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sabato 22 agosto 2020

Magnificat 1

 

MAGNIFICAT 

Motivi per cui si può definire il Magnificat

come il Cantico del Cuore della Santissima Vergine

 

Io   definisco il Magnificat il sacro Cantico del Sacratissimo Cuore della Beata Vergine, per molte ragioni.

 

In primo luogo, perché è sgorgato da questo divin Cuore, prima di scio­gliersi sulla sua bocca.

 

In secondo luogo, perché la sua bocca non l’ha pronunciato che per la mozione ricevuta dal suo Cuore carneo, spirituale e divino. Il Cuore di carne di questa Divina Vergine, infatti, essendo ripieno di una gioia sensibile e straordinaria, ha spinto la sua santissima bocca a cantare questo Magnificat con un fervore ed un giubilo straordinari.

 

Essendo il suo Cuore spirituale tut­to rapito e trasportato in Dio, ha fatto uscire dalla sua santa bocca queste pa­role estatiche: «Et exultavit spiritus meus in Deo salutaris meo: Il mio spiri­to esulta in Dio, mio salvatore».

Il suo Cuore divino - ossia il suo Divino Bambino, che risiede nelle sue viscere benedette e dimora nel suo Cuore e che è l’anima della sua anima, lo spirito del suo spirito e il Cuore del suo Cuore - è il primo Autore di questo Cantico. È Lui che vi mette i pensieri e le verità che sono contenuti nello spirito della sua Divina Madre ed è Lui che pronuncia, con la sua bocca, gli oracoli di cui è ricolmo.

 

In terzo luogo, il Magnificat è il Cantico del Cuore della Madre d’amore, ossia il Cantico dello Spirito Santo, che è lo Spirito e il Cuore del Padre e del Figlio, e che è anche il Cuore e lo Spirito di questa Vergine Ma­dre, di cui Ella è talmente ricolma e posseduta, che la sua presenza e la sua voce riempiono san Zaccaria, sant’Elisabetta e il bambino che ella porta nel suo grembo, di questo stesso spirito.

 

Infine, è il Cantico del cuore e dell’amore di questa Vergine amabilis­sima, perché è il Divino Amore di cui Ella è tutta infiammata che le fa pro­nunciare tutte le parole di questo meraviglioso Cantico, le quali - secondo san Bernardino - sono tante fiamme d’amore, uscite dall’ardente Fornace del Divino Amore che brucia nel Sacro Cuore di questa Vergine incompa­rabile.

 

O Cantico d’amore, o Cantico Verginale del Cuore della Madre d’a­more, che avete la vostra prima origine nel Cuore stesso del Dio d’amore, che è Gesù e nel Cuore dell’amore personale ed increato, che è lo Spirito Santo, non spetta che alla degnissima bocca della Madre del Bell’Amore di cantarvi e di pronunciarvi. I serafini stessi se ne reputano indegni. Com’è, dunque, che i peccatori miserabili, tali quali siamo noi, osano proferire le Divine Parole che Maria ha composto e far passare attraverso le loro bocche immonde i misteri ineffabili che questo cantico contiene?

      Oh! Con quale ri­spetto e quale venerazione questo santissimo Cantico deve essere pronuncia­to e cantato! Oh! Quale deve essere la purezza della lingua e la santità della bocca che lo pronuncia! Oh! Quale fuoco e quali fiamme d’amore deve ac­cendere nei cuori degli ecclesiastici e delle persone religiose che lo recitano e lo cantano sì sovente!

Certamente bisognerebbe essere tutto cuore e tutto amore per cantare e pronunciare questo Cantico d’amore.

 

O Madre del Bell’Amore, fateci partecipi della santità, del fervore e dell’amore con il quale avete cantato in terra questo Cantico ammirabile, che canterete per sempre in Cielo con tutti gli angeli e tutti i santi, ed otteneteci dal vostro Figlio la grazia di essere nel numero di coloro che lo canteranno eternamente con Voi, per rendere grazie eterne all’adorabilissima Trinità per tutte le cose grandi che ha operato in Voi ed attraverso di Voi, e per le grazie innumerevoli che Ella ha elargito a tutto il genere umano per vostro mezzo.

