martedì 19 giugno 2012

***** ECCO PERCHE' SERVE TANTA TANTA PREGHIERA PER I SACERDOTI (3)


Bartolome Esteban Murillo 1670-75.jpg

Ven Espíritu Santo, ven por medio de la poderosa intercesión del Corazón Inmaculado de María, tu amadísima Esposa
Dal libro di Azaria
  • Le palme sacerdotali sono sacre per l'ordinazione ricevuta e non dovrebbero quelle mani toccare nulla d’impuro o fare gesti impuri, dovendo toccare il corpo S.S. di nostro Signore. Az.30
  • Le palme sacerdotali sono sacre per l’ordinazione ricevuta, e non dovrebbero quelle mani toccare nulla d’impuro o fare gesti impuri dovendo toccare il Corpo S.S. di Nostro Signore. Ma le labbra che hanno consacrato la Parola Divina, che per suo ordine hanno ripetuto quella Parola, devono conservarsi santificate, con sommo rispetto, per ciò che da esse è passato. E così la mente e così il cuore. Altrimenti diverreste impudichi e fornicatori, e perdereste il vostro posto in Terra e in Cielo. Az. 30 - 24.3.46
  • Per essere degni dell’elezione con la quale vi ho prescelto, voi, miei veri servi fra i servi, fate, in memoria di Me che con questo v’insegno cosa e come si diviene Maestri e Redentori, “fate la frazione di voi stessi”. Senza ripugnanze, senza orgogli, senza paure e umane considerazioni. Spezzatevi, frangetevi, annichilitevi, distruggetevi, datevi, agli uomini, per gli uomini e per amore di Me che per amor loro mi do a chi mi frange come mi sono dato a chi voleva miracolo e istruzione. Non è buon discepolo chi non si sa frangere e darsi. E la generosità, l’immolazione di chi sa frangersi per saziare le fami dei fratelli, è il segno che fa riconoscere i veri servi di Dio.
    “E lo riconobbero quando franse il pane”. E vi riconosceranno dal vostro frangervi per la carità e la giustizia. Vi riconosceranno per servi veri.
     Az.98 - 5.5.46
  • Il Sacerdozio è milizia, milizia che deve saper combattere a fianco dei laici, a protezione degli strumenti di Dio per essere di detti strumenti gli arcangeli che fugano l’Avversario nelle sue diverse forme.  Pronti a morire nella tranquillità di una vita piana, pronti a uscire momentaneamente menomati e in che? Nel misero concetto degli umani, ma aureolati del serto fulgido di una giustizia eroica per essere stati i “padri”, i “cirenei” degli strumenti crocifissi. Az.133 - 26.5.46
  • (Sacerdote) vuol dire consacrato, vuol dire dedicato, offerto completamente al suo Dio per portare anime al suo Dio. Tutto deve perire per il sacerdote, tutto e rimanere solo Dio e solo le anime. Egli deve essere spogliato da tutto, anche della sua umanità. Deve essere immolato alla sua missione, come Cristo. Quando è così, è un operaio di Cristo. Può seminare e mietere, sicuro che non gli crescerà zizzania nel suo solco, sicuro di fare di ogni uomo un'anima, una candida anima. Az.247 - 18.8.46

Cor Iesu, fòrnax àrdens charitàtis

martedì 12 giugno 2012

"Io ti prometto, nell'eccesso della misericor­dia del mio Cuore, che il suo amore onnipotente concederà, a quanti faran­no la Comunione il primo venerdì di ogni mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non morranno in mia disgrazia, ma riceve­ranno i Sacramenti ed il mio Cuore sarà il loro sicuro asilo in quell'estremo mo­mento".


LA CONSACRAZIONE PERSONALE AL SACRO CUORE
I
SUA IMPORTANZA
1. - Tre categorie di anime.
Riposa un poco, figlio mio, dalle preoccupazioni della vita, ed ascolta le parole del mio Cuore, del Cuore di que­sto Dio di amore e di misericordia che tanto desidera il tuo bene.
Dimmi, figlio mio, sei felice? Sei contento? Il tuo cuore è in pace? Gode esso, nella sua parte più intima, di quel­la perfetta stabilità, simile all'immo­bilità dell'arena, nel fondo degli ocea­ni sconfinati?
Forse, chissà, sei una di quelle anime disgraziate che piangono per essere soggette a continue cadute, e che, a guisa di colombe dalle ali imbrattate di fango non riescono a volare.
Forse sei una di quelle anime che si tra­scinano pesantemente per il sentiero stretto e ripido della virtù, con l'abi­tuale languore di quella tisi dell'anima che è la tiepidezza.
O, forse, sei di quelle anime nè pecca­trici, nè tiepide, ma nel cui sguardo tri­ste si legge lo scoraggiamento; anime simili ad aquile dalle ali tagliate che passano la vita a lanciarsi negli spazi azzurri per abbattersi avvilite, dopo poco, sopra la terra, oppure simili a chi cammini nella sabbia e si scoraggia perchè dopo tanta fatica e tanto tem­po ha progredito cosi poco.
Quanta compassione mi fanno tutte queste povere anime! E sono tante!
2. - Un gran rimedio.
Chiunque tu sia, ascolta le conso­lanti idee che ho comunicato ai miei confidenti più intimi, perchè siano come canali o cavi elettrici mediante i quali si possano trasmettere al mondo la luce e gli ardori del mio Cuore aman­te:
“ I tesori di benedizioni e di grazie che questo Sacro Cuore rinchiude, sono infiniti: ignoro se, nella vita spirituale, vi sia un altro esercizio di devozione che sia più a proposito per sollevare un'anima, in poco tempo, alla perfezio­ne, e per farle gustare le vere dolcezze che si trovano nel servire Gesù Cristo”. "Io non so, Madre venerata, se Ella com­prenderà che cosa sia la devozione ver­so il Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, di cui le parlo. Essa produce un gran frutto e un gran cambiamento in tutti quelli che le si consacrano e le si dedicano con fervore.
“In quanto alle persone secolari, esse troveranno, per mezzo di questa amabile devozione, tutti gli aiuti neces­sari al loro stato, la pace nelle loro fa­miglie, il sollievo nelle fatiche, la be­nedizione del cielo nelle loro imprese, la consolazione nelle loro miserie. In questo Sacro Cuore troveranno un luo­go di rifugio durante la vita, e princi­palmente nell'ora della morte. Oh! com'è dolce morire dopo aver avuto una tenera e costante devozione verso il Cuore di Gesù".
"Sopra tutto lei si adoperi perchè l'abbraccino le persone religiose, per­chè queste ne trarranno tanti aiuti che non sarà necessario altro mezzo per ristabilire il primitivo fervore e la più esatta osservanza delle Regole nelle Comunità meno osservanti e per por­tare alla più alta perfezione quelle che già vivono nell'osservanza perfetta".
"Io mi sono costituito personal­mente tuo maestro e direttore per di­sporti al compimento di questo gran disegno e per confidarti questo gran tesoro che ora ti mostro scoperto".
"Mi pare che il desiderio grande che il Signore ha che il suo Cuore sia onorato con qualche omaggio partico­lare ha per fine di rinnovare nelle ani­me gli effetti della sua Redenzione, fa­cendo di questo Sacro Cuore come un secondo Mediatore fra Dio e gli uomi­ni i cui peccati si sono tanto moltipli­cati che è necessaria la estensione del suo potete per ottener loro misericor­dia e le grazie di salvezza e di santifi­cazione che desidera tanto di comuni­car loro abbondantemente".
