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venerdì 22 gennaio 2021

COSE ... MIRABILI

 


Viaggi e profumi


Padre Pio ebbe ed ha il dono di viaggiare in ogni parte del mondo per aiutare gli ammalati, prevenire incidenti, raddrizzare le coscienze, risolvere problemi. Viaggi dopo la morte.  Padre Pio va in sogno. Il profumo di Padre Pio.

I viaggi di Padre Pio in BILOCAZIONE.

 

 

Giovanna Rizzani

 

 

Giovanna Rizzani

Convento di Sant'Elia a Pianisi ai tempi di Padre Pio

Da Sant'Elia a Pianisi a Udine

Durante la permanenza a Sant’Elia a Pianisi, a 17 anni, il 18 gennaio 1905, accadde il primo fenomeno di bilocazione, che lo stesso fra Pio, dopo circa un mese, descrisse su un foglio: «Giorni fa mi è capitato un fatto insolito: mentre mi trovavo in coro con fra Anastasio, erano circa le ore 23 del 18 del mese scorso [gennaio 1905], quando mi ritrovai lontano, in una casa signorile, dove il padre moriva, mentre una bambina nasceva. Mi apparve allora Maria Santissima che mi disse: “Affido a te questa creatura; è una pietra preziosa allo stato grezzo: lavorala, levigala, rendila il più lucente possibile, perché un giorno voglio adornarmene”... “Come sarà possibile, se io sono ancora un povero chierico e non so se un giorno avrò la fortuna e la gioia di essere sacerdote? Ed anche se sarò sacerdote, come potrò pensare a questa bambina, essendo io molto lontano da qui?”. La Madonna soggiunse: “Non dubitare, sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai in San Pietro...”. Dopo di ciò mi sono ritrovato nuovamente in Coro." ( Epistolario IV, 1027-9) (D'Apolito, Padre Pio, 315-6)

Quanto scritto da fra Pio poteva anche far pensare ad un sogno. Ma si rimane profondamente colpiti quando si viene a sapere che l’intera vicenda si è poi realizzata esattamente così come scritto su quel foglio. Si ritiene di aprire una breve parentesi per accennare a quanto effettivamente avvenuto.

 

Pagina autografa di Padre Pio riguardo alla bilocazione, febbraio 1905

 

La neonata Giovanna Rizzani con la madre

 

 

Da Udine a Roma

Giovanna Rizzani: questo il nome della bambina nata a Udine intorno alle ore 23 del 18 gennaio 1905, mentre il padre, il marchese Giovanni Battista Rizzani, colpito da infarto, moriva. Dopo la morte del marchese, la famiglia si trasferì a Roma. In un tardo pomeriggio dell’estate 1922, Giovanna, ormai diciassettenne studentessa liceale, si recò con una amica nella Basilica di San Pietro, dove, visto un frate cappuccino, lo pregò di ascoltare la sua confessione. Il frate le rispose di si ed entrò nel secondo confessionale a sinistra entrando nella Basilica. Giovanna gli disse: «Padre, non sono venuta per confessarmi, ma per essere illuminata in tanti dubbi di fede, che mi tormentano, specialmente quello sul mistero della SS. Trinità». Il frate ebbe per lei affettuose parole di conforto, e con calma e pazienza seppe dissiparle ogni ombra di dubbio. Giovanna, ricevuta la benedizione, rasserenata e piena di gioia, si spostò dallo sportello del confessionale e andò verso l’amica dicendole: «Quanto è buono questo frate! È un sacerdote dotto e santo. Mi ha dissipato ogni dubbio… Aspettiamo che esca dal confessionale per chiedergli l’in-dirizzo della sua residenza, così quando avremo bisogno di confessione e di consigli, andremo da lui». Al sagrista, che annunciava la chiusura della Basilica, le due ragazze dissero che aspettavano il frate confessore. Il sagrista, avvicinatosi al confessionale, disse: «Signorine, qui non c’è nessuno». Il frate si era come volatilizzato. (D'Apolito, Padre Pio, 317-21)

Confessionale nella Basilica di San Pietro

 

Giovanna Rizzani

 

 

