giovedì 4 luglio 2013

Un re potente


Le parabole di Gesù
(043)
Parabola della visita del re potente (489.4)


Un re potente, il cui regno era molto vasto, volle venire un giorno a visitare i suoi sudditi. Egli abitava in una reggia eccelsa dalla quale, per mezzo dei suoi servi e messaggeri, mandava i suoi ordini e i suoi benefici ai sudditi che perciò sapevano della sua esistenza, dell'amore che aveva per essi, dei suoi propositi, ma non lo conoscevano affatto di persona, non sapevano la sua voce e il suo linguaggio. In una parola sapevano che c'era ed era il loro Signore, ma nulla più.


E, come sovente avviene, per questo fatto molte delle sue leggi e delle sue provvidenze venivano svisate, o per mala volontà o per incapacità di comprenderle, tanto che gli interessi dei sudditi e i desideri del re, che li voleva felici, ne subivano danno. Egli era costretto a punirli talora e ne soffriva più di loro. E le punizioni non cagionavano miglioramento. Disse allora: "Io andrò. Parlerò direttamente a loro. Mi farò conoscere. Mi ameranno e mi seguiranno meglio e diverranno felici". E lasciò la sua eccelsa dimora per venire fra il suo popolo.


Molto stupore cagionò la sua venuta. Il popolo si commosse, si agitò, chi con giubilo, chi con terrore, chi con ira, chi con diffidenza, chi con odio. Il re, paziente, senza stancarsi mai, si pose ad avvicinare tanto chi l'amava come chi lo temeva, come chi lo odiava. Si pose a spiegare la sua legge, ad ascoltare i suoi sudditi, a beneficarli, a sopportarli. E molti finirono ad amarlo, a non sfuggirlo più perchè troppo grande: qualcuno, pochi, cessò anche di diffidare e di odiare. Erano i migliori. Ma molti rimasero ciò che erano non avendo buona volontà in loro. Ma il re, che era molto saggio, sopportò anche questo rifugiandosi nell'amore dei migliori per avere premio delle sue fatiche.


Però, che avvenne mai? Avvenne che anche fra i migliori non tutti lo compresero. Veniva da tanto lontano! Il suo linguaggio era così nuovo! Le sue volontà così diverse da quelle dei sudditi! E non fu capito da tutti.... Anzi alcuni gli dettero dolore, e col dolore gli procurarono nocumento, o almeno rischiarono di procurarglielo, per averlo mal capito. E quando compresero di avergli dato pena e danno, fuggirono desolati dal suo cospetto, nè più andarono a lui temendo la sua parola.

Ma il re aveva letto nei loro cuori e ogni giorno li chiamava col suo amore, pregava l'Eterno di concedergli di ritrovarli per dire loro: "Perchè mi temete? E' vero. La vostra incomprensione mi ha dato dolore, ma l'ho vista senza malizia, frutto soltanto di incapacità a comprendere il mio linguaggio tanto diverso dal vostro. Ciò che mi addolora è il vostro temermi. Ciò mi dice che non solo non mi avete capito come re, ma anche come amico. Perchè non venite? Tornate dunque. Ciò che la gioia di amarmi non vi aveva fatto comprendere, ve lo ha reso chiaro il dolore di avermi dato dolore. Oh! venite, venite, amici miei. Non aumentate le vostre ignoranze col starmi lontano, le vostre caligini col nascondervi, le vostre amarezze coll'interdirvi il mio amore. Vedete? Soffriamo tanto io che voi ad essere divisi. Più ancora io che voi. Venite dunque e datemi gioia."


AVE MARIA PURISSIMA!

Non tacere


Questo video  vuole ribadire alcuni punti.
E' dedicato a quanti fanno questo codesto e quello!
E può prepararci alla soluzione dell'enigma.


Mai giudicare



Dice Gesù:



Quel che Dio ha purificato, per quanto possa avere l'apparenza


 di essere impuro, è uno spirito il quale cerca Dio con purezza d'intenti.




Ti ho già detto e attraverso a te lo dico a tanti ancor meno di te 

evangelizzati nella mia dottrina, che non dovete mai giudicare. 


Dio solo è giudice. Quando dall'alto del mio trono Io vedo uno spirito retto che persegue il suo anelito e cerca Dio con ogni suo mezzo, cerca di servire e di amare questo Dio con tutte le sue forze, Io lo giustifico e lo rendo puro e gradevole all'occhio mio come un mio figlio, e là dove gli uomini fanno difetto sopperisco Io dando luci di spirito.



Quante volte, la mia Parola, o tiepidi cristiani cattolici, non brilla e diviene luce nel cuore di uno che non vi è fratello di cattolicesimo, ma che vi supera per amore al Cristo e, anche se non conosce il Cristo, per amore al Dio vero che sente -- per quanto sia a lui ignoto -- essere vivente eterno nel suo Creato!



 In verità vi dico che lo Spirito di Dio non conosce limitazioni e si fa Maestro del vero a molti che voi reputate essere invisi a Dio.



