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martedì 29 settembre 2020

San Michele, Gabriele e Raffaele, Santi Arcangeli

 

Martedì 29 settembre 2020 - Tempo Ordinario XXVI - Anno A domenicale II feriale

San Michele, Gabriele e Raffaele, Santi Arcangeli

Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.

Liturgia: Dn 7,9-10.13-14; Sal 137; Gv 1, 47-51.

Celebrazione della S. Messa Novus Ordo (con Rosario) dal Duomo di Verona, ore 18.30

Celebrazione della S. Messa Vetus Ordo dalla Chiesa Ss.ma Trinità dei Pellegrini, ore 18.30

Antifona d'Ingresso Sal 102,20
Benedite il Signore, voi tutti suoi Angeli,
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti al suono della sua parola.

Benedícite Dóminum, omnes Angeli eius, poténtes virtúte, qui fácitis verbum eius, ad audiéndam vocem sermónum eius.

Colletta
O Dio, che chiami gli Angeli e gli uomini a cooperare al tuo disegno di salvezza, concedi a noi pellegrini sulla terra la protezione degli spiriti beati, che in cielo stanno davanti a te per servirti e contemplano la gloria del tuo volto. Per il nostro Signore...

Deus, qui miro órdine Angelórum ministéria hominúmque dispénsas, concéde propítius, ut, a quibus tibi ministrántibus in cælo semper assístitur, ab his in terra vita nostra muniátur. Per Dóminum.

...


venerdì 24 marzo 2017

«Ave, Maria, piena di Grazia, ave!»

Il mondo, il Cielo, l'Eterno 
attendono la tua parola!

Ludovico Seitz, Annunciazione. Cappella Tedesca. Loreto

16. L'Annunciazione. Lc 1,26-38

Ciò che vedo. Maria, fanciulla giovanissima, quindici anni al massimo all'aspetto, è in una piccola stanza rettangolare. Una vera stanza di fanciulla. Contro una delle due pareti più lunghe è il giaciglio: un basso lettuccio senza sponde, coperto di alte stuoie o tappeti. Si direbbe che sono stesi o su una tavola o su un traliccio di canne, perché stanno molto rigidi e senza curve come avviene nei nostri letti. Contro l'altra
parete, una scansia con una lucerna ad olio, dei rotoli di pergamena, un lavoro di cucito piegato con cura, pare un ricamo.
Di fianco a questa, verso la porta che è aperta sull'orto ma velata da una tenda che palpita ad un leggero vento, è seduta su uno sgabello basso la Vergine. Fila del lino candidissimo e morbido come una seta. Le sue piccole mani, solo di poco più scure del lino, prillano sveltamente il fuso. Il visetto giovanile, e tanto tanto bello, è lievemente curvo e lievemente sorridente, come se accarezzasse o seguisse qualche dolce pensiero.
Vi è molto silenzio nella casetta e nell'orto. Vi è molta pace tanto sul viso di Maria quanto nell'ambiente che la circonda. Pace e ordine. Tutto è lindo e ordinato, e l'ambiente, umilissimo nel suo aspetto e nelle suppellettili, quasi nudo come una cella, ha un che di austero e regale per il grande nitore e la cura con cui sono disposte le stoffe sul lettuccio, i rotoli, il lume, la piccola brocca di rame presso al lume, con entro un
fascio di rami fioriti, rami di pesco o di pero. Non so. Sono certo di alberi da frutto di un bianco lievemente rosato.

Maria si mette a cantare sottovoce e poi alza lievemente la voce. Non va al gran canto. Ma è già una voce che vibra nella stanzetta e nella quale si sente una vibrazione d'anima. Non capisco le parole, dette certo in ebraico. Ma, dato che ripete ogni tanto: «Jehovà», intuisco che sia qualche canto sacro, forse un salmo. Forse Maria ricorda i canti del Tempio. E deve essere un dolce ricordo, perché posa sul grembo le mani sorreggenti il filo e il fuso e alza il capo appoggiandolo indietro alla parete, accesa da un bel rossore nel viso, con gli occhi persi dietro a chissà quale soave pensiero, fatti lucidi da un'onda di pianto che non trabocca ma che li fa più grandi. Eppure quegli occhi ridono, sorridono al pensiero che vedono e che l'astrae dal sensibile. Il viso di Maria, emergente dalla veste bianca e semplicissima, così rosato e cinto dalle trecce che porta avvolte come corona intorno al capo, pare un bel fiore.

