lunedì 30 maggio 2011

ALLELUIA! ALLELUIA! ALLELUIA!




 .......Mentre Gertrude cercava di prepararsi  a  cantare il Mattutino di Pasqua nel raccoglimento di tutti i suoi sensi esterni ed interni, si intonò l'Invitatorio ALLELUIA, ed ella disse al Signore: <<Insegnami, o ottimo fra i Maestri, come possa lodarti devotamente con questi Alleluia che si ripeteranno tanto spesso in questa solennità>>.

 Il Signore rispose: << Potrai degnamente lodarmi con l'Alleluia se ti unirai alle lodi di tutta la corte celeste che mi rivolge questo stesso saluto>>.

 Poi aggiunse: << Osserva che nell'Alleluia si trovano tutte le vocali ad eccezione della vocale o che esprime il dolore; e che al suo posto è ripetuta due volte la prima, cioè la vocale  a  . Lodami dunque per questa vocale a , unendoti a quella sublime lode per cui tutti i Santi con giubilo esaltano la delizia ineffabile che procura alla mia Umanità deificata la mia Divinità, quell'Umanità che è ora elevata alla gloria di una vita interminabile dopo le amarezze della Passione e della morte sofferta per voi.

Con la lettera e loda le ineffabili delizie che mi procura la contemplazione della suprema e indivisa Trinità.

Con la lettera u loda l'inesprimibile incanto che trovo nelle armonie della Trinità sempre adorabile e nelle  lodi incessanti che le rivolgono gli Angeli e gli spiriti beati.

Con la lettera i loda gli ineffabili effluvi che a delizia della mia Umanità spirano dalla Trinità Santissima.

Infine con la vocale  a  sostituita all' o loda l'incomparabile, inestimabile, magnifica effusione di tutta la Divinità nella mia Umanità deificata, poichè essa ora, in cambio della sofferenza della sua Passione e morte, raccoglie il duplice dono dell'immortalità e dell'impassibilità>>.

(Da "Rivelazioni" di S.Gertrude, libro IV, cap. XXVII)

AMDG et BVM

sabato 28 maggio 2011

IL SUO CUORE E' SOLO AMORE




<<Il buon Dio poteva creare un mondo più bello di quello che esiste, ma non poteva dare l'essere ad una creatura più perfetta di Maria.

Il Padre si diletta nel guardare il Cuore della Santissima Vergine, come il capolavoro delle sue mani.

Gesù Cristo, dopo averci dato tutto quello che poteva darci, vuole ancora farci eredi di ciò che c'è di più prezioso, e cioè della sua Santa Madre.

Tutti i santi hanno una grande devozione per la Vergine Santa: nessuna grazia viene dal cielo senza passare per le sue mani.

Ciò che ci deve spingere a rivolgerci con grande fiducia alla Vergine Santa, è che lei è sempre attenta.

Quando si parla di oggetti della terra, della politica... ci si stanca, ma quando si parla della Vergine Santa, è sempre nuovo.

Il mezzo più sicuro per conoscere la volontà di Dio è pregare la nostra buona Madre.

La Santissima Vergine si tiene tra il Figlio suo e noi. Quanto più siamo peccatori, tanto più essa nutre affetto e compassione per noi. Il bambino che è costato più lacrime a sua madre è il più caro al suo cuore. Non corre sempre una madre verso il figlio più debole e più esposto?

Il Cuore di questa Madre è soltanto amore e misericordia; desidera unicamente vederci felici. Basta rivolgersi a lei per essere esauditi>>. 
(San Giovanni Maria Vianney)

Deo gratias et B.V.Mariae!

giovedì 26 maggio 2011

"AVE MARIA, GRATIA PLENA..."




L'Immacolata, tra S. Antonio di Padova,
S. Francesco e S. Bonaventura.



AVE  Chiedi conforto per tutti i sofferenti.
  
MARIA Prega per la perseveranza dei penitenti.
GRATIA PLENA Chiedi il gusto della Grazia per quelli che non lo sentono.
DOMINUS TECUM Chiedi il perdono dei peccatori.

BENEDICTA TU IN MULIERIBUS Chiedi il progresso spirituale per gli incipienti.

