lunedì 1 agosto 2011

Le 6 Ali Serafiche di San Francesco d'Assisi





San Francesco abbraccia Cristo crocifisso; è un dipinto di Bartolomé Esteban Murillo realizzato a olio su tela 283 × 188 cm. È conservata al Museo de Bellas Artes di Siviglia.

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La composizione simboleggia il momento culminante della vita di Francesco d'Assisi, cioè quando decise di rinunciare a tutti i suoi beni materiali per abbracciare la vita religiosa.
Accanto alla croce, due angeli reggono un libro aperto che reca in latino il passo del Vangelo secondo Luca che dice "Chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo". Anche il globo sul quale Francesco poggia il piede, quasi a spingerlo lontano, simboleggia il mondo terreno che egli rifiuta e abbandona per diventare discepolo di Gesù.

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I tre capisaldi della vita Religiosa (cf. cap. I della Regola) sono:

VIVERE nell'Obbedienza, nella Povertà e nella Castità.


Sposalizio di San Francesco con la Povertà, 1316-1318, vele  Basilica inferiore di Assisi.
"Parente di Giotto"?- su disegno del maestro -

Poi il Serafico Padre San Francesco d'Assisi raccomanda altre tre cose:

* Desiderare più di ogni altra cosa di possedere lo Spirito del Signore e di agire secondo la sua santa volontà. 

* Pregare Dio con cuore puro e possedere l'umiltà e la pazienza nelle tribolazioni e malattie.

* Devono avere una predilezione speciale per quanti ci perseguitano, disprezzano e insultano (cap. X della Regola).

Praticamente San Francesco propone:

1. L'elevazione di tutto l'agire in Dio,

2. poi raccomanda L'accettazione gioiosa di 

    tutte le tribolazioni, e

3. La carità fattiva e squisita verso il

    prossimo.

COSI':

CROCIFISSI AL MONDO CON I TRE VOTI SIAMO RESI CONFORMI A DIO CON LE SUCCESSIVE TRE RACCOMANDAZIONI.

SONO LE 6 ALI SERAFICHE

   PER DISTACCARCI DAL MONDO E

   PENETRARE NELLE COSE DIVINE.                
(cfr.  S. Buonav.)

AMDG et BVM

domenica 31 luglio 2011

La forma cattolica di ricevere la Santa Comunione



Cardinal Cañizares: è raccomandabile comunicarsi in bocca e inginocchiati




Un'interessantissima e importante intervista ad ACIPRENSA del Prefetto per il Culto Divino.

Visti i chiari di luna - raccontati anche nei post di alcuni giorni fa (vedi qui e qui)- delle ordinarie vessazioni nei confronti dei fedeli che ricevono la S. Comunione in ginocchio e in bocca, queste dichiarazioni di colui che nella Chiesa gestisce le indicazioni del S. Padre sulla liturgia sono veramente confortanti.

Inter alia indiscrezioni parlano di un documento della stessa Congregazione - in preparazione - appunto sulle modalità di ricezione della S. Comunione (....in ginocchio e in bocca come fa il S. Padre): oremus!

Ringraziamo l'amico Stefano per la traduzione dallo spagnolo


Nell’intervista concessa ad ACI Prensa, il Prefetto della Congregazione vaticana per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, cardinal Antonio Cañizares Llovera ha raccomandato che i cattolici si comunichino in bocca e inginocchiati.Così si è espresso il porporato spagnolo che è al servizio della Santa Sede come supremo responsabile, dopo il Papa, della liturgia e dei sacramenti, nella Chiesa cattolica, alla domanda circa l’opportunità che i fedeli si comunichino, o no, sulla mano.
La risposta del cardinale è stata breve e chiara: “è raccomandabile che i fedeli si comunichino in bocca e inginocchiati”.Inoltre, rispondendo alla domanda di ACI Prensa sulla consuetudine promossa dal Papa Benedetto XVI di amministrare, a quanti si comunicano da lui, l’Eucaristia in bocca e in ginocchio, il cardinal Cañizares ha detto che questa è dovuta “al senso che deve assumere la comunione, che è adorazione, riconoscimento di Dio”.
“Si tratta semplicemente di sapere che stiamo al cospetto di Dio stesso e che Lui è venuto a noi e noi non lo meritiamo” ha affermato.
Il porporato ha detto anche che comunicarsi in questo modo “è il segno di adorazione che è necessario recuperare. Io credo che sia necessario in tutta la Chiesa che la comunione si riceva in ginocchio”
“Infatti – ha aggiunto – se ci si comunica in piedi, bisogna genuflettersi o inchinarsi profondamente, cosa che non viene fatta”.
Il prefetto vaticano ha detto, inoltre, che “se banalizziamo la comunione, banalizziamo tutto e non possiamo perdere un momento tanto importante, come la comunione, come riconoscere la presenza reale di Cristo , del Dio che è amore degli amori come cantiamo in una canzone spagnola”.

