sabato 1 marzo 2014

I Giovanni di Gesù eucaristico.



I Giovanni di Gesù eucaristico.

«Sacerdoti miei prediletti, oggi è la vostra festa.
È il giorno che ricorda l'ultima Cena, l'istituzione della Eucarestia e del 
nuovo Sacerdozio nel Cenacolo di Gerusalemme.
È la vostra festa, perché spiritualmente nel Cenacolo eravate presenti 
anche voi, a cui è stato partecipato il Sacerdozio ministeriale di Gesù.
Sono la Mamma di voi Sacerdoti, perché da Gesù mi siete stati affidati, in 
maniera particolare, nella persona del vostro fratello Giovanni.

Entrate oggi nel Cenacolo del mio Cuore Immacolato.
Apritemi la porta della vostra casa sacerdotale, perché vi possa entrare 
come Mamma che vi ama, vi forma e vi conduce, assecondando anche 
il desiderio che oggi, con la sua lettera, vi ha comunicato il mio Papa, 
primo figlio della mia materna predilezione.
È questo il modo più bello di vivere il giovedì santo dell'anno mariano, 
a Me consacrato. 
Allora Io vi conduco a realizzare pienamente il mistero di amore del vostro 
Sacerdozio; vi aiuto ad essere fedeli agli impegni che avete assunto, 
in particolare a quello del celibato; vi indico il cammino che dovete 
percorrere per rispondere a un così grande dono, che vi è stato dato da
mio figlio Gesù.

Vi porto ad essere Sacerdoti secondo il suo Cuore divino e misericordioso.

- Per questo vi faccio crescere in una profonda intimità di vita con 
Me, in maniera semplice e spontanea, in modo che Io possa vivere con voi, 
nella dimora della vostra vita sacerdotale,
come vivevo nella sua casa con l'apostolo Giovanni.

Guardate i bambini come si lasciano condurre dalla mamma, 
seguono le sue indicazioni, ascoltano i suoi insegnamenti, si attendono 
tutto da lei.
Così fate anche voi.
Abituatevi a fare ogni cosa con Me: quando vi alzate, pregate, celebrate 
la santa Messa, recitate la liturgia delle Ore, siete assorbiti dalla 
vostra attività apostolica.
Anche quando rendete più bella la Chiesa, volete fare cose nuove, 
fatele con Me, in spirito di filiale confidenza e di abituale dipendenza.
Allora mai nulla turberà la pace del vostro cuore.
Se il mio Avversario farà di tutto per portarvi al turbamento, troverà 
attorno a voi una corazza impenetrabile e voi sarete sempre immersi in 
una pace inalterabile, sarete condotti alla cima più alta della quiete interiore 
e della contemplazione.

- Vi conduco anche ad una abituale intimità di vita, di amore, 
di adorazione, di ringraziamento e di riparazione a Gesù presente nella 
Eucarestia.
Con lo slancio della fede che vi illumina, con la fiamma dell'amore che vi 
consuma, con la forza di amanti sinceri, di sentinelle vigilanti, voi dovete 
andare al di là dell'apparenza per sperimentare nell'anima la presenza di 
Gesù nella Eucarestia, perché, sotto il candido velo di ogni Ostia 
consacrata,  Gesù è realmente presente fra voi.

Voi non lo potete vedere; è come se foste qui e Lui fosse al di là di una 
porta chiusa.
C'è soltanto questo diaframma, che vi impedisce di vederlo con gli occhi, 
di ascoltarlo con le orecchie, di comunicare con Lui attraverso i sensi 
esterni del corpo.
Ma voi dovete andare oltre le apparenze per fare comunione con Lui, 
attraverso le potenze dell'anima.

Guidaci o Madre, alla salvezza eterna. 

La potenza dell'intelletto vi fa vedere Gesù nello splendore del suo Corpo 
glorioso, come è apparso a Me dopo la sua resurrezione, tutto luce, col 
volto incantevole, con i capelli d'oro, coi suoi occhi di un azzurro intenso, 
coi suoi piedi, che hanno tanto camminato per voi, ancora
illuminati dalle piaghe che lo hanno trafitto, con un sorriso di una bontà 
infinita e con il suo Cuore ferito, da cui scaturiva una fonte luminosa di 
amore e di Grazia.
Vedetelo, con la luce dell'intelletto, nello splendore della Sua divinità.
Gesù vi si rivelerà ancora di più, si comunicherà maggiormente a voi e 
così lo contemplerete in una maniera più bella, di come lo potreste 
vedere con i sensi del corpo.

