MAGNIFICAT
Motivi per cui si può definire il Magnificat
come il Cantico del Cuore della Santissima Vergine
Io
definisco il Magnificat il sacro Cantico del Sacratissimo Cuore della
Beata Vergine, per molte ragioni.
In primo luogo, perché è sgorgato da questo divin Cuore,
prima di sciogliersi sulla sua bocca.
In secondo luogo, perché la sua bocca non l’ha pronunciato
che per la mozione ricevuta dal suo Cuore carneo, spirituale e divino. Il Cuore
di carne di questa Divina Vergine, infatti, essendo ripieno di una gioia
sensibile e straordinaria, ha spinto la sua santissima bocca a cantare questo
Magnificat con un fervore ed un giubilo straordinari.
Essendo il suo Cuore spirituale tutto rapito e
trasportato in Dio, ha fatto uscire dalla sua santa bocca queste parole
estatiche: «Et
exultavit spiritus meus in Deo salutaris meo: Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore».
Il suo Cuore divino - ossia il suo Divino Bambino, che
risiede nelle sue viscere benedette e dimora nel suo Cuore e che è l’anima
della sua anima, lo spirito del suo spirito e il Cuore del suo Cuore - è il
primo Autore di questo Cantico. È Lui che vi mette i pensieri e le verità che
sono contenuti nello spirito della sua Divina Madre ed è Lui che pronuncia, con
la sua bocca, gli oracoli di cui è ricolmo.
In terzo luogo, il Magnificat è il Cantico del Cuore della Madre d’amore,
ossia il Cantico dello Spirito Santo, che è lo Spirito e il Cuore del Padre e
del Figlio, e che è anche il Cuore e lo Spirito di questa Vergine Madre, di
cui Ella è talmente ricolma e posseduta, che la sua presenza e la sua voce
riempiono san Zaccaria, sant’Elisabetta e il bambino che ella porta nel suo
grembo, di questo stesso spirito.
Infine, è il Cantico del cuore e dell’amore di
questa Vergine amabilissima, perché è il Divino Amore di cui Ella è tutta
infiammata che le fa pronunciare tutte le parole di questo meraviglioso
Cantico, le quali - secondo san Bernardino - sono tante fiamme d’amore, uscite
dall’ardente Fornace del Divino Amore che brucia nel Sacro Cuore di questa
Vergine incomparabile.
O Cantico d’amore, o Cantico Verginale del Cuore della
Madre d’amore, che avete la vostra prima origine nel Cuore stesso del Dio
d’amore, che è Gesù e nel Cuore dell’amore personale ed increato, che è lo
Spirito Santo, non spetta che alla degnissima bocca della Madre del Bell’Amore
di cantarvi e di pronunciarvi. I serafini stessi se ne reputano indegni. Com’è,
dunque, che i peccatori miserabili, tali quali siamo noi, osano proferire le Divine
Parole che Maria ha composto e far passare attraverso le loro bocche immonde i
misteri ineffabili che questo cantico contiene?
Oh! Con quale rispetto e quale venerazione questo santissimo Cantico deve
essere pronunciato e cantato! Oh! Quale deve essere la purezza della lingua e
la santità della bocca che lo pronuncia! Oh! Quale fuoco e quali fiamme d’amore
deve accendere nei cuori degli ecclesiastici e delle persone religiose che lo
recitano e lo cantano sì sovente!
Certamente
bisognerebbe essere tutto cuore e tutto amore per cantare e pronunciare questo
Cantico d’amore.