San Giovanni Rotondo

L’anno dopo, nelle vacanze estive del 1923, Giovanna, avendo sentito parlare di Padre Pio, si recò con una zia e due amiche a San Giovanni Rotondo. E qui si mescolò alla folla che gremiva il corridoio che dalla sagrestia immette nella clausura del Convento. Giovanna si trovava in prima fila aspettando il passaggio di Padre Pio. E il Padre, passando, appena la vide le si avvicinò, le porse a baciare la mano e le disse: «Giovanna, io ti conosco. Tu sei nata il giorno in cui morì tuo padre». Giovanna rimase sbalordita, chiedendosi come il Padre poteva sapere che ella era nata lo stesso giorno in cui suo padre stava morendo. Il mattino del giorno successivo andò a confessarsi. Accostatasi al confessionale, subito Padre Pio le disse: «Figlia mia, finalmente sei venuta! Da quanti anni ti sto aspettando…». E Giovanna: «Padre, io non vi conosco. È la prima volta che vengo a S. Giovanni Rotondo. Ho accompagnato la zia. Forse mi avete scambiata con qualche altra ragazza». Padre Pio replicò: «No, non mi sono sbagliato, né ti ho scambiato con un’altra ragazza. Noi già ci siamo incontrati l’anno scorso. Rammenti? In un pomeriggio d’estate venisti con un’amica in San Pietro, a Roma, in cerca di un sacerdote che dissipasse dalla tua mente i dubbi che ti affliggevano. Quel frate cappuccino ero io!». E poi: «Figlia mia, tu mi appartieni. Sei stata affi-data alle mie cure dalla Madonna. Quando io risposi alla Madonna che mi sarebbe stato impossibile prendere cura della tua anima a causa della lontananza, Ella mi disse: “Non dubitare, sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai a San Pietro”. L’anno scorso t’incontrai in S. Pietro, ora sei venuta qui, a S. Giovanni Rotondo, spontaneamente, senza che io ti avessi chiamata. È ora che io prenda cura dell’anima tua, come vuole la Mamma celeste». Giovanna, in lacrime, gli chiese: «Padre, poiché io vi appartengo, prendetevi cura di me. Ditemi che cosa debbo fare. Mi devo fare suora?». E Padre Pio: «Nulla di questo. Tu verrai spesso a San Giovanni Rotondo; io avrò cura della tua anima e conoscerai la volontà di Dio». Giovanna, benedetta da Padre Pio, emozionata e in lacrime, si tolse dal confessionale. Da allora, più volte lasciò Roma per recarsi da Padre Pio. Dopo qualche tempo Padre Pio vestirà Giovanna da terziaria, imponendole il nome di suor Iacopa, la quale si sposò e continuò a recarsi frequentemente a San Giovanni Rotondo. (D'Apolito, Padre Pio, 322-7)

Incontro con Padre Pio in eta' matura

 

In seguito, Giovanna riuscì ad avere da padre Agostino il foglio nel quale Padre Pio aveva descritto nel lontano 1905 la nascita di una bimba mentre il padre moriva. Padre Agostino, al quale il foglio era stato consegnato dallo stesso Padre Pio, lo aveva conservato per poi, dopo molti anni, darlo alla diretta interessata. Giovanna mostrò il foglio a Padre Pio, il quale ne confermò l’autenticità. Allora, fattene alcune fotocopie, consegnò il foglio al Superiore del convento di San Giovanni Rotondo perché fosse messo a disposizione della Curia Arcivescovile di Manfredonia, dove poi ella sarà chiamata a testimoniare. (D'Apolito, Padre Pio, 328) (Ruffin, Padre Pio, 66-70)

Qualche giorno prima della morte di Padre Pio Giovanna Rizzani sentì la voce di Padre Pio che gli disse: Vieni subito a San Giovanni Rotondo perché' me ne vado. Se ritardi non mi vedrai più. Giovanna si precipitò, con l'amica Margherita Hamilton. Si confesso' e al termine Padre Pio le disse: "Questa e' l'ultima confessione che fai con me. Ora ti dò l'assoluzione di tutti i peccati commessi dall'uso della ragione fino a questo momento." (D'Apolito, Padre Pio, 332-3)

Giovanna assistette in visione alle ultime due ore della vita, sino alla morte di Padre Pio, e ne diede un racconto dettagliato all'amica Margherita. (D'Apolito, Padre Pio, 333-41). (Schug, A Padre, 14-30) (Bruno, Roads, (105-11) (Capuano, Con P. Pio, 247-50) (Ingoldsby, Padre Pio, 26-9) (Chiron, Padre Pio, 39-41)

Il 23 settembre 1983, la signore Giovanna Rizzani incontro un frate sul sagrato della chiesa di Santa Maria delle Grazie. Lo fermò e gli disse: "Lei e' padre Paolo Covino. L'ho visto la notte che mori' Padre Pio, il 23 settembre 1868. Lei gli amministrò l'olio santo nella sua cella." (Covino, Ricordi, 241-2)

