giovedì 22 dicembre 2011

Miracolo Eucaristico

Molti sono i miracoli eucaristici, sparsi in tutti i secoli. 
Tra i più recenti eccone uno in provincia di Salerno.


Miracolo Eucaristico 


Sacre Particole
Nella notte del 25 luglio 1969 dei ladri entrarono nella Chiesa Parrocchiale di San Mauro La Bruca e rubarono, oltre alle Reliquie dei Santi Patroni e a tanti oggetti sacri, anche la pisside, che conteneva le Ostie consacrate, custodita nel Tabernacolo.
Appena usciti dalla Chiesa i ladri gettarono le particole, ed il coperchio della pisside che le conteneva, su un muricciolo davanti alla porta laterale.
La mattina seguente, le 63 ostie furono ritrovate e il parroco le raccolse, ricollocandole nel Tabernacolo.
Dal giorno del furto, le particole sono state conservate, integre ed incorrotte dopo più di 40 anni, prima nel Tabernacolo e poi nel trono di marmo.
AVE MARIA!
AMDG

mercoledì 21 dicembre 2011

Rito Romano

Perché il Rito Romano
nella “forma straordinaria”
incontra tanta ostilità?

di Daniel Luzinchi

Riprendiamo un articolo pubblicato sul sito Messa in latino, scritto da un giovane che aspira a diventare sacerdote e che è rimasto illuminato sul vero senso del sacerdozio cattolico dopo aver assistito, per la prima volta, alla celebrazione della S. Messa tradizionale, a Roma, nella cappella Santa Caterina da Siena, della Fraternità Sacerdotale San Pio X.
(i neretti sono nostri)


AVE MARIA!
AMDG


<<Prima della promulgazione del decreto in forma di Motu Proprio Summorum Pontificum il 7 luglio 2007 e anche dopo la pubblicazione di questo provvidenziale documento riconosco quasi imbarazzato che non avevo nemmeno la minima idea di che cosa fosse la cosiddetta “Messa Gregoriana” o Vetus Ordo Missae! Però già da tempo ero in cerca di qualcosa che rafforzasse il mio spirito, la mia sensibilità per l’eloquente culto cattolico! Non so quanto conta l’opinione di un principiante per quanto riguarda lo studio della filosofia e della teologia, ma questo non mi impedisce di raccontare l’effetto soprannaturale che ha provocato in me l’incontro con questa Santa e sempre Attiva Liturgia!

Sicuramente nessuno di quei fautori della riforma liturgica avrebbe mai immaginato che il discorso sul Vetus Ordo Missae sarebbe rimasto ancora vivo, ancora attuale! “Lo Spirito soffia dove vuole.”
Nel 2008, leggendo questo documento, segno della giustizia e della misericordia divina, e la lettera in cui il Santo Padre spiega le ragioni per cui revoca la scomunica ai quattro vescovi ordinati da Mons. Lefebvre senza l’autorizzazione della Santa Sede ho deciso di andare alla cappella “Santa Caterina da Siena” a Roma curata dai sacerdoti della Fraternità San Pio X, per partecipare a quella Santa Messa che ha provocato tante discussioni negli ultimi 40 anni!

Non ero consapevole a cosa andavo incontro! Ero venuto più che altro mosso da una certa curiosità!

Alla fine di questa celebrazione mi sono sentito trasformato e la prima domanda che ho fatto al mio padre spirituale era: “perché sono stato privato sin dal momento in cui sono nato della partecipazione a un tesoro così travolgente, grave, celeste? Scandaloso!!