O Madre del Bell’Amore, fateci
partecipi della santità, del fervore e dell’amore con il quale avete cantato in
terra questo Cantico ammirabile, che canterete per sempre in Cielo con tutti
gli angeli e tutti i santi, ed otteneteci dal vostro Figlio la grazia di essere
nel numero di coloro che lo canteranno eternamente con Voi, per rendere grazie
eterne all’adorabilissima Trinità per tutte le cose grandi che ha operato in Voi
ed attraverso di Voi, e per le grazie innumerevoli che Ella ha elargito a tutto
il genere umano per vostro mezzo.
san Giovanni Eudes
Spiegazione del primo versetto:
"Magnificat * anima mea Dominum"
Questo primo versetto non contiene che quattro parole, ma esse sono piene di molti grandi misteri. Soppesiamole accuratamente con santo timore, ossia, consideriamole attentamente con spirito d’umiltà, di rispetto e di pietà, per animarci a magnificare Dio con la Beata Vergine per le cose grandi e meravigliose che Egli ha operato in Lei, attraverso di Lei, per Lei ed anche per noi.
Ecco la prima parola: Magnificat. Che cosa vuol dire questa parola? Che cosa significa magnificare Dio?
Si può forse magnificare Colui la cui grandezza e magnificenza sono immense,
infinite ed incomprensibili? Niente affatto, ciò è impossibile, ed è
impossibile a Dio stesso, il quale non può farsi più grande di quel che è. Noi
non possiamo magnificare, ossia rendere Dio più grande in Se stesso, poiché le
sue divine perfezioni, essendo infinite, non possono ricevere alcun
accrescimento in se stesse; ma lo possiamo magnificare in noi.
«Ogni anima santa - dice infatti sant’Agostino-, può concepire il Verbo Eterno in se stessa, attraverso la fede; essa può generarlo nelle altre anime attraverso la predicazione della Divina Parola; ed essa può magnificarlo amandolo veramente, affinché essa possa dire: L’anima mia magnifica il Signore»[1]. Magnificare il Signore - insegna ancora sant’Agostino -, è adorare, lodare, esaltare la sua immensa grandezza, la sua maestà suprema, le sue eccellenze e perfezioni infinite.
Possiamo magnificare Dio in molti modi.
1)
Attraverso i nostri pensieri, avendo una grandissima idea e una grandissima
stima di Dio e di tutte le cose di Dio,
2)
Attraverso i nostri affetti, amando Dio con tutto il nostro cuore e al di sopra
di ogni cosa,
3)
Attraverso le nostre parole, parlando sempre di Dio e di tutte le cose che lo riguardano
con profondissimo rispetto, adorandone ed esaltando la sua potenza infinita,
la sua saggezza incomprensibile, la sua bontà immensa e le sue altre
perfezioni,
4)
Attraverso le nostre azioni, compiendole per la sola gloria di Dio,
5)
Praticando ciò che lo Spirito Santo ci insegna in queste parole: «Humilia te in omnibus, et coram Deo
invenies gratiam; quoniam magna potentìa Dei solius, et ab humilibus
onoratur: Quanto più sei grande, tanto più umiliati;
così troverai grazia davanti al Signore; perché grande è la potenza del
Signore e dagli umili egli è glorificato»[2],
6)
Sopportando volentieri le croci che Dio ci invia, per suo amore, poiché non vi
è nulla che lo onori di più che le sofferenze, dal momento che il nostro
Salvatore non ha trovato mezzo più eccellente per glorificare il Padre suo, che
i tormenti e la morte in Croce.
Infine, magnificare Dio è preferirlo ed esaltarlo al di sopra di tutte le cose, attraverso i nostri pensieri, i nostri affetti, le nostre parole, le nostre azioni, le nostre umiliazioni e le nostre mortificazioni.
Ma, ahimè! Noi facciamo spesso tutto il contrario poiché invece di esaltarlo, lo abbassiamo; invece di preferirlo ad ogni cosa, preferiamo le creature al Creatore; invece di preferire la sua Volontà, i suoi interessi, la sua gloria e la sua soddisfazione alla nostra volontà, ai nostri interessi, al nostro onore e alle nostre soddisfazioni, facciamo tutto il contrario, preferendo Barabba a Gesù.
