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mercoledì 30 gennaio 2019

ERA IL 30 MAGGIO 1862



Era il 30 maggio 1862, penultimo giorno del mese della Madonna. A sera, dopo le preghiere, prima che centinaia di ragazzi andassero a dormire, Don Bosco iniziò così:

« Vi voglio raccontare un sogno. E’ vero che chi so¬gna non ragiona, tuttavia io, che a voi racconterei per¬sino i miei peccati, se non avessi paura di farvi scap¬pare tutti e di far crollare la casa, ve lo racconto per vostra utilità spirituale. Il sogno l’ho fatto alcuni giorni fa.
Figuratevi di essere con me sulla spiaggia del mare, o meglio, sopra uno scoglio isolato e di non vedere al¬tro spazio di terra, se non quello che vi sta sotto i piedi. In tutta quella vasta superficie di acqua si vede una moltitudine innumerevole di navi schierate a bat¬taglia; le loro prore terminano con un rostro di ferro acuto a guisa di coltello o di freccia, che dove s’infigge ferisce e trapassa ogni cosa. Queste navi sono armate di cannoni, cariche di fucili, di altre armi di ogni ge¬nere, di materie incendiarie, e anche di libri, e avan¬zano contro una nave molto più grossa e più alta di tutte loro, tentando di speronarla col rostro, di incendiarla o almeno di farle ogni guasto possibile.
A quella maestosa nave ammiraglia, attrezzata di tutto punto, fanno scorta molte navicelle e velieri che da lei ricevono i segnali di comando ed eseguono evoluzioni per difendersi dalle flotte avversarie. Il vento è loro contrario e il mare agitato sembra favorire i nemici.

Le due colonne
In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una vi è la statua della Ver¬gine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa scritta: – Auxilium Christianorum (Aiuto dei cristiani); – sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta un’Ostia di grandezza proporzionata alla co¬lonna e sotto un altro cartello con le parole: Salus credentium (Salvezza dei credenti).

Due concili
Il comandante supremo sulla gran nave, che è il Romano Pontefice, vedendo il furore dei nemici e la situazione critica nella quale si trovano i suoi fedeli. Pensa di convocare intorno a sé i Piloti delle navi secondarie (cioè i vescovi) per tener consiglio e decidere sul da farsi. Tutti i Piloti salgono e si radunano intorno al Papa. Tengono concilio, ma infuriando il vento sempre di più e la tempesta, sono rimandati a governare le proprie navi (Concilio Vaticano I).
Fattasi un po’ di bonaccia, il Papa raduna per la seconda volta intorno a sé i Piloti, mentre la nave ammiraglia prosegue la sua rotta (Concilio Vaticano II). Ma la burrasca ritorna spaventosa.
Il Papa sta al timone e tutti i suoi sforzi sono diretti a portare la nave in mezzo alle due colonne, dalla sommità delle quali tutto intorno pendono molte àncore e grossi ganci attaccati a catene.


L’assalto
Le navi nemiche scattano tutte ad assalirla e ten¬tano ogni modo di arrestarla e farla sommergere. Le une con gli scritti, coi libri, con materie incendiarie di cui sono ripiene e che cercano di scaraventarle a bordo; le altre coi cannoni, coi fucili e coi rostri: il combattimento diventa sempre più accanito. Le prore nemiche l’urtano violentemente; ma inutili risultano i loro sforzi e il loro attacco. Invano ritentano la prova; sciupano ogni loro fatica e munizione: la grande nave ammira¬glia procede sicura e franca nel suo cammino. Avviene talvolta che, percossa da formidabili colpi, riporta nei suoi fianchi larga e profonda fessura; ma non appena è avvenuto il guasto, spira un Soffio (= lo Spirito Santo) dalle due colonne e le falle si richiudono e i fori si otturano.
Scoppiano intanto i cannoni degli assalitori, si spezzano i fucili, ogni altra arma e i rostri; si sconquassano molte navi e sprofondano nel mare. Allora i nemici furibondi iniziano a combattere ad armi corte, cioè a distanza ravvicinata: con le mani, coi pugni, con le bestemmie e con le maledizioni.


Il Papa muore
Quand’ecco che il Papa, colpito gravemente, cade. Subito coloro, che stanno insieme con lui, corrono ad aiutarlo e lo rialzano. Il Papa è colpito la seconda volta, cade di nuovo e muore. Un grido di vittoria e di giubilo si alza dai nemici; sulle loro navi dilaga un indicibile tripudio. Ma appena morto il Pontefice, un altro Papa sottentra al suo posto. I Piloti radunati lo hanno eletto così rapidamente, che la notizia della morte del Papa giunge con la notizia dell’elezione del successore. Gli avversari incominciano a perdersi di coraggio.


La vittoria
Il nuovo Papa sbaragliando e superando ogni ostacolo, guida la nave sino alle due colonne e, giunto in mezzo a esse, la lega con una catena che pendeva dalla prora a un’àncora della colonna su cui sta l’Ostia; e con un’altra catena che pendeva a poppa, la lega dalla parte opposta a un’altra àncora appesa alla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata.
Allora succede un gran rivolgimento. Tutte le navi che fino a quel momento avevano combattuto contro la nave ammiraglia su cui sedeva il Papa, fuggono, si disperdono, si urtano e si fracassano a vicenda. Le une affondano e cercano di affondare le altre. Alcune navicelle che hanno combattuto valorosamente insieme col Papa vengono con le prime a legarsi a quelle colonne.
Molte altre navi che, ritiratesi per timore della bat¬taglia si trovano in gran lontananza, stanno prudentemente osservando, finché dileguati nei gorghi del mare i rottami di tutte le navi disfatte, a gran lena vogano alla volta di quelle due colonne, dove arrivate si attaccano ai ganci pendenti e lì rimangono tranquille e sicure, insieme con la nave ammiraglia su cui sta il Papa. Nel mare regna una gran calma, una calma sovrana».


Commento di Don Bosco

Don Bosco a questo punto interrogò Don Rua: – Che cosa pensi tu di questo racconto?
Don Rua rispose: – Mi pare che la nave del Papa sia la Chiesa, di cui è il Capo: le navi sono gli uomini; il mare è questo mondo. Quelli che difendono la grossa nave sono i buoni affezionati alla Santa Sede; gli altri sono i suoi nemici, che con ogni sorta di armi tentano di annientarla. Le due colonne di salvezza mi sembra che siano la devozione a Maria Immacolata e al Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.

Don Rua non parlò del Papa caduto e morto e Don Bosco tacque pure su di ciò. 
Solo aggiunse: – Dicesti bene. Bisogna soltanto correggere un’espressione. Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi nulla a confronto di ciò che dovrà accadere. I suoi nemici sono raffigurati nelle navi che tentano di affondare, se gli riuscisse, la nave ammiraglia. Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto pericolo e scompi¬glio: – Devozione a Maria Immacolata – Frequenza alla Confessione e Comunione. – Occorre adoperare ogni mezzo e fare del nostro meglio per praticarli e farli praticare dovunque e da tutti. Buona notte!

I ragazzi lentamente e in silenzio sciamarono a dormire con nel cuore il sogno delle due Colonne: l’amore filiale alla Madonna, che è la Mamma degli Adolescenti, e la vita divina sacramentale, cioè l’Eucaristia. Con questi grandi amori, la loro inserzione nella Chiesa (attaccamento al Papa) diventa gioiosa e bella anche se devono lottare. Ma non piace forse ai ragazzi l’avventura e la lotta?