"Un venerdì, durante la Comunio­ne, Egli disse alla sua indegna serva, se mal non ricordo, queste parole: "Io ti prometto, nell'eccesso della misericor­dia dei mio Cuore, che il suo amore onnipotente concederà, a quanti faran­no la comunione il primo venerdì di ogni mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non morranno in mia disgrazia, ma riceve­ranno i Sacramenti ed il mio Cuore sarà il loro sicuro asilo in quell'estremo mo­mento".
"Il nostro glorioso protettore San Michele accompagnato da innumerabi­le moltitudine di Spiriti angelici, mi assicurò, di nuovo, che egli era incari­cato della causa del Cuore di Gesù come di uno dei più grandi interessi della gloria di Dio e dell'utilità della Chiesa che, nella successione dei secoli, si sia trattato da che il mondo è mondo... Questo mistero nascosto da secoli, que­sto sacramento manifestato nuo­vamente al mondo, questo disegno, formato nella mente divina a favore degli uomini e scoperto ora dalla Chie­sa, è uno di quelli che, per dir così atti­rano tutta l'attenzione di un Dio, premuroso del nostro bene e della gloria del Salvatore".
"Mi parve di vedere (interiormente) che questa luce, il Cuore di Gesù, que­sto sole adorabile diffondeva i suoi rag­gi sopra la terra dapprima in uno spa­zio ridotto; poi essi si stendevano, fino ad illuminare il mondo intero: Con lo splendore di questa luce, i popoli e le nazioni saranno illuminati e col suo ardore infervorati ".
Ma soprattutto conta l'insegna­mento dei Sommi Pontefici:
Leone XIII, al tramonto del secolo scorso, esortava tutti i fedeli cristiani e quanti sono sinceramente solleciti alla propria salvezza e di quella della società civile: "Ecco che oggi si offre agli sguardi un altro consolantissimo e di­vinissimo segno, vale a dire: il Cuore sacratissimo di Gesù... rilucente di splendidissimo candore in mezzo alle fiamme. In esso sono da collocarsi tut­te le speranze: da esso è da implorare ed attendere la salvezza dell'umanità".
Pio XI, il quale nell'Enciclica Mise­rentissimus Redemptor affermava: "Non sono forse racchiusi in tale for­ma di devozione il compendio di tutta la religione cattolica e quindi la norma della vita più perfetta, costituendo essa la via più spedita per giungere alla co­noscenza profonda di Cristo Signore e il mezzo più efficace per piegare gli animi ad amarLo più intensamente e ad imitarLo più fedelmente?".
Pio XII nell'Enciclica Haurietis Aquas dice: "Dinanzi allo spettacolo di tanti mali che oggi, più che nel passato, travagliano individui, famiglie, nazioni e il mondo intero, dove mai, Venerabili Fratelli, cercheremo il rimedio? Si po­trà forse trovare una devozione più ec­cellente del culto al Cuore Sacratissi­mo di Gesù, più conforme all'indole propria della religione cattolica, più idonea a soddisfare le odierne necessi­tà spirituali della Chiesa e del genere umano?
Ma, quale atto di omaggio religioso più nobile, più dolce, più salutare di que­sto culto, dal momento che è tutto ri­volto alla stessa carità di Dio? Finalmen­te, quale stimolo più potente della cari­tà di Cristo - che la pietà verso il Cuore Sacratissimo di Gesù fomenta ed accre­sce - per spingere i fedeli alla perfetta osservanza della legge evangelica, sen­za la quale, come ammoniscono saggia­mente le parole dello Spirito Santo: "Opera della giustizia sarà la pace"; non è possibile instaurare la vera pace tra gli uomini?".
Ed ora dimmi con tutta sincerità, figlio mio, se, dopo la lettura di queste rivelazioni, non cominci già a persua­derti che la devozione al Sacro Cuore di Gesù è qualche cosa di molto gran­de nel mondo.
E' così figlio mio! Ma se ne dubiti, stu­dia con calma questo problema e te ne convincerai da solo. Questa convinzio­ne personale vorrei io in tutti i fedeli, soprattutto nei miei Sacerdoti e nei miei religiosi. Vorrei che non si credesse perchè si è sentito, ma ché si ricono­scesse per aver intuito. In questo modo si formano i convinti, i soli capaci di far qualche cosa sopra la terra.
3. - Due specie di devozione.
I più preziosi dei miei gioielli giac­ciono là, in fondo al cofano, perchè ci sono molti che ancora non hanno com­preso questa devozione divina, grande filone d'oro che attraversa tutto il cam­po della Chiesa. In generale, se ne sfrut­tano solo gli strati esteriori, che si tro­vano a fior di terra; tutti li scoprono, e con molto poco lavoro possono trarne profitto.
Chi non conosce, per esempio, la Comu­nione dei Primi Venerdì del mese e la Consacrazione delle famiglie? Chi non assiste, di tanto in tanto, a qualche fe­sta in mio onore? Questi tali sono viag­giatori che passando sopra al filone d'oro, si soffermano un istante, smuo­vono alquanto la terra raccolgono qualche pepita d'oro e proseguono il loro cammino: è la devozione superfi­ciale. Ma sono pochi, figlio mio, quelli che si azzardano a scavare la miniera fino al fondo, quelli che potrebbero chiamarsi "minatori" di professione. Quelli che hanno la vera devozione fon­damentale. Ascolta.
II
LA CONSACRAZIONE
La consacrazione è realmente la pratica fondamentale della devozione al mio Cuore Divino. Però molti, su questo punto, agiscono solo per abi­tudine, quasi meccanicamente. Molte persone pie vanno facendo ogni gior­no quelle consacrazioni che trovano nei libri devoti, eppure non sono anime veramente consacrate. Piuttosto che fare consacrazioni, le recitano: sono recitatrici di consacrazioni. Ascolta da me in che consiste la consacrazione assoluta, quale io la insegnai ai miei confidenti più intimi, secondo quello che essi spiegarono nei loro scritti e confermarono con il loro esempio.
1. - Un patto.
La consacrazione può ridursi ad un patto: a quello che io richiesi al mio primo apostolo della Spagna Ber­nardo de Hoyos, e che già prima, in termini equivalenti, avevo chiesto alla mia serva S. Margherita Maria. Tu at­tendi al mio onore ed ai miei interessi, e il mio Cuore avrà cura di te e delle tue cose.
Vorrei far questo patto anche con te. Come Signore assoluto, potrei veni­re a te ed esigerlo senza condizioni, ma a me piace venire a patti con le mie creature. A tanto io mi abbasso. E tu, vuoi venire a patti con me? Non teme­re di rimetterci, poichè io sono tanto condiscendente e benevolo verso le mie creature, che chiunque potrebbe pen­sare che vengo ingannato. Inoltre, que­sto patto, per sè, non ti obbliga nè sot­to peccato mortale, nè sotto peccato veniale; non voglio impegni che ti op­primano, voglio amore, generosità, pace; non inquietudini, non oppressio­ni di coscienza.
Tu vedi bene che il patto presenta due lati: uno obbliga me, l'altro obbli­ga te. A me tocca aver cura di te e dei tuoi interessi, a te aver cura di me e dei miei. Non ti sembra un patto molto soave?
2. - Prima parte della consacrazione:
Avrò cura di te e delle tue cose. Cominciamo dalla parte che tocca a me: Avrò cura di te e delle tue cose. A tal fine è necessario che tutto, ani­ma, corpo, vita, salute, famiglia, affari, in una parola, tutto, venga messo da te interamente a disposizione della mia soave provvidenza e che tu mi lasci fare.