Non è forse quel che fanno tutti i giorni i peccatori? O cosa spaventosa! Dio ha elevato l’uomo al più alto trono della gloria e della grandezza grazie alla sua Incarnazione e l’uomo, ingrato e detestabile, abbassa ed umilia il suo Dio fino al più profondo del nulla. Sì, fino al più profondo del nulla poiché colui che pecca mortalmente preferisce un meschino interesse temporale, l' infame piacere di un momento e quel po’ di fumo di un onore passeggero al suo Dio e al suo Creatore; lo annienta persino, per quanto è possibile, secondo le parole di san Bernardo: «Deum, in quantum in se est, perimit: non volendo altro dio che se stesso e le sue passioni sregolate».
Non è così che agite Voi, o Vergine Santa! Voi, infatti, avete sempre magnificato Dio altissimamente e perfettissimamente, dal primo istante della vostra vita fino all’ultimo. Voi l’avete sempre magnificato eccellentìssimamente, attraverso tutti i vostri pensieri, affetti, parole, azioni e attraverso la vostra profondissima umiltà, tutte le vostre sofferenze, la pratica in sommo grado di tutte le virtù e il santissimo uso che avete fatto di tutte le potenze della vostra anima e di tutti i vostri sensi interni ed esterni. Infine, Voi sola l’avete glorificato più degnamente e magnificato più grandemente di tutte le creature insieme.
Veniamo ora alla seconda parola del nostro Cantico, che è anima.
Notate
che la Beata Vergine non dice “Io magnifico”, ma “L’anima mia magnifica il
Signore”, per mostrare che Ella lo magnifica dal più intimo del suo Cuore e con
tutta l’estensione delle sue potenze interiori.
Ella
non lo magnifica così, solamente con la sua bocca e con la sua lingua, con le
sue mani e i suoi piedi, ma Ella utilizza tutte le facoltà della sua anima,
della sua intelligenza, della sua memoria, della sua volontà e tutte le
potenze della parte superiore ed inferiore della sua anima, sfruttando tutte
le forze interne ed e- steme per lodare, glorificare e magnificare il suo
Dio.
Ed
Ella non lo magnifica solamente a suo nome né per soddisfare gli obblighi
infiniti che ha di farlo, a motivo dei favori inconcepibili che ha ricevuto
dalla sua Divina Bontà, ma Ella lo magnifica anche a nome di tutte le creature
e per tutte le grazie che Egli ha prodigato a tutti gli uomini, essendosi fatto
uomo per renderli dei e per salvarli tutti, se essi vogliono corrispondere ai
disegni dell’amore inconcepibile che ha su di loro.
Ecco la terza parola: mea, “la mia anima”. Qual è quest’anima che la Beata Vergine chiama la sua
anima?
Rispondo
a ciò, in primo luogo, con le parole di un grande Autore[3] che dice che quest’anima della Beata
Vergine è il Figlio suo Gesù, il quale è l’anima dell’anima sua.
In
secondo luogo, rispondo che queste parole, anima mea, comprendono innanzitutto l’anima
propria e naturale - che anima il corpo della Santa Vergine; in secondo luogo,
l’anima del Divino Bambino che Ella porta nelle sue viscere, la quale è unita
così strettamente alla sua, che queste due anime fanno, in certo qual modo,
una sola anima, poiché il Bambino che è nelle sue viscere materne non è che una
cosa sola con sua madre.
In
terzo luogo, queste parole, anima mea,
contraddistinguono e comprendono tutte le anime create ad immagine e
somiglianza di Dio, che sono state, sono e saranno in tutto l’universo. Se,
infatti, san Paolo ci assicura che l’Eterno Padre ci ha donato ogni cosa
donandoci suo Figlio: «Cum
Illo omnia nobis donavit»[4][5][6][7][8], è
fuori di dubbio che, donandoLo alla sua Divina Madre, le ha donato anche ogni
cosa, ragion per cui tutte le anime le appartengono. E poiché Ella non lo
ignora e sa che ha l’obbligo di far uso di tutto ciò che Dio le ha donato, per
il suo onore e per la sua gloria, quando Ella pronuncia le parole: «L’anima mia magnifica il Signore», guardando a tutte le anime che sono state, sono e saranno, come anime
che le appartengono, le abbraccia tutte per unirle all’anima del Figlio suo e
alla sua e per servirsene per lodare, esaltare e magnificare Colui che è
disceso dal Cielo e che si è incarnato nel suo seno verginale per operare la
grande opera della loro Redenzione.