Il canto si muta in preghiera: «Signore Iddio Altissimo, non tardare oltre a mandare il tuo Servo per portare la pace sulla terra. Suscita il tempo propizio e la vergine pura e feconda per l'avvento del tuo Cristo. Padre, Padre santo, concedi alla tua serva di offrire la sua vita a questo scopo. Concedimi di morire dopo aver visto la tua Luce e la tua Giustizia sulla terra e di aver conosciuto che la Redenzione è compiuta. O Padre santo, manda alla terra il Sospiro dei Profeti. Manda alla tua serva il Redentore. Che nell'ora in cui cessi il mio giorno, si apra per me la tua Dimora, perché le sue porte sono state già aperte dal tuo Cristo per tutti coloro che hanno sperato in Te. Vieni, vieni, o Spirito del Signore. Vieni ai tuoi fedeli che ti attendono. Vieni,
Principe della Pace!.. ». Maria resta assorta così...

La tenda palpita più forte, come se qualcuno dietro ad essa ventilasse con qualcosa o la scuotesse per scostarla. E una luce bianca di perla fusa ad argento puro fa più chiare le pareti lievemente gialline, più vivi i colori delle stoffe, più spirituale il volto sollevato di Maria. Nella luce, e senza che la tenda sia scostata sul mistero che si compie - anzi non palpita più, pende ben rigida contro gli stipiti, come fosse parete che isola l'interno dall'esterno - si prosterna l'Arcangelo.
Deve necessariamente assumere aspetto umano. Ma è un aspetto trasumanato. Di quale carne è composta questa figura bellissima e folgorante? Di quale sostanza l'ha materializzata Iddio per renderla sensibile ai sensi della Vergine? Solo Dio può possedere queste sostanze e usarle in tal maniera perfetta. È un volto, è un corpo, sono occhi, bocca, capelli e mani come le nostre. Ma non sono la nostra opaca materia. È una luce che
ha preso colore di carne, di occhi, di chioma, di labbra, una luce che si muove e sorride e guarda e parla.

«Ave, Maria, piena di Grazia, ave!». La voce è un dolce arpeggio come di perle gettate su un metallo prezioso.
Maria trasale e abbassa lo sguardo. E più trasale quando vede la fulgida creatura inginocchiata ad un metro circa di distanza da Lei e che, con le mani incrociate sul petto, la guarda con una venerazione infinita.

Maria balza in piedi e si stringe alla parete. Diviene pallida e rossa alternativamente. Il suo viso esprime stupore e sgomento. Si stringe inconsciamente le mani sul seno nascondendole sotto le larghe maniche, si curva quasi per nascondere il più possibile il suo corpo. Un atto di pudore soave.

«No. Non temere. Il Signore è teco! Tu sei benedetta fra tutte le donne»
Ma Maria continua a temere. Da dove è venuto quell'essere straordinario? È un messo di Dio o
dell'Ingannatore?

«Non temere, Maria!» ripete l'Arcangelo. «Io sono Gabriele, l'Angelo di Dio. Il mio Signore mi ha mandato a te. Non temere, perché tu hai trovato grazia presso Dio. Ed ora tu concepirai nel seno e partorirai un Figlio e gli porrai nome
"Gesù". Questi sarà grande, sarà chiamato Figlio dell'Altissimo (e tale sarà in vero) e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe, e il suo Regno non avrà mai fine. Comprendi, o santa Vergine amata dal Signore, Figlia benedetta di Lui, chiamata ad esser Madre del suo Figlio, quale Figlio tu genererai».

«Come può avvenire questo se io non conosco uomo? Forse che il Signore Iddio più non accoglie l'offerta della sua serva e non mi vuole vergine per amor di Lui?».
«Non per opera di uomo sarai Madre, o Maria. Tu sei l'eterna Vergine, la Santa di Dio. Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell'Altissimo ti adombrerà. Perciò Santo si chiamerà Colui che nascerà da te, e Figlio di Dio. Tutto può il Signore Iddio nostro. Elisabetta, la sterile, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio che sarà il Profeta del tuo Figlio, colui che ne prepara le vie. Il Signore ha levato a questa il suo obbrobrio, e la sua memoria resterà nelle genti congiunta al nome tuo, come il nome della sua creatura a quello del tuo Santo, e fino alla fine dei secoli le genti vi chiameranno beate per la Grazia del Signore venuta a voi ed a te specialmente; venuta alle genti per mezzo tuo. Elisabetta è nel suo sesto mese ed il suo peso la solleva al gaudio, e più la solleverà quando conoscerà la tua gioia. Nulla è impossibile a Dio, Maria, piena di Grazia. Che devo dire al mio Signore? Non ti turbi pensiero di sorta. Egli tutelerà gli interessi tuoi se a Lui ti affidi. Il mondo, il Cielo, l'Eterno attendono la tua parola!».

