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sabato 23 agosto 2014

LETTERA AD UN AMICO/A - FATIMA: «Riprendete in mano il rosario!»




Carissimo Amico/a

Nel 1985, il Cardinale Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, venne interrogato dal giornalista italiano Vittorio Messori a proposito della terza parte del «segreto di Fatima», che non era ancora stata svelata. 
Al giornalista che si mostrava preoccupato di qualche cosa di «terribile» che si supponeva ci fosse in questo segreto, il futuro Papa rispondeva: «Se anche ci fosse, ebbene, questo non farebbe che confermare la parte già nota del messaggio di Fatima. Da quel luogo è stato lanciato un segnale severo, che va contro la faciloneria imperante, un richiamo alla serietà della vita e della storia, ai pericoli che incombono sull'umanità. È quanto Gesù stesso ricorda assai spesso, non temendo di dire: Se non vi convertite tutti, perirete (Lc 13,3). La conversione – e Fatima lo ricorda in pieno – è un'esigenza perenne della vita cristiana» (Rapporto sulla fede: Vittorio Messori a colloquio con il cardinale Joseph Ratzinger, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (Milano), 1985, p. 111).

Questo appello alla conversione, per quanto sia esigente, è quello del Cuore infinitamente amante di Nostro Signore. Nella sua sollecitudine materna nei nostri confronti, la Santissima Vergine è venuta a rivolgercelo nuovamente. Nel corso delle sue apparizioni successive a Fatima, la Madonna, modello di saggezza e di una bontà senza pari ci manifesta la sua pedagogia soprannaturale. 

In occasione della prima apparizione, il 13 maggio 1917, Ella innalza i tre giovani veggenti al desiderio del Cielo: mentre Maria di una bellezza straordinaria, tutta luminosa, vestita di un lungo abito bianco e di un velo che scende fino ai piedi, sta davanti a lei, Lucia, la più grande del gruppo, le chiede: «Da dove viene, Signora? – Vengo dal Cielo. – E che cosa desidera da noi? – Vengo a chiedervi di trovarvi qui sei volte di seguito, a questa stessa ora, il 13 di ogni mese. Dopo, vi dirò chi sono e quello che desidero da voi. – Lei viene dal Cielo!... ed io, andrò in Cielo? – Sì, ci andrai. – E Giacinta? – Anche. – E Francesco? – Anche lui ci andrà; che reciti anche il suo rosario « »

Il Cielo è il fine della nostra esistenza. «Dio, infinitamente Perfetto e Beato in Se stesso, per un disegno di pura bontà, ha liberamente creato l'uomo per renderlo partecipe della sua vita beata» (Catechismo della Chiesa Cattolica, CCC,1). Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, e che sono perfettamente purificati, entrano nel Cielo dove sono per sempre simili a Dio, perché Lo vedono così come Egli è (1Gv 3,2), a faccia a faccia (cfr. 1Co 13,12). Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio (Mt 5,8). Questa vita di perfetta comunione e di amore con la Santissima Trinità, con la Vergine Maria, gli angeli e i santi, pur essendo frutto di un dono gratuito di Dio, è la realizzazione delle aspirazioni più profonde dell'uomo, lo stato di felicità suprema e definitiva. Dio, infatti, ha messo nel cuore dell'uomo il desiderio della felicità al fine di attirarlo a Se. La speranza del Cielo ci insegna che la vera felicità non si trova né nella ricchezza o nel benessere, né nella gloria umana o nel potere, né in alcuna attività umana, per quanto utile possa essere, come le scienze, le tecniche e le arti, né in alcuna creatura, ma in Dio solo, sorgente di ogni bene e di ogni amore (cfr. CCC, 1723). «Solo Dio appaga», afferma san Tommaso d'Aquino.



«Noi lo vogliamo!»


Dopo aver fortificato i bambini con la promessa inestimabile del Cielo, la Signora li introduce nel mistero della Redenzione al quale, con una squisita delicatezza, essa chiede loro di associarsi: «Volete offrirvi a Dio per fare dei sacrifici e accettare volentieri tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in riparazione dei peccati che offendono la sua divina Maestà? Volete soffrire per ottenere la conversione dei peccatori, per riparare le bestemmie nonché tutte le offese fatte al Cuore Immacolato di Maria? – Sì, lo vogliamo! risponde Lucia. – Avrete molto da soffrire, ma la grazia di Dio vi assisterà e vi sosterrà sempre». Mentre parlava, l'Apparizione ha aperto le mani, e questo gesto diffonde sui veggenti un fascio di luce misteriosa, che penetra le loro anime, per cui vedono se stessi in Dio.