 

san Giovanni Eudes


Spiegazione del primo versetto: 

"Magnificat * anima mea Dominum"

Questo primo versetto non contiene che quattro parole, ma esse sono piene di molti grandi misteri. Soppesiamole accuratamente con santo timore, ossia, consideriamole attentamente con spirito d’umiltà, di rispetto e di pietà, per animarci a magnificare Dio con la Beata Vergine per le cose grandi e meravigliose che Egli ha operato in Lei, attraverso di Lei, per Lei ed anche per noi.

Ecco la prima parola: Magnificat. Che cosa vuol dire questa parola? Che cosa significa magnificare Dio? Si può forse magnificare Colui la cui gran­dezza e magnificenza sono immense, infinite ed incomprensibili? Niente af­fatto, ciò è impossibile, ed è impossibile a Dio stesso, il quale non può farsi più grande di quel che è. Noi non possiamo magnificare, ossia rendere Dio più grande in Se stesso, poiché le sue divine perfezioni, essendo infinite, non possono ricevere alcun accrescimento in se stesse; ma lo possiamo magnifi­care in noi

«Ogni anima santa - dice infatti sant’Agostino-, può concepire il Verbo Eterno in se stessa, attraverso la fede; essa può generarlo nelle altre anime attraverso la predicazione della Divina Parola; ed essa può magnifi­carlo amandolo veramente, affinché essa possa dire: L’anima mia magnifica il Signore»[1]. Magnificare il Signore - insegna ancora sant’Agostino -, è adorare, lodare, esaltare la sua immensa grandezza, la sua maestà suprema, le sue eccellenze e perfezioni infinite.

Possiamo magnificare Dio in molti modi. 

1) Attraverso i nostri pensieri, avendo una grandissima idea e una grandissima stima di Dio e di tutte le co­se di Dio, 

 

2) Attraverso i nostri affetti, amando Dio con tutto il nostro cuore e al di sopra di ogni cosa, 

 

3) Attraverso le nostre parole, parlando sempre di Dio e di tutte le cose che lo riguardano con profondissimo rispetto, adoran­done ed esaltando la sua potenza infinita, la sua saggezza incomprensibile, la sua bontà immensa e le sue altre perfezioni, 

 

4) Attraverso le nostre azioni, compiendole per la sola gloria di Dio, 

 

5) Praticando ciò che lo Spirito Santo ci insegna in queste parole: «Humilia te in omnibus, et coram Deo invenies gratiam; quoniam magna potentìa Dei solius, et ab humilibus onoratur: Quanto più sei grande, tanto più umiliati; così troverai grazia davanti al Si­gnore; perché grande è la potenza del Signore e dagli umili egli è glorificato»[2]

 

6) Sopportando volentieri le croci che Dio ci invia, per suo amore, poi­ché non vi è nulla che lo onori di più che le sofferenze, dal momento che il nostro Salvatore non ha trovato mezzo più eccellente per glorificare il Padre suo, che i tormenti e la morte in Croce. 

Infine, magnificare Dio è preferirlo ed esaltarlo al di sopra di tutte le cose, attraverso i nostri pensieri, i nostri af­fetti, le nostre parole, le nostre azioni, le nostre umiliazioni e le nostre morti­ficazioni.

Ma, ahimè! Noi facciamo spesso tutto il contrario poiché invece di esal­tarlo, lo abbassiamo; invece di preferirlo ad ogni cosa, preferiamo le creature al Creatore; invece di preferire la sua Volontà, i suoi interessi, la sua gloria e la sua soddisfazione alla nostra volontà, ai nostri interessi, al nostro onore e alle nostre soddisfazioni, facciamo tutto il contrario, preferendo Barabba a Gesù.

Non è forse quel che fanno tutti i giorni i peccatori? O cosa spaventosa! Dio ha elevato l’uomo al più alto trono della gloria e della grandezza grazie alla sua Incarnazione e l’uomo, ingrato e detestabile, abbassa ed umilia il suo Dio fino al più profondo del nulla. Sì, fino al più profondo del nulla poi­ché colui che pecca mortalmente preferisce un meschino interesse tempora­le, l' infame piacere di un momento e quel po’ di fumo di un onore passegge­ro al suo Dio e al suo Creatore; lo annienta persino, per quanto è possibile, secondo le parole di san Bernardo: «Deum, in quantum in se est, perimitnon volendo altro dio che se stesso e le sue passioni sregolate».

