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mercoledì 23 ottobre 2013

Sia lodato l’Agnello eucaristico!



12 agosto. S. Chiara d’Assisi.

Vedo - e non sembrerà una cosa impossibile a vedersi perché noto a molti e molti - il miracolo della cacciata degli assalitori dal convento di Assisi per opera di Suor Chiara. Ma mi è gioia vederlo, e degli altri non mi curo. Le descrivo ciò che vedo.

Un ben misero conventino, basso basso, dal tetto molto spiovente in avanti, dal piccolo chiostro che grida la grande parola francescana da ogni sua pietra:
“Povertà”, dai corridoietti bui, brevi, stretti, in cui si aprono le porticine delle celle. Spavento e dolore agitano la povera dimora di pace. Il convento è
sonoro come un alveare di voci di preghiera e di gemiti. E veramente come un alveare sbigottito da una invasione sembra questo piccolo convento. Il rumore della lotta esterna penetra pure, unendo le sue voci di ferocia alle voci di pietà.

Non so se sia una conversa quella che porta la notizia che le orde nemiche tentano di invadere il convento o se è qualche assisano che avverte le Clarisse del pericolo. So che lo sgomento raggiunge il suo culmine mentre tutte si precipitano nella cella della Badessa, che è prostrata in preghiera presso la sponda del suo giaciglio e che si alza cerea, consumata, ma tanto bella e solenne, per accogliere le sue figlie impaurite. 

Le ascolta e dà ordine di scendere in coro con ordine e con fede, col silenzio della Regola, “perché” dice
“nessuna cosa per tremenda che sia deve fare dimenticare la santa Regola”. E lei le segue ed entra nel piccolo, misero coretto oltre il quale è la chiesetta
sbarrata, buia, con le uniche due fiammelle: l’una nella chiesa, l’altra nel coro, che splendono calme davanti al ciborio, di là per le anime del mondo che troppo poco si ricordano di Dio, di qua per le anime di Gesù che in quella fiammella perpetua vedono il simbolo di se stesse.

Pregano, sobbalzando ad ogni urlo più forte e più vicino. E quando una, certo una conversa, rientra, urlando senza ritegno per il luogo: “Madre, sono alla
porta!”, le clarisse si piegano come se fossero già colpite a morte.

Suor Chiara no. Anzi si alza in piedi e si porta proprio in mezzo al coro e dice: “Non temete. Essi sono uomini e sono fuori. Noi siamo qui, dentro, e con Gesù. Ricordate la sua parola: ‘Non vi sarà torto un capello’. Noi siamo le sue colombe. Egli non permetterà che le profanino gli sparvieri”.

Di fuori l’onda del tumulto si fa più forte, smentendo le sue parole. Ma lei non si sgomenta. Vedendo che le clarisse sono troppo terrorizzate per poter vincere
dubbio e terrore, si volge a Dio. “Mio dolce Gesù, perdona se la tua povera Chiara osa porre le mani là dove solo un sacerdote può porle. Ma qui non ci sei
che Tu e noi. Una di noi deve dunque dirti: ‘Vieni’. Le mie mani sono lavate di pianto. Possono toccare il tuo trono” e risoluta va al ciborio, lo apre, ne prende non l’ostensorio, come si dice, ma una custodia simile ad una pisside, e non è di metallo prezioso, mi pare di avorio o di madreperla, almeno nell’esterno e per quanto concede di vedere la poca luce. Lo prende e lo tiene con la riverenza con cui terrebbe il Dio bambino. Scende sicura i pochi scalini e va salmodiando verso la porta del convento, e le suore la seguono tremanti e
soggiogate.

“Apri la porta, figlia”.
“Ma sono lì fuori! Sentite che urli e che urti?”.
“Apri la porta, figlia”.
“Ma irromperanno qui dentro!”.
“Apri la porta. È l’ubbidienza!” e Chiara, prima dolce e persuasiva, assume un tono imperioso che non ammette tergiversazioni. È la antica feudataria usa al
comando e la grande Badessa che richiama all’ubbidienza.
La clarissa apre, con un gemito e un tremito che rallenta l’operazione, e le altre, dietro alla Badessa, hanno lo stesso tremito. Si segnano chiudendo gli
occhi, pronte al martirio, si calano il velo per morire velate.

L’uscio è finalmente socchiuso. L’urlo degli assalitori si muta in grido di vittoria e, cessando di usare le armi, si gettano a corsa verso l’uscio che si apre.

