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DICEMBRE
SAN
FRANCESCO SAVERIO CONFESSORE,
APOSTOLO DELLE INDIE
Gli Apostoli furono gli antesignani della Venuta del Cristo; era dunque giusto che al tempo dell'Avvento non mancasse la
commemorazione di qualcuno di essi. La divina Provvidenza vi ha provveduto.
Senza parlare di sant'Andrea, la cui festa è spesso già passata quando si apre
il tempo dell'Avvento, s'incontra immancabilmente ogni anno san Tommaso
all'approssimarsi del Natale. Diremo più avanti perché egli ha ottenuto questo
posto in preferenza degli altri Apostoli; qui vogliamo solo insistere sulla
convenienza la quale sembrava esigere che il Collegio Apostolico fornisse almeno
uno dei suoi membri per annunciare, in questa parte del Ciclo cattolico, la
venuta del Redentore. Ma Dio non ha voluto che il primo apostolato fosse il solo
ad apparire all'inizio del Calendario liturgico; grande è pure, benché
inferiore, la gloria di quel secondo Apostolato per il quale la Sposa di Gesù
Cristo moltiplica ancora i suoi figli, in una feconda vecchiaia, come
dice il Salmista (Sal 91,15). Vi sono ancora oggi dei Gentili da evangelizzare;
la venuta del Messia è ben lontana dall'essere stata annunciata a tutti i
popoli; ma, tra i valenti messaggeri del Verbo che, in questi ultimi secoli,
hanno fatto risonare la loro voce in mezzo alle genti infedeli, non ve n'è
alcuna che abbia brillato di più vivo splendore, che abbia operato maggiori
prodigi e che si sia mostrata più somigliante ai primi Apostoli, del recente
Apostolo delle Indie, san Francesco Saverio.
E certo, la vita e l'apostolato di quest'uomo meraviglioso furono
l'oggetto di un grande trionfo per la nostra santa Madre la Chiesa Cattolica nel
tempo in cui risplendettero. L'eresia, sostenuta in tutti i modi dalla falsa
scienza, dalla politica, dalla cupidigia e da tutte le cattive passioni del
cuore umano, sembrava giunta al momento della vittoria. Nel suo audace e
sfrenato linguaggio, essa parlava sol più con profondo disprezzo di quella
antica Chiesa fondata sulle promesse di Gesù Cristo; la denunciava alle genti,
ed osava chiamarla la prostituta di Babilonia, come se i vizi dei figli
potessero oscurare la purezza della madre. Infine Dio si mostrò, e d'improvviso
il suolo della Chiesa apparve coperto dei più mirabili frutti di santità. Gli
eroi e le eroine si moltiplicarono dal seno stesso di quella sterilità che era
solo apparente, e mentre i pretesi riformatori si mostravano i più viziosi degli
uomini, l'Italia e la Spagna da sole brillavano d'uno splendore incomparabile
per i capolavori di santità che si produssero nel loro seno.
Oggi è san Francesco Saverio, ma più d'una volta nell'Anno, ci troveremo
a festeggiare i nobili compagni e le illustri compagne che la grazia divina gli
ha suscitati: di modo che il XVI secolo non ebbe nulla da invidiare ai secoli
più favoriti delle meraviglie della santità. Certo, non si preoccupavano molto
della salvezza degli infedeli quei sedicenti riformatori che pensavano solo a
distruggere i1 vero Cristianesimo sotto le rovine dei suoi templi; e appunto in
quello stesso momento una società d'apostoli si offriva al Pontefice romano per
andare a stabilire la fede presso i popoli più immersi nelle ombre della morte.
Ma, fra tutti questi apostoli, come abbiamo detto, nessuno ha realizzato il tipo
primitivo allo stesso grado del discepolo di Ignazio.
Nulla gli è mancato, né la
vasta estensione dei paesi solcati dal suo zelo, né le migliaia d'infedeli che
ha battezzati con il suo braccio infaticabile, né i prodigi di ogni specie che
lo mostrarono agli infedeli come segnato del sigillo che avevano ricevuto quelli
di cui la santa Liturgia dice: "Questi sono coloro che, vivendo ancora nella
carne, sono stati i piantatori della Chiesa". L'Oriente ha dunque visto, nel XVI
secolo, un Apostolo venuto da Roma sempre santa, e il cui carattere e le cui
opere richiamavano lo splendore di cui brillarono coloro che Gesù aveva egli
stesso mandati. Sia dunque gloria al divino Sposo che ha vendicato l'onore della
sua Sposa, suscitando Francesco Saverio e presentandoci in lui un'idea di ciò
che furono, in seno al mondo pagano, gli uomini che egli aveva incaricati di
promulgare il suo Vangelo.
VITA. - San Francesco nacque in Navarra nel 1506. Conobbe a Parigi
sant'Ignazio di Loiola con il quale si legò in santa amicizia. Quando fu fondata
la Compagnia di Gesù, Ignazio lo mandò nelle Indie nel 1542. Fu celebre per il
suo spirito di preghiera, per la sua grande mortificazione, per il dono dei
miracoli e per le innumerevoli conversioni che operò con la predicazione presso
gl'infedeli. Morì nell'isola di Sanciano il 2 dicembre 1552. Il Suo corpo riposa
a Goa (Indie) e il suo braccio destro è venerato nella chiesa del Gesù a Roma.
San Francesco Saverio è patrono della Propagazione della
Fede.