Padre Alberto D'Apolito

 

 

Padre Paolo Covino assiste Padre Pio all'altare nell'ultima messa

 

 

 

 

Madre Teresa Salvadores

Madre Teresa Salvadores, selle suore di San Vincenzo dei Paoli, superiora del convento della medaglia miracolosa in Montevideo, Uruguay, era gravemente inferma e costretta a stare a letto nel mese di novembre del 1921. La suora aveva cancro all stomaco e doveva essere nutrita per iniezione, aveva anche una malformazione cardio-aortica, e sul fianco si era sviluppata una infiammazione della misura di un pugno. Il vicario della diocesi di Salto, in Uruguay, Mons. Vincenzo Damiani, era appena tornato da San Giovanni Rotondo con un guanto usato da Padre Pio. Madre Teresa Salvadores riporta: "Il 31 dicembre 1921 mi applicarono il guanto sul fianco e sulla gola. Io mi addormentai. Nel sogno vidi Padre Pio che toccava il mio fianco e la mia bocca, e mi disse molte cose che non sono di questo mondo. Quando mi svegliai, dopo tre ore, mi rivestii dell'abito religioso e andai giu' nella cappella, poi andai al refettorio e mangiai normalmente. Io non avevo fatto nessuno di queste cose negli ultimi tre mesi. Da allora non ho avuto alcun ritorno del cancro." (Napolitano, 139-141)  (De Liso, Padre Pio, 98-9)

 

Su questo fatto c'è la testimonianza del dr. Morelli, professore alla facoltà di medicina di Montevideo. Egli visitò madre Teresa Salvadores nel mese di gennaio del 1922, e di nuovo nel gennaio del 1925. Egli constatò che la suora era stata grandemente impegnata in tutte le sue attività nei tre anni trascorsi, senza nessun trattamento medico.

 

 

Monsignor Vincenzo Damiani

11 settempre 1941: Mons. Damiani, Uruguay

Il vicario generale di Salto, Uruguay, Mons. Vincenzo Damiani, che soffriva di cuore, in una visita a San Giovanni Rotondo si fece promettere da Padre Pio che lui l'avrebbe aiutato nei momenti finali della vita. L'11 settembre 1941, si svolgeva a Salto un convegno sulle vocazioni,  a cui parteciparono Mons. Damiani, il vescovo di Salto Mons. Alfredo Viola, e l'arcivescovo di Montevideo Mons. Antonio Maria Barbieri, lui stesso cappuccino, insieme ad altri vescovi e a tanti altri membri del clero.  Quella sera, appena dopo mezzanotte Mons Damiani ebbe un attacco cardiaco. Nello stesso momento Mons. Barbieri sentì aprire la porta della sua camera e una voce disse: "Va ad aiutare Mons. Damiani che sta morendo." Mons. Barbieri corse da Mons. Damiani. Mons. Damiani era ancora cosciente e chiese l'Estrema Unzione. Quattro vescovi e sei sacerdoti erano presenti al rito. Mons. Damiani morì raccolto in pace, pochi minuti dopo il rito. Sul comodino fu trovato un foglio di carta dove Mons. Damiani aveva scritto come per mandare un telegramma: "Padre Pio. San Giovanni Rotondo. Continui dolori cardiaci mi stanno consumando."

 

Diversi anni dopo, il 12 marzo 1949, Mons. Barbieri si recò a San Giovanni Rotondo, e volle parlare con Padre Pio di quanto era successo anni prima a Mons. Damiani. Padre Pio cercò di evitare le domande, e con un sorriso disse: "Se tu hai capito quello che successe, è inutile insistere." Anche Mons. Viola visitò Padre Pio, il 3 maggio 1949, e lasciò al convento uno scritto intorno alla morte di Mons. Damiani. (Agostino, Diario, 210-12, note 65, 66, 67)  (Ruffin, Padre Pio, 243-5) (Winowska, Il vero, 100-101) (Capuano, Con P. Pio, 251-2) (McCaffery, Tales, 33-4) (Bruno, Roads, 24-5) ( Gallagher, Padre Pio, 124) (Chiron, Padre Pio, 165-7) (De Robeck, Padre Pio, 86) (Ingoldsby, Padre Pio, 90) (Fernando da Riese, Crocifisso, 217-8)

 

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Monsignor Alfredo Viola parla con Padre Pio