Voglio curar tutto a mio piacere ed avere le mani libere. Per questo de­sidero che tu mi consegni tutte le chia­vi, che tu mi dia il permesso di entrare e di uscire quando io lo voglia, che tu non mi vada sorvegliando per vedere e per esaminare quello che faccio; che non mi chieda conto di nessuno dei passi che faccio, quantunque tu non ne veda la ragione e sembri, a prima vi­sta, che tutto avverrà con tuo danno: poichè, sebbene molte volte dovrai pro­cedere alla cieca, ti consolerà il sapere che sei in buone mani.
E quando mi offri le tue cose, non devi farlo col fine che io le regoli a tuo piacere, perchè questo sarebbe impor­mi delle condizioni ed agire con fini interessati, ma solo affinchè io le indi­rizzi secondo quello che a me piacerà, procedendo in tutto come Signore e come Re, con piena libertà, quantun­que preveda che, alcune volte, le mie decisioni ti apporteranno dolore.
Tu non vedi che il presente, io vedo l'avvenire: tu guardi con un mi­croscopio, io con un telescopio di in­commensurabile portata. Soluzioni, che sul momento sembrerebbero felicissi­me, sono, a volte, disastrose per gli avvenimenti futuri, ed oltre a ciò, al­cune volte, per provare la tua fede e la tua confidenza in Me e perchè si accre­sca la tua gloria nel cielo, permetterò, con intento deliberato, lo scompiglio dei tuoi piani...
Non vorrei ora che, dato ciò, tu ti ab­bandonassi ad una specie di fatalismo quietista e che trascurassi i tuoi affari spirituali e materiali. Devi seguire come legge quel consiglio che lasciai nel Van­gelo: «Quando avrete fatto ciò che vi sarà stato comandato, dite pure: "Sia­mo servi inutili". In ogni impresa devi mettere tutta la diligenza che puoi, come se l'esito dipendesse da te solo, e dopo devi dirmi con umile confidenza: - Cuore di Gesù ho fatto tutto quel che è stato possibile alla mia debolezza: il resto è cosa tua, abbandono il risulta­to alla tua Provvidenza».
Detto ciò, procura di allontanare ogni inquietudine e di rimaner pacifico come un lago in un tranquillo pome­riggio d'autunno.
3. - Quello che mi devi offrire.
Come ti ho già detto, devi offrirmi tutto; non devi escluder nulla assolu­tamente, perchè escludono qualche cosa solo le persone che si fidano poco di Me.
L'anima. Mettila nelle mie mani: così pure la tua salvezza eterna, il grado di gloria nel cielo, il progresso nella virtù, i difetti, le passioni, le miserie, tutto.
Vi sono persone sempre piene di timo­ri, di angustie, di scoraggiamento per le cose dello spirito. Se questo avviene per peccati gravi, sei giustificato: lo sta­to di peccato mortale è tristissimo e ad ogni costo devi uscirne subito, perchè, in tale stato, sei mio nemico formale. Sforzati, ricorri a Me con insistenza, che io ti aiuterò molto, e soprattutto, con­fessati con frequenza; se puoi, ogni set­timana, perchè è un eccellente rime­dio. Le cadute gravi non sono un osta­colo al consacrarti a Me, perchè in te sia un sincero desiderio di emendarti: anzi la consacrazione sarà un magnifi­co rimedio per uscire da quello stato. Ciò che è di ostacolo alla consacrazio­ne è lo stato di peccato mortale. Chi non ha la grazia nell'anima non può consacrarsi. La consacrazione è un'of­ferta di amore che non può farla chi è lontano da me.
Vi è un'altra categoria di persone che non peccano mortalmente e tuttavia, nel loro interno, stanno sempre in lut­to perchè credono di non far progressi nella vita dello spirito. Tale atteggia­mento non mi piace. Anche in questo campo tu devi fare quanto la debolez­za umana ti permette, ed abbandona­re a Me tutto il resto. Il cielo è un giar­dino armonicamente completo e quin­di deve avere in sè ogni sorta di pian­te. Non tutti possono essere cipressi o gigli o garofani; deve esserci anche il timo; offriti, dunque, ad occupare que­sto posto. Tutte queste amarezze nelle persone che non peccano gravemente, nascono dal fatto che cercano più la loro gloria che la mia. La virtù, ossia la perfezione, ha due aspetti: in quanto è «bene tuo» e in quanto è «bene mio». Tu devi procurarla con impegno, però con pace, perchè è bene mio: poichè il tuo bene, in quanto tuo, devi lasciarlo alle mie cure. Inoltre devi tener presente che se ti consacri a Me, la tua perfezione sarà opera mia più che tua.
Il corpo. Io voglio incaricarmi an­che della tua salute e della tua vita e perciò devi metterle nelle mie mani. Io so ciò che ti conviene, tu lo ignori. Usa i mezzi che puoi per conservare o ricuperare la salute, ed abbandona il resto alle mie cure, scacciando appren­sioni, immaginazioni, timori, persuaso che non dai medici o dalle medicine verrà la salute o il rimedio, ma solo e principalmente da Me.
La famiglia: genitori, coniugi, fi­gli, fratelli, sorelle e parenti. Vi sono persone che non hanno difficoltà ad of­frirmi se stesse, ma, a volte, fanno resi­stenza a porre decisamente nelle mie mani qualche membro speciale della loro famiglia da esse molto amato. Sem­bra che io non debba far altro che ucci­dere quanti confidano alla mia bontà. Che misero concetto hanno di Me! A volte dicono che non incontrano diffi­coltà a soffrire nella loro persona, pur di non veder soffrire quelli che ama­no; credono che consacrarsi a Me si­gnifichi cominciare a veder soffrire quanti le circondano. Da dove sarà loro venuta simile idea? Invece non sanno che la consacrazione sincera rende molto più soavi le croci che tutti deb­bono portare in questo mondo.
Beni di fortuna: possedimenti, affari, carriera, ufficio, impiego, casa, ecc. Non esigo che le anime che mi amano abbandonino tutto, a meno che non le chiami allo stato religioso. Al contrario, debbono amministrarli, giac­chè costituiscono una parte degli ob­blighi del loro stato. Ciò che domando è che li mettano nelle mie mani, che facciano quello che possono affinchè ottengano un incremento felice, ma ab­bandonino a Me il risultato, senza an­gustie, senza inquietudini, senza mez­ze disperazioni.
Beni spirituali. Sai già che tutte le azioni virtuose compiute in stato di grazia ed i suffragi che dopo la tua morte saranno offerti per il tuo eterno riposo, hanno una parte alla quale si può rinunziare in favore di altre per­sone, vive o defunte. Ebbene, figlio mio, vorrei che mi facessi una donazione assoluta di questa parte, affinchè io la possa distribuire fra le persone alle quali mi parrà conveniente. So meglio di te dove è necessario stabilire il mio regno, in chi sia maggiore il bisogno, dove conseguirò un migliore risultato, e così potrò disporne con più profitto di quel che potresti fare tu. Però que­sta donazione non impedisce che tu possa offrire certi suffragi che l'obbe­dienza, la carità o la pietà richiedono in alcune occasioni.
