martedì 11 febbraio 2014

BENEDETTO ha ragione: tutto davvero ricomincia da Cristo. Possiamo solo tornare alla sorgente».

martedì 4 dicembre 2012

BENEDETTO ha ragione: «Tutto deve ricominciare da Cristo»

Per una coincidenza che ritengo straordinaria, un mio amico sacerdote mi invia ieri sera l'estratto di un libro e mi parla della figura di Michel-Marie Zanotti-Sorkine, un Parroco marsigliese che, ora, ritrovo in un articolo di Marina Corradi su Avvenire del 29 novembre scorso, che pubblico di seguito, segnalato e commentato oggi da Magister: è da lì che ho ripreso anche  l'immagine del suo volto, che non conoscevo. Ringraziamo il Signore e verifichiamo come ancora una volta il Sacerdote non deve far altro che il sacerdote (docente-guida-santificatore: il «triplice munus») per conquistare anime al Signore e al Suo Regno.
Domani pubblicherò l'estratto in italiano del suo libro Au diable la tiédeur (Al diavolo la tiepidezza), che si divide in due parti. La prima è rivolta ai sacerdoti: 50 pagine di pensieri, consigli, sentenze semplici e forti per ridefinire il loro sacerdozio. La seconda è destinata ai fedeli per ricordare le basi della religione cattolica e far luce sui comportamenti e virtù che aiutano a vivere. Sta avendo grande successo. Uscito nell'ottobre scorso, ha già venduto più di 15.000 copie.


Quella tonaca nera svolazzante sulla rue Canabière, tra una folla più maghrebina che francese, ti fa voltare. Toh, un prete, e vestito come una volta, per le strade di Marsiglia. Un uomo bruno, sorridente, eppure con un che di riservato, di monacale. E che storia, alle spalle: cantava nei locali notturni di Parigi, solo otto anni fa è stato ordinato e da allora è parroco qui, a Saint-Vincent-de-Paul.

Ma la storia in realtà è anche più complicata: Michel-Marie Zanotti-Sorkine, 53 anni, discende da un nonno ebreo russo, immigrato in Francia, che prima della guerra fece battezzare le figlie. Una di queste figlie, scampate all’Olocausto, ha messo al mondo padre Michel-Marie, che per parte paterna è invece mezzo corso e mezzo italiano. (Che bizzarro incrocio, pensi: e guardi con stupore la sua faccia, cercando di capire com’è un uomo, con dietro un tale nodo di radici). Ma se una domenica entri nella sua chiesa gremita, e ascolti come parla di Cristo con semplici quotidiane parole; e se osservi la religiosa lentezza dell’elevazione dell'ostia, in un silenzio assoluto, ti domandi chi sia questo prete, e cosa in lui affascini, e faccia ritornare chi è lontano.

Infine ce l’hai davanti, nella sua canonica bianca, claustrale. Sembra più giovane dei suoi anni; non ha quelle rughe di amarezza che marchiano col tempo la faccia di un uomo. Una pace addosso, una letizia che stupisce. Ma lei chi è?, vorresti chiedergli immediatamente.

Davanti a un pasto frugale, cenni di una vita intera. Due splendidi genitori. La madre, battezzata ma solo formalmente cattolica, lascia che il figlio frequenti la Chiesa. La fede gli è contagiata «da un vecchio prete, un salesiano in talare nera, uomo di fede generosa e smisurata». Il desiderio, a otto anni, di essere sacerdote. A tredici perde la madre: «Il dolore mi ha devastato. E però non ho mai dubitato di Dio". L’adolescenza, la musica, e quella bella voce. I piano bar di Parigi potranno sembrare poco adatti a discernere una vocazione religiosa. Eppure, intanto che la scelta lentamente matura, i padri spirituali di Michel-Marie gli dicono di restare nelle notti parigine: perché anche lì c’è bisogno di un segno. La vocazione infine preme. Nel 1999, a 40 anni, si avvera il desiderio infantile: sacerdote, e in talare, come quel vecchio salesiano.

Perché la talare? «Per me – sorride – è una divisa da lavoro. Vuole essere un segno per chi mi incontra, e soprattutto per chi non crede. Così sono riconoscibile come sacerdote, sempre. Così per strada sfrutto ogni occasione per fare amicizia. Padre, mi chiede uno, dov’è la posta? Venga, l’accompagno, rispondo io, e intanto si parla, e scopro che i figli di quell’uomo non sono battezzati. Me li porti, dico alla fine; e spesso quei bambini, poi, li battezzo. Cerco in ogni modo di mostrare con la mia faccia un’umanità buona. L’altro giorno addirittura – ride – in un bar un vecchio mi ha chiesto su quali cavalli puntare. Io gli ho dato i cavalli. Ho chiesto scusa alla Madonna, fra me: ma sai, le ho detto, è per fare amicizia con quest’uomo. Come diceva un prete, che è stato mio maestro, a chi gli chiedeva come convertire i marxisti: 'Occorre diventare loro amici', rispondeva».