ET BENEDICTUS FRUCTUS VENTRIS TUI
Chiedi la perfezione di tutti gli eletti.
IESUS,  "splendor paternae claritatis, et figura substantiae ejus" domanda la vera scienza e l'amore divino per quelli che non lo sentono.
*

Santa Gertrude comprese, per una speciale illuminazione, come la Vergine Maria voleva che fosse recitata l' Ave Maria (cf Rivelaz. Lib. 2, cap. XII).


 
 
DEO GRATIAS, et MARIAE IMMACULATAE.

mercoledì 25 maggio 2011

DUE FONDAMENTI DELLA VITA SPIRITUALE

Chiunque voglia sfuggire i lacci e le insidie finali
dell'Anticristo, ossia del demonio, deve eccitare nel suo
cuore due sentimenti.

Rinunziare a se stesso nell'umiltà

   Anzitutto provi davanti a se stesso il medesimo sentimento
che davanti ad un cadavere, brulicante di vermi, fetente,
nauseante fino a tal punto da doversi turare le narici a
cagione della puzza e rivoltare la faccia per evitare un simile
orrore.
   Ecco, fratello mio, quello che ogni giorno dobbiamo fare, tu
ed io. Io più di te, perché l'intera mia vita è un'infezione, tutto
un'infezione sono io stesso, il mio corpo e l'anima mia e tutto
ciò che sono io, nella feccia e nella putredine de' miei peccati
e delle mie iniquità non è che un fetore e un oggetto d'orrore.
E quello che è peggio, sento che questa infezione si rinnova e
cresce ogni giorno.

   Al sentimento della sua corruzione il servo di Dio deve
aggiungere una confusione profonda alla presenza di Dio,
giudice rigoroso, come davanti a Colui che vede e sa tutto, e
un vivo dolore d'aver offeso Iddio, d'aver perduto la grazia,
frutto del Sangue di Gesù e dell'acqua battesimale.

   Di questa confusione che prova davanti a se stesso e davanti
a Dio, dev'essere pervaso anche davanti agli Angeli, alle
anime sante e perfino davanti a tutti gli uomini.
Deve convincersi ch'egli è un oggetto d'abominazione e di disgusto
per tutti e che le persone non solo sdegnano di occuparsi di
ciò ch'egli dice e fa, ma che sono forzati, davanti a lui, a
turarsi le narici, a rivoltare la faccia per non vederlo, a
rigettarlo come un cadavere putrefatto, a segregarlo dalla
società e a relegarlo come un lebbroso ributtante.
   In quanto al suo corpo, sia persuaso che gli si renderebbe
giustizia strappandogli gli occhi, amputandogli le mani, il
naso e le orecchie, torturandolo in tutti i suoi sensi e in tutte
le sue membra: perché ne ha abusato, arrivando ad offendere
il suo Dio e il suo Creatore. Desideri d'essere disprezzato e
calpestato. Sopporti pazientemente, con somma gioia ed
allegrezza, tutti i rimproveri, le vergogne, le diffamazioni, le
ingiurie, i biasimi e le contraddizioni d'ogni genere.

Unione con la santa umanità di Gesù

   In secondo luogo bisogna che, con un sentimento di totale
sfiducia di te stesso, delle tue buone opere e di tutta la tua
vita, ti volga tutto quanto a nostro Signore Gesù Cristo,
poverissimo, umilissimo, abbeverato d'insulti e di disprezzo,
morto per te, e che t'abbandoni nelle sue braccia, finché non
sii morto ne' tuoi sentimenti umani e Gesù Cristo viva nel tuo
cuore e nell'anima tua.

   Bisogna che, completamente trasformato e trasfigurato, tu
più non abbia nel più intimo di te stesso se non il desiderio di
vedere, d'udire, d'amare Gesù per te confitto in Croce, come
faceva la Vergine Maria. Morto al mondo, vivrai nella fede.
(Dal “Trattato della vita spirituale” di san Vincenzo Ferreri, III, 2).

AMDG et BMV

martedì 24 maggio 2011

E' SCESA LA NOTTE SUL MONDO?

Auxilium Christianorum, ora pro nobis.



     Ave Maria!