Chiara, bianca nel viso come la teca che porta ben alta, unico velo al suo volto di claustrata, fa due, tre, cinque passi fuori della soglia. Non so se veda chi ha di fronte, la sua terra, i suoi nemici. Non credo. I suoi occhi non fanno che adorare il Santissimo che ella porta. Alta e magrissima, consumata come è, bianca come un giglio, lenta nel passo, pare un angelo o un fantasma. A me pare angelo, agli altri deve parere un fantasma. La loro baldanza si frange, si arresta, e vedendole fare un altro passo in avanti si volge in fuga disordinata.

È allora che Chiara vacilla, e curva, come prossima a cadere, si affretta a rientrare oltre la soglia. “Sono fuggiti. Sia benedetto il Signore! Ora... ora sorreggete la vostra madre. Perché io possa riportarlo sul suo altare. Cantate, figlie, e sorreggetemi. Ora è ben stanca la madre vostra!”. Ha infatti un viso da morente, come avesse dato tutte le sue forze. Ma ha anche un sorriso tanto dolce, e tanta forza nelle mani ceree per tenere stretta la custodia!

Rientrano in coro e Chiara depone nel ciborio la teca intonando il “Te Deum” e rimanendo poi riversa sui due gradini dell’altare come fosse morta, mentre le
clarisse continuano l’inno di grazie.

Questo è ciò che vedo. E per me c’è questo solo: poche parole di S. Chiara, nella sua veste paradisiaca, non di clarissa:
«Con questo» e indica il Ss. Sacramento «tutto si vince. Sarà la grande forza del Paradiso e della Terra finché vi saranno i bisogni della Terra. Per i meriti
infiniti del Corpo Ss. annichilito per noi, noi santi del Cielo otteniamo grazie per voi, e per Esso voi ottenete vittorie. Sia lodato l’Agnello eucaristico! Il
Signore ti dia pace e benedizione.»

O SACRUM CONVIVIUM!

sabato 10 agosto 2013

Santa Chiara: Tutte le grazie passano attraverso il Cuore Eucaristico di Gesù.

S. Chiara d'Assisi prega per noi



Santa Chiara Vergine
Assisi, 1193/1194 - Assisi, 11 agosto 1253
Ha appena dodici anni Chiara, nata nel 1194 dalla nobile e ricca famiglia degli Offreducci, quando Francesco d'Assisi compie il gesto di spogliarsi di tutti i vestiti per restituirli al padre Bernardone. Conquistata dall'esempio di Francesco, la giovane Chiara sette anni dopo fugge da casa per raggiungerlo alla Porziuncola. Il santo le taglia i capelli e le fa indossare il saio francescano, per poi condurla al monastero benedettino di S.Paolo, a Bastia Umbra, dove il padre tenta invano di persuaderla a ritornare a casa. Si rifugia allora nella Chiesa di San Damiano, in cui fonda l'Ordine femminile delle «povere recluse» (chiamate in seguito Clarisse) di cui è nominata badessa e dove Francesco detta una prima Regola. Chiara scrive successivamente la Regola definitiva chiedendo ed ottenendo da Gregorio IX il «privilegio della povertà». Per aver contemplato, in una Notte di Natale, sulle pareti della sua cella il presepe e i riti delle funzioni solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli, è scelta da Pio XII quale protettrice della televisione. Erede dello spirito francescano, si preoccupa di diffonderlo, distinguendosi per il culto verso il SS. Sacramento che salva il convento dai Saraceni nel 1243.(Avvenire)
Patronato: Televisione
Etimologia: Chiara = trasparente, illustre, dal latino
Emblema: Giglio, Ostia
Martirologio Romano: Memoria di santa Chiara, vergine, che, primo virgulto delle Povere Signore dell’Ordine dei Minori, seguì san Francesco, conducendo ad Assisi in Umbria una vita aspra, ma ricca di opere di carità e di pietà; insigne amante della povertà, da essa mai, neppure nell’estrema indigenza e infermità, permise di essere separata. 


La sera della domenica delle Palme (1211 o 1212) una bella ragazza diciottenne fugge dalla sua casa in Assisi e corre alla Porziuncola, dove l’attendono Francesco e il gruppo dei suoi frati minori. Le fanno indossare un saio da penitente, le tagliano i capelli e poi la ricoverano in due successivi monasteri benedettini, a Bastia e a Sant’Angelo. 


Infine Chiara prende dimora nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa di San Damiano, che era stata restaurata da Francesco. Qui Chiara è stata raggiunta dalla sorella Agnese; poi dall’altra, Beatrice, e da gruppi di ragazze e donne: saranno presto una cinquantina. 