Tutto, dunque, devi consegnarmi con intera confidenza, perchè io tutto amministri a mio piacere. E quantun­que tu non debba farlo con fine interes­sato, pure ti dico una cosa: vedrai come ogni tanto io metterò a prova la tua confidenza, facendo riuscir tutto male; tuttavia, nell'insieme, i tuoi affari pro­cederanno meglio, e, tanto meglio, quanto maggiore sarà l'interesse che tu prenderai ai miei. Quanto più pense­rai a Me, tanto più io penserò a te; quanto più ti preoccuperai della mia gloria, tanto più penserò alla tua; quan­to più lavorerai per i miei interessi, tan­to più mi occuperò Io per i tuoi. Tu devi procurare di essere più disinteressato. Vi sono persone che pensano solo a se stesse; il loro mondo spirituale è un si­stema planetario del quale esse occu­pano il centro, e tutto il resto, compre­si i miei interessi, almeno praticamen­te, sono come dei pianeti che girano loro intorno. Quest'egocentrismo inte­riore è un cattivo sistema astronomico.
4. - Seconda parte della consacrazione: Procura la mia gloria e i miei interessi.
Eccoci quindi, figlio mio, alla se­conda parte della consacrazione: procura la mia gloria ed i miei interessi. E' la parte più importante per te, perchè, a rigore di termini, è propriamente la tua. La precedente era mia. In essa ti chiesi la consacrazione di tutto per aver le mani libere a compiere quello che nel patto tocca a me. Ma la tua, quella nella quale devi porre tutta la decisa volontà della tua anima, quella che deve essere il termometro che segnerà i gradi del tuo amore per me, è questa: l'aver cura dei miei interessi.
Sai quali sono? Non ne ho altri che le anime: queste sono i miei interessi, i miei gioielli ed il mio amore. Voglio, come dicevo alla mia serva Margherita, stabilire il regno del mio amore in tutti i cuori. Non è venuto ancora il mio re­gno. Esso ha una certa diffusione ester­na nelle nazioni cattoliche, però que­sto regno profondo nel quale il mio amore non di nome ma in realtà, co­mandi, governi e domini stabilmente nell'anima, questo regno è esteso mol­to poco anche nei popoli cristiani! E ciò non perchè manchi il terreno; sono in­fatti innumerevoli le anime ad esso preparate ed ogni giorno saranno di più; quel che manca sono gli apostoli. Dammi un cuore toccato da questa di­vina calamita e vedrai come rapida­mente molti altri verranno attirati.
5. - Con i vari modi di apostolato.
E’ facile essere un mio apostolo. Non c'è età nè sesso, nè stato, nè con­dizione che possa dirsi a ciò non adat­to. Sono tanti i modi per lavorare! Ec­coli.
1° - La preghiera, ossia il chiedere al cie­lo, ininterrottamente, il mio regno; chiederlo al Padre, a Me, alla Madre mia, ai miei Santi. Chiederlo in chiesa, in casa, per le vie, in mezzo alle occu­pazioni giornaliere. «Regna, o Cuore Divino!», dev'essere questa la divina esclamazione che tutto il giorno deve risuonare sulle tue labbra: ripetila die­ci, venti, cinquanta, cento, duecento volte al giorno, finchè non ti si renda abituale; cerca ogni mezzo e ricorri ad ogni industria per ricordartene. Chi non può essere apostolo? E quale buon apostolato è quello adempiuto con le giaculatorie! Dammi una moltitudine di anime che lanciano di continuo questi dardi, e dimmi se non faranno breccia nel cielo. Sono molecole di vapore che si elevano, formano nuvole e si conver­tono, dopo, in fecondante pioggia so­pra la terra.
2° - Il sacrificio. In primo luogo sacrifi­cio passivo o di accettazione. Molestie, dissapori, cattivi momenti, tristezze, disgusti, a volte piccoli, a volte grandi, che sogliono sopraggiungere a tutti, come accadde a Me, alla mia SS.ma Madre ed ai miei Santi! Ebbene: tutto questo sopportalo in silenzio, con pa­zienza ed anche con allegria, se ti rie­sce; tutto quanto offrilo perchè il mio amore regni. Figlio mio, la Croce è ciò che più vale, perchè è ciò che più costa. Quante croci tristemente andate a male tra gli uomini! E sono gioielli tan­to preziosi!
In secondo luogo il sacrificio attivo o mortificazione. Procura di abituarti a vincerti frequentemente in piccole cose, pratica molto eccellente nella vita spirituale. Vai per la strada e ti viene il desiderio di guardare il tale oggetto: non guardarlo. Ti piacerebbe assapo­rare quel dolce: non prenderlo. Vieni incolpato di una cosa che non hai fat­to, e non ne segue nessun pregiudizio se taci; e tu taci. E similmente in casi analoghi, e tutto perchè io regni.
E se la tua generosità va oltre, passa, d'accordo col tuo direttore, a peniten­ze maggiori. Ora vedi chiaro quale cam­po di apostolato si presenta ai tuoi oc­chi. E questo sì che è efficace!
3° - Occupazioni giornaliere. Alcune per­sone dicono che non possono lavorare per il Regno del Cuore di Gesù perchè sono molto occupate, come se i doveri
del loro stato, gli obblighi del loro uffi­cio e delle loro faccende giornaliere, fatti con cura e con impegno, non po­tessero convertirsi in lavori di aposto­lato. Si, figlio mio, tutto dipende dal­l'intenzione con cui si fanno. Una stes­sa qualità di legno, può essere un pez­zo da buttarsi nel fuoco od una devota immagine da mettere su un altare. Men­tre sei in queste occupazioni procura di elevare spesso a me il tuo sguardo come a trovare compiacimento nel fare tutto bene, perchè tutte le opere siano monete preziosissime che cadono nel salvadanaio che serbo per l'opera del mio regno nel mondo. Devi anche sfor­zarti, sebbene con pace, per essere ogni giorno più santo, perchè, quanto più lo sarai, tanto maggiore sarà l'efficacia delle tue opere, per la mia gloria.
4° La propaganda. A volte potresti pre­stare il tuo appoggio a qualcuna delle intraprese del mio Cuore; raccomanda­re quella o quell'altra pratica alle persone che ti circondano; guadagnartele affinchè si consacrino a Me come ti sei consacrato tu. E se trovi difficoltà nel parlare, non hai a tua disposizione qualche foglietto di propaganda? Dal­lo, raccomandalo, mettilo di nuovo in una busta ed invialo, quale messagge­ro, in qualsiasi punto del globo. Quan­te anime sono state a me guadagnate da questi messaggeri volanti!
Vedi, ora, come esistono mezzi per lavorare per il mio regno? Se non lotti, non è per mancanza di armi. Non v'è momento del giorno in cui tu non pos­sa maneggiarne qualcuna. Devi imita­re il girasole che guarda costantemen­te al sole. E’ molto facile essere mio apo­stolo. E come è bella una vita illumina­ta continuamente da questo ideale! Tutte le opere del giorno contrassegna­te dal sigillo dell'apostolato, dell'apo­stolato magnifico dell'amore! Tutte le opere del giorno convertite in oro di carità! Come sarà dolce, figlio mio, nel­l'ora della morte, gettare uno sguardo indietro e vedere cinque, dieci, venti e più anni di trecento sessantacinque giorni ciascuno, vissuti tutti così.
5. - Con la riparazione.
Vuoi amarmi davvero? Due cose fa l'amore: procura alla persona amata tutto il bene che le manca e cerca di liberarla dal male che la sovrasta. Con l'apostolato mi procuri il bene, mi dai le anime, con la riparazione mi liberi dal male; tergi il mio divino onore dal­le macchie che ad esso fanno i pecca­tori. Sì, figlio mio; una ingiuria può venire cancellata mediante una soddi­sfazione. E quante potresti darmene! Non solo per i tuoi peccati, ma anche per quelli innumerevoli che si commet­tono tutti i giorni.
