"Dignare me laudare Te Virgo sacrata. Da mihi virtutem contra hostes tuos". "Corda Iésu et Marìae Sacratìssima: Nos benedìcant et custòdiant".
sabato 24 marzo 2012
Maria simile a un fiore da cui le api colgono la dolcezza
Maria simile a un fiore da cui le api colgono la dolcezza
La Madre di Dio parla:
«Io sono la Regina e la Madre di misericordia. Mio Figlio, Creatore di tutte le cose, è commosso da tutta la dolcezza che c'è in me che mi ha dato la comprensione spirituale di tutte le cose create.
Così somiglio a un fiore, da cui le api colgono la dolcezza; sebbene esse ne prendano molta, la dolcezza non finisce mai;
allo stesso modo sono in grado di prodigare le grazie a tutti, e ne ho in sovrabbondanza.
I miei eletti sono come le api e, con tutta la devozione di cui sono capaci, sono sensibili a qualsiasi cosa minacci il mio onore; poiché come le api essi lavorano con grande cura, facendo tutto ciò di cui sono capaci.
Essi hanno anche due ali, ossia sono talmente umili che si ritengono indegni di lodarmi, ed obbediscono a chiunque per quanto riguarda il mio onore.
Essi hanno, infine, un pungiglione, e se ne sono privi, muoiono. Allo stesso modo, gli amici di Dio sono sommersi da un mare di tribolazioni mondane, di cui non saranno privati in vita, affinché possano conservare le loro virtù; ma lui, che è oceano e Dio di ogni consolazione, li consolerà».
Rivelazioni di S. Brigida, Libro IV, 86
LAUDETUR JESUS CHRISTUS!
LAUDETUR CUM MARIA!
SEMPER LAUDENTUR!
I sacerdoti custodi del Corpo di Gesù
Anton Mor van Dashorst, Calvario, XVI sec., Museo Nacional de Escultura de Valladolid |
I sacerdoti custodi
del corpo di Gesù
del corpo di Gesù
Il
Figlio di Dio disse: «Sono simile al signore che, dopo aver combattuto con
fedeltà nel paese in cui si è recato in pellegrinaggio, torna con gioia nella
terra natale.
Questo signore ha un tesoro molto prezioso, la cui vista dà gioia
agli occhi lacrimosi, consola gli infelici, rinvigorisce gli infermi e resuscita
i morti. Ma, affinché questo tesoro venga custodito con onestà e
determinazione, viene edificata una casa con magnificenza e gloria, abbastanza
alta e dotata di sette livelli attraverso i quali si accede al tesoro stesso.
Ora, Dio ha mostrato questo tesoro ai suoi servitori e lo ha affidato loro
affinché ne abbiano cura e lo custodiscano con purezza, in modo che vengano
apprezzate la carità del signore verso i suoi servitori e la fedeltà dei suoi
servitori nei confronti del signore.
Ma dopo qualche tempo il tesoro inizia ad
essere disprezzato, la casa viene frequentata di rado, le cure dei custodi
diminuiscono e l'amore di Dio viene trascurato...
Io sono quel signore che è
venuto al mondo per umiltà come un pellegrino, sebbene fossi potente in terra e
in cielo secondo la divinità; perché in verità sulla terra ho dovuto sostenere
una lotta tale che tutti i nervi delle mie mani e dei miei piedi si sono rotti
per la salvezza delle anime.
Salendo in cielo, da cui non mi sono mai
allontanato, ho lasciato al mondo un memoriale altamente degno, ossia il mio
corpo santissimo; infatti così come l'antica legge si gloriava dell'arca, della
manna, delle tavole del Testamento e di altre cerimonie, allo stesso modo
l'uomo nuovo si rallegra di una legge nuova, ossia il mio corpo crocifisso, che
era insito nella legge stessa.
Affinché al mio corpo fossero tributati gloria e
onore, ho istituito la casa della Santa Chiesa, dove esso sarebbe stato
custodito e conservato.