Così incomincia, sotto la spinta di Francesco d’Assisi, l’avventura di Chiara, figlia di nobili che si oppongono anche con la forza alla sua scelta di vita, ma invano. Anzi, dopo alcuni anni andrà con lei anche sua madre, Ortolana. Chiara però non è fuggita “per andare dalle monache”, ossia per entrare in una comunità nota e stabilita. Affascinata dalla predicazione e dall’esempio di Francesco, la ragazza vuole dare vita a una famiglia di claustrali radicalmente povere, come singole e come monastero, viventi del loro lavoro e di qualche aiuto dei frati minori, immerse nella preghiera per sé e per gli altri, al servizio di tutti, preoccupate per tutti. Chiamate popolarmente “Damianite” e da Francesco “Povere Dame”, saranno poi per sempre note come “Clarisse”. 


Da Francesco, lei ottiene una prima regola fondata sulla povertà. Francesco consiglia, Francesco ispira sempre, fino alla morte (1226), ma lei è per parte sua una protagonista, anche se sarà faticoso farle accettare l’incarico di abbadessa. In un certo modo essa preannuncia la forte iniziativa femminile che il suo secolo e il successivo vedranno svilupparsi nella Chiesa. 

Il cardinale Ugolino, vescovo di Ostia e protettore dei Minori, le dà una nuova regola che attenua la povertà, ma lei non accetta sconti: così Ugolino, diventato papa Gregorio IX (1227-41) le concede il “privilegio della povertà”, poi confermato da Innocenzo IV con una solenne bolla del 1253, presentata a Chiara pochi giorni prima della morte. 

Austerità sempre. Però "non abbiamo un corpo di bronzo, né la nostra è la robustezza del granito". Così dice una delle lettere (qui in traduzione moderna) ad Agnese di Praga, figlia del re di Boemia, severa badessa di un monastero ispirato all’ideale francescano.
Chiara le manda consigli affettuosi ed espliciti: "Ti supplico di moderarti con saggia discrezione nell’austerità quasi esagerata e impossibile, nella quale ho saputo che ti sei avviata". Agnese dovrebbe vedere come Chiara sa rendere alle consorelle malate i servizi anche più umili e sgradevoli, senza perdere il sorriso e senza farlo perdere. A soli due anni dalla morte, papa Alessandro IV la proclama santa.


Chiara si distinse per il culto verso l'Eucarestia. Per due volte Assisi venne minacciata dall'esercito dell'imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche saraceni. Chiara, in quel tempo malata, fu portata alle mura della città con in mano la pisside contenente il Santissimo Sacramento: i suoi biografi raccontano che l'esercito, a quella vista, si dette alla fuga.



Autore: Domenico Agasso



sabato 25 maggio 2013

Sant' Agnese di Assisi



Sant'Agnese di Assisi 
Sant' Agnese di Assisi (16 novembre)
Assisi 1197 - Assisi 1253
Tra le primissime discepole di Santa Chiara, ad Assisi, ci fu la sorella minore Agnese.
Aveva appena quindici anni quando nel 1212, a pochi giorni dall'apertura, bussò alla porta del conventino di San Damiano che Francesco aveva designato come casa del second'ordine.
La leggenda narra dello scalpore suscitato ad Assisi dalla scelta delle due sorelle.
La stessa famiglia inizialmente si oppose.
Ma poi finì che anche una terza sorella, Beatrice, e la stessa madre, Ortolana, seguirono Chiara.
Troppo forte era, dunque, il fascino del rinnovamento spirituale che da Assisi stava iniziando a diffondersi al mondo.
E proprio Agnese fu scelta nel 1219 dalla sorella Chiara per andare a fondare il secondo monastero delle clarisse, quello di Monticelli a Firenze.
Qui visse in estrema povertà fino al 1253 quando già ormai malata, per suo desiderio venne ricondotta a San Damiano, dove morì.
Chiara si era spenta appena tre mesi prima. (Avvenire)
Etimologia: Agnese = pura, casta, dal greco
Martirologio Romano: Ad Assisi in Umbria nel convento di San Damiano, Santa Agnese, vergine, che, seguendo nel fiore della giovinezza le orme di sua sorella Santa Chiara, abbracciò con tutto il cuore la povertà sotto la guida di San Francesco.
 
