domenica 4 maggio 2014

Moderazione


MODERAZIONE

Data: Domenica, 01 ottobre @ 08:29:05 CEST
Argomento: Vita cattolica: Matrimonio, laicato...


Disponete con ordine gli sforzi richiesti al bambino, poiché il suo punto di saturazione è presto raggiunto: non oltrepassatelo. Bisogna saper dargli respiro. l’attenzione del bambino ha una piccola imboccatura: non bisogna riempirlo di troppe cose insieme. 


* Evitate al bambino la tensione nervosa e il soverchio affaticamento fisico e morale. Il bambino, per assimilare tutto ciò che gli si dice o gli s’insegna, ha bisogno di periodi di tranquillità. Occorre che possa vivere un po’ a modo suo.

* Vegliate, sì, sui vostri bambini, ma non siate pedanti ne' soffocanti.

* Stare continuamente "alle calcagna" del bambino è stancarlo inutilmente e impedirgli di essere sé stesso.

* Disponete con ordine gli sforzi richiesti al bambino, poiché il suo punto di saturazione è presto raggiunto: non oltrepassatelo. Bisogna saper dargli respiro. L’attenzione del bambino ha una piccola imboccatura: non bisogna riempirlo di troppe cose insieme.

* Evitate ogni esagerazione coi bimbi, perché prendono alla lettera tutto ciò che si dice loro. Troppi elogi possono diventare altrettanto nocivi di un eccessivo biasimo.

* Evitate di incutere paura ad un fanciullo; il suo organismo è ancor fragile, e non si sa quindi quali ripercussioni profonde possa avere uno spavento irragionevole. Risparmiategli le storie di banditi, fantasmi e lupi marinari e ancor meno vi appellerete al diavolo e all’inferno per una colpa leggera. Non usate minacce ridicole: "Se non stai buono, verrà l’orco e ti mangerà!". E soprattutto non prendete il vezzo di quella povera donna che vedendo passare un prete, onde far cessare il pianto del suo monello, diceva: " Se tu non smetti di piangere, lo dirò al signor Curato, l’uomo nero, che ti porta via...". È il metodo migliore per alienare per sempre il fanciullo dal prete e dalla religione.

* Quale grave errore psicologico presentare Dio come aguzzino: "Vedi, ti sta bene! Hai disobbedito e Dio ti ha castigato..."! Il fanciullo non tarderà ad accorgersi che Dio non punisce sempre i nostri sbagli immediatamente. D’altra parte, quale cosa più falsa e più pericolosa per la sua fede, di presentare il Dio d’amore come un despota sempre pronto a vendicarsi?

* Proporzioniamo sempre lo sforzo con l’effetto che vogliamo ottenere. A forza di incollerirsi, di far scenate per un nonnulla, di investire il fanciullo con urla, rimproveri, lacrime e con lunghi sermoni, l’educatore perde ogni influenza. Si è bruciato... pace alle sue ceneri! Il fanciullo ne trae subito il suo partito e finisce con opporre l’indifferenza della forza d’inerzia se non addirittura il disprezzo interiore.

* Lo schiamazzo temerario e ordinario passa in usanza e suscita il disprezzo

* È nocivo affogare l’attenzione del ragazzo in discorsi interminabili. Terminando una mamma la sua filippica veemente e lunga contro suo figlio, questi con impertinenza, ma con simpatia quasi spaventata, le dice: " Povera mamma mia, quanta sete devi avere!".

* Non esigete cose irragionevoli dai bambini; o, se chiedete uno sforzo eccezionale, create prima un clima favorevole, mostratevi molto incoraggianti e fate attenzione a non calcare molto la mano. Per esempio, non obbligate continuamente un bambino a restare silenzioso e immobile. Ecco: una sera il babbo rientra dal lavoro con una forte emicrania; la mamma prenderà in disparte il bambino e gli dirà affettuosamente: "Vedi, babbo ha tanto male di testa. Stasera ti chiedo un grande sforzo (so che ora sei capace perché sei già un ragazzo grande): cerca di fare meno rumore possibile; siedi in quell’angolo e sfoglia questo libro di figure...". E ogni tanto un bacio ricompensi la saggezza del bravo ometto.

* Non abusate di alcune parole come, per esempio, di "cattivo". "Quanto sei cattivo, Pietro, a mettere sempre le dita nel naso!" — "Giovanna, cattiva, non va bene toccare le tendine!". In presenza di Renato una mamma dice a una amica: "Oh, signora, se sapeste quanto è cattivo! Ha strappato di nuovo i calzoni". L’aggettivo "cattivo" è usato a iosa per le più futili occasioni e per i più piccoli sbagli. Come volete che Pietro, Giovanna e Renato, che si sentono decretare l’appellativo di "cattivo" a ogni pie' sospinto per sciocchezze, che non hanno riferimento a mancanze morali o vizi di carattere, possano farsi una giusta idea della vera cattiveria?