Come marea che copre questo lido scoprendo il lido oppposto che, troppo insabbiato, non permette al flutto di salire a mondarlo e irrorarlo di sé, lo Spirito Santo, al quale troppi di voi cattolici precludete il venire con la vostra forma di vita, effonde le sue luci ad altri più meritevoli di voi di riceverle e li purifica a Dio, poiché Egli è il Purificatore, il Preparatore e il Perfezionatore dell'opera del Verbo.



Come nella storia umana lo Spirito, per bocca dei Profeti, preparò gli uomini alla mia venuta e, dopo il mio ritorno a Dio, perfezionò in voi la capacità di comprendere la mia Parola, così ugualmente è sempre Lui, la terza Divina Persona, che mi prepara la via nei cuori che non mi hanno ancora ricevuto come Verità e che me li irriga perche' la mia Verità, deposta come seme portato da vento divino, divenga in essi albero grande sul quale tutte le virtù facciano dimora. 



Egli battezza prima di Me i pagani di ora (e per pagani intendo tutti i non cattolici); e volesse la vostra buona volontà che vi avesse a ribattezzare anche voi, che state divenendo o già siete tornati pagani. Battezza col fuoco dell'amore vero.



Onde torno a dirvi: Non giudicate profano ciò che Dio ha purificato ed abbiate viscere di fraterna carità per tutti.



Un episodio toccante

DIVINA PROVVIDENZA


Qui si colloca un episodio toccante che ella stessa (la beata Maria Baouardy) ci ha raccontato: 

«I miei pa­droni, ci diceva, erano molto buoni con me e mi dimostravano completa fiducia. In una circostanza, mi avevano incaricato di pagare i fornitori della casa. Ecco ciò che mi capitò. Avevo appena saldato tutti i conti e quando scesi in cucina mi accorsi che vicino a me c'era una donna il cui aspetto denotava la più profonda miseria: vederla mi sorprese, poiché avevo chiuso la porta e non avevo sentito nessuno aprirla di nuovo. Il mio stupore non fece che aumentare, quando la sconosciuta mi chiamò per nome: Maria, mi disse, con una voce molto dolce, fammi la carità, te ne scon­giuro, ho molti bambini che muoiono di fame. 

Signora, le risposi con viva emozio­ne, non posso darle niente di ciò che appartiene ai miei padroni. Ho cinquanta fran­chi, sono i miei guadagni; li prenda, per vestire e per nutrire i suoi bambini. E tu, Maria, che avrai dopo? non ti resterà nulla! Non si preoccupi, signora, non ho mai conservato del denaro, e Dio non mi ha mai lasciato mancare niente: accetti tutto dunque. Ella prese l'intera somma, ringraziandomi con slancio. Un istante dopo, mi girai e la donna era scomparsa, senza che la porta fosse stata aperta, e ritrovai sul tavolo i cinquanta franchi. 

Temendo d'avere trattenuto questo denaro sul conto di qualche fornitore, corsi per accertarmene: tutti i conti erano stati pagati. Certa al­lora che quella somma era la mia, la donai al primo povero che incontrai. 
Seppi più tardi che la sconosciuta era la santissima Vergine, che si era degnata di provare co­sì la generosità della sua piccola serva».


mercoledì 3 luglio 2013

“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: SANTA TERESA DI LOS ANDES

“Maria Giglio della Trinità”: Domini Sacrarium, Nobile Triclinium et Complementum SS. Trinitatis!: SANTA TERESA DI LOS ANDES:

SANTA TERESA DI LOS ANDES


DIARIO di SANTA TERESA DI LOS ANDES
La piccola Teresa del Cile
Prima Santa Cilena
Prima Santa Carmelitana di LatinoAmerica

"Fin da piccola mi dicevano che ero la più carina dei miei fratelli. Io mi rendevo conto di questo. Ma queste stesse parole me le ripetevano quando ero già più grande, di nascosto della mamma. Solo Dio sa quanto mi è costato distruggere questo orgoglio o vanità che s'impadronì del mio cuore quando fui più grande"

Santa Teresa di Los Andes
Introduzione

"DIO È GIOIA INFINITA"

Nel suo viaggio in Cile, all'inizio di aprile del 1987, il Papa proclamava beata una "ragazza quotidiana", una cristiana di tutti i giorni: Giovanna. E nella primavera del 1995 a Roma la dichiarava Santa.
Ragazza ordinaria, diciamo, pur sapendo che nella sua terra e in tutta l'America Latina è conosciuta molto (ogni mese circa 200 mila persone vanno al suo Santuario) anche come "la piccola suora carmelitana". Infatti dalla scheda biografica che presentiamo sotto, risulta che ha passato gli ultimi undici mesi di vita in un Carmelo Teresiano e, non ancora terminato l'anno canonico del Noviziato, ha "anticipatamente emesso i voti religiosi per poi morire di tifo neppur ventenne, il 12 aprile 1920:
era infatti nata il i 5 luglio 1900 a Santiago.