Non si può andare sempre in chiesa ma si può sempre pregare
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È il dialogo tra San Serafino e Nicolas Motovilov…
Molta gente ha letto questa storia, ma
il suo significato reale, a Oriente e a Occidente,
non è mai stato pienamente apprezzato. Cito un
particolare passo tratto dal presente libro. San
Serafino parla della preghiera. Afferma che non
si può andare sempre in chiesa ma si può sempre
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pregare, non essendoci alcuna difficoltà nel farlo:
Era una giornata nuvolosa - racconta Motovilov - la terra era tutta ricoperta dalla neve ormai
alta che continuava a cadere, allorché Padre Serafino
mi fece sedere accanto a lui su un tronco e mi disse:
«Il Signore mi ha rivelato che Lei nella fanciullezza
desiderava conoscere quale fosse il fine della vita
cristiana. Le consigliarono di frequentare la Chiesa,
di pregare, di compiere buone azioni, poiché dicevano
che in ciò consisteva il fine della vita cristiana. Ma
questa risposta non la poteva soddisfare. In realtà
la preghiera, il digiuno, le veglie notturne e tutte le
altre forme di devozione sono buone, ma il fine della
nostra vita non consiste solo nell’adempimento di
queste pratiche, perché esse sono semplicemente dei
mezzi. Il vero scopo della vita cristiana consiste
nell’acquisto dello Spirito Santo. Sappia che un’azione
buona apporta i frutti dello Spirito Santo solo quando
è compiuta per amore di Cristo. Perciò l’acquisto di
questo Spirito è il fine della nostra vita». «In che senso
Lei dice che si deve acquistare lo Spirito Santo? A me
non è chiaro», chiesi a Padre Serafino. Mi rispose:
«Acquistare significa guadagnare. Lei certamente sa
che cosa significhi guadagnare denaro. Lo stesso vale
per lo Spirito Santo. Lo scopo della vita terrena per
un uomo comune consiste nel guadagnare denaro, o
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nel conseguire onori, distinzioni e compensi. Anche
lo Spirito Santo è un capitale, e per di più un grande
capitale ed un patrimonio che non viene mai meno.
Ogni azione compiuta per amore del Cristo apporta la
Grazia dello Spirito Santo. In ogni caso il modo più
facile per ottenerlo è la preghiera, poiché essa è un’arma che abbiamo sempre a disposizione. Può accadere
che Lei desideri andare in Chiesa, ma che questa non
sia vicina o che l’Ufficio divino sia già terminato.
Oppure che Lei desideri fare l’elemosina, ma non ci sia
un mendicante. Può darsi che Lei desideri essere senza
alcun difetto, ma che non abbia abbastanza forza.
La possibilità di pregare, invece, non manca mai: la
preghiera è accessibile sia al ricco che al povero, sia
a chi è dotto che a colui che è semplice, sia al forte
che al debole, sia al sano che al malato, sia al giusto
che al peccatore. La potenza della preghiera è enorme,
essa deriva dallo Spirito Santo».
«Padre, Lei parla sempre di quanto è importante
guadagnarsi la Grazia dello Spirito Santo, ma come
e dove la posso vedere? - gli chiesi - Le opere buone
sono visibili, ma forse lo Spirito Santo si può vedere?
Come posso sapere se esso è con me o no?».
Rispose: «La Grazia dello Spirito Santo, che ci
è data con il Battesimo, splende nei nostri cuori a
vergogna dei nostri peccati e delle tenebre che ci circondano. Essa si manifesta con un indicibile splendore
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a coloro attraverso i quali il Signore manifesta la sua
presenza. I Santi Apostoli sentivano in modo tangibile
la presenza dello Spirito di Dio».
«E come potrei io esserne testimone?», gli chiesi.
Allora Padre Serafino mi pose la mano sulla spalla
e mi disse: «Amico mio, tutti e due siamo nello Spirito
Santo, Lei ed io. Perché non mi guarda?».
«Padre - gli risposi - non posso guardarla, poiché
il suo volto, è divenuto più splendente del sole e gli
occhi mi si abbagliano».
«Non tema, anima cara a Dio - riprese - poiché
anche Lei adesso è splendente come me. Anche Lei ora
è pieno di Spirito Santo, poiché altrimenti Lei non mi
potrebbe vedere quale sono».
E piegatosi verso di me, mormorò dolcemente al mio
orecchio: «Con tutto il cuore ho pregato il Signore di
concederle di vedere con gli occhi corporei questa discesa
del suo Spirito. Ed ecco, la pietà celeste ha confortato il
suo cuore come una madre terrena consola i suoi figli.
Perciò, amico mio, perché non mi guarda? Non abbia
paura di nulla. Il Signore è con Lei».
Io allora lo guardai e sussultai. Pensate: in mezzo
al sole, che è nel massimo splendore a mezzogiorno,
vedete il volto dell’uomo che sta parlando con voi.
Vedete il movimento delle sue labbra e l’espressione
dei suoi occhi, sentite la sua voce, percepite la sua
mano appoggiata sulla vostra spalla, ma non vedete
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né quella mano né quel volto; perché vedete soltanto
quello splendore accecante che si diffonde dappertutto
intorno a voi e che si riflette sulla distesa di neve
che copre la radura e sui fiocchi che cadono simili a
polvere bianca.
«Che cosa prova?», mi chiese Padre Serafino.
«Una quiete e una pace inesprimibili», risposi.
«La gioia che prova è cosa da nulla in confronto
a ciò che provano coloro di cui è detto che “l’occhio
ancora non vide, né l’orecchio udì, né il cuore presentì
ciò che il Signore ha preparato a coloro che lo amano”
(1Cor 2,9). Che cosa prova ancora?».
«Un indicibile calore», gli risposi.
«Quale, amico mio? Siamo in un bosco in pieno
inverno, e tutt’intorno a noi c’è neve. Qual è questo
calore che Lei prova?».
«Come se mi bagnassi in acqua calda - gli risposi
- sento un profumo a me ignoto».
«Lo so, lo so - mi disse - Il profumo che Lei sente
è quello dello Spirito di Dio. Ed il calore di cui parla
non è nell’aria, ma in noi. Riscaldati da esso, gli
eremiti non temevano il freddo dell’inverno, poiché
indossavano la veste della Grazia, che sostituiva
quella materiale. Il Regno di Dio è nel nostro intimo
e la condizione in cui ora ci troviamo ne è la prova.
Ecco che significa essere pieni dello Spirito Santo».
«Mi ricorderò della Grazia che oggi è scesa su di
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noi?», gli chiesi.
«Credo che il Signore l’aiuterà a conservare tutto
ciò nel suo cuore - rispose - poiché non è concesso solo
per voi, ma, attraverso di voi, a tutto il mondo. Vada
in pace, e il Signore e la sua Santissima Madre siano
sempre con Lei».
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AMDG et DVM