Nel coro del poverissimo conventino di San Damiano, presso Assisi, si possono ancora leggere i nomi delle prime compagne che seguirono Santa Chiara e l'esempio di San Francesco sulla via della totale rinunzia e dell'assoluta povertà.
Sono nomi molto belli, di donne e fanciulle di Assisi, che si direbbero quasi simbolici di quelle " colombe deargentate " che a San Damiano ebbero il primo nido: Ortolana, Agnese, Beatrice, Pacifica, Benvenuta, Cristiana, Amata, Illuminata, Consolata...
I primi tre nomi appartengono a tre donne della stessa famiglia di Santa Chiara: quello di Ortolana alla madre; quelli di Agnese e di Beatrice a due sorelle.
Agnese era la sorella minore di Chiara, e giunse a San Damiano sedici giorni dopo che Francesco, nel 1212, aveva assegnato alla sorella maggiore l'umilissimo conventino come luogo di penitenza e primo nucleo dei Secondo Ordine francescano.
Poco dopo vi giunse l'altra sorella, Beatrice, e poco dopo ancora la madre, Ortolana.
Agnese di Assisi fu così la più fedele seguace della sorella Chiara, che fu a sua volta la seguace più fedele di San Francesco. Visse nell'ombra luminosa della sorella, assoggettandosi dolcemente al suo dolce coman-do, sempre obbediente e sempre affettuosa.
Già il suo nome di Agnese, derivato da quello di agnus, agnello, e portato da migliaia di donne e da molte Sante, dopo l'antica Martire romana, ce la dipinge mite e mansueta, senza però farci dimenticare che anche a lei, come alla sorella maggiore, va attribuita una fermezza di carattere eccezionale e quasi virile, soprattutto nell'osservanza più rigorosa della Regola francescana nella sua più assoluta durezza.
La leggenda ha insistito, con abbondanza di particolari, sui contrasti tra la decisione delle due fanciulle, Chiara e Agnese, e quella della famiglia, che non voleva permettere il loro abbandono del mondo e quale abbandono!Certo è che il fatto dovette suscitare un enorme scandalo nella buona società di Assisi, soprattutto perché le due sorelle non cedettero ad insistenze né a violenze, e restarono a San Damiano, seguite anzi dall'altra sorella e dalla Madre.
Veramente, Agnese non vi restò a lungo. Per quanto straziata dal distacco (ci è restata, per quanto di dubbia autenticità, una sua commoventissima lettera di commiato), obbedì alla sorella come sempre le avrebbe obbedito, per recarsi a Firenze, nel 1219, a fondarvi il secondo convento delle Clarisse, quello di Monticelli.
A Monticelli, Agnese fu superiora degna del proprio nome e della propria famiglia, affettuosa con le sue Clarisse e caritatevole verso il prossimo quanto era inflessibile verso se stessa, tenacemente attaccata ai voti francescani, soprattutto a quello dell'assoluta povertà. Visse - di pane e di acqua, con un rude cilicio intorno ai teneri fianchi - fino al 1253, quando morì a San Damiano, secondo il suo vivissimo desiderio, tre mesi dopo la sorella Chiara. Aveva cinquantasei anni, essendo appena quindicenne quando si era fatta tagliare i lunghi capelli di avvenente fanciulla assisiate.
La data di culto per la Chiesa universale è il 16 novembre, mentre l'ordine francescano, le Clarisse e la città di Assisi la ricordano il 19 novembre. (Fonte: Archivio Parrocchia)
Giaculatoria. - Sant' Agnese di Assisi, pregate per noi.

Salve sancte Pater

mercoledì 23 gennaio 2013

ASSISI: È conosciuta per essere la città in cui nacquero, vissero e morirono san Francesco, patrono d'Italia, e santa Chiara.



Assisi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Assisi
comune
Assisi – StemmaAssisi – Bandiera
Assisi – Veduta
Dati amministrativi
Statobandiera Italia
RegioneUmbria – stemma Umbria
ProvinciaPerugia – stemma Perugia
SindacoClaudio Ricci(centrodestra) dal 29/05/2006
Territorio
Coordinate43°4′12″N12°37′3″ECoordinate43°4′12″N 12°37′3″E (Mappa)
Altitudine424 m s.l.m.
Superficie186,84 km²
Abitanti28 143[1] (31-12-2010)
Densità150,63 ab./km²
FrazioniArmenzano,Capodacqua,CastelnuovoColle delle ForcheCosta di TrexMoraPalazzo,ParadisoPassaggio d'AssisiPetrignano,Pieve San Nicolò,PorzianoRivotorto,Rocca Sant'AngeloSan GregorioSanta Maria degli AngeliSanta Maria LignanoSan PrestoSterpeto,Torchiagina,TordandreaTordibetto,Viole
Comuni confinantiBastia UmbraBettona,CannaraNocera UmbraPerugia,SpelloValfabbrica,Valtopina
Altre informazioni
Cod. postale06081
Prefisso075
Fuso orarioUTC+1
CodiceISTAT054001
Cod. catastaleA475
TargaPG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)
Cl. climaticazona E, 2 198 GG[2]
Nome abitantiassisani
Patronosan Rufino
Giorno festivo12 agosto
Localizzazione
Assisi è posizionata in Italia
Assisi
Posizione del comune di Assisi all'interno della provincia di Perugia
Posizione del comune di Assisi all'interno della provincia di Perugia
Sito istituzionale
Primo piano della basilica di San Francesco di Assisi.
Veduta di Assisi e della basilica.
Assisi è un comune italiano di 28.147 abitanti[3] della provincia di Perugia in Umbria.
È conosciuta per essere la città in cui nacquero, vissero e morironosan Francesco, patrono d'Italia, e santa Chiara.

