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Un amico un giorno viene e mi parla di Cristo come “un amico”, non qualcosa di lontato, astratto. Mi portò dentro questo gruppo che si chiamava Gioventù Studentesca, non ancora CL. Era il 1970. Vidi davvero lì come la preghiera, detta attraverso i salmi, la liturgia delle ore e la santa messa vissuta nella sua essenzialità, consapevole di cosa succedeva sull’altare, mi permise di ricongiungermi alla storia dei miei padri e della chiesa. La Messa non è una sorta di happening dove si versano le buone intenzioni, la famosa cena di fraternità, di comunione, ma il luogo dove la Persona di Cristo di sacrifica per noi, dove la messa…
…Stiamo tornando a parlare di Messa: le preme più del previsto…
Sì, perchè nella Messa tutto deve essere, dalla prima all’ultima sillaba, secondo la forma che non abbiamo deciso noi. L’obbedienza alla forma. A me se c’è una cosa che fa arrabbiare… vedi che è una cosa che mio figlio Tommaso ha ereditato da me…
…Lui si incazza pure di più.
Sì, ma lui è più estremo: non credere che io non sappia cosa va dicendo di me…
…Che lei è quasi un “modernista”, per i suoi gusti.
Lo so, lo so, figurati! Dicevo: non sopporto la creatività liturgica, va bene. Ma oltre questa, c’è un particolare che non reggo. Quando il prete dice “la Messa è finita andate in pace”, e dopo aggiunge “buona giornata a tutti”. Allora, tu prete, è vero che non hai capito proprio niente! Il saluto cristiano è il primo che hai detto, prete. Aggiungere “buona giornata a tutti” significa il primo congedo è una cosa a parte rispetto alla vita vera. Mentre io, con san Massimo Confessore, credo nella “liturgia cosmica”, la Santa Messa come il “nocciolo incandescente” di tutto ciò che è tutta la vita. Per cui non devi introdurre dentro la Messa ciò che dissolve esattamente il mistero che dovrebbe invadere invece il resto della vita… Non so se mi sto spiegando: mi sto spiegando?
Siamo qui per collaborare. Il problema lì è alla base, proprio dei seminari: sempre più spesso ti rendi conto che e la formazione culturale e di fede dei seminaristi è infima. Hanno spesso proprio difficoltà a capire cosa è persino il “rito”. Eppure Ratzinger lo aveva spiegato nei suoi libri: è ripetere esattamente una stessa cosa, lo stesso atto, allo stesso modo. E’ questo che ti lega a secoli di sapienza e pietà cristiane.
E’ proprio così, esatto. C’è la sua ultima intervista Luce del Mondo, dove ha dettato pagine sulla liturgia veramente consolanti. Io ho un’amica che fa la comunione in ginocchio, con il velo, e riceve l’ostia sulle labbra… quasi come cibare un bambino. Ci sono dei sacerdoti…
…Che la cacciano via, ci metto la mano sul fuoco.
Sì, che non vogliono questo, si rifiutano. Il papa allora nel libro dice che è un diritto del fedele ricevere così la comunione, e chi per questo nega la comunione sbaglia gravemente. Ma questo non avviene, perchè molti preti se ne fregano, se ne fregano! C’è fra molti di loro un estremismo ideologico spaventoso.
Sono stato in Iraq, dove c’è la persecuzione dei cristiani copti o siro-cristiani. Questi vanno a messa ogni volta con la consapevolezza che potrebbe essere l’ultima Messa: è come camminare a piedi sull’autostrada, prima o poi ti mettono sotto. Ebbene, questa gente costretta ad assistere alla Messa in condizioni ambientali e psicologiche penose, in contesti arrangiati, non solo non ci rinuncia ma al momento della comunione la fanno in ginocchio: pure quella potrebbe essere l’ultima comunione. La fanno come ho imparato io quand’ero bambino. Vuol dire che questi non han capito niente di Gesù? Forse non abbiam capito niente noi! Se loro sono così e sono disposti al martirio, forse non dovremmo imparare da loro anche il modo come ci si accosta all’eucareatia, ai canti? Eppure non c’è niente di antiquato in quei canti in aramaico…
Sai, penso al magnifico concilio Tridentino, che si trova ad affrontare l’ideologia della modernità incipiente, e noto che non è una controriforma quella tridentina: è la vera Riforma, la vera innovazione…
AMDG et BVM