Poi, in chiesa, la messa è severa e bella. Il prete affabile della Canabière è un prete rigoroso. Perché cura tanto la liturgia? «Voglio che tutto sia splendente attorno all’eucarestia. Voglio che all’elevazione la gente capisca che Lui è qui, davvero. Non è teatro, non è pompa superflua: è abitare il Mistero. Anche il cuore ha bisogno di sentire».

Lui insiste molto sulla responsabilità del sacerdote, anzi in un suo libro – ha scritto numerosi libri, e scrive ancora, a volte, canzoni – afferma che un sacerdote che abbia la chiesa vuota si deve interrogare e dire: «È a noi che manca il fuoco». Spiega: «Il sacerdote è 'alter Christus', è chiamato a riflettere in sé Cristo. Questo non significa chiedere a noi stessi la perfezione; ma essere consci dei nostri peccati, della nostra miseria, per poter comprendere e perdonare chiunque si presenti in confessionale».

In confessionale, padre Michel-Marie va tutte le sere, con assoluta puntualità, alle cinque, sempre. (La gente, dice, deve sapere che il prete c’è, comunque). Poi resta in sacristia fino alle undici, per chiunque desideri andarci: «Voglio dare il segno di una disponibilità illimitata». A giudicare dal continuo pellegrinaggio di fedeli, a sera, si direbbe che funzioni. Come una domanda profonda che emerga da questa città, apparentemente lontana. Cosa vogliono? «La prima cosa è sentirsi dire: tu sei amato. La seconda: Dio ha un progetto su di te. Non bisogna farli sentire giudicati, ma accolti. Occorre far capire che l’unico che può cambiare la loro vita è Cristo. E Maria. Due sono le cose che secondo me permettono un ritorno alla fede: l’abbraccio mariano, e l’apologetica appassionata, che tocca il cuore».

«Chi mi cerca – continua – prima di tutto domanda un aiuto umano, e io cerco di dare tutto l’aiuto possibile. Non dimenticando che il mendicante ha bisogno di mangiare, ma ha anche un’anima. Alla donna offesa dico: mandami tuo marito, gli parlo io. Ma poi, quanti vengono a dire che sono tristi, che vivono male... Allora chiedo: da quanto lei non si confessa? Perché so che il peccato pesa, e la tristezza del peccato tormenta. Mi sono convinto che ciò che fa soffrire tanta gente è la mancanza dei sacramenti. Il sacramento è il divino alla portata dell’uomo: e senza questo nutrimento non possiamo vivere. Io vedo la grazia operare, e che le persone cambiano».

Giornate totalmente donate, per strada, o in confessionale, fino a notte. Dove prende le forze? Lui – quasi pudicamente, come si parla di un amore – dice di un profondo rapporto con Maria, di una confidenza assoluta con lei: «Maria è l’atto di fede totale, nell’abbandono sotto alla Croce. Maria è assoluta compassione. È pura bellezza offerta all’uomo». E ama il rosario, l’umiltà del rosario, il prete della Canabière: «Quando confesso, spesso dico il rosario, il che non mi impedisce di ascoltare; quando do la comunione, prego». Lo ascolti intimidita. Ma allora, tutti i preti dovrebbero avere una dedizione assoluta, quasi da santi? "Io non sono un santo, e non credo che tutti i preti debbano essere santi. Però possono essere uomini buoni. La gente sarà attratta dal loro volto buono».

Problemi, in strade a così forte presenza di musulmani immigrati? No, dice semplicemente: «Rispettano me e questa veste». In chiesa accoglie chiunque con gioia: «Anche le prostitute. Do loro la comunione. Che dovrei dire? Diventate oneste, prima di entrare qui? Cristo è venuto per i peccatori e io ho l’ansia, nel negare un sacramento, che lui un giorno me ne possa rendere conto. Ma noi sappiamo ancora la forza dei sacramenti? Ho il dubbio che abbiamo troppo burocratizzato l’ammissione al battesimo. Penso al battesimo di mia madre ebrea, che, quanto alla richiesta di mio nonno, fu un atto solo formale: eppure, anche da quel battesimo è venuto un sacerdote».

E la nuova evangelizzazione? «Vede – dice al congedo, nella sua canonica – più invecchio e più capisco ciò che ci dice Benedetto XVI: tutto davvero ricomincia da Cristo. Possiamo solo tornare alla sorgente».

