venerdì 8 febbraio 2013

NOVENA (o Triduo) ALLA MADONNA DI LOURDES


      Benedicite illam in toto corde vestro:
* misericordia enim illius plena est terra.



NOVENA ALLA MADONNA DI LOURDES  (festa 11 febbraio)
Qualunque sia l'aspetto talvolta disperato delle situazioni, questa novena ottiene sempre particolari grazie di forza e di pace. Occorre tuttavia tener presente che essa é legata a qualche atto cristiano che impegna. E' dunque meglio non cominciarla neppure, se non si è più che decisi a compiere qualcuno di questi atti il meglio possibile.

1° giorno. Nostra Signora di Lourdes, Vergine Immacolata, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, eccomi ai tuoi piedi per sollecitare questa grazia: la mia fiducia nel tuo potere d'intercessione è incrollabile. Tutto tu puoi ottenere dal tuo divin Figlio.
 
Proposito: Fare un atto di riconciliazione nei confronti di una persona ostile o da cui ci si è allontanati per naturale antipatia.

2° giorno. Nostra Signora di Lourdes, che hai scelto per interprete una debole e povera fanciulla, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, aiutami ad adottare ogni mezzo per diventare più umile e più abbandonato a Dio. So che è cosi che potrò piacerti e ottenere la tua assistenza.

 
Proposito: Scegliere una data prossima per confessarsi, attenersi.

3° giorno. Nostra Signora di Lourdes, diciotto volte benedetta nelle tue apparizioni, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, ascolta oggi i miei voti supplicanti. Esaudiscili se, realizzandosi, potranno procurare la gloria di Dio e la salvezza delle anime.

 
Proposito: Fare una visita al Santissimo Sacramento in una chiesa. Affidare nominatamente a Cristo i parenti, gli amici o relazioni in difficoltà. Non dimenticare i defunti.

4° giorno. Nostra Signora di Lourdes, tu, a cui Gesù nulla può rifiutare, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, intercedi per me presso il tuo divin Figlio. Attingi a piene mani nei tesori del suo Cuore e spandili su coloro che pregano ai tuoi piedi.

 
Proposito: Recitare oggi un rosario meditato.

5° giorno. Nostra Signora di Lourdes che mai nessuno ha invocato invano, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, se tu lo vuoi, nessuno di quelli che oggi ti invocano se ne andrà senza aver sperimentato l'effetto della tua potente intercessione.

 
Proposito: Fare a mezzogiorno o alla sera di quest'oggi un parziale digiuno in riparazione dei propri peccati, e anche secondo le intenzioni di quelli che pregano o pregheranno la Madonna con questa novena.

6° giorno. Nostra Signora di Lourdes, salute dei malati, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, Intercedi per la guarigione dei malati che ti raccomandiamo. Ottieni loro un aumento di forza se non la salute.

 
Proposito: Recitare di tutto cuore un atto di consacrazione alla Madonna..


7° giorno. Nostra Signora di Lourdes che preghi incessantemente per i peccatori, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes che hai guidato Bernardette fino alla santità, donami quell'entusiasmo cristiano che non indietreggia davanti ad alcun sforzo perché regni maggiormente la pace e l'amore tra gli uomini.

 
Proposito: Visitare un malato o una persona sola.

8° giorno. Nostra Signora di Lourdes, sostegno materno di tutta la Chiesa, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, proteggi il nostro Papa e il nostro vescovo. Benedici tutto il clero e in modo particolare i sacerdoti che ti fanno conoscere e amare. Ricordati di tutti i sacerdoti defunti che ci hanno trasmesso la vita dell'anima.

 
Proposito: Far celebrare una messa per le anime del purgatorio e comunicarsi con questa intenzione.

9° giorno. Nostra Signora di Lourdes, speranza e consolazione dei pellegrini, prega per noi. Nostra Signora di Lourdes, giunto al termine di questa novena, voglio già ringraziarti per tutte le grazie che mi hai ottenuto nel corso di questi giorni, e per quelle che mi otterrai ancora. Per meglio riceverle e ringraziarti, prometto di venire a pregarti il più sovente possibile in uno dei tuoi santuari.

 
Proposito: fate una volta nell'anno un pellegrinaggio ad un santuario mariano, anche molto vicino alla propria residenza, oppure partecipare ad un ritiro spirituale.