Non voglio affaticarti con molte prati­che: le stesse preghiere, gli stessi sacri­fici, le stesse azioni di tutti i giorni ser­vono non solo da apostolato, ma an­che da riparazione se si fanno con que­sta intenzione.
Regna! - Rimetti i nostri debiti! - Affin­chè tu regni e per quelli che ti offen­dono! - siano le giaculatorie spesso pro­ferite dalle tue labbra. Nella mia vita sulla terra ebbi due missioni principa­li: quella di apostolo che fonda il re­gno di Dio e quella di sacerdote e di vittima che espia i peccati degli uomi­ni. Voglio che tu le compia pure me­diante la devozione al mio Cuore Divi­no. Aspiro a fare di ogni uomo una esat­ta copia di me stesso, un piccolo reden­tore. Quanto sublime e quanto onorifi­co per te!
III CONCLUSIONE
Coraggio, dunque, slanciati! Tan­te persone lo hanno fatto, ed erano di carne ed ossa come sei tu. Scegli un giorno di festa, il primo che verrà: preparati con la lettura tranquilla di tutte queste idee; giunto il giorno scel­to, confessati, fa la Comunione con fervore e, quando mi terrai nel tuo petto, consacrati a me. Sarà quella la miglio­re occasione per fare la tua consacra­zione. Per facilitarti il lavoro, giacchè è molto necessario che la consacrazione sia completa, dovendo costituire tutto un programma di vita, ti do qui un abbozzo di tutte le idee necessarie. Però ti ripeto, figlio mio, di non aver timo­re: essa non ti obbliga nemmeno, sotto peccato veniale. Voglio larghezza di cuore, generosità ed amore, solo ti do­mando che ti risolva a far tutto quello che puoi per compierla. Chi è impedi­to di fare quello che è in suo potere? Non dimenticare di rinnovarla ogni giorno in chiesa od in casa, perchè il farla ogni giorno è un punto molto importante. Se non la rinnoverai ogni giorno, l'abbandonerai ben presto; se la rinnoverai, finirai col viverla piena­mente. Coraggio e decisione. Fa' così, figlio mio. Una brezza primaverile, una corrente di sangue giovane e corrobo­rante sentirai fluire nell'anima tua!
Ora, figlio mio, due consigli per finire. Uno è che tu procuri di non dimenti­carmi nel Tabernacolo. Mi piace il cul­to delle immagini, ma la mia persona vale più della mia immagine. L'Eucari­stia è il mio Sacramento perchè è quel­lo dell'amore.
Vorrei che tu mi ricevessi con maggior frequenza, e vorrei anche vederti qual­che volta, durante il giorno. Non sai quanto mi sono gradite queste visite da amico!
L'altro consiglio è che tu procuri, se ti è possibile, di prendere un po' di tem­po ogni giorno per leggere o meditare cose del mio Cuore. In questo modo, a poco a poco, andrai aprendo la con­chiglia nella quale si conserva la perla di questa devozione divina.
LA PAROLA DEL PAPA SULLA CONSACRAZIONE AL CUORE DI GESU' (...) Quando si è scoperto nell'adora­zione eucaristica e nella meditazione il Cuore di Gesù "sempre ardente di amo­re per gli uomini", come ci si potrebbe lasciar sedurre da forme di meditazio­ne che ripiegano su di sè senza acco­gliere la Presenza del Signore? Come si potrebbe essere attratti dal proliferare di concezioni del sacro che non fanno altro che mascherare un tragico vuoto spirituale? Per l'evangelizzazione di oggi, occorre che il Cuore di Cristo sia riconosciuto come il cuore della Chie­sa: è Lui che chiama alla conversione, alla riconciliazione. E' Lui che trascina sulle vie delle Beatitudini i cuori puri e gli affamati di giustizia. E' Lui che rea­lizza la comunione calorosa dei mem­bri del Corpo unico. E' Lui che permet­te di aderire alla Buona Novella e di accogliere le promesse della vita eterna. E' Lui che manda in missione. La stretta vicinanza con Gesù allarga il cuore dell'uomo alle dimensioni del mondo.
(Gíovanni Paolo II, Canonizzazione di Padre La Colombière, 31 maggio 1992)
( ... ) Nel Cuore di Gesù è rivelata, infat­ti, tutta la ricchezza del piano di Dio per guidare l'uomo alla piena maturità e alla piena felicità nella visione della sua gloria e in comunione con la San­tissima Trinità. La santità, la pietà e l'impegno apostolico nella Chiesa sono tutte sostanzialmente legate alla forza della nostra fede nel Redentore e alla nostra imitazione della sua "compas­sione delle moltitudini" (cfr. Mt 9,36). (Giovanni Paolo II, ai pellegrini giunti per la Canonizzazione .i Padre La Colombière, 1 giugno 7 992)


Cor Iesu, 
fòrnax àrdens charitàtis
miserere nobis.



!!!!! FIAMME dovrebbero essere (2)




FIAMME dovrebbero essere

Dall'<<Evangelo come mi è stato rivelato>>
  • Il sacerdote è generalmente sempre illuminato da Dio. Lo è quando è un vero sacerdote. Bisogna giudicare ciò che esce dalla sua anima. 31.8
  • Guai ai sacerdoti che perdono la loro fiamma apostolica! Ma guai anche a chi si crede lecito sprezzarli! Perché essi consacrano e distribuiscono il Pane Vero che dal Cielo discende, e quel contatto li rende santi come un calice sacro, anche se totalmente santi non sono.(…) Non siate più intransigenti del vostro Signore Gesù il quale al loro comando lascia il Cielo e scende per essere elevato dalle loro mani. (…). Salvare un’anima sacerdotale è salvare un numero grande di anime, perché ogni sacerdote santo, è una rete che trascina anime a Dio. 31.10
  • Non è il gesto che fa il sacerdote e non è l’abito.
    Non è la sua mondana cultura, né le relazioni mondane e potenti che fanno il sacerdote. E’ la sua anima. Un’anima tanto grande da annullare la carne. Tutto spirito .
     133.2
  • Voi siete il sale della terra e la luce del mondo, ma se falliste alla vostra missione, diverreste un insipido e inutile sale. (…)
    Voi siete la luce del mondo. (…) Chi è posto in alto brilla ed è visto perché l’occhio anche più svagato si posa qualche volta sulle alture. Direi che l’occhio materiale, che è detto specchio dell’anima, riflette l’anelito dell’anima, anelito inavvertito spesso ma sempre vivente finché l’uomo non è un demone, l’anelito dell’alto, dell’alto dove la istintiva ragione colloca l’Altissimo. (…)
    Voi dovete ricordare il Dio Vero. Fate allora di non avere in voi il paganesimo settemplice. (…)
    Voi dovete portare la luce di Dio. (…)
    La luce di Dio splende là, dove è solerte la volontà a pulire giornalmente dalle scorie che lo stesso lavoro, con i suoi contatti e reazioni e delusioni, produce. La luce di Dio splende là dove il lucignolo è immerso in abbondante liquido di orazione e di carità. La luce di Dio si moltiplica in infiniti splendori, quante sono le perfezioni di Dio delle quali ognuna suscita nel santo una virtù esercitata eroicamente, se il servo di Dio tiene netto, il quarzo inattaccabile della sua anima dal nero fumo di ogni fumigante mala passione. (…)
     169.8
  • Guai, tre volte guai, ai pastori che perdono la carità, che si rifiutano di ascendere giorno per giorno per portare in alto il gregge che attende la loro ascesa per ascendere. Io li percuoterò, abbattendoli dal loro posto e spegnendo del tutto il loro fumo.