Più tardi poi lo intravedi da lontano, per strada, con quella veste nera mossa dal passo veloce. «La porto – ti ha detto – perché mi riconosca uno che magari altrimenti non incontrerei mai. Quello sconosciuto, che mi è estremamente caro».
Marina Corradi

NON MIELE MA SALE - NO MIEL MAS SAL


I TIEPIDI LI VOMITERÒ DALLA MIA BOCCA
“Il buon Dio non ha scritto che noi
fossimo il miele della terra, ma il sale”.
Georges Bernanos

“A capo della mia città metterò dei preti e dei poeti:
faranno dischiudere il cuore degli uomini”.
Antoine de Saint-Exupéry


Mi sembra già di sentire il ticchettio delle armi, il ronzio delle parole, il nervosismo degli animi contro di me ‒ destino inevitabile ‒ perché non è lecito che un proprio simile osi aprire una via, anche se su di essa può essersi posata la luce. «Ma chi crede di essere questo povero parroco di città? Vuole riformare la Chiesa (di Francia), spezzando la coesione interna che da cinquant’anni a questa parte costruiamo e rivediamo a suon di assemblee? Ma come può tenersi fuori dal nostro credo, dalle nostre vedute, dai nostri piani definiti nelle tavole rotonde? Ma chi crede di essere?».
Chi? Un uomo, e un uomo libero.

Senza forzare l’apertura mentale di certi preti con gli ingranaggi arrugginiti a forza di restare chiusi, di certi cristiani avviluppati nei loro canoni, infagottati in principi fabbricati da mano d’uomo, fate uno sforzo: la carità, per piacere, voi che dite che la differenza è una ricchezza, concedetemi il diritto di scrivere quello che penso, e di dire quello che credo. Come ogni uomo sono capace delle peggiori cose e delle migliori, di tiepidezza e di ardore, ma datemi una possibilità e lasciate che vi confessi il mio tormento!

Sacerdote della Chiesa cattolica, sono preoccupato del futuro di Dio nelle anime, sia in porto che in mare aperto, cioè sia come pastore sia come apostolo; mi salva il fatto che non potrei allontanarmi dalla barca di Pietro, dei vari Leone, Pio, Paolo, Giovanni, dei due Giovanni Paolo e di Benedetto. Può darsi che questo ultimo punto non sia troppo rassicurante... In ogni caso, nell’ordine stabilito dai vostri piani che pensano a noi tutti i giorni, sembrerebbe che un bambino non possa mai spuntarla con il padre, l’agnello con il lupo, il servo con il padrone, il prete con il vescovo, il singolo con la collettività, tranne, se permettete, nel Vangelo, in cui Cristo porta maliziosamente sul capo la triplice corona di essere illogico, bastian contrario e paradossale.

O sacra tiara, che ci salvi dalla sudditanza alle leggi del tempo e del mondo, che tutti i preti e i loro fedeli ti possano portare: ecco il mio primo appello. Così non lascerò il lago di Tiberiade, mosso dalle onde del Verbo; né il monte Tabor, dove Dio si fece Bellezza; né, quasi in sordina, la casa di Elisabetta dove Maria con il suo Magnificat diede il via alla rivoluzione, quella vera, che consiste nel chiamare in causa se stessi e gli altri, e i sistemi costruiti da poveri esseri umani sempre tentati di render immortali i loro piani.

Sacerdoti, e tutti voi che siete innamorati di Cristo e volete rivelarLo, ho da dirvi due parole, non prendetevela. E le ridico anche a me stesso, perché in tutta verità sono di gran lunga più grandi di me.

In questo libro sono raccolti pensieri apparentemente staccati che sparano a zero su ogni forma di tiepidezza, di mollezza, di leggerezza, di paralisi in materia di fede. Sono per tutti, perché tutti, un giorno o l’altro, ci troviamo a far parte del numero dei fedeli infedeli. Segue la constatazione della mancanza, nell’uomo e nella società, di quello che alcuni chiamano i valori, ma che in fondo sono la vita, quando è retta. In questo piccolo trattato dell’essenziale venti luci hanno la pretesa di rischiarare la strada dell’uomo. In questo momento, secondo me, sono tremolanti: mi auguro che possano non estinguersi.

*

È strano: il 60% dei francesi si dichiara ancora cattolico, tuttavia solo il 4% si accosta alla sorgente dell’Eucaristia, e per citare un solo esempio, nella città di Marsiglia, dove abito attualmente, solo l’1% degli abitanti ricorda l’indirizzo della sua parrocchia.