     Oggi imposto una lettera già pubblicata  in una rivista francescano-mariana. M’è piaciuta abbastanza  per il tono. Personalmente la condivido in pieno. E’ vero che si dice: “parce sepultis”, però se ancora alcuni loro libri vanno in giro per il mondo seminando oscurità, penso sia doveroso  e sacrosanto fare chiarezza e difendere la verità. La lettera che vi presento ha il pregio della delicatezza unita alla franchezza. Se anni or sono nell’impatto con lo stesso libro di cui qui si parla avessi scritto qualcosa sull’argomento non sarei stato sicuramente così delicato. Un’ultima cosa: Ciò che mi sorprende, oggi come ieri, è  la facilità con cui, a voce o in riviste, si propagandano e si lodano libri del genere, anche da chi dovrebbe essere meglio informato sul tema mariano.
NB. Il sottolineato e l’evidenziatore in  rosso non appartengono all’Autrice.

*
A sentir parlar così della propria Madre… viene da piangere!

     Sono suor Miriam. Collaboro con articoli e studi di taglio spirituale-teologico a diverse riviste mariane. Per questo ho voluto consultare anche il libro di don Tonino Bello Maria, donna dei nostri giorni, edito dalla San Paolo, sperando di trovare materiale adatto a far conoscere sempre più la bellezza e perfezione spirituale di Maria. Dico subito che sono rimasta a dir poco “scioccata” per quello che mi è capitato di leggere!
     Mi sono ritrovata davanti ad una figura di Maria abbassata e degradata ad un livello inferiore a quello di una virtuosa donna comune. L’Autore nell’intento, uso le sue parole, di ricondurre  Maria entro i confini dell’esperienza “terra terra”, che tutti noi viviamo, le “toglie l’aureola”, perché vuole vederla a capo scoperto, vuole ammirarla come donna feriale, ed è sicuro che questa “follia” non è il segno di mode dissacratorie (cf p. 3). Riporto solo alcuni stralci del testo, precisando che il “clima”, lo stile del libro è tutto impostato su tale tenore “dissacratorio”, volendo usare un termine che lo stesso Autore ha intuito potesse essere adatto al suo modo di parlare di Maria Santissima.
     Come tutte le donne di questa terra anche lei <<specchiandosi alla fontana, provò la struggente nostalgia di tutte le donne, quando si accorgono che la giovinezza sta sfiorendo […] Come tutte le mogli,[la Vergine Santissima non è stata mai moglie ma solo e sempre Sposa] avrà avuto anche lei dei momenti di crisi nel rapporto con suo marito,[conseguentemente anche San Giuseppe è stato solo e sempre Sposo castissimo, ma mai marito] del quale, taciturno com’era, non sempre avrà capito i silenzi. Come tutte le madri ha spiato pure lei, tra timori e speranze, nelle pieghe tumultuose dell’adolescenza di suo figlio>> (p. 2). Ma non abbiamo sempre creduto che il silenzio di Giuseppe, uomo giusto, era una virtù e non un difetto?! E Gesù, Uomo Dio, avrà avuto pure Lui un’adolescenza agitata da pieghe tumultuose?! [ma quali pieghe!! Son cose da pazzi. Ogni mamma gioisce per la crescita del figlio e ne conserva i ricordi. Anche nell’adolescenza Gesù fu sintesi di ogni umana perfezione, proteso al lavoro quotidiano e segnato dal sudore e dalla fatica, però mai agitato da …  pieghe tumultuose].
     Nel capitolo “Donna innamorata” pensavo che si trattasse dell’amore di Maria per Dio, innanzi tutto …  E invece mi sono ritrovata a leggere dell’innamoramento di Maria per Giuseppe alla maniera di ogni altra ragazza o ragazzina di oggi: <<Ha assaporato pure lei la gioia degli incontri, l’attesa delle feste, l’ebbrezza della danza, le innocenti lusinghe per un complimento, la felicità per un abito nuovo>> (p. 14). <<Anche lei era come le ragazze innamorate che quando si ritrovano con le amiche non fanno che parlare di “lui”, tanto che le compagne, che sui prati sfogliavano con lei i petali di verbena, non riuscivano a spiegarsi come facesse a comporre i suoi rapimenti in Dio e la sua passione per una creatura>> (p. 14)…[ma davvero costoro non hanno mai sentito parlare della santa Tradizione sulla vita della Figlia di Anna e Gioacchino?!!] Nel capitolo ci sono tanti altri passaggi che degradano l’amore purissimo ed elevatissimo tra Maria e Giuseppe, ma preferisco sorvolare [e fa’ benissimo; perchè davvero ci sono cose,direi, … molto più scabrose ]   e riporto solo il finale di questo capitolo nel quale l’Autore chiede alla Madonna (sic!), tra le altre cose assurde: <<Aiutaci a intuire che la fonte ispiratrice della melodia che al mattino risuona in una cattedrale è la stessa del ritornello che si sente giungere la sera … da una rotonda sul mare: “Parlami d’amore, Mariù”>> (p. 17). [E’ vero che l’Amore è uno, però è anche puro; se quello che arriva dalla rotonda sul mare non lo è, allora è solo una stonatura che stride con le melodie della cattedrale].
     Dopo l’Annunciazione Maria parte “in fretta” per la montagna di Ain Karen non perché sospinta dallo Spirito Santo e dalla sua inarrivabile carità, come abbiamo sempre pensato, ma per scappare da Nazareth perché <<quell’incredibile chiamata di Dio l’aveva sconvolta […] E allora, per non precipitare nell’abisso, si era aggrappata alla montagna>> (p. 19). Questi tre mesi, accanto a Elisabetta, <<erano bastati per placare i suoi tumulti interiori>> (ibidem). Davanti a queste “elevazioni”, che sanno di “atterramento”, dove va a finire quella Maria proclamata dall’Angelo <<piena di grazia>> (Lc 1,28), <<adombrata dallo Spirito Santo>> (cf Lc 1,34), che in un’estasi di amore, dinanzi al saluto ispirato di Elisabetta, innalza il suo cantico di gratitudine e di umiltà?