Litanie della Madonna di Lourdes

Signore pietà, Signore pietà;
Cristo pietà, Cristo pietà;
Signore pietà, Signore pietà;

Nostra Signora di Lourdes, Vergine Immacolata prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, Madre del Divin Salvatore prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che hai scelto come interprete una debole e povera fanciulla prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che hai fatto sgorgare sulla terra una sorgente che dà conforto a tanti pellegrini prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, dispensatrice dei doni del Cielo prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, a cui Gesù nulla può rifiutare prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che nessuno ha mai invocato invano prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, consolatrice degli afflitti prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che guarisci da ogni malattia prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, speranza dei pellegrini prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che preghi per i peccatori prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, che ci inviti alla penitenza prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, sostegno della santa Chiesa prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, avvocata delle anime del purgatorio prega per noi;
Nostra Signora di Lourdes, Vergine del Santo Rosario prega per noi;

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci Signore;
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo ascoltaci o Signore;
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi;

Prega per noi, Nostra Signora di Lourdes. Affinché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo: Signore Gesù, noi ti benediciamo e ti ringraziamo per tutte le grazie che, per mezzo della Madre tua a Lourdes, hai sparso sul tuo popolo in preghiera e sofferente. Fa' che anche noi, per l'intercessione di Nostra Signora di Lourdes, possiamo aver parte di questi beni per meglio amarti e servirti! Amen
 
AVE MARIA!

L'affabilità

S. Francesco di Sales colla sua benignità ottenea dagli altri quanto voleva; e così gli riusciva di tirar a Dio anche i peccatori più ostinati.
Lo stesso praticava S. Vincenzo de' Paoli, il quale insegnava a' suoi questa massima: «L'affabilità, dicea, l'amore e l'umiltà mirabilmente si guadagnano i cuori degli uomini, e gl'inducono ad abbracciare le cose più ripugnanti alla natura».
Una volta egli consegnò ad un padre de' suoi un gran peccatore, affinchè l'avesse ridotto a penitenza; ma quel padre, per quanto avesse faticato, niente profittò; onde pregò il santo a dirgli esso qualche cosa. Allora gli parlò il santo e lo convertì. Quel peccatore disse poi che la singolar dolcezza e carità del P. Vincenzo gli aveano guadagnato il cuore.
Quindi il santo non potea soffrire che i suoi missionari trattassero i penitenti con asprezza, e dicea loro che lo spirito infernale si serve del rigore di alcuni per maggiormente rovinare le anime.
Bisogna praticar la benignità con tutti, ed in ogni occasione, ed in ogni tempo. Avverte S. Bernardo che taluni sono mansueti finchè le cose avvengono a loro genio, ma appena poi che son toccati con qualche avversità o contraddizione, subito si accendono, e cominciano a fumare come il monte Vesuvio. Costoro posson dirsi carboni ardenti, ma nascosti sotto la cenere.
Chi vuol farsi santo bisogna che in questa vita sia come un giglio tra le spine, che per quanto venga da quelle punto non lascia di esser giglio, cioè sempre egualmente soave e benigno. L'anima amante di Dio conserva sempre la pace nel cuore, e la dimostra anche nel volto, comparendo sempre eguale a se stessa negli eventi, così prosperi come avversi, siccome cantò il cardinal Petrucci:
"Mira cangiarsi in variate forme
Fuori di sè le creature, e dentro
Il suo più cupo centro
Sempre unita al suo Dio vive uniforme."
V/. Maria Mater gratiæ, Mater misericordiæ. 
R/. Tu nos ab hoste protege, et hora mortis suscipe.