Cristo che ha promesso di essere con noi fino alla fine del mondo! Ne sono convinto anch’io, come voi, state tranquilli. Tuttavia, per pietà verso Dio che piange nel vedere i suoi figli battezzati star lontani dalla Chiesa e ritenere inutile la sua mediazione, accidenti, apriamo gli occhi! La maggior parte delle nostre parrocchie è infeconda, la Messa non cattura il cuore; in molti casi fa dormire, annoia, delude, allontana anche quelli che hanno fede; i battesimi diminuiscono, la partecipazione al catechismo si assottiglia, la confessione è agonizzante, le vocazioni non sbocciano o si perdono per strada, e per completare il disastro che avanza, il prete spesso non è altro che una pedina incatenata in mezzo a consigli pseudo democratici, e così quando non è più considerato nella sua necessità e nella sua bellezza soprannaturale ‒ e il momento attuale lo sta già denunciando ‒ il Cielo non scende più sulla terra. Ne è prova il fatto che il numero dei credenti non praticanti si trova sempre più a sguazzare in uno stato d’indifferenza e di tranquilla neutralità, mentre non credenti e agnostici di ogni sorta pullulano e si moltiplicano allegramente. E per minimizzare la realtà non dite che non è il numero che conta, che l’importante è la qualità; e per consolarvi di questa misera visione non tirate fuori dal cappello gli immancabili segni di speranza, piccole luci che brillano nell’oscurità del mondo!

Infatti, qua e là, è evidente che ci siano parrocchie vive, comunità che issano le vele al vento dello Spirito Santo, movimenti attivi, associazioni cristiane che lavorano con zelo, sacerdoti e fratelli, molti dei quali giovani, veri araldi della fede che si donano e operano senza misura, e ce ne rallegriamo. Ma questo qua e là ‒ Dio mi perdoni ‒ è ben lungi dal costellare la nazione! In verità, in verità diciamocelo: la situazione è gravissima. Ma chi se ne preoccupa? Chi perde il sonno al pensiero della moltitudine che corre a capofitto in direzione di un nulla impiastricciato di immediato senza colore, senza contorno, scialbo, che sovente si riduce alla sola ricerca del profitto? Chi vede ancora i volti tristi per una vita vuota? Davvero, l’assurdità di un’esistenza senza scopo non si misura in spiccioli. Quanto al peso dell’infelicità che grava sugli innocenti, mi dispiace, ma la mano dell’uomo c’entra, eccome. Al processo intentato da alcuni contro Dio, siamo noi a dover comparire. A forza di otturare la Sorgente accusandola di non esistere o, non si sa mai, di essere sorda e insensibile verso l’uomo, addirittura onnipotente per crudeltà, l’essere umano si trova a vivere e morire per niente. Non riesco a rassegnarmi a questo dramma che tocca la maggioranza delle persone, per lo più ben pasciute, perché è qui, nella vecchia Europa un tempo cristiana, vero feudo di speranza, che i morti non risuscitano più. È mai possibile che ci sia un bambino che non desideri quello che Cristo ha promesso: la vita senza fine, la morte solo un passaggio, e l’amore che riempie l’anima fino all’orlo per l’eternità dell’eternità? Che non lo si creda, passi, ma infischiarsene con un sorriso di disgusto è cosa strana, inaspettata quanto il desiderio di non vivere, ormai diffuso come i poveri per le nostre strade. Niente di cui stupirsi, in fondo. E del resto, non c’è più fondo.

Visto dal basso, sembra dunque tutto compromesso: la terra in orbita, e l’uomo ripiegato su se stesso, peggio ancora, sulla materia, non ha mezzo di venirne fuori. Di orizzonti, ne vedete? Una linea più o meno umanitaria, ma non illudiamoci, sembra occupare la visione dei migliori, tracciando i contorni di una certa sollecitudine per gli altri, ma niente di straordinario, appena il minimo ‒ qualunque animale farebbe lo stesso per i suoi piccoli in pericolo; la misura rimane bassa, con le pattumiere che scoppiano e i paesi che muoiono di inedia, per mancanza di sostanza. Senza offendere quelli che ce l’hanno con la nostalgia, che del resto non oserebbero mai pensare ‒ crimine orrendo! ‒ che il passato possa essere per certi versi più degno del presente, nel 1950 o anche nel 1970 che non è poi così lontano, al vecchietto del secondo piano che aveva perso la moglie quelli del terzo portavano la minestra. Adesso il pover’uomo muore dimenticato nella bella cameretta della casa di riposo dove l’hanno parcheggiato i parenti, che vengono a trovarlo sempre più raramente ‒ ma c’è da capirli, per carità, con la loro vita frenetica! ‒ aspettando la famosa telefonata molto umana, sembra, in cui con tono sereno si annuncia che se n’è andato. E, detto tra noi, ha fatto bene. Andato dove? Nessuno lo sa. E se un amico di Cristo provasse a socchiudere la porta della vita eterna sotto lo sguardo indifferente e freddo dei parenti in lutto, ma solo per poco, e avanzasse a passi felpati sul terreno dell’immortalità dell’anima, troverebbe ancora, vibrante e determinata, nonostante la notizia sbalorditiva della vita che non finisce, l’incrostazione del nulla sulla pelle delle anime distrutte. Eppure sarebbe così semplice entrare, o almeno sperare come un poeta e un eroe, in un aldilà finalmente giusto dove, dopo averli a lungo inseguiti, saranno appagati il nostro infinito desiderio d’amore, la nostra sete d’assoluto e le nostre più alte aspirazioni.