Castellammare di Stabia

Padre Francesco Napolitano presentò a Padre Pio un gruppo di pellegrini provenienti da Castellammare di Stabia. Una delle donne del gruppo disse a Padre Pio: "Padre, io vi invoco tante volte al giorno!" Padre Pio: "E tu credi che io sono sordo. Mi esasperi lamentandoti continuamente di tante cose insignificanti. Sarebbe meglio che tu avessi un po' più di fede in Dio." (Napolitano, Padre Pio, 183)

 

St. Vincent, New York

Padre Giuseppe Pio ricordava una signora americana che si presentò al convento nel 1967. Poche settimane prima giaceva in un letto d'ospedale a St. Vincent Hospital, Greenwich, New York, morendo di cancro. Padre Giuseppe Pio ricordava particolarmente quella donna perché lui stesso è di New York. La donna disse che pregava Padre Pio mentre stava morendo. Padre Pio le comparve accanto al letto, le sorrise, la benedisse, e se ne andò senza dire una parola. La signora guarì completamente e fece il viaggio a San Giovanni Rotondo. (Gallagher, Padre Pio, 125)

Padre  Joseph Pius di New York

 

New York

Padre Francesco Napolitano descriveva ai frati radunati in refettorio il suo viaggio in America, specialmente a New York, che lui aveva visitato per la prima volta. Padre Pio lo ascoltò attentamente, poi disse: "Tu a new York ci sei stato una volta sola. Io ci sono stato centinaia di volte." (Napolitano, Padre Pio, 183)

 

Milwaukee

Padre Dominic Meyer, di Milwaukee, fu per tanti anni assistente di Padre Pio. Suo Padre un giorno gli disse: "Figlio mio, tu conosci così bene Padre Pio. Tu sei suo amico. Puoi chiedergli di venire ad aiutarmi quando arriva il mio momento?" Padre Dominic si fece coraggio e presento' a Padre Pio la richiesta del suo padre. Padre Pio non disse una parola, ma gli diede uno sguardo d'intesa e fece di sì col capo. Due anni dopo il padre morì a casa della sorella sposata, in Milwaukee. Quando Padre Dominic fu informato si precipitò a tornare ma arrivò ad esequie finite.  La sorella e il marito riferirono che un giorno, dato che era una bella giornata, lo sistemarono sul terrazzo a prendere il sole. Egli non girava da solo per la casa, e aveva bisogno di aiuto. Quando tornarono dopo poco sul terrazzo, non lo trovarono. Lo cercarono dovunque e finalmente lo trovarono nella sua stanza, morto. La sorella aggiunse: " Aveva la bocca semichiusa, e sulla bocca c'era un'Ostia."  (McCaffey, Tales, 33-4)

Padre Dominic Meyer di Milwaukee

 

America

Padre Rosario da Aliminusa scrisse di suo pugno negli annali del convento che ad un'anziana signora in America era comparso Padre Pio, e il tumore di cui lei soffriva era scomparso, e la donna ora menava una vita normale. Padre Eusebio da Castelpetroso lesse la storia e disse a Padre Pio: "Così ogni tanto tu te ne vai in America. Ho appena saputo che andasti a visitare una signora con un tumore." Padre Pio: "Come l'hai saputo?" (Napolitano, Padre Pio, 183-4)

Padre Rosario da Aliminusa (tiene in mano un giornale)

 

Siete venuti a curiosare?

Il reverendo John Esseff, di Scranton, in Pennsylvania, a maggio del 1959 fece il suo primo viaggio in Europa, accompagnato dal suo amico il reverendo Bob Calligan. Dopo aver visitato Roma, i due volevano vedere Padre Pio, ma furono sconsigliati di andarci perche' era difficile avvicinarlo, a meno che, una volta giunti a San Giovanni Rotondo non chiedessero di una persona chiamata Mary Pyle, che poteva aiutarli a incontrare Padre Pio. "Noi non parlavamo italiano. Dicemmo solo Mary Pyle e dopo poco Mary venne e ci invitò a casa sua offrendoci del pane e del formaggio, dato che era nel primo pomeriggio. Mary poi si offrì di vedere dove potevamo passare la notte nel vicinato. Mentre Mary si dava da fare, io vidi Padre Pio entrare nella stanza dove stavamo. Egli mi disse: "Che fate qua? Siete venuti a curiosare?" Io rimasi completamente sorpreso! Ma gli risposi e gli domandai perché era così importante avere le stigmate, mentre l'Eucaristia sembra che sia più importante. Di lì continuammo a parlare di Gesù e dell'Eucaristia. Parlammo per circa venti minuti e poi Padre Pio se ne andò. Io mi voltai verso Mary Pyle e domandai: "Egli viene spesso qui?" La risposta di Mary fu strana: "Noi non lo sapevamo che egli fosse qui. Se ha avuto una conversazione con te, vuol dire che è venuto a vedere te. Nessun altro di noi seduti a tavola lo ha visto. Lui fa così frequentemente. Egli ha il dono della bilocazione." Io non ne avevo mai sentito parlare, ma in seguito venni a conoscenza di tanti episodi di bilocazione da parte di Padre Pio." (Esseff, Brothers, 141-4)

