giovedì 24 maggio 2012

Le 7+7 OPERE di MISERICORDIA spiegate ai bambini : (puoi memorizzarle così: CIBO POTO TEGO COLLIGO VISITO REDIMO CONDO; CONSULE CONSULE CASTIGA SOLARE REMITTE FER ORA)




Le OPERE di MISERICORDIA spiegate ai bambini
DARE DA MANGIARE AGLI AFFAMATI
E tu oggi cosa farai?
Se sei un bambino buono non sprecare,
perchè sai che al mondo ci sono tan­te persone che hanno fame.
GESU’ NE SARÀ CONTENTO.
Guarda, questo bambino con quanto amore porge da mangiare!

DARE DA BERE AGLI ASSETATI

E tu oggi chi disseterai?
Se sei un bambino buono,
non pensare solo alla tua sete,
ma prima disseta gli altri.
FARAI FELICE GESU’
Vedi, con quanta generosità offre da bere!

VESTIRE GLI IGNUDI

E tu oggi chi vestirai ?
Ci sono nel mondo bambini poveri che non posseggono nulla,
aiutali a sorridere.
GESÙ TI BENEDIRÀ.
Osserva, con quanto affetto Lui copre il poverello!

ALLOGGIARE I PELLEGRINI

E tu oggi chi ospiterai?
Perchè non essere conten­to di avere in casa tua
uno che ha bisogno della tua amicizia,
pensa a Gesù che cercava una casa.
GESU’ SARA’ PRESENTE IN CASA TUA.
È con dolcezza, che accoglie il pellegrino, nella sua casa!

VISITARE GLI INFERMI

E tu oggi chi visiterai?
Conosci la gioia di giocare vero?
Ma c'é anche la gioia di dare «la gioia».
Perchè non andare a tro­vare un ammalato o
una persona anziana.
GESÙ SI RICORDERÀ DI TE.

Egli non indugia ad aiutare un malato

VISITARE I CARCERATI

E tu oggi chi aiuterai ?
Ci sono bambini desiderosi di conforto,
perchè nessuno li ama,
dona a loro la tua amicizia.
GESÙ SARÀ VICINO A TE.

Guarda con quanta gioia dà amicizia ad un carcerato!

SEPPELLIRE I MORTI

E tu oggi pregherai per i morti ?
Non ti chiedo molto,
ma che tu rispetti la morte di tutti,
e pensi volentieri a chi morendo,
ha già rag­giunto il cielo.
LA CASA DI GESÙ.
Porta anche tu volentieri i fiori sulla tomba dei tuoi cari e… soprattutto prega per tutti i defunti.
*************************************
Per fare del bene bisogna avere il cuore buono!
Tu hai il cuore buono, quando pensi alle necessi­tà degli altri e fai qualche cosa per loro.
Tali opere di bene sono co­me tanti fiori che germo­gliano dal tuo cuore e si chiamano:
opere di misericordia.
Alcune sono gesti di bontà che aiutano la persona, e sono chiamate:
opere di misericordia corpo­rali,
altri lo spirito, perciò saran­no chiamati:
opere spirituali.

Le 7 OPERE CORPORALI

- dare da mangiare agli affamati 
- dare da bere agli assetati
- vestire gli ignudi
- alloggiare i pellegrini
- visitare gli infermi
- visitare i carcerati
- seppellire i morti

Le 7 OPERE SPIRITUALI

- consolare i dubbiosi
- insegnare agli ignoranti
- ammonire i peccatori
- consolare gli afflitti
- perdonare le offese
- sopportare le persone moleste
- pregare per i vivi e i morti

CONSOLARE I DUBBIOSI

Ci sono bambini che lascia­no i giochi per portare
la loro compagnia
a chi sta in disparte,
anche tu dovresti essere uno di loro!
Lo farai oggi?
C'è un bambino solo, senza amici e lui va a trovarlo.

INSEGNARE AGLI IGNORANTI

Guarda che festa quando un bambino racconta
quel­lo che sa di Gesù, e
mostra il libro che gli ha regalato la mamma!
Oggi farai un'opera buona, quale?
Lui racconta volentieri agli altri i fatti di Gesù.

AMMONIRE I PECCATORI

Se sai che qualche bambi­no non è nel giusto,
non correre a rimproverarlo,
ma portagli una buona pa­rola,
portalo a confessarsi!
Chi vorresti aiutare, oggi
Come Angelo buono, lo consiglia a riflettere.