"Glorioso apostolo di Gesù Cristo che hai illuminato della sua luce le
genti sedute nelle ombre della morte, noi, Cristiani indegni, ci rivolgiamo a
te, affinché con quella stessa carità che ti portò a sacrificare tutto per
evangelizzare le genti, ti degni di preparare i nostri cuori a ricevere la
visita del Salvatore che la nostra fede attende e che il nostro amore desidera.
Tu fosti il padre delle genti infedeli; sii anche il protettore del popolo dei
credenti, nei giorni in cui ci troviamo. Prima di avere ancora contemplato con i
tuoi occhi il salvatore Gesù, lo facesti conoscere a innumerevoli popoli. Ora
che lo vedi faccia a faccia ottieni che anche noi lo possiamo vedere, quando
apparirà, con la fede semplice e ardente dei Magi dell'Oriente, primizie
gloriose delle genti che tu sei andato ad iniziare alla luce mirabile
(1Pt 2,9).
Ricordati anche, o grande Apostolo, di quelle stesse genti che
hai evangelizzate, e presso le quali la parola di vita, per un terribile
giudizio di Dio, ha cessato di essere feconda. Prega per il vasto impero della
Cina che il tuo sguardo salutava morendo, e al quale non fu dato di sentire la
tua parola. Prega per il Giappone, diletta piantagione che il cinghiale di cui
parla il Salmista ha cosi orribilmente devastata. Ottieni che il sangue dei
Martiri che vi fu sparso come l'acqua, fecondi finalmente questa terra.
Benedici
anche, o Saverio, tutte le Missioni che la nostra santa Madre Chiesa ha
intraprese, nelle regioni in cui la Croce ancora non trionfa. Che i cuori degli
infedeli si aprano alla luminosa semplicità della fede; che il seme fruttifichi al centuplo; che il numero dei nuovi apostoli,
tuoi successori, vada sempre crescendo; che il loro zelo e la loro carità non
vengano mai meno; che i loro sudori diventino fecondi e che la corona del loro
martirio sia non solo la ricompensa, ma il complemento e l'ultima vittoria del
loro apostolato. Ricordati, dinanzi al Signore, degli innumerevoli membri di
quell'associazione per la quale Gesù Cristo è annunciato in tutta la terra, e
che si è posta sotto il tuo patrocinio. Prega infine con cuore filiale per la
santa Compagnia della quale sei la gloria e la speranza. Che essa fiorisca
sempre più sotto il vento della tribolazione che non le è mai mancato, che si
moltiplichi affinché per essa siano moltiplicati i figli di Dio, che abbia
sempre al servizio del popolo cristiano numerosi Apostoli e savi Dottori, e non
porti invano il nome di Gesù"".
* * *
Consideriamo lo stato miserevole del genere umano nel momento in cui
apparirà Cristo. L'affievolirsi delle verità sulla terra è crudelmente espresso
dal diminuire della luce materiale in questi giorni. Le antiche tradizioni si
vanno spegnendo da ogni parte; il Dio creatore di tutte le cose è misconosciuto
nell'opera stessa delle sue mani, e tutto è diventato Dio, eccetto il Dio che
tutto ha fatto.
Questo orrido Panteismo distrugge la morale pubblica e privata.
Tutti i diritti, fuorché quello del più forte, sono dimenticati; la voluttà, la
cupidigia, il saccheggio siedono sugli altari e ricevono l'incenso.
La famiglia
è distrutta dal divorzio e dall'infanticidio; la stirpe
umana è degradata in massa dalla schiavitù, e anche le nazioni periscono con le
guerre di sterminio.
Il genere umano non ne può più, e se la mano che l'ha
creato non viene nuovamente in suo aiuto, deve inevitabilmente soccombere in una
vergognosa e sanguinosa dissoluzione.
I giusti che ancora conta e che lottano
contro il torrente e la degradazione universale, non lo salveranno, perché sono
disprezzati dagli uomini, e i loro meriti non potrebbero, dinanzi a Dio, coprire
l'orribile lebbra che divora la terra.
Più criminale ancora che nei giorni del
diluvio, ogni carne ha corrotto la sua via; nondimeno, un secondo sterminio non
servirebbe che a manifestare la giustizia di Dio; è tempo che venga sulla terra
un diluvio di misericordia, e che colui che ha creato il genere umano discenda
per guarirlo.
Appari dunque, o figlio eterno di Dio. Vieni a rianimare quel
cadavere, a guarire tante piaghe; a lavare tante sozzure, a rendere
sovrabbondante la grazia là dove abbonda il peccato; e quando avrai convertito
il mondo alla tua santa legge, allora avrai mostrato a tutti i secoli futuri che
tu stesso o Verbo del Padre, sei venuto: perché se solo un Dio ha potuto creare
il mondo, non c'era che l'onnipotenza d'un Dio che potesse restituirlo alla
santità, dopo averlo strappato a Satana e al peccato.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento -
Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959,
p. 259-263
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Spiritualis
Communio
"Mi
Iésu,/ crédo Te in Sanctìssimo Sacraménto adésse,/
Te
ànte òmnia àmo,/ Tùi desidério tòto còrde flàgro./
Quìa
nunc per sacraméntum Te accìpere néqueo,/
sàltem,
spìritu tàntum, quæso,/ in cor méum véni...
Quàsi iàm præséntem Te ampléctor,/ Totùmque me Técum iùngo;/
ne ùmquam sìnas ut a Te discédam".
<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro
nobis>>