Il santo coraggio della verità : quando il
poverello d’Assisi sfidò il Sultano alla prova del fuoco
dalla Legenda Maior di san Bonaventura
A tredici anni dalla sua
conversione, [Francesco] partì verso le regioni della Siria, affrontando
coraggiosamente molti pericoli, alfine di potersi presentare al cospetto del
Soldano di Babilonia.
Fra i cristiani e i saraceni era in corso una guerra implacabile: i due
eserciti si trovavano accampati vicinissimi, l’uno di fronte all’altro,
separati da una striscia di terra, che non si poteva attraversare senza
pericolo di morte. Il Soldano aveva emanato un editto crudele: chiunque
portasse la testa di un cristiano, avrebbe ricevuto il compenso di un bisante
d’oro. Ma Francesco, l’intrepido soldato di Cristo, animato dalla speranza di
poter realizzare presto il suo sogno, decise di tentare l’impresa, non
atterrito dalla paura della morte, ma, anzi, desideroso di affrontarla.
Confortandosi nel Signore (1Sam 30,6), pregava fiducioso e ripeteva cantando
quella parola del profeta: infatti anche se dovessi camminare in mezzo
all’ombra di morte, non temerò alcun male, perché tu sei con me (Sal 22,4).
Partì, dunque, prendendo con sé un compagno, che si chiamava Illuminato ed era
davvero illuminato e virtuoso.
Appena si furono avviati, incontrarono due pecorelle, il Santo si rallegrò e
disse al compagno: «Abbi fiducia nel Signore (Sir 11,22), fratello, perché si
sta realizzando in noi quella parola del Vangelo: “Ecco, vi mando come agnelli
in mezzo ai lupi”».
Avanzarono ancora e si imbatterono nelle sentinelle saracene, che, slanciandosi
come lupi contro le pecore, catturarono i servi di Dio e, minacciandoli di morte,
crudelmente e sprezzantemente li maltrattarono, li coprirono d’ingiurie e di
percosse e li incatenarono. Finalmente, dopo averli malmenati in mille modi e
calpestati, per disposizione della divina provvidenza, li portarono dal
Sultano, come l’uomo di Dio voleva. Quel principe incominciò a indagare da chi,
e a quale scopo e a quale titolo erano stati inviati e in che modo erano giunti
fin là.
Francesco, il servo di Dio, con cuore intrepido rispose che egli era stato
inviato non da uomini, ma da Dio Altissimo, per mostrare a lui e al suo popolo
la via della salvezza e annunciare il Vangelo della verità.
E predicò al Soldano il Dio uno e trino e il Salvatore di tutti, Gesù Cristo,
con tanto coraggio, con tanta forza e tanto fervore di spirito, da far vedere
luminosamente che si stava realizzando con piena verità la promessa del
Vangelo: «Io vi darò un linguaggio e una sapienza a cui nessuno dei vostri
avversari potrà resistere o contraddire» (Lc 21,15).
Anche il Soldano, infatti, vedendo l’ammirevole fervore di spirito e la virtù
dell’uomo di Dio, lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare
presso di lui. Ma il servo di Cristo, illuminato da un oracolo del cielo, gli
disse: «Se, tu col tuo popolo, vuoi convertirti a Cristo, io resterò molto volentieri
con voi. Se, invece, esiti ad abbandonare la legge di Maometto per la fede di
Cristo, dà ordine di accendere un fuoco il più grande possibile: io, con i tuoi
sacerdoti, entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a
ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa». Ma il Soldano, a lui:
«Non credo che qualcuno dei miei sacerdoti abbia voglia di esporsi al fuoco o
di affrontare la tortura per difendere la sua fede» (egli si era visto,
infatti, scomparire immediatamente sotto gli occhi, uno dei suoi sacerdoti,
famoso e d’età avanzata, appena udite le parole della sfida).
E il Santo a lui: «Se mi vuoi promettere, a nome tuo e a nome del tuo popolo,
che passerete alla religione di Cristo, qualora io esca illeso dal fuoco,
entrerò nel fuoco da solo. Se verrò bruciato, ciò venga imputato ai miei
peccati; se, invece, la potenza divina mi farà uscire sano e salvo,
riconoscerete Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio, come il vero Dio e
signore, salvatore di tutti» (1Cor 1,24; Gv 17,3 e 4,42).
Ma il Soldano gli rispose che non osava accettare questa sfida, per timore di
una sedizione popolare. Tuttavia gli offrì molti doni preziosi; ma l’uomo di
Dio, avido non di cose mondane ma della salvezza delle anime, li disprezzò
tutti come fango.
Vedendo quanto perfettamente il Santo disprezzasse le cose del mondo, il
Soldano ne fu ammirato e concepì verso di lui devozione ancora maggiore. E,
benché non volesse passare alla fede cristiana, o forse non osasse, pure pregò
devotamente il servo di Cristo di accettare quei doni per distribuirli ai
cristiani poveri e alle chiese, a salvezza dell’anima sua. Ma il Santo, poiché
voleva restare libero dal peso del denaro e poiché non vedeva nell’animo del
Soldano la radice della vera pietà, non volle assolutamente accondiscendere.
Vedendo, inoltre, che non faceva progressi nella conversione di quella gente e
che non poteva realizzare il suo sogno, preammonito da una rivelazione divina,
ritornò nei paesi cristiani.