CONSOLARE GLI AFFLITTI

Ci sono bambini, che stan­no volentieri con te,
non ti chiedono altro, se non la tua compagnia.
Cerca di accorgertene e poi stai con loro.
Lo farai oggi, e con chi?
Quando vede uno afflitto volentieri lo abbraccia.

PERDONARE LE OFFESE

Se hai offeso qualcuno, fa subito la pace con lui,
non finire la giornata con ques­ta colpa,
se fai la pace avrai il cuore leggero. Pensaci oggi !
Lui bussa alla porta per chiedere perdono.

SOPPORTARE LE PERSONE MOLESTE

C'è sempre qualcuno che piace di più e altri di me­no,
però non evitarlo e quando si arrabbia,
digli una buona parola,
ed an­che allegra.
Lo farai oggi ?
Protegge col suo aiuto l'amico in pericolo.

PREGARE PER I VIVI E PER I MORTI

Porta i fiori, non solo alla mamma, ma portali anche a Gesù, e
se non trovi fio­ri, dona quelli del tuo cuo­re,
che sono le "tue pre­ghiere".
(Che sono i più freschi e i più profumati!)
Ricordati di farlo, oggi!
Porta fiori a Gesù e fa del tuo cuore, un fiore di riconoscenza.



Dopo che avrai letto ques­to libretto, non metterlo da parte, riprendilo alla se­ra, guarda una figurina e parla a Gesù.
Perché questo scritto sia efficace, giorno dopo giorno, metti in pratica il "Fioretto indicato" comincerai così a pregare con la tua mente, e tutto in te diverrà gran­de.






Sia lodato Gesù Cristo!
Sia lodato con Maria!
Siano sempre lodati!

mercoledì 23 maggio 2012

S. Messa in Rito Romano Antico celebrata da Mons. Nicola BUX

“Non c’è salvezza dell’economia
Senza economia
della Salvezza”



Economia della Salvezza /2

"OLTRE I SOLDI. Così in 15 minuti Benedetto XVI ha riassunto alcuni dei passi centrali del suo pontificato"
Ovvero: Articolo sul Foglio di martedì 7 ottobre 2008, in cui si espone un'anonima riflessione intorno alla Meditazione spirituale che il Santo Padre Benedetto XVI ha tenuto in apertura dei lavori della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, dopo la lectio brevis durante la preghiera dell’Ora Terza, lunedì 6 ottobre 2008 :
E' vero. il Papa ha parlato del "crollo delle grandi banche", ha detto: "Questi soldi scompaiono, sono niente", ha ricordato che "chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia".



Fin qui però non ci sarebbe nulla di eccezionale. Chi frequenta le chiese è abituato a sentire prediche sulla vacuità delle ricchezze. Di solito funziona così: "Viviamo nella società dell'apparenza, siamo schiavi del successo", quindi "etica, morale" e un larvato invito a vivere un po' in disparte, come dire che è bene per l'uomo sottrarsi alla realtà.
Davanti ai vescovi radunati in Vaticano per il Sinodo, il Papa non ha seguito questa logica.

Ha parlato di "successo, carriera e soldi" per dire cosa?
Che "la Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà".

Commentando il Salmo 118 con il suo modo semplice e piano parlando a braccio, stupendo un po' tutti, Benedetto XVI ha disegnato un discorso di quindici minuti in cui sono riecheggiate Ratisbona, le sue encicliche, il discorso al Colleges des Bernardins, il libro su Gesù.
Chiudono le banche, si sgretolano le certezze più solide e lui ammonisce: "Dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo. Realista è chi riconosce nella Parola di Dio... chi costruisce la sua vita su questo fondamento che rimane in permanenza".
E' l'opposto di un invito a fuggire la realtà. E' l'invito a capovolgere l'assioma cardine dell'Illuminismo e tornare a vivere veluti si Deus daretur. Perché "tutta la creazione è pensata per creare il luogo dell'incontro tra Dio e la sua creatura". E' la storia di questo rapporto che muove il mondo -dice il Papa- e in questo lega in un istante la storia del popolo ebraico e il cristianesimo: "Nel periodo ellenistico, il giudaismo ha sviluppato l'idea che la Torah avrebbe preceduto la creazione del mondo materiale. Questo mondo materiale sarebbe stato creato solo per dare luogo alla Torah, a questa Parola di Dio che crea la risposta e diventa storia d'amore".
Ma nel suo discorso Benedetto XVI è andato oltre. Ha affermato che è la ricerca di Dio a dare sicurezza alla vita dell'uomo.

