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domenica 19 gennaio 2020

Guarda mia Madre. Se l’Eucarestia è il cuore di Dio, Maria è il ciborio di quel Cuore.

"Io sono la Vergine dell'Eucaristia,
la Sorgente di Olio Santo della Perenne Unzione,
la Madre dell'Ulivo Benedetto Gesù
e vengo qui (Manduria)  per salvare l'Italia, il mondo"





QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 36


23 giugno 1943

   ore 9-10.
   Dice Gesù:
   «Nell’altro incontro eucaristico ti ho fatto vedere cosa è l’Eucarestia. Oggi ti mostrerò un’altra verità eucaristica. Se l’Eucarestia è il cuore di Dio1, Maria è il ciborio di quel Cuore. Guarda mia Madre, eterno ciborio vivo in cui scese il Pane che viene dal Cielo. Chi mi vuole trovare, ma trovare con la pienezza delle doti, deve cercare la mia Maestà e Potenza, la mia Divinità, nella dolcezza, nella purezza, nella carità di Maria. È Lei che del suo cuore fa il ciborio per il cuore del suo e vostro Dio. Il Corpo del Signore si è fatto corpo nel seno di Maria, ed è mia Madre che con un sorriso ve lo porge come se vi offrisse il suo amatissimo Pargolo deposto nella cuna del suo purissimo, materno cuore. È gioia di Maria, nel Cielo, darvi la sua Creatura e darvi il suo Signore. Con il Figlio vi dà il suo cuore senza macchia, quel cuore che ha amato e sofferto in misura infinita.

   È opinione diffusa che mia Madre non abbia sofferto altro che moralmente. No.

  La Madre dei mortali ha conosciuto ogni genere di dolore. Non perché lo avesse meritato. Era immacolata e l’eredità dolorifica di Adamo non era in Lei. Ma perché, essendo Corredentrice e Madre di tutto l’umano genere, doveva consumare il sacrificio fino al fondo e in tutte le forme.Perciò soffrì, come donna, le inevitabili sofferenze della donna che concepisce una creatura, soffrì stanchezze della carne appesantita del mio peso, soffrì nel darmi alla luce2, soffrì nell’affrettata fuga, soffrì mancanza di cibo, soffrì caldo, gelo, sete, fame, povertà, fatica. Perché non avrebbe dovuto soffrire se Io, il Figlio di Dio, soggiacqui alle sofferenze proprie dell’umanità?

   Essere santi non vuole dire essere esenti dalle miserie della materia. Essere redentori, poi, vuol dire essere particolarmente soggetti alle miserie della carne che ha sensibilità dolorifiche. La santità e la redenzione si esplicano e si raggiungono con tutti i modi, anche con dei mali di denti, per esempio. Basta che delle miserie carnali la creatura se ne faccia un’arma di merito e non di peccato.
   Io e Maria, delle miserie della natura umana abbiamo fatto tanti pesi di redenzione per voi. Anche ora soffre mia Madre quando vi vede così sordi alla grazia, ribelli a Me. Santità, lo ripeto, non vuole dire esclusione[86] del dolore, ma anzi vuol dire imposizione del dolore. .

   Ringrazia dunque Maria, che mi ti dà con un sorriso di madre, per tutto il dolore che l’esser mia Madre le ha portato. Non ci pensate mai a dire grazie a Maria nel cui seno divenni carne! Quella Carne che ora do a voi per nutrirvi alla vita eterna.
   Basta: contempla e adora Me raggiante nell’Eucarestia, nel trono vivo che è il petto di Maria, la purissima Madre mia e vostra.»