La potenza della volontà vi orienta a fare sempre il suo divino Volere.
Come una bussola è diretta verso il polo nord, così la vostra volontà viene 
attirata irresistibilmente dal Suo Volere.
Quando qualche volta da esso vi discostate, quasi senza accorgervi, vi è in 
voi una forza che vi dirige nella giusta direzione, perché la vostra volontà 
viene assorbita dalla sua divina Volontà.
Allora la vostra mente diventa sempre più illuminata, perché voi pensate 
come Lui pensa, volete quello che Lui vuole e così vivete in una intimità 
di vita con Gesù che, nella vostra esistenza sacerdotale, adempie ancora 
oggi la sua divina missione di fare la Volontà del Padre:
"- Io vengo, o Dio, a compiere la tua Volontà. - Non la mia, ma la tua 
Volontà sia fatta".

Con la potenza dell'amore venite attirati irresistibilmente dal suo Cuore 
divino e misericordioso.
Figliolini miei, il vostro cuore si immerga completamente nel suo 
Cuore Eucaristico, perché possiate entrare in una personale intimità di 
vita con Lui.
Allora Gesù prende il vostro piccolo cuore, lo apre, lo dilata, lo riempie 
del Suo amore. Lui ama in voi e voi amate in Lui e così venite sempre 
più immersi nel vortice stupendo della sua divina e perfetta carità.
Allora come Giovanni era l'apostolo prediletto, chiamato ad avere una 
profonda intimità di vita con Gesù, vivente nel suo Corpo umano, così voi 
diventate i nuovi Giovanni, chiamati ad avere una profonda intimità di vita 
col suo Corpo glorioso, realmente presente in stato di vittima e
nascosto sotto le apparenze del Pane consacrato, che è custodito in 
ogni Tabernacolo della terra.

Figli prediletti, cercate Gesù per appagare la vostra sete di beatitudine; 
andate da Lui per soddisfare il vostro grande bisogno di amore; 
posate anche voi il capo sul suo Cuore, per sentire il suo battito; 
vivete sempre con Lui, voi che siete chiamati ad essere i Giovanni di
Gesù Eucaristico.

- Vi confido ora il mio materno volere che Gesù Eucaristico trovi, 
nelle vostre Chiese, la sua regale Reggia, dove viene onorato ed 
adorato dai fedeli, ove è anche perennemente circondato
da innumerevoli schiere di Angeli, di Santi e di anime purganti.

Fate in modo che il Santissimo Sacramento venga ancora circondato 
di fiori e di luci, come segni indicativi del vostro amore e della vostra 
tenera pietà. Esponetelo frequentemente alla venerazione dei fedeli; 

moltiplicate le ore di adorazione pubblica per riparare l'indifferenza,
gli oltraggi, i numerosi sacrilegi e la terribile profanazione, a cui viene 
sottoposto durante le
messe nere, un culto diabolico e sacrilego, che sempre più si diffonde e 
che ha come vertice atti innominabili ed osceni verso la Santissima 
Eucarestia.
Per questo il mondo è immerso nella notte più profonda, nella tenebra 
del peccato e della impurità, dell'egoismo e dell'odio, dell'avarizia e 
della empi età ed ormai pare che non vi sia più nulla capace di 
trattenerlo dal cadere in un abisso senza fine.
Ma la grande ora della giustizia e della divina misericordia è ormai giunta.
A voi, miei Sacerdoti prediletti, che siete chiamati ad essere la Luce 
del mondo, tocca ora il compito di illuminare la terra, in questi giorni 
di densa oscurità.
Allora oggi vi domando di lasciarmi entrare nella casa della vostra vita 
sacerdotale, perché è giunta anche l'ora del trionfo in voi 
del Cuore Immacolato della vostra Mamma Celeste».