Maria, incrociando a sua volta le mani sul petto e curvandosi in un profondo inchino, dice: «Ecco l'ancella di Dio. Si faccia di me secondo la sua parola».

L'Angelo sfavilla nella gioia. Adora, poiché certo egli vede lo Spirito di Dio abbassarsi sulla Vergine curva nell'adesione, e poi scompare senza smuover tenda, ma lasciandola ben tirata sul Mistero santo.

AVE! MARIA! AVE!

lunedì 21 novembre 2011

IL MISTERO GIOIOSO DELLA MIA PRESENTAZIONE AL TEMPIO DEL SIGNORE

Francesco Mancini, Maria fanciulla è accolta nel Tempio - Basilica "Madonna della Misericordia", Macerata.
Francesco Mancini, Maria fanciulla è accolta nel Tempio – 
Basilica "Madonna della Misericordia", Macerata.


L'ingresso della Madre di Dio nel Tempio - Icona della Scuola di Mosca [XVI sec.].
L’ingresso della Madre di Dio nel Tempio – 
Icona della Scuola di Mosca [XVI sec.].





"E' un mistero di silenzio, di offerta, di preghiera 
e di personale immolazione.

Come dolce ed immacolata vittima di amore, vengo offerta al culto del mio Signore.
A Lui ormai appartengo per sempre, gioiosa di mettermi al suo servizio, nella preghiera e nel silenzio, per la sua più grande gloria.

Anche per tutti voi, figli che vi siete a Me consacrati, è ormai giunta l'ora di entrare nel Tempio del mio Cuore Immacolato.

E'  in questo Cuore che Io

vi formo sempre più ad un profondo silenzio ... per accogliere, meditare, custodire, vivere e donare la sola Parola di Dio.

vi preparo alla vostra offerta ... e vi dispongo dolcemente alla vostra immolazione spirituale e fisica.

vi chiamo ad una continua preghiera fatta con abbandono, con fiducia, con perseveranza.

Non turbatevi.
Sono i tempi forti della purificazione, della grande tribolazione e della apostasia.

Per questo OGGI vi invito tutti ad entrare nel Tempio del mio Cuore Immacolato, perché possa offrirvi alla perfetta glorificazione della Santissima Trinità". (MSM 461: 21 nov, 1991)

Maria accompagnata al Tempio dai genitori e da un Angelo - Icona russa moderna.
Maria accompagnata al Tempio 
dai genitori e da un Angelo – 
Icona russa moderna.


Maria è il vero Tempio di Dio


I grandi Padri della Chiesa, che hanno celebrato la festa con testi talvolta bellissimi, non hanno mancato di sottolineare che Maria con la sua dimora nel Tempio di Gerusalemme sia diventata lei stessa il vero Tempio di Dio. È quanto fanno anche gli Autori dei testi della Liturgia sira, sostenendo che Maria offerta al Tempio sia da considerare il vero Tempio di Dio, essendo stata destinata a diventare luogo della sua abitazione, come si può leggere nelle seguenti strofe tratte dai Vespri:
"Come l’arca della testimonianza dell’amore di Dio
fu portata nel tempio dell’Altissimo,
così Maria entrò nel tempio di Dio
per offrire se stessa in vero sacrificio
a Dio che l’aveva destinata per sua abitazione
.