I sacerdoti sono dei custodi particolari, in un certo
senso più eminenti degli angeli, poiché toccano con la bocca e le mani colui
che gli angeli hanno paura di sfiorare, dato il rispetto che provano nei suoi
confronti. Ho reso ai sacerdoti sette tipi di onore, corrispondenti a sette
caratteristiche:
-i preti devono portare il segno del sacerdozio e distinguersi
come miei amici per la purezza dello spirito e del corpo, perché la purezza è
il primo livello per avvicinarsi a Dio, al quale non si addice nulla di
corrotto; ai ministri della legge, che avevano il permesso di contrarre il
matrimonio, non era concesso fare dei sacrifici, ma ciò non deve stupire: essi
avevano solo la scorza e non il nocciolo. Ora, poiché questa figura è stata
eliminata con l'avvento della verità, è necessario che si consacrino tutti alla
purezza; il nocciolo, infatti, è più dolce della scorza... I chierici sono
istituiti perché siano degli uomini angelici dotati di ogni sorta di umiltà; è
vero infatti che con l'umiltà del corpo e dello spirito si entra in cielo e si
vince la superbia del diavolo; a questo livello i sacerdoti vengono nominati
per cacciare il diavolo, perché l'uomo umile è elevato al cielo da cui la
superbia ha fatto sprofondare il demonio.
-I preti vengono ordinati per essere
discepoli di Dio attraverso la continua lettura dei testi sacri;
per questo
motivo la sacra Scrittura viene data ai sacerdoti come la spada al soldato;
essi, infatti, devono sapere come placare la collera di Dio con la preghiera e
la meditazione, affinché il popolo non muoia.
-I sacerdoti sono designati
custodi del tempio di Dio e studiosi delle anime; per questo motivo il vescovo
consegna loro le chiavi: essi devono prendersi cura della salvezza delle anime
dei loro fratelli, promuoverne il progresso con la parola e l'esempio e
incitare gli infermi alla perfezione assoluta.
-A loro viene affidata la cura
dell'altare, perché, servendo sull'altare, vivano dell'altare stesso e non si
occupino affatto delle cose mondane, se non per ciò che attiene alla loro
carica ecclesiastica.
-Vengono ordinati per essere uomini apostolici, che
predicano la verità evangelica e conformano i loro costumi a ciò che predicano.
Sono istituiti in modo da mediare fra Dio e l'uomo attraverso il sacrificio del
mio corpo. Per questo motivo i sacerdoti sono in un certo modo superiori alla
dignità degli angeli.
Ora, mi lamento perché queste caratteristiche sono
gravemente disattese, in quanto la superbia viene preferita all'umiltà,
l'impudicizia alla continenza; non ci si attiene più ai libri di Dio, ma a
quelli del mondo; gli altari vengono trascurati e la saggezza divina è reputata
follia. Non ci si preoccupa affatto della salvezza delle anime e, come se non
bastasse, si gettano via le mie vesti e si di-sprezzano le mie armi.
E’ vero,
sul monte Sinai ho mostrato a Mosè gli abiti che dovevano indossare i
sacerdoti; questo non perché nella celeste abitazione di Dio ci fosse qualcosa
di materiale, ma perché non si possono comprendere le cose spirituali senza
quelle materiali.
Quindi mostro ciò che è spirituale attraverso il mondo fisico:
occorre sapere che a quanti detengono la verità viene richiesta la purezza e
non una pura apparenza. A che scopo, dunque, avrei mostrato a Mosè un tale
splendore di vesti materiali, se non perché attraverso esse si comprendessero
lo splendore e la bellezza dell'anima?...