Non è così che agite Voi, o Vergine Santa! Voi, infatti, avete sempre magnificato Dio altissimamente e perfettissimamente, dal primo istante della vostra vita fino all’ultimo. Voi l’avete sempre magnificato eccellentìssima­mente, attraverso tutti i vostri pensieri, affetti, parole, azioni e attraverso la vostra profondissima umiltà, tutte le vostre sofferenze, la pratica in sommo grado di tutte le virtù e il santissimo uso che avete fatto di tutte le potenze della vostra anima e di tutti i vostri sensi interni ed esterni. Infine, Voi sola l’avete glorificato più degnamente e magnificato più grandemente di tutte le creature insieme.

Veniamo ora alla seconda parola del nostro Cantico, che è anima. 

Nota­te che la Beata Vergine non dice “Io magnifico”, ma “L’anima mia magnifi­ca il Signore”, per mostrare che Ella lo magnifica dal più intimo del suo Cuore e con tutta l’estensione delle sue potenze interiori. 

Ella non lo magni­fica così, solamente con la sua bocca e con la sua lingua, con le sue mani e i suoi piedi, ma Ella utilizza tutte le facoltà della sua anima, della sua intelli­genza, della sua memoria, della sua volontà e tutte le potenze della parte su­periore ed inferiore della sua anima, sfruttando tutte le forze interne ed e- steme per lodare, glorificare e magnificare il suo Dio. 

Ed Ella non lo magni­fica solamente a suo nome né per soddisfare gli obblighi infiniti che ha di far­lo, a motivo dei favori inconcepibili che ha ricevuto dalla sua Divina Bontà, ma Ella lo magnifica anche a nome di tutte le creature e per tutte le grazie che Egli ha prodigato a tutti gli uomini, essendosi fatto uomo per renderli dei e per salvarli tutti, se essi vogliono corrispondere ai disegni dell’amore inconcepibi­le che ha su di loro.

 

Ecco la terza parola: mea, “la mia anima”. Qual è quest’anima che la Beata Vergine chiama la sua anima?

Rispondo a ciò, in primo luogo, con le parole di un grande Autore[3] che dice che quest’anima della Beata Vergine è il Figlio suo Gesù, il quale è l’anima dell’anima sua.

In secondo luogo, rispondo che queste parole, anima mea, comprendono innanzitutto l’anima propria e naturale - che anima il corpo della Santa Vergi­ne; in secondo luogo, l’anima del Divino Bambino che Ella porta nelle sue viscere, la quale è unita così strettamente alla sua, che queste due anime fan­no, in certo qual modo, una sola anima, poiché il Bambino che è nelle sue viscere materne non è che una cosa sola con sua madre. 

In terzo luogo, que­ste parole, anima mea, contraddistinguono e comprendono tutte le anime create ad immagine e somiglianza di Dio, che sono state, sono e saranno in tutto l’universo. Se, infatti, san Paolo ci assicura che l’Eterno Padre ci ha donato ogni cosa donandoci suo Figlio: «Cum Illo omnia nobis donavit»[4][5][6][7][8], è fuori di dubbio che, donandoLo alla sua Divina Madre, le ha donato anche ogni cosa, ragion per cui tutte le anime le appartengono. E poiché Ella non lo ignora e sa che ha l’obbligo di far uso di tutto ciò che Dio le ha donato, per il suo onore e per la sua gloria, quando Ella pronuncia le parole: «L’anima mia magnifica il Signore», guardando a tutte le anime che sono state, sono e saranno, come anime che le appartengono, le abbraccia tutte per unirle all’anima del Figlio suo e alla sua e per servirsene per lodare, esaltare e magnificare Colui che è disceso dal Cielo e che si è incarnato nel suo seno verginale per operare la grande opera della loro Redenzione.

 

Eccoci all’ultima parola del primo versetto: Dominum.

 

Qual è questo Signore che la Beata Vergine magnifica? È Colui che è il Signore dei signori, e il Signore supremo ed universale del Cielo e della ter­ra. 

Questo Signore è l’Eterno Padre, questo Signore è il Figlio, questo Signore è lo Spirito Santo: tre Persone divine che non sono che un Dio e un Signore, e che non hanno che una stessa essenza, potenza, sapienza, bontà e maestà. 