Ma riconosciamolo pure, anche queste ultime non sono più molto incoraggiate nel contesto attuale in cui ognuno, imbottito di slogan da due soldi, è arbitro di se stesso. Cosicché le cause, le grandi cause, vanno lentamente verso la morte trascinando nel loro franare il dono di sé per pura bontà. Un tempo, al soffio del cristianesimo, il povero amore umano si univa alla persona di Dio fatto uomo, Lui che da Padrone qual era volle abbracciare l’universo in tutte le sue miserie.

E a contatto con questa grandezza civilizzatrice la pochezza congenita del cuore acquistava tutta la sua ampiezza e la sua nobiltà. Non è come dire che la scristianizzazione dell’anima porta alla disumanizzazione della vita? Io ne sono convinto. Di chi è la colpa? Prima di tutto nostra, sacerdoti di Gesù Cristo, che suoi non lo siamo abbastanza. Suvvia, siamo onesti e non tiriamo in ballo la società nuova, con i suoi sconvolgimenti, i suoi cambiamenti, lo scontro delle culture e quant’altro venga a galla per giustificare l’inaridirsi dello spirito cristiano nel nostro paese. Non cerchiamo scuse, sarebbe indegno della santa Chiesa che si è sempre diffusa sopra il paganesimo e i falsi dei, arrivando a considerare la croce dell’opposizione, dell’odio e del rifiuto una carta vincente nella proclamazione del Nome nel quale ogni uomo è salvato. 

Pensiamo solo a san Paolo! Ha goduto di circostanze più favorevoli per annunciare ed edificare il Regno? Cerchiamo di essere veri, e la verità è questa: abbiamo perso il sacro ardore. L’immagine che diamo del sacerdozio è fin troppo insignificante. Non tocca più il cuore. Siamo troppo in basso per aspettarci un’esplosione. Eppure non mancano i modelli, nel calendario degli ultimi secoli: in testa il Curato d’Ars e subito dopo di lui, sulla linea d’arrivo altri tre tirati a sorte dalla mia memoria abbagliata dalla luce: Vincenzo de’Paoli, Giovanni Bosco, Massimiliano Kolbe, tutti uomini soprannaturali, impastati di fede, grandi oranti e pescatori d’anime senza eguali. Confesso che guardando la loro vita divento livido. Perciò mi rivolgo prima di tutto a me stesso, ma anche a te, fratello sacerdote, e giacché ci sono anche a tutti voi, amici di Cristo, sperando ‒ lo dico di nuovo ‒ in un nostro radicale esame di coscienza e in un coraggioso ribaltamento delle nostre organizzazioni e dei nostri piani i cui frutti sono stati e sono spesso assai magri e secchi.

E ora, se credi che tutto stia andando per il meglio, che la fede cattolica si estenda nei cuori, che la Chiesa in Francia goda di buona salute, che facciamo tutto quello che possiamo, che diamo il meglio, che non ci sia nulla da rivedere nelle nostre idee e nei nostri metodi, chiudi il libro e vai per la tua strada, e prega per me che sto farneticando.

Da parte mia, pensando ad Adamo ed Eva, nudi come vermi, imbrogliati fino al midollo,
pensando alla pena del Creatore e al suo amore sbeffeggiato da certi angeli,
pensando allo scorrere dei secoli senza un vero Dio né veri maestri,
pensando ai profeti resi muti dal taglio della spada,
pensando a Maria bambina, graziata da parte a parte, singolarmente umile e morta a sé
pensando al Verbo di Dio divenuto embrione per poter morire e così dare la Vita,

pensando al piccolo villaggio, alle assi di legno, ai gesti di un Dio ripetuti cento volte nel suo lavoro di falegname,
pensando a Giovanni Battista, giustiziere degli idoli, la testa insanguinata su un vassoio in mezzo a una festa,
pensando ai mille e mille versetti di Vangelo distribuiti in tre anni per illuminare la terra,
pensando alle centinaia di miracoli concessi per convincere le menti a cedere il passo alla fede,
pensando alla pecorella smarrita che, ritrovata, fa piangere di gioia il Pastore,