    Guai, tre volte guai, ai maestri che ripudiano la Sapienza per saturarsi di scienza sovente contraria, sempre superba, talora satanica, perché li fa uomini  - udite e ritenete – mentre se ogni uomo ha destino di divenire simile a Dio, con la santificazione che fa dell’uomo un figlio di Dio, il maestro, il sacerdote ne dovrebbe avere l’aspetto già dalla terra, e questo solo, di figlio di Dio. Di creatura tutt’anima e perfezione dovrebbe avere aspetto, dovrebbe avere, per aspirare a Dio i suoi discepoli.  Anatema ai maestri di soprannaturale dottrina che divengono idoli di umano sapere.
    Guai, sette volte guai ai morti allo spirito fra i miei sacerdoti, a quelli che col loro insapore, col loro tepore di carne mal viva, col loro sonno pieno di allucinate apparizioni di tutto ciò che è fuorché Dio uno e Trino; pieno  di calcoli di tutto ciò che è, fuorché sovrumano desiderio di aumentare le ricchezze dei cuori e di Dio; vivono umani, meschini, torpidi, trascinando nelle loro acque morte quelli che li seguono credendoli “ vita “. Maledizione  di Dio sui corruttori del mio piccolo amato gregge. Non a coloro che periscono per ignavia vostra, o inadempienti servi del Signore, ma a voi, di ogni ora e di ogni tempo, e per ogni contingenza e per ogni conseguenza, Io chiederò ragione e vorrò punizione.
     169.9
  • Non portano a Dio quei sacerdoti che non vanno alla conquista degli spiriti con la dolcezza paziente, umile, amorosa, ma sembrano guerrieri armati che si lancino a un assalto feroce, tanto marciano con irruenza e intransigenza contro le anime.  Oh! Povere anime! Se fossero sante, non avrebbero bisogno di voi, sacerdoti, per raggiungere la Luce. L’avrebbero già in sé. Se fossero giusti, non avrebbero bisogno di voi giudici per essere tenuti nel freno della giustizia, l’avrebbero già in sé. Se fossero sani, non avrebbero bisogno di chi cura. Siate dunque mansueti. Non mettete in fuga le anime. Attiratele con l’amore. Perché la mansuetudine è amore, così come lo è la povertà di spirito.170.7
  • Vi è sempre qualcuno per cui l’apostolo si affatica invano. Ma non devono queste sconfitte , far perdere lena. L’apostolo non deve pretendere di ottenere tutto. Contro di lui sono forze avverse dai molti nomi che come tentacoli di piovre riafferrano la preda che egli aveva loro strappato. Il merito dell’apostolo resta ugualmente.
    Occorre andare, anche se uno solo su mille si salverà. La sua giornata apostolica sarà fruttuosa
    per quell’uno per mille, poiché egli avrà fatto tutto quanto poteva e Dio premia questo.
    Altra cosa che deve assolutamente praticare l’apostolo è l’amore. Palese amore. (…), grande amore. Il rigore paralizza il lavoro dell’apostolo e il movimento delle anime verso la Luce. Non rigore ma amore. (…)
     234.7
  • Le tre fasi della salvazione di un’anima sono:
    Essere integerrimi per poter parlare senza timore d’essere posti a tacere.  (…)
    Seconda qualità: operare anche là dove uno, meno compreso della sua missione, fuggirebbe. (…) Terzo punto: Non appena l’anima che nel silenzio si è pentita, piangendo e pensando sui suoi trascorsi, osa venire timidamente, paurosa d’essere cacciata, verso l’apostolo, l’apostolo abbia un cuore più grande del mare, più dolce di un cuore di mamma, più innamorato di un cuore di sposo, e lo apra tutto per farne fruire onde di tenerezza. 
     
    Se avrete Dio in voi, Dio che è Carità, troverete facilmente le parole di carità da dire alle anime.
     
    234.8
  • Sempre Io mi studierò a infondervi un retto discernimento nel modo di vagliare le coscienze e di scegliere il modo in cui guidarle che sono singole ed ognuna perciò, ha il suo modo speciale di sentire e di reagire alle tentazioni e agli insegnamenti. Non crediate facile l’essere cernitori di animi, tutt’altro. Ci vuole occhio spirituale tutto luminoso di luce divina, ci vuole intelletto infuso di divina Sapienza, ci vuole possesso delle virtù in forma eroica, prima fra tutte la carità. Ci vuole capacità di concentrarsi nella meditazione perché ogni anima è un testo oscuro che va letto e meditato. Ci vuole unione continua con Dio, dimenticando tutti gli interessi egoisti. Vivere per le anime e per Dio. Superare prevenzioni, risentimenti, antipatie. Essere dolci come padri e ferrei come guerrieri. Dolci per consigliare e rincuorare. Ferrei per dire: “Ciò non ti è lecito e non lo farai”. Oppure: “Ciò è bene si faccia e tu lo farai”. Perché pensatelo bene, molte anime saranno gettate negli stagni infernali, ma non saranno solo anime di peccatori, anche anime di pescatori evangelici vi saranno: quelle di coloro che avranno mancato al loro ministero, contribuendo alla perdita di molti spiriti. 239.7
  • Andate perciò guarendo gli infermi, mondando i lebbrosi, risuscitando i morti del corpo e dello spirito perché corpo e spirito possono essere ugualmente infermi, lebbrosi, morti. E voi anche sapete come si fa a operare miracolo: con una vita di penitenza, una preghiera fervente, un sincero desiderio di far brillare la potenza di Dio, un’umiltà profonda, una viva carità, un’accesa fede, una speranza che non si turba per difficoltà di sorta. In verità vi dico che tutto è possibile a chi ha in sé questi elementi. Anche i demoni fuggiranno di fronte al Nome del Signore detto da voi, avendo in voi quanto ho detto. 265.4 
  • Dio è Misericordia perché Dio è Amore.
    Il servo di Dio deve essere misericordioso per imitare Iddio.
    Dio si serve della misericordia come di un mezzo per attirare a Sé i figli sviati.
    Il servo di Dio deve servirsi della misericordia come di un mezzo per portare a Dio i figli sviati.
    Il precetto dell’amore è obbligatorio a tutti, ma deve essere tre volte tale nei servi di Dio.
    Ai servi di Dio Io dico: “Non si fa conquistare il Cielo ai credenti se non si amano con perfezione”.
    (…) Un amore totale a Dio, un amore totale al prossimo. Il vostro scopo: servire. Come? Rendendo a Dio coloro che il mondo, la carne, il demonio hanno rapito a Dio. In che modo? Con l’amore. L’amore che ha mille forme per esplicarsi, e un unico fine: far amare.
