Qualcuno nel tempo ci ha fatto confondere l'obbligo di istruzione con
l'obbligo scolastico e il diritto a dover essere istruiti con il dovere di
andare a scuola. Un pasticcio, insomma.
La scuola non esiste. Esistono il mondo,
la natura, la realtà, la vita, le persone, ma la scuola non esiste. In natura,
voglio dire, non esiste. Attorno all’inizio del ‘900, qualcuno l’ha
“inventata”, è vero, ma non esiste. Il titolo del blog è
provocatorio, certamente, per non parlare del sottotitolo, perché poi nella
realtà di oggi, da allora, la scuola esiste eccome e impegna, fino a una certa
età, direttamente o indirettamente, circa l’80% del tempo complessivo di uno
“studente medio”. Che, prima di tutto, è una persona. Che prima ancora è stata
un bambino, o una bambina. Ma il titolo non è neanche troppo provocatorio,
direi. Qualcuno nel tempo ci ha fatto confondere l’obbligo di istruzione con l’obbligo scolastico e il diritto a dover essere istruiti con il dovere di andare a
scuola. Un pasticcio, insomma. Un pasticcio sul quale sono cresciute e
invecchiate diverse “generazioni di studenti”, ovvero di figli che sono poi
diventati genitori che, a loro volta, per inerzia, senza mai farsi nuove
domande, hanno cresciuto figli studenti, più o meno studiosi. Perché si trattava, e per i più ancora si tratta, della scuola dell’obbligo. Ma la scuola, soprattutto
quella dell’obbligo, non esiste. Ecco perché la scelta di intitolare così questo blog. E neppure io lo
sapevo a dire il vero. Ero nell’inerzia, come tutti… Poi, grazie a una serie di
percorsi e di incontri con i quali non sto qui a tediarvi, ho scoperto
l’esistenza delle scuole libere, di quelle libere libere, dell’educazione
parentale, dell’homeschooling, dell’unschooling, dell’hackschooling,
dell’unlearning e …di quell’obbligo che NON riguarda per nulla
la nostra scuola. Perché, come ancora in pochissimi sanno, e questo è il vero problema – la mancanza di libertà che da
questa ignoranza deriva -, ad essere obbligatoria
non è affatto la scuola ma l’istruzione. E non lo dico io. Lo dice la nostra
costituzione all’articolo 30:
“È dovere e diritto dei genitori
mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal
matrimonio. NEI CASI DI INCAPACITÀ DEI GENITORI, la
legge provvede a che siano assolti i loro compiti.“
In altre parole, è
semplicemente fuori luogo, oltre che in molti casi inutile,
lamentarsi di quello che la scuola non è, non fa, o dovrebbe essere o fare,
perché lo Stato parla chiaro, senza prendersi, né dare ad altri, alcun obbligo
di niente. Dice: è un tuo dovere, prima che diritto, mantenerli, istruirli ed
educarli. Se poi non sei capace, provvedo io…
Certo che messa così è un po’ duro
sostenere che la scuola dovrebbe essere o fare quello che noi genitori vorremmo
faccia o sia. Per due ragioni fondamentali: la prima è che né lo Stato né la
scuola, per quanto dediti, impegnati o seriamente devoti, conosceranno mai i
nostri figli bene quanto noi; la seconda è che diventa insostenibile pretendere
da un altro, con un lodevole idealismo da sofà, di fare o essere proprio
quello a cui noi ci stiamo deliberatamente sottraendo. Per farla facile, è la
vecchia storia del genitore fumatore che dice al figlio di non fumare perché
fumare fa male.
Cosa deleghiamo, senza alcun obbligo,
alla legge in questo modo? Pensateci. Ne vale la pena? Cosa state mettendo sul
piatto della bilancia? In cambio di che? Vi lascio qualche domanda. Pochi
spunti. Del resto, ognuno camminando trova i propri. E noi, nel 2013, abbiamo
iniziato dalle domande: chi ha inventato la scuola, quando e perché? perché la
scuola è com’è e non in un altro modo? perché se si propone di essere obbligatoriamente il luogo in cui essere istruiti non riesce di
fatto a svolgere il compito principale che si è data?…
Le riflessioni e le scoperte
tratte dal porci queste domande nuove ci hanno guidati
alla scoperta di un mondo che ha indirizzato me e Marco, ancora in attesa
di poter dare seguito ad un progetto più ampio (l’Arca dell’Alleanza), ad andare dritti al punto: scegliere di essere per i nostri figli non solo il luogo aperto in
cui abitare e nutrirsi, ma quello in cui crescere, istruirsi, imparare,
socializzare…
A cosa serve quindi questo blog?
– A fare tesoro dell’esperienza che giornalmente
facciamo avendo fatto questa scelta;
– A fare da punto di contatto con chi come
noi sta facendo scelte alternative alla scuola tradizionale;
– A fornire qualche spunto;
– Ad avere un diario di bordo;
– A dire che si può fare.
Quello in cui crediamo, da cristiani, è
che nella vita di ognuno di noi la parabola
dei talenti sia la via da seguire e coltivare, nella nostra unicità, nella nostra irripetibilità di persone,
prima che di numeri o liste di cognomi. Ecco perché il nostro motto è che “imparati si nasce”: perché ognuno di noi ha ricevuto dei doni in origine. Quelli sono il nostro DNA e quelli saranno il nostro
futuro.
A nostro parere, la scuola tradizionale non è il luogo migliore in cui far
emergere queste qualità per mille motivi: per dirne una, il solo preconcetto di
dover “ripetere” le cose in cui riusciamo peggio rispetto a tutti gli altri, anziché quelle in
cui si è più bravi, è un semplice controsenso esistenziale, prima ancora che
culturale.
Quello che con questo blog speriamo di
poter fare è aiutarvi a fare chiarezza, a prendere coscienza delle alternative che nessuno vi propone perché ancora poco note in
Italia, dare una testimonianza diversa in prima
persona e provare a riflettere insieme a voi sul futuro dei giovani e soprattutto dei bambini (!).
Non dimentichiamo mai che le
prime risorse utili all’intera umanità dipendono e dipenderanno sempre dal
fatto di riuscire a crescere nuovi esseri
umani entusiasti, pienamente liberi e felici. E queste caratteristiche non
dipendono dall’istruzione ma dell’educazione e dalla crescita spirituale.
I nostri figli stanno crescendo in un
mondo che né un talk show né uno slogan di partito, per
quanto ci provino, sapranno mai riassumere nella formula perfetta,
semplicemente perché una formula non c’è. Non
esiste una politica di governo in grado di creare occupazione o una riforma
della scuola in grado di fare realmente bravi tutti coloro che
saranno solo tecnicamente promossi. E per altro non è da
queste cose che dipende il futuro del mondo o la nostra Vera Felicità. Vivere
questo tempo pensando che sia così è vivere da ciechi, da incapaci, da ignavi,
delegando a tutti e a nessuno le cose più belle e importanti che abbiamo da
fare!
Voi sperate di avere dei figli
“tecnicamente” istruiti, al pari con i voti, le
lodi, gli esami o le lauree – che sempre meno, nel mondo, potranno
utilizzare nell’ambito per il quale pensavano di essersi
“specializzati” -, oppure vi accontentereste di provare ad
aiutarli ad essere felici, a saper vivere da diversi e non da pari, a scoprire i tanti mondi in cui
conoscere, sapere, crescere, imparare, istruirsi…?
Pensateci bene, perché la prima la sanno
fare quasi tutti. La seconda, invece, è roba da… “stay hungry, stay foolish”.
Fate voi, ma fateci sapere. Che
la pagina “Contatti” di questo blog si infiammi delle vostre bollenti
domande, testimonianze, perplessità, insulti, meriti, idee, pareri, esperienze…
quello che volete. Qualunque cosa. Scriviamoci, vediamoci, sentiamoci.
Noi non andiamo mai a scuola, quindi siamo sempre sul pezzo. Siamo sempre liberi.
https://lascuolanonesiste.blog/?wref=bif