Accennando a un tema che ha anche causato aspri dibattiti nella Chiesa, ha ricordato ai vescovi che "noi siamo sempre alla ricerca della Parola di Dio" e che per questo la lettura della Scrittura non è il semplice studio di un testo letterario, ma "È il movimento della mia esistenza. È muoversi verso la Parola di Dio".
Sono ritornate così alla mente le parole del suo Gesù di Nazaret dove dove scriveva che "oggi la Bibbia viene assoggettata da molti al criterio alla cosiddetta visione moderna del mondo, il cui dogma fondamentale è che Dio non può affatto agire nella storia... Allora la Bibbia non parla più di Dio, del Dio Vivente, ma parliamo solo noi stessi e decidiamo che cosa Dio può fare e che cosa dobbiamo o vogliamo fare noi".
Il Papa ha ricordato che l'uomo non può affidare le sue speranze a sistemi perfetti, ma solo all'amicizia di Dio. In questo sta il valore della Chiesa, fissato ben oltre i dibattiti che l'hanno afflitta dopo il Concilio Vaticano II. "Entrando nella comunione con la Parola di Dio, entriamo nella comunione della Chiesa che vive la Parola di Dio. Non entriamo in un piccolo gruppo, nella regola di un piccolo gruppo, ma usciamo dai nostri limiti".




***

Che cosa fa bene, che cosa cambia in meglio un uomo?
Secondo me, come mi ha insegnato mia madre, confessarsi spesso. La confessione cambia e guarisce. E l’Eucaristia cambia ontologicamente una persona: il corpo di Cristo in noi ci cambia.
Nella quotidianità, nel fare magari apparentemente banale di tutti i giorni, che cosa fa bene?
L’aderire alla realtà. Mai sfuggirla, mai rifugiarsi nei propri pensieri, chiudersi nella propria stanza, isolarsi. Stare di fronte alla realtà che ci è data, affrontarla. Osservare molto. (…). Stare tenacemente nella realtà, che è la circostanza in cui Cristo ci si presenta in quel momento. (…) [cioè ...  ubbidire e pregare sempre]


DEUS MEUS ET OMNIA

Starec Silvano dell’Athos: O Signore, tu ami le tue creature. Ma chi potrebbe conoscere il tuo amore, chi ne gusterebbe la dolcezza, se non lo istruissi tu stesso nello Spirito santo?


Starec Silvano dell’Athos


IL DONO DEL PENTIMENTO

 Signore, l’anima mia ti ha conosciuto e ora scrivo della tua misericordia per il tuo popolo.
Popoli tutti, non affliggetevi per la difficoltà della vita. Solamente, lottate contro il peccato e invocate l’aiuto di Dio: vi darà il necessario, perché è misericordioso e ci ama.
Popoli tutti, l’anima mia desidera che conosciate il Signore e contempliate la sua misericordia e la sua gloria. Ho settantadue anni e la mia morte è vicina: scrivo sulla misericordia del Signore che mi è stata rivelata per mezzo dello Spirito santo.

Se solo potessi farvi salire su un alto monte! Dall’alta vetta vedreste il volto mite e misericordioso del Signore e i vostri cuori esulterebbero.
In verità vi dico: nulla di buono conosco in me, e i miei peccati sono numerosi, ma la grazia dello Spirito santo ha cancellato i miei peccati.

Così so che a tutti coloro che lottano contro il peccato il Signore dona non solo il perdono, ma anche la grazia dello Spirito santo, grazia che rallegra l’anima colmandola di pace, soave e profonda.
O Signore, tu ami le tue creature. Ma chi potrebbe conoscere il tuo amore, chi ne gusterebbe la dolcezza, se non lo istruissi tu stesso nello Spirito santo?