   Mons. John Esseff    

   Mons. Esseff con Mother Theresa

 

 

Un uomo in paese

Padre Carmelo da Sessano riportò che nel 1953, quando lui era superiore del convento, Padre Pio stava assistendo a una recita nella sala dei terziari, insieme agli altri frati e a un numeroso pubblico. Durante l'intervallo egli appoggiò le braccia solle schienale della sedia davanti a lui e poggio la testa sulle braccia, rimanendo in silenzio e senza muoversi per circa cinque minuti. Poi alzò la testa rimanendo seduto normalmente. Nessuno diede importanza alla cosa. Il giorno dopo Padre Carmelo andò a visitare un uomo malato in paese. Questi, quando lo vide, lo ringraziò per avergli mandato Padre Pio il giorno prima. Padre Carmelo rimase sconcertato.  Il malato e i suoi familiari avevano tutti visto Padre Pio nella stanza. Quando Padre Carmelo domandò a che ora avevano visto Padre Pio, il tempo corrispondeva esattamente alla durata dell'intervallo della recita quando Padre Pio era sembrato assopito. (McCaffery, Tales, 26) (Ruffin, Padre Pio, 325)

      

Padre Carmelo da Sessano con Padre Pio

 

Un uomo di Maglie

Un frate cappuccino del convento di Maglie, vicino a Lecce, aveva il padre costretto permanentemente a letto a cause di una malattia alla spina dorsale. Un giorno il frate scrisse una lettera a Padre Pio pregandolo di intercedere per il padre che stava lentamente morendo. Padre Pio rispose assicurandolo delle preghiere. Il tempo passò e la malattia aveva preso un rapido corso per il peggio. Un pomeriggio il malato vide un frate con la barba accanto al suo letto, che gli disse: "Tu stai soffrendo! Soffri con pazienza!" Lo stesso accadde per i nove giorni seguenti, e il malato peggiorava invece di migliorare. Il decimo giorno si penso' di dare al malato l'estrema unzione. Il frate apparve e questa volta disse: "Basta adesso! Hai sofferto abbastanza!" Da quel momento in malato comincio' a migliorare finche guarì completamente. Dopo poche settimane egli riprese il suo lavora nei campi. Il frate scrisse a Padre Pio una lettera di ringraziamento. (Cataneo, Padre Pio, 100-1)

 

 

 

Il sagrato

Dr. Sala, il medico di Padre Pio che lavorava alla Casa Sollievo, riporta che una sera mentre stava attraversando lo spiazzale di Santa Maria delle Grazie alla fine del lavoro, vide Padre Pio che camminava a piedi verso il convento attraverso la piazza. Egli salutò, ma Padre Pio non rispose al saluto. Poi Padre Pio continuò a camminare verso il convento e attraversò la porta chiusa, senza bussare e senza usare la chiave, e scomparve dentro. Il giorno dopo il dr. Sala chiese a Padre Pio perché non lo aveva salutato la sera prima mentre attraversava la piazza. Padre Pio non negò e disse: "Evidentemente non ti ho sentito." (Bruno, Road, 26)

Il dr. Giuseppe Sala con Padre Pio

Vigliacco

  Uno dei suoi figli spirituali residente a Roma era abituato togliersi il cappello in segno di rispetto, passando davanti a una chiesa. Un giorno passando davanti a una chiesa ebbe vergogna di togliersi il cappello perché stava in allegra compagnia. Una voce ben conosciuta gli gridò all'orecchio: "Vigliacco." La prossima volta che vide Padre Pio, il Padre gli disse: "Questa volta non hai avuto che una sgridata. Ma la prossima volta avrai un sonoro scapaccione." (Winowska, Il vero, 149-50) (Gaudiose, Prophet, 163)