Le polemiche su questo tema potrebbero continuare all'infinito e non mi interessa affatto soffermarmi su questi argomenti che sicuramente tanti altri conoscono meglio di me.
Sono rimasto colpito dalla bellezza, dalla semplicità, dalla solennità di questa Santa Messa! Sono rinato per una vita nuova!
Certe volte si ha paura di condividere i sentimenti che si provano quando attraverso questo Divino Sacrificio lo Spirito si fa vivo e ti fa diventare consapevole che davanti al Re Crocifisso non ci si può presentare senza massima riverenza, senza portare il rispetto dovuto!
Perché si ha paura di condividere questa meravigliosa costatazione?
Perché coloro che si oppongono a questo rito, coloro che dicono di non essere contrari, coloro apparentemente favorevoli e coloro che non vivono più di cose alte ma riposano nell'ignoranza più bieca e soprattutto diabolica interpretano questo tipo di testimonianza a modo loro.
Tutti questi devono capire che i giovani come me non si sono innamorati di una “bellissima scena di teatro” che si svolgeva per secoli “su un palcoscenico” che oggi non è più attuale e che a loro avviso, appartiene al passato. Non siamo dei nostalgici perché non possiamo essere nostalgici di tempi che non abbiamo mai vissuto (per esempio: io sono nato nel 1985)!
Anche tra i preti che sicuramente hanno anche delle buone intenzioni riscontro una certa paura, ostilità o ignoranza! Alcuni pongono la cosiddetta “praticità pastorale” al di sopra della disciplina e della conoscenza richiesta dal rito antico! Tutta la preparazione che richiede la celebrazione dei misteri divini scomoda chi è ormai abituato al niente, incapace di un dibattito sereno e libero e quindi che si ostina nelle proprie opinioni anche se poco hanno a che fare col vero cattolicesimo.
La cosa più triste che ogni seminarista, prete, vescovo ecc. è una religione a sé.
In questo modo si diventa servi “privi di passione celeste, insensibili al sacro, privi di umile solennità, che si fanno beffe del decoro, cinici verso chi non splende della loro luce, refrattari al bello, non raramente cattivi al punto giusto; che non fanno gioiosamente trasparire una carità soprannaturale, un tratto divinamente superiore, ispirato e controllato!

Grazie alla "forma straordinaria" ho capito che il sacerdozio è un dono grande ma allo stesso tempo una responsabilità enorme per cui non c’è posto per sociologie spicciole, opinioni personali, metodi pastorali mielosi, per un cattolicesimo edulcorato.
Dio vuole tutto da noi!
Bisogna dare tutto per trovare il “Tutto” che è Nostro Signore!
Dobbiamo fare sempre di più, sempre meglio perché il Nostro Maestro è esigente e ha tutte le ragioni per esserlo!

Nella Divina Liturgia Gregoriana ho trovato Nostro Signore Tremendamente Presente come Dio e Re dell’Universo! Tutto il fasto e tutta la solennità di questo rito sono doverosi! Dio si merita questo e anche molto di più!
Con questa antica Messa il Signore ha voluto ripetere sempre la stessa cosa: “La vera azione cristiana è la preghiera! Solo alla preghiera è promessa ogni efficacia. Se mancassero alla Chiesa gli oranti, non gli sarebbero di nessun aiuto né i teologi, né gli organizzatori, né inutili e vari tentativi di pastorale o di apostolato! La vita della Chiesa è la Liturgia! La teologia, l’apostolato, ogni forma di azione è necessaria non alla Chiesa, ma ai cristiani, perché possano vivere la preghiera e perché la loro preghiera sia vera.” (don Divo Barsotti – ‘Ebbi a cuore l’eterno’).

In questa Messa vivo e respiro il Nostro Signore Gesù Cristo!
Tutta la sua struttura, tutta la sua disciplina, il suo canto maestoso spinto dallo Spirito nell’alto dei cieli come l’incenso profumato, tutta la sua solennità rende incredibilmente presente il Suo Mistero e la speranza nella vita futura non solo spiritualmente ma soprattutto fisicamente.
Sono diventato pazzo?
Devo sentirmi in colpa perché le cose alte stanno al centro della mia attenzione?
Credo proprio di no!
Non si rendono conto in tanti che grave danno recano alla nostra Madre Chiesa, come soffocano e mortificano l’amore di giovani come me che vivono di tutto questo, si nutrono di tutto questo perché è questo che rafforza il nostro genuino e puro desiderio di servire e amare Dio!

Questa Divina Liturgia Tradizionale all’improvviso mi porta nell’eterno e mi fa diventare una sola cosa con il Nostro Signore!

Come resistere a una così dolce e grande tentazione?
Resiste solo chi non vive di Dio!

Chi ha conosciuto veramente questa forma perfetta per avvicinarsi a Cristo non può più farne a meno, non si accontenta più del “niente” del “meno peggio” o del “meglio che niente” ma cambia totalmente e irreversibilmente secondo la volontà di Dio!
Questo è un segno inequivocabile da parte dello Spirito Santo!

Tutta l'ostilità anche da parte di coloro dai quali meno ce lo si aspetta, si spiega con l’aiuto di una sola parola: Paura!
Perché paura? La risposta è semplice: Conoscere e amare il rito antico presuppone cambiare totalmente stile di vita! Cambiare stile di vita provoca la paura della verità!