Il 13 luglio successivo, la Santa Vergine svela agli occhi dei bambini una terrificante realtà: «La Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava trovarsi sotto terra e, immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti, nere o bronzee, con una forma umana. Essi fluttuavano in quell'incendio, sollevati dalle fiamme che uscivano da loro stessi, con nuvole di fumo. Essi ricadevano da ogni parte, come ricadono le scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, con grida e gemiti di dolore e di disperazione che suscitavano orrore e facevano tremare di spavento. I demoni si distinguevano per le loro forme orribili e disgustose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò solo un istante, grazie alla nostra buona Madre del Cielo che prima ci aveva preavvisati, promettendoci di condurci in Cielo. Altrimenti, credo che saremmo morti di spavento e di paura. In seguito, alzammo gli occhi verso la Madonna, che ci disse con bontà e tristezza: «Avete visto l'Inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarli, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se si farà quello che vi dirò, molte anime saranno salvate e si avrà la pace»».


Una prova di più


L'esistenza dell'Inferno suscita contestazioni. Suor Lucia scriveva, qualche anno prima della sua morte sopraggiunta il 13 febbraio 2005: «Nel mondo, non mancano gli increduli per negare queste verità, ma esse continuano a esistere nonostante il fatto che siano negate; e questa incredulità non li libera dai tormenti dell'Inferno se la loro vita di peccato ve li conduce... A Fatima, (Dio) ci ha inviato il suo Messaggio come una prova in più di queste verità. Questo Messaggio ce le ricorda perché noi non ci lasciamo ingannare dalle false dottrine degli increduli che le negano e dei pervertiti che le deformano. A questo scopo, il Messaggio ci assicura che l'Inferno è una verità e che le anime dei poveri peccatori vi cadono» (Appels du Message de Fatima, éd. Secrétariat des Pastoureaux, 2003, cap. 14).

Nel corso della sua vita pubblica, il nostro Salvatore Gesù ritorna spesso sul tema dell'Inferno, della Geenna, del fuoco inestinguibile (cfr. Mc 9,43-48), riservato a coloro che rifiutano fino alla fine della loro vita di credere e di convertirsi, e in cui possono perdersi al tempo stesso l'anima e il corpo (cfr. Mt 10,28). 

Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 395) ce lo ricorda: «Il peccato mortale distrugge in noi la carità, ci priva della grazia santificante, ci conduce alla morte eterna dell'Inferno se non ci si pente». 

Il Magistero della Chiesa si è espresso molto sovente a questo riguardo; il Papa Pio XII sottolineava, il 23 marzo 1949: «La predicazione delle prime verità della fede e dei fini ultimi non solo nulla ha perduto della sua opportunità ai nostri tempi, ma anzi è divenuta più che mai necessaria ed urgente. Anche la predica sull'Inferno. Senza dubbio si deve trattare un simile argomento con dignità e saggezza. Ma quanto alla sostanza stessa di queste verità, la Chiesa ha, dinanzi a Dio e agli uomini, il sacro dovere di annunziarla, d'insegnarla senza alcuna attenuazione, come Cristo l'ha rivelata, e non vi è alcuna condizione di tempi che possa far scemare il rigore di quest'obbligo. Esso lega in coscienza ogni sacerdote a cui, nel ministero ordinario o straordinario, è affidata la cura di ammaestrare, di ammonire e di guidare i fedeli. È vero che il desiderio del Cielo è un motivo in se stesso più perfetto che non il timore delle pene eterne; ma da ciò non consegue che esso sia per tutti gli uomini anche il motivo più efficace per tenerli lontani dal peccato e convertirli a Dio».


