"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
domenica 4 novembre 2012
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Forse non è un caso, nei disegni imperscrutabili di Dio, che quest’immagine sia rimasta
Il passaggio del ciclone Sandy ha lasciato dietro di sé immagini diverse. Molte sono state colte dagli obiettivi e dalle telecamere. Nessuna, probabilmente, avrà mai l’intensità di quelle che si sono fissate sugli occhi di chi ha vissuto momenti di paura e di sofferenza. Una mi ha colpito più di tutte. E’ quella di una statua della Vergine Immacolata, una delle immagini più diffuse nella cattolicità. Ad esser precisi, si tratta della Madonna della Medaglia Miracolosa, così come si è mostrata a S. Caterina Labouré nella Parigi del 1830. Nessun rapporto tra il ciclone e le lontane apparizioni.
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Forse non è un caso, nei disegni imperscrutabili di Dio, che quest’immagine sia rimasta, e proprio nel quartiere Queens di New York, così chiamato perché, quando venne istituita la Contea omonima, nel 1683, era regina consorte d’Inghilterra la cattolica Caterina di Braganza, che ebbe a soffrire non poco per la sua fede e per l’avere accanto un marito alquanto libertino. La Libertà, sovrana terrena che spesso semina morte in nome del progresso, non è distante, in questa porzione d’America, dalla Sovrana del Cielo e della terra, le cui mani sono aperte per tutti. Anche per chi ha dimenticato la regalità di Cristo e vaga, esule, di fronte allo smarrimento provocato da un ciclone culturale che s’abbatte a dosi piccole, continue, mascherate di civiltà. Ci conforta quella presenza materna, e il riconoscere, con Jean Guitton, che “per quanto si possa prevedere, il piano divino è di lasciar fare alla libertà umana l’esperienza amara dei suoi frutti di catastrofe, per intervenire all’ultimo atto, all’ultimo momento, con un’arca, un arcobaleno, un avvenimento, una salvezza non più sperata”.
di don Antonio Ucciardo
AVE AVE AVE AVE MARIA!
sabato 3 novembre 2012
L’amicizia del Signore
Nos autem gloriari oportet in Cruce Domini nostri Jesu Christi.
47 – L’amicizia del Signore
Le relazioni con le creature spesso la tediavano, come suole accadere a chiunque ama veramente il Signore e non trova che sofferenze e dolore all’infuori di Lui. Perciò spessissimo nel fervore del suo spirito, si recava all’improvviso al suo consueto luogo di preghiera e diceva: «Ecco, Signore, io non trovo che amarezza nelle creature, e solo mi compiaccio di trattenermi e di parlare con te. Mi allontano dunque da loro per occuparmi di te o mio unico bene, solo gaudio del mio cuore e dell’anima mia». Poi, baciando le cinque piaghe del Signore, ripeteva cinque volte questo versetto: «Salve, Gesù sposo dolcissimo, io ti abbraccio con l’amore di tutto l’universo deliziandomi nella tua divinità e bacio la piaga del tuo amore». A queste parole pronunciate sulle piaghe del Signore essa sentiva svanire ogni tedio e si ritrovava inondata dalla dolcezza di una tenera devozione.
Poiché ripeteva spesso questa pratica, un giorno chiese al Signore se gli fosse gradita pur essendo così breve da non richiedere che pochi momenti. Il Signore rispose: «Ogni volta che me la offrirai, Io accetterò da te questa pratica come si accetta l’ospitalità di un amico che si sforza di attestarci la sua gioia con ogni sorta di cortesie e con la sua delicata premura. Un ospite che fosse accolto così si proporrebbe certo di ricambiare la cortesia del suo amico quando venisse a sua volta a visitarlo; allo stesso modo il mio Cuore pensa con amore alle ricompense da darti nella vita eterna per l’affetto che mi ha attestato quaggiù, e che Io ti renderò centuplicato secondo la regale liberalità della mia onnipotenza, della mia sapienza e della mia bontà».
48 – L’effetto della compunzione
La Comunità temeva assai, un giorno, l’avvicinarsi di un esercito nemico che si diceva essere fortemente armato (1). In tal contingenza fu deciso di recitare il Salterio ripetendo alla fine di ogni salmo il versetto O lux beatissima, con l’antifona: Veni Sancte Spiritus. Lo recitò dunque con devozione insieme alle sue consorelle e comprese che per questa preghiera, fatto sotto l’azione dello Spirito Santo, il Signore infondeva la compunzione in alcune anime, così che esse, dopo aver riconosciuto le loro negligenze, ne concepivano pentimento con un fermo proposito di emendarsi e di evitare per quanto possibile il peccato in avvenire.
Mentre le sue consorelle provavano questa compunzione, essa vide levarsi dai loro cuori, tocchi dallo Spirito divino, come una specie di vapore che, spandendosi per tutto il monastero e per i luoghi vicini, teneva a distanza i nemici. Più un cuore era pieno di pentimento e di buona volontà, più il vapore che da esso saliva aveva forza per respingere ogni potenza ostile.
Conobbe allora che per mezzo del timore del nemico il Signore aveva voluto attirare a Sé i cuori di quella eletta Comunità affinché, spezzati dal dolore e purificati da tutte le loro negligenze, si rifugiassero sotto la sua protezione paterna per trovarvi più abbondante il soccorso del divino conforto.