Allora ti prego, Signore, manda sul mondo ‑ questo mondo che è tuo ‑ la grazia dello Spirito santo, affinché tutti conoscano il tuo amore. Consola gli uomini dal cuore oppresso: nella gioia glorificheranno la tua misericordia.
Consolatore buono, con le lacrime agli occhi ti supplico: conforta le anime angosciate degli uomini; fa’ conoscere a tutti i popoli la tua voce soave che annuncia: “Vi sono rimessi i peccati” (cf. Mc 2,5). Sì, o misericordioso, tu solo puoi compiere meraviglie e non vi è meraviglia più grande di questa: amare un peccatore nella sua miseria (cf. Rm 5,6‑8). Amare un santo è facile: ne è degno. O Signore, ascolta la preghiera della terra! Tutti i popoli sono angosciati, tutti intristiti nei peccati, tutti privati della tua grazia: vivono tutti nelle tenebre.

Popoli tutti, terra tutta, gridiamo al Signore! La nostra preghiera troverà ascolto: il Signore si rallegra del pentimento e della conversione degli uomini (cf. Lc 15,7.10). Tutte le potenze celesti attendono che anche noi gustiamo la dolcezza dell’amore di Dio e contempliamo la bellezza del suo volto.

Serena e dolce è la vita degli uomini sulla terra se trascorre nel santo timore di Dio. Oggi invece gli uomini vivono secondo volontà e ragione umane, hanno abbandonato i santi comandamenti e confidano di trovare la felicità altrove che nel Signore. Non sanno che solo il Signore è la nostra vera gioia e che solo nel Signore l’uomo trova la felicità.

Come il sole ravviva i fiori del campo,
come il vento li culla,
così il Signore riscalda l’anima,
così le infonde vita.

Il Signore ci ha fatto dono di ogni cosa perché potessimo glorificarlo. Ma il mondo questo non lo capisce. E come potrebbe capire ciò che non ha veduto né provato? Io stesso, quando ero nel mondo, pensavo così: “Essere sano, attraente, ricco e stimato dagli uomini: ecco la felicità!” e avevo motivo di orgoglio. Ma quando ho conosciuto il Signore per mezzo dello Spirito santo, allora ho cominciato a capire che tutta la gloria del mondo è come fumo che il vento disperde.

Ora la grazia dello Spirito santo infonde gioia e letizia nell’anima mia: in questa profonda pace contemplo il Signore e dimentico la terra.
Signore, riconduci a te il tuo popolo (cf. Lc 1,16): conoscerà il tuo amore e tutti vedranno nello Spirito santo la mitezza del tuo volto. Tutti possano godere già qui sulla terra della visione del tuo volto: contemplandoti come sei, diventeranno simili a te (cf. 1Gv 3,2).
Gloria al Signore che ci ha donato il pentimento: nel pentimento tutti saremo salvati, tutti, senza eccezioni. Solo chi non si pente non sarà salvato: io vedo la sua disperazione e perciò piango di compassione per lui. Se ogni anima conoscesse il Signore, se comprendesse quanto ci ama, nessuno dispererebbe della propria salvezza, nessuno alzerebbe lamenti.

Cos’altro dobbiamo aspettare? Che qualcuno intoni per noi una melodia celeste? Ma lo Spirito che opera è l’unico e il medesimo (cf. 1Cor 12,11):

*nel cielo,
tutto vive per opera dello Spirito santo;
*sulla terra,
a noi è dato il medesimo Spirito santo;
*nelle chiese di Dio,
le divine liturgie
si compiono nello Spirito santo;
*“nei deserti, sui monti,
nelle caverne” (Eb 11,38),
ovunque gli asceti di Cristo
vivono nello Spirito santo.

Se lo custodiamo, ci renderà liberi (cf. Gv 8,31‑36) da ogni tenebra, e la vita eterna dimorerà in noi. Se tutti gli uomini si pentissero e osservassero i comandamenti di Dio, avremmo il paradiso sulla terra, perché il regno di Dio è dentro di noi (cf. Lc 17,21). Il regno di Dio è lo Spirito santo, e lo Spirito santo è il medesimo in cielo come in terra.
Il Signore dona il paradiso e il regno eterno al peccatore che si pente. Nella sua infinita misericordia fa dono di se stesso, non ricorda i nostri peccati, come non ha ricordato quelli del ladrone sulla croce (cf. Lc 23,39‑43).

