giovedì 14 aprile 2011

PER RAFFORZARE L'UOMO INTERIORE

di Nicola Bux

«Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa… il tuo Verbo onnipotente, o Signore, è sceso dal cielo» (cf. Sap 18,14-15). Così un’antifona nell’ottava del Natale ricorda, con straordinaria libertà, come nella notte dell’Esodo sia avvenuta la liberazione dell’uomo e l’affrancamento dal peccato. Per riconoscerlo presente nel mondo, anzi nell’opera pubblica che è la liturgia – sacra proprio a motivo della Presenza – è necessario «silere», cioè tacere. Bisogna tacere per ascoltare, come all’inizio di un concerto, altrimenti il culto, ossia la relazione coltivata, profonda con Dio, non può incominciare, non si può «celebrare» Lui. 
   Ciò è indispensabile per pregare: «Entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto» (Mt 6,6). La camera è l’anima, ma anche il tempio, dicono i Padri. Quale segreto può essere mantenuto senza silenzio? Il segreto della coscienza in cui si può udire la voce di Dio, nella notte silenziosa come per Samuele. Ci vuole silenzio perché Dio possa parlare e noi ascoltarlo.
    Per questo andiamo in chiesa, per celebrare il culto divino, sacro perché scende dal silenzio eterno nel tempo così rumoroso, per placarlo e orientarlo all’Eterno. Non c’è dubbio che la posizione frontale del sacerdote all’altare verso il popolo induca alla distrazione lui e i fedeli, disorientando la direzione della preghiera: imitiamo il Santo Padre che guarda al Crocifisso. 
   Il silenzio va recuperato, limitando al minimo le parole da parte di chi deve dare indicazioni preparatorie alla celebrazione. I sacerdoti, le religiose addette al servizio, i ministri limitino parole e movimenti, perché sono alla presenza di Colui che è la Parola. Questo silenzio è chiesto all’inizio della Santa Messa per l’esame di coscienza, pur breve, onde riconoscere i nostri peccati «prima di celebrare i Santi Misteri».
   Dopo l’invito a pregare con l’Oremus, il sacerdote si raccoglie in silenzio, per pregare e per dare il tempo ai fedeli di fare altrettanto e unire così la propria intenzione a quell’orazione che il sacerdote pronuncerà «raccogliendo» – perciò si chiama orazione «colletta» – e presentandola al Signore. Con questa orazione, comincia nella Messa la funzione sacerdotale di mediazione tra il popolo santo e il Signore.
   Dalla preghiera a Dio si passa all’ascolto di Dio. 
Il Sinodo sulla Parola di Dio non ha trascurato di insistere sul silenzio come spazio privilegiato per riceverla. I misteri di Cristo – il Papa lo ricorda nell’Esortazione apostolica post-sinodale Verbum Domini – sono legati al silenzio, come dicono i Padri della Chiesa. Così, più che moltiplicare gli incontri biblici, bisogna aver «realmente a cuore l’incontro personale con Cristo che si comunica a noi nella sua Parola» (n. 73). La liturgia della Parola è tale perché avviene nel silenzio sacro.
   L’Ordo Missae suggerisce, a questo punto, che vi sia stata o no l’omelia, ancora silenzio. Sembra un esercizio «all’incontro spoglio, silenzioso, austero… al colloquio spontaneo, lieto, adorante con la divina Maestà, come trascinati nella scia della preghiera stessa di Cristo» (Paolo VI, Discorso agli Abati della Confederazione Benedettina, 30 Settembre 1970, n. 3). È un invito ai monaci: ma ogni cristiano deve essere in qualche misura monaco, cioè abitare da solo col Signore. La liturgia sacra abilita a questo. La Regola benedettina esorta il monaco a far sì che la sua mente sia in armonia con la voce (cf. 19,7): «Sembra una cosa semplicissima, diremmo naturale – sottolinea ancora Paolo VI – ma l’avere questa armonia interna tra la voce e la mente, è una delle cose più difficili» (Discorso agli Abati, cit.). Proprio la dinamica del rapporto tra Dio che parla e il fedele che ascolta e risponde con il salmo o la preghiera – secondo la classica tripartizione conservatasi nella settimana santa: lettura, responsorio, orazione – costituisce l’esercizio necessario, la ruminatio dei Padri, per assimilare e far sì che voce e mente si armonizzino. Questo è particolarmente utile in vista dell’offerta di sé, dei nostri corpi in sacrificio spirituale «come culto secondo la ragione», che per questo «rinnova la mente» al fine di distinguere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto (cf. Rm 12,1-2). Il rinnovamento della mente è il giudizio secondo Dio e non secondo il mondo.
   La liturgia deve favorire la conversione dalla mentalità mondana e carnale, che tende sempre ad infeudare chierici e laici. Rinnovare la mente significa guardare la realtà e non inseguire le proprie idee – l’ideologia –, perché Egli fa nuove tutte le cose.
Il silenzio può riaffiorare all’offertorio, ove non è necessario né obbligatorio che le formule previste di offerta siano dette ad alta voce. Si potrebbe poi suggerire che, in futuro, la Preghiera Eucaristica, anche nella Messa di Paolo VI, possa essere recitata submissa voce, quasi in silenzio, per favorire il raccoglimento: come si faceva e si continua a fare nella celebrazione in «forma straordinaria».
   È sempre necessario sentire parole così arcane, in specie quelle della consacrazione? Se il sacerdote abbassasse il tono della voce, non reciterebbe, ma pregherebbe davvero lui e favorirebbe il raccoglimento e l’unione dei fedeli alla sua preghiera di mediazione sacerdotale. Analogo silenzio è raccomandato specialmente al ringraziamento dopo la Comunione. 
   Ma, al di là dei momenti specifici, è tutta la liturgia, anzi la chiesa stessa come spazio sacro, che necessita di recuperare il clima di silenzio. Tale esigenza portava a preordinare spazi di raccordo come narteci e atrii per passare dall’esterno all’interno, dalla dispersione al raccoglimento. Non servirebbe anche ai nostri giorni?
   «La capacità di interiorità, una maggiore apertura dello spirito, uno stile di vita che sappia sottrarsi a quanto è chiassoso e invadente, devono tornare ad apparirci mete da annoverare tra le nostre priorità. In Paolo troviamo l’esortazione a rafforzarsi nell’uomo interiore (Ef 3,16). Siamo onesti: oggi v’è una ipertrofia dell’uomo esteriore e un indebolimento preoccupante della sua energia interiore» (J. Ratzinger, Fede, Verità, Tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo, Cantagalli, Siena 2003, p. 167). 
Ci avvolga in questa Quaresima il sacro silenzio!