Dopo aver ricevuto questa illuminazione disse al Signore: «Perché mai, o Signore amatissimo, le rivelazioni che per tua gratuita bontà mi accordi sono così diverse da quelle che tu accordi agli altri? Per questa diversità accade infatti spesso che siano conosciute dalla gente, mentre io preferirei tenerle nascoste». Il Signore rispose: «Se una persona colta, interrogata da persone di diversi paesi rispondesse a tutte in un’unica lingua, non soddisferebbe nessuno. Se invece parla a ciascuno nella lingua che le è propria, vale a dire in latino ai latini e in greco ai greci, la sua scienza risulta tanto più grande quanto maggiore è l’abilità a rispondere nella lingua di chi l’interroga. Allo stesso modo, più la diversità con la quale comunico i miei doni è grande, più chiaramente Io manifesto l’insondabile profondità della mia sapienza. Essa risponde a ciascuno nel modo più conveniente alla sua intelligenza e rivela ciò che vuol rivelare adattandosi alla capacità di ciascun’anima. Io parlo ai semplici per mezzo di immagini e di paragoni sensibili, e a quelli la cui intelligenza è più vigorosa per mezzo di simboli più misteriosi e profondi».
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(1) Pare che alluda a Re Adolfo che nel 1294 occupò la regione di Eisleben marciando contro i figli di Alberto [nota della edizione latina].
49 – Una preghiera gradita al Signore
Un’altra volta, nella stessa contingenza, la Comunità recitò il Salmo: Benedic anima mea Domino, aggiungendo ad ogni versetto un Oremus appropriato. Essa prese devotamente parte a questa preghiera e il Signore le apparve pieno di grazia e di bellezza: a ogni versetto recitato dalla Comunità prosternata a terra per chiedere grazia, Egli sembrava avvicinarsi a lei per farle baciare la piaga dolcissima del suo sacro costato. Essa la baciò molte volte e il Signore dava manifesti segni di gradire questo suo ossequio. Allora disse al Signore: «Signore amatissimo, poiché questa devozione ti è gradita, ti prego di insegnarmi qualche breve orazione che Tu possa accogliere con altrettanta misericordiosa degnazione da chiunque la reciti devotamente». Divinamente ispirata capì allora che il Signore avrebbe gradita, con la stessa compiacenza di una lunga preghiera la recita devota dei tre seguenti versetti, ripetuti cinque volte in onore delle sue cinque piaghe. Si doveva però baciarle ogni volta, aggiungendo qualche preghiera o colletta di propria scelta, e offrire tutto al suo dolcissimo Cuore, organo della SS. Trinità. Ecco i tre versetti: «O Gesù, salvatore del mondo, Tu a cui solo è impossibile il non aver pietà dei miseri, esaudiscici», «Tu che per la tua croce hai riscattato il mondo, o Cristo ascoltaci!, «O Gesù, sposo dolcissimo, salve! Io ti abbraccio con l’affetto del mondo intero, deliziandomi nella tua Divinità, e bacio questa piaga del tuo amore!». E ancora il Salmo 117: «Il Signore è la mia forza e la mia gloria, egli si è fatto mio Salvatore ecc.».
Un’altra volta, mentre si recitava lo stesso Salmo, essa vide che il Signore Gesù raffigurato in un Crocifisso, che si trovava in coro, lasciava sfuggire dalla sue piaghe delle fiamme ardenti che salivano verso Dio Padre per supplicarlo a favore della Comunità, attestando in tal modo il grande amore che il suo Cuore le portava.
<<Cor Mariæ
Immaculatum, intercede pro nobis>>
¡Apaguen el televisor!
Tema de actualidad
¡Apaguen el televisor!
El título de este comentario fue una frase que dijo el Beato Papa Juan Pablo II: “¡Apaguen el televisor!”. Y si bien el Papa habló así ya hace varios años, ¿qué diría en estos tiempos en que los medios de comunicación social, en especial la televisión, se ha convertido en el instrumento utilizado por Satanás para introducir su veneno en el seno mismo de cada familia y en cada alma inocente?
La Virgen, en uno de sus mensajes al Padre Gobbi, del Movimiento Sacerdotal Mariano, le dice claramente que la televisión es el ídolo de que se habla en el Apocalipsis, ante el que todos los hombres se inclinarán para adorarlo. Y vamos viendo cómo, con los avances tecnológicos, muy pronto serán muchos los que se postren en adoración ante el televisor o algo más sofisticado, que hará las veces de tal, y que será un poderoso instrumento en manos del Anticristo, que finalmente se mostrará a los hombres con toda su maldad.
En uno de los Salmos de la Sagrada Escritura se dice que habitará en el Cielo aquél que viva en las alturas y que cierre sus ojos a la maldad. Y se puede creer que ello está escrito para estos tiempos, para que apaguemos la televisión y cerremos los ojos a la maldad que de ella viene, porque Dios no quiere que conozcamos el mal, porque Él sí lo puede conocer, ya que lo deja indiferente; pero los hombres no quedamos indiferentes ante el conocimiento del mal, nos afecta, nos induce a cometerlo y nos perturba.
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MUY INTERESANTE! Visitenlo!: http://www.miracolieucaristici.org/IT/menu.html
AVE MARIA!
MADRE DE LA EUCARISTIA!
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