Indice

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Geografia fisica [modifica]

Territorio [modifica]

La città di Assisi è situata sul versante nord-occidentale del monte Subasio, in posizione moderatamente rialzata rispetto alla Valle Umbra settentrionale, a circa 26 km ad est-sud-est di Perugia,in Umbria.

Clima [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Stazione meteorologica di Assisi.

Storia [modifica]

Dalla fondazione alle invasioni barbariche [modifica]

Le tracce più antiche della presenza umana nel territorio assisano risalgono al Neolitico.
Numerosi reperti archeologici indicano che Assisi trae le sue origini da un piccolo villaggio abitato dagli Umbri già nel periodo villanoviano (IX – VIII secolo a.C.). Come ci dimostrano i vari reperti archeologici rinvenuti, gli Umbri intrattenevano profondi rapporti (soprattutto commerciali) con i vicini Etruschi, stanziati sulla sponda occidentale del Tevere, dai quali si differenziavano, però, per lingua e cultura.
A dare ad Assisi una identità urbana e monumentale furono iRomani; nel 399 a.C. diviene colonia romana con il nome di Asisiume orbitò sotto il loro potere fino al 295 a.C. quando, con la battaglia di Sentino, i Romani imposero definitivamente il loro dominio anche nell'Italia centrale. Per Asisium inizia così un lungo periodo di prosperità e pace: innalzata a Municipium, diventò un importante centro economico e sociale dell'Impero romano. Il suo toponimo ha origini prelatine, e conservando un'incerta etimologia, viene interpretato in due differenti modi. Città del falco, o dell'astoreoppure dalla base latina ossa ovvero torrente con ovvio riferimento al fiume Assino.
Nel corso del III secolo, per l'azione di san Rufino, vescovo e martire, inizia a diffondersi il cristianesimo.
Con il crollo dell'Impero romano anche Assisi conobbe la buia età delle invasioni barbariche e, nel 545, fu saccheggiata dai Goti diTotila. Conquistata dai Bizantini, passò poco tempo dopo (568) sotto il dominio longobardo e venne annessa al ducato di Spoleto, del quale condivise le sorti fino all'inizio del XII secolo.

Dall'età comunale al Rinascimento [modifica]

Dopo un periodo di guerre, nel 1174 fu assediata e conquistata daFederico I Barbarossa, che diede l'investitura della città al duca Corrado di Lutzen, detto anche Corrado di Urslingen: Assisi diviene dominio imperiale, ma sollevazioni popolari (1198) inaugurarono ben presto l'epoca comunale, non senza lotte interne e guerre con la vicina Perugia. Tra 1181 e il 1182, nasce ad Assisi Francesco – figlio di Pietro di Bernardone e Madonna Pica – il futuro santo che, con la sua opera, segnerà la storia del luogo e dell'umanità. Nel 1198 il popolo di Assisi, stanco delle prepotenze del duca di Lutzen, si ribellò scacciandolo dalla città. Durante la fine della prima metà del Duecento l'Assisi guelfa subì vari assedi da parte delle truppe Saracene e Tartare facenti parte del grande esercito di Federico II. Le truppe imperiali devastarono a più riprese il contado ma la città grazie alla valenza delle sue milizie ed il carisma di Santa Chiara resistette alle incursioni. Negli anni a seguire Assisi vide alternarsi al controllo della città sia i Guelfi che i Ghibellini. Successivamente la città passò sotto il dominio della Chiesa, dei Perugini, di Giangaleazzo Visconti, dei Montefeltro, di Braccio Fortebraccio da Montone, passando infine sotto il controllo di Francesco Sforza. Nel novembre del 1442 Assisi, difesa in quel periodo da Alessandro Sforza, subisce l'assedio delle truppe comandate dal Piccinino. Dopo molti giorni di vani tentativi le truppe assedianti, anche grazie all'aiuto di un frate traditore, riescono a penetrare all'interno della cinta di mura. Assisi viene pesantemente devastata e saccheggiata ma il Piccinino si oppone comunque alla completa distruzione della città rifiutando i 15000 fiorini offerti dai perugini al riguardo.[4]
In questo periodo fu profondamente segnata dalle lotte intestine che videro sempre in contrasto le potenti famiglie dei Nepis (della Parte de Sopra schierati con i Ghibellini) e deiFiumi (della Parte de Sotto legati ai Guelfi); solo nel XVI secolo la conquista dell'Umbria da parte del papa Paolo III ridonerà alla città un periodo di pace e tranquillità.

