. 

Per baciare i piedi di Gesù dovevano confidare ciecamente nella bon­tà infinita di Dio, sempre pronto a perdonare le colpe dei cuori sinceramente pentiti. 

Infine per profumare quei santi piedi dovevano proporre di fuggire, per quanto è possibile, la minima offesa di Dio.

Aggiunse il Signore: « Se vuoi offrirmi il profumo che, secondo il Vangelo, quella grande penitente versò sul mio capo, spezzando il vaso che lo conteneva, così che « la casa fu tutta piena di quella fragranza: et domus impleta est ex odore unguenti (Giov. XII, 3), devi amare la verità. 

Infatti colui che, per amore della verità e per difenderla si espone ad avere sofferenze, a perdere amici, a com­piere gravi rinunce, colui, dico, spezza realmente il vaso d'alabastro e profuma il mio capo, sì che tutta la casa è fragrante di quest'olezzo. 
Egli dà realmente buon esempio e mentre si sforza di correggere gli altri, migliora se stesso, cercando di evitare le colpe che biasima nel prossimo. Co­sì il buon odore si diffonde per l'esempio edificante e le op­portune correzioni al prossimo. 

Se mai poi, nel suo amore alla verità, cadesse in qualche difetto, sia correggendo con asprezza e zelo eccessivo, sia mostrandosi negligente o trop­po rigido, io lo scuserò davanti al Padre celeste e a tutti gli eletti, come seppi difendere Maria Maddalena; di più soddisferò a tutte le sue colpe ».


Geltrude chiese: « Amorosissimo Gesù, si dice che Ma­ria abbia comperato quell'unguento odoroso, come potrei anch'io, (sia pure a prezzo grande), renderti un omaggio così gradito? ». 

Egli rispose: « Colui che in ogni occasione, mi offre la sua buona volontà, che si sforza di agire per amore, e che accetta i più gravi sacrifici per la mia gloria, compera veramente questo balsamo squisito. Lo acquista purché, preferendo il mio onore al suo vantaggio, si assog­getta a qualsiasi rinuncia; lo acquisterebbe anche se per gravi ostacoli, non potesse tradurre in opera il suo pro­getto ».