     275.4
  • Non siate servi che per voi molto volete e poi nulla date a chi a voi chiede. Come fate, così vi sarà fatto. E vi sarà chiesto anche conto del come fanno gli altri, trascinati al bene o al male dal vostro esempio. Oh! Che in verità se sarete santificatori, possederete una gloria grandissima nei Cieli! Ma, ugualmente, se sarete pervertitori o anche solamente infingardi nel santificare, sarete duramente puniti. 278.5
  • Curate sempre prima lo spirito. Promettete agli infermi il Regno di Dio se sapranno credere in Me, e vista in loro la fede comandate al morbo di andarsene, ed esso se ne andrà. E così fate per i malati dello spirito. Accendete per prima cosa la Fede. Comunicate con la parola “sicura” la Speranza. Io sopraggiungerò a mettere in essi la Divina Carità, così come a voi l’ho messa in cuore dopo che in Me avete creduto e nella Misericordia avete sperato. E non abbiate paura né degli uomini, né del demonio. Non vi faranno male. Le uniche cose di cui dovete temere sono la sensualità, la superbia, l’avarizia. Per esse potrete consegnarvi a Satana e agli uomini-satana, perché ci sono essi pure. 278.6
  • Venire a Me come discepolo vuol dire rinuncia di tutti gli amori a un solo amore: il Mio. Amore egoista verso se stessi, amore colpevole verso le ricchezze, o il senso, o la potenza, amore onesto verso la sposa, santo verso la madre, il padre, amore amabile dei  e ai figli e fratelli, tutto deve cedere al mio amore se si vuole essere miei. In verità vi dico che più liberi di uccelli spazianti nei cieli devono essere i miei discepoli. (…)
    Se uno vuol venire a Me e non odia santamente suo padre, sua madre, sua moglie, i suoi figli, i suoi fratelli e le sorelle, e persino la sua vita, non può essere mio discepolo.  (…)
    Io dico di odiare la pesantezza dell’amore, la passionalità carnale dell’amore al padre e alla madre, e sposa e figli, e fratelli e sorelle, e alla stessa vita, ma anzi ordino di amare, con la libertà leggera che è propria degli spiriti, i parenti e la vita. Amateli in Dio e per Dio, non posponendo mai Dio a loro, occupandovi e preoccupandovi di portarli dove il discepolo è giunto, ossia a Dio Verità. Così amerete santamente i parenti e Dio, conciliando i due amori e facendo dei legami di sangue non peso ma ala, non colpa ma giustizia.
     281.6
  • Esigi il massimo rispetto nelle ore d’istruzione e nei luoghi d’istruzione. (…)
    E’ sempre Dio che parla sulle labbra dei suoi servi, nelle ore del loro ministero. E come tale va udito con silenzio e rispetto.
     365.2
  • Sapete come l’uomo può possedere infinito amore? Essendo talmente unito a Dio da essere tutt’uno con Dio. Allora, veramente, scomparendo la creatura nel Creatore, opera il Creatore, il quale è Infinito. E così, uniti col loro Dio per potenza d’amore che tanto si stringe all’Origine da fondersi a essa, devono essere gli apostoli miei. Non sarà come parlerete ma per come amerete che convertirete i cuori. Troverete peccatori? Amateli. Soffrite per discepoli che si traviano? Cercate di salvarli con l’amore. Ricordate la parabola della pecorella smarrita. (…)
    Con ogni arte, con ogni sacrificio, anche a costo di perdere la vita nel tentativo di salvare un’anima, con ogni pazienza, voi dovrete andare cercando gli smarriti per riportarli all’Ovile. (…)
    E ogni azione deve essere sovrabbondanza della carità che non si appaga più di amare Dio o il prossimo soltanto mentalmente, ma scende nell’agone, in lotta con i nemici di Dio, per amare Dio e prossimo anche contingentalmente, in azioni anche materiali, vie ad azioni più vaste e perfette che terminano alla redenzione e santificazione dei fratelli.
    Per la contemplazione si ama Dio, ma per l’azione si ama il prossimo, né i due amori sono scissi perché uno solo è l’amore, e amando il prossimo amiamo Dio che ci comanda questo amore e che il prossimo ci ha dato per fratello.
     380.4
  • Non sarà il nome che porterete, né la veste, né le funzioni che eserciterete che vi faranno sacerdoti, ossia ministri del Cristo, maestri e medici di anime, ma sarà l’amore che possederete che vi farà tali. Esso vi darà tutto quanto occorre per esserlo, e le anime, tutte diverse fra loro, giungeranno a un’unica somiglianza: quella del Padre, se voi saprete lavorare con l’amore. 476.5
  • Due cose sono essenziali per essere veri maestri e degni di essere maestri: una vita austera per se stessi di modo di poter giudicare senza le ipocrisie  di condannare negli altri ciò che a noi si perdona. : una paziente misericordia per dare  modo alle anime di guarire e di fortificarsi. Non tutte le anime guariscono istantaneamente dalle loro ferite. (…)  Aprite le vostre braccia e il vostro cuore, sempre, alle povere anime. Che esse sentano in voi un vero e santo confidente sulle cui ginocchia non si vergognano di piangere. Se voi le condannate privandole degli aiuti spirituali, sempre più le farete malate e deboli. (…)
  • Voi dovete essere il termine di paragone, la misura di ciò che è Dio. 495.3
  • Servite il Padre vostro. Perciò i suoi interessi devono esservi sacri, anche se possono procurare dolore o lesione ai vostri interessi umani. Abbiate spirito di abnegazione e di ubbidienza. 495.5
  • Siate sempre soggetti ai Pastori in quel che è ubbidienza ai loro consigli e ordini.
    Siate sempre a loro fratelli e sorelle in quello che è aiuto nella missione e sostegno alle loro fatiche.
     583.8
  • Vi ho dato la potestà di rimettere i peccati, ma non si può dare ciò che non si possiede. Voi dovete dunque esser certi che questa potestà Io la possiedo perfetta e la uso per voi che dovete esser mondi al sommo per mondare chi verrà a voi, sporco di peccato. Come potrebbe uno giudicare e mondare se fosse meritevole di condanna e fosse immondezza di suo? Come potrebbe uno giudicare un altro se fosse con le travi nel suo occhio e i pesi infernali nel suo cuore?  Come potrebbe dire: “Io ti assolvo nel nome di Dio” se per i suoi peccati, non avesse Dio con sé?   629-6
  • Grande ministero il vostro di giudicare e assolvere in nome mio! Quando consacrerete per voi il Pane e il Vino e ne farete il Corpo e il Sangue mio, farete una grande e sublime cosa. Per compierla degnamente dovete essere puri poiché toccherete Colui che è il Puro e vi nutrirete della Carne di un Dio. Puri di cuore, di mente, di membra e di lingua dovrete essere perché col cuore dovrete amare l’Eucaristia e non dovranno essere mescolati a questo amore celeste profani amori che sarebbero sacrilegio.
    Puri di mente perché dovrete credere e comprendere questo mistero d’amore e l’impurità di pensiero uccide la Fede e l’Intelletto. Resta la scienza del mondo, ma muore in voi la Sapienza di Dio.   Puri di membra dovrete essere perché nel vostro seno scenderà, il Verbo così come scese nel seno di Maria per opera dell’Amore.
     629-7
  • E benedettissimi quei sacerdoti che sapranno rimanere apostoli: pane, acqua, luce, voce, riposo e medicina dei miei poveri figli. Di luce speciale risplenderanno in cielo. Io ve lo giuro, Io che sono la Verità. 629.13 
  • Neppur l’inferno distruggerà la mia Chiesa. Non sarà il vacillare di una pietra, non ancora bene saldata, quella che farà perire l’edificio. Pace! Pace! Voi farete e bene farete, poiché ora vi conoscete umilmente per quel  che siete, poiché ora siete sapienti di una grande sapienza: quella di sapere che ogni atto ha ripercussioni ben vaste, talora incancellabili e che chi è in alto ha il dovere, più di chi non è in alto, di essere perfetto. Vedete, figli miei? Ciò che passa inosservato o scusabile, se fatto da un fedele, non passa inosservato e severo è il giudizio del popolo, se fatto da un sacerdote. (…)
    Persuaderò il mondo. Vi aiuterò a vincere il mondo, voi siatemi fedeli, non chiedo di più. E benedite chi vi umilia perché vi santifica. (…)
    Siate paterni a tutti i fedeli. Tutto ciò che Io faccio o vi faccio fare, fatelo voi pure. Anche il viaggio al Calvario, meditando e facendo meditare sulla via dolorosa, fatelo in futuro. Contemplate, contemplate il mio dolore, perché è per quello, non per la presente gloria, che vi ho salvati! 