   Ora spiego io. Domenica, anzi no. Venerdì 18 mi pareva di vedere Gesù a fianco del letto, gliene ho accennato. Ma non faceva nulla. Domenica 20, prima che venisse lei3, mentre c’era lei e dopo la sua venuta per la Comunione, mi pareva di vedere Gesù, non più a fianco del letto, ma in fondo allo stesso, che mi dava Lui la particola. Ma non aveva pisside in mano: aveva il suo Cuore e mi dava come particola il suo Cuore levandoselo dal petto. Era di una maestà a di una dolcezza infinita. Mi spiegò poi il significato della visione. L’avrà trovato nel quaderno4 in data 20 giugno.

   Stamane vedo la Madonna. Pare seduta, sorridente con amore, e mestizia però.
   Ha il manto scuro che le scende dal capo, aperto sulla veste pure scura, sembra marrone. Alla vita ha una cintura scura. Sembrano tre toni di marrone. In testa, sotto al manto, deve avere un velo bianco perché ne intravedo un lieve filino.
   Sul mezzo del petto raggia un’Ostia grandissima e bellissima. E - quello che costituisce il mirabile della visione - pare che attraverso le Specie (che qui paiono come un quarzo bellissimo: sono pane, ma paiono cristallo brillante) appaia un bellissimo bimbo. Il Bimbo-Dio fatto carne.

   La Madonna, che ha le braccia aperte per tenere aperto il manto, guarda me e poi china il volto e lo sguardo adoranti sull’Ostia che sfavilla nel suo petto. Nel suo petto, non sopra al petto. È come se, per dei mistici raggi X, io potessi vedere nel petto di Maria, o meglio è come se dei raggi X facessero apparire al di fuori quello che è dentro a Maria. Quasi Questa fosse di un corpo senza opacità. Non so spiegare.

   Insomma io vedo questo e Gesù me lo spiega5. La Vergine non parla. Sorride solo. Ma il suo sorriso è eloquente come mille parole e più ancora.

   Come mi piacerebbe saper dipingere per fargliene copia e fargliela vedere. E soprattutto le vorrei fare vedere le diverse luminosità. Sono tre: una,di una pacata soavità, costituita dal corpo di Maria, è l’involucro esterno e protettore della seconda, raggiante e viva luminosità costituita dalla grande Ostia. Una luce vittoriosa, direi, per usare parola umana, la quale fa da involucro interno al Gioiello divino che splende come fuoco liquido di una bellezza che non si descrive e che è, nella sua infinita bellezza, infinitamente dolce, ed è il piccolo Gesù che sorride con tutte le sue carni tenerelle e innocenti per la natura sua di Dio e per la età sua di infante.

  È uno splendore, questo terzo, sotto i veli degli altri due splendori, che non c’è paragone a descriverlo. Bisogna pensare al sole, alla luna, alle stelle, prendere le luci diverse di tutti gli astri, farne un unico vortice di luce che è oro fuso, diamante fuso, e questo dà una pallida similitudine di quanto vede il mio cuore in quest’ora beata. Cosa sarà il Paradiso avvolto da quella luce?

   Ugualmente non c’è paragone atto a dire la dolcezza del sorriso di Maria. Regale, santo, casto, amoroso, mesto, invitante, confortevole... sono parole che dicono uno e dovrebbero dire mille per accostarsi a quello che è quel sorriso verginale, materno, celeste.

   1 Nei dettati del 4 giugno (pag. 13) e del 20 giugno (pag. 123). 

  
2 Da intendersi alla luce dei dettati del 7 settembre, del 15 settembre, del 27 novembre, dell’8 dicembre, del 18 

dicembre, del 25 dicembre, del 29 dicembre. Inoltre, nella monumentale opera sulla vita del Signore, che sarà scritta da 

Maria Valtorta, si legge che la divina maternità della Madonna non comportò in Lei alcun dolore fisico, che è frutto del peccato originale, dalla cui macchia Ella fu preservata; ma che la Madonna, essendo la Corredentrice, soffrì ogni sorta di dolore, procurato dalle circostanze e dagli uomini, anche a riguardo del suo concepimento e del suo parto verginali. 