Daniel Luzinchi

SAN TOMMASO APOSTOLO, e san Pietro Canisio

El Greco (1541, Candia - 1614, Toledo), “San Tommaso Apostolo”, 1610-14, Olio su tela, 97 x 77 cm, Museo de El Greco, Toledo


Pierre Le Gros il Giovane (1666, Paris - 1719, Roma),"San Tommaso", 1705-11, Marmo, altezza 425 cm, Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma


Da nobis, quaésumus, Dómine, beáti Apóstoli tui Thomæ sollemnitátibus gloriári : ut ejus semper et patrocíniis sublevémur; et fidem cóngrua devotióne sectémur. Per Dóminum.


 SAN TOMMASO APOSTOLO

Ecco l'ultima festa che celebrerà la Chiesa prima della Natività del suo Signore e Sposo. Essa interrompe le Ferie maggiori per onorare san Tommaso, Apostolo di Cristo, il cui glorioso martirio, consacrando per sempre questo giorno, procurò al popolo cristiano un potente intercessore presso il divino Messia. 
Spettava a questo grande Apostolo apparire nel Ciclo in questo giorno, poiché la sua protezione aiutasse i fedeli a credere e a sperare nel Dio che ancora non vedono e che viene ad essi senza rumore e senza splendore, per provare la loro fede. 
San Tommaso dubitò un giorno, e non comprese la necessità della Fede se non dopo essere passato attraverso le ombre dell'incredulità: è giusto che venga ora in aiuto ai figli della Chiesa, e li fortifichi contro le tentazioni che potrebbero assalirli da parte d'una orgogliosa ragione. 
 Rivolgiamoci dunque a lui con fiducia; e dal seno della luce in cui l'ha posto il suo pentimento ed il suo amore, egli chiederà per noi la docilità di mente e di cuore che ci è necessaria per vedere e riconoscere Colui che costituisce l'attesa delle genti, e che, destinato a regnare su di esse, annuncerà la sua venuta solo con i deboli vagiti di un bimbo, e non con la voce tonante d'un maestro. 
Ma leggiamo innanzitutto il racconto degli Atti del nostro santo Apostolo. La Chiesa ha ritenuto bene presentarcelo sotto la forma più breve.
VITA. - Tommaso Apostolo, chiamato anche Didimo, era della Galilea. Dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, andò a predicare il Vangelo in molte province. Insegnò i precetti della fede e della vita cristiana ai Parti, ai Medi, ai Persiani, agli Ircaniani e ai Battri. Si diresse infine verso le Indie, ed ammaestrò quei popoli nella religione cristiana. In questo paese si fece ammirare da tutti per la santità della vita e della dottrina e per lo splendore dei miracoli, e accese alto il fuoco dell'amore di Gesù Cristo nei cuori. Il re della regione s'infiammò d'ira, poiché era zelante dell'idolatria, e il santo apostolo, condannato a morte per ordine di lui, fu lapidato a Calamina, e accrebbe l'onore del suo apostolato con la corona del martirio.
OREMUS:

<<Glorioso Apostolo, che hai condotto a Cristo un così gran numero di genti infedeli, è a te che ora si rivolgono le anime fedeli perché le introduca presso lo stesso Cristo che fra cinque giorni si manifesterà alla sua Chiesa. Per meritare di comparire alla sua divina presenza, abbiamo bisogno, innanzitutto, d'una luce che ci guidi fino a lui. Questa luce è la Fede. Chiedi per noi la fede. 

Un giorno il Signore si degnò di accondiscendere alla tua debolezza, e di assicurarti nel dubbio che provavi sulla verità della sua Resurrezione. Prega dunque, affinché si degni pure di sostenere la nostra debolezza, e di farsi sentire al nostro cuore. Tuttavia, o santo Apostolo, non è già una chiara visione che noi chiediamo, ma la Fede semplice e docile, poiché Colui che viene anche per noi ti ha detto mostrandotisi: Beati coloro che credono senza vedere! Noi vogliamo essere del numero di questi. 

Ottienici dunque quella Fede che è propria del cuore e della volontà, affinché davanti al divino Bambino avvolto in fasce e posto nella mangiatoia, possiamo esclamare anche noi: Mio Signore e mio Dio! Prega o santo Apostolo, per le genti che tu hai evangelizzate e che sono ricadute nelle ombre della morte. Che venga presto il giorno in cui il Sole di giustizia splenderà nuovamente per esse! 