    631.17
  • E non pensate di quanto dolore dovrà ancora soffrire il mio Cuore nei secoli, per ogni peccatore impenitente, per ogni eresia che mi nega, per ogni credente che mi abiura, per ogni – strazio negli strazi – per ogni sacerdote colpevole, causa di scandalo e rovina.  (…) Nel contemplare Giuda Io ho contemplato gli eletti ai quali l’elezione si muta in rovina per la loro perversa volontà Oh! Voi che siete fedeli, voi che formerete i sacerdoti futuri, ricordate il mio dolore, formatevi sempre più santi, per consolare il mio dolore, formateli santi perché per quanto è possibile, non si ripeta questo dolore, esortate, vegliate, insegnate, combattete, siate attenti come madri, instancabili come maestri, vigili come pastori, virili come guerrieri per sostenere i sacerdoti che da voi saranno formati. La colpa del dodicesimo apostolo, fate, oh! fate che non abbia troppe ripetizioni in futuro…634-7
  • Ripetete il gesto di Maria sulle membra degli eletti. Nessuno lo reputi indegno di lui. Io l’ho accettato quell’olio balsamico da una donna. Ogni cristiano se ne tenga onorato come di una grazia suprema da parte della Chiesa di cui è figlio e lo accetti dal Sacerdote per detergersi dalle ultime macchie. Ogni Sacerdote sia lieto di fare l’atto d’amore di Maria verso il Cristo penante sul corpo del morente fratello. In verità vi dico che ciò che non avete fatto allora a Me, lasciando che una donna vi superasse e ora vi pensate con tanto dolore, potete farlo in futuro e per tante volte quante con amore vi curverete su uno che muore per prepararlo all’incontro con Dio. 635.10
  • Trasmettete per questo in Nome mio il Sacerdozio ai migliori fra i discepoli perché la Terra non resti senza Sacerdoti. E sia carattere sacro concesso dopo acuto esame, non verbale, ma delle azioni di chi chiede d’essere sacerdote o di chi voi giudicate buono a esserlo.
    Pensate a ciò che è il Sacerdote. Al bene che può fare. Al male che può fare. Avete avuto l’esempio di ciò che può fare un Sacerdote decaduto dal suo carattere sacro. (...) Ma anche in verità vi dico che ugualmente sarà distrutta la Terra quando l’abominio della desolazione  entrerà nel novello Sacerdozio conducendo gli uomini all’apostasia per abbracciare lo dottrine d’inferno.(…)
    Sacerdoti? Più che sacerdoti dovranno essere quelli dell’ultima ora, tanto feroce sarà la persecuzione delle orde dell’Anticristo. (…) Sacerdoti? Angeli. Angeli agitanti il turibolo carico degli incensi delle loro virtù per purificare l’aere  dai miasmi di Satana. Angeli?  Più che angeli: altri Cristi, altri Me perché i  fedeli dell’ultimo tempo possano perseverare sino alla fine.
     635-11
  • Un Sacerdote indegno, impuro, eretico, infedele, incredulo, tiepido o freddo, spento, insipido, lussurioso, fa un male decuplo di quello di un fedele colpevole degli stessi peccati, e trascina molti altri al peccato. La rilassatezza nel Sacerdozio, l’accoglimento d’impure dottrine, l’egoismo, l’avidità, la concupiscenza nel Sacerdozio, voi sapete, dove sfocia: nel deicidio. Ora nei secoli futuri, non potrà più essere ucciso il Figlio di Dio, ma la fede in Dio, l’idea di Dio, sì. (…)
    La mia Chiesa scardinata dai suoi stessi ministri! 
     635-12
  • Ed Io che la sorreggo con l’aiuto delle vittime. Ed essi, i sacerdoti, che avranno unicamente la veste e non l’anima del Sacerdote, che aiutano il ribollire delle onde agitate dal Serpente infernale contro la tua barca, o Pietro. In piedi!  Sorgi!  Trasmetti quest’ordine ai tuoi successori: “Mano al timone, sferza sui naufraghi che hanno voluto naufragare, e tentano di far naufragare la barca di Dio”. Colpisci, ma salva e procedi. Sii severo, perché sui predoni giusto è il castigo. Difendi il tesoro della fede. Tieni alto il lume come un faro sopra le onde sconvolte, perché quelli che seguono la tua barca vedano e non periscano. Pastore e nauta per i tempi tremendi, raccogli, guida, solleva il mio Vangelo perché in questo e non in altra scienza è la salute. Verranno i tempi nei quali, così come avvenne a noi d’Israele e ancor più profondamente, il Sacerdozio crederà d’essere classe eletta perché sa il superfluo e non conosce più l’indispensabile, o lo conosce nella morta forma con cui ora conoscono i Sacerdoti la Legge: nella veste di essa, esageratamente aggravata di frange, ma non nel suo spirito. Verranno i tempi in cui tutti i libri si sostituiranno al Libro. (…) Così verrà il tempo in cui sarà insegnato il Vangelo scientificamente bene, spiritualmente male. Or che è la scienza se manca sapienza? Paglia è. Paglia che gonfia e non nutre. 635-13
  • Eppure Io vi dico che un tempo verrà nel quale i Sacerdoti, immemori che con poche spighe Io ho istruito gli spiriti alla Verità, e immemori di ciò che è costato al loro Signore quel vero pane dello spirito, tratto tutto e solo dalla Sapienza Divina, detto dalla Parola Divina, dignitoso nella forma dottrinale, instancabile nel ripetersi, perché non si smarrissero le verità dette, umile nella forma, senza orpelli di scienze umane, senza completamenti storici e geografici, non si cureranno dell’anima di esso, ma della veste da gettargli sopra per mostrare alle folle quante cose essi sanno, e lo spirito del Vangelo si smarrirà in loro sotto valanghe di scienza umana.  635-13
  • In verità vi dico che come il Padre e Creatore moltiplica le stelle perché non si spopoli il cielo per quelle che, finita la loro vita, periscono, così ugualmente Io dovrò evangelizzare cento e mille volte dei discepoli che spargerò fra gli uomini e fra i secoli. E anche in verità vi dico che la sorte di questi sarà simile alla mia: la sinagoga e i superbi li perseguiteranno come mi hanno perseguitato. (…)
    Ma tu Pontefice, e voi Pastori, in voi e nei vostri successori vegliate perché non si perda lo spirito del Vangelo e instancabilmente pregate lo Spirito Santo perché in voi si rinnovelli una continua Pentecoste. (...)
    E non lasciate cadere nel vuoto le mie voci future.
    Ognuna di esse è una misericordia mia in vostro aiuto, e tanto più numerose saranno quanto più per ragioni divine Io vedrò che il Cristianesimo ha bisogno di esse per superare le burrasche dei tempi.
     635-14
  • E la tua bussola, il Vangelo. In esso è la Vita e la Salute. E tutto è detto in esso. Ogni articolo del Codice santo, ogni risposta per i casi molteplici delle anime, è in esso. E fa che da esso non si scostino Sacerdoti e fedeli. Fa che non vengano dubbi su esso. Alterazioni a esso. Sostituzioni o sofisticazioni di esso. Il Vangelo è Me stesso. Dalla nascita alla morte. Nel Vangelo è Dio. Perché in esso sono manifeste le opere del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Il Vangelo è amore. 635-14
  • Ven Espíritu Santo, ven por medio de la poderosa intercesión del Corazón Inmaculado de María, tu amadísima Esposa