giovedì 7 febbraio 2013

Le 7 armi per combattere il maligno







Le armi per combattere il maligno

di Annalisa Colzi



                                             Santa Caterina de’ Vigri, la 
santa caterina da boSanta di Bologna che ha la particolarità di stare seduta, ci ha lasciato in eredità un preziosissimo scritto dal titolo 
Le sette armi spirituali. Poche pagine in cui compendia l’arte della sopravvivenza contro le insidie del maligno per ottenere la vita eterna.
Sette sono le armi per difenderci dalle tentazioni del maligno, come sette sono i doni dello Spirito Santo. Numero che, biblicamente parlando, rappresenta la pienezza, la perfezione. Perfezione a cui sono chiamati tutti i battezzati: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). E questa perfezione la possiamo raggiungere, come ci ricorda la Santa di Bologna, attraverso un vero e proprio combattimento. Vediamo in dettaglio quali sono queste armi.
1- La diligenzacioè la sollecitudine del bene operare. Scrive la santa bolognese: «Compito dello Spirito Santo è suscitare in noi le buone ispirazioni, ma dovere nostro è accettarle e metterle in pratica, facendo continua violenza alle nostre passioni, che sempre ci spingono al contrario di quello che vuole lo Spirito». Satana ci pungola attraverso immagini, sensazioni, stimoli, a volte anche buoni, a lasciare la via per noi tracciata dallo Spirito Santo, per intraprendere altre vie.
Alla santità, invece, si arriva attraverso la realizzazione del disegno che Dio ha su ciascuna anima; ed ecco perché satana fa di tutto per distruggere questo progetto. Nostro compito è rimanere fedeli alla vocazione, qualunque essa sia, religiosa o familiare e portarla avanti con perseveranza anche di fronte alle difficoltà umane e spirituali.
2- La diffidenza di sé, cioè credere fermamente di non poter fare nulla di buono da se stessi. E’ questa una delle verità più trascurate dal mondo moderno. Quanti oggi sono soggetti a se stessi, al proprio giudizio? Quanti indietreggiano davanti agli elogi che il mondo fa loro? Al contrario si gonfiano di orgoglio credendosi onnipotenti. San Paolo, però, ci ricorda che: «Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio» (Rm 7,19).
Solo la diffidenza di sé, il riconoscersi per quello che realmente si è ci conduce alla salvezza eterna. La vera umiltà consiste proprio in questo: nel riconoscere che Dio è tutto e noi siamo nulla, che Dio può tutto e noi non possiamo nulla, che Dio è il Creatore e noi sue creature. Senza umiltà non si entra in Paradiso.
3- La confidenza in Dio, cioè il credere con tutte le forze che Gesù mai abbandonerà l’anima. Nella malattia, nella sventura, nell’angoscia, nell’aridità, satana sibilerà: «Dove è il tuo Consolatore?». Subito l’anima deve rispondere con forza: «Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla» (Sal 22,1).
4- Memoria della passione e morte di Cristo Gesù, ovvero la contemplazione dell’amore infinito di Dio. La tentazione di superbia, che spesso alberga nel cuore umano, si infrangerà come un onda di fronte allo spettacolo della passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo. Satana non potrà sostenere lo sguardo interiore che l’anima rivolge a Colui che è stato trafitto e all’istante si allontanerà, lasciando il cuore e la mente libera dai pensieri di orgoglio.
5- Memoria della nostra morteovvero il ricordo del giorno in cui ci troveremo faccia a faccia con il Giudice. Nel momento in cui il nostro misero corpo esalerà l’ultimo respiro, cesserà anche la Misericordia di Dio. Quel Gesù che, come un mendicante aveva bussato ripetutamente alla porta del nostro cuore per potervi prendere dimora, alla fine della nostra vita terrena si ergerà come Giudice.
Questo ricordo deve spronare l’anima a compiere il bene; a mettere a servizio delle anime i talenti ricevuti; a vivere in questo mondo come se non gli appartenesse, perché, ci ricorda san Paolo: «Passa la scena di questo mondo!» (1Co 7,31).
6- Memoria del Paradiso, ovvero la contemplazione della infinita bellezza, della infinita sapienza, della infinità carità di Dio: Uno e Trino.
Il Creatore ha preparato per coloro che perseverano nella Verità, doni di inestimabile valore. Perle preziose di incommensurabile bellezza con cui adornerà il vincitore. La memoria di sì tanta soavità deve spronare l’anima a voler godere dei beni futuri e di non preoccuparsi eccessivamente dei beni terreni. Il salmista ci ricorda che «Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo» (Sal 89,10). Il ricordo del Paradiso ci aiuti a vivere con pazienza tutte le avversità che il mondo presenta, per poter godere in eterno della bellezza infinita ed eterna.
7- Memoria della Sacra Scrittura. Leggere, meditare, assaporare ciò che Dio ha lasciato scritto ai suoi figli, è segno di grande saggezza e di sicura vittoria nelle tentazioni. Lo stesso Gesù, nelle tentazioni del deserto, rispose al demonio con le parole della Sacra Scrittura dicendo: «Sta scritto».
Santa Caterina raccomanda alle sue consorelle di «non lasciare andare a vuoto le quotidiane lezioni che si leggono in Coro e alla mensa; pensate anche che il Vangelo e le Epistole, che ogni giorno udite nella Messa, siano lettere mandate a voi dal vostro celeste Sposo e con grande e fervente amore riponetele nel vostro cuore».
Istruiti da Santa Caterina da Bologna, che di tentazioni se ne intendeva, visto le sue innumerevoli battaglie contro il maligno, non mi resta che augurarvi… buona battaglia.
Annalisa Colzi
Respice paupertatem meam, gloriosa Virgo: 
* miseriam, et angustiam meam ne tardes auferre.