* II fanciullo da alle cose l’importanza e il valore che i genitori danno ad esse. È quindi necessario che i genitori abbiano il senso della proporzione onde non attribuire l’importanza del principale all’accessorio.

* Alcune approvazioni troppo vive possono falsare interiormente la prospettiva morale di esseri troppo giovani per stabilire essi stessi la scala dei valori. Per esempio: non date mai maggiore importanza a un piatto rotto, a un paio di calzoni strappati, a una porta mal chiusa, che a un disordine morale come la menzogna, l’ostinazione, la crudeltà.

* I bambini, fin da piccolissimi, hanno il senso della loro dignità. Bisogna rispettarla. Certe umiliazioni pubbliche possono causare dei complessi di inibizione e di misantropia che seguiranno il ragazzo per tutta l’esistenza. Vi sono madri che dicono abitualmente ai loro bambini: "Vedi, tutti ti guardano! Dovresti vergognarti!". Ne può risultare una timidezza esasperata, un timore di arrossire, un’apprensione per l’opinione pubblica, dannosa certamente al bambino quando sarà cresciuto.

* Due complessi sono ugualmente pericolosi; il sentimento della superiorità ed il sentimento della inferiorità e dell’insufficienza. Il seme generatore di questi due complessi che occupano un posto importante nell’origine delle perturbazioni psichiche viene gettato fin dall’infanzia. Se il bambino sente continuamente ripetere che ha un’intelligenza eccezionale, che è divinamente bello, che ha disposizioni meravigliose, che è sviluppato oltre la sua età, diventerà d’una sufficienza insopportabile, si crederà un essere straordinario e più tardi cozzerà dolorosamente contro la dura realtà della vita. Quando invece si rimprovera continuamente un bambino di essere troppo goffo e stupido, si sviluppa in lui un sentimento di inferiorità, che ne fa anticipatamente un vinto e un disperato.

* Evitare tutto ciò che può nuocere al "naturale" del bambino. La sua anima è pianta troppo delicata perché non la si preservi da ammirazioni esagerate che rischiano di offuscarla o anche di falsarla. Che dire poi di certi inviti a farla da buffone, come: "Mostra al signore quanto sei bravo a fare le smorfie"?

* Regola d’oro: Non parlate mai dei vostri bambini in loro presenza! Se ne dite bene rischiate di renderli vanitosi; se ne dite male li umiliate pericolosamente.




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Benedetto XVI e il latino


Benedetto XVI e il latino

Piace richiamare l'attenzione sul Latino, lingua sacra da preservare. Per chi dovesse affacciarsi solo ora al blog aggiungo il link a questo testo.

Intervista a Ivano Dionigi, magnifico rettore dell'Università di Bologna
Nello scrigno dei tesori che il pontificato di Benedetto XVI lascia in eredità alla Chiesa c’è anche una rinnovata attenzione al latino. Un amore, quello per la classicità, coltivato a lungo dal teologo Joseph Ratzinger e culminato nell’istituzione della Pontificia Accademia di latinità. Secondo il presidente del nuovo organo, Ivano Dionigi, rettore dell’Università di Bologna, quella auspicata dal Pontefice tedesco non è un’attività da archeologi ma un’opera «di cultura» in grado di dare solide fondamenta a tutta la Chiesa e di rispondere alle domande del tempo attuale.

Professore, da dove nasce questa premura per il latino da parte di Ratzinger?
Da uomo colto quale è, nasce di certo dalla sua sensibilità, dal suo gusto estetico letterario. Ma a questo si aggiunge la consapevolezza che il latino nella storia è stato la lingua dell’«imperium», dello «studium» e dell’«ecclesia». Inoltre questa lingua ha in sé tre proprietà che trovano corrispondenza nelle caratteristiche della fede: l’eredità, l’universalità e l’immutabilità. Innanzitutto, infatti, essa è stata la lingua dei Padri della Chiesa, la lingua dei teologi, la lingua del diritto canonico, la lingua dei Concili, la lingua della liturgia. Poi è la lingua con cui la Chiesa si è rivolta a tutti i popoli. Infine, nella fissità di quella che tutti considerano una lingua morta si rispecchia l’immutabilità del nucleo della fede. È chiaro quindi che alcune letture della scelta di Ratzinger di rilanciare il latino sono limitate e banali. A spingere Benedetto XVI in questa direzione non è stata, come qualcuno ha detto, la volontà di ricomporre la frattura con i lefebvriani o un semplice ritorno al passato, ma qualcosa di più grande e complesso, qualcosa che viene da lontano. D’altra parte l’attenzione alla lingua e alla cultura latine – che andrebbero accompagnate anche con quelle greche classiche – è un’eredità che Benedetto XVI ha raccolto dai Pontefici suoi predecessori. E forse l’allarme è partito anche dal fatto che oggi pure tra il clero il latino è poco conosciuto.

