[116] Non proprio la lunghezza ma il
fervore della preghiera: ecco ciò che piace a Dio e ne attira la benevolenza.
Una sola Ave Maria detta bene è più meritoria di centocinquanta dette
male. Quasi tutti i cattolici recitano il Rosario o una parte o almeno qualche
decina di Ave; perché allora sono tanto pochi quelli che si correggono
dei loro difetti e avanzano nella virtù, se non perché non recitano queste
preghiere come si deve?
[117] Vediamo dunque, in qual modo
occorra recitarle per piacere a Dio e farci più santi.
Anzitutto chi recita il Rosario deve
essere in grazia di Dio o almeno risoluto ad uscire dallo stato di colpa poiché
la teologia insegna che le buone opere e le preghiere fatte in peccato mortale,
sono opere morte, non gradite a Dio e senza alcun merito per la vita eterna.
Così deve intendersi quel che sta scritto: “La sua lode non s'addice alla
bocca del peccatore” (Sir 15,9. 67 Mc 7,6). La lode e il
saluto angelico e la stessa orazione domenicale non possono piacere a Dio
quando sono pronunciate da un peccatore impenitente: “Questo popolo mi onora
con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.
Le persone che si
iscrivono nelle mie confraternite ‑ dice Gesù ‑ e recitano ogni giorno il
Rosario intero o una parte senza nessuna contrizione dei propri peccati “mi
onorano, sì, con le labbra, ma il loro cuore è molto lontano da me”.
2) Ho detto “... o almeno risoluto ad
uscire dallo stato di colpa”:
I: perché se fosse assolutamente
necessario essere in grazia di Dio per fare delle preghiere che Gli siano
gradite, ne seguirebbe che quanti sono in peccato mortale non dovrebbero mai
pregare, mentre proprio loro hanno più bisogno di pregare che non i giusti.
Questo è un errore condannato dalla Chiesa e se ne comprende il motivo: se così
fosse non si dovrebbe mai consigliare ad un peccatore di recitare il Rosario
poiché gli sarebbe inutile!
II: Se con la volontà di restare in peccato e senza
alcuna intenzione di uscirne, ci si iscrivesse in una confraternita della
Madonna o si recitasse il Rosario o altra preghiera, saremmo del numero dei
falsi devoti di Maria, di quei devoti presuntuosi ed impenitenti, che sotto il
manto di Lei, con lo scapolare sul petto o la corona in mano vanno gridando: “Vergine
santa, o Vergine buona, io ti saluto, o Maria” e intanto crocifiggono e
feriscono crudelmente Gesù con i loro peccati, e precipitano così dalla sede
delle più sante confraternite di Maria nelle fiamme dell'inferno.
[118] Consigliamo il Rosario a tutti: ai
giusti perché perseverino e crescano in grazia di Dio; ai peccatori perché
lascino le vie del peccato. Ma non sia mai che noi esortiamo un peccatore a
farsi del manto di protezione di Maria, un manto di dannazione, nascondendo sotto
di esso le proprie colpe, e a convertire il Rosario, che è rimedio ad ogni
male, in un veleno funesto e mortale. Non c'è peggiore corruzione di quella in
cui cade chi prima era eccellente.
Il dotto cardinal Hugues dice: “bisogna
essere angeli di purezza per accostarsi alla Vergine santa e rivolgerle il
saluto angelico”.
La Madonna stessa un giorno fece vedere ad un impudico
che recitava quotidianamente il Rosario, bellissimi frutti su un lurido
vassoio. Egli ne ebbe ribrezzo e la Vergine gli disse: “Ecco come mi servi;
tu mi presenti, sì, delle belle rose ma in un vassoio sporco e contaminato:
giudica tu stesso se io lo posso gradire!”.
***
Lodate il nome
del Signore: * benedite Maria sua Madre.
Rinnovate le
vostre suppliche a Maria, *
Ella vi ispirerà buoni propositi.
Andiamo a Lei con
cuore contrito *
e non avvertiremo lo stimolo del peccato.
Chi pensa a Lei
con animo sereno * troverà pace e dolcezza.
Offriamo a Lei le
nostre azioni, * Ella ci aprirà il Paradiso.
Gloria al
Padre…