Benedetta Madre, Vergine piena d’ogni bellezza,
Maria Madre di Dio, noi chiediamo e supplichiamo
l’amato Figlio da te sorto,
di salvare noi e tutti i popoli dalle prove
e dalle tribolazioni ordite per noi dal Nemico
.
Noi lo invochiamo in una maniera confacente a Dio:
‘Tu sei benedetto, Signore Forte e Dio dei nostri padri’.
Chi può aprire bocca e parlare in modo adeguato
e dire parole degne del tuo concepimento,

o santa Vergine Maria, Madre di Dio?
Tu hai partorito, senza sperimentare dolore,
l’amatissimo Figlio che procede dal Padre
.
Prega e supplicalo in ogni tempo per la nostra stirpe,
per liberare noi mortali da ogni corruzione"
.
George Gharib


(il Sedro propriamente detto introduce nel cuore stesso del mistero ed esalta la figura celebrata ricorrendo ad immagini prestate dalla Bibbia e dal mondo della natura, offrendo così un ritratto spirituale e teologico di Maria; la Preghiera dell’incenso, infine, rivolge un invito ai fedeli a partecipare al mistero e a viverlo come si deve.)

"Chi può magnificare la tua celeste bellezza, o Vergine pura e immacolata, che facesti vedere Dio quando prese carne nel tuo puro e verginale grembo? O chi non sarebbe stupefatto quando con il patriarca Giacobbe sente dire: ‘Com’è terribile questo luogo! Questo non è altro che la porta del cielo!’.
Gabriele stesso, capo delle Potenze celesti, ti ha salutata come piena di grazia. E in mezzo ai fedeli redenti, o Vergine Madre di Dio, la tua fama è ugualmente esaltata, perché tu sei la causa di salvezza per tutta la terra.
Tu sei in verità la Madre dell’Agnello vivente di Dio che toglie i peccati del mondo. All’inizio l’Adamo terrestre per mezzo della sua costola ha messo in mano ad Eva il potere di diffondere nel mondo la nostra razza. Ma alla fine dei tempi tu hai portato nella carne l’Adamo celeste, in purezza e senza i tormenti della nascita terrena, la nostra nascita nuova e spirituale per la nostra salvezza.

Per questo noi ti supplichiamo, o piena di grazia, che hai libertà di parola davanti all’Emanuele da te nato: chiedi per noi di poter rinascere veramente tramite la sua parola vivente ed eterna.

Se la carne non può dare nascita che alla carne, lo Spirito invece fa nascere lo Spirito: ottieni per la Chiesa, sposa di tuo Figlio, quei doni e carismi dello Spirito Santo che sono il suo ornamento nuziale.
E noi, qui riuniti in sua presenza per rendere omaggio al tuo Ingresso nel Tempio, possiamo essere sempre degni di offrire adorazione in spirito e verità a Colui per il cui avvento la verità venne in questo mondo.

E noi potremo offrire lode e azione di grazie a lui, al suo Padre e allo Santo Spirito, ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen".




Preghiera dell’incenso 




"O incenso puro che profuma tutti gli esseri celesti e spirituali, e che fa vivere tutte le creature e tutte le cose, effluvio della vita e soffio della purezza, noi ti preghiamo, o Signore Iddio, e supplichiamo la tua misericordia di accogliere da noi tuoi servi peccatori questo incenso fragrante, offerto a te in questo giorno della gloriosa e santa commemorazione di Maria, tua santa Madre

Noi preghiamo che per suo tramite tu ci procuri ogni abbondante benedizione, il perdono dei peccati e delle trasgressioni commesse da noi, poveri peccatori. Donaci, per le sue preghiere, pace ininterrotta e tranquillità durevole, che possiamo offrire a te e a tuo Padre e al Santo Spirito lode e azione di grazia senza mai smettere, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen".

AMDG et BVM






giovedì 24 marzo 2011

SAN GABRIELE ARCANGELO



 SAN GABRIELE ARCANGELO

San Gabriele è uno dei tre Angeli di cui conosciamo il nome, come S. Michele e S. Raffaele. Il suo nome s'interpreta «Fortezza di Dio». Ebbe tre grandi missioni.
La prima verso Daniele, per indicargli con precisione le 70 setti­mane d'anni prima della venuta del Redentore.
La seconda verso Zaccaria per predirgli la nascita di S. Giovanni Battista e punirlo per incredulità.
La terza fu l'Annunciazione a Maria della nascita del Verbo. Per questo è considerato anche come l'Angelo dell'Incarnazione. Raccomandiamoci a S. Gabriele, affinché sia il nostro avvocato in Cielo e ci faccia conseguire i benefici dell'Incarnazione che egli ha annunziato.

