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lunedì 17 agosto 2015

"Fiducia e amore e ne uscirai vittoriosa"




I consigli di S. Rocco a Madre Speranza

Racconta la Madre, nel suo Diario, che la notte del 30 giu­gno 1942, vide in sogno il glorioso S. Rocco.

Questo santo, che tante sofferenze e assurde persecuzioni dovette sopportare nel corso della sua vita era forse la persona più qualificata per incoraggiare Madre Speranza in questo mo­mento particolare della sua travagliata esistenza.

Lo fece raccontando alcune vicende della sua vita.

Partito dalla città di Montpellier, nella Francia meridionale, si dirigeva in Italia, elemosinando di porta in porta finché ottenne di poter prestare la sua opera in un ospedale per amma­lati contagiosi. Qui si ammalò e dovette molto soffrire per l'ab­bandono di tutti, anche di quelli che aveva beneficato.

Il Signore in una visione gli manifestò il suo desiderio che ritornasse in patria, dove l'aspettavano altre sofferenze.

Per amore di Dio accettò con gioia questo comando. Guarì miracolosamente e intraprese il viaggio di ritorno. Arrivato in patria nessuno lo riconobbe, neppure i suoi parenti, anzi fu ritenuto una spia e rinchiuso in un carcere dove fu trattato duramente. Solo poche ore prima di morire fu rico­nosciuto e trattato dignitosamente.

"Il Signore - dice ancora S. Rocco alla Madre - accetta la tua sofferenza, ma devi stare anche molto attenta per evitare le ingiustizie che l'uomo pretende compiere nella sua cecità.
Il Vescovo di Tarazona vorrebbe portarti nella casa di Alfaro, dove pensa di isolarti... per evitare che tu possa ricor­rere al Santo Ufficio".

Infine S. Rocco dice alla Madre che se l'avviso di tornare in Spagna fosse volontà di Dio lo dovrebbe eseguire con gioia, accettando non solo di rimanere isolata, ma anche di finire in un lurido carcere. Però, trattandosi di una nuova persecuzione con la quale ne risulterebbe pregiudicata la Congregazione e ostacolata la fondazione dei Figli dell'Amore Misericordioso, dovrà non solo evitare di mettersi nelle loro mani, ma lottare per evitarli. E conclude: "Chiedi al Buon Gesù il suo aiuto ed Egli te lo darà. Fiducia e amore e ne uscirai vittoriosa".

Le previsioni di S. Rocco si rivelarono subito esatte e i suoi consigli tempestivi e puntuali. Chiamata, infatti, dall'Asses­sore del Sant'Ufficio, le venne chiesto se desiderava tornare in Spagna. Rispose che era pronta a compiere la volontà di Dio e dei Superiori, ma disse francamente che le costava molto tor­nare in Spagna mentre la Congregazione era diretta dal Vescovo di Tarazona. L'Assessore chiese allora alla Madre di mettere per iscritto le ragioni delle sue riserve: le avrebbe fatte pervenire al Santo Padre.

Quella stessa notte, 3 luglio 1942, il Buon Gesù permise che Madre Speranza in bilocazione si presentasse al Santo Padre. A lui, molto impressionato, la Madre raccontò quanto S. Rocco le aveva detto. Alla fine del racconto il Santo Padre si prostrò a terra esclamando: "Sia lodato il Signore!". "E io - afferma Madre Speranza - scomparvi".

Da allora non ci furono più pressioni perché tornasse in Spagna.

Recatasi dopo qualche giorno dal Cardinale Vicario che l'a­veva convocata, cadde quasi subito in estasi alla sua presenza e il... povero Cardinale, invece di esporre quanto aveva in mente, fu costretto ad ascoltare per circa due ore le confidenziali parole che Madre Speranza rivolgeva al Buon Gesù, il quale la confortava con queste espressioni: "Non soffrire, figlia mia, e tieni presente che nella sofferenza puoi contare con Dio che sarà tuo aiuto e difensore. È così che tu e la Congregazione uscirete vittoriose da questo combattimento come ne sei uscita da tutti gli altri: non ti scoraggiare!". 
"Non so cosa avrà pensato Sua Eminenza - afferma Madre Speranza - so dire solo che quando ritornai in me il Cardinale mi stava vicino e mi disse. “Tutto questo me lo poteva aver detto prima, senza il bisogno di arrivare dove è arrivata. Sono, comunque, contento di aver presenziato ad un atto per me molto utile”.

Sotto la guida del Vescovo di Tarazona

Nel 1941 il Vescovo di Tarazona, sua Ecc.za Mons. Nicanor Mutiloa era stato nominato dal Santo Ufficio Direttore dell'I­stituto delle Ancelle dell'Amore Misericordioso.
Rimarrà con questo incarico fino al 1946.

Iniziò con una visita canonica delle varie case, a cominciare da quella di Madrid. Si preoccupò della situazione giuridica della Congregazione, cercando di chiarire alcune questioni rimaste in sospeso. Fece una revisione delle Costituzioni, "cor­rette, ordinate e aumentate", consultando anche altri Vescovi spagnoli.

Madre Speranza si allarmò quando si rese conto di alcune modifiche. Con molta fermezza e determinazione supplicò il Vescovo perché tutto quello che era contrario al Diritto fosse tranquillamente corretto, ma non venisse cancellato, modifi­cato o cambiato nulla di quanto era scritto in esse, convinta come era che Colui che gliele aveva dettate non può sbagliare.

Quando nel 1946 le ebbe in mano si rese conto che esse contenevano alcune norme che non erano proprie della Congregazione delle Ancelle dell'Amore Misericordioso e quindi "difficili da compiere". Non accettava, per esempio, che fosse ristretto il fine della Congregazione solo alla fondazione di collegi per bambini o all'assistenza familiare delle persone inferme: esistevano, infatti, case dove già si svolgevano altre attività.

Il rapporto di Madre Speranza con il Prelato fu improntato ad una rispettosa obbedienza e ad un leale sforzo di collaborazione, ma questo non le impedì di precisare che il Vescovo era stato nominato "Direttore" della Congregazione e non "Padre Generale" come aveva fatto credere alle suore.


Quando nel 1944 l'Istituto passò sotto la diretta dipendenza della Congregazione dei Religiosi, il Vescovo, anche a causa delle sue precarie condizioni di salute, chiese di essere solle­vato dal suo incarico pur rimanendo ancora per un certo tempo Direttore della Congregazione.

AMDG et BVM