<<Grande è la tua misericordia, Signore.
Chi potrà renderti grazie in modo adeguato per aver effuso sulla terra il tuo Spirito santo (cf. Gv 19,30)?
Grande è la tua giustizia, Signore.
Agli apostoli hai promesso: “Non vi lascerò orfani” (Gv 14,18). Noi ora viviamo di questa misericordia e la nostra anima avverte che il Signore ci ama. Chi non lo avverte, si penta: il Signore gli concederà la grazia a guida della sua anima. Se però vedi un peccatore e non ne provi compassione, allora la grazia ti abbandonerà. Abbiamo ricevuto il comandamento dell’amore (cf. Gv 13,34) e l’amore di Cristo ha compassione di tutti, e lo Spirito santo ci infonde la forza di compiere il bene.>>

Spirito santo, non abbandonarci!
Quando tu sei in noi,
l’anima avverte la tua presenza,
trova in Dio la sua beatitudine:
tu ci doni l’amore ardente per Dio.

Il Signore ha tanto amato gli uomini, sue creature (cf. Gv 3,16), che li ha santificati nello Spirito santo e li ha resi suoi simili. Misericordioso è il Signore (cf. Sal 103,8), e lo Spirito santo infonde in noi la forza di essere misericordiosi. Umiliamoci, fratelli. Con il pentimento riceveremo in dono un cuore compassionevole: allora vedremo la gloria del Signore, conosciuta dall’anima e dalla mente per grazia dello Spirito santo.

Chi si pente in verità è pronto a sopportare qualsiasi tribolazione: “fatica e travaglio, fame e sete, freddo e nudità” (2Cor 11,27), disprezzo ed esilio, ingiustizia e calunnia; la sua anima infatti è tesa verso Dio e non si preoccupa delle cose del mondo (cf. 1Cor 7,32‑34), ma si rivolge a Dio con preghiera pura.

Chi è attaccato alle ricchezze e al denaro non può mai dimorare in Dio con spirito puro (cf. Lc 16,13): la sua anima è costantemente preda della preoccupazione di cosa fare di questi beni terreni. Se non si pente sinceramente e non si rattrista per aver peccato davanti a Dio, morirà prigioniero di quella passione, senza conoscere il Signore.
*

Quando ti prendono ciò che possiedi, tu dallo (cf. Mt 5,40‑42): l’amore di Dio non oppone rifiuto.
Ma chi non ha conosciuto l’amore di Dio non può essere misericordioso: la gioia dello Spirito santo non dimora nella sua anima.

Se il Signore misericordioso
ha sofferto per donarci lo Spirito santo
che procede dal Padre,
se ci ha dato il suo corpo e il suo sangue,
allora è evidente
che ci darà anche tutto il resto
di cui abbiamo bisogno
(cf. Lc 11,9‑13; Mt 6,33).

Abbandoniamoci alla volontà di Dio: vedremo la sua provvidenza e il Signore ci colmerà al di là di ogni nostra attesa.

Il Signore perdona i peccati di chi ha compassione del fratello. L’uomo misericordioso non ricorda il male ricevuto: anche se lo hanno maltrattato e offeso, anche se gli hanno tolto ciò che possedeva, il suo cuore non si turba perché conosce la misericordia di Dio. Nessun uomo può rapire la misericordia del Signore: è inviolabile perché abita nell’alto dei cieli, presso Dio (cf. Mt 6,20).
Il mio spirito è debole: come candela si spegne al minimo soffio di vento; lo spirito dei santi invece è ardente: come roveto che non si consuma (cf. Es 3,2) non teme alcun vento. Chi mi darà un ardore tale che il mio amore per Dio non conosca riposo, né di giorno né di notte (cf. Sal 132,3‑4)? L’amore di Dio è fuoco divorante: per esso i santi sopportarono ogni tribolazione e ricevettero il dono dei miracoli. Guarivano i malati, risuscitavano i morti, camminavano sull’acqua, si sollevavano da terra durante la preghiera, facevano scendere la pioggia dal cielo. Io vorrei imparare solo l’umiltà e la mitezza di Cristo (cf. Mt 11,29): nel suo amore possa io non offendere mai nessuno e giungere a pregare per tutti come per me stesso.