 

Padre Benedetto

Il 18 luglio 1948 Padre Benedetto, che era stato direttore spirituale  e superiore provinciale di Padre Pio, stava morendo nel convento di San Severo. Il Padre Guardiano del convento chiese a Padre Benedetto se voleva che chiedesse a Padre Pio di venire a visitarlo. Padre Benedetto: "No. Non è necessario. Padre Pio è qui vicino a me." (Ruffin, Padre Pio, 192)

Raffaelina Cerase

Quando Padre Pio era ancora a Foggia, il 25 marzo 1960, Padre Nazareno da Arpaise e Padre Pio Si recarono a trovare donna Raffaelina Cerase gravemente ammalata. Padre Nazareno testimoniò : "Prima di lasciarla, le ho dato l'assoluzione in articulo mortis, ed io e Padre Pio siamo rientrati al convento. Alle quattro del mattino bussarono alla porta del convento e un uomo mi chiese quattro candelabri da mettere intorno alle spoglie di donna Raffaelina, che era appena morta. Andai subito ad avvertire Padre Pio per annunciargli la morte della Cerase.  Padre Pio, senza agitarsi, mi rispose: "L'ho assistita io: è andata direttamente in Paradiso." (Chiron, 88-9)

 

Basilica di San Pietro

Don Orione (ora San Luigi Orione) disse al Papa Pio XI che egli aveva personalmente visto Padre Pio, nella Basilica di San Pietro in Roma, Durante il rito di Beatificazione di San Teresa del Bambino Gesù. Il Papa disse: "Siccome sei stato tu a dirmelo, io ti credo." (Napolitano, Padre Pio, 185) (Gallagher, Padre Pio, 124) (Winowska, Il vero, 103)

 

San Luigi Orione

 

25 ottobre 1921: Cardinal Silj

 

Il Cardinale Augusto Silj, cugino del cardinal Gasoarri, fu a San Giovanni Rotondo in visita a Padre Pio il 25 ottobre 1921. Scrisse sul registro dei visitatori: "Ho con molta soddisfazione spirituale visitato il reverendo Padre Pio nel conventodi San Giovanni Rotondo. Raccomando alle sue orazioni tutte le mie intenzioni espostegli a voce, e ringrazio il molto reverendo padre guardiano della cortese ospitalità riservata a me e al mio compagno di viaggio, mons. Giuseppe De Angelis.

Secondo la conessa Virginia Silj, cognata del cardinale, la visita di questi a Padre Pio avvenne per ordine del papa Benedetto XV "per vedere, inquisire, e osservare , e poi riferire a lui quanto riguardava il movimento intorno a Padre Pio::: e all'operato dei cappuccini in S. Maria delle Grazie. " (Epistolario IV, pag. 17)

 

 

La reliquia

La contessa Virginia Silj, cugina del cardinale Pietro Gasparri e cognata del cardinal Silj, aveva invitato diversi dignitari ecclesiastici, incluso Padre Pio delle Piane di San Francesco di Paola, suo confessore, per la dedicazione della cappellina privata che lei aveva fatto costruire nel suo appartamento in Via del Tritone a Roma. Tra gli invitati c'erano il suo cugino cardinal Gasparri, e suo cognato il cardinal Silj.

Mentre si discuteva per decidere a quale santo dedicare la cappella quando entrò in casa una giovane suora che diede alla contessa una reliquia della Santa Croce dicendo che la sera prima era venuto a visitarla Padre Pio "in carne e ossa" e l'aveva pregata di consegnare la reliquia alla contessa Silj il mattino seguente. La cappellina fu dedicata alla Santa Croce. Quando tempo dopo la contessa visitò Padre Pio, egli confermò di aver dato personalmente la reliquia alla suora. (Napolitano, Padre Pio, 187-8).

 