 

La Santissima Vergine loda e magnifica l’Eterno Padre per averla associata con luì alla divina paternità, rendendola Madre dello stesso Figlio di cui Egli è il Padre. 

Ella magnifica il Figlio di Dio, per il fatto che ha volu­to sceglierla per sua Madre ed essere suo vero Figlio. 

Ella magnifica lo Spi­rito Santo, per aver voluto compiere in Lei la più grande delle sue opere, os­sia il mistero adorabile dell’Incarnazione. 

 

Ella magnifica il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo per le grazie infinite che hanno fatto e che intendono fare a tutto il genere umano.

 

 

Impariamo da qui che uno dei principali doveri che Dio ci richiede, e uno dei più grandi obblighi verso la Divina Maestà, è la riconoscenza dei benefici, per i quali dobbiamo ringraziarLo con tutto il nostro cuore e con un affetto particolarissimo. 

Abbiamo cura, dunque, di imitare in ciò la gloriosa Vergine, dicendo spesso con Lei: <<Magnificat anima mea Dominum>>, per ringraziare la Santissima Trinità, non solo di tutte le grazie che abbiamo ri­cevuto, ma anche di tutti i beni che Ella da sempre ha elargito a tutte le sue creature. 

 

E dicendo queste parole: «L’anima mia», ricordiamoci che l’Eterno Padre, donandoci suo Figlio, ci ha dato ogni cosa con Lui e, di conseguenza, che le anime sante di Gesù e della sua Divina Madre, e tutte le anime in ge­nerale ci appartengono. Ecco perché possiamo e dobbiamo servircene per la gloria di Colui che ce le ha donate, attraverso un gran desiderio di lodare e glorificare Dio con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze, comprendendo in queste parole tutti i cuori e tutte le anime dell’universo, che sono nostre e che vogliamo unire insieme, formando un cuore e un’anima sola, per impiegarla a lodare il nostro Creatore e Salvatore.

San Giovanni Eudes


 

[3] Serm. de Assumpt.

[4]Sir 3,20-21.

[5]«Magnificat anima mea Dominum: Filius meus, qui non jam dimidium animce

mece sed est tota anima mea, magnificat nunc, per passionem suam, Dominum

meum Deum, Patrem suum, Sponsum meum. Anima mea Filius meus, qui me in

corpore simul et anima vivam fecit»(VlGERIO, In suo Decachordo, chord. 7). Il

card. Marc Vigier, dell’Ordine dei Frati minori, morì a Roma nel 1516. Ecco il titolo­

completo dell’opera di questo pio servo di Maria: Decachordum christianumAutore Marco Vigerio di Savona, S. Mariae Transtiberim cardin. Senogalliensi opus Julio li Pont. Max. dicatum; Fani, Hieron. Soncinus,1507.

[6] Rm8,32


LAUDATE DOMINAM NOSTRAM, OMNES GENTES:

GLORIFICATE EAM OMNES POPULI

venerdì 21 agosto 2020

Magnificat 1

 

MAGNIFICAT

 

 

Eccellenze di questo Cantico

Le Divine Scritture contengono molti sacri Cantici, fatti da sante donne, come da Maria, la sorella di Mosè e di Aronne; Debora, Giuditta, Anna, la madre del profeta Samuele, per rendere grazie a Dio dei numerosi e straor­dinari favori della sua Divina Bontà. 

Ma il più santo e degno di tutti i Canti­ci è il Magnificat della Santissima Madre di Dio, sia in ragione della dignità e della santità di Colei che l’ha fatto sia per i grandi ed ammirabili misteri che vi sono compresi, come anche per i miracoli che Dio ha operato per mezzo di esso. 

Non si legge, infatti, da nessuna parte che Egli ne abbia fatto attraverso gli altri cantici, mentre san Tommaso da Villanova, arcivescovo di Valenza , nota che è stato proprio alla proclamazione di questo Cantico che lo Spirito Santo ha operato molte meraviglie nel Santo Precursore del Figlio di Dio, come pure in suo padre e in sua madre, e che l’esperienza ha dimostrato molte volte che è un eccellente mezzo per scacciare i demoni dai corpi dei posseduti.