AMDG

martedì 12 aprile 2011

Efficacissima orazione per le sante anime del Purgatorio


 




"Eterno Padre , Ti offro il Preziosissimo Sangue di Gesù con tutte le sante Messe dette nel mondo in questo giorno, per le sante Anime del Purgatorio"
 (cf. S. Gertrude la Grande)

lunedì 11 aprile 2011

MIEL Y CANELA: Medicina de Dios / Miele e cannella, medicina di Dio.


Nuestro Creador Todopoderoso bien conocia nuestra debilidad y nos dejò en este jardìn terrenal muchos remedios magnìficos. Aprovechémoslos, y demosLe gracias

MIEL Y CANELA

        Una mezcla diaria de la miel y de polvo de la canela puede fortalecer el sistema inmune y proteger el cuerpo contra muchas bacterias y virus.  La miel es un antibiótico natural que contiene las varias vitaminas e hierro en cantidades grandes.  La canela aumenta la insulina en el cuerpo, asiste a estropearse la glucosa y mejora concentraciones del azúcar de sangre.         Este tratamiento puede relevar artritis, náusea, flatulencia y diarrea.  Puede reducir el azúcar de sangre, el colesterol y los triglycerides, destapar las arterias, mejorar la circulación, relevar los toothaches =mal de dientes, curar las toses y los resfriados, despejar los sinos y fortalecer el sistema inmune.