Dall'oblazione dei ministri di Dio
conseguono tre beni:
-la mia pazienza che è lodata da tutte le schiere celesti,
perché sono la medesima Persona tra le mani di un prete buono e di uno cattivo;
non traggo senso dalla persona, infatti questo sacramento non dipende dai
meriti o demeriti di chi lo somministra, bensì dalle mie parole;
-tale oblazione
è utile per tutti, indipendentemente dal prete che l'offre, inoltre giova anche
a chi l'offre, sebbene cattivo;
-quando ho pronunciato le parole Io sono, tutti
i miei nemici sono caduti all'indietro; similmente, all'udire le parole: Questo
è il mio corpo, i diavoli fuggono via e cessano di tentare le anime che
fanno queste sante oblazioni, né oserebbero tornare ad assediarle con rinnovata
audacia se in esse non si insinuasse una propensione a peccare. Per questo la
mia misericordia perdona tutti e li tollera, ma la mia giustizia grida
vendetta: perciò io grido e quanti siano quelli che mi rispondono, lo vedi da
te. Ciononostante invierò ancora la mia Parola: chi l'ascolterà, trascorrerà e
terminerà i suoi giorni con una gioia così grande che non è possibile dire, né
pensare la dolcezza della mia Parola senza farle torto...»
(Rivelazioni di S.Brigida, Libro IV, 58)
LAUDETUR JESUS
CHRISTUS!
LAUDETUR CUM
MARIA!
SEMPER LAUDENTUR!
giovedì 22 marzo 2012
"Questa storia ha da finì!"
GIOVEDÌ 22 MARZO 2012
Università La Sapienza di Roma: Religioso nega S. Comunione a fedele inginocchiatosi
"Questa storia ha da finì!"
Un lettore ci segnala un nuovo e gravissimo episodio di disobbedienza al Papa e alla Legge della Chiesa e soprattutto di "irriverenza" verso la Ss.ma Eucarestia.
Dopo il padre Cappuccino di San Remo (si veda qui il post), tanto per fare un esempio solo, anche un Gesuita a Roma (precisamente nella Cappella Universitaria della Sapienza) si è platealmente e illecitamente rifiutato di dare la S. Comunione ad un fedele che dopo aver partecipato alla S. Messa, si era inginocchiato per essere comunicato dal celebrante.Qui di seguito la lettera che Jacopo Parravicini ci ha inviato e che noi pubblichiamo perchè molti altri fedeli prendano coraggio per denunciare i comportamenti illeciti dei sacerdoti e, soprattutto perchè i responsabili, se mai ci dovessero leggere (e sappiamo che ci leggono!) prendano provvedimenti, fosse anche solo per non perdere la faccia!
Un lettore ci segnala un nuovo e gravissimo episodio di disobbedienza al Papa e alla Legge della Chiesa e soprattutto di "irriverenza" verso la Ss.ma Eucarestia.
Dopo il padre Cappuccino di San Remo (si veda qui il post), tanto per fare un esempio solo, anche un Gesuita a Roma (precisamente nella Cappella Universitaria della Sapienza) si è platealmente e illecitamente rifiutato di dare la S. Comunione ad un fedele che dopo aver partecipato alla S. Messa, si era inginocchiato per essere comunicato dal celebrante.Qui di seguito la lettera che Jacopo Parravicini ci ha inviato e che noi pubblichiamo perchè molti altri fedeli prendano coraggio per denunciare i comportamenti illeciti dei sacerdoti e, soprattutto perchè i responsabili, se mai ci dovessero leggere (e sappiamo che ci leggono!) prendano provvedimenti, fosse anche solo per non perdere la faccia!
Roberto
" Gentile redazione di MessaInLatino,
vi scrivo in merito al diritto dei fedeli di ricevere la Comunione in ginocchio per segnalarvi un gravissimo episodio recentemente occorsomi proprio a Roma.
Venerdì 16 marzo 2012 intorno alle 12.30 partecipavo alla celebrazione della Messa Feriale nella Cappella Universitaria dell’Università La Sapienza di Roma (foto), retta dai Gesuiti (http://www.uniroma1.it/sapienza/cappella/i-gesuiti): la celebrazione era presieduta dal vice cappellano, padre Franco Annichiarico, S.I. Già nel corso della Messa egli mostrava una certa imprecisione nel celebrare, oltre che una certa fretta (per esempio all’Offertorio ha offerto “il pane e il vino” contemporaneamente, non separatamente come, per quanto ne so, prevede il Rito Romano), anche se il peggio è venuto dopo.