Povero me! Scrivo sull’amore di Dio. Ma Dio non lo amo come dovrei. Per questo, triste e afflitto, come Adamo cacciato dal paradiso, gemo a gran voce: “Signore, abbi pietà di me, tua creatura caduta”. Quante volte mi hai fatto dono della tua grazia! E io nella mia vanagloria non l’ho custodita! Eppure l’anima mia ti conosce, mio Creatore e mio Dio, perciò ti cerco gemendo, come Giuseppe trascinato schiavo in Egitto (cf. Gen 37,28).

Ti ho amareggiato con i miei peccati e tu hai distolto da me il tuo volto. L’anima mia desidera te e soffre per la tua lontananza.

Spirito santo, non mi abbandonare! Quando ti allontani da me, i pensieri malvagi assalgono il mio cuore: l’anima mia piange lacrime amare.

Signora tutta santa, Madre di Dio, tu conosci il mio dolore; vedi che ho amareggiato il Signore e lui mi ha abbandonato. Ti supplico: salva me, creatura di Dio; salva me, servo tuo.

*

Se pensi male degli uomini, uno spirito malvagio vive in te e ti ispira pensieri malvagi contro i fratelli. Se uno muore senza pentirsi, senza perdonare al fratello, l’anima sua sarà là dov’è lo spirito malvagio che l’ha resa schiava.Questa è la verità: se perdoni, il Signore ti ha perdonato; se non perdoni, il peccato dimora in te (cf. Mt 6,14‑15). Il Signore vuole che amiamo il prossimo.

Se sei consapevole
che il Signore ama il prossimo,
significa che l’amore di Dio è in te;
se sei consapevole
che il Signore ama molto le sue creature,
se tu stesso hai misericordia
per ogni creatura,
se ami i nemici,
se ti consideri inferiore a tutti,
allora
la potente grazia dello Spirito santo è in te.

Chi ha in sé lo Spirito santo – anche se non ne possiede la pienezza – si preoccupa per tutti gli uomini, notte e giorno; il suo cuore soffre per ogni creatura di Dio e in modo particolare per quelli che non conoscono Dio, che si oppongono a lui e che vanno incontro al fuoco dei tormenti. Per costoro, ancor più che per se stesso, egli prega notte e giorno, affinché tutti si pentano e giungano a conoscere il Signore.

* Il Signore pregava per coloro che lo crocifiggevano: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).
* Stefano, primo diacono, pregava per quelli che lo lapidavano: “Signore, non imputar loro questo peccato” (At 7,60).
* Anche noi, se vogliamo che la grazia di Dio dimori in noi, dobbiamo pregare per i nemici.
*** Se non hai compassione del peccatore che proverà i tormenti del fuoco, allora in te non dímora la grazia dello Spirito santo ma uno spirito malvagio:

finché hai vita lotta per liberartene con il pentimento.



HO VISTO IL SIGNORE VIVENTE

Durante la mia infanzia mi chiedevo in che modo il Signore fosse asceso al cielo sulle nuvole e come la Madre di Dio e i santi apostoli avessero visto questa ascensione. Quando però nella giovinezza smarrii la grazia di Dio, l’anima mia si indurì lasciandosi incantare dal peccato, e solo raramente pensavo all’ascensione del Signore. In seguito riconobbi il mio peccato e ne fui molto addolorato: avevo offeso il Signore, smarrendo la fiducia in lui e nella Madre di Dio. Provai un profondo disgusto per il mio peccato e decisi di entrare in monastero, per implorare e supplicare da Dio il perdono per i miei molti peccati.

Appena terminato il servizio militare, entrai in monastero, ma poco dopo mi assalirono pensieri carnali che mi spingevano a tornare nel mondo e a sposarmi. Ma io non cessavo di ripetere con risolutezza: “Morirò qui per i miei peccati”. Cominciai a pregare intensamente il Signore affinché nella sua misericordia perdonasse i miei molti peccati.
*Una volta fui preda dello spirito di disperazione: sembrava che Dio mi avesse rigettato per sempre e che per me non ci fosse più salvezza. Percepivo in me con chiarezza di trovarmi sull’orlo della perdizione eterna e che Dio era inesorabilmente spietato nei miei confronti. Rimasi in preda a questo spirito per più di un’ora. L’angoscia e la tortura provocate da questo spirito sono tali che il semplice ricordo è terribile. L’anima non può sopportarlo a lungo: in momenti simili ci si può perdere per l’eternità. Il Signore misericordioso ha permesso allo spirito della malvagità infernale di muovere guerra all’anima mia.