Direcciones:


        Mezcle 2 cucharadas de miel con 1 cucharilla de canela en un vaso de agua caliente.  Beba 2 veces al día.
desde www.lovingmother.org/
***
Aunque su contenido se puede convertir en azucares, de todas formas la miel siempre es miel.
Si la miel se deja por largos periodos de tiempo en un lugar oscuro se cristalizara. Cuando esto pase abra la tapa y con el calor de agua hervida, dejela derretirse. La miel estara tan buena como cuando nueva.
Nunca hierva la miel ni la ponga en el microondas, de esta manera se matan sus enzimas. La canela y la miel (y esto no les gustara a las compañias de medicamentos), pueden curar muchas enfermedades.
La miel es producida por la mayoria de los paises del mundo. La ciencia acepta a la miel como un medio muy efectivo para tratar enfermedades. La miel puede ser utilizada sin dar efectos secundarios y tomada en las dosis correcta, aunque sea dulce, no afecta a los diabeticos.
'Weekly World News'. Una revista en Canada (17.01.1995) produjo una lista de enfermedades que pueden ser curadas con miel y canela:
- ENFERMEDADES DEL CORAZON.
Haga una pasta de miel y canela, aplique todas las mañanas en pan, en vez de mermelada y comala regularmente como parte del desayuno. Esto reducira el colesterol en las arterias y prevendra en el paciente ataques al corazón.
Ademas, aquellos que ya hayan pasado por un ataque al corazon, si siguen este proceso, estarán protegidos de sufrir un siguiente ataque al corazon. El uso regular de estas substancias ayuda a retener el aliento sano y a fortalecer el musculo y el movimiento ritmico del corazón.
En Estados Unidos y Canada, varios asilos de ancianos han curado pacientes con mucho exito pacientes que cuyas venas han perdido flexibilidad y se han tapado. La miel y la canela las revitalizan.
- ARTRITIS.
Pacientes con artritis pueden tomar diariamente por las mañanas y las noches una taza de agua caliente con dos cucharadas de miel y una cuacharada pequeña de canela en polvo.
Si se toma regularmente incluso la artritis cronica puede ser curada. Recientes investigaciones por la Universidad de Copenhagen
demostraron que aquellos doctores que trataron a sus pacientes con una mezcla de una cucharada de miel y media cucharadita de canela antes del desayuno, corroboraron que en una semana, de 200 pacientes, 73 ya no sentian dolores artriticos y al mes, casi todos los pacientes que no podian ni caminar o moverse por los dolores, se movian sin sentir dolores.
- DIGESTION.
La canela esparcida en dos cucharadas de miel tomadas antes de las comidas pueden reducir la acidez y digerir hasta los alimentos mas pesados.
- LONGEVIDAD.
El te hecho con miel y canela, tomado regularmente disminuye los daños causados por la edad avanzada en los tejidos. Tome cuatro cucharadas de miel, una de canela en polvo y tres tazas de agua hirviendo para hacer un te. Tome un cuarto de taza, tres a cuatro veces al dia. Mantiene a la piel fresca y disminuye los daños causados por el envejecimiento de tejidos y radicales libres, alargando el periodo de vitalidad regularmente a mas de 100 años.
- INFECCIONES DE LA VEJIGA.
Tome dos cucharaditas de canela en polvo y una cucharada sopera de miel en un vaso de agua tibia y bébalo normalmente. Destruira los germenes en la vejiga.
- COLESTEROL.
Dos cucharadas miel y tres cucharaditas de canela en polvo mezcladas con 16 onzas de te administrados a un paciente con altos niveles de colesterol, redujeron sus niveles en la sangre un 10 por ciento en las primeras dos horas del tratamiento. 
Como mencionado anteriormente para pacientes artriticos, si tomado tres veces al dia, cualquier enfermedad de colesterol cronica es curada. De acuerdo a la informacion en esta revista, la miel pura tomada como alimento a diario ayuda a reducir el colesterol.
- CATARROS Y RESFRIOS.
Un cientifico en España ha comprobado que la miel contiene un ingrediente natural que mata los gérmenes de la influenza y que protege a los pacientes del catarro.
Aquellos que sufren de severo resfrio pueden tomar una cucharada de miel tibia con 1/4 de cucharadita de canela por espacio de tres dias. Este proceso cura cualquier resfrio y aclara la sinusitis.
- ESTOMAGO.
Miel tomada con canela tambien ayuda a curar el estomago, aclara y hasta cura ulceras completamente.
- SISTEMA INMUNOLOGICO.
El uso diario de miel y canela en polvo fortifica al sistema inmunologico y protege al cuerpo de bacterias y virus. Cientificos han encontrado en la miel varias vitaminas e hierro en grandes cantidades.
El uso constante de la miel fortifica las celulas blancas de la sangre y protege de enfermedades.
- ESPINILLAS!!!
Tres cucharadas de miel y una de canela en polvo, haciendo una pasta, se puede aplicar a espinillas antes de dormir, lavandose al siguiente dia con agua tibia. Si se realiza por dos semanas, desaparecera espinillas desde la raiz.
- INFECCIONES DE LA PIEL.
La aplicacion de miel y canela en partes iguales en las partes afectadas curan el eczema y todo tipo de infecciones de la piel.
- PERDIDA DE PESO!!!
En las mañanas, media hora antes del desayuno y antes de ir a dormir, beber una taza de agua previamente hervida con miel y canela. Si se bebe regularmente, reduce el peso de hasta la persona mas obesa. Tambien, el beber la mezcla regularmente no permite a las grasas acumularse en el cuerpo aun si la persona lleva una dieta alta en calorias.
-HALITOSIS. (Mal Aliento)
Personas en Sudamérica suelen hacer gargaras con una cucharadad de miel y canela en agua caliente, conservando el aliento fresco por todo el dia.
- PERDIDA DE LA AUDICION.
A diario, miel con canela en partes iguales ayuda a reparar tejido dañado de los oidos. Que no recuerda en su niñez haber comido pan tostado con mantequilla y canela?