mercoledì 6 febbraio 2013

***...con gioia i sacrifici. OffriteMi tutto...



Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

31.01.13


Eletti, amici cari, sopportate con gioia i sacrifici. OffriteMi tutto e Io, Io, Gesù, benedico la vostra vita, passo dopo passo.



Sposa cara, sia gioia anche nel sacrificio, sia gioia anche nella pena: ciò che permetto è per la salvezza delle anime. Accanto alla supplica ci sia sempre il sacrificio. Piccola sposa, così si salvano le anime: con la preghiera ed il sacrificio, sopportato ed offerto per amore.

Mi dici: “Adorato Gesù, i sacrifici l’uomo li sopporta sempre a fatica. Accogli, Dolce Amore, il poco che sappiamo offrire e concedi al mondo le Grazie di salvezza.”

Sposa amata, so quello che ognuno può dare ed accolgo anche i più piccoli doni; ma credi che siano molti coloro che Mi offrono? No. Ti dico: sono pochi, mentre sono in gran numero quelli che nulla Mi vogliono offrire. Pensa e rifletti sulle Mie Parole: chi molto Mi offre molto riceve in cambio; chi poco Mi offre non può aspettarsi che poco e chi poi non offre non riceve.

Mi dici: “Dolce Amore, l’uomo del terzo millennio ancora questo non l’ha compreso. Gli uomini che poco dànno si aspettano molto e s’illudono di avere sempre di più, dando sempre di meno. Capisco, Dolce Amore, che il nemico ha confuso le menti. Questa è una sua azione da Te permessa.”

Sposa cara, il nemico agisce sempre col Mio Permesso ed Io, Io, Dio, permetto ciò che serve alle anime per la loro salvezza. L’uomo nello smarrimento cerca Luce, chiede Luce, supplica Luce ed Io, Dio, la concedo. Sposa cara, quando tutto va bene, l’uomo Mi dimentica e, spesso, non Mi pensa proprio. Questa situazione può durare a lungo, anche un’intera vita può durare; ma quando entrano il dolore, il patimento, ecco che la mente corre a Me per supplicare. Il dolore, il patimento sono la medicina che porta a Me, Dio, ogni anima.

Mi dici: “Dolce Amore, capisco il significato del grande dolore del mondo. In questo tempo, Tu, Dio Santissimo, vuoi che ogni uomo venga a Te. Questo è il fine delle dure prove di questo tempo e chi le sopporta con pazienza si avvia sulla strada della salvezza. Tu, Santissimo, Tu, Dolce Amore, usi sempre strategie mirate. Sapiente sei Tu, Gesù, e grande nell’Amore: non vuoi la perdita delle anime, ma che tutte si salvino! Se ogni  uomo giungesse a capire la grandezza del Tuo Amore! Il dolore, il patimento, Tu li permetti per la salvezza delle anime. Crei l’uomo per la Gioia, per la grande Felicità con Te, ma egli non obbedisce ai Tuoi Comandamenti e, spesso, segue le sue passioni, rischiando la rovina; Tu allora, Padre amorevolissimo, usi la medicina che serve per lui: la prova, il dolore, il patimento. Dio d’Amore e d’Infinita Tenerezza, faTTi conoscere sempre più. Ogni malato cada ai Tuoi Piedi per supplicare il Perdono, prima della guarigione, e passi, poi, la sua vita a benedirTi.”