Dall'età moderna ad oggi [modifica]

A partire dal XVII secolo, grazie alla fondazione di istituti ed accademie, riprende con grande fervore l'attività culturale, interrotta dal periodo delle guerre napoleoniche (1799), quando le truppe francesi al comando diNapoleone Bonaparte saccheggiarono la città e molte opere d'arte.
Nel 1860, con plebiscito unanime, aderì al nascente Stato italiano. L'unificazione permetterà alla città di aprirsi progressivamente all'esterno, grazie anche alla costruzione dello scalo ferroviario. Con il ritrovamento dei corpi di San Francesco (1818) e Santa Chiara (1850), Assisi diventa meta privilegiata di pellegrinaggi; il turismo religioso dette un forte incremento alla rinascita dell'economia locale.
Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo seguente all'8 settembre 1943 e all'occupazione tedesca, Assisi è letteralmente invasa dai profughi, tra i quali oltre 300 ebrei. Il vescovo mons.Giuseppe Placido Nicolini – coadiuvato dal segretario, don Aldo Brunacci, e dal guardiano del Convento di San Damiano, padreRufino Niccacci – trasforma Assisi in uno dei centri principali della resistenza civile italiana all'Olocausto. Travestiti da frati e suore, nascosti nei sotterranei e nelle cantine, mimetizzati tra gli sfollati, provvisti di documenti falsi, gli ebrei rifugiatisi ad Assisi sono protetti da una vasta rete di solidarietà che si estende anche ad altre zone dell'Umbria ed ha contatti, anche attraverso il ciclista Gino Bartali, con le centrali di resistenza e finanziamento della DELASEM in Liguria e Toscana. Il compito è arduo. Tra i rifugiati ci sono donne, bambini, vecchi, ammalati, che necessitano di cure ed assistenza per le necessità quotidiane. Si organizza persino una scuola dove i bambini ebrei possano ricevere istruzione religiosa ebraica. Grazie anche alla complicità dell'ufficiale tedesco Valentin Müller, che dichiarerà Assisi una zona franca ospedaliera, nessun ebreo sarà deportato da Assisi.[5] Il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, don Aldo Brunacci e padre Rufino Niccacci, ricevono nel dopoguerra l'alta onorificenza di giusti tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem diGerusalemme, unitamente a Luigi e Trento Brizi che nel loro piccolo negozio di souvenir vicino a piazza Santa Chiara hanno provveduto alla stampa di tanti falsi documenti di identità[6] Nel 1985 il film The Assisi Underground di Alexander Ramati ricostruisce le vicende e i protagonisti di quegli anni. Nel 2004 la Medaglia d'oro al Valor Civile è conferita alla città di Assisi per l'impegno civile dimostrato dall'intera popolazione.
Il 27 ottobre 1987, su invito del papa Giovanni Paolo II, i principali rappresentanti delle religioni del mondo si riunirono ad Assisi per un incontro di preghiera in nome di san Francesco, profeta della pace come lo definì lo stesso pontefice.