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Miele e cannella: due ingredienti anchissimi che uniti formano una coppia di eccellenza per chi vuole migliorare il proprio stato di salute in modo semplice e naturale.


È dimostrato, infatti, che questo connubio è in grado di mitigare i dolori allo stomaco e derivanti da ulcere gastriche, secondo studi condotti in India e in Giappone l’uso quotidiano rafforza il sistema immunitario e proteggere l’organismo da attacchi virali e batteri (il miele contiene varie vitamine e ferro in grande quantità quindi rafforza il globuli bianchi), i ricercatori spagnoli hanno dimostrato che il miele contiene un ingrediente naturale che può uccidere germi influenzali e salvaguardare dall’influenza; infine recenti studi dimostrano che lo zucchero del miele è utile in termini di rafforzamento del corpo e aiuta a combattere lo stress mentale e la fatica fisica.

Ma ecco altri utilizzi:

Disturbi cardiaci: un impasto di miele e cannella in polvere da spalmare sul pane integrale o su alcune fette biscottate per la prima colazione – si possono ridurre i danni da colesterolo e si puà rafforzare il battito cardiaco, miele e cannella rivitalizzano la circolazione sanguigna.

Artrite: bere una tazza di acqua calda con due cucchiai di miele e un cucchiaino di cannella in polvere due volte al giorno, lontano dai pasti – i ricercatori dell’Università Cophenhagen ne hanno verificato l’efficiacia contro il dolore artitrico.

Infezioni della vescica: bere un bicchiere di acqua tiepida con due cucchiai di cannella in polvere e un cucchiaino di miele – un ottimo rimedio per combattere i germi e i batteri presenti nella vescica.