Sposa amata, bene hai parlato, perché il Mio Spirito è in te. L’uomo deve chiedere non solo la guarigione, come sempre fa, ma prima il perdono dei suoi peccati.

Mi dici: “Nel dolore l’uomo chiede solo di essere liberato; pochi capiscono che devono supplicare il perdono dei peccati. Concedi ad ogni peccatore di capire la condizione della sua anima per poterla salvare.”

Piccola Mia, nella preghiera parlo all’uomo e lo guido alla salvezza; ma sono molti coloro che non pregano col cuore, ripetono solo con le labbra Signore, Signore, ma il cuore è un gelo, è una pietra, che non si lascia scalfire. Sposa cara Io, Io, Gesù, sono il Signore di pochi cuori che a Me si sono donati. A questi dono in terra un anticipo di Paradiso. Resta, felice, nel Mio Cuore e godine le Delizie d’Amore.  Ti amo.
                                                                                  Vi amo.

                                                                                              Gesù


Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi


31.01.13


La Mamma parla agli eletti



Figli cari e tanto amati, percorrete la via di Luce, che vi indico. Non deviate, ma procedete, secondo la Mia Guida: vi conduco a Mio Figlio per essere felici! Insieme adoriamoLo. Vi amo.    
                                                                                 Ti amo, angelo Mio.

                                                                                              Maria Santissima



Maria Mater gratiæ,
Dulcis Parens clementiæ,
Tu nos ab hoste protege,
Et mortis hora suscipe.

I cinque alberi del PICCOLO NULLA, Beata Maria di Gesù Crocifisso.


«Ed ho aperto una mela e vi ho trovato in mezzo cinque piccoli scomparti che formavano una stella, e dentro vi si trovavano i semi.

Durante l'orazione, ho visto una bella mela, essa è diventata marcia sotto i miei occhi; e quando è stata completamente fradicia, i semi del cuore della mela, sono germinati: sono spuntati cinque alberi. Il chicco più basso ha prodotto l'albero più alto, il chicco che seguiva ha prodotto un albero un po' più piccolo e i tre chicchi più in alto hanno prodotto alberi ancora più piccoli. 
Le cinque radici di questi al­beri erano talmente unite ed intrecciate, da formare una sola radice, e così si soste­nevano le une con le altre.

L' albero più alto portava frutti maturi, che si immergevano in acqua, e quest'ac­qua bagnava la radice che nutriva gli altri alberi; quest'albero più alto si chiama l'albero dell'amore.

Il secondo, un po' più piccolo, portava frutti che pendevano dalla parte della ter­ra e pareva volesse offrirli; quest'albero è quello della carità.

Il terzo non sembrava che si appoggiasse a terra e le sue radici pareva che fos­sero nell'aria e si sarebbe detto che stesse per cadere: quest'albero è quello del­l'abbandono.

Il quarto era tutto spoglio come gli alberi durante l'inverno ma, nello stesso tem­po, era pieno di vita: quest'albero è quello della povertà.

Il quinto era verde e coperto di frutti ma questi frutti erano in basso e come na­scosti e non si vedevano: quest'albero è quello dell'umiltà.
*
Ho visto in seguito altri cinque alberi.

Il primo portava un frutto corposo e soli­do al vedersi, ma marcio e come fosse pieno di fumo all'interno: questo è l'amore di sé e di tutto ciò che è sulla terra, il che indurisce talmente il frutto che finisce per imputridirsi.

Il secondo aveva i rami elevati e nessuno poteva raggiungerli per cogliere il frut­to; questo frutto, del resto, era raro e macchiato per la malattia: è l'avarizia che ha paura di spogliarsi, se dona; il che fa sì che il frutto si guasti e cada.

Il terzo aveva le radici profondamente radicate; ed è l'attaccamento alle cose create.

Il quarto sembrava coperto di foglie e di frutti e molto bello: sono le ricchezze, frutti che marciscono alla minima nevicata, o al più piccolo freddo.

Il quinto portava molti frutti, tanto che essi nascondevano le foglie: è l'orgoglio, che appare ricchissimo agli occhi degli uomini ma il minimo soffio di vento, la più piccola contrarietà, fa cadere questo frutto e quelli che lo vogliono mangiare lo tro­vano amaro».

Recordare nostri, Domina, 
et non apprehendent nos mala