Preghiera a S. Gabriele

O Dio, che tra tutti gli Angeli hai scelto l'Arcangelo Gabriele per annunciare il mistero della tua Incarnazione, concedi, te ne pre­ghiamo, che celebrando la sua festa sulla terra, noi sperimentia­mo gli effetti del suo Patrocinio nel Cielo. Per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen.

Preghiera

«O glorioso Arcangelo S. Gabriele, io condivido la gioia che pro­vasti nel recarti quale celeste Messaggero a Maria, ammiro il ri­spetto con cui ti presentasti a lei, la devozione con cui la saluta­sti, l'amore con cui, primo fra gli Angeli, adorasti il Verbo Incarna­to nel suo seno e ti prego di ottenermi di ripetere con gli stessi tuoi sentimenti il saluto che allora rivolgesti a Maria e di offrire con lo stesso amore gli ossequi che allora presentasti al Verbo fatto Uomo, con la recita del Santo Rosario e dell'Angelus Domini». Amen. 

Orazione a S. Gabriele Arcangelo protettore delle tecniche audiovisive

O Padre celeste, ti ringrazio per aver scelto tra gli angeli san Ga­briele a portare l'annunzio dell'Incarnazione e Redenzione del­l'umanità. Maria accolse con fede l'annunzio, ed il tuo Figlio s'in­carnò e, morendo sulla croce, redense tutti gli uomini.
La maggior parte di essi però non ha ancora ricevuto il messag­gio della salvezza e vive nelle tenebre.
San Gabriele, protettore delle tecniche audiovisive, cinema, ra­dio e televisione, supplica il Maestro Gesù perché con questi potenti mezzi la Chiesa possa, al più presto, predicare la verità divina da credere e indicare la via da seguire.
Che questi doni di Dio servano all'elevazione e alla salvezza di tutti.
Che mai queste tecniche siano adoperate per l'errore e la rovina delle anime!
Che ogni uomo accolga docilmente il messaggio di Gesù Cristo.
San Gabriele, prega per noi e per l'apostolato delle tecniche audiovisive. Amen.
(don G. Alberione)

Invocazione a S. Gabriele

Grande arcangelo Gabriele, mi rivolgo a te con speranza infinita. Ai tempi di Erode, re di Giudea c'era un sacerdote di nome Zaccaria, che aveva per moglie Elisabetta: non avevano figli, per­ché Elisabetta era sterile ed erano entrambi avanti con gli anni. Tu sei apparso a Zaccaria e gli hai detto: « La tua preghiera è stata esaudita: tua moglie partorirà un figlio, che sarà per te causa di gioia e di allegria, perché sarà grande davanti al Signore». Sei stato sempre tu ad annunciare a Maria che lo Spirito Santo sareb­be disceso su di lei e che sarebbe rimasta incinta. San Gabriele, tu che sei chiamato l'angelo dell'Annuncio non ho sempre os­servato in maniera irreprensibile, come faceva Elisabetta, i co­mandamenti e i precetti del Signore, ma ti prometto di fare tutto il possibile, se vorrai intercedere per me affinché mi vengano concesse la felicità e la grazia della maternità. Amen
Tratto da: “Preghiere dei Cristiani ai Santi Angeli di Dio”. Don Marcello Stanzione Milizia di S. Michele

                                                                               +                      

   L’Arcangelo Gabriele è il Confortatore del Getsemani, l’Angelo delle Settanta Settimane, L’Arcangelo della gioia,  dei felici annunci, dei sublimi conforti. 27 Az - 24.3.46


   L’Arcangelo di tutti gli annunzi. Puoi dire: è quello. Perché la forza di Dio (Gabriele) fu sempre il vittorioso che portò lo squillo di gioia ai santi e ai profeti, l’indomabile sul quale la pur grande forza di Satana si spezzò come stelo di musco disseccato, l’intelligente che stornò con la buona e lucida intelligenza le insidie dell’altro intelligente ma malvagio, rendendo con prontezza eseguito il comando di Dio.
   In  un grido di giubilo egli, l’Annunziatore che già conosceva le vie della terra per essere sceso a parlare ai Profeti, raccolse dal Fuoco Divino l'immacolata scintilla che era l’anima dell'Eterna Fanciulla e, serrandola in un cerchio di fiamme angeliche: quelle del suo spirituale amore, la portò sulla terra, in una casa, in un seno. 136.6


AMDG