Lo studio di Papa Pio XI

Papa Pio XI si trovava nel suo studio discutendo con alcuni cardinali sull'argomento della sospensione "a divinis" di Padre Pio, quando improvvisamente vide entrare un frate cappuccino, con le mani entro le maniche del saio, che, procedendo con passo claudicante, si reca direttamente da lui, senza che i presenti possano fermarlo e, prostratosi al bacio del sacro piede, gli dice: "Santità, per il bene della Chiesa non permettete questo." Quindi, chiesta la benedizione e baciando nuovamente il sacro piede, uscì. Superato il momento di smarrimento, alcuni prelati si recano alla porta per chiedere alle guardie il motivo per cui abbiano fatto entrare il frate; ma si sentono rispondere che nessuno si e' avvicinato e tantomeno entrato nella sala. Il Papa non da' seguito al fatto, ma, intuendo di che cosa possa trattarsi, interrompe la riunione e chiamato a se il cardinale Augusto Silj, ci cui conosceva l'ammirazione per Padre Pio, l'incarica di recarsi a San Giovanni Rotondo per indagare se Padre Pio si fosse allontanato dal convento quel giorno. Silj, come è ovvio riceve la conferma dal Padre Guardiano (al quale però non rivela il motivo della richiesta) che Padre Pio, in quella data e ora, stava in coro a pregare. A seguito di questo fatto il Papa dopo aver esclamato "qui' c'è il dito di Dio, ordina l'archiviazione della pratica. (Peroni, Padre Pio, 325-6) (Ruffin, Padre Pio, 198) La notizia e' stata resa nota dalla cognata del cardinale Contessa Virginia Silj, soltanto dopo la morte del papa Pio XI.  La contessa Silj aveva viaggiato a San Giovanni Rotondo col cardinal Silj (Peroni, Padre Pio, 329-30, nota 25)

 

 

A maggio 1924 visitò San Giovanni Rotondo, con il padre e uno zio, la contessa Virginia Silj, cognata del card. Augusto Silj e cugina del cardinale Pietro Gasparri: la contessa era lì naturalmente per colloqui con Padre Pio; al convento lasciò pure un'offerta  in denaro e un messale del costo di lire 193, come annota nel suo diario e nei registri del convento il superiore del tempo, Padre Ignazio. (Mischitelli, 458, prosieguo di nota 2)

 

 

 

 

 

 

Pope Pius XI

 

Sua Eminenza Augusto Silj

 

Madre Speranza

La venerabile Madre Speranza da Collevalenza, attestò nel 1970 che: "Quando io lavoravo al Sant'Offizio in Vaticano, vidi Padre Pio ogni giorno per un anno intero. Egli usava avere i mezzi guanti sulle mani per nascondere le stimmate. Io lo salutavo, baciavo la sua mano, e qualche volta scambiavamo delle parole. Questo avvenne tra il 1937 e il 1939. (Schug, A Padre Pio, 45-6) Madre Speranza confermò il fatto, diversi anni dopo,  a Padre Alberto D'Apolito (D'Apolito, Padre Pio, 362-4)

 

Madre Speranza

 

Padre Gemelli

Rina Giordanelli: "Un giorno del luglio 1959, mentre ero a San Giovanni in attesa della nascita del mio terzo figlio, Padre Pellegrino mi mise al corrente di un episodio straordinario, che lo aveva particolarmente colpito ed edificato. "Padre Pio mi ha chiamato e io sono andato immediatamente nella sua camera: l'ho trovato tutto rosso in volto, emozionato e contento come un bambino. Non poté' fare a meno di confidarmi che aveva confessato Padre Agostino Gemelli in punto di morte." Padre Gemelli morì il 15 luglio del 1959.   (Pronzato, Padre Pio un santo, 40)

Padre Agostino Gemelli

 

Daniel Batonnier

Daniel Batonnier di Alencon, in Francia, di anni sei, era in pericolo di morte colpito da meningite cerebro spinale. Ricoverato in ospedale, si dibatte e delira contro i tormenti di un'agonia sempre più  vicina. Per i medici gli resta un solo giorno di vita. La madre è al colmo del dolore. I vicini di casa si offrono di mandare un telegramma a Padre Pio chiedendogli di pregare per Daniel. Il telegramma viene inviato alle 13:30 del 29 gennaio 1957 dall'ufficio postale di Alencon, destinazione: Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo. Alle ore 15, la signora Batonnier sta vicino al figlio in ospedale. Daniele ha 41 di febbre ed è in preda a terribili convulsioni.  Alle 16 la febbre scende a 37. La mamma, che aveva il marito e altri sette figli da accudire, torna a casa. L'indomani mattina torna in ospedale e trova Daniele perfettamente guarito. Il medico lo esamina e dice: "Non ci capisco niente, suo figlio non solo è salvo, ma è completamente guarito."  La mamma torna a casa e partecipa la sua gioia con i vicini di casa. Una donna le da' da leggere un libro su Padre Pio, con una sua foto sulla copertina. La mamma torna in ospedale con il libro sotto il braccio, si avvicina al letto del figlio, e questo, guarda la copertina del libro e dice: 'Mamma, io lo conosco quel prete. E' già venuto a trovarmi due volte stamattina sul tardi, per non farmi paura. Poi se ne è andato. Mamma, quando divento grande voglio diventare un prete come lui." (Chiron, Padre Pio, 270-1)