 

 Molti altri importanti Autori riportano molti altri mira­coli compiuti attraverso la recita di questo stesso Cantico. Sant’Anselmo, ad esempio, scrisse di se stesso[1][2] che, essendo provato da molte malattie che gli facevano provare dolori acutissimi, ne fu guarito interamente recitando il Magnificat.

 

Cesario racconta di un santo religioso, che aveva una devozione partico­lare alla Beata Vergine e specialmente alla recita di questo Cantico. Essendo prossimo alla sua fine, questa stessa Vergine gli apparve, gli dichiarò che entro sette giorni sarebbe uscito da questo mondo e gli diede la sua benedi­zione. Il settimo giorno, essendo questo buon religioso agli estremi, Ella gli ap­parve di nuovo, alla presenza del Priore del Monastero, accompagnata da un gran numero di angeli e di santi, e restò presente fino a che questo sant’uomo non ebbe reso il suo spirito a Dio con una gioia incomprensibile.

Il Cardinal Giacomo da Vitry scrisse nella Vita di santa Maria d’Ognies che, essendo costei vicina alla morte e cantando il Cantico della Madre di Dio, Ella le apparve e l’avvertì di ricevere il sacramento dell’Estrema unzione. Quindi, Ella si trovò presente alla sua fine con molti altri santi, e perfino con il Santo dei santi, il Figlio suo Gesù.

 

Tutto ciò ci dimostra che è cosa graditissima al nostro Salvatore e alla sua Divina Madre recitare questo divino Cantico con devozione.

Noi non troviamo che la Beata Vergine l’abbia cantato o pronunciato pubblicamente più di una volta, mentre era in questo mondo, ma non si può dubitare che l’abbia recitato e forse cantato molte volte in privato. Qualche Autore riferisce che è stata vista molte volte, in qualche chiesa, durante la celebrazione dei Vespri, circondata da un gran numero di angeli, e che la si è sentita cantare questo meraviglioso Cantico con loro e con i sacerdoti, ma in modo così melodioso ed incantevole, da non esservi proprio parole per esprimerlo.

 

     Ricordatevi, inoltre -, quando canterete o reciterete questo Cantico ver­ginale -, di donarvi al Santo Spirito, per unirvi alla devozione e a tutte le sante disposizioni con le quali è stato cantato e recitato dalla Beata Vergine Maria e da un numero incalcolabile di santi e di sante, che l’hanno cantato e recitato così santamente.

San Giovanni Eudes

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[1] «Hoc est illud dulcissimum decachordum, quo citharista propheticus toties gloriatur; hoc doemon expellitur, Praecursor sanctifìcatur, puer exultat, mater prophetat. Hoc decachordo etiam nunc cum devote concinitur, ìnìquas cordis suggestiones propulsori, lubricas carnis tentatìones emollliri, doemones pessimos effugari merito crediderim» (S. TOMMASO DA VlLLANOVA, Concio de Visit. B. V).

[2] In lib. Mìracul.




L
'anima mia magnifica il Signore  *
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato l'umiltà della sua serva.  *
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente  *
e santo é il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia  *
si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio,  *
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni,  *
ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati,  *
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo,  *
ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri,  *
ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio  *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre  *
nei secoli dei secoli. Amen.

 



Magnificat

Magníficat  *
   ánima mea Dóminum,
et exsultávit spíritus meus
  *
   in Deo salvatóre meo,
quia respéxit humilitátem
 ancíllæ suæ,  *
   ecce enim ex hoc beátam me dicent       omnes generatiónes. Quia fecit mihi magna, qui potens est:  *
   et sanctum nomen eius,
et misericórdia eius 
a progénie in progénies  * 
   
timéntibus eum.

Fecit poténtiam in bráchio suo,
  *    dispérsit supérbos mente cordis sui;
depósuit poténtes de sede
,  *
   et exaltávit húmiles,
esuriéntes implévit bonis,  *
   et dívites dimísit inánes.

Suscépit Ísrael púerum suum,
  *    recordátus misericórdiæ suæ,
sicut locútus est ad patres nostros,
  *    Àbraham et sémini eius in sǽcula. 
Glória Patri et Fílio  * et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc et semper,
  *
   et in sǽcula sæculórum. Amen.


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