La sollecitudine di una Madre


Non è quindi il caso di essere sorpresi dell'intervento della Madonna presso i bambini di Fatima. Come una buona Madre che si cura di noi, essa dà degli avvertimenti per la nostra salvezza eterna e la nostra conversione. Il 13 ottobre 1917, la Vergine dice ai piccoli veggenti: «Bisogna che gli uomini si correggano, che chiedano perdono dei loro peccati; che non offendano più Dio Nostro Signore, che è già troppo offeso». Da quel momento, i bambini non potevano trattenere le lacrime ricordando la tristezza del viso dell'Apparizione. Lucia commenterà così le parole della Madonna: «Quale amoroso rimprovero esse contengono e quale supplica! Oh! come vorrei che risuonassero nel mondo intero e che tutti i figli della Madre celeste ascoltassero la sua voce!»

Il messaggio di Fatima è essenzialmente quello del Vangelo. Fin dall'inizio della sua vita pubblica, Nostro Signore ha proclamato: Il regno di Dio è vicino« Convertitevi e credete al Vangelo (Mc 1,15). Questo appello è costantemente al centro della predicazione della Chiesa. San Benedetto lo fa sentire fin dal prologo della sua Regola: «Ascolta, figlio mio, i precetti del Maestro, e inclina l'orecchio del tuo cuore. Accogli volentieri l'ammonimento di un padre pieno di tenerezza, e mettilo efficacemente in pratica, in modo che la fatica dell'obbedienza ti riconduca a colui da cui ti aveva allontanato l'ignavia della disobbedienza« È per la correzione dei nostri peccati che i giorni di questa vita ci sono prolungati come una tregua, come dice l'Apostolo: Ignori forse che la pazienza di Dio t'invita alla penitenza? (Rm 2,4). Infatti il nostro Signore misericordioso dice anche: Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva (Ez 18,23)».

Convertirsi, cambiare vita, significa ritornare verso Dio testimoniandogli il nostro rimpianto per averLo offeso. Particolarmente colpito dalla tristezza della Madonna quando chiede che non si offenda più suo Figlio, Francesco desiderava consolarLo cominciando con l'astenersi da qualsiasi peccato. «Amo tanto Nostro Signore! Ma Lui è così triste a causa di tutti i peccati. No! noi non faremo più nessun peccato». 

Così, i tre bambini sono pronti ad affrontare le persecuzioni e la morte piuttosto che mentire per liberarsi dalle contestazioni. Ma il cambiamento di vita comporta, oltre alla confessione sacramentale per ricevere il perdono dei peccati, la mortificazione del cuore e dei sensi per riparare i peccati passati e unirsi al Cristo nella sua Passione. Fatto molto notevole: le apparizioni accesero nei cuori dei tre veggenti uno zelo ardente di prendere parte alle sofferenze del Cristo. Per esempio, essi decidono di donare la loro merenda quotidiana a dei bambini poveri e di accontentarsi di quello che avrebbero potuto trovare nella natura. 

Un giorno, la madre di uno dei bambini li chiama per far loro mangiare dei fichi di una varietà succulenta. Giacinta si siede vicino al cestino e già si diletta al pensiero di mangiare dei frutti così belli. Essa ne prende uno. Poi, improvvisamente, si ricrede: «Non abbiamo ancora fatto nessun sacrificio per i peccatori. Facciamo questo». E ripone il fico nel cestino.

Quando la grazia di Dio è entrata in un'anima, questa non si accontenta più di fare penitenza per i suoi propri peccati, essa vuole anche sacrificarsi per gli altri. Così, durante la lunga e crudele malattia che la condurrà alla morte il 20 febbraio 1920, Giacinta è incoraggiata dalla certezza che le sue sofferenze, unite a quelle del Salvatore, convertiranno dei peccatori ed eviteranno loro la dannazione. Questa bambina delicata, naturalmente imbronciata, è diventata paziente e persino forte di fronte alla sofferenza. 

Poco tempo prima della sua morte, essa dice a Suor Maria-Purificazione Godinho, la religiosa che si prende cura di lei: «La mortificazione e i sacrifici fanno molto piacere a Nostro Signore! Oh! Fuggite il lusso. Fuggite le ricchezze. Amate molto la santa povertà. Siate molto caritatevole, anche nei confronti dei cattivi. Non dite mai male di nessuno e fuggite coloro che parlano male degli altri. Siate molto paziente, perché la pazienza conduce in Cielo. Pregate molto per i peccatori! Pregate molto per i sacerdoti, per i religiosi, e per i governi. I sacerdoti dovrebbero occuparsi solo delle questioni che riguardano la Chiesa. Essi devono essere puri, molto puri! La disobbedienza dei preti e dei religiosi ai loro superiori e al Santo Padre offende molto Nostro Signore».