Dopo un po’ mi recai in chiesa per i vespri e, fissando lo sguardo sull’icona del Salvatore, esclamai: “Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me peccatore!”. A quelle parole vidi, al posto dell’icona, il Signore vivente, e la grazia dello Spirito santo mi riempì totalmente l’anima e il corpo. Così conobbi, nello Spirito santo, che Gesù Cristo è Dio, e questa grazia divina fece sorgere in me il desiderio di soffrire per Cristo.

Da quel preciso istante l’anima mia anela al Signore, e null’altro più mi rallegra sulla terra: la mia unica gioia è Dio. È lui la mia letizia, la mia forza, la mia speranza, il mio bene.


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*

Beatus vir qui diligit nomen tuum, 
Maria Virgo:
  gratia tua animam eius confortavit.




*** "Guarda a me. Io che sono Dio, permetto che le cose accadano, permetto che le persone battano la loro strada. Attendo. Anche tu, attendi con me





[Alla scuola di Maria Baouardy]

GIUSTIZIA AMOROSA (Estasi)
Di fronte a Dio sii fedele! Se noi siamo fedeli a Dio, anch'Egli mai ci abbandonerà.
Non è Dio colui che colpisce; l'uomo stesso richiama su di sé la punizione. Per nulla l'uomo può incolpare Dio. Di fatto, se egli fosse fedele a Dio, sperimenterebbe la stessa fedeltà, perché Dio è costretto a castigare le persone per le loro colpe.
Mettiti dinanzi a un padre che ama il suo figlio maggiore. Più e più volte lo ha cercato per condurlo sul retto cammino. Ma il figlio si comporta sempre peggio; così, forse, un giorno il padre sarà costretto a ricorrere ad estremi rimedi, mentre acconsente al carcere, per salvarlo.
E l'uomo per Dio conta ben più del figlio primogenito per suo padre. Sì, anche quando pecchiamo contro Dio, Egli ci concede tempo per convertirci.
Mio Dio, tu sei il nostro giudice, non secondo il costume degli uomini, ma a tuo modo: come padre e creatore.

MISERICORDIA

Signore, io ti ringrazio perché tu sei il mio giudice. E mille volte preferibile che sia tu a pronunziare il giudizio su di me piuttosto che lo pronunzi io stessa. Se io fossi il mio unico giudice, dovrei mandare me stessa all'inferno. Ma con te il mio giudizio sarà un giudizio di misericordia.

MISERICORDIA AL DI LA’ DI TUTTI I PECCATI

Signore io sono più nera della notte. Ma la tua mitezza, che è più grande del mare, mi laverà.
Se anche tutti andassero a bere al mare, esso non sarebbe vuotato. Se anche tutti vi si lavassero, il mare non ne sarebbe insudiciato. Signore, tu sei questo mare. Molti sono coloro che ti desiderano, ma sono ciechi. L'oscurità li avvolge, non possono né vederti, né trovarti. Anch'io, Signore, sono una di costoro.

PREGHIERA PER LA DIVINA MISERICORDIA

Abbi compassione per i miei fratelli, Signore, abbi compassione. Essi ti lodano meglio di me. Io mi trovo molto lontana sotto di essi, e tu mi hai tirato fuori dall'abisso. Io ti amo come tu meriti. Toglici i nostri peccati, Signore, liberaci dalle nostre colpe.
Il Signore ha più misericordia con una persona che è macchiata dai peccati, che con un giusto che teme dinanzi alle creature.
Sì, Signore, tu dici ai miei fratelli che essi non hanno il cuore retto: «Chi teme le creature, non conta su di me».
Il cuore retto può cadere, ma si rialza di nuovo. Passerà per il fuoco, attraverso tutto, per raggiungere Dio. Io l'ho visto e ne rendo testimonianza. Non posso sopportare di vedere i miei fratelli in tale stato.

LONGANIMITA’

«Figlia mia, rimani in pace. Non preoccuparti di quello che gli uomini dispongono per te. Permani nella pace. I progetti delle persone passano, lasciali nel loro daffare. Guarda a me. Io che sono Dio, permetto che le cose accadano, permetto che le persone battano la loro strada. Attendo. Anche tu, attendi con me».


DEUS MEUS ET OMNIA