(Dongo (Como), 31 marzo 1988. Giovedì Santo. MSM)


SAN GIUSEPPE


PREGHIERA DI SUA SANTITÀ PIO XII
A SAN GIUSEPPE ARTIGIANO*

 

O glorioso Patriarca S. Giuseppe, umile e giusto artigiano di Nazareth, che hai dato a tutti i cristiani, ma specialmente a noi, l'esempio di una vita perfetta nell'assiduo lavoro e nell'ammirabile unione con Maria e Gesù, assistici nella nostra fatica quotidiana, affinché anche noi, artigiani cattolici, possiamo trovare in essa il mezzo efficace di glorificare il Signore, di santificarci e di essere utili alla società in cui viviamo, ideali supremi di tutte le nostre azioni.
Ottienici dal Signore, o Protettore nostro amatissimo, umiltà e semplicità di cuore, affezione al lavoro e benevolenza per quelli che ci sono in esso compagni, conformità ai divini voleri nei travagli inevitabili di questa vita e letizia nel sopportarli, consapevolezza della nostra specifica missione sociale e senso della nostra responsabilità, spirito di disciplina e di orazione, docilità e rispetto verso i superiori, fraternità verso gli uguali, carità e, indulgenza coi dipendenti. Accompagnaci nei momenti prosperi, quando tutto c'invita a gustare onestamente i frutti delle nostre fatiche; ma sostienici nelle ore tristi, allorché il cielo sembra chiudersi per noi e perfino gli strumenti del lavoro paiono ribellarsi nelle nostre mani.
Fa che, a tua imitazione, teniamo, fissi gli occhi sulla Madre nostra Maria, tua sposa dolcissima, che in un angolo della tua modesta bottega silenziosa filava, lasciando scorrere sulle sue labbra il più soave sorriso; e non allontaniamo lo sguardo da Gesù, che si affannava teco al tuo banco di falegname; affinché in tal guisa possiamo condurre sulla terra una vita pacifica e santa, preludio di quella eternamente felice che ci attende nel cielo, per tutti i secoli dei secoli. Così sia!

Die 11 Martii 1958
Ssmus  D. N. Pius Div. Prov. Pp. XII partialem trium annorum Indulgentiam benigne tribuere dignatus est in favorem opificum, qui supra relatam orationem saltem corde contrito ac devote recitaverint. Contrariis non obstantibus quibuslibet.
N. Card. CANALI, Paenitentiarius Maior
S. Luzio, Regens


L. + S.

*Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, XX,
Ventesimo anno di Pontificato, 2 marzo - 9 ottobre 1958, p. 535
Tipografia Poliglotta Vaticana


A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, o Padre amatissimo, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo.
AMEN.
Nel nome dei Padre e dei Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

1. O S. Giuseppe, mio protettore ed avvocato, a te ricorro, affinché m'implori la grazia, per la quale mi vedi gemere e supplicare davanti a te. E' vero che i presenti dispiaceri e le amarezze che sono forse il giusto castigo dei miei peccati. Riconoscendomi colpevole, dovrò per questo perdere la speranza di essere aiutato dal Signore? "Ah! No!" - mi risponde la tua grande devota Santa Teresa – "No certo, o poveri peccatori. Rivolgetevi in qualunque bisogno, per grave che sia, alla efficace intercessione dei Patriarca S. Giuseppe; andate con vera fede da Lui e resterete certamente esauditi nelle vostre domande". Con tanta fiducia, mi presento, quindi, davanti a Te e imploro misericordia e pietà. Deh!, per quanto puoi, o San Giuseppe prestami soccorso nelle mie tribolazioni. Supplisci alla mia mancanza e, potente come sei, fa che, ottenuta per la tua pia intercessione la grazia che imploro, possa ritornare al tuo altare per renderti l'omaggio della mia riconoscenza.

Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.

2. Non dimenticare, o misericordioso S. Giuseppe, che nessuna persona al mondo, per grande peccatrice che, fosse, è ricorsa a te, rimanendo delusa nella fede e nella speranza in te riposte. Quante grazie e favori hai ottenuto agli afflitti! Ammalati, oppressi, calunniati, traditi, abbandonati, ricorrendo alla tua protezione sono stati esauditi. Deh! non permettere, o gran Santo che io abbia ad essere il solo, fra tanti, a rimanere privo dei tuo conforto. Mostrati buono e generoso anche verso di me, ed io, ringraziandoti, esalterò in te la bontà e la misericordia dei Signore.

Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.