Onorificenze [modifica]

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'oro al Merito Civile
«Con spirito cristiano ed encomiabile virtù civile, durante l'ultimo conflitto mondiale, si distinse per particolari iniziative e atti umanitari che evitarono la distruzione di un inestimabile patrimonio artistico e consentirono la salvezza di numerosi perseguitati politici, ebrei, profughi e sfollati, nonché la cura di migliaia di feriti di ogni nazionalità, ricoverati nelle strutture sanitarie cittadine. Splendido esempio di amore per il prossimo e di solidarietà tra i popoli.»
— Assisi, 1943-1944

Monumenti e luoghi d'interesse [modifica]

Veduta storica di Assisi e dei monumenti

Chiese ed edifici sacri [modifica]

Altri monumenti [modifica]

  • Anfiteatro romano, costruito nella prima metà del I secolo d.C., di cui rimane l'impianto ellittico ribadito dall'assetto delle case medievali e da un arco in cunei di travertino, mentre l'arena è definita dall'area di un giardino.
  • Rocca maggiore, situata sulla cima della collina che domina la valle ed eretta in epoca altomedievale, ma fu distrutta da una sollevazione popolare (1198) contro il duca Corrado di Urslingen, tutore del futuro imperatore Federico II. Ricostruita nel 1356 dal cardinale Egidio Albornoz, ma rispettando sostanzialmente le forme originali; solo successivamente sono stati aggiunti la torre poligonale (1458) e il bastione cilindrico che affianca l'ingresso (1535-1538). Sembra che nella Rocca abbiano soggiornatoFederico Barbarossa e Federico II ancora bambino.
  • Piazza del Comune, solo nel Duecento questa area urbana diventa il fulcro della città. Il lato settentrionale è imperniato sul Tempio di Minerva, alla sinistra del quale venne edificato il Palazzo del Capitano del Popolo (metà XIII secolo – 1282), restaurato e dotato di merlatura nel 1927, insieme all'adiacente Torre del Popolo (1305), campanile civico ai cui piedi si trovano murate le misure trecentesche di mattoni, tegole e tessuti in uso nella città; con la costruzione del Palazzo dei Priori (1275 - 1493) fu completato anche il lato meridionale. La Fonte di Piazza con tre leoni sul lato orientale è cinquecentesca, mentre ilPalazzo delle Poste sul lato occidentale è del 1926.
  • Tempio di Minerva

Musei [modifica]

Società [modifica]

Evoluzione demografica [modifica]

Abitanti censiti[7] 

Etnie e minoranze straniere [modifica]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 3.142 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
bandiera Romania 850 3,02%
bandiera Albania 746 2,65%
bandiera Marocco 372 1,32%
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO Flag of UNESCO.svg
UNESCO World Heritage Site logo.svg Patrimonio dell'umanità
Assisi, Basilica di San Francesco e altri luoghi francescani
(ENAssisi, the Basilica of San Francesco and Other Franciscan Sites
Assisi San Francesco BW 1.JPG
TipoArchitettonico, spirituale
CriterioC (i) (ii) (iii) (iv) (vi)
PericoloNessuna indicazione
Riconosciuto dal2000
Scheda UNESCO(ENScheda
(FRScheda

Cultura [modifica]

Personalità legate ad Assisi [modifica]

Istruzione [modifica]

Assisi ricopre tutte le fasce di età e diversi percorsi di studio per quanto concerne la formazione: Scuola Elementare, Scuola Media Inferiore, Liceo Scientifico ann.convitto nazionale Principe di Napoli, Liceo Classico-Linguistico-Sociopsicopedagogico (Sesto Properzio) ,I.T.I.S-istituto tecnico industriale,Istituto Geometri (Bonghi), Istituto di Ragioneria e perito commerciale, I.P.S.A.R Istituto professionale alberghiero.

Università [modifica]

Il comune di Assisi ha anche la sua sede universitaria, ubicata nella frazione di Santa Maria degli Angeli. Si tratta di una sede distaccata della Facoltà di economia dell'Università degli Studi di Perugia: i corsi sono quelli di Economia e Gestione dei Servizi Turistici ed Economia del Turismo. Nel 2010 i corsi di economia del turismo ad Assisi hanno rischiato la chiusura[8] a seguito di una razionalizzazione dell'offerta didattica decisa dall'ateneo perugino, le accese proteste del sindaco Ricci e di un comitato di studenti [9] hanno favorito il mantenimento della sede universitaria e l'istituzione del corso in Economia Internazionale del Turismo (laurea triennale) (www.economiaturismoassisi.it), cui collabora anche l'Università per Stranieri di Perugia.
Nella stessa sede c'è anche il CST, il Centro Italiano di Studi Superiori sul Turismo (www.cstassisi.eu).
Nel 1971, inoltre, è stato fondato l'Istituto Teologico di Assisi, aggregato alla Facoltà di Teologia dellaPontificia Università Lateranense, che rappresenta la terza istituzione universitaria dell'Umbria insieme alle due Università di Perugia. L'Istituto ha sede nel Sacro Convento di San Francesco.