     E poi il discorso continua con Maria, “donna della strada”, “donna di servizio”, “donna del popolo”, ecc … fino ad arrivare a “Maria donna che conosce la danza”. Qui sembra che si arrivi quasi al delirio quando l’Autore, parlando di ciò che ha letto in un libro scritto da una nota docente di antropologia nel quale <<vengono scardinate le verità più salde che i credenti hanno sempre professato sul conto della Madonna>> (p. 107), scrive: <<Però, mentre non mi ha scandalizzato più di tanto il sorriso di sufficienza sul suo immacolato concepimento o sulla sua verginale maternità, mi ha dato invece un fastidio incredibile l’insinuazione che lei non sapesse danzare>> (ibidem). Come dire: passi pure il mettere in discussione la sua Immacolata Concezione e la sua Verginità perpetua, dogmi di fede!, ma non passi affatto che Ella non sapesse danzare![A me il fastidio incredibile m’è venuto anche dalla presunzione di chiamar 'mariano' un tale libro].
     E incalza: <<Mi è parso, insomma, un enorme sacrilegio. Un oltraggio alla sua umanità. Un delitto contro ciò che ce la rende più cara: l’irresistibile dolcezza comune alle figlie di Eva>> (ibidem). Ma siamo proprio sicuri che tutte le figlie di Eva hanno in comune un’irresistibile dolcezza? E perché si continua a mettere Maria tra tutte le altre figlie di Eva, quando si sa benissimo che Maria, per la sua Immacolata Concezione, è molto al di sopra di Eva e di tutte le sue figlie?

     Il discorso continua, potrebbe ancora continuare e riportare numerosi altri “voli” dissacratori, ma mi fermo, anche perché  se si conosce e si ama almeno un po’ la Madonna, queste non sono cose piacevoli da leggere… quando si sente parlare così della propria Madre… viene da piangere.
     Chiedo scusa per questa lettera forse troppo lunga, ma non si può rimanere indifferenti davanti a questi errori, lasciando che la bellezza e la santità della Madre di Dio e Madre nostra venga deturpata e abbassata!
Suor Miriam T.
(Da "Il Settimanale di P. Pio", n. 19/2011)

AMDG et BMV