3. O eccelso Capo della Sacra Famiglia, io ti venero profondamente e di cuore t'invoco. Agli afflitti, che ti hanno pregato prima di me, hai concesso conforto e pace, grazie e favori. Degnati quindi di consolare anche l'animo mio addolorato, che non trova riposo in mezzo alle ingiustizie da cui è oppresso. Tu, o sapientissimo Santo, vedi in Dio tutti i miei bisogni prima ancora che io te li esponga con la mia preghiera. Tu dunque sai benissimo quanto mi è necessaria la grazia che ti domando. Nessun cuore umano mi può consolare; da te spero d'essere confortato, date, o glorioso Santo. Se mi concedi la grazia che con tanta insistenza io domando, prometto di diffondere la devozione verso di te, di aiutare e sostenere le opere che, nel tuo Nome, sorgono a sollievo di tanti infelici e dei poveri morenti. O. S. Giuseppe, consolatore degli afflitti, abbi pietà dei mio dolore!

Padre Nostro – Ave Maria – Gloria.
(Ripetere la novena per i restanti giorni.)
Sette suppliche a San Giuseppe.
O Dio, vieni in mio aiuto.
Signore, vieni presto in mio soccorso.

Gloria al Padre...

1. Amabilissimo S. Giuseppe, per l'onore che ti concedette l'eterno Padre, innalzandoti a fare le sue veci in terra col suo Figlio Gesù, ed esserne padre putativo, ottienimi Dio la grazia che da desidero.
Gloria al Padre...

2 Amabilissimo S. Giuseppe, per l’amore che ti portò Gesù, riconoscendoti qual tenero padre ed obbedendoti qual rispettoso figlio, implorami da Dio la grazia che ti domando.

Gloria al Padre...


3. Purissimo S. Giuseppe, per la grazia specialissima che ricevesti dallo Spirito Santo, quando ti diede in sposa la stessa sua sposa, Madre nostra carissima, implorami da Dio la grazia tanto desiderata.

Gloria al Padre...

4.  Tenerissimo S. Giuseppe, per l'amore purissimo con cui amasti Gesù come tuo Figlio e Dio, e Maria come tua diletta sposa, prega l'altissimo Iddio, che mi conceda la grazia per cui ti supplico

Gloria al Padre...

5.  Dolcissimo S. Giuseppe, per il godimento grandissimo che sentiva il tuo cuore conversando con Gesù e Maria e loro servendo, mi conceda il misericordiosissimo Iddio la grazia che tanto bramo.

Gloria al Padre..

6. Fortunatissimo S. Giuseppe, per la bella sorte che avesti di morire fra le braccia di Gesù e di Maria, e di essere confortato nella tua agonia e morte, mi ottenga la potente tua intercessione da Dio la grazia per cui ti prego.

Gloria al Padre...

7. Gloriosissimo S. Giuseppe, per la riverenza che ha per te tutta la Corte celeste, come Padre putativo di Gesù e sposo di Maria, esaudisci le suppliche che con viva fede ti faccio, ottenendomi la grazia che tanto desidero. Così sia.

Gloria al Padre...

– Prega per noi, o beato Giuseppe.
– Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo:
Dio onnipotente, che nel tuo disegno di amore hai voluto affidare gli inizi della nostra redenzione alla custodia premurosa di S. Giuseppe, per sua intercessione, concedi alla Chiesa la stessa fedeltà nel condurre a compimento l’opera di salvezza. Per Cristo, nostro Signore. Amen.
A San Giuseppe lavoratore.
(1° Maggio)

O San Giuseppe, padre putativo di Gesù e sposo purissimo di Maria, che a Nazareth hai conosciuto la dignità e il peso del lavoro, accettandolo in ossequio alla volontà del Padre e per contribuire alla nostra salvezza, aititaci a fare del lavoro quotidiano un mezzo di elevazione; insegnaci a fare del luogo di lavoro una 'Comunità di persone', unita dalla solidarietà e dall'amore; dona a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, la salute, la serenità e la fede; fà che i disoccupati trovino presto una dignitosa occupazione e che coloro che hanno onorato il lavoro per una vita intera, possano godere di un lungo e meritato riposo.Te lo chiediamo per Gesù, nostro Redentore, e per Maria, Tua castissima Sposa e nostra carissima Madre. Amen




venerdì 28 febbraio 2014

El Apocalipsis

El Apocalipsis

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Capítulo 10: Apocalipsis 10

1 Vi también a otro Ángel poderoso, que bajaba del cielo envuelto en una nube, con el arcoiris sobre su cabeza, su rostro como el sol y sus piernas como columnas de fuego.