Dopo la Comunione del sacerdote i fedeli, una quindicina circa, si sono messi disciplinatamente in coda per ricevere la Santa Eucarestia. Arrivato il mio turno, come mia consuetudine, mi sono inginocchiato innanzi al sacerdote per ricevere la Comunione.
Il sacerdote (visibilmente infastidito): “In piedi”
Io: “No”
Sacerdote: “Si alzi, glieLa do in piedi”.
Io: “No, il Papa ha detto che va bene così”.
Sacerdote: “Si alzi, non posso darglieLa così!”
Io: “Perché?”
A quel punto, mentre ancora ero inginocchiato, il celebrante mi ha scansato aggirandomi e si è messo a distribuire la Comunione agli altri. Dopo un secondo di sbigottimento mi sono rialzato e sono andato a sedermi sulla prima panca. Inutile dire il mio sgomento e la mia desolazione: “Rifiutarmi la Comunione perché ho mostrato devozione per la Santa Eucarestia, come se fossi un eretico, uno scomunicato, uno che dà pubblico scandalo! Si concede la Comunione perfino a omosessuali praticanti e conclamati e la si nega a me solo perché mi sono inginocchiato!”
Temendo di non saper resistere alla tentazione dell’ira, ho evitato di andare subito a parlare col sacerdote. Sono uscito dalla cappella per tornarvi un’oretta dopo, con in mano la stampa dellIstruzione Redemptionis Sacramentum debitamente sottolineata nei punti giusti (n. 90 e soprattutto 91: "[91.] Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che«i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli». Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi."Mi sono presentato negli uffici della cappellania: non ho trovato don Franco (“in questo momento non c’è”), ma un suo confratello, padre Giancarlo Pani S.I., che mi ha accolto con molta gentilezza. A lui ho potuto spiegare pacatamente quanto accaduto: egli mi ha dunque accompagnato in chiesa e, messosi camice e stola, mi ha comunicato personalmente. Gli ho quindi lasciato il testo della Redemptionis Sacramentum invitandolo a recapitarlo al confratello disobbediente e lui a sua volta mi ha invitato a tornare in futuro a parlare personalmente con don Franco.
Tuttavia una pubblica disobbedienza al Papa (meglio sarebbe dire “tradimento”) perpetrata nella città e nella diocesi di Roma proprio da parte di un gesuita è per lo meno qualcosa di vergognoso! Che cosa avrà trasmesso il suo atteggiamento agli altri fedeli presenti alla Messa? Quale irreparabile danno temeva nell’amministrarmi la Comunione mentre ero in ginocchio?
È per questo che, pur avendolo perdonato, ahimé non posso tacere su quanto accaduto, poiché se lo facessi sarei complice di quello stesso sopruso (e di quel disordine nella Chiesa che tanto preoccupa il Santo Padre) già perpetrato da preti come lui (anche non gesuiti) a tanti altri fedeli incapaci di difendersi o timorosi o rassegnati. Qui non si tratta soltanto dell’obbedienza alle norme liturgiche, non si tratta soltanto del dovuto ossequio al Papa, non si tratta soltanto di maltrattare pubblicamente la pietà dei fedeli, ma si tratta del Ministero Sacerdotale: per quale chiesa è stato ordinato quel prete? Se crede alla Presenza Reale, perché si è mostrato così scandalizzato nel vedere un fedele in ginocchio che desidera ricevere il Santissimo Sacramento?
Se foste stati in quel momento tra i fedeli, cosa avreste pensato, come avreste reagito? Mi auguro che don Franco trovi il tempo di domandarsi seriamente che cosa penserebbe sant’Ignazio di Loyola del suo operato.
vi scrivo in merito al diritto dei fedeli di ricevere la Comunione in ginocchio per segnalarvi un gravissimo episodio recentemente occorsomi proprio a Roma.