La penitenza che Dio aspetta


Quali sono i sacrifici che piacciono di più a Dio? Qualche mese prima dell'apparizione iniziale della Madonna, i bambini ricevettero la visita di un Angelo. Questi disse loro: «Soprattutto, accettate e sopportate le sofferenze che il Signore vi manderà». 
Molti anni dopo, nel 1943, Suor Lucia scriverà: «Il Buon Dio desidera grandemente il ritorno della pace, ma Egli è addolorato al vedere un così piccolo numero di anime in stato di grazia e disposte a praticare le rinunce che Egli chiede loro per aderire alla sua Legge. Ed è precisamente la penitenza che il Buon Dio esige ora, è il sacrificio che ciascuno deve imporsi per vivere una vita giusta in conformità con la sua Legge. Egli vuole per mortificazione lo svolgimento semplice e onesto dei compiti quotidiani e l'accettazione delle pene e delle preoccupazioni, e desidera che si faccia conoscere chiaramente questa via alle anime, perché molte, prendendo la parola penitenza nel senso di «grandi mortificazioni», e non sentendosene né le forze né la generosità, si scoraggiano e cadono in una vita d'indifferenza e di peccato». 
Nostro Signore dirà ancora a Lucia: «Il sacrificio richiesto a ciascuno è il compimento del suo proprio dovere e l'osservanza della mia Legge; è la penitenza che ora chiedo ed esigo».

La raccomandazione del Rosario è, anch'essa, al centro delle apparizioni di Fatima. La Santa Vergine ne parla a più riprese. Nel 1917, il mondo conosce ancora gli orrori della prima guerra mondiale, senza che nessuno ne veda la via d'uscita. Durante la terza apparizione, il 13 luglio, la Madonna insiste: «Bisogna recitare tutti i giorni il rosario in onore della Santa Vergine per ottenere la fine della guerra attraverso la sua intercessione, perché non c'è che Lei che vi possa soccorrere». E il 13 ottobre, dice lei stessa di chiamarsi «Madonna del Rosario». Essa chiede, quando si dice questa preghiera tradizionale, di aggiungere, alla fine di ogni decina, l'invocazione: «O Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'Inferno, porta in Cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia». In effetti, il soccorso della grazia di Dio si estende il più lontano possibile; nessuno è escluso dalla volontà salvifica di Dio, né, di conseguenza, dalla sollecitudine materna di Maria, che ci insegna il ruolo fondamentale della preghiera nell'opera della salvezza. «Bisogna pregare molto per impedire alle anime di andare all'Inferno», ripeteva spesso Giacinta.


«Riprendete in mano il rosario!»


«Il Rosario è uno dei percorsi tradizionali della preghiera cristiana applicata alla contemplazione del volto di Cristo« A questa preghiera la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita corale, alla sua pratica costante, le cause più difficili. In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza» (Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, 16 ottobre 2002, n. 18, 39). Per questo oggi, in un momento in cui il nostro mondo che ha rifiutato Gesù Cristo corre verso l'abisso, per il più grave danno delle anime, il ricorso al santo Rosario è più che mai necessario. Seguiamo quindi la raccomandazione di San Giovanni Paolo II: «Bisogna tornare a pregare in famiglia e a pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera. La famiglia che prega unita, resta unita.  Guardo a voi, fratelli e sorelle di ogni condizione, a voi, famiglie cristiane, a voi, ammalati e anziani, a voi giovani: riprendete con fiducia tra le mani la corona del Rosario. Che questo mio appello non cada inascoltato!» (ibid. 41, 43).


«Abbi pietà del Cuore di tua Madre!»


Il messaggio di Fatima comporta anche la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Il 13 giugno 1917, la Vergine mostra ai bambini il suo Cuore ferito in mezzo alle spine, e dice a Lucia: «Bisogna che tu rimanga sulla terra. Gesù vuole servirsi di te per farMi conoscere e amare; Egli vuole diffondere nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Io prometto la salvezza a coloro che abbracceranno questa devozione. Le loro anime saranno predilette da Dio, come fiori posti da Me davanti al suo Trono». 