Eccoci all’ultima parola del primo versetto: Dominum.
Qual
è questo Signore che la Beata Vergine magnifica? È Colui che è il Signore dei
signori, e il Signore supremo ed universale del Cielo e della terra.
Questo
Signore è l’Eterno Padre, questo Signore è il Figlio, questo Signore è lo
Spirito Santo: tre Persone divine che non sono che un Dio e un Signore, e che
non hanno che una stessa essenza, potenza, sapienza, bontà e maestà.
La
Santissima Vergine loda e magnifica l’Eterno Padre per averla associata
con luì alla divina paternità, rendendola Madre dello stesso Figlio di cui
Egli è il Padre.
Ella
magnifica il Figlio di Dio, per il fatto che ha voluto sceglierla per sua
Madre ed essere suo vero Figlio.
Ella
magnifica lo Spirito Santo, per aver voluto compiere in Lei la più grande
delle sue opere, ossia il mistero adorabile dell’Incarnazione.
Ella
magnifica il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo per le grazie infinite che
hanno fatto e che intendono fare a tutto il genere umano.
Impariamo da qui che uno dei principali doveri che Dio ci richiede, e uno dei più grandi obblighi verso la Divina Maestà, è la riconoscenza dei benefici, per i quali dobbiamo ringraziarLo con tutto il nostro cuore e con un affetto particolarissimo.
Abbiamo cura, dunque, di imitare in ciò la
gloriosa Vergine, dicendo spesso con Lei: <<Magnificat
anima mea Dominum>>, per ringraziare la
Santissima Trinità, non solo di tutte le grazie che abbiamo ricevuto, ma anche
di tutti i beni che Ella da sempre ha elargito a tutte le sue creature.
E dicendo queste parole: «L’anima mia», ricordiamoci che l’Eterno Padre, donandoci suo Figlio, ci ha dato ogni cosa con Lui e, di conseguenza, che le anime sante di Gesù e della sua Divina Madre, e tutte le anime in generale ci appartengono. Ecco perché possiamo e dobbiamo servircene per la gloria di Colui che ce le ha donate, attraverso un gran desiderio di lodare e glorificare Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze, comprendendo in queste parole tutti i cuori e tutte le anime dell’universo, che sono nostre e che vogliamo unire insieme, formando un cuore e un’anima sola, per impiegarla a lodare il nostro Creatore e Salvatore.
San Giovanni Eudes
[3] Serm.
de Assumpt.
[4]Sir 3,20-21.
[5]«Magnificat anima mea Dominum: Filius meus, qui non jam dimidium animce
mece sed est tota anima mea, magnificat
nunc, per passionem suam, Dominum
meum Deum, Patrem suum, Sponsum meum. Anima
mea Filius meus, qui me in
corpore simul et anima vivam fecit»(VlGERIO, In suo Decachordo, chord. 7). Il
card. Marc Vigier, dell’Ordine dei Frati
minori, morì a Roma nel 1516. Ecco il titolo
completo dell’opera di questo pio servo di Maria: Decachordum christianum, Autore Marco Vigerio di Savona, S. Mariae Transtiberim cardin. Senogalliensi opus Julio li Pont. Max. dicatum; Fani, Hieron. Soncinus,1507.
[6] Rm8,32
LAUDATE DOMINAM NOSTRAM, OMNES GENTES:
GLORIFICATE EAM OMNES POPULI