Alla domanda di ACI Prensa sugli abusi liturgici in cui incorrono alcuni attualmente, il cardinale ha detto che è necessario “correggerli, soprattutto mediante una buona formazione: formazione dei seminaristi, formazione dei sacerdoti, formazione dei catechisti, formazione di tutti i fedeli cristiani”.
Questa formazione, spiegò, deve far sì che “si celebri bene, che si celebri conformemente alle esigenze e alla dignità della celebrazione, in conformità alle norme della Chiesa, che è l’unico modo per celebrare autenticamente l’Eucaristia”.
Infine il cardinal Cañizares ha detto ad ACI Prensa che in questo compito di formazione per celebrar bene la liturgia e correggere gli abusi, “noi vescovi abbiamo una responsabilità molto specifica e non possiamo trascurarla poiché tutto ciò che facciamo affinché l’Eucaristia sia ben celebrata servirà a far sì che l’Eucaristia sia ben partecipata”.

AMDG et BVM

INTERVISTA A RENATO FARINA su santa Messa. Una bella testimonianza




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Un amico un giorno viene e mi parla di Cristo come “un amico”, non qualcosa di lontato, astratto. Mi portò dentro questo gruppo che si chiamava Gioventù Studentesca, non ancora CL. Era il 1970. Vidi davvero lì come la preghiera, detta attraverso i salmi, la liturgia delle ore e la santa messa vissuta nella sua essenzialità, consapevole di cosa succedeva sull’altare, mi permise di ricongiungermi alla storia dei miei padri e della chiesa. La Messa non è una sorta di happening dove si versano le buone intenzioni, la famosa cena di fraternità, di comunione, ma il luogo dove la Persona di Cristo di sacrifica per noi, dove la messa…
…Stiamo tornando a parlare di Messa: le preme più del previsto…
Sì, perchè nella Messa tutto deve essere, dalla prima all’ultima sillaba, secondo la forma che non abbiamo deciso noi. L’obbedienza alla forma. A me se c’è una cosa che fa arrabbiare… vedi che è una cosa che mio figlio Tommaso ha ereditato da me…
…Lui si incazza pure di più.
Sì, ma lui è più estremo: non credere che io non sappia cosa va dicendo di me…
…Che lei è quasi un “modernista”, per i suoi gusti.
Lo so, lo so, figurati! Dicevo: non sopporto la creatività liturgica, va bene. Ma oltre questa, c’è un particolare che non reggo. Quando il prete dice “la Messa è finita andate in pace”, e dopo aggiunge “buona giornata a tutti”. Allora, tu prete, è vero che non hai capito proprio niente! Il saluto cristiano è il primo che hai detto, prete. Aggiungere “buona giornata a tutti” significa il primo congedo è una cosa a parte rispetto alla vita vera. Mentre io, con san Massimo Confessore, credo nella “liturgia cosmica”, la Santa Messa come il “nocciolo incandescente” di tutto ciò che è tutta la vita. Per cui non devi introdurre dentro la Messa ciò che dissolve esattamente il mistero che dovrebbe invadere invece il resto della vita… Non so se mi sto spiegando: mi sto spiegando?
Siamo qui per collaborare. Il problema lì è alla base, proprio dei seminari: sempre più spesso ti rendi conto che e la formazione culturale e di fede dei seminaristi è infima. Hanno spesso proprio difficoltà a capire cosa è persino il “rito”. Eppure Ratzinger lo aveva spiegato nei suoi libri: è ripetere esattamente una stessa cosa, lo stesso atto, allo stesso modo. E’ questo che ti lega a secoli di sapienza e pietà cristiane.
E’ proprio così, esatto. C’è la sua ultima intervista Luce del Mondo, dove ha dettato pagine sulla liturgia veramente consolanti. Io ho un’amica che fa la comunione in ginocchio, con il velo, e riceve l’ostia sulle labbra… quasi come cibare un bambino. Ci sono dei sacerdoti…
…Che la cacciano via, ci metto la mano sul fuoco.
Sì, che non vogliono questo, si rifiutano. Il papa allora nel libro dice che è un diritto del fedele ricevere così la comunione, e chi per questo nega la comunione sbaglia gravemente. Ma questo non avviene, perchè molti preti se ne fregano, se ne fregano! C’è fra molti di loro un estremismo ideologico spaventoso.
Sono stato in Iraq, dove c’è la persecuzione dei cristiani copti o siro-cristiani. Questi vanno a messa ogni volta con la consapevolezza che potrebbe essere l’ultima Messa: è come camminare a piedi sull’autostrada, prima o poi ti mettono sotto. Ebbene, questa gente costretta ad assistere alla Messa in condizioni ambientali e psicologiche penose, in contesti arrangiati, non solo non ci rinuncia ma al momento della comunione la fanno in ginocchio: pure quella potrebbe essere l’ultima comunione. La fanno come ho imparato io quand’ero bambino. Vuol dire che questi non han capito niente di Gesù? Forse non abbiam capito niente noi! Se loro sono così e sono disposti al martirio, forse non dovremmo imparare da loro anche il modo come ci si accosta all’eucareatia, ai canti? Eppure non c’è niente di antiquato in quei canti in aramaico…
Sai, penso al magnifico concilio Tridentino, che si trova ad affrontare l’ideologia della modernità incipiente, e noto che non è una controriforma quella tridentina: è la vera Riforma, la vera innovazione…