Mal di denti: preparare una pasta con un cucchiaino di cannella in polvere e cinque cucchiai di miele da applicare sul dente dolente tre volte al giorno – è uno dei consigli dell’Associazione dei dentisti americani.

Colesterolo: due cucchiai di miele e tre cucchiaini di cannella in polvere mescolato in mezzo litro di thè verde – si può ridurre il livello di colesterolo.

Raffreddore: un cucchiaio di miele con 1/4 di un cucchiaino di cannella in polvere al giorno per tre giorni – raffreddori e tosse cronica si attenuano.

Longevità: quattro cucchiai di miele, un cucchiaino di cannella in polvere e di tre tazze di acqua, il tutto bollito, berne 1/2 tazza tre o quattro volte al giorno – presi regolarmente combattono i segni dell’invecchiamento mantenendo la pelle fresca e morbida.

Acne: tre cucchiai di miele e un cucchiaino di cannella in polvere, preparate una pasta da applicare sulla zona interessata prima di andare a dormire risciacquandola solo il mattino seguente con acqua tiepida – i benefici sono evidenti dopo poche applicazioni.

Eczemi: applicare una pasta preparata come per l’acne sulle zone colpite – anche le infezioni della pelle migliorano con poche applicazioni.

ATTENZIONE! AVVISO! CUIDADO!

Nell’uso della cannella (consigliamo quella di Ceylon, la più pregiata) devono prestare attenzione i soggetti allergici o intolleranti e i soggetti stressati od agitati perchè essa agisce come stimolante del sistema nervoso, per cui accelera le pulsazioni cardiache e la respirazione; un suo consumo incontrollato può determinare uno stato convulsivo, mentre il miele non è consigliabile ai diabetici in quanto è formato quasi esclusivamente da zuccheri. 

Di contro l’autorevole Diabetes Care ha pubblicato una ricerca dell’US Department of agriculture’s human nutrition research center di Beltsville (Maryland) in cui si evidenziava come mezzo cucchiaino di cannella al giorno è sufficiente per ridurre la quantità di zuccheri nel sangue di chi soffre di diabete di tipo 2, di colesterolo e trigliceridi, grazie allla presenza del polifenolo MHCP in grado di attivare i recettori dell’insulina e lavorare in sinergia con questo ormone nelle cellule che si occupano di bruciare o metabolizzare il glucosio. 

Inoltre la cannella ha un ulteriore effetto benefico, abbassa il livello di colesterolo cattivo e i trigliceridi nel sangue: “Non suggerisco – ha dichiarato Anderson, il medico ricercatore che ha condotto l’indagine – di mangiare quantità maggiori di torta alle mele (piatto tipico americano che si prepara proprio con la cannella) o panini alla cannella, ma soltanto di aggiungere la spezia in polvere a ciò che si mangia normalmente”.





AMDG et BVM

domenica 10 aprile 2011

Sacerdoti, siate santi!




Sacra famiglia
Povertà Obbedienza Castità

"Ora parlo dei sacerdoti,






  •   di coloro che hanno l'onore sublime di perpetuare dall'altare il mio Sacrificio, di toccare Me, di ripetere il mio Vangelo.






  • Dovrebbero essere fiamme. Invece sono fumo. Fanno stancamente quello che devono fare. Non si amano fra loro e non amano voi come pastori che devono essere pronti a dare tutti se stessi, anche sino al sacrificio della vita, per le loro pecorelle. Vengono al mio altare con il cuore colmo di sollecitudini della terra. Mi consacrano con la mente altrove e neanche la mia Comunione accende nel loro spirito quella carità che deve essere viva in tutti ma che nei miei sacerdoti deve essere vivissima." 14.6.43






  • "Troppo pochi i veri sacerdoti che spezzano se stessi per prodigarsi ai loro figli! Mai come adesso è necessario pregare il Padrone della messe, perché mandi “veri” operai alla sua messe che cade sciupata perché non è sufficiente il numero dei veri instancabili operai, sui quali il mio occhio si posa con benedizioni e amore infiniti e grati. (…)"
       "Quanti più veri sacerdoti saranno nel mondo quando i tempi saranno compiuti, meno lungo e crudele sarà il tempo dell'Anticristo e le ultime convulsioni della razza umana."14.6.43




  • www.mariavaltorta.it/  
  • AVE MARIA!
                                 