Ma a cosa può servire il latino oggi alla Chiesa?
Negli ultimi tre lustri a forza di chiederci cosa serve e cosa non serve, in realtà, ci siamo tutti impoveriti. A forza di ragionare in questo modo ci siamo creati un deficit di pensiero e di attenzione all’anima, come ha ben compreso Benedetto XVI. Certo si potrebbe obiettare che oggi la Chiesa ha ben altre priorità, come l’evangelizzazione. Ma con il "benaltrismo" si fa poco, anche perché io credo che oggi la riscoperta del latino non abbia solo un valore fondativo, di ritorno alle radici. In realtà questo rilancio può offrire un contraltare alla modernità, può essere sanamente e positivamente antagonistico al presente.

E in che modo questo sarebbe costruttivo?
Il latino è una lingua tutta imperniata sulla temporalità, sul verbo, è una lingua «sub specie temporis». Questo è il «di più» della riscoperta della lingua e della cultura latina oggi, in un momento in cui tutto è sincronico e c’è la dittatura del presente. In latino anche l’«ordo verborum», l’ordine delle parole, ti fa riscoprire la dimensione del tempo e la vita dell’uomo è tempo. Noi oggi abbiamo bisogno della storia. Inoltre il latino insegna la complessità.

Lei auspica, insomma, che tutti studino il latino?
No, non penso che tutti obbligatoriamente debbano sapere il latino. Ma credo che, come ha saputo ben cogliere anche Ratzinger, il latino sia una ricchezza da spendere. Per questo sono convinto della necessità che nella Chiesa e nelle università ci sia ancora chi capisce il latino, lo insegna e lo sa scrivere. È necessario per permetterci di continuare oggi a essere mediatori culturali: per tradurre i padri, gli autori classici e tutto il patrimonio della Chiesa bisogna sottoporre i testi alle sollecitazioni del tempo attuale e allora a domande nuove bisogna dare risposte nuove. È falsa, insomma, la contrapposizione tra i «progressisti» che sono per l’inglese e internet e i «conservatori» che sono per il latino.     Continua a leggere... 

sabato 3 maggio 2014

«Tutte le volte che sospiro e respiro, io aspiro a voi, o Gesù e Maria», diceva un santo.

In Conceptione tua Virgo Immaculata fuisti.
Ora pro nobis Patrem cujus Filium peperisti.


46. BISOGNA INVOCARE MARIA. 

- Di Maria si può dire, come della Sapienza, che «sfavilla, e il suo
splendore non patisce oscuramento; chi l'ama la vede, e chi la cerca, facilmente la trova. Essa precorre coloro che la cercano e si manifesta loro la prima» (Sap. VI, 13-14). Colui che invoca Maria, la desidera, la conosce, l'ama, la trova; e desiderare, conoscere amare e trovare Maria è per il cristiano il massimo dei tesori. «Pensare a lei, dice ancora il Savio, è somma saggezza; vigilare per amor suo, reca pronta sicurezza » (Sap. VI, 16).



Quando soffia il vento delle tentazioni, dice S. Bernardo, quando le spine delle tribolazioni vi lacerano, guardate alla stella, invocate Maria. - Se la collera, l'avarizia e la voluttà minacciano di sommergere la fragile vostra barchetta, volgetevi pronti a guardare Maria. - Se il peso dei vostri misfatti vi accascia, se il misero stato della vostra coscienza vi rattrista, se cominciate a turbarvi e a perdervi di coraggio all'idea del tremendo giudizio di Dio, pensate a Maria. - Nei pericoli, nelle angustie, nelle dubbiezze, pensate a Maria, invocate Maria; non cessi mai di essere nelle vostre labbra, non si parta mai dal vostro cuore (Homil. II sup. Missus).