In occasione di un'apparizione posteriore, al convento di Pontevedra (Spagna), il 10 dicembre 1925, la Madonna ha mostrato il suo Cuore a Suor Lucia, mentre presso di lei stava il Bambino Gesù. Quest'ultimo dice a Lucia: «Abbi pietà del Cuore della tua santa Madre, che è coperto di spine che gli uomini ingrati vi configgono in ogni istante senza che ve ne siano che facciano atto di riparazione per strapparle via». E Maria aggiunge: «Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati vi configgono in ogni istante con le loro bestemmie e le loro ingratitudini. Tu, almeno, abbi cura di consolarmi, e di' da parte mia a tutti coloro che, il primo sabato di cinque mesi consecutivi, dopo essersi confessati, riceveranno la santa Comunione, diranno un Rosario e mi terranno compagnia per un quarto d'ora meditando i misteri del Rosario con lo scopo di offrirmi riparazione, che prometto di assisterli nell'ora della morte, con tutte le grazie necessarie per la salvezza delle loro anime».

Ci si può chiedere quali siano questi oltraggi che addolorano così tanto il Cuore della Madonna. In generale, sono tutti i peccati che offendono Dio. Tra di essi, alcuni offendono particolarmente il Cuore della nostra Madre Celeste: prima di tutto le bestemmie contro i suoi tre grandi privilegi, la sua Immacolata Concezione, la sua Verginità perpetua, la sua Maternità divina; poi, gli oltraggi contro le immagini che la rappresentano, infine il delitto di coloro che insegnano ai bambini il disprezzo, la derisione, e perfino l'odio della loro Madre Celeste. Certo bisogna anche considerare come particolarmente offensivi per il suo Cuore Immacolato le mancanze alla virtù della purezza. 

A questo proposito, Giacinta confiderà a Suor Maria-Purificazione le parole ricevute dalla Madonna: «I peccati che gettano il maggior numero di anime nell'Inferno sono i peccati contro la purezza. Verranno certe mode che offenderanno molto Nostro Signore. Le persone che servono Dio non devono seguire queste mode». La stessa Giacinta, poco prima della sua morte, diceva ancora a Lucia: «Tu resterai ancora quaggiù per far sapere agli uomini che il Signore vuole diffondere nel mondo la devozione al Cuore Immacolato di Maria. Ricorda bene a tutti che è attraverso il Cuore Immacolato di Maria che il Buon Dio vuole concederci le sue grazie; è a questo Cuore Immacolato che bisogna chiederle« Il Cuore di Gesù vuole che il Cuore Immacolato di Maria sia venerato insieme con il suo».

Il messaggio di Fatima è sempre di attualità. Alle soglie del terzo millennio, il papa Giovanni Paolo II si esprimeva nel modo seguente in occasione della beatificazione di Francesco e Giacinta: «Il messaggio di Fatima è un richiamo alla conversione, facendo appello all'umanità affinché non stia al gioco del drago, il quale con la coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra (Ap 12,4). L'ultima meta dell'uomo è il Cielo, sua vera casa dove il Padre celeste, nel suo amore misericordioso, è in attesa di tutti. Dio vuole che nessuno si perda; per questo, duemila anni fa, ha inviato sulla terra suo Figlio a cercare e salvare quel che era perduto (Lc 19,10). Egli ci ha salvati con la sua morte sulla Croce. Nessuno renda vana quella Croce! Gesù è morto è risorto per essere il primogenito di molti fratelli (Rm 8,29). Nella sua sollecitudine materna, la Santissima Vergine Maria è venuta qui, a Fatima, per chiedere agli uomini di «non offendere più Dio, Nostro Signore, che è già molto offeso». È il dolore di mamma che l'obbliga a parlare; è in palio la sorte dei suoi figli. Per questo Ella chiede ai pastorelli: «Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori; tante anime finiscono nell'Inferno perché non c'è chi preghi e si sacrifichi per loro»» (13 maggio 2000).
Impegniamoci a contribuire all'introduzione nel mondo della devozione al Cuore Immacolato di Maria per condurre un gran numero di anime alla conversione e a un ardente amore per Gesù e Maria.

<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>

Dom Antoine Marie osb