Venerdì 16 marzo 2012 intorno alle 12.30 partecipavo alla celebrazione della Messa Feriale nella Cappella Universitaria dell’Università La Sapienza di Roma (foto), retta dai Gesuiti (http://www.uniroma1.it/sapienza/cappella/i-gesuiti): la celebrazione era presieduta dal vice cappellano, padre Franco Annichiarico, S.I. Già nel corso della Messa egli mostrava una certa imprecisione nel celebrare, oltre che una certa fretta (per esempio all’Offertorio ha offerto “il pane e il vino” contemporaneamente, non separatamente come, per quanto ne so, prevede il Rito Romano), anche se il peggio è venuto dopo.
Dopo la Comunione del sacerdote i fedeli, una quindicina circa, si sono messi disciplinatamente in coda per ricevere la Santa Eucarestia. Arrivato il mio turno, come mia consuetudine, mi sono inginocchiato innanzi al sacerdote per ricevere la Comunione.
Il sacerdote (visibilmente infastidito): “In piedi”
Io: “No”
Sacerdote: “Si alzi, glieLa do in piedi”.
Io: “No, il Papa ha detto che va bene così”.
Sacerdote: “Si alzi, non posso darglieLa così!”
Io: “Perché?”
A quel punto, mentre ancora ero inginocchiato, il celebrante mi ha scansato aggirandomi e si è messo a distribuire la Comunione agli altri. Dopo un secondo di sbigottimento mi sono rialzato e sono andato a sedermi sulla prima panca. Inutile dire il mio sgomento e la mia desolazione: “Rifiutarmi la Comunione perché ho mostrato devozione per la Santa Eucarestia, come se fossi un eretico, uno scomunicato, uno che dà pubblico scandalo! Si concede la Comunione perfino a omosessuali praticanti e conclamati e la si nega a me solo perché mi sono inginocchiato!”
Temendo di non saper resistere alla tentazione dell’ira, ho evitato di andare subito a parlare col sacerdote. Sono uscito dalla cappella per tornarvi un’oretta dopo, con in mano la stampa dellIstruzione Redemptionis Sacramentum debitamente sottolineata nei punti giusti (n. 90 e soprattutto 91: "[91.] Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che«i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli». Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi."Mi sono presentato negli uffici della cappellania: non ho trovato don Franco (“in questo momento non c’è”), ma un suo confratello, padre Giancarlo Pani S.I., che mi ha accolto con molta gentilezza. A lui ho potuto spiegare pacatamente quanto accaduto: egli mi ha dunque accompagnato in chiesa e, messosi camice e stola, mi ha comunicato personalmente. Gli ho quindi lasciato il testo della Redemptionis Sacramentum invitandolo a recapitarlo al confratello disobbediente e lui a sua volta mi ha invitato a tornare in futuro a parlare personalmente con don Franco.
Tuttavia una pubblica disobbedienza al Papa (meglio sarebbe dire “tradimento”) perpetrata nella città e nella diocesi di Roma proprio da parte di un gesuita è per lo meno qualcosa di vergognoso! Che cosa avrà trasmesso il suo atteggiamento agli altri fedeli presenti alla Messa? Quale irreparabile danno temeva nell’amministrarmi la Comunione mentre ero in ginocchio?
È per questo che, pur avendolo perdonato, ahimé non posso tacere su quanto accaduto, poiché se lo facessi sarei complice di quello stesso sopruso (e di quel disordine nella Chiesa che tanto preoccupa il Santo Padre) già perpetrato da preti come lui (anche non gesuiti) a tanti altri fedeli incapaci di difendersi o timorosi o rassegnati. Qui non si tratta soltanto dell’obbedienza alle norme liturgiche, non si tratta soltanto del dovuto ossequio al Papa, non si tratta soltanto di maltrattare pubblicamente la pietà dei fedeli, ma si tratta del Ministero Sacerdotale: per quale chiesa è stato ordinato quel prete? Se crede alla Presenza Reale, perché si è mostrato così scandalizzato nel vedere un fedele in ginocchio che desidera ricevere il Santissimo Sacramento?