«Tutte le volte che sospiro e respiro, io aspiro a voi, o Gesù e Maria», diceva un santo. Chi cerca Maria e l'invoca, la trova ben presto e attinge in abbondanza da lei, come da un mare, ogni sorta di aiuto e di beni. Anzi, come disse il concilio di Blois, instituendo la festa della Visitazione della Santa Vergine, Maria non aspetta di essere pregata per esaudire, ma previene, secondo l'uso della sua, clemenza, le preghiere di coloro che a lei intendono ricorrere.


S. Anselmo, per incoraggiare i fedeli ad invocare spesso e con fiducia Maria, non dubita di asserire che si ottiene talora più presto il desiderato soccorso invocando il nome di Maria, che non quello di Gesù; non perché ella sia più grande e più potente di lui, poiché non Gesù da Maria, ma Maria da Gesù trae la sua grandezza e potenza, ma perché Gesù è il Signore ed il giudice di tutti, egli discerne e pesa i meriti di ciascuno. Quando pertanto non esaudisce chi invoca il suo nome, egli fa da giudice e tratta secondo giustizia; al contrario quando uno invoca il nome di Maria, ancorché non meriti di essere esaudito, i meriti di Maria intercedono per lui. Ella si diporta da madre, non da giudice (De excell. Virg. 1. 1).

AMDG et BVM


Cristiada, film

“Cristiada”, guarda qui il film censurato in Italia

CristerosGli appassionati di cinema sapranno che il film hollywoodiano“Cristiada”, diretto da Dean Wright con attori del calibro di Andy Garcia, Peter O’Toole e Eva Longoria, in Italia (e in molti Paesi) non è, non vuole essere e non sarà mai distribuito (alcuni parlano di vera e propria censura).
Il film si basa sulla guerra dei cristeros (1926 – 1929), combattuta dai cattolici messicani contro il governo anticlericale e massonico del presidente Plutarco Elías Calles che osteggiò e perseguitò violentemente la Chiesa cattolica. Il dittatore, fanatico robespierriano ed emulatore della Rivoluzione francese, adottò una Costituzione ossessivamente laicista, la cui ideologia massonico-leninista intendeva “modernizzare” il Paese liberandolo dalla «superstizione».  Vennero espulsi preti e vescovi che si opponevano al progetto di una «chiesa nazionale» scissa da Roma e agli ordini del solo governo (come oggi in Cina). Seguirono abolizione degli ordini religiosi, confische, divieto di ogni attività per i cattolici. Chiese, conventi, seminari, scuole, istituti di carità, furono chiusi o confiscati, fino ad impedire l’accesso ai sacramenti ai fedeli. La popolazione cominciò così una protesta non violenta, ma la totale assenza di libertà religiosa fece impugnare le armi ad alcuni, sostenuti dal popolo e dai sacerdoti. Se Cesare diventa un tiranno, il popolo ha diritto di difendere la propria libertà, la propria anima. I generali dell’Esercito Federale pensavano di sconfiggere in breve tempo quegli insorti inesperti e male organizzati, guidati dal generale ateo ed eroe di guerra Enrique Gorostieta. Nonostante l’appoggio logistico degli Usa che consentiva ai federali di non cedere, l’organizzazione si consolidò in pochi mesi, anche perché sostenuta da gran parte della società civile. Parteciparono milioni di persone ma la reazione dello Stato fu rabbiosa: massacri indiscriminati, campi di concentramento, impiccagioni di massa. 
Non furono le armi a sconfiggere i Cristeros ma la diplomazia internazionale con gli Arreglos del 1929. La «Cristiada» stava procurando troppi lutti, la guerra rischiava di durare, occorreva un cessate il fuoco. Il vescovo Pascual Díaz riuscì a far firmare gli accordi senza immaginare che per 10 anni il governo li avrebbe traditi. Quando deposero le armi, i Cristeros furono uccisi a migliaia dai nemici, per vendetta. Il primo a raccontare con equilibrio questa storia dopo decenni d’oblio è stato lo storico francese Jean Meyer. Partito da posizioni ostili, egli ha cambiato il suo giudizio sui Cristeros sino ad arrivare, addirittura, alla conversione.  Come spiegato da padre Francisco Elizalde, missionario messicano, «il governo di Calles non volle mai trattare. Prima si percorsero vie diplomatiche e pacifiche, ma, poi, visto che era tutto inutile, il popolo dovette impugnare le armi. Fu l’exstrema ratio. E fu necessaria, perché un cristiano non può vivere senza i sacramenti. Tanto che, se non li appoggiò ufficialmente, la Chiesa non condannò mai l’azione dei Cristeros». Da qualche mese è uscito il libro di Mario IannacconeCristiada. L’epopea dei Cristeros in Messico (Lindau 2013).