AMDG et BVM

JHS: Jesus Humanitatis Salvator




"Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;

perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi

nei cieli,
sulla terra
e sotto terra,

e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore
a gloria di Dio Padre"
(Filippesi 2,6-11)

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La bestemmia  anzitutto è l'urlo rabbioso di Satana che esce dalla bocca di un uomo.

La bestemmia è una gravissima offesa al Nome Santo di Dio.

La bestemmia è inoltre il supremo atto di superbia che un uomo possa compiere.

La bestemmia è anche il più grande atto di stupidità.

La bestemmia è un grandissimo segno di maleducazione, manifestazione di volgarità, di grossolanità e di poca intelligenza.

"La bestemmia è il cancro dell'anima".

La bestemmia è, infine, quasi sempre, una malattia contagiosa che infetta altri e altre. 
I Santi davano come terapia ai bestemmiatori di imparare a <<bestemmiare il diavolo>>, unica vera fonte del male; alcuni poveri peccatori, ma di buona volontà, vinsero in breve tempo il vizio imponendosi una mortificazione per ogni bestemmia. Seppero cooperare con la Grazia.

  
Sant'Ignazio di Loyola

Sant'Ignazio di Loyola


OGGI è la festa di Sant'Ignazio di Loyola: suo motto era fare tutto per la maggior gloria di Dio. *San Massimiliano Maria Kolbe diceva invece: per la massima gloria di Dio*

Tutti i nostri pensieri parole  ed opere siano quindi
per la maggior Gloria di Dio ossia AD MAIOREM DEI GLORIAM (AMDG
e della Beata Vergine Maria ossia et BEATAE VIRGINIS MARIAE (et BVM)


AMDG et BVM


sabato 30 luglio 2011

Non perdete la bussola







Una vittoria importante in un silenzio che inquieta




di Marco Invernizzi
28-07-2011


Non è vero che non ci siano mai “buone notizie” nella nostra Italia di oggi, così malandata da tanti punti di vista. La nuova bocciatura, il 26 luglio, del progetto di legge (293 sì contro 250 no e 21 astenuti) che prevedeva un’aggravante per i reati di omofobia e transfobia è una buona notizia.  Per diversi motivi.


Intanto perché ferma per la terza volta un progetto di legge che era orientato non tanto a “proteggere” una categoria, omosessuali e transessuali, ma a riconoscere l’omosessualità e la transessualità come qualcosa di particolarmente prezioso, che deve essere prima “normalizzato” e poi addirittura valorizzato. In sostanza, la posta in gioco non era e non è impedire violenze contro gli omosessuali (bastano le leggi vigenti), ma affermare che ogni orientamento sessuale ha identico valore, e gridare allo scandalo ogniqualvolta qualcuno afferma, come fa il Catechismo della Chiesa Cattolica, per esempio, che gli atti omosessuali sono oggettivamente disordinati (nn. 2357-2359). 