pensando al figlio prodigo tutto felice nella casa paterna con il suo vestito d’oro, i calzari e l’anello,
pensando a Maria Maddalena, apostolo degli apostoli, perla di Cristo, gioiello di misericordia,
pensando all’opera della Croce, capo incoronato, torace lacerato, amore smisurato a pagare il riscatto di abietti esseri umani,
pensando al buon ladrone che, con un’unica parola piena di pentimento, di rispetto e d’amore per Cristo si siede la sera stessa alla tavola dei beati in Paradiso,

pensando all’ultima consegna: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato»,
pensando a san Paolo che si è fatto tutto a tutti per salvare tutti,
pensando alle quaranta frustate meno una che ricevette e alle pietre che gli ferirono il capo,
pensando ai pericoli affrontati, alle fatiche, alle veglie e ai digiuni che sopportò,
pensando alla padronanza degli apostoli, con il volto sereno, la voce grave e pronta di fronte ai giudici,

pensando alle fauci delle belve spalancate sulla pace dei martiri,
pensando alle torture inflitte, seni tagliati, carne strappata con le tenaglie, bruciature coi carboni ardenti, ossa frantumate a colpi di mazza,
pensando alla moltitudine dei santi e delle sante che consumarono la loro vita fino all’osso a forza d’amare,

pensando all’universo dei monasteri, folle di preghiera e di penitenza, che intercede giorno e notte per anime che lo scherniscono,
pensando ai sacerdoti canonizzati che celebrarono quotidianamente il Sacrificio della Messa, rispettando i sacri riti della santa Chiesa, vivendoli intensamente, avvolgendoli di bellezza,
pensando alla loro vita interiore fondata sulla preghiera intima, la fedeltà al breviario e al santo rosario,

pensando alla loro ostinazione nel rimanere ore e ore nel confessionale, lavando le anime con l’acqua viva della Grazia,
pensando ai milioni di persone che muoiono senza prete e senza neppure una preghiera,
pensando ai milioni di battezzati che hanno perso l’indirizzo della Salvezza,
pensando ai milioni di bambini che non ricevono più il battesimo,
pensando all’invisibilità dei preti per le strade del nostro paese,
pensando agli uomini di buona volontà che non sentono mai parlare del Cielo, di Cristo e di sua Madre,

pensando alle povere anime abbandonate a una visione solo orizzontale dell’universo terrestre,
pensando al disinteresse della maggior parte dei battezzati per la Messa della domenica,
pensando alle dispute e alle divisioni interne alla Chiesa che rallentano l’azione dello Spirito Santo nelle anime,
pensando alla disperazione che si estende disperatamente su una moltitudine di cuori,
pensando alla domanda sulla fine posta da Gesù stesso: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?»,

come posso dormire tranquillo, soddisfatto del mio ministero, senza cercare di lavorare con più ardore alla Salvezza del genere umano? E voi, cattolici del mio cuore, mi seguirete?


Il pastore che sonnecchia sotto l’albero mentre il gregge mastica l’erba è tutto, tranne la Chiesa.
*

Il prete è un apostolo: è questa la prima certezza che ogni mattina deve rinascere nel tuo spirito come una volontà di Cristo, che non può sopportare che tu non ne sia convinto.
*
Sogna di portare il mondo intero nei cieli. La salvezza delle anime è la tua ragion d’essere. Non credere che tutti siano salvi; anche se lo fossero, non ti riguarda. Tu, fai il tuo lavoro di salvatore.
*
Ambasciatore di Cristo, cammina in mezzo alla strada, non rasente i muri, il tuo colore non sia grigio cemento. Che ti piaccia o no, scegli il rosso, il colore dell’amore e del sangue.
*
Il rinchiudersi dei sacerdoti nell’ambiente cristiano è anacronistico quanto il credente che si dichiara non praticante.
*
Passare tutto il tempo con persone che hanno una fede salda è amputare il sacerdozio della sua spinta congenita, è strappargli le radici e spezzargli le gambe, e fare tutto questo a Cristo, che non può più andare ai lati delle strade ad aspettare il figlio prodigo.
*
Non essere piccolo, lento, stretto, corto e nemmeno giusto nelle tue misure. Pensa ai tre anni di Gesù, sfibranti, intensi, fiammeggianti. Finché il cuore è attivo, fai il piromane con Lui: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!».
*
Un prete freddo e distante è inutile qui in terra; con la sua sola presenza, è il più dannoso degli uomini.
*
Rallegrati se le persone che incontri non sono a posto sul piano religioso, e se Cristo ti fa la grazia di avere il pubblico di san Paolo che non sapeva niente del Dio vero! Eccoti nel cuore della tua principale missione.
*
Credi mica che Dio ti dia le anime su un vassoio, ben disposte, sottomesse e tutte ascolto? Ma come fai a essere tanto immaturo? Dio ti manda gli storpi, i pazzi furiosi, le anime dannate, gli stupidi, i balordi, le menti ottuse, ma sono tutti figli amati da Dio. Su, faGli piacere, salvali!
*
Il tuo carattere è il volto di Dio per quelli che ti avvicinano. È così che Egli vince o perde.
*