AVE MARIA PURISSIMA!

venerdì 2 maggio 2014

27 Giugno 2012 – DIO PADRE: IO RIVELO I MIEI PIANI FUTURI PER I NUOVI CIELI E LA NUOVA TERRA.


27 Giugno 2012 – Dio Padre: Io rivelo i Miei piani futuri per i Nuovi Cieli e la Nuova Terra.

Mia figlia carissima, oggi rivelo a tutti i Miei Figli i Miei piani futuri per i Nuovi Cieli e la Nuova Terra.
Quando si fonderanno in un unico glorioso Paradiso ci saranno dodici nazioni.
Queste nazioni saranno fra quelle che hanno dimostrato fedeltà a Me, Dio Padre, Mio Figlio Gesù Cristo e la Madre di Dio, Regina del Cielo.
I dispersi saranno raccolti per riunirsi alle altre nazioni come uno, uniti come una Sacra Famiglia.
Il Mio Volere sarà onorato. Avrete tutti il dono del libero arbitrio, ma esso sarà intrecciato con il Mio. Solo allora la verità del Paradiso verrà rivelata davvero.
Le Mie dodici nazioni sono rappresentate dalle dodici stelle sulla donna nell’Apocalisse.

La donna è la Madre di Dio, ed indossa le dodici stelle per un duplice motivo.
I dodici apostoli hanno aiutato Mio figlio ad innalzare la Sua Chiesa sulla Terra.

Le dodici nazioni appositamente scelte formeranno l’unica vera Chiesa apostolica sulla Nuova Terra, quando Cielo e Terra si fonderanno insieme nel Mio Nuovo Paradiso Glorioso.
Questo è il momento che Io ho atteso pazientemente.
La Mia Volontà Divina, che creò il Paradiso per Adamo ed Eva, e che questi gettarono via a causa della tentazione del maligno, sarà fatta, e il Paradiso questa volta sarà perfetto.
Mio Figlio, Re dell’Umanità, Re dell’universo, regnerà sopra il Mio Nuovo Paradiso sulla Terra.
Egli nominerà i leader di ogni nazione fra quelle unite dalla Mia Volontà Divina.
La gente di quelle nazioni onorerà Mio Figlio nel modo che merita, l’unico modo, nella pace e nell’amore reciproci.
Sua Madre Santissima, la Madre della Salvezza, è stata incoronata Regina del Cielo e regnerà anche come regina del Nuovo Paradiso.
La sua incoronazione in Cielo fu una speciale Manifestazione Divina del suo ruolo nella futura salvezza del mondo.
È stata incoronata in grande onore e splendore per il ruolo che ha svolto, non solo come Madre di Dio e come sposa dello Spirito Santo, ma anche come Madre di Salvezza, a cui è stato dato il potere di distruggere Satana.
È stato il Mio Figlio Prediletto che con amore pose la corona di dodici stelle sul capo della Madre di Dio a sua Incoronazione.
Sarà Mio Figlio che poserà la corona sulla sua testa, nel Nuovo Paradiso, come Regina di tutti i Figli di Dio.
Il Mio Piano Divino per salvare l’umanità è già iniziato.
È Mio desiderio che questa missione Mi aiuti a raccogliere le anime perdute in ogni angolo della terra, ed a salvarle dal nemico prima che sia troppo tardi.
Il Mio intervento Divino proverà il Mio amore per tutti i Miei figli.
Niente è impossibile. Niente è senza speranza nella Mia battaglia contro l’esercito di Satana.
Vi porterò un nuovo mondo che vi stupirà in tutto il suo splendore magnifico. È pronto.

La sua bellezza ed il suo splendore sono oltre la vostra capacità umana di immaginare.
Quando testimonierete tutto questo, avrete la vita eterna.
Pregate che quei poveri bambini Miei che non credono in Me, Dio l’Altissimo, che non obbediscono alle Mie leggi e che commettono terribili atrocità l’uno contro l’altro, si pentano.
Non voglio perdere neanche uno dei Miei figli.
Aiutatemi a portar loro questa meravigliosa e gloriosa eredità. Purtroppo devono accettarla per loro spontanea volontà.
Vi amo, bambini, con una passione sconosciuta per l’umanità.
Venite a Me attraverso Mio Figlio come se foste uno.
Il tempo per il Nuovo Paradiso sulla terra è molto vicino, ma vi è stato accordato il tempo per aiutare l’umanità a convertirsi attraverso questa Missione del 7 ° angelo sulla terra, che lavora con Mio Figlio per portare la Mia famiglia a Me.
Il Vostro Padre Amorevole

Creatore di tutte le cose visibili e invisibili

Dio, l’Altissimo