Benedici gli sforzi degli uomini apostolici che consacrano sudori e sangue all'opera delle Missioni; fa che siano abbreviati i giorni delle tenebre, e che le regioni irrorate del tuo sangue vedano infine cominciare il regno del Dio che hai annunciato e che noi aspettiamo>>.
*

Oggi è anche la festa di san Pietro Canisio 


A Friburgo di Svizzera similmente il natale di san Pietro Canisio, Sacerdote della Compagnia di Gesù e Confessore, illustre per dottrina e santità; il quale, in tempi pericolosissimi per la Germania, strenuamente difese e propagò la fede cattolica. Egli poi dal Sommo Pontefice Pio undecimo fu ascritto nel catalogo dei Santi, e inoltre dichiarato Dottore della Chiesa universale, ordinandosi che la sua festa si celebrasse ai ventisette di Aprile. 

AVE MARIA!
AMDG 



DOMINUS VOBISCUM

(21/XII) 'Le Antifone maggiori' dell’Avvento sono chiamate “O” dall’esclamazione iniziale: O Sapienza, O Guida della casa d’Israele, O Germoglio di Iesse, Chiave di Davide, Astro che sorgi, Re delle genti, Emmanuele.




quae ex ore Altissimi prodiisti, [Siracide 24,5]
attingens a fine usque ad finem fortiter, [Sapienza 8,1]
suaviterque disponens omnia: [Sapienza 8,1]

veni ad docendum nos viam prudentiae [Proverbi 9,6; Isaia 40,14]
O Sapienza,
che esci dalla bocca dell’Altissimo,
estendendoti da un confine all'altro con forza,
e tutto disponi con soavità:
vieni a insegnarci la via della prudenza



O Signore, 
guida della casa d’Israele,
che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto,
e sul monte Sinai gli hai dato la legge:
vieni a liberarci con braccio potente.
O Adonai,
et dux domus Israël,
qui Moyse in igne flammae rubi apparuisti,
et ei in Sina legem dedisti: 
veni ad redimendum nos in brachio extento.


O Radice di Iesse, 
che ti innalzi come segno per i popoli:
tacciono davanti a te i re della terra,
e le nazioni t’invocano:
vieni a liberarci, 
non tardare.
O Radix Jesse,
qui stas in signum populorum,
super quem continebunt reges os suum, 
quem gentes deprecabuntur: 
veni ad liberandum nos,
jam noli tardare


O Chiave di Davide,
scettro della casa d’Israele,
che apri, e nessuno può chiudere,
chiudi, e nessuno può aprire:
vieni, libera l’uomo prigioniero,
che giace nelle tenebre 
e nell’ombra di morte.
O Clavis David,
et sceptrum domus Israël,
qui aperis, et nemo claudit, 
claudis, et nemo aperuit: 
veni, et educ vinctum
de domo carceris,
sedentem in tenebris,
et umbra mortis.  


O Astro che sorgi,
splendore della luce eterna,
sole di giustizia:
vieni, illumina 
chi giace nelle tenebre
e nell’ombra di morte.
O Oriens,
splendor lucis aeternae, 
et sol justitiae: 
veni, et illumina 
sedentes in tenebris,
et umbra mortis. 


O Re delle genti,
atteso da tutte le nazioni,
pietra angolare 
che riunisci i popoli in uno,
vieni, e salva l’uomo 
che hai formato dalla terra.
O Rex Gentium,
et desideratus earum,
lapisque angularis, 
qui facis utraque unum: 
veni, et salva hominem,
quem de limo formasti. 

O Emmanuele, 
nostro re e legislatori,
speranza e salvezza dei popoli:
vieni a salvarci, 
o Signore nostro Dio.
O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium,
et Salvator earum: 
veni ad salvandum nos,
Domine, Deus noster. 


24 dicembre
Quando sorgerà il sole,
vedrete il Re dei re:
come lo sposo dalla stanza nuziale
egli viene dal Padre. 

Le iniziali latine dei sette titoli del Salvatore, lette alla rovescia danno "ERO CRAS" cioè "Domani (ci) sarò".
Se vuoi ascoltare la melodia gregoriana (c’è anche lo spartito): http://www.youtube.com/watch?v=I1m-jMFOOUo
<http://www.domcentral.org/life/ixlife.htm#advent>




AVE MARIA!
AMDG