  • venerdì 8 aprile 2011

    Chiarezza liturgica fondamentale

    Don Bux: senza forma non esiste liturgia

    L'intervista (vedi qui): sull'adeguamento liturgico ci sono state cattive interpretazioni di Andrea Zambrano


    REGGIO EMILIA (6 aprile 2011) - "Le chiese devono essere luoghi di culto, non auditorium". E’ questo il giudizio di fondo che il consultore dell’ufficio delle celebrazioni del sommo pontificie don Nicola Bux dà di molti adeguamenti liturgici operati in molte chiese negli ultimi anni. Don Bux sarà protagonista giovedì sera alle 21 dell’incontro promosso nella Sala del Capitano del Popolo dalla delegazione Emilia Occidentale dell’Ordine di Malta, con Italia Nostra, il Museo dei Cappuccini e il circolo Frassati di Correggio e chiamato “Liturgia romana e arte sacra fra innovazione tradizione”. Con Bux, ormai una conoscenza di molti fedeli (è la terza volta che viene nel Reggiano in pochi anni), parleranno anche don Enrico Mazza e l’ex sovrintendente Elio Garzillo.Sarà inevitabile toccare anche il tema dell’adeguamento liturgico della Cattedrale di Reggio dopo il complesso restauro architettonico degli anni scorsi. Il GdR ha intervistato in anteprima don Bux, collaboratore di Papa Benedetto XVI non solo sui temi della liturgia, ma anche nella Congregazione della dottrina della fede.


    Don Bux, che cos’è l’adeguamento liturgico?

    E’ un’espressione coniata negli anni dopo il Concilio Vaticano II per indicare i lavori ritenuti necessari affinché le antiche chiese potessero essere più idonee alle celebrazioni secondo la forma rinnovata del rito Romano.


    E quali risultati ha prodotto?

    L’adeguamento è partito con l’intento di operare quei ritocchi per favorire la celebrazioni dei sacramenti, ma si è imposto soprattutto il tema della messa celebrata con l’altare verso il popolo. Un adeguamento vistoso del quale si è abusato.


    Perchè?

    Perchè lo stesso messale non dice mai che il celebrante non deve essere di spalle al popolo. E questo è dimostrato dal fatto che per ben tre volte, subito dopo l’offertorio, nell’ecce agnus Dei e nella benedizione finale si prescrive che il sacerdote si rivolga al popolo. Ne consegue che durante la celebrazione l’orientamento deve essere un altro.


    Cioè spalle al popolo...

    Non propriamente. Questa è una male interpretazione dello stesso messale di Palo VI e una forzatura che ha fatto si che si pensasse che dare le spalle al popolo fosse un atto di maleducazione. Come dire: “Scusate la spalle”.


    Dunque?

    Dunque è una questione di orientamento verso il Signore che viene. Ecco perchè la tradizione ci ha consegnato le celebrazioni con il sacerdote e i fedeli entrambi rivolti ad oriente, simbolo del Signore che viene e successivamente indicato nella croce. In sostanza il rivolgersi al popolo era indicato come una possibilità.


    Così la critica principale è che il sacerdote non è in comunione con i fedeli...

    Infatti Benedetto XVI, già da cardinale insisteva sul fatto che se il popolo è rivolto al crocifisso e con lui il sacerdote, tutti rivolgono lo sguardo a Cristo, che è l’aspetto centrale della liturgia. Come diceva Ratzinger con il sacerdote fronte al popolo si chiude il cerchio all’incontro con il Signore.


    Come si può risolvere la questione?