Se foste stati in quel momento tra i fedeli, cosa avreste pensato, come avreste reagito? Mi auguro che don Franco trovi il tempo di domandarsi seriamente che cosa penserebbe sant’Ignazio di Loyola del suo operato.
Echo 30 Contenuti
AMDG et BVM
"Cuando vieron el rosario, todas empezaron a gritar: “¡Rece por mí, querida hermana, rece por mí!” y trataban de sobreponer su voz, gritando más fuerte, solicitando mis oraciones, como una nube de abejas ...."
Medios para sacar almas
del Purgatorio
del Purgatorio
Santo
Rosario.
Una noche Jesús me
pidió que orara por las almas del purgatorio. Eran las cuatro y media y yo
quería terminar de escribir mi diario, cuando Jesús me dijo:
–Hija mía, aunque
respeto tu cansancio, quiero pedirte que no te vayas a dormir hasta que pongas
por escrito el estado de sufrimiento de las almas del purgatorio. Yo quiero que
mis hermanos sacerdotes se unan a la cruzada de oración en favor de las almas
que sufren en el purgatorio. Ahora quiero aliviar a aquellas que durante su vida
con frecuencia me pidieron a Mí y a mi Madre, en la oración, que tuviéramos
piedad de ellas en el momento de su muerte y cuando estuvieran en el lugar del
sufrimiento.
Jesús me llevó
entonces a un lugar tan grande que yo no podía ver el final. Aunque el lugar
estaba oscuro, las almas allí parecían estar calmadas. Había un sinnúmero de
almas: llevaban ropa negra y estaban arrimadas unas a otras. Todas parecían
inmóviles, sin palabras y muy tristes. Mi corazón casi se quebraba al verlas
así. Supe que estas almas no recibían ayuda alguna de nadie en la tierra, ni
oración, ni sacrificios. Sabían que la hora de su liberación no había llegado
todavía pero confiaban en que no dilataría mucho.
Después de eso
Jesús me llevó a otro lugar similar. Allí las almas tiritaban en sus túnicas
negras. Pero cuando me vieron entrar con Jesús, todas empezaron a agitarse. Yo
tenía mi rosario en la mano para rezar por ellas. Cuando vieron el rosario,
todas empezaron a gritar: “¡Rece por mí, querida hermana, rece por mí!” y
trataban de sobreponer su voz, gritando más fuerte, solicitando mis oraciones,
como una nube de abejas. Aunque todas gritaban a un tiempo, yo podía distinguir
la voz de cada una. Reconocí a muchas entre ellas, personas a las que conocí
cuando estaban en la tierra. Vi a algunas religiosas de otras órdenes y también
de la mía. Me espanté cuando una madre superiora se volteó hacia mí y me pidió
humildemente que rezara por ella.
Después de esto,
una religiosa, conocida mía, con sus manos juntas y tocando mi rosario, me
suplicó: “¡Por mí, por mí!”, mientras un extraño sudor, no sé si en el alma o en
el cuerpo, corría sobre ella.
Después Jesús me
llevó a un tercer lugar donde había un sinnúmero de religiosas, paradas y sin
movimiento, mientras un fuerte sudor corría sobre ellas. Se volvieron hacia mí y
me suplicaron que rezara el rosario por ellas. En ese lugar había luz. Yo pensé:
“¿Por qué será que ellas me piden el rosario?” Entonces Jesús me mostró un
rosario, en el que en vez de las cuentas había flores y en cada flor vi brillar
una gota de la Sangre de Jesús.
Cuando decimos el
rosario, las gotas de la Sangre de Jesús caen sobre la persona por quien lo
ofrecemos. Las almas del purgatorio están implorando continuamente la Sangre
salvadora de Jesús.
(Sor
María Natalia Magdolna – “La Victoriosa Reina del Mundo”)
LAUDETUR JESUS
CHRISTUS!
LAUDETUR CUM
MARIA!
SEMPER LAUDENTUR!
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