  3 Padre Migliorini. 
   4 Nel quaderno n. 3.

AVE MARIA PURISSIMA

venerdì 6 ottobre 2017

TESORO NASCOSTO


Preghiera
alla Piaga della guancia destra di Gesù 

«Dolce Gesù, Signor mio, contemplando il Tuo Volto sfigurato dall’odio, m’appare chiara tutta quanta la tribolazione nella quale gli uomini sono immersi!

Oggi Tu mi chiami con l’espressione del patimento, che miro nella Tua Faccia sporcata, vituperata e tumefatta dalla violenza, che non ha tregua.

Ecco, io misera quale sono, vedo dinanzi a me un altro segno della Tua ricchezza, con cui vuoi guarire il mondo: la piaga della guancia destra.

Qua si è fermato il mio sguardo, si è fatta silente ogni ansia interiore, si è dissetato l’umano mio ricercare e ha ripreso forza la mia debole umanità. 

O preziosissima Piaga, che emani il desiderio divino di offrire alle creature amore, perdono e guarigione, dammi inalterabile pazienza davanti al cammino santificante della prova, che debbo affrontare! 

Rammentando il dolore patito per la dolorosissima bastonata sul Tuo zigomo roseo e virgineo, scaturisce in me un’inesauribile desiderio di seguirTi, perseverando alla Tua sequela. 

O Amore non amato, permetti che, mediante tal Piaga sconosciuta, io mi chini a raccogliere nell’anima il Sangue Divino da essa scaturito.

Liberami da ogni colpa, che proviene fin dalla settima generazione!
Purificami nel linguaggio inculcato dalla logica della materia!
Guariscimi nei pensieri e nei ricordi, che continuano a sconvolgere la mia mente a causa dei peccati commessi.

 O Gesù adorato, grazie per avermi rivelato tutto il tesoro nascosto nella venerazione a questa Piaga, che mi è dolce onorare, ogni giorno della mia vita, come segno della Tua presenza viva e operante nella Chiesa.

Ora abbasso gli occhi, ti bacio perché ho perfetta fiducia nelle Tue promesse e Ti dico: Come Tu vuoi, dove Tu vuoi, quando Tu vuoi visitami con la Tua Passione, con la Tua Potenza, con la Tua Gloria. Amen.»


Gesù: «Io non ho preferenze: vi amo tutti e piango per le vostre condizioni che vi hanno tolto la dignità, che è regale» (25.8.1998).
AMDG et BVM

venerdì 22 gennaio 2016

San Pietro in Bevagna, frazione di Manduria

L'origine di San Pietro in Bevagna è strettamente legata alla storia dell'apostolo San Pietro

La leggenda, (che non è pura invenzione) infatti, narra che durante un viaggio per mare, colto da una brutta tempesta San Pietro naufragò sulle coste ioniche della località e, precisamente, proprio dove oggi sorge la bellissima chiesetta al centro del paese. 
Stanco ed assetato, camminando scorse un pozzo di acqua dolce nei pressi del quale si ergeva una statua di un dio pagano (si suppone fosse Zeus). Vista la scultura San Pietro si fece il segno della croce e, a quel gesto, la statua si frantumò e cadde ai suoi piedi. La gente che assisté al miracolo cominciò a convertirsi al cristianesimo. Poco tempo dopo San Pietro proseguì il suo viaggio ed il paesino cominciò ad essere sempre più popolato da genti venute da lontano per visitare i luoghi sacri nei quali l'apostolo aveva compiuto il miracolo. 
La chiesetta (Chiesa Rupestre o Cripta del Redentore) che tuttora giace al centro del paese, è di una mistica bellezza che è possibile ammirare in qualunque momento.
Nel corso del Novecento poi il paese si è ingrandito, soprattutto negli anni settanta quando si sviluppò molto il fenomeno dello sfrenato abusivismo edilizio che ha seriamente deturpato l'ambiente, cementificando quasi tutta la costa.

AVE MARIA!