Sermone di san Leone Papa
Sermone 9 sulla Quaresima
Non ignoriamo, o dilettissimi, che il mistero pasquale occupa il primo posto fra tutte le solennità cristiane: il nostro modo di vivere durante l'anno intiero deve, certo, colla riforma dei nostri costumi disporci a celebrarlo in maniera degna e conveniente: ma i giorni presenti soprattutto esigono la nostra devozione, perché sappiamo che essi sono prossimi a quello in cui celebriamo il mistero più sublime della divina misericordia. Con ragione e per ispirazione dello Spirito Santo i santi Apostoli hanno ordinato in questi giorni digiuni più rigorosi: affinché con una partecipazione comune alla croce di Cristo, anche noi facciamo qualche cosa che ci unisca a ciò ch'egli ha fatto per noi, siccome dice l'Apostolo: «Se soffriamo con lui, saremo glorificati con lui» Rom. 8,7. Dove è la partecipazione alla passione del Signore, è certa e sicura l' aspettazione della felicità che ci è promessa.
Non c'è alcuno, o dilettissimi, cui si neghi d'essere associato a questa gloria, e la condizione del tempo non l'ostacola, quasi che nella tranquillità e nella pace non ci sia occasione di praticar la virtù. E l'Apostolo l'ha predetto dicendo: «Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo, soffriranno persecuzione» 2Tim. 3,12: e perciò la prova e la persecuzione non mancheranno mai, se non verrà meno giammai la pratica della pietà. Difatti il Signore esortando i suoi Apostoli) dice: «Chi non prende la sua croce, e mi segue, non è degno di me» (Matth. 10,38. Questa parola, non possiamo dubitarlo, riguarda non solo i discepoli di Cristo, ma tutti i fedeli, la Chiesa intera, la quale, nella sua universalità, ascoltava le condizioni della salute nella persona di quelli che allora erano presenti.
E come è dovere di tutto il corpo il vivere piamente, così l'obbligo di portare la croce è di tutti i tempi: e non senza motivo si consiglia a ciascuno di portare la sua croce, essendo che ognuno n'è caricato in maniera e misura a lui propria. La persecuzione è designata con una sola parola, ma esiste più d'una causa di combattimento: e ordinariamente c'è a temere più da uno che tende insidie di nascosto, che da un avversario dichiarato. Il beato Giobbe, che aveva appreso che i beni e i mali si succedono in questo mondo, diceva con pietà e verità: «Non è forse una tentazione la vita dell'uomo sulla terra?» Job. 7,1 Non sono soltanto i dolori e i supplizi del corpo che assalgono l'anima fedele, perché essa è minacciata da grave malattia, ancorché tutte le membra rimangano perfettamente sane, se si lascia rammollire dai piaceri del senso. Ma siccome «la carne ha desideri contrari allo spirito, e lo spirito contrari alla carne» Gal. 5,17, l'anima ragionevole è munita del soccorso della croce di Cristo, onde non acconsenta ai desideri colpevoli allorché è tentata, perché è trafitta e trattenuta dai chiodi della continenza e dal timor di Dio.
R. Grazie a Dio.
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Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Gio 8:46-59
In quell'occasione: Gesù diceva alle turbe dei Giudei: Chi di voi mi convincerà di peccato? Se vi dico la verità, perché non mi credete? Eccetera.
Omelia di san Gregorio Papa
Omelia 18 sul Vangelo
Considerate, fratelli carissimi, la mansuetudine di Dio. Il Salvatore) era venuto a togliere i peccati e diceva: «Chi di voi mi convincerà di peccato?» (Joann. 8.46. Egli non disdegna di mostrare con ragionamento che non è peccatore, lui, che in virtù della sua divinità poteva giustificare i peccatori. Le parole che seguono sono veramente terribili: «Chi è da Dio, ascolta le parole di Dio: e perciò voi non le ascoltate, perché non siete da Dio». Se dunque chi è da Dio intende le parole di Dio, e se chi non è da Dio non può intenderle: ognuno si domandi se l'orecchio del suo cuore percepisca le parole di Dio; e conoscerà a chi appartiene. La Verità ordina di desiderare la patria celeste, di calpestare i desideri della carne, di fuggire la gloria del mondo, di non desiderare l'altrui, di largheggiare del proprio.
Ciascuno di voi esamini dunque dentro se stesso, se questa voce di Dio colpisce fortemente l'orecchio del suo cuore, e conoscerà se è già da Dio. Ci sono alcuni, che non si degnano di ascoltare neppure colle orecchie del corpo i divini precetti. E ci sono di quelli, che li ascoltano sì colle orecchie del corpo, ma senza aver nell'animo alcun desiderio di praticarli. E ci sono di quelli, che ascoltano volentieri le parole di Dio, al punto da esserne tocchi fino alle lacrime, ma appena passato questo momento di emozione ritornano al peccato. Tutti questi certo non ascoltano le parole di Dio, perché non cercano di metterle in pratica colle opere. Richiamate dunque, fratelli carissimi, la vostra vita innanzi agli occhi della vostra anima, e imprimete profondamente nei vostri cuori il sentimento di timore che devono ispirare queste parole pronunziate dalla stessa Verità: «Per questo voi non le ascoltate, perché non siete da Dio» Joann. 8,47.
Ma questo che la Verità dice dei (Giudei) degni d'essere riprovati, questi (uomini) condannabili lo mostrano essi stessi colle loro inique opere: poiché segue: «I Giudei gli risposero e dissero: Non abbiamo noi ragione di dire che tu sei un Samaritano, e hai un demonio?» Joann. 8,48. Ascoltiamo ciò che rispose il Signore dopo di aver ricevuto simile oltraggio. «Io non ho alcun demonio, ma perché onoro il Padre mio, voi mi oltraggiate» Joann. 8,49. Ora Samaritano significa custode: ed egli è veramente questo custode, di cui il Salmista dice: «Se il Signore non custodisce la città, indarno vegliano quelli che la custodiscono» Ps. 126,1: e di lui si dice in Isaia: «Sentinella, che è stato questa notte? sentinella, che è stato questa notte?» Is. 21,11 ecco perché il Signore non volle rispondere: Non sono un Samaritano; ma: «Io non ho alcun demonio». Due cose gli erano state rimproverate: egli negò l'una, e consentì sull'altra tacendo.
V. E tu, o Signore, abbi pietà di noi.
R. Grazie a Dio.
Preghiamo
Dio onnipotente, riguarda benigno la tua famiglia: onde dalla tua grazia sia governata nel corpo, e dalla tua protezione sia custodita nell'anima.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
AMDG et DVM