MESSA DEL CORPO MISTICO
La celebrazione della S. Messa non è un rito privato o una devozione privata, ma è una
cerimonia di tutta la Chiesa, compiuta da tutta la Chiesa, a beneficio di tutta la Chiesa,
anche se ciò avviene mediante alcuni suoi ministri.
Gesù, come in ogni Sacramento, nell'Eucaristia non viene mai a contatto solo con il
singolo individuo, ma con tutta la Chiesa; così l'individuo che riceve l'Eucaristia, non
viene a contatto soltanto con Cristo, ma anche con tutta la Sua Chiesa.
Questo perché Gesù offre al Padre non soltanto Se stesso, ma anche la sua Chiesa, cioè
tutto Se stesso: Lui e la Sua Chiesa, Lui e noi, Lui e tutta l'umanità.
La ragione profonda, dogmatica di questa doppia offerta (Gesù - Chiesa) è che la Chiesa
è in Gesù "un'unica persona mistica".
Ad ogni istante Gesù s'immola e si offre al Padre, la Chiesa con Lui, purificata,
santificata, divenuta "conmateria del Sacrificio".
Pur avendo soddisfatto per ogni singolo uomo, Gesù presentò al Padre la Sua
soddisfazione per la redenzione dell'umanità. I singoli uomini sono stati redenti, salvati
da Cristo, come parte di un solo organismo.
Quindi non ci si deve sentire salvati solo personalmente, ma salvati nell'insieme, come
una cosa sola.
Anche se un solo fedele assiste alla S. Messa, in lui vi è tutta la
parrocchia, tutta la Chiesa, tutta l'umanità. Di conseguenza, non ci si deve sentire soli
nella Messa, non si deve guardare soltanto in alto, ma anche attorno.
Unirsi ai fratelli presenti e assenti per essere accolti insieme dal Padre comune.
Unirsi ai fratelli anche con spirito di sostituzione e di supplenza per presentarli con noi
al Padre.
Si deve cooperare con Cristo, affinché possa offrire al Padre tutto il Suo corpo che siamo
noi, che sono tutti gli uomini.
Non privarlo dell'intima consolazione di presentare al Padre un'offerta completa.
Proprio per attirare tutti gli uomini a Sé, Egli rinnova in ogni luogo e in ogni tempo il
Suo sacrificio eucaristico.
Corrispondiamo a questo amore, a questa attesa di Gesù.
Sappiamo vedere sull'altare
non soltanto il Suo Corpo naturale - immolato e glorioso -, ma anche il Suo Corpo
Mistico e cerchiamo di renderlo completo, perfetto il più possibile, portando in noi tanti
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fratelli: familiari, parenti, conoscenti..., coloro che soffrono, che fanno soffrire...,
coloro che svolgono i lavori domestici..., coloro che si trovano negli uffici, nelle
fabbriche..., coloro che fanno del male..., coloro che stanno morendo...
Sentiamoli tutti in noi, per celebrare insieme la Messa, per presentarci insieme al Padre,
per cibarci insieme del Corpo di Cristo, per far circolare in noi e fra noi il medesimo
amore di Cristo.
Ricordiamo che Gesù non potrà offrirsi totalmente al Padre finché c'è un solo membro
del Suo Corpo che rifiuta di offrirsi con Lui.
LA MIA PARTECIPAZIONE
La Messa, mistero della fede, riattualizza l'atto salvifico dell'amore di Cristo.
Mistero d'amore, così poco conosciuto, per cui tanto trascurato.
Siamo chiamati a riparare anche questa ignoranza sulla Messa con una partecipazione
attiva e con una testimonianza sincera.
Potrebbe esserci di aiuto la seguente riflessione.
1 - Unirsi a Cristo
Ogni Messa rende presente la suprema offerta che Cristo fa di Sé stesso al Padre.
Però sull'altare non è più solo, non è più il Cristo del Cenacolo e del Calvario, bensì è il
Cristo Risorto, il Capo del Corpo Mistico, che richiede la presenza di tutti i suoi membri.
Il pane che il celebrante depone sulla patena, il vino che versa nel calice, non è solo
preparazione all'offerta di Cristo, ma è anche un invito ai fedeli di rendersi presenti in
quel pane e in quel vino. E noi ci rendiamo presenti in essi nella misura in cui vi
inseriamo la nostra vita, la vita delle persone care, la vita della Chiesa, della società, del
mondo intero.
Comprendiamo l'importanza di questo atto, se vogliamo partecipare alla Messa e non
rimanere semplici spettatori.
2 - Immolarsi con Cristo
Nel momento culminante della Messa in cui il Celebrante pronuncia le parole della
consacrazione, ricordiamoci che in quel pane, in quel vino ci siamo anche noi.
Come il pane e il vino si lasciano trasformare nel Corpo e nel Sangue di Cristo,
riattualizzando la sua immolazione, così anche noi dobbiamo permettere allo Spirito
Santo di agire su ognuno di noi, se vogliamo partecipare all'immolazione di Cristo.
L'immolazione di Cristo consiste essenzialmente nel fare la volontà del Padre, una
volontà salvifica che L'ha condotto alla morte in croce e che Lo conduce continuamente
a riattualizzare la sua passione e morte su ogni altare.
Per cui anche noi dobbiamo prendere questa nostra volontà e deporla sull'altare, perché
illuminata, trasformata, fortificata dallo Spirito Santo, possiamo con libertà accettare la
situazione in cui ci troviamo a dire con sincerità: "Padre, sia fatta la tua volontà".
3 - Donarsi con Cristo
Uniti a Cristo, immolati con Cristo, dobbiamo donarci come Lui si dona.
Lui si lascia mangiare, anche noi dobbiamo lasciarci mangiare, divenire con Lui un pane
offerto, spezzato, mangiato.
Potrebbero sembrare delle belle frasi, ma lontane della realtà; eppure esprimono una
verità. Soltanto non ce ne rendiamo conto.
Infatti, nel momento della Consacrazione,
nelle parole di Gesù: "Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo... Prendete e bevete
questo è il mio Sangue... ", vi è anche la parola di ognuno di noi, membri del suo Corpo
Mistico.
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In Gesù diciamo vicendevolmente: "Prendete e mangiate questo è il mio
corpo..., prendete e bevete, questo è il mio sangue".
Una donazione dell'uno all'altro che abbraccia tutta la vastissima gamma della carità