Se ogni giorno, prendendo il crocifisso, puoi baciare il Corpo di Colui che servi e che stai stringendo nelle mani dicendogli: “Amore mio”, puoi dirti che stai bene. Altrimenti, mettiti a cercare l’intruso.
*
E non dimenticare che dentro di te la Vergine sente tutto, capisce tutto, accoglie tutto e ‒ soprattutto ‒ ripara tutto. Allora approfittane, e vivi con Maria come si vive un amore. Non è semplice? E talmente appagante!

lunedì 10 febbraio 2014

22 Maggio 2012 –IL MIO LIBRO DELLA VERITA' , come una fiamma, si diffonderà rapidamente nel mondo intero.


22 Maggio 2012 – Il mio libro della Verità, come una fiamma, si diffonderà rapidamente nel mondo intero.

Mia amatissima figlia, sta per svolgersi la prossima tappa di questa Santa Missione.
Il Mio libro della Verità, come una fiamma, si diffonderà rapidamente nel mondo intero.
La conversione sarà rapida e la Mia Parola Santa sarà ascoltata in tutte le lingue.
Tutti i figli di Dio, a loro volta, diffonderanno i Miei messaggi e saranno pieni di Spirito Santo.
Le loro labbra impartiranno la Verità e tutti profetizzeranno in lingue in modo che la Verità possa essere ascoltata in fretta.
La sete dei figli di Dio, che vagano confusi perché le loro anime sono vuote, sarà spenta.
I morsi della fame per la Mia presenza saranno saziati quando porterò a queste anime il nutrimento di cui hanno disperatamente bisogno.
Quando questo accadrà poche anime in tutto il mondo saranno ignari della Mia grande Misericordia.
Prendete il Mio Dono, la Mia Parola Santa, Il Mio Libro della Verità e divoratelo.
Perché senza di esso sarete come un corpo senza anima.
Quando ci si nutre delle Mie parole di saggezza, si diventa tutto nuovo.
Quando si diventa tutto nuovo, sarete pronti a venire con Me nella nuova Era di Pace sulla terra.
Attendete ora, Miei cari seguaci, poiché la Mia Parola Scritta sarà presto con voi e vi rallegrerete con amore e pace nelle vostre anime.
Andate avanti tutti, Miei seguaci.
Lasciate che voi, i vostri cari e tutti i credenti, profetizzino nel Mio Nome.
Camminate con Me, mentre Io vi condurrò alla Vita Eterna.
Il vostro amato Gesù
Redentore di tutta l’umanità

FESTA DELLA MADONNA DI LOURDES: IL PROFUMO DELLA VOSTRA PUREZZA

11 febbraio 1976. Festa della Madonna di Lourdes.
Il profumo della vostra purezza.



«Oggi, figli miei prediletti, accolgo con gioia il profumo della vostra 
purezza e lo depongo sul mio Cuore Immacolato per offrirlo a Dio in 
segno di riparazione.
Quanto fango sommerge questa povera umanità, da Me invitata a 
liberarsi dal peccato: "Venite a bere di questa mia acqua; venite a lavarvi 
alla fontana!".
Vedete come, ogni giorno, molti miei figli restano contaminati da questo 
fango, che sempre più dilaga e che porta alla morte un numero sterminato 
di anime? Come possono salvarsi da questa ondata di fango anche tanti miei 
poveri figli Sacerdoti?
Io sono l'Immacolata: Io sono la purezza.
Rifugiatevi nel mio Cuore Immacolato.
Anche se l'ambiente in cui vivete diventerà sempre più sommerso da 
questa impurità, voi sentirete solo il mio profumo di Cielo.
Sono discesa dal Cielo per fare di voi, figli consacrati al mio Cuore, 
il mio cielo quaggiù. In voi si riflette la mia Luce. Così tante anime, per mezzo 
vostro, saranno ancora attirate dal mio candore e diffonderanno il profumo 
di questa mia virtù.
Il Papa vi ha dato il segnale di questa morale riscossa.
Ascoltatelo. Difendetelo. Consolatelo.
L'oltraggio che in questi giorni è stato fatto alla Sua Persona e le 
ingiurie che sempre più aumentano verso di Lui, tanto addolorano il mio 
Cuore di Mamma. [Fu a causa della Dichiarazione "Persona Humana" su 
alcuni punti di etica sessuale]Fino ai suoi piedi è giunta questa ondata di fango. 
Ma voi fate argine ai piedi del Pastore angelico, del dolce Cristo in terra.
Per mio speciale intervento e per mezzo di voi questa ondata diabolica 
di ribellione e di fango, scatenata contro il Papa, ai suoi piedi si fermerà. 
E a tutti apparirà intatta la grandezza della sua candida Persona».