Insomma, era abbastanza evidente che questo progetto di legge avrebbe dovuto preludere al riconoscimento pubblico del matrimonio gay e all’adottabilità per legge di figli da parte di coppie omosessuali. Soprattutto, quanto accaduto era una delle manifestazioni di una grande battaglia culturale che attraversa da secoli tutto l’Occidente fra chi afferma e chi nega l’esistenza di una legge naturale. Soltanto se abbiamo presenti le caratteristiche di questa grande battaglia culturale possiamo comprendere il valore di quanto avvenuto in Parlamento con la bocciatura del progetto di legge sull’omofobia. Perché se esiste una natura, esiste una legge universale uguale per tutti, esiste un modello di famiglia, esiste un diritto sacro alla vita per ogni essere umano, che sia all’inizio o al termine del suo cammino. Ma se non esiste una natura creata, che si manifesta anche attraverso la sessualità, allora tutto è veramente possibile e ogni desiderio dell’uomo deve essere autorizzato e valorizzato, perché non esiste più né vero né falso, né bene né male.


Ora, avere fermato questo itinerario, non per sempre certamente ma su un punto importante, è stata una entusiasmante e importante vittoria della cultura della vita e della famiglia.  Però, bisogna anche aggiungere, se ne sono accorti in pochi. Non solo le forze politiche della maggioranza di centro-destra non si sono prodigate in gesti di soddisfazione, ma gli stessi quotidiani del centro-destra sono sembrati quasi intimiditi di fronte alla vittoria parlamentare, come se dovessero giustificare il fatto di avere assunto posizioni di questo tipo.


Gli interventi di Giancarlo Loquenzi su il Giornale e di Giordano Tedoldi su Libero a commento della bocciatura certamente non lasciano trasparire il risentimento e la rabbia di altri quotidiani laicisti per un provvedimento qualificato come oscurantista, ma sembrano quasi intimoriti dalla vittoria, preoccupati dei diritti dei gay e lontani dall’aver compreso la portata culturale e morale dello scontro. Ma vi è chi onestamente possa ancora pensare che oggi in Italia è minacciato il diritto di essere omosessuale e di vivere apertamente questa condizione?  


Inoltre, la bocciatura in Parlamento ha evidenziato l’esistenza di una maggioranza politica più estesa della stessa maggioranza governativa. Non è un successo da sottolineare? Non è importante ricordare che sui principi non negoziabili la maggioranza si allarga all’Udc, anche se perde il sostegno dell’on. Santo Versace, assiste all’incomprensibile astensione dell’on. Claudio Scajola e a quella, prevedibile dopo aver sponsorizzato il progetto, del ministro Mara Carfagna? Non è importante affermare che il governo si sa compattare quando sono in gioco i valori fondamentali della nostra civiltà, così come avvenne per tentare di difendere la vita di Eluana?


Invece purtroppo questo non accade e riappare con evidenza la debolezza culturale delle forze politiche del centro-destra e del loro retroterra informativo. Una debolezza che potrebbe nascere dall’esistenza di orientamenti culturali diversi all’interno di partiti e giornali, oppure dalla mancanza di personale adeguato a condurre questa battaglia di idee più che di scontro di poteri, oppure per altri motivi che non conosciamo. Ma certamente questa debolezza esiste ed è un problema. Essa non permette neppure di utilizzare come boccate di ossigeno in un periodo particolarmente avaro di soddisfazioni per la maggioranza quelle vittorie che pure arrivano, ogni tanto. Siamo tra i pochi Paesi europei che sono riusciti a impedire l’introduzione di una legge che avrebbe discriminato la maggioranza eterosessuale del Paese e avviato un ulteriore passaggio contro il matrimonio e la famiglia. Siamo riusciti a mandare un messaggio importante agli abitanti di tutta Europa: in Italia il matrimonio è cosa di un uomo e di una donna. Punto. Dovrebbe essere un motivo di fierezza e di orgoglio, non di atteggiamenti preoccupati e sempre sulla difensiva.


AMDG et BVM