2 En su mano tenía un librito abierto. Puso el pie derecho sobre el mar y izquierdo sobre la tierra, 3 y gritó con fuerte voz,  como ruge el león.  Y cuando gritó, siete truenos hicieron oír su fragor.

4 Apenas hicieron oír su voz los siete truenos, me disponía a escribir, cuando oí una voz del cielo que decía: " Sella lo que han dicho los siete truenos y no lo escribas".

5 Entonces el Ángel que había visto yo de pie sobre el mar y la tierra,  levantó al cielo su mano derecha 6  y juró por el que vive por los siglos  de los siglos,  el que creó el cielo y cuanto hay en él, la tierra  y cuanto hay en ella,  el mar  y cuanto hay en él: "¡Ya no habrá dilación! 7 sino que en los días en que se oiga la voz del séptimo Ángel, cuando se ponga a tocar la trompeta, se habrá consumado el Misterio  de Dios, según lo había anunciado como buena nueva  a sus siervos los profetas." 

8 Y la voz de cielo que yo había oído me habló otra vez y me dijo: "Vete, toma el librito que está abierto en la mano del Ángel, el que está de pie sobre el mar y sobre la tierra."

9 Fui donde el Ángel y le dije que me diera el librito. Y me dice: "Toma, devóralo; te amargará las entrañas, pero en tu boca será dulce como la miel."

10 Tomé el librito de la mano del Ángel y  lo devoré; y fue mi boca dulce como la miel;  pero, cuando lo comí, se me amargaron las entrañas.

11 Entonces me dicen: "Tienes que profetizar otra vez contra muchos pueblos, naciones, lenguas y reyes."

LaSantaBiblia.com.ar
Fuente: Catholic.net

Virgen y Dios

Dios

martedì 25 febbraio 2014

Gracias querido Papa Benedicto XVI

Una buena Confesión



Una buena Confesión

02.06.2013 21:59
La Iglesia nos propone cinco pasos a seguir para hacer una buena confesión y aprovechar así al máximo las gracias de este maravilloso sacramento.
Estos pasos expresan simplemente un camino hacia la conversión, que va desde el análisis de nuestros actos, hasta la acción que demuestra el cambio que se ha realizado en nosotros.

Oración para antes de la Confesión
Señor, ilumíname para verme tal como Vos me veis y dadme la gracia de arrepentirme, verdadera y efectivamente de mis pecados. Oh Virgen Santísima ayudadme a hacer una buena confesión.

Consideraciones preliminares:
  • ¿Alguna vez dejé de confesar un pecado grave o conscientemente disfracé o escondí el tal pecado?
Nota: Esconder deliberadamente un pecado mortal, invalida la confesión y es igualmente pecado mortal. Recuérdese que la confesión es privada y sujeta a Sigilo Sacramental, lo que quiere decir es pecado mortal que un sacerdote revele a quien quiera que sea, la materia de una confesión y si, cualquier sacerdote hiciere esto, este delito es castigado por la Iglesia, con la excomunión de este sacerdote.
  • ¿Alguna vez fui irreverente con este Sacramento, no examinando mi conciencia con el debido cuidado?
  • ¿Alguna vez dejé de cumplir la penitencia que el sacerdote me impuso?
  • ¿Tengo cualesquiera hábitos de pecado grave que deba confesar pronto en el inicio (por ejemplo impureza, alcoholismo, etc.)?

1. Examen de Conciencia
Ponernos ante Dios que nos ama y quiere ayudarnos. Analizar nuestra vida y abrir nuestro corazón sin engaños. Puedes ayudarte de una Guía para el exámen de Conciencia.

2. Arrepentimiento. Sentir un dolor verdadero de haber pecado porque hemos lastimado al que más nos quiere: Dios.

3. Propósito de no volver a pecar. Si verdaderamente amo, no puedo seguir lastimando al amado. De nada sirve confesarnos si no queremos mejorar. Podemos caer de nuevo por debilidad, pero lo importante es la lucha, no la caída.

4. Decir los pecados al confesor. El Sacerdote es un instrumento de Dios. Hagamos a un lado la “vergüenza” o el “orgullo” y abramos nuestra alma, seguros de que es Dios quien nos escucha.

5. Recibir la absolución y cumplir la penitenciaEs el momento más hermoso, pues recibimos el perdón de Dios. La penitencia es un acto sencillo que representa nuestra reparación por la falta que cometimos.



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