 

Il cardinal Joseph Mindszenty

Il cardinal Joseph Mindszenty, primate di Ungheria, si trovava in carcere a Budapest sin dal 1949, condannato all'ergastolo dal regime comunista. E' stato riportato che un frate con la barba portava frequentemente tutto l'occorrente perché' il cardinale potesse celebrare la Messa. (Allegri, La vita, 558)

Padre Pio porta al Cardinal Mindszenty in prigione pane e vino per celebrare la Messa. Mosaico nella cripta di San Pio.

 

Padre Bonaventura

Padre Bonaventura, un frate cappuccino di Napoli, riportò che nel 1956, mentre egli stava predicando verso le 7 di sera nella basilica dello Spirito Santo in Napoli, lui e tutti i presenti in chiesa videro Padre Pio che in silenzio nella navata centrale ascoltando la predica. Stette in piedi per almeno quaranta minuti, anche durante le preghiere. Padre Bonaventura scrisse a Padre Carmelo, il superiore del convento di San Giovanni Rotondo, chiedendogli di domandare a Padre Pio se lui era veramente stato a Napoli quella sera. Padre Pio: "Sì è vero. E' vero." (Schug, A Padre, 6)

 

Padre Placido e l'impronta della mano

Nel luglio del 1957, Padre Placido fu ricoverato urgentemente nell'ospedale di San Severo per una grave forma di cirrosi epatica. La notte egli vide Padre Pio presso il suo letto che lo confortava e gli assicurava la guarigione. Poi lo vide avvicinarsi alla finestra della camera, posare la mano sul vetro, e scomparire. La mattina dopo Padre Placido guardò verso la finestra e vide l'impronta di una mano. Si avvicinò e riconobbe l'impronta della mano di Padre Pio. Si convinse allora che la visita di Padre Pio non era stato un sogno, ma una realta'. La notizia si sparse nell'ospedale e in città e molti vennero a vedere la finestra con l'impronta della mano. Si cercò di pulire il vetro con detersivo, ma riappariva sempre. Io, Padre Alberto D'Apolito, chiesi a Padre Pio  se era stato a San Severo da Padre Placido. Padre Pio: "E tu ne dubiti? Sì sono andato." (D'Apolito, Padre, 141-2) (Ingoldsby, Padre Pio, 91-2)

Padre Placido da San Marco in Lamis

 

Ma è proprio lui!

La signora Concetta Bellarmini di S. Vito Lanciano, farmacista, nel 1926 aveva contratto una malattia che, per un'infezione generale del sangue e una sopravvenuta broncopolmonite, l'aveva ridotta in condizioni disperate. La sua pelle aveva assunto un colore giallastro. Allora una parente, visto che i medici non vi potevano far più nulla, le consigliò di rivolgersi a Padre Pio, che l'ammalata non aveva mai conosciuto. I figli però vi si opponevano, perché non credevano affatto a tutto quello che si andava dicendo del Frate del Gargano. La signora Concetta invece vi credeva e cominciò a pregarlo fervidamente.

Un giorno, mentre stava a letto, si vide comparire nel mezzo della stanza un Cappuccino, il quale senza toccarla, le sorrise e la benedisse. L'ammalata non ebbe paura di questa apparizione, ma invece ne sentì pace e tranquillità. Poi chiese se la sua venuta significasse la grazia della conversione dei figli o quella della sua guarigione. Il Cappuccino le rispose: «Domenica mattina starai bene». Detto questo, scomparve lasciando dietro di sé una scia d'intenso profumo, che fu sentito anche dalla domestica della casa. Venuta la domenica la signora Concetta si sentì guarita e inoltre constatò che la sua pelle era ritornata normale. Allora volle andare a S. Giovanni Rotondo per conoscere e ringraziare Padre Pio e in questo viaggio si fece accompagnare dal fratello. Quando giunsero si portarono al convento e chiesto alla gente chi fosse Padre Pio, se lo videro additare mentre egli passava in mezzo alla folla. Allora la signora Bellarmini, guardandolo lo confrontò col Cappuccino che le era apparso nella sua casa di S. Vito Lanciano e subito esclamò: «Ma è lui, è proprio lui!» (Cataneo, Padre Pio, 136-7) (Del Fante, Per la storia, 471-2)


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