    Come ha giustamente proposto il Santo Padre, sarebbe opportuno che con la stessa posizione, si inserisse una croce sull’altare in modo che tutti possano avere in primo piano il soggetto centrale della liturgia: Cristo che viene. E’ bene che i sacerdoti sappiano spiegare che la loro posizione deve essere funzionaleall’orientamento della celebrazione.


    Quali altri temi toccherà domani?

    L’incontro è promosso dal desiderio di molti laici, preoccupati che il cosiddetto adeguamento non vada in collisione con il rispetto della tradizione. In questo caso nella Cattedrale di Reggio anche con l’aiuto del professor Mazza si vuole cercare di offrire gli strumenti per capire che è il popolo che si deve adeguare alla liturgia e non il contrario.


    Un tema dibattuto a Reggio è quello della sede episcopale, portata giù dal presbiterio e davanti all’assemblea...

    La sede non è l’elemento più importante in un edificio sacro. Prima vengono l’altare, la croce e il tabernacolo, che sono il segno della presenza divina permanente in mezzo al popolo. Per importanza, dopo l’ambone, quello che una volta era chiamato pulpito o pergamo e che era funzionale a stare in mezzo all’assemblea per ragioni acustiche, c’è la sede della presidenza.


    Ma dove deve essere collocata?

    Nelle chiese primitive siriache, eredi delle sinagoghe la sede era in testa all’assemblea, come oggi avviene quando a teatro si riserva la poltrona centrale all’autorità. Ben presto la sede di chi presiede è stata posta in testa all’assemblea a sinistra o a destra in una posizione di raccordo tra l’assemblea e l’altare.


    Qual è la posizione ideale?

    In testa alla gradinata, come ancor oggi fanno gli orientali che mettono la sede del patriarca in testa all’assemblea, ma non frontale. E’ bene poi che i posti dei fedeli non siano trasversali o diagonali, ma guardino tutti con un unico sguardo.


    Dunque sul presbiterio, non in basso?

    Il luogo dei sacerdoti e del vescovo è il presbiterio, lo dice il nome stesso. Il fatto che la sede sia posta in basso confonde le idee.


    Le potrei obiettare che anche il vescovo fa parte del popolo di Dio...

    E’ vero, ma anche la tradizione ha un suo peso. Non bisogna cadere nel populismo. Lo stare insieme ai fedeli non dipende dalla posizione.


    Quanto pesa in questo discorso l’accusa di eccessivo formalismo?

    Una cosa è la forma, un’altra il formalismo. Senza una forma la liturgia non esisterebbe e la sostanza sarebbe deforme. Il parlare di formalismo invece è un po’ ideologico e riduttivo. Ultimamente è in uso parlare di poli liturgici. Ebbene, nel rito romano deve prevalere l’unità.


    Un altro tema scottante è l’assenza di inginocchiatoi...

    Un’altra stranezza a cui si assiste talvolta. La liturgia prescrive di inginocchiarsi in certi momenti della messa. Il fatto è che il disincentivare l’inginocchiarsi rischia di ridurre la Chiesa ad un auditorium o la liturgia a intrattenimento. Invece il Papa ci ricorda che la liturgia è adorazione e il suo segno esteriore più visibile è proprio il mettersi in ginocchio.


    Quanto conta nelle chiese la conservazione di manufatti artistici e l’introduzione di nuove opere moderne?

    Ci vuole sempre del gusto nelle cose. Stranamente oggi si tende a musealizzare tutte le bellezze e gli arredi, ma le cose vanno in un museo se non sono più fruibili. In molti casi invece arredi e suppellettili sono espressione della pietà del popolo e dei sacrifici che sono stati fatti per introdurli. Sempre che parliamo di oggetti che servano non per la nostra gloria personale, ma per quella di Dio. La stessa cosa vale per i paramenti. A volte il sacerdote mette o toglie paramenti a seconda del suo gusto o della sua comodità, come se fosse un abbigliamento privato. In realtà sono l’espressione dell’oggettività del rito che viene affidato al ministro, anche se indegno moralmente.