AVE GRATIA PLENA! DEUS TECUM!

domenica 9 febbraio 2014

SEGNO DI CONTRADDIZIONE

 Presentazione di Gesù Bambino al Tempio.
Segno di contraddizione.



«Non turbatevi, figli miei, se da alcuni non siete compresi, anzi venite 
apertamente criticati e perseguitati. Il mio Cuore permette questo per abituarvi a 
non riporre in nessuna creatura il vostro appoggio, ma in Me sola. Appoggiatevi 
sul mio Cuore Immacolato, figli prediletti.

Lasciatevi portare come il Bambino Gesù si lasciava portare sulle mie 
braccia alla Casa del Padre. Si presentava al Tempio per essere offerto al Signore 
su questo mio Cuore di Mamma.
Nel momento in cui Io lo affidavo nelle mani del Sacerdote, il vecchio 
profeta Simeone rivelava che la Madre era stata scelta da Dio per questa offerta: 
"Sarà posto come segno di contraddizione e una spada a te, o Madre, trapasserà 
l'anima".
Anche voi, piccoli figli consacrati al mio Cuore Immacolato, siete chiamati oggi 
ad essere questo segno di contraddizione.

Per la vostra vita, che sarà solo Vangelo vissuto. Oggi sempre meno si 
crede al Vangelo di mio Figlio Gesù, e anche nella Chiesa alcuni tendono a 
interpretarlo in maniera umana e simbolica.
Voi attuerete alla lettera il Vangelo: sarete poveri, semplici, puri, piccoli e 
totalmente al Padre abbandonati.

Per la vostra parola, che ripeterà, sempre più forte e chiara, la Verità 
che mio Figlio Gesù è venuto a rivelarvi.
Vedete quanti vostri fratelli Sacerdoti tradiscono la Verità, nel tentativo di 
adattarla alla mentalità del mondo, spinti dalla fallace illusione di essere meglio 
compresi, più ascoltati e più facilmente seguiti? 
Nessuna illusione è più  pericolosa di questa.
Annunciate sempre con fedeltà e chiarezza il Vangelo che vivete. Il vostro 
parlare sia: "Sì, sì; no, no"; il resto viene dal Maligno. Per questo lasciatevi 
guidare e condurre con docilità dalla Chiesa.
Guardate ormai come il Papa [Paolo VI] annuncia forte questa verità e 
come la sua  voce cade sempre più in un deserto.
Il mio Cuore di Mamma è ancora trapassato da una spada nel vedere 
come il Santo Padre, questo mio primo figlio prediletto, è lasciato, anche 
dai suoi fratelli Sacerdoti, sempre più solo.
Siate voi, Sacerdoti consacrati al mio Cuore Immacolato, la voce che diffonde 
in tutto il mondo quanto il Vicario di mio Figlio ancora oggi con fermezza 
annuncia per la salvezza dei miei poveri figli smarriti.

Per la vostra testimonianza, che dovrà essere luce ed esempio per tutta 
la Chiesa. 
È stato disposto dal Padre che la vostra sia una testimonianza sempre più 
dolorosa. Vi ripeto, figli, che la strada su cui vi conduco è quella della Croce.
Non temete se verso di voi aumenteranno le incomprensioni, le critiche e le 
persecuzioni. È necessario che questo avvenga per voi perché, come mio 
Figlio Gesù, anche voi oggi siete chiamati ad essere segno di contraddizione.

Sempre più sarete seguiti, sempre più sarete anche respinti e perseguitati.
Quando attaccano la vostra persona o il mio Movimento, rispondete con la 
preghiera, con il silenzio e con il perdono.
Sarete presto chiamati alla battaglia aperta quando sarà attaccato mio Figlio 
Gesù, Me stessa, la Chiesa e il Vangelo.
Solo allora, condotti per mano da Me, dovrete uscire allo scoperto per dare 
finalmente la vostra pubblica testimonianza. Per ora vivete ancora con 
semplicità, affidandovi tutti alle cure di questo mio Cuore Immacolato».

2 febbraio 1976: Mov.Sac.Mariano