Musei [modifica]

Sono presenti alcuni musei:

Eventi [modifica]

  • Calendimaggio (inizio di maggio): rievocazione di vita medievale in una sfida fra le due fazioni cittadine diParte de Sopra e Parte de Sotto, con cortei, rappresentationi teatrali, musica, canti, danze e sbandieratori.
  • Festa della Mamma (seconda domenica di maggio), a memoria dell'istituzione di questa festa – per la prima volta in Italia – nel 1957, a Tordibetto, ad opera del parroco don Otello Migliosi.
  • Festa del Voto (22 giugno), rievoca la cacciata dei Saraceni da Assisi ad opera di Santa Chiara.
  • Palio di San Rufino (fine di agosto): rievocazione storica del periodo in cui Assisi era divisa in terzieri (San Francesco, San Rufino e Dive Mariae) con cortei, sbandieratori e tamburini della Compagnia Balestrieri di Assisi, i quali l'ultimo giorno si sfidano in una gara di tiro con la balestra.
  • Cavalcata di Satriano (settembre): fantini in costume d'epoca, ripercorrono il viaggio che i cavalieri assisani compirono per andare a prendere San Francesco a Nocera Umbra, affinché potesse morire nella sua città.
  • Festival internazionale per la Pace (settembre): si tengono concerti, seminari, tavole rotonde e mostre d'arte dedicate al tema della pace, della solidarietà e dell'ecologia.
  • Marcia per la pace Perugia-Assisi, (settembre – ottobre, biennale).
  • Festa di San Francesco (3 - 4 ottobre): si tengono sollenni cerimonie liturgiche e manifestazioni civiche per celebrare il santo, patrono d'Italia, anche se dal 2008 è tornato ad essere giornata di lavoro e studio.
  • Rassegna cinematografica di Assisi (fine novembre), evento dedicato al cinema, agli attori ed ai registi italiani.

Infrastrutture e trasporti [modifica]

Ferrovie [modifica]

Exquisite-kfind.pngPer approfondire, vedi la voce Stazione di Assisi.
A pochi chilometri dal centro del paese, Assisi dispone di una propria stazione ferroviaria ubicata sulla lineaFoligno - Terontola.

Aeroporto [modifica]

A 12 km da Assisi, in località Sant'Egidio, si trova l'Aeroporto di Perugia.

Amministrazione [modifica]

Gonfalone civico

Amministrazioni precedenti [modifica]

PeriodoPrimo cittadinoPartitoCaricaNote
13 maggio 200128 maggio 2006Giorgio BartoliniSindaco
29 maggio 200615 maggio 2011Claudio Riccicentro-destraSindaco
16 maggio 2011in caricaClaudio Riccicentro-destraSindaco

Gemellaggi [modifica]

Assisi è gemellata con:
Inoltre, sussistono dei patti di amicizia con:

Sport [modifica]

Per il ciclismo, Assisi è stata quattro volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia: la prima nel 1978, l'ultima nel 2012. Nel 1982 e nel 1995 si trattò di frazioni a cronometro.
Tappe del Giro d'Italia con arrivo ad Assisi
AnnoTappaPartenzakmVincitore di tappaMaglia rosa
197811ªTerni74Bandiera dell'Italia Bruno ZanoniBandiera del Belgio Johan De Muynck
1982Perugia (cron. individuale)37Bandiera della Francia Bernard HinaultBandiera della Francia Bernard Hinault
1995Foligno (cron. individuale)19Bandiera della Svizzera Tony RomingerBandiera della Svizzera Tony Rominger
201210ªCivitavecchia186Bandiera della Spagna Joaquim RodríguezBandiera della Spagna Joaquim Rodríguez

Galleria fotografica [modifica]

Note [modifica]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
  2. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, p. 151. Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente, 1 marzo 2011. URL consultato in data 25 aprile 2012.
  3. ^ Dato Istat al 30/09/2010
  4. ^ Arnaldo Fortini ASSISI NEL MEDIOEVO (Società internazionale degli studi francescani Edizioni Roma anno XVIII).
  5. ^ Joseph Raischl and André Cirino, Three Heroes of Assisi in World War II: Bishop Giuseppe Nicolini, Colonel Valentin Müller, Don Aldo Brunacci (Minerva, Assisi).
  6. ^ Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45(Mondadori: Milano 2006).
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
  8. ^ Facoltà del Turismo Assisi a rischio chiusura
  9. ^ Il Comitato di Studenti e sindaco di Assisi insieme per il corso di Laurea in Economia del Turismo
  10. ^ Gemellaggio